17 agosto 2012

A parole sue

Quando l'altra sera mi è stato chiesto di motivare la mia avversione a Grillo, la prima risposta che mi è venuta tra quelle sbrigative faceva riferimento al fatto che quando avevamo Berlusconi veniva difficile immaginare qualcuno peggiore visualizzandolo (cioè anche senza essere politologi era facile comprendere il perché Berlusconi non in quanto persona ma in quanto realtà si delineasse sempre più come l'asfalto per la pista d'atterraggio di qualcuno peggiore, ma non se ne poteva scorgere ancora il volto e questo era un formidabile appiglio per chi non condivideva quella diffusa previsione), ma alla fine è arrivato e quel qualcuno è Grillo.

Ma la risposta non era completa perché il (mio) problema non è tanto Grillo quanto quelli che oggi lo seguono e sostengono, che più o meno ricalca in fondo anche i perché dell'avversione a Berlusconi.
Per entrambe le persone ci sono persino elementi di stima, solo degli accecati non sono disposti a riconoscere loro indubbie capacità, il problema è quello che sono obbligati a materializzare/devastare intorno per farsi possibili e duraturi.
Due realtà che si dimostrano appartenenti alla stessa specie anche osservando un altro elemento che si è fatto solido attraversandole entrambe: l'opera di Travaglio, i cui danni oggi sono purtroppo superiori ai vantaggi che sono certo essere nelle sue oneste intenzioni.
Ma i danni che fa in un contesto come quello di oggi sono superiori ai vantaggi e questo è un Fatto che va ammesso, soprattutto ora che quei danni hanno anche un volto, una barba e un sacco di groupie.

Comunque.
Stasera è passato il promo della prossima stagione di Piazza pulita con alcuni stralci di servizi proprio su Grillo e una delle frasi da lui pronunciate su uno dei tanti palchi mi è apparsa perfetta per la prossima volta che dovessi trovare un modo sbrigativo per spiegarmi.
Diceva, cito a memoria ma mi pare fedele:
"Se cresciamo ci tocca prendere delle percentuali che magari arriviamo al governo, non al parlamento!"

Ecco, la mia avversione alla realtà Grillo dipende molto dal fatto che se faccio una panoramica nel paniere delle mie relazioni sociali per mettere in fila tutti quelli ai quali posso ragionevolmente attribuire il sostegno a Grillo alle prossime elezioni pur senza chiederlo a ciascuno di loro e sapendo di poter contare su un margine di errore basso, nel novanta per cento dei casi trovo persone che non saprebbero spiegare quella dichiarazione lì sopra.
Una mia richiesta di interpretazione di "...arriviamo al governo non in parlamento" metterebbe in crisi più o meno tutti quelli che conosco sui quali sento di poter dare per certo il sostegno a Grillo.
E come sintesi mi sembra efficace.

8 agosto 2012

Ma no, niente

Serve a me da tenere qui da parte per quando mi dovessi trovare a dover tradurre a qualche straniero il termine "Giornalismo" e lui mostrasse di non capire.
Così gli mando il link e risolvo.

Perché risolvo, vero?
Cioè lo capirà che stiamo parlando del primo quotidiano nazionale?