29 dicembre 2001

Domani si parte



Finito l'anno.

No, niente riassunti.

Me le sono ripetute già troppe volte quest'anno le cose brutte passate.

Troppe parole quest'anno.

Ecco. Questo devo cambiare l'anno prossimo, questo è l'unico proposito.

Ripetermi gli errori di quest'anno sarebbero solo altre parole. E non ho più voglia, tanto li ricordo più che bene, non mi serve ripetermeli.

Niente discoteche, basta caos, ne locali questo capodanno.

Ho voglia di amici, di calore e di camino.

E vado qui domani per qualche giorno







ad abbuffarmi di tutt'e tre le cose.

E ad aspettare di chiudere definitivamente quest'anno per tornare sereno.

Non felice, mi basta sereno.

Per iniziare, ovviamente.

Palconismo



Sissì ormai è chiaro, non ci sono più dubbi.

Il mio è proprio palconismo.

E non parlo di queste pagine, parlo della vita reale, quella dove sono meraviglioso anche fuori. (ah!ah!ah!)

Che poi io mica lo faccio apposta, ma ci si ammala inevitabilmente.

Poi io non è che non ne farei a meno, ma alla fine non costa nulla, ha i suoi vantaggi, e non ti cambia la vita.

Cioè se tu vai a ballare e balli e balli anche gli altri che non vogliono ballare e sei uno nessuno centomila, ma poi decidi di andare a salutare i tuoi amici che loro sono lassù dove ti luminano e ti fumano e ti musicano e apri quella porta che nessuno sa dove porta ma se la apri senza chiedere il permesso vuol dire che sei il padrone del posto e vai su e improvvisamente quelli di prima ti vedono spuntare più in alto di prima e ti vedono dal basso perchè loro quella porta che porta in alto non la possono aprire e da quel momento ti vedono anche quando torni in basso tra loro, beh allora a quel punto la mia teoria dei palchi viene dimostrata tipo la mela che cade. E io non te lo dico che non conto nulla come te li dentro e che ci sto andando a scrocco, perchè non sono mica scemo, sono palcoscemo, e visto che ne conosco tanti di quelli che ti musicano ho imparato a giocarmele le mie carte vuoi giocare a carte con me? E ho imparato a muovermi come quelli che ti musicano perchè si muovono in maniera diversa e guardano giù in maniera diversa e tu non devi necessariamente essere uno di quelli che musica per essere uno di quelli che musica, basta che vai a salutarli e inizi a guardare giu come loro e per tutti sarai uno che musica, e basta un minuto e poi torni giù e la sera diventa diversa.E io so essere filosoficissimo davvero di brutto come diciamo noi gggiovanicheapparteniamoalmondodinoiggggiovani, ma certe volte capisco davvero che anche l'occhio vuole la sua parte, tipo un dito. Magari medio. Magari alzato.

E ho ballato da infarto nel senso di fatica e ho sognato da infarto nel senso di fiducia.

Ero ritmicamente sudato stanotte.

Sai dove abito.

28 dicembre 2001

La Mamma dal cielo



TANTIAUGURIATEEEEEEEETANTIAUGURIATEEEEEEE!!!!!!

TANTIAUGURIALLAMAMMAAAAATANTIAUGURIATEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!

Auguri, quanti anni quanti anni!!!!

Potevo non farteli anche qui? No, lo so che non mi leggi, non ti ho mai dato l’indirizzo anche se usi internet. No, non è che non l’ho fatto perché mi vergogno, sai che non ho mai nascosto niente a nessuno tantomeno a te, e sai bene che io è proprio così che parlo, quindi non ti stupiresti di nulla. Non te l’ho mai dato perché sto scrivendo anche di Papà, e del fatto che mi manca, e del fatto che mi fa male che se ne sia andato, e so che lo capiresti se lo leggessi, ma so che ci staresti male perché io ci sto male, e allora finchè ci leggerai anche dolore e nostalgia, non ti darò l’indirizzo, perché non so se capiresti che non penso sia colpa tua se la nostra vita è andata così anzi penso sia merito tuo e c’è una bella differenza. E oggi la curiosità ti porterebbe a leggere tutto, e ti rattristeresti, e non puoi rattristarti perché oggi è il tuo compleanno, e anche se sei passata in quella fascia di età nella quale ogni compleanno è più nervoso del precedente, proprio non poi farci nulla, ti devi sorbire la tua bella dose di auguri, felicità, allegria, entusiasmo e baci e abbracci e coccole e cena e colleghi e amici e figli e tutti e adesso chi ti tiene più e ora che farai per sentirti sempre giovane ti iscriverai a chissà quale corso ti inventerai chissà quale acconciatura ti metterai chissà quale gonna e stasera che saremo solo noi, se vuoi farti corteggiare da qualche omino come fai di solito fai pure, non dirò niente a nessuno, te lo meriti anche tu un po’ di svago ecchecccazzzo!!! E visto che piaci parecchio so che stasera non sarai triste ma alla fine non sei mai stata triste perché tu hai pagato così tanto e lottato così tanto che non sai cosa vuol dire essere triste perché triste significa sconfitto e tu sconfitta proprio non lo sei mai stata se a volte sembri triste io e te lo sappiamo che quello sguardo non è tristezza ma soltanto un momento in cui stai pensando come superare il problema e poi lo superi sempre e stasera non ci saranno pensieri brutti perché ti vedo adesso che stai pensando a come superare i pensieri brutti e so che il modo lo trovi in 5 secondi netti anche di meno e lo sento che non sei triste e lo sento perché ti sento e tu senti me perché siamo uguali perché il dna non è un’ipotesi ne un’elica no mamma il dna è come ce lo disegnano solo perché è davvero un filo ma non è a forma di elica è a forma di cuore e il nostro dna è a forma di un cuore che batte due volte come tutti i cuori del mondo solo che il nostro batte una volta da me e una volta da te ecco perché ci sentiamo dentro ecco perché non possiamo allontanarci più di tanto perché se no uno dei due non sente più i propri battiti e non è nostalgia ne malinconia è proprio che io non sentirei i miei, non i tuoi è quello il casino è quello che ci rende separabili ma non più di tanto ed è quello che ci fa sempre arrabbiare ma mai più di tanto ed è quello che ci fa scontrare ma non più di tanto ed è quello che ci fa parlare ma mai più di tanto ed è quello che ci fa sentire di più. Più Più Più. Di tanto. Davvero tanto. Auguri.

E non ci puoi proprio fare nulla se è così perché l’hai voluto tu non so se l’avevi chiesto non so se ne sei felice ma sicuramente è successo ed è così che è andata e ora non siamo amici come vorresti perché non possiamo essere amici come vorresti perché siamo mamma e figlio e sarebbe ora che la piantassi di cercare di essere amica mia perché io non la voglio un’altra amica voglio la mamma scritto così come lo stai leggendo tipo pollice in bocca e non mi puoi togliere questo piacere solo perché tu vuoi sentirti amica perché amica è un ruolo che non devi cercare di ottenere perché ce l’hai per investitura divina tipo laurea ad honorem e non so se si scrive così ma va bene lo stesso hai capito perché tu capisci quelli che dico anche se lo dico male e sarebbe ora che la piantassi di dirmi che non guido ancora sufficientemente bene per usare la tua macchina o che devo fare quella telefonata o che devo imparare questo o quello sarebbe ora che capissi che ho 30 anni e tu 52 e ogni volta che tu ne fai uno anche io ne faccio uno e trattarmi ancora come uno che va controllato come un bambino non ti servirà ad arrestare questo processo inevitabile perché non puoi proprio farci nulla l’unica cosa che puoi fare è accettare che io le cazzate le faccio perché sono scemo non perché sono piccolo e quindi le farò per tutta la vita!!! Ma questo dovrebbe solo farti sentire bene perché se io posso continuare a fare le mie cazzate è perché ci sei tu dietro che me ne pari i colpi e finchè io continuerò a farne tu continuerai a sentirti mia amica mia mamma e quello che ti senti di essere tipo che in fondo se faccio le cazzate le faccio anche un po’ per te! AH!AH!AH! Ma mai dico mai e ripeto mai cercare di essere amica mia perché nella mia scala di affetti partendo dal basso c’è la sconosciuta, la conoscente, la amica, la amica intima, la mia ex, la mia ragazza e la mia mamma e ogni volta che tu ti incazzi o ci rimani male perché non mi confido, non ti telefono, non ti tratto come una mia giovane amica e ci soffri non capisci che quelle cose le faccio con le persone che appartengono ai piani sotto di te, perché è con loro che le devo fare non perché le preferisco a te ma soprattutto non capisci che se cerchi in tutti i modi di occupare uno di quei posti la ci perdi, perché nella mia scala di valori tu sei più su, semplicemente ti parlo in maniera diversa tipo questa che forse non mi confido spesso o come vorresti, ma poi quando lo faccio faccio cose tipo questa ed è in questi momenti che ne capisci la differenza perché c’è differenza tra te e le amiche e sarebbe ora che alla tua età con la tua intelligenza e la tua capacità di capire le cose meglio di chiunque altro capissi una volta per tutte che mai e poi mai ti farò diventare mia amica, perché sei troppo bella come mamma e non c’è un solo motivo al mondo dico uno che mi farà cambiare questa idea ne mi convincerà a prenderti da quel posto in alto dove stai da sempre per metterti qualche piano sotto solo perché tu così ti senti giovane perché a me non mi interessa se tu ti senti giovane perché di giovani amiche ne ho parecchie e da loro mi aspetto le cose peggiori da te no, e questo perché non sei amica ma sei mamma, che include entrambe le cose ma solo se accetti di stare lassù sopra di loro sopra il mio lavoro sopra le mie amicizie sopra i fratelli. Perché quello è un posto che vi viene dato per natura, ve lo guadagnate di diritto dopo averci scarrozzato per nove mesi e regalato e protetto per i restanti ed è un posto così puro così vero e così indispensabile per me che se un giorno dovessi mai riuscire nel tuo intento di scendere tra le amiche mi staresti sul cazzo perché mi si libererebbe un posto che io libero non voglio che sia e a quel punto inizierei a lottare io per rimettertici e allora perché non accetti l’idea che se quel posto lo occupi tu io sono così felice, fiero, grato, entusiasta, commosso, pieno, caldo, protetto, spronato, e tutto quello che non mi viene in mente perché non so come si dice, da difendere con tutto quello che ho il tuo essere mamma e il tuo startene bella bella seduta su quel trono che si chiama amore di FIGLIO?

E perché non capisci che se da un po’ non ti do quello che vorresti è perché sono io, sono io che non riesco a dimenticarmi la notte che sono andato a prendere Valentino dopo l’incidente, e nessuno lo saprà mai quanto cambi la vita una notte come quella perché io ancora ci piango e non me la levo dagli occhi quella scena, e sono io che ho passato mesi a litigare con ambasciatori e ministri per riavere il corpo del padre a casa e non potevo permettermi di crollare perché se n’erano davvero lavati tutti le mani ma credimi avrei voluto crollare davvero, sono io che nello stesso anno mi sono infilato in quel giro mafioso di merda per colpa della puttanella per il quale ho avuto davvero paura ma davvero paura perché siete stai minacciati anche tutti voi e per la prima volta te lo dico tanto ormai è finito tutto e non è stato facile non venire più a trovarvi per paura che si sapesse dov’eravate e non è stato facile sapere che Vale era diventato obiettivo tanto quanto me e nello stesso momento io dovevo cercare di difenderlo mentre invece per colpa mia stava rischiando e non è facile e sono io che continuo a vederlo chiedermi aiuto da anni senza sapere che cazzo poter fare perché è troppo stronzo per capire che se vuole essere aiutato deve accettare di non essere l’unico al mondo a sapere le cose, e se tu la sera lo vedi bere e fumare e la cosa ti fa soffrire credimi io l’ho visto piangere e quello è davvero doloroso e non so se sto facendo ben o male, ma io ce la sto mettendo davvero tutta per aiutarlo, ma purtroppo questo leva energie e ne leva tante ma è una cosa che sto facendo io non perché tu non sei in grado, ma perché certe cose le devono fare i fratelli, non le mamme, perché sono io che posso andare in giro con lui la sera per poi riportarlo a casa non può uscire con la mamma e tu quello che puoi fare per aiutarlo è solo capire che non si rivolge a te perché non sapresti ne di cosa parla ne come intervenire, credimi sono io, che ho passato mesi a non poter dire quello che volevo perché qualsiasi cosa si sarebbe trasformata in un altro problema, sono io che ho dovuto aspettare che tutto si risolvesse per poter finalmente raccontare cosa avevo fatto, sono io che ho passato anni di merda non sei tu che non meriti la mia confidenza, sono io che non potevo dartela come la chiedevi tu. Perché non capisci che è per questo e non perché non ho voglia di dartelo? Perché non mi ascolti e non capisci che quando si cade giù e non si ha più voglia di fare le cose che si “devono” fare le prime cose che si eliminano sono le telefonate, le cene, i riti che non si ha la voglia ne la forza di fare e non li si eliminano perché sono quelli che valgono meno, ma perché si da per scontato che tra tutti gli stronzi che ci circondano, la mamma è forse l’unica che comunque vada ti perdonerà se non l’hai chiamata o visitata come desiderava e quindi paradossalmente sapere che non mi devo giustificare è esattamente l’aiuto che una mamma sa dare? Dopodiché ti chiedo scusa, perché anche tu hai i tuoi bisogni, ma poi in qualche modo tipo questo io scusa so sempre chiederlo lo sai.

E mentre scrivo mi accorgo che sto pensando che vorrei regalarti qualcosa anche se non ho soldi e che all’inizio avevo pensato di regalarti questa lettera ma poi ho pensato che avrei dovuto scriverla in maniera diversa ma alla fine ho pensato che se l’ho scritta così è perché è così che va letta senza punteggiatura senza pausa tutta d’un fiato come la sto pensando io e a questo punto visto che non mi fermo proseguo e ti dico che non mi frega se ti farà male se ti commuoverà se soffrirai o se ne sarai felice ma io quest’anno che è il più brutto e difficile e duro e deludente e faticoso e vergognoso e pauroso della mia vita forse posso fare una di quelle cose che so che sai apprezzare e a differenza di quello che ho scritto nelle prime righe il mio indirizzo di questo postaccio te lo regalo che magari a chi non ci conosce sembra una cazzata ma io lo so che tu saprai leggere tutto quello che c’è scritto esattamente per come l’ho pensato e provato io per quel famoso discorso del dna ma soprattutto perché tu sai le cose, conosci i fatti, sai cosa ho dentro e cosa ho avuto fuori e so che saprai che non ti sto regalando una finestra voyeurista sulla mia vita, ma ti sto regalando la possibilità di sapere quello che vorresti sapere nei momenti di confidenze che tanto cerchi e so che a differenza degli altri tu ci leggerai anche le sensazioni, i sentimenti e alla fine forse avrò trovato il modo di regalarti quei momenti di confidenza e complicità che desideri senza averti trasformato in una amica, ma dandoti la possibilità di ascoltarmi da lontano, in silenzio, quando hai tempo per me, discretamente senza telefoni o interruzioni e forse avrò trovato il modo di trovarci a metà strada tra il mio naturale bisogno che tu sappia cosa provo e penso e passo e vivo e il tuo volere essere inclusa nella mia vita personale intima fatta di amori ma anche di masturbazione, fatta di mamma ma anche di padre, fatta di bei consigli ma anche di canne, fatta di me fondamentalmente e so che più leggerai e più capirai che davvero ti ho regalato quello che chiedevi e più leggerai e più vorrai leggere e quando avrai finito andrai a vedere l’archivio e quando avrai finito l’archivio aspetterai ogni giorno di ascoltarmi e la telefonata ti mancherà forse un po’ meno perché non era per sentire “ciao” che la facevamo e io da oggi in poi saprò che ad ascoltarmi ci sarai anche tu e da oggi sarò ancora più vicino a te perché tanto le cose le sai tutte anche se le leggi e le sai tutte perché sei mamma e quelle che per gli altri sono piacevoli parole per te saranno piacevoli conferme e sono queste che ti regalo ma non è stato facile decidere di regalartele e non perché leggerai cose sconce o morbose, quelle le sai già tutte, ma perché per entrare davvero dentro di me c’è purtroppo un piccolo prezzo da pagare: leggerai anche di Papà. E non starai bene. Perché io non ci sto bene.

Per il resto sono davvero fortunato.

Davvero.

Di più. Più. Più.

Auguri.

27 dicembre 2001

comments strikes back



Grazie ai preziosissimi consigli e premure di... lei che non ce la faceva più a non avere un modo per amarmi follemente e pubblicamente on line... (AH!AH!AH!...Siiii lo sooooo...incazzati dai!!!! Tanto non ci riesci!!!)

ho il piacere di riavere i miei comments nuovi nuovi di pacca!

Il servizio è qui, ma il link che lui chiede come ringraziamento è alla homepage.

Ma io non mi assumo più responsabilità... sai com'è...

Thanx.

Ricambio gli auguri. ...seriamente.



ansa, ore 15:20

Fonti americane rivelano di aver trovato finalmente tracce in Italia del leader e capo religioso dei famigerati nobloggal, movimento da lui fondato nel quale infiltrati anonimi si occupano di diffondere attraverso messaggi in codice anagrammati, la cultura del "No-blogo".

Le stesse fonti rivelano di essere finalmente riuscite ad entrare in possesso di fotografie trovate (pare) sotto le macerie di una famosa scuola e consegnate da un eroico anonimo benefattore che si dice sia poi fuggito sulla sua slitta senza renne, fotografie che ritrarrebbero lo sfuggente leader in un momento in cui insieme al suo famoso luogotenente compila i quotidiani comunicati che i due sembra celino abilmente sotto forma di scontri a distanza.



La foto è al momento al vaglio degli esperti tecnichi per autenticarne la veridicità, vista l'abilità tecnica del gruppo nell'uso delle nuove tecnologie.

La stessa foto sarà confrontata con l'unica altra testimonianza visiva della presenza in Italia del gruppo no-bloggal, immagine rubata da un agente del "Broon Witch Project", la famosa Task Force appositamente creata per dare la caccia e stanare il gruppo. L'eroico agente travestito da operaio di cantiere autista di caterpillar, riuscì durante l'ultimo raduno del movimento no-bloggal a immortalarne i due infiltrati, la cui copertura rimane tutt'ora da verificare, ma secondo lo stesso agente, il leader in questa foto (il primo a destra per chi fotografa, ma il primo a sinistra nel senso di marcia...) sarebbe intento a organizzare la successiva azione insieme al suo luogotenente alla sua immediata destra nascosto sotto il famoso costume rosso.



Al momento la foto è all'esame degli esperti di fisionomia per escludere l'ipotesi che dietro agli altri appartenenti all'allegra brigata si possa celare qualche altro elemento del movimento.

Si hanno inoltre notizie di un carico di carbone in arrivo da Milano a bordo di un caterpillar, carico del quale non si conoscerebbe l'utilizzo. Ma sembra sia stato trovato il biglietto allegato al carico e il cui testo (ancora da verificare) dice "Ecco il carbone richiesto. Una sola condizione, non fate come al vostro solito, non vi sequestrate il caterpillar come ogni anno per utilizzarlo nelle varie barricate, e non vi vendete il carbone per pagarvi la droga che poi ogni anno in inverno vi lamentate che fa freddo e non avete i soldi per pagarvi il riscaldamento".

Si attendono sviluppi.




Saluti da "quelli del porche"!!!

Passo prima del 7, va bene lo stesso?

26 dicembre 2001

Che cosa sei...Una parola ancora...



Mi dicono che ho una parola giusta per tutti.

Stasera ho incontrato una persona. Le ho fatto un complimento. Ha iniziato a fare strani giri di parole.

Le ho detto una cosa, mi ha risposto "me lo dicono in tanti".

Ho una parola anche per lei.

Me la sono inventata giusta giusta dopo avele parlato un pochino.

Eccotela in regalo...

ERMOTICA

"Dicesi di persona che ad un complimento preferisce (invece di tacere e goderne) rispondere con acrobazie verbali atte a chiedere spiegazioni il più delle volte distanti dal complimento stesso"

Ermotica!

...Questa te l'avevano mai detta?

Non credo!

Mo ne hai una tutta tua. Una parola bella bella pronta e coniata apposta per te.

Io non faccio mai quello che gli altri "hanno già fatto"!

O comunque lo faccio in maniera diversa. Non migliore... ma diversa si.

Ricordatelo.

”Pronto.Ciao, si sono io. …Volevo solo ringraziarti”



Passato. Natale passato.

Proprio non ce l’hai fatta a regalarmelo come lo volevo. Proprio non hai voluto farmi coccolare oggi. La mamma me l’hai portata lontana e me l’hai chiusa in un posto ad aspettare la fine di una vita. E me l’hai fatta sentire piangere a mezzanotte perché le mancavo e non mette di buon umore sentire al telefono la mamma piangere la notte di Natale e dire ai suoi figli “Mi mancate” perché io mia mamma la conosco e porca puttana lo so quanto le mancavamo noi quattro pargoletti stanotte. Ma almeno la nonna la avevo accanto.

Cosa? Chi? Accanto? Ma scherzi?

E mi hai tolto pure lei, e le hai fatto ricevere anche a lei un’altra telefonata, un’altra di quelle telefonate. Ti avevo avvisato di lasciare in pace il nonno e infatti si è ripreso, ma te la sei presa con un altro pur di rovinarci il natale. E le hai fatto passare la notte di Natale in ospedale e il giorno di Natale in ospedale ad aspettare anche lei la fine di un’altra vita, un’altra ancora come se non bastassero quelle che ho visto fino ad oggi, e la parola morte l’ho dovuta per forza avere alla fine alla mia tavola di Natale, ho dovuto per forza pranzare in compagnia di quella parola, ma non in compagnia di mia nonna, e di mia mamma nemmeno, ma me le hai fatte sentire piangere entrambe, perché lo sentissi bene che non sempre si ha ciò che si desidera.

Ma l’avevo già capito sai? Davvero. Qualche mese fa l’avevo capito. No, no, credimi. Su certe cose sono un pochino duro di comprendonio, su altre no davvero. Che le cose non vanno come desidero io (non sempre) l’ho capito più che bene quest’anno. Non andare oltre con gli esempi, davvero non servono.

Basta quelle telefonate. Basta. Ma chi è lo stronzo che ha inventato il telefono? Non poteva inventarne due già che c’era? Uno per raccontare belle notizie e uno per raccontare brutte notizie. Almeno uno poteva decidere quale comprare. Che cazzo me ne frega di quale modello compro, di quale cover mettergli o di quanto dura la batteria! Dimmi prima che notizie mi porterà, e la batteria deciderò di conseguenza e la cover pure. Quest’anno per esempio non l’avrei comprato proprio. O comunque l’avrei preso con una bella cover nera e una batteria da sei secondi per ogni telefonata, in modo da fare tante telefonate del tipo “Pronto. Si, sono io ciao, dimmi tut… …Clic” e il resto me lo sarei poi immaginato io, che sono bravo ad immaginare, ma soprattutto sono capace di immaginare solo belle storie, belle persone.

Fammi immaginare il resto delle cose, di ogni mia cosa, vedrai che la mia vita cambia. Non essere sempre così duro, deciso, spietato e concreto. Ho quell’immaginazione tipica di chi sa essere felice sempre di tutto, ho quella capacità di vedere sempre il lato bello delle cose. Tu dammi solo gli inizi delle storie, le finisco poi io e vedrai che finiranno bene. Per tutti davvero.

Ah nonna nonna.

Ti amo davvero tanto.

Perché quando stavamo partendo hai detto ad ognuno di noi quella cosa che ognuno di noi sa che sai dire per chiudere ogni volta il Natale. E tutti ci ridiamo e ti prendiamo sempre in giro, e facciamo la parte dei nipoti moderni che non sopportano più la nonna antica, e ti prendiamo in giro per i consigli sempre gli stessi che ci dai e che noi non ascoltiamo mai, e ti diciamo “Sissì va bene” col tono che si usa con chi vogliamo levarci di torno, ma non preoccuparti è un problema nostro, siamo noi che non siamo capaci di usare altri toni anche se vogliamo dire cose diverse, perché siamo moderni e in questo caso moderni è un dispregiativo, soprattutto se “moderni” significa “non come te”, e ti salutiamo rubandoti ogni volta quel sacchetto di vivande che ogni volta ci riportiamo a casa per mangiare bene ancora 10 minuti in più e in ogni sacchetto tu sai bene cosa metterci, perché ognuno di noi ha i suoi gusti, ma visto che ci hai cresciuto tu, i nostri gusti sono quelli che tu hai voluto che avessimo, quindi a me non lo proponi nemmeno quello, perché a me mentre esco darai il torrone quello che ogni anno fai con le tue mani e io non mangio altro torrone se non quello perché a me il torrone non piace se non quello, e ci darai la nostra personale cassetta di bottiglie di salsa che mi permette di mangiare “da mia nonna” per mesi anche se sono da solo a casa mia, e mentre ci dai le bottiglie dirai “e quest’anno non avevo soldi quindi le ho fatte solo per voi e per me niente” che sentendoti si potrebbe pensare che vuoi impietosire, mentre invece sappiamo bene che è il tuo modo di dire che per te i tuoi nipotoni (No autocorrettore del cazzo! Ho scritto nipotOni e non voglio che correggi in nipotIni, perché mia nonna a 30 anni mi chiama nipotOne e un motivo c’è e tu mi fai il favore di farti i cazzi tuoi!) sono più importanti di te, e quindi io mi prendo le mie bottiglie di salsa e me ne torno a casuccia mia, felice in ogni caso, perché mia nonna anche quest’anno mi ha detto che sono più importante di se stessa, e l’ha detto mentre suo fratello se ne sta andando e lei ha avuto lo stesso la forza di darci la nostra bella porzioncina di amore, e questo fa di lei la nonna migliore del mondo. Uno perché è la mia, due perché è nonna, tre perché è il mondo.

Buon Natale nonna.



Buon Natale anche a te Mamma.

Quando ti renderò nonna non rompere le palle con paturnie di età.

Ti avrò fatto fare solo un salto di qualità.

Visti i precedenti in famiglia.

Tu intanto impegnati ad imparare a fare la salsa come lei, che un giorno lei non ci sarà più ed è meglio se quel giorno saprai non farcene sentire la mancanza, se non vuoi essere abbandonata in qualche piazzola di sosta d’autostrada.



Ah, Nonna… dimenticavo…una piccola confessione… ieri sera solo per un attimo ho pensato anche ad un’altra nonnina. Ma non ti arrabbiare, so che tu avresti fatto lo stesso, questa è una delle parti belle di me che mi hai trasmesso tu.

Buon Natale.

24 dicembre 2001

Ditemi che è successo davvero.

Questo rimmarra fino a dopo Natale. Auguri a tutti





E' Natale. Ogni giorno leggo Coelho sul Corriere.

Oggi ti ho detto che mi saresti mancato.

Ti sei fatto vedere di nuovo. Ditemi che è successo davvero.

Non chiedevo altro. Ho solo detto che oggi mi saresti mancato.

E sono andato a leggere Coelho. E sono andato ad ascoltare la voce di un poeta.

E ho sentito la voce di un poeta.

Oggi ha parlato così. Proprio oggi. Proprio di quello.

Fino a quando continuerò a chiamarle coincidenze? Quante ancora?

Ditemi che è successo davvero. Mi hai risposto di nuovo.

E questa settimana hai pure fatto di nuovo uscire la tua data di nascita. Uguale. E' impossibile che accada così vicino tra le due. Stessi numeri stessa ruota.

Quante voci stai usando?

Grazie. Ho sentito.

Buon Natale anche a te.

Lo sapevo.

La tua mossa. La chiamerei "La mossa di Natale".



LA PARTITA A SCACCHI

di Paulo Coelho

...

Disse il giovane all'abate del monastero: "Vorrei tanto essere un monaco, ma non ho imparato niente di importante nella vita. Tutto ciò che mio padre mi ha insegnato è giocare a scacchi, cosa che non serve per l'illuminazione".

...

"Chi sa che questo monastero non abbia bisogno di svago", fu la risposta.

...

L'abate, allora, chiese una scacchiera, convocò un monaco e gli disse di giocare con il ragazzo. Ma, prima che la partita cominciasse, aggiunse: "Anche se abbiamo bisogno di svago, non possiamo permettere che stiano tutti a giocare a scacchi. Dunque, terremo qui sono il migliore dei giocatori. Se il nostro monaco perderà, andrà via dal monastero e lascerà un posto libero per te".

...

L'abate parlava seriamente. Il ragazzo sentì che era in gioco la sua vita e cominciò a sudare freddo. La scacchiera divenne il centro del mondo. Il monaco iniziò a perdere. Il ragazzo lo incalzò, ma poi notò lo sguardo di santità dell'altro: da quel momento cominciò a fare di proposito le mosse sbagliate. In fin dei conti, preferiva perdere, perché il monaco poteva essere più utile al mondo.

...

All'improvviso, l'abate rovesciò per terra la scacchiera. "Hai imparato molto di più di ciò che ti hanno insegnato - disse -. Ti sei concentrato abbastanza per vincere, sei stato capace di lottare per ciò che desideravi. Poi, hai avuto compassione, ed eri disposto a sacrificarti in nome di una causa nobile. Che tu sia il benvenuto nel monastero, perché sai equilibrare la disciplina con la misericordia"




Lo sapevo. Lo sapevo. Mi hai risposto ad ogni riga di quel post.

Lo sapevo. Hai fatto la tua mossa. Ora sta a me.

In alto i calici oggi.

Li ho accanto tutti.

Sono tutti con me.

Tutti.

Il mio regalo per tutti. L'augurio di provare quello che provo io.

Buon Natale.



Oggi è il 24!!!Oggi è il 24!!!!Oggi è la vigilia!!!!!



Orpo!!! davvero incazzato ieri!!!!!

Beh... Quando ci vuole ci vuole. Se qualcuno quelli lassù non li striglia ogni tanto, loro da soli il limite proprio non lo conoscono, o meglio, diciamo che spesso gli piace fare "gli gnorri".

Ma oggi è vigilia. AUGUUUUUUUURIIIIIIIIIIII!

Presto presto. Corro in ufficio a salutare tutti, e poi torno a casa a prendere la macchina che si corre a Torino dalla Nonna (maiuscola) che stasera si fa vigilia teneri teneri io lei e i miei fratelli. Per la serie:"Pochi ma buoni" (butto le cose sul ridere un giorno si e uno no!!! Ma visto che domani è proprio Natale farò uno strappo alla regola). E domani visto che sono a Torino devo telefonare per sapere a che punto è quella partita a scacchi. E' vigilia oggi, e per la serie "le tradizioni", mi sono svegliato con Asterix in TV!!!!! Questo è Natale!!!!! Su dai alzarsi (si lo so è mezzogiorno, ma io sono così). Auguri, auguri. Oggi è bello. Auguri Gianlu. Auguri a tutti. Auguri al nonno, cerca di non fare scherzi stanotte eh!!! Che a Natale si nasce ed è una verità storica, cerca di non essere il solito sovversivo. Auguri mamma anche se non mi leggi so che mi senti. Auguri fata.Ho letto e sorriso, come da programma. Auguri amore mio, chissà come ti stai rompendo le palle oggi giù a Napoli dalla suocera!!! Ti manco da morire lo so!!! AH!AH!AH! Cogliona!! Te l'avevo detto!!! Mo ti tocca aspettare un anno per vedermi svegliarti a Natale, e io la mattina di Natale sveglio da dio!!! Ti amo. Saluti al marito! AH!AH!AH! Bastardo si!! Oggi sono bastardo io!! Nataliziamente bastardo!!!! Cercherò se riesco di non lasciare per due giorni che questo post qui sotto così arrabbiato sia quello che accoglie chi passa a vedere come lo stronzone qui presente ha deciso di fare gli auguri. Buon Natale Papà. Solo una lacrima. Cazzo. Ho paura che oggi mi mancherai un pochino. Vabbè dai solo una piccola mentre ho scritto Papà. E' già passata. Ora mi alzo. In tutti i sensi. Auguri.

23 dicembre 2001

Urban Rules





Fermarsi.

Quando è giusto.

E rispettare.

Io lo faccio da sempre.

E pago.

Questo spazio era per una persona che spero abbia fatto in tempo a leggere.

Una persona che non fa parte di questo mondo virtuale, ma del mio reale.

Per nessun'altra.

Ho letto un altro blog

Sembrava una sfida, mentre non c'entrava nulla. E ho cancellato. Non sempre le coincidenze sono belle.

Chissà, se sono angelo davvero forse le ho fatto accendere il computer prima di cancellare.

Se no pazienza.

Ma i debiti li pago sempre.

Soprattutto quando si parla di sogni.

22 dicembre 2001

Squit...Squit...



Fa così il topo.

Qualcuno ha visto passare di qua la mia passione?

Ho fame di coincidenze.

Progetti per il presente



Serata a chiacchiere… solita bella serata a dire qualsiasi cosa passi per la testa.

“Sei solo chiacchiere e distintivo” diceva qualcuno un tempo. E dici niente! Rispondo io, aggiungici anche la voglia di sorridere e hai disegnato un uomo.

Quando capitano certe serate puoi uscirne soddisfatto, ma capita anche che finiscano con quel non so che di “lasciato in sospeso”. Ieri è stata una di quelle. E’ un po’ di tempo che mi vengono in mente progetti da realizzare. E non parlo di “Vorrei sposarmi… Vorrei una vita felice…”. Parlo proprio di progetti commerciali. Quando succede (ed è periodico) vuol dire che qualcosa sta cambiando. Vuol dire che qualcosa sta per cambiare. Vuol dire che qualcosa deve cambiare. E lo so, perché mi conosco. E il “lasciato in sospeso” è questo.La volta precedente ho cambiato agenzia nel giro di un minuto, quella precedente ancora sono andato a vivere da solo, due o tre volte prima è stato quando senza motivo mi venne chiesto “Hai voglia di lavorare all’estero per qualche mese?” e in un minuto risposi “Si” impegnandomi senza sapere ne dove ne a fare cosa ma lasciando una marea di certezze che sapevo avrei perso (tipo la ragazza, alla quale prima o poi dovrò chiedere scusa per non averla coinvolta in quella scelta, ma ci sono cose che vanno fatte da soli, e per le quali bisogna essere pronti a pagare anche con la perdita delle persone che si amano).Insomma, non so cosa, ma qualcosa di questo tipo deve succedere se ho il cervello che ha voglia di muoversi così tanto. Non so cosa, ma lo so.La serata è finita con me che me ne tornavo bello bello (e lo scrivo due volte perché uno sono io l’altra è la mia 500) a casa pensando che per l’ennesima volta ho passato una sera a cercare di convincere gli amici che un’idea delirante può trasformarsi in qualcosa di produttivo se sviluppata bene (pazzi ottimisti sognatori…. quanto di mio padre c’è dentro questo), ma soprattutto convincerli che se un’idea sembra immediatamente fattibile, produttiva e facile da realizzare è chiaro che qualcuno l’ha già realizzata. E questo lo so per esperienza. No, ne ho una che è proprio pazzesca, lo so. E quando ho deciso di raccontargliela ho scelto una parola con la quale iniziare il discorso, perché quando stai per raccontare un’idea non ancora realizzata, sai che non avrai la possibilità di dire nulla tipo “Hai presente…Come quel…Tipo il…”. Le idee nuove hanno questa caratteristica, non possono essere descritte attraverso paragoni, se ci riesci vuol dire che non è nuova. Comunque, tornando alla parola, ho dovuto scegliere bene perché con la prima, chi ti ascolta decide se impostarsi su “Occacchio ascoltiamo…” oppure “Seeee…vabbè… facciamolo finire e poi vi racconto una barzelletta..”.

Ho scelto “Dissacrante”.

Ci vorrà coraggio lo so, dovrò studiarla bene, perché mi servono soldi per realizzarla, e per averli dovrò studiare un discorso un pochino più preciso di quello fatto davanti ad una birra, perché dovrò andare a chiedere soldi a qualcuno spiegandogli che serviranno per fare un cosa un pochino forte, almeno in Italia. Dovrò trovare le parole giuste per convincere qualcuno a darmi soldi per fare una cosa per la quale qualcuno (come giustamente diceva Gianlu) si incazzerà. E purtroppo (Ohhhhh…quanto mi dispiace….) questo qualcuno sarà…la chiesa.

Sissignori. Ho in mente un progettino che andrà a rompere i coglioni dritto dritto alla chiesa!

E non nel senso di potere, ci mancherebbe (sono mica pirla!!!! Toccagli le regole e magari ce la fai, ma non toccargli il potere perché ti cancellano dal mondo!) ma nel senso di convinzioni. Basta. Hanno rotto le palle con sta storia del pentimento, del pagare, dell’essere penitente e perennemente triste se no sei un peccatore.

Non ho fatto niente non pago. Punto.

Siiiissssiiisssiiiiii…. Gia lo sento nelle parole il gusto!!!! Ho già pensato tre progetti che non ho avuto il coraggio di realizzare che mi sono visto realizzare da altri con successo. Ne ho visti tre avere successo con idee mie!!! La prima poteva essere culo, la seconda culoculo ma alla terza ho capito che il prossimo progetto non me lo sarei lasciato scappare! E purtroppo per qualcuno in questo momento sono un pochino “contro” la chiesa…e non è colpa mia se il mio cervello si è messo a lavorare in quella direzione!

Basta, non vado oltre se no si capisce cos’è, e non è per sfiducia, ma sai com’è…

Quando tra qualche tempo leggerete un’intervista a “L’uomo che ha sfidato i preti” potrete dire “Io lo conosco”! Pensa checcculo!!!! E potrete dire di aver assistito un sabato pomeriggio (passerotto non andare viaaaaa….senza i tuoi capricci che farò…. Ops…chiedo scusa…mi sono lasciato trasportare!!!) qualsiasi alla nascita di quello che quel giorno sarà il bingo dell’anno e che su questa pagina ha appena visto la luce.

Meeeeeeenghia!!!! Laluuuucee!!!!!!!

Ecco lo sapevo…ho già cominciato…è più forte di me….sissì vuol dire che funziona! Sissì!!!!

Ecco lo sapevo



Finiscono i piatti e una si mette a spaccare legna!

Ti avevo detto di passare di qua che ce n'era da spaccare!

Vabbè...Vabbè...

Prometti però di tornare. Senza musica non è la stessa cosa.

Buona vacanza.

21 dicembre 2001

Dono della sintesi



Bontà natalizia

...

Lunedì notte un uomo busserà alla tua porta

Sarà un uomo più grande di te.

Ti farà regali.

Non spogliarti subito.Non serve.

E' Babbo Natale.

Lui non vuole niente in cambio.

Almeno lui.

Dedicato





a te.

Che purtroppo non capirai cosa vuol dire.

Pazienza.




Grazie a lei per l'immagine

20 dicembre 2001

Quando amo faccio schifo.

E mi permetto persino difetti più grandi



Stanotte vorrei il tuo corpo per assorbirne sudore.

Stanotte vorrei averti qui.

Nuda, bagnata e accondiscendente.

E dormire in lenzuola sporche di te.

E quel sapore. Fino a domani.

...

Il problema non è masturbarsi.

Il problema è farlo pensando a te.

...

Buongiorno amore.

19 dicembre 2001

Dopo attenta riflessione



Dopo le milleduecento sponsorizzazioni.

Dopo la settima volta che lo incontro in una sola mattinata.

Dopo che in ognidddove mi guarda con quella faccia li.

Dopo che io di mestiere faccio "lanci prodotto" e questo mi sembra veramente il più rompicoglioni che esista.

Dopo che non mi era antipatico, semplicemente non me ne fregava niente.

Dopo che ora mi hanno obbligato a farmene un'opinione perchè non puoi non parlarne.

Dichiaro questo mio, un...





E mai più scriverò nulla sul pupello in questione.

Qui spazio non ne troverà mai.

ECCHECCCAZZZO!!!!

Quando è troppo è troppo!

Ecco, la carta igienica. Se fanno quella magari la compro.

Se fanno....

Certo che la fanno! Manca solo quella, perchè non dovrebbero.

Broono è in viaggio per lavoro





DICORSADICORSA

Oggi sono a Bologna.

Torno stanotte torno stanotte

CiaoCiao

18 dicembre 2001

1000!!!!!!!!!





eppib'rdeituiuuuuu!!!!!!

eppib'rdeituiuuuuuuuuuuuuuu!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

eppib'rdeieppib'rdeieppibr'deituuuuuuuuuiiiiiuuuuuuuuuuuu!!!!!!!!!!!

Ho imparato che “Zucchero filato” in inglese si dice “Cotton candy”

E anche se a nessuno frega un tubo, a me fa piacere imparare anche

quelle parole li che non si useranno mai.

Tipo qualcuno sa dirmi come si dice “Polsino della camicia”? No. Visto?



Tornato a casa. L’ennesima “3 giorni” a spasso qui e la. Questa volta è toccato a Vienna. Non l’avevo mai vista. Bella. Di quella bellezza strana che solo certe città possono avere. È una di quelle città che ti spiegano che il concetto di impero non sarà certo il più democratico per quanto riguarda le persone, ma per quello che riguarda i simboli ne ha da insegnare a parecchi. Maestosa, bella, pulita, ricca, monumentale, ma contemporaneamente piccola a sufficienza per essere girata a piedi, piena di tutti quei punti che le città austriache ci hanno detto di avere per tanti anni nelle fiabe, nei valzer, nei dolci, nei teatri, nell’arte. C’è tutto. È tutto vero. È tutto così come me lo immaginavo. Per questo le città imperiali sono belle. Non devi averle necessariamente viste per immaginarle. Immagina qualcosa di maestoso, mettici qualche biga sui tetti dei monumenti, piazza qui e la qualche chiesa di quelle con le vetrate che in ognuna ti sembra di vederci un elfo che ti spia da dietro, falla attraversare dal Danubio, che pure se non lo curassero (come invece fanno) sarebbe lo stesso bellissimo solo per il fatto che è il Danubio con tutto ciò che si porta dietro, ai piani bassi delle case riempila di caffè musicali, di teatri, di musei e di pasticcerie. Ci sono anche quelle, così come mi era stato raccontato nei film di natale. Ci sono esattamente quelle pasticcerie. Forse proprio “quella” pasticceria, che è sempre la stessa in ogni fiaba di Natale e dovunque te la immagini lei si sposta. Hanno davvero quelle vetrine con i vetri a piastrelle quadrate attraverso i quali vedi davvero quei dolci che anche se non ti piacciono ti fermi a guardarli anche solo per il lavoro che ti raccontano esserci dietro ogni singolo cioccolatino sul quale qualcuno ha disegnato sempre qualcosa col cioccolato. Su ogni cioccolatino. E ogni volta che ti fermi davanti ad una di quelle vetrine ti ci fermi per un quarto d’ora solo per il fatto che è tutto così uguale all’idea che ne avevi da fermarti ad aspettare con la certezza che da quella pasticceria entro pochi minuti vedrai uscire Willy Wonka. Immaginati una città piena di quelle botteghe nel retro delle quali ti aspetti di trovarci tanti gnomi che costruiscono candele, perché vendono davvero tante candele di ogni tipo, in ogni angolo della città, forse tante quanto i dolci.

Adesso immaginala sotto natale, con i cittadini che per usanza vanno in giro con un cappello da babbo Natale, non l’intero costume, ma il cappello quello si, e ne vendono di ogni tipo, da quelli di carta a quelli con le luci colorate che si accendono davvero. Adesso immaginati tutto questo innevato da tre giorni di neve continua. Adesso immaginati anche di sentire dovunque una musica che non lo sai da dove viene, ma tra una vetrina e l’altra, la musica te la porti dietro dovunque tu vada. Adesso immaginati che ad ogni angolo di strada un signore tutto imbacuccato ti offra delle caldarroste se le vuoi, oppure delle patate arrosto, che per noi accompagnano il pollo, mentre per loro è una merenda da passeggio e per te lo diventa nel giro di una frazione di secondo. Adesso immaginati i mille mercatini di natale che la riempiono quando è festa, perché ogni volta che vado in una città cerco sempre di visitarne il mercato, posto che non solo adoro, ma che rappresenta esattamente tutto quello che ogni città è, e credimi, se vedi i mercati e li vedi bene, dentro ci vedi la gente che vive quella città, le cose che fanno, i motivi per cui le fanno, dentro ci leggi se sono felici o no, se ti accolgono volentieri o no, sei hanno storie da raccontare, se hanno idee da inventare, bisogni da spiegare, dignità su cui vivere. Adesso immaginati che in quei mercati ci trovi le bancarelle strapiene, stracolorate, strafarcite di tutti quei dolci che prima vedevi in vetrina, e immaginati i bambini che corrono alle bancarelle e si comprano quel dolce, quello li, quello che io non avevo mai visto dal vero, che non sapevo fosse così natalizio, quello che sembra finto tanto è perfetto. Immaginati i grandi che girano sorseggiando the caldo preso ad una delle mille bancarelle che vendono solo the caldo mentre i loro bambini si gustano quel dolce. E adesso immagina me, che mi fermo e ne fisso uno. E lo guardo perché finalmente lo vedo dal vero. Perché sono a Vienna, e li i bambini sono biondi con gli occhi azzurri come i personaggi di ogni storiella natalizia. E io lo fisso, perché è imbacuccato in tonnellate di cappelli e guanti che lo difedono dai –15 gradi che lo circondano e che cercano di impedirgli di divertirsi. E immaginami a guardarlo perché è la copertina di tutti i libri che ho letto da piccolo. E immaginami ad aspettare che dia quel morso, me ne bastava uno, ma quel morso io lo volevo davvero vedere dal vivo, perché era tutto perfetto, la neve, il natale, il mercato, il bambino, e quel dolce.

Che sembra essere stato inventato per essere mangiato ieri in quel mercato da quel bambino.

L'ho vista.

Quella mela rossa candita lucida infilata sul bastoncino, caramellosamente perfetta.

Esiste davvero.

Ed è davvero perfetta come tutti la immaginano.

Tanto perfetta da racchiuderci dentro un’intera città.

Se hai immaginato tutto questo fino a qui, hai visto Vienna.

E credimi è così.



Adesso immaginami la stessa sera, in giro con i colleghi.

E nataliziamente parlando…

Immaginaci a vagare tra un pub e l’altro ubriachi di rum.

E immagina me, che alle 5 del mattino sono riuscito a perdermi per la città, visto che non solo era notte, non solo ero a piedi, ma ero pure un po’ allegrotto….

E immaginami davvero contento, perché alle 5 del mattino, dopo che per la quarta volta passavo dallo stesso incrocio sperando che per illuminazione divina trovassi la strada dell’albergo, a –20, decido di mangiarmi uno degli Hot dog più gustati degli ultimi anni il quale secondo me è servito da guida, perché me lo sono gustato con così tanto piacere da passeggiare involontariamente nella neve e trovarmi a dare l’ultimo morso al meraviglioso salsiccione esattamente davanti alla porta della mia stanza.

E immagina che in quel momento finisce la mia serata viennese crollando sul letto a faccia sotto, sazio di tutto, dopo una notte davvero bella.

Perché di giorno i bimbi nelle capitali europee giocano e mangiano mele candite, e sono una bella immagine natalizia, e li guardi davvero incantato.

Ma i grandi la notte hanno parecchio più da divertirsi!

E parecchie più cose da guardare incantati.

Vienna.

Facci un giretto che ne vale proprio la pena.

14 dicembre 2001

Broono è in viaggio per lavoro





back soon.

See U

Non ve la prendete con me io la volevo settimana scorsa



Ma già che è arrivata...

...Ho il terrazzo pieno di neve, da farci il pupazzo e giocarci a palle di neve. Ho la macchina piena di neve. Ho le scarpe piene di neve. Ho i capelli pieni di neve. Ho gli occhi pieni di neve. Ho le mani piene di neve. Ho il cuore pieno di neve. Ho la testa piena di neve. Sento il suono della neve. Vedo i colori della neve. Leggo le parole nella neve. Ho i ricordi della neve. Tengo neve nelle mani. Prendo neve camminando. Sposto neve per giocare. Mangio neve respirando. Soffio neve per baciare. Paraponziponzipò.

13 dicembre 2001

Servono occhi...Graaaaazie!





E' una Hyundai Athos Bianca. E' un'amica.

E' stata rubata. Sia la macchina che l'amica.

Per l'amica non c'è più speranza, ma magari se ci impegnamo, per la macchina qualcosina si può fare.

Non c'è bisogno di diventare piccoli investigatori, semplicemente a Milano di macchine così brutte (!!!) ce ne saranno 4!!!! Se tutti ci stiamo un pochino attenti secondo me tra poco qualcuno se la vedrà passare davanti.

Senza impegno, così, giusto se qualcuno la vede.

La targa è memorizzabilissima, bastano i 555 centrali.

Se poi addirittura qualcuno volesse copiarsi questa foto e ospitarla per un paio di giorni sarebbe veramente il massimo.

Niente di impegnativo, giusto perchè più occhi ci sono in giro più facile sarà fare questo regalo di natale.

Se qualcuno avesse voglia di partecipare al gioco "Fai la tua buona azione quotidiana", sarà semplice e senza sbattimenti.

Basterà guardare una brutta macchina bianca, leggerne la targa e se è quella dirmi dove l'ha vista.

A volte basta poco per essere migliori degli altri.

A te Nicoletta.

Il mio regalo di Natale.

Non parlo della foto, ma dell'augurio che a Natale capiti anche a te qualcosa di bello.

Vedrai che tra poco la ritroviamo.

C'è un esercito in giro adesso.

Di gente buona.

E anche se non li saprai mai riconoscere, ti ridaranno ciò di cui hai bisogno.

Buon Natale.

Anche a te.

11 dicembre 2001

Alzati e... balla



Ma come mi sono alzato bene stamattina???????

Da 1 a 1000? Parecchio!

Sono uno di quelli che si addormenta con la tv accesa e di conseguenza ci si sveglia pure.

Stamattina dopo aver passato le solite due ore a stropicciarmi nel letto cercando un motivo per non rimanere sotto le coperte, sono stato sbattuto giu dal letto abbastanza violentemente (per quanto può essere violento il risveglio alle 11!!! n.d.a.). No, non era nessuno.... Semplicemente su "VIVA" hanno mandato quel video, di quella canzone, di quel Santana. Si amore... QUELLA canzone.

MAMMA MIA!!!!!

Sole sul letto che proprio non potevi chiudere gli occhi, visto che in questo periodo dell'anno il sole la mattina ce l'ho esattamente sul letto (e questo già ti impedisce di alzarti con paturnie malinconiche o pensieri tristi di svariata natura), quella partenza che dalla prima battuta lo capisci che è lui e il bisogno di un motivo per scendere dal letto....

Pam!!!! Un balzerello giù!!!! E via a ballare in giro per la casa.

Quelle scene che in genere ti mettono un tubetto di maionese in mano, ti dicono "Fai finta anche di cantare" e ti filmano per uno spot.

Bello!!!! Così ci si dovrebbe svegliare ogni giorno!!!!!

Mi spiace solo per i mariti di tutte le casalinge dei palazzi di fronte alle mie finestre, perchè stasera dovranno faticare non poco per non vedere le proprie mogli chiedere il divorzio!!!!

Nel caso non preoccupatevi, saranno da me all'ottavo piano a ballare... ad una certa ora ve le rimando!!!!!!



MASARAMICACOLPAMIASELEMIEFINESTREAVOLTESITRASFORMANOINCINEMAPERGLIOCCHIMORBOSIDEIVICINI

CHECACCHIOMENEFREGASEACASAVOSTRANONAVETEQUALCOSADIALTRETTANTOSEXY

ESEDAVOISESSOSULTERRAZZONONSENEFAMAIPERCHESENOCIVEDONO

GUARDATEMICHEMAGARIVENGOANCHEALLERIUNIONIDICONDOMINIOAFAREUNOSPETTACOLINOMICADARIDERE!!!!!



Oppporcamiseria come mi sono svegliato bene stamattina!!!!

Peccato che oggi era giorno di affitto.

Ma chi se ne fotte!!!!!

Siiiiiiii!!!!!!!!!!

Dalle 9:00 alle 11:00 tutti i giorni!!!!!!

Venghino siori e sssiore!!!!!!!

Che c'è da ballare in casa mia.



Buongiorno!

Ops... sono le 2....

Vabbè...

Chissenefrega!



Ah...dimenticavo...



GIMME YOUR HEART MAKE IT REAL OR ELSE FORGET ABOUT IT!!!!!!!!!

...Che io non c'ho mica voglia di perdere tutto 'sto tempo!!!!



Smooth - Carlos Santana

... solo la prima riga...ovviamente.

Basta un poco di zucchero...



Diciamo che avendo passato l'intera serata a fare il titolo, quello che ci avrà messo più o meno due ore a caricarsi, al resto ho solo cambiato il colore. Il risultato non è certo l'ultimo grido della comunicazione mondiale, ma se tanto mi da tanto tra un paio d'anni faranno a gara ad assumere gente che fa siti di questo meraviglioso tipo.

In ogni caso per me è sufficiente che non sia tutto drammaticamente nero. E direi che non lo è più.

P.S. Devo cambiare guestbook, quello li sopra non funziona più!!!

Nooooottteeeeee.

10 dicembre 2001

Quando non vinco…è perché vinci tu



Due cose la giornata di ieri mi ha insegnato.

La prima è riassumibilissima così:

Le persone anziane sono bellissime perché non hanno più paura di invecchiare.

Ma il discorso lo chiudo qui, mia nonna merita una sera tutta per lei e glie la prometto.

La seconda cosa che mi ha insegnato è che gli scacchi sono la metafora migliore della vita.

Ero a Torino. A una certa ora ho lasciato la tavola per andare a trovare l’unica persona che il giorno del funerale di mio padre si è presentato con un orgoglioso “Sono il suo migliore amico”. E questo l’ha reso l’unica persona che davvero era li perché voleva salutarlo. Quel giorno lo presi da parte e gli chiesi se potevo vederlo in un’altra occasione per farmi raccontare l’ultimo periodo della sua vita, da quella che forse era l’unica persona che aveva un’idea bella di lui.

Ieri sono andato a cercarlo. Ci siamo incontrati. Ed è partito il racconto.

Mille, non una. Mille cose ha dentro. Mille frasi, mille gesti, mille abitudini, mille idee, e ognuna ne tirava un’altra. Una valanga. Non mi guardava nemmeno, guardava lui, non so dove lo vedeva, ma sono certo che lo vedeva, perché lo sguardo non andava a perdersi, era uno sguardo che ogni volta si girava dalla stessa parte e non era dalla mia parte, sempre li, sempre nello stesso punto, come quei bambini che noi non ci crediamo, ma quello che per loro è l’amico immaginario in realtà è immaginario solo per noi, loro lo vedono benissimo. Era assurdo. Erano di nuovo insieme, ero io l’intruso tra di loro. Lo so che lo vedeva perché mi aveva obbligato a girarmi anch’io da quella parte, e la cosa pazzesca è che per uno strano effetto di autosuggestione da “racconto” lo vedevo anch’io. E i racconti erano così belli che non riusciva a non ridere quando li riascoltava anche lui dalla sua stessa voce, e ogni racconto lo viveva come una di quelle puntate di un vecchio telefilm che per sbaglio rivedi su un canale regionale e senza rendertene conto, insieme a quelle vecchie immagini ti vengono fuori una serie di altre sensazioni che tu non lo sai come cazzo sia possibile che avevi ancora dentro, e allora ti ci droghi, e continui, e non riesci a smettere, e non riusciva a smettere, e mi ha raccontato delle loro quotidiane partite a scacchi, perché ogni giorno mio padre andava da lui, lo invitava fuori a pranzo, ogni giorno lo stesso ristorante, ogni giorno lo raggirava convincendolo a pagare lui perché non era il pranzo il suo obiettivo, ma quella partita a scacchi che alla fine del pranzo era il loro rito e lui lo sapeva benissimo e ogni giorno fingeva di non sapere che avrebbe pagato lui e ogni giorno alla fine del pranzo lo sfidava a scacchi, e passavano ore a giocare a scacchi, e io ci credevo, perché me lo ricordo mio padre quando mi ha insegnato a giocare a scacchi, e delle ore che ha passato con me giocando a scacchi e quella cazzo di immagine di io che così piccolo ci credevo che avrei potuto battere uno che a giocare a scacchi aveva imparato in Russia non me la tolgo, perché venti anni dopo ho capito che non mi stava insegnando a giocare a scacchi, ma a credere che avrei potuto vincere indipendentemente da chi avevo come avversario, e lui mi raccontava che mio padre era questo, un dannato, fottutissimo sognatore, così convinto di quello in cui credeva, da aprire ogni partita, ogni singola partita, con quell’unica mossa, sempre la stessa apertura sempre quella ogni giorno, perché sapeva che era quella che l’avrebbe fatto vincere, e ci credeva così tanto da non aver mai negli anni cambiato apertura, e lui ci rideva mentre me la raccontava, perché sapeva che ogni giorno si sedeva alla scacchiera con lui e sapeva esattamente che avrebbe aperto con la mossa che lui aveva battezzato “Dell’assassino”, perché era la mossa con cui apriva le partite un serial killer di Ancona o qualcosa del genere, quando giocava in carcere, e non so come mio padre l’abbia conosciuta quella mossa, mi piace pensare che sia una di quelle storie che si inventava, solo che questa non l’ha pubblicata, ma la usava per dare un rifugio a chissà quale casino avesse combinato; sta di fatto che apriva sempre con la stessa mossa, che significava sempre con la stessa certezza, che significava sempre con la stessa presunzione, che significava sempre con lo stesso ottimismo, che significava sempre con la stessa consapevolezza che lui quella partita, si proprio quella l’avrebbe vinta.

E quando perdeva, e in quel punto del racconto ho riconosciuto mio padre, se ne usciva sempre con quella frase, sempre quella, quella che solo noi maschi stronzi della famiglia riusciamo a dire credendoci.

“Io non ho perso, hai vinto tu. Che è ben diverso.”

E lui lo raccontava con la faccia di chi sapeva leggerla quella frase, e che me l’ha riassunta così:

“Tuo padre non avrebbe mai detto la parola perdere, era una questione di fiducia e di valore, mai. Perdere per lui sarebbe stato come smettere di crederci. Ma aveva rispetto. E infatti riconosceva sempre la vittoria dell’avversario. Per questo era un grande uomo.”

E mentre me lo diceva io ripensavo a quelle poche parole che mi è venuto in mente di scrivere come sottotitolo di questo sito, quelle che scacciano la sconfitta, quelle che parlano di coraggio, quelle che da oggi assumono un significato parecchio diverso, quelle che non sapevo perché mi fossero venute in mente così, quelle che magari non sono legate in nessun modo alle sue, quelle che forse ora per scacciare il dolore trasformo tutto in leggenda, ma chi se ne frega, funziona e basta.

E ripensavo al fatto che non era lui l’unico folle della famiglia, ce ne sono altri due.

E nemmeno loro riescono ad accettare le sconfitte, e nemmeno loro mollano mai, e anche loro ogni giorno, ogni singolo giorno ripetono gli stessi errori credendo che ce la faranno sempre, e anche loro portano quel cognome, e quella cocciutaggine, e quella presunzione, e quel cazzutissimo ottimismo che per gli altri è spacconeria, per noi è solo fiducia in noi stessi, che non mi frega se in società è una qualità, ma sicuramente da la forza di non mollare.

E ripensavo al fatto che girava il mondo e io oggi per lavoro giro il mondo, e amava le moto e mio fratello ci si stava ammazzando tanto le ama, e non aveva una lira ma il rispetto degli altri si, e io oggi non ho una lira ma un sacco di rispetto dagli altri, e ripensavo ad un sacco di cose che forse non vogliono dire nulla per gli altri, che spesso sembrano assurde e inutili, ma che per noi sono importanti, e noi ci crediamo, e le portiamo avanti da sempre, e siamo pronti a pagare per questo, e ripensavo alle domeniche a casa in campagna, quelle nelle quali per ore si giocava a scacchi.

E io non lo sapevo nemmeno che cosa fosse l’arrocco, e non mi ha mai costretto ad impararlo, mi ha solo fatto vedere quanto fosse utile per battere l’avversario.

E io avevo tipo 10 anni, e lui tipo 40.

E ogni partita ci credevo che potevo batterlo. Soprattutto dopo aver imparato l’arrocco. Spontaneamente. Dopo averglielo visto fare un sacco di volte.

E forse oggi scopro che di mosse per battere l’avversario chiunque esso sia io glie ne ho rubate molte di più di quelle che penso, e forse oggi scopro che di modi per crescere i figli ce ne sono tanti, e forse oggi scopro che lui aveva trovato il più presuntuoso, cocciuto, cazzuto e spaccone che esistesse.

Quello che ti fa dire a tuo figlio “Io non ti obbligo a imparare le mie mosse, ma se vuoi battermi a scacchi devi fare quello che faccio io e farlo meglio”.

Che poi magari perdi lo stesso, ma non era mica quello il suo obiettivo.

Lui era quello che ricominciava sempre il giorno dopo con lo stesso ottimismo.

Quello era il suo obiettivo.

E per questo iniziava ogni giorno con la stessa mossa.

Quella “dell’assassino”.

Io inizio ogni giorno con quella “del più intelligente”.

Mio fratello con quella “del più affascinante”.

Ogni giorno. Qualunque cosa ci accada.

Che famiglia di coglioni.

O almeno così dicono.







E poi mi ha raccontato un’altra storia su di lui.

Ma quella è troppo personale.

Parla di un uomo di 60 anni spietato, arrogante e cattivo. Così cattivo da aver scelto di vivere solo.

La cui unica partita persa nella sua vita è stata quella contro le sue lacrime.

Che non riusciva a trattenere ogni volta che parlava dei suoi figli.



Lo sapevo.

L’ho sempre saputo.

Ecco da chi ho preso il mio non vergognarmi di piangere.

Tipo adesso.

9 dicembre 2001

Rubo emozioni, ma mi faccio sempre perdonare



Trovo parole che sento mie. Senza averle mai scritte io



ok. va bene. sono forte. sono una roccia. fate quello che volete. io non mi piego più.

ammazzate la mia emotività con la vostra mediocrità. volete il gelo? lo avrete....

...

ci avete creduto??? col cavolo!!!

siete voi i perdenti. voi che mi avete tradita. voi che avete approfittato della mia buona fede...

tu E. sei un perdente, che hai succhiato ogni singolo atomo della mia gioia finche non te ne sei saziato e mi hai buttato via come un sacco vuoto

e tu che mi hai subito attaccato per un uomo che passava di li solo da due giorni

e tu che sapendo le conseguenze delle tue azioni te ne sei fregata, perché ti era più comodo cosi', altamente sbattendotene se io ci stavo male o meno

e tu che hai preso la mia professionalità e la fiducia per approfittartene e per guadagnarci di più

...

tutti voi dal cuore gelido, chi con davanti una persona che piange non riesce ad abbracciarla. non riesce a dire una parola gentile.

...

siete voi. voi. uomini e donne da due soldi, che non riuscite a vedere il vero valore delle piccole cose.

...

come quella sera di luglio. una povera ragazza che piangeva disperata, solo io mi sono avvicinata, che vergogna. che brutte persone.

...

non mi vergogno di essere esagerata. io vivo con il cuore. decantarlo e basta non serve a niente.

...

a me passera questo periodo di merda, mi riprenderò più forte di prima.

...

insomma volevo dirvi solo questo:

fottetevi!!






La strega

Per voi.



E per te.

E anche per te.

E anche per voi.

Uomini e donne da due soldi.

E' arrivata







Desideravo la neve. E' arrivata.

Non avevo pensato che potesse arrivare così.

Ma è arrivata. E questo è quello che avevo chiesto.

10 minuti prima di mezzanotte.

10 minuti prima che finisse il mio desiderio.

E' arrivata.

A volte non dovremmo chiederci nulla su come le risposte che chiediamo ci vengono date.

Dovremmo imparare solo a leggerle.

Volevo la neve.

E' arrivata.

Grazie.

Per chi voleva sapere...

Era solo un desiderio, nulla di più. Volevo vedere se sarebbe stato esaudito.

Solo per sapere se posso ancora credere in me e nel mio essere giusto.

Era una domanda fatta a chi non può più parlarmi con la sua voce.

E' stato esaudito.

Ed è stata usata la voce di una fata.

Ora so. E ricomincio a sognare come prima.

Ma ora punto davvero in alto.



Giornata meravigliosa.

Lo dicevo io.

7 dicembre 2001

Oroscopo Pellerossa



Ho trovato questo sito dove ti dicono di che segno sei nell'oroscopo pellerossa.

Ho scoperto che sono







Cervo.

Cazzo.

Vabbè. A questo punto è proprio genetica.

Almeno la descrizione non è poi così male.

Anche se il sito è femminile



Cervo

Il Cervo, simboleggia la curiosita’, l’intelligenza. La squaw del Cervo e’ una persona dinamica, sempre in movimento, non si ferma un attimo. E’ portata a vivere sempre nel presente, ha bisogno di spazio, di aria, di movimento. La Donna Cervo ama la vita a contatto con gli altri, gli scambi con la gente. Dotata di una grande carica sessuale, qualita’ che unita alla sua esuberanza, fara’ di lei una donna molto attraente.

Il suo eros impulsivo e vivace dona brio e senso ai suoi rapporti. Se chiedere ad un appartenente al segno del Cervo il suo schema di bellezza, vi descrivera’ il volo di un’aquila, che vola alto, verso la cima. Per lo slancio del Cervo, il profumatissimo Tiglio.



Personaggi illustri

Stefania Sandrelli, Orietta Berti, Graziella Ceron, Marylin Monroe. Kuthleen Turner, Gianna Nannini, Giuliana Isola, Allen Ginsberg, Rupert Everett, Waylon Jennings, Andy Griffth.



Pensavo di trovarci Woody Allen.

Accetto che astralmente le corna me le devo tenere, ma stambecchi...cervi...

...Toro mai?



...Augh.

Per la mia ammiratrice segreta



Dimenticavo di ringraziare (e mi sembra doveroso farlo) l'ammiratrice segreta che continua ad utilizzare la mia macchina per lasciarmi messaggi. Ieri non l'ho ringraziata per avermi fatto trovare sul vetro della macchina (nello stesso punto dove aveva disegnato un cuore) la scritta "Sexy". L'ho letto, e dato che avendo scritto "Sexy" a questo punto vuol proprio dire che mi conosci (AH!AH!AH!!!!!) perchè non ti riveli? E perchè la prossima volta che passi a scrivere non provi anche a citofonare, magari ti faccio salire, e che ne sai... da cosa nasca cosa... Cosa? Chi? Ah... no.... Niente... Scherzavo.

Continua così. E' bello iniziare così le giornate.

Tradizioni



S. Ambrogio. Quindi Natale. Almeno a casa mia, dove le tradizioni hanno trovato ospitalità e rifugio da sempre. Leggo qui e la gente che parla di insofferenza verso una festa che ormai non sarebbe più come una volta, gente che si dichiara stanca di tutto quello che intorno a Natale gira, gente che per quello strano meccanismo di “Io sto dall’altra parte di tutto” si dice rattristata dalla felicità che al Natale viene associata. Leggo di gente che elenca le cose legate al Natale come una triste sequenza di riti a cui chissà quale multinazionale ci ha abituato, e visto che dobbiamo essere “dall’altra parte di qualsiasi cosa” sento gente parlare delle luci di Natale come una cosa triste che per un mese impedirà loro di vedere allo stato puro chissà quale meravigliosa via che secondo loro sarebbe evidentemente migliore senza quelle luci.

Sento persone sui blog che per non arrivare tardi, si dichiarano fin da ora rattristati dai racconti che già sanno che leggeranno sulle cene natalizie di questo o di quel blogger, rattristati dalla “solita” lettera a Babbo Natale che puntualmente comparirà, dall’elenco dei regali che verrà tempestivamente redatto sulle pagine, dove probabilmente si troveranno tutti gli sfoghi finalmente veri sui regali dei parenti che vedendoci una volta l’anno, non azzeccano mai i nostri gusti.

Leggo una tristezza a cui non sono abituato, ascolto insofferenza verso un giorno che volenti o nolenti, è stato una delle più felici certezze della vita (credo) di chiunque.

Con tutto il rispetto per le idee altrui, che in genere non ho (…), spesso mi trovo a non capire davvero perché oltre quello che già ci è stato tolto come emozione, molti sentano questo irresistibile desiderio di essere “contro” anche a una delle ultime feste che sono riuscite a sopravvivere a quella infallibile e spietata macchina trita-emozioni che si chiama “progresso”. Proprio non riesco a vederci il vantaggio che se ne ottiene o il gusto che si può provare.

Cioè, non si sta parlando di un forum politico delle grandi aziende, non ci stiamo avvicinando al cambio della moneta, non si sta commentando l’intervento americano in Afghanistan, non si sta aspettando la presentazione del bilancio di questa o quella multinazionale, non si sta organizzando un movimento “contro” lo sfruttamento della povertà, non si sta frequentando un circolo “anti aborto”.

E’ Natale.

Mamma mia, è Natale!

Ma come si fa a non sentire che anche solo pronunciarlo è bello? E’-N-A-T-A-L-E.

Senti il suono. È casalingo in una maniera che solo la parola Natale sa essere. Non ne hanno inventate di più musicalmente casalinghe. Natale. È geneticamente impossibile che quella parola richiami tristezza, angoscia, insofferenza.

A meno che non ci si impegni a ottenerlo perché bisogna essere per forza “contro”, allora a quel punto è facile, il nostro cervello è in grado di convincerci di qualsiasi cosa, persino che il Natale è triste.

Ma è un peccato quando ci si riesce, perché è una di quelle cose sulle quali è difficile tornare indietro.

Io proprio non riesco a smetterla di essere natalizio sotto Natale. E anche quest’anno è arrivato il mio Natale.

Con il suo carico di emozioni, con il suo involontario potere di farti sopportare meglio qualsiasi cosa anche le più brutte. Non sarà certo uno dei Natali migliori della mia vita quello di quest’anno, poiché non ci saranno più certe persone accanto a me, ma quella è una mancanza che si sente già da mesi, non sarà certo peggio il giorno di Natale, anzi. Il Natale è accompagnato da così tante belle cose ed emozioni che forse paradossalmente la mancanza di certe persone quel giorno la sentiremo molto meno, o comunque ci andrà di alzare il calice al cielo per festeggiare insieme a loro piuttosto che piangerci. È Natale. È festa. Ed è così tanto festa che se per caso, o per sfiga, o per colpa, non abbiamo addosso la felicità e la serenità che vorremmo, ne abbiamo così tanta a disposizione in giro, tra la gente, nelle vetrine, nei parchi, nelle domeniche, che non dobbiamo fare altro che allungare la mano e rubarne un po’ qui e la. Questo la rende una festa, il fatto che bisogna proprio impegnarsi per essere tristi a Natale.

Oggi è S.Ambrogio. Domani l’Immacolata. A casa mia domani inizia ufficialmente il Natale. E comincia nel modo più natalizio che si possa desiderare, cioè con un pranzo a casa della mia nonnina, che a Natale mi viene sempre da chiamarla così, e questo perché da quando ero bimbo, a Natale la vedo sempre vestita di rosso con una barba bianca.

Ed è tradizione. Una delle più belle. Finchè mia nonna sarà la prima delle tradizioni natalizie della mia famiglia, il Natale mio e di chi mi è vicino sarà sempre felice, e se non riuscite proprio a capirne il motivo è perché non siete mai venuti a pranzo da mia nonna ogni anno l’8 dicembre.

Domani sarò alla sua tavola. Nella città dove sono nato, a mangiare quel piatto che è sempre lo stesso e guai se non fosse così, visto che è tradizione e non me la toccare.

Domani sarà l’inizio di un mese nel quale mi immergerò nelle mie radici praticamente quotidianamente. E sono così felice della mia storia nonostante non sia stata certo semplice, da non vedere l’ora di immergercimi con tutta la testa.

E non mi sentirò triste, perché nonostante io viva da solo, non c’è stato un solo anno nemmeno quando erano davvero brutti, nel quale non abbia fatto il mio personale albero nella mia cameretta, perché è Natale, e le notti di dicembre nella mia vita sono sempre state illuminate da quelle luci, e sarà così sempre, bello o brutto che sia quello che sto passando, le mie notti di dicembre non saranno mai diverse da quello a cui mia mamma mi ha abituato perché quella bellezza me la ricordo così bene quando vivevo con la mia famiglia, da considerarla una delle cose che ho messo in valigia quando me ne sono andato e alla quale non rinuncerò mai.

E inizierò a parlare per un mese solo di cose belle, di luci. E quest’anno oltre che addobbare la mia casetta, ho anche una nuova casa da addobbare, e non mi sento triste pensando che vorrei rifare la grafica del sito in versione Natalizia, perché è Natale, e quello che penso in questo periodo non può essere scritto su fondo nero.

E scriverò i miei auguri a chi vorrei li ricevesse. E scriverò la mia lettera a Babbo Natale, perché quest’anno di cose da chiedere ne ho davvero tante. E non mi interessa se qualcuno leggerà tristezza in tutto questo. È un problema di chi non sa leggere.

Io so scrivere in tante lingue. So far piangere tante emozioni, ma sono stato cresciuto anche in una delle maniere più belle che io avessi desiderato, cioè all’insegna delle tradizioni.

E non diciamo cazzate noglobbal alternativ-anti-cosumistic-post-cips-ciaps

Venite a cena da mia mamma la notte di Natale, vedrete una tavola addobbata con così tante belle emozioni, verrete serviti con così tanto piacere, assaggerete piatti così cordialmente familiari e vivrete sorrisi così tanto infantili, da non riuscire più a smettere di aspettare ogni anno che arrivi l’8 dicembre per poter di nuovo dire “Buon Natale”.

Buon Natale.

Sentine il suono. È un carillon.

Qualcuno dice che sono ancora un bambino.

Io dico “Prova a venire a pranzo da mia nonna domani”.

In ogni caso è iniziato Natale. E a casa mia è sempre stato gioia.

E sarà sempre così.

Mio padre poteva andarsene in qualsiasi momento, di qualsiasi anno. Non sarà certo questo che mi toglierà il sorriso.

Alzerò il calice. E mi sentirò bene.

E anche solo pensandolo capisco perché devo ringraziare mia mamma per avermi cresciuto con così tanti sentimenti belli.

È Natale, e sarà Natale in ogni caso. Come sempre.

Paradossalmente è il primo Natale nel quale sento vicino mio padre. E la cosa mi fa sentire felice.

Grazie alle stupide tradizioni a cui noi ammalati della sindrome di Peter Pan non riusciamo proprio a rinunciare.

Grazie a tutte quelle cazzatine che addobbano le vetrine e che a noi piacciono tanto.

Grazie a tutte quelle cose che nella mia vita da 30 anni mi circondano sotto Natale.

E quando non ero in grado di averle, c’era sempre mia mamma o mia nonna che si facevano in quattro per darmi.

Grazie a questa stupida felicità che non riesco a non sentire sotto Natale.

Grazie alla mia famiglia.

Sparsa qui e la.

Ma sempre Natalizia.

Grazie.

Bollettino della neve ::..14..::



Vorrei che domani nevicasse.

Grazie.

6 dicembre 2001

Dubbi esistenziali



L'altra sera solita serata "Scarabeo", laddove per "solita" non intendo "noiosa", tutt'altro, intendo "piacevole certezza".

Grazie ancora a te.

Mi stai regalando davvero dei bei momenti di cui forse non siamo stati capaci quando eravamo insieme.

E in più mi stai facendo vincere sempre più spesso!!!!!

Tornando al gioco... per chi non conosce "scarabeo", è un gioco di parole stile parole crociate.

Con i dubbi soliti di "quella" parola che per me esiste perchè mi fa fare punti, per te no, perchè se no perdi, ecc...

Un dubbio esistenziale mi toglie il sonno da due giorni....

QUAL'E' IL FEMMINILE DI "GNOMO"??????????

Si accettano suggerimenti.

Grazie.

Bollettino della neve ::..13..::



Vorrei che tra 2 giorni nevicasse.

Grazie.

Tracce di mio padre



La poesia è come suonare il liuto,

Ogni suono rivela la mente.

Essendo la mente uno strumento musicale

Esprime ciò che sente dentro.

Quando ho la mente in pace

Le mie parole non hanno ne suono ne odore;

Ma se la mia mente è preda delle emozioni,

Il lettore avrà le lacrime agli occhi.


...

Yuan Mei

(1715-1797)



L'unghia del drago

a cura di Edi Bozza

Oscar Mondadori

5 dicembre 2001

Bollettino della neve ::..12..::



Vorrei che tra 3 giorni nevicasse.

Grazie.

Buon Compleanno a tutti



Oggi è un compleanno speciale.

Sono 100 anni.

Un secolo. Di magia pura. Di sogni, di emozioni.

Oggi tutti abbiamo un secolo. E’ il compleanno di tutti quelli che hanno avuto voglia di sognare perché si sentivano meglio facendolo che aspettando che qualcuno vendesse loro la soddisfazione di averci provato.

È il compleanno di tutti coloro che non si sono mai vergognati di voler assomigliare ad un topo, perché qualcuno in quel topo ci aveva messo tutta la razionalità, il coraggio e la normalità che ognuno di noi vorrebbe avere in tanti momenti. E’ il compleanno di tutti quelli che almeno una volta hanno sognato di guidare quella macchina la, quella che “Ma i nipoti li mette nel motore?”. È il compleanno di chi ha sempre desiderato un amico con la fedeltà di Pippo, una ragazza con la capacità di prendersi cura di te di Paperina. È il compleanno di tutti quelli che nei momenti di stanchezza hanno sognato un week-end nella fattoria di Nonna Papera, a contare fili d’erba insieme a quello stordito di Ciccio, mentre aspetti che la torta, quella che sono 30 anni che viene così buona e sempre così bella, esca dal forno, che ogni volta sembra di sentirne l’odore. È il compleanno di tutti quei balordi che in fondo al cuore hanno quella bonaria dolcezza che solo un duro come Gambadilegno sapeva avere nei confronti dell’unica Trudy che hanno sempre voluto accanto. È un giorno speciale. È il compleanno di tutti quelli almeno una volta al mese pensano "Se fossi come Gastone". È il compleanno di tutti coloro che almeno un viaggio in nave lungo prima o poi lo vogliono fare, perché sono troppi quelli fatti con la mente da un lato all’altro del mondo mentre Paperino lavava il ponte per pagarsi il biglietto per un viaggio che non aveva mai scelto volontariamente di fare mentre i nipoti trovavano la spiegazione chimica del perché il detersivo si mischiava così con l’acqua. È il compleanno di tutti coloro che prima o poi nel Klondike ci vogliono andare per vedere come è fatto. È il compleanno di tutti quelli che hanno desiderato almeno una volta che un solo colpo, dai solo uno… ai Bassotti riuscisse, se non altro per la costanza con la quale ci provano da tanto tempo, ma soprattutto perché quella banda di ladri ha in sé la miglior rappresentazione che mai sia stata data alla parola “legami familiari” e soprattutto alla parola “Ottimismo”. È il compleanno di tutti quelli che oggi comprano le raccolte “I gialli di…” e ci rimangono male quando per l’ennesima volta non ci trovano dentro una (daiii… solo una….) storia con Macchianera, che forse appare così di rado proprio perché è quello il suo personaggio. È il compleanno di tutti coloro che hanno mangiato così tante volte quelle pagine da ricordarsi persino le pubblicità, si, quelle dei soldatini Greci, e Romani, e Egizi…. Di tutti coloro che sulla lettera di Babbo Natale hanno scritto almeno una volta nella vita “Oberon e Baron Karza”… Di tutti colori che “Io tengo i Micronauti”. Di tutti coloro che hanno scritto almeno una lettera a “Qui Paperino Quak!”. E’ il compleanno di tutti coloro che hanno assistito alla nascita dello Skate Board sulle pagine “Attualità”, che sembra assurdo, ma lo skate board la prima volta l’ho visto sulle pagine “Novità dal mondo”. Di tutti coloro che sembra assurdo ma su quelle pagine hanno visto nascere le prime Big Babol, che sono tutt’ora immangiabili, ma quel gusto, quello li, ci riporterà sempre una piacevole sensazione nel cuore. È il compleanno di tutti quelli che hanno sporcato la casa di mamma con lo Slime che lei non riusciva a capirlo come era divertente giocare con il vomito verde e in fondo nemmeno io, ma era sul retro di topolino, e quindi io quel barattolino verde lo volevo e mi ci divertivo pure senza farmi troppe domande. È il compleanno di tutti quelli che quando devono risolvere un problema, ancora oggi la prima soluzione che la loro fantasia suggerisce è “Se avessi un amico come Archimede”

E’ il compleanno di tutti quelli che hanno avuto almeno un manuale delle GM perché aveva quello strano potere di farti sentire più intelligente solo per il fatto che lo possedevi. È il compleanno di tutti quelli che hanno scritto almeno una lettera con l’alfabeto cifrato quello dell’orologino con i due quadranti, che non avevi nulla da dire a nessuno, ma quando lo scrivevi con quel codice ti sentivi Paperinik. È il compleanno di tutti quelli che in fondo al cuore stanno ancora aspettando che inventino gli stivali quelli che ci fai i saltoni, perché sanno che poi così irreali non erano e non vedono l’ora di provarli.

È il compleanno di tutti coloro che hanno smesso di comprarlo e leggerlo per almeno due anni perché era “da bambini” e loro stavano crescendo, ma dopo quei due anni non ce l’hanno più fatta e sono corsi in edicola a dire “Ma piantala! Ridammi l’almanacco!!”

È il compleanno di tutti noi.

Perché questa è stata la sua idea geniale.

Parlare a tutti. Ma proprio tutti. Ma proprio tutti.

Perché questa è stata la sua bravura.

Farci sentire felici dopo esserci immaginati topo, cane, mucca, papero, maiale.

E solo un genio poteva farlo.

Buon compleanno a tutti noi.

E al suo sogno.

E a lui.

Il nonno che tutti avremmo voluto.

Almeno… Io si.

4 dicembre 2001

"Arte" di arrangiarsi



Mi hanno assunto al Louvre come sorvegliante.

Pare ci siano dei vandali da scovare.

Mi hanno detto di trovarmi un posto da dove posso beccarli senza che mi vedano.







Se venite a trovarmi non mi fate ridere però...

Che se no mi beccano!

Su.. Su... Muoversi!



Veloce! Veloce!

Dai su... devo farmi bello che stasera vedo Irene Grandi.

Fatto.

Stupendo.

Forse ho addirittura esagerato.

Bollettino della neve ::..11..::



Vorrei che tra 4 giorni nevicasse.

Grazie.

3 dicembre 2001

Siiii.... lo so che le sapete già tutti....



E' solo che io le metto quando le trovo, magari qualcuno se l'era perse.

Eccole, delle notiziole strane strane sulla mitica trilogia.

Sarà roba vera?

Bah...

Amore batte odio 1-0



Ora.

E' chiaro che possedere una 500 non significa necessariamente essere poveri.

Come è altrettanto chiaro che se fosse lo sfizio di uno ricco, sarebbe molto più curata, molto più pulita, molto più da "amatore", insomma di quelle che la tiri fuori la domenica per andare a far vedere a chi ti vede uscire ogni giorno col BMW che sei anche un po' proletario.

E credo sia decisamente scontato anche il fatto che se fosse così non la lascerei certo parcheggiata in strada, visto che i proprietari proletari della 500 tenuta da amatore quella con tutti i pezzi originali che alla fine ti è costata quanto un BMW ma fa tanto alternativo andarci in giro in genere hanno un box comprato apposta per la piccola.

Se a tutto questo ci aggiungiamo il fatto che (a meno che non sei il suddetto ricco e quindi disposto a sborsare cifre improponibili) difficilmente troverai mai qualcuno che te la assicura contro atti vandalici e furto...

Mi spiegate che cazzo di sottile gusto si può provare a rovinare proprio QUELLA macchina? La MIA?

C'era un Mercedes parcheggiato prima e un'altra bella macchinina dopo.

Perchè proprio la mia?

Si, lo so, tagliare il tettuccio delle 500 è una tentazione davvero irresistibile, ma quello l'avete già fatto.

Come capisco che per certe persone il taglio delle gomme altrui possa sostituire tranquillamente la masturbazione. E comunque anche in quel senso abbiamo già dato.

Ma che cazzo di gusto hai provato tu che stanotte hai deciso di ammaccarmela in quel modo lì? In quell'esatto modo lì? In quel modo che non puoi proprio pensare che sia stata una macchina perchè sarebbe carino vedere come una macchina fa a salire sul tettuccio della mia senza lasciare altre tracce sui fianchi. Ma poi come hai fatto? In quel punto! Cioè... l'hai voluto proprio fare, non è un semplice atto vandalico! Non potevi farlo se non con un certo impegno! Soprattutto per come era parcheggiata!

Ti ho fatto qualcosa? Devo leggerci qualcosa? Cosa scusa? Perchè se non so chi sei brutta testa di cazzo come posso leggerci qualcosa?

Posso anche aver dei conti in sospeso, anzi, ne ho sicuramente, ma se sei ancora così incazzato, non è meglio se mi aspetti sotto casa?

Almeno sappiamo sia chi sei sia il perchè.

Non proveresti anche tu più gusto?

Se invece sei un semplice ragazzino che uscito da scuola ha deciso di fare il bullo con le squinzie per far vedere che lui è un kazzuto con la kappa di cui tutti devono aver paura perchè sa persino ammaccare una macchina salendoci sopra o magari l'hai fatto perchè esci da un'okkupazione con la kappa e per far vedere alle suddette squinzie che sei un lider con la i perchè chiaramente puoi solo essere un lider con la i hai dato prova di quanto tu disprezzi la proprietà privata colpendo al quore con la q la grande industria italiana fiat di quello stronzo capitalista padrone sfruttatore di proletari che risponde al nome di non lo saprai nemmeno....

...volevo dirti fottiti stronzo ti venisse il bruciaculo!

Perchè stamattina Agnelli (si chiama così) è comunque salito su una delle sue 56000 limousine, fottendosene di te e delle tue turbe adolescenziali, mentre io mi sono ritrovato con un danno per il quale nessuno mi ripaga che per fortuna è andato a posto con un colpo dalla parte opposta che se l'avessi visto avresti kapito con la kappa quanto sia burrosa la carrozzeria di quella macchinina e di conseguenza quanto poco sia prova di forza ammaccarla.

Stronzo.

E' la mia unica macchina. Non è quella della domenica per me.

Koglione. Con la kappa... ovviamente.



Un grazie invece a quella persona che ha deciso di farmi trovare un cuore disegnato sul vetro dietro.

E' stata una bella sorpresa. La giornata è iniziata col sorriso grazie a quel cuore.

Che mi ha ammaccato la macchina molto più dell'altro colpo.

E che mi guardava dallo specchietto ogni volta che guardavo dietro.



Se poi siete la stessa persona ho capito chi sei!!!!!

AH!AH!AH!

Hai imparato come è fatto un cuore???!!!!

Era ora.

Bollettino della neve ::..10..::



Vorrei che tra 5 giorni nevicasse.

Grazie.

2 dicembre 2001

E' uscito l'ultimo album di...



Fascino della rete.

All’inizio pensavo fosse un mondo per persone tristi e sole.

Poi ho capito che non è solo chat e porno.

Allora ho iniziato ad avvicinarmici pescando musica qui e la, notizie, e materiali per lavoro.

Poi pian piano ho scoperto siti di persone.

E in quel momento ho pensato che erano tristi e sole.

Poi ho conosciuto i blog.

E ho capito che sbagliavo.

Da quel momento ogni giorno ne scopro uno che mi fa capire quanto sbagliassi.

Oggi ho scoperto LaPizia.

Che in realtà l’avevo già trovata, ma mai letta tutta.

E quando ti metti a leggere qualcuno partendo dall’archivio, scopri che hai passato due ore in compagnia di un buon libro. Autobiografico e tendenzialmente pieno di emozioni reali.

Mamma quanto sbagliavo.

I weblog.

E’ come un negozio di musica, di quelli che ogni scaffale ti mettono le cuffie per farti ascoltare l’ultimo album uscito.

Oggi mi sono fermato ad ascoltare lei. Bello l’ultimo album, qualche pezzo più degli altri, ma quello succede in ogni album.

Bello. L’ho ascoltato tutto. E l’ho comprato. Me lo sono ascoltato un paio di volte e sono tornato al negozio a cercare gli arretrati. E ho ascoltato anche quelli. E mi sono accorto che è stata inventata una nuova corrente musicale. Una corrente che a differenza delle altre, produce canzoni nuove ogni giorno. E l’unica menata è ancora questa fottutissima tecnologia che ancora non permette trasmissioni all’altezza dei bisogni, perché sono certo che se avessi un modem di quelli che solo nella mente uno riesce a costruirsi, mentre leggo certi post, se riuscissi ad avere intorno il giusto silenzio, sentirei in sottofondo anche una bella musica. Alcuni sono persino ballabili.

E a quelli che (come pensavo io) pensano che non si possa emozionarsi per qualcuno e per le cose che questo qualcuno dice se non lo si conosce personalmente o se non lo si è mai visto, rispondo che in effetti potrebbe sembrare anche vero, se non fosse che io non ho mai parlato al telefono nemmeno con Freddy Mercury, ne con Giorgia, ne con Paco de Lucia, ne ho mai cenato con Al Pacino, ne ho mai fatto l’amore con Irene Grandi.

Quindi stasera posso anche ascoltarmi LaPizia. Che suona della musica davvero bella.

In fondo nessuno alla voce “Oggi sto ascoltando” dove in genere si mettono le canzoni, ha mai pensato di scrivere “La voce di…”



Spero non ti scocci se ti linko.

Perché sono uno di quelli che non sempre compone bella musica.

Ma sa apprezzarla.

Bollettino della neve ::..9..::



Vorrei che tra 6 giorni nevicasse.

Grazie.


presunzione - Live on Stage



Nottata diversa. Bella. Come quelle che facevo un po’ di tempo fa. Mi rendo conto che sto pensando sempre più spesso con piacere “Come facevo un po’ di tempo fa”. Forse vuol dire che sto ritornando. Forse significa che sto riuscendo a farle davvero le cose belle che facevo prima. Forse lo dico solo perché per un po’ avevo smesso di fare cose che mi piacevano e oggi ne faccio di nuove, ma provando lo stesso piacere che provavo “…un po’ di tempo fa”. Non so, però è una bella sensazione.

Stanotte è stata mia. Sono tornato ad essere per una notte quello spaccone presuntuoso pieno di se più intelligente di tutti che se vuoi una risposta ce l’ho io e se non la vuoi è solo perché non sapevi di avere quel problema mo te lo spiego io stronzo come solo io so essere alto più di tutti lungo più di tutti bello più di tutti sexy più di tutti che se mi guardi non puoi non desiderarmi si sono io cazzo se sono io sono stramaledettamente io e sono stato su un palco tutta la notte.

Sono bello quando sto su un palco. Più che altro sono vero (e quindi bello!!! Ah!Ah!Ah!). E sono potente quando sto su un palco perché sono più in alto. E non mi frega se mi vuoi guardare o meno, io sono su un palco, e tu non puoi non vedermi. Ecco perché sono stronzo, perché io ti obbligo a guardarmi, e ti obbligo a guardarmi dal basso, dio quanto sono stronzo quando sto su un palco, e ballo e provoco come una donna quando sto sul mio palco e parlo come un saggio quando parlo da quel palco, e ti eccito da morire quando decido di salire sul mio palco e lo so che ti eccito perché lo sento il calore e a volte ne sento anche l’odore, e ci rimarrò su quel palco perché del tuo eccitarti ne voglio anche il sapore. E’ il mio palco e solo io ci posso stare, perché è mio, ognuno si pigli il suo e quello è mio e solo io posso fare quello che voglio quando sono sul mio palco perché l’ho costruito io a mia misura, e se ci sali tu è troppo grande, a te non ti vedrebbero comunque perché è costruito per sostenere me, sono puro si così puro da fottermene di chi da sotto cerca di farmi cadere, ci ho fatto mettere un palo sul mio palco per tenermi quando qualcuno me lo fa vacillare il mio palco, e ora che la base è di nuovo solida quel palo non lo tolgo, perché stanotte ci ho ballato intorno come se facessi la lapdance, e ci ho ballato insieme ad un’amica ed è proprio una bella amica e ci guardavano perché eravamo su un palco, cioè in realtà guardavano lei, ma io ero li, e mentre gli uomini guardavano lei le loro donne erano costrette a guardare me, che se lo scegli magari non mi guardi , ma se faccio in modo che mi noti, tu gli occhi di dosso non me li levi più perché io sono bello come tu nemmeno immaginavi perché ti guardo come se fossi l’unica e sono l’unico che sa guardare così bene come se fossi l’unica e diventi l’unica anche se non lo sei perché io divento bello anche se non lo sono e solo io ho scoperto come si fa e non te lo insegno perché bisogna essere belli come me per diventare belli come me e se vuoi stare più in alto di me devi chiedermelo perché se ci provi a mie spese puoi solo perdere se invece me lo chiedi te lo faccio fare perché quando ho costruito il mio palco ne ho fatto anche uno accanto più bello più alto più spazioso con più pali con un letto un tavolo e due sedie ed è l’unico palco più alto del mio a cui consento di stare in piedi ed è il palco sul quale ti metterò quando me lo chiederai ed è più in alto di quanto sia io oggi ma non è un problema perché ti ci avrò messa io e ti ci avrò messa per dimostrarti che più vuoi che sia lungo il tuo volo, più alto deve essere il punto da cui salti.

Molto più alto di quello che pensi.

Molto più alto di quello da cui stai saltando oggi.

Molto, molto più alto.

Credimi.

Credimi perchè sono saggio, oggi.

Domani ti dirò che mi manchi.

Perché domani sarò fragile.

E non avrò paura di ammetterlo.

Ecco perché sono più bello di te.

Ecco perché sono più forte di te.

Ecco perché sono su un palco da più tempo di te.

Perchè da quel palco sono anche già caduto diverse volte.

Ma ci sono sempre risalito.



1 dicembre 2001

Bollettino della neve ::..8..::



Vorrei che tra 7 giorni nevicasse.

Grazie.

Giornata mondiale contro l'AIDS





Il banner richiedeva due omaggi: un'esperienza personale e un link.

L'esperienza personale riguarda un amico di cui non parlo qui, ma che saluto.

Il link è all'unico modo in cui ho avuto modo di conoscere la malattia.

E' un libro. Forse uno dei più belli che abbia mai letto.

"L'intruso" di Brett Shapiro.

Una storia d'amore gay, tra i quali si è inserito l'intruso, che è la malattia.

Una delle storie d'amore più grandi, spontanee e vere che abbia mai avuto modo di conoscere.

E' la storia d'amore vera tra l'autore e Giovanni, corrispondente dagli States per l'"Espresso".

Un libro vero, potente, spesso violento.

Sporco in molti momenti, ma sporco di quello sporco che la società di noi etero impone.

Pulito in molti altri. Pulito di quella pulizia che solo chi ama davvero sa avere.

Sincero.

Grande.

Violento.

Estremo.

"Ad ogni costo".

Come ogni storia d'amore dovrebbe essere.

Il link è per quello.

Non mi andava di linkare a qualche sito triste o medico che avrebbe sotterrato la parte umana di questa giornata.

Tanto ad occuparsi della parte clinica della malattia ci pensano i medici.

A noi il compito di parlare della parte umana.

Con un link due omaggi: Uno all'autore e al suo libro, che consiglio vivamente a tutti di leggere perchè c'è da imparare parecchio, e uno al portale gay, al quale regalo così qualche click "etero", e questo si che mi sembra un omaggio simpatico!

Sicuramente pensato.

Per chi stesse pensando che sono un gay latente, o un gay che ha paura, o qualsiasi altra cazzata di questo genere rispondo che non è nulla di tutto ciò.

Sono felicemente etero.

Se non ho problemi a dire che la storia d'amore più bella che abbia mai letto è una storia gay, e semplicemente perchè è così.

E non ho paura ad ammetterlo solo perchè "OOOoooooohhhh.... chissà cosa penserannnnoooooooo.......".

Ecco perchè spesso loro stanno meglio.

Non si pongono quel problema.

Quello lo dovremmo imparare da loro.



Bel libro Brett.

Hai conosciuto l'amore vero.

E quello sarà sempre motivo d'orgoglio.

Stai sicuramente meglio di parecchi di noi "normali".



P.S. Spero di non aver offeso nessuno.