27 febbraio 2013

Nemmeno ventiquattro ore

Ma sono meravigliosi.
Nemmeno 24 ore e si ritrovano arenati sugli scogli della burokrazia e della ka$ta.
A poche ore dalla chiusura delle urne l'annuncio di Grillo di andare lui a parlare con Napolitano iniziava a far saltare la mosca al naso ai primi sei o sette, in mezzo agli enne milioni che in campagna elettorale riempivano internet di rassicurazioni circa il fatto che una volta eletti lui mai si sarebbe occupato direttamente della questione.
E infatti, eccolo lì che va al Colle (per i Grillini: link).
Del resto glie l'aveva detto lui e come è noto qualsiasi cosa lui dica loro diventa immediatamente verità e modulo di risposta utilizzato come formiche a ogni contestazione.
Ora vagli a chiedere "E allora come mai va lui a parlarci?" ma soprattutto vagli a chiedere se la cosa è il risultato di quella consultazione via web che tutto da oggi deciderà come da programma o se è semplicemente l'ennesima che si vedono calata addosso senza discussione né comunicazione, ma naturalmente fatta a loro nome.
Ma forse ancora ubriachi dalle birre della sera prima, in realtà in molti si sono persi questo dettaglio, in fondo un po' di labirintite da euforia va compresa e perdonata.

Il problema è che oggi, ma è chiaro che a questo punto ogni giorno ce ne sarà una, c'è quella nuova: SE NE VADANO TUTTI AFFANCULO LADRI ARRIVIAMO E' UN PIACERE VI APRIAMO COME SCATOLE DI TONNO.
E allora vai a leggere la discussione e cominci quasi a divertirti, perché ora che sono ENTRATI NELLA STANZA DEI BOTTONI ORA APRONO I CASSETTI E VEDRETE tocca cominciare a confrontarsi con quella cosa antipatica che sono i meccanismi di funzionamento e sono dolori, bisogna aver fatto almeno le medie.
Ma certo ci sono quelli che proprio stupidi non sono, che si stanno chiedendo prima di tutto se questa cosa della fiducia è stata votata DALLAGGENTE (quelli che IL POTERE CI TEMONO) o l'ha stabilita lui arbitrariamente stamattina sul water, in secondo luogo come si possa votare i singoli provvedimenti se non c'è un governo che li propone.
La questione sta scatenando il panico, perché non solo su 1000 che stanno facendo la domanda si contano sulle dita di una mano quelli che specificano che la questione è tecnica, non programmatica, ma soprattutto nessuno dei disperati che tentano di spiegare che la fiducia è necessaria per avere un governo e quindi per avere dei provvedimenti da votare, si applica per spiegare la differenza tra fiducia al governo e fiducia sulle singole proposte.
Allora hai un cortocircuito che sta andando avanti da ore, che vede centinaia di persone incastrarsi tra loro mentre cercano di aver ragione a vicenda su questioni che nessuno ha spiegato loro e che a nemmeno 24 ore dalla chiusura delle urne sta mostrando il cuore del problema di quella gente lì.

La loop è così composta:
C'è quello che dice che Grillo fa bene a mandarli affanculo perché loro hanno detto che non si alleeranno con nessuno ma voteranno solo singoli provvedimenti
Allora spunta quello che dice che per votare i provvedimenti serve che ci siano i provvedimenti, per avere i provvedimenti serve che ci sia un governo, per avere un governo serve dargli la fiducia
A quel punto interviene quell'altro che gli risponde che loro la fiducia non la danno ai partiti ma solo ai singoli provvedimenti e che hanno vinto le elezioni per fare questo.
Arriva allora quell'altro ancora che dice che se non si fa partire il meccanismo dando la fiducia al governo, qualsiasi governo, non ci saranno proposte di legge da votare e quindi il programma se lo possono infilare in culo.
E' quello il momento di Enrico Toti, secondo il quale se la casa deve bruciare brucerà, loro non si alleeranno mai con nessuno.
Torna quello di prima che tenta di spiegargli che non si parla di allearsi ma di far procedere la macchina perché le proposte che loro vogliono votare abbiano modo di essere proposte.
Torna a bomba quell'altro, secondo il quale da programma nessuna fiducia a nessun governo, loro la fiducia la danno solo alle proposte di legge singole una per volta.
Ogni tanto torna qualche disperato che tenta, invano, di spiegare che i due meccanismi di fiducia sono diversi e in particolare che il primo è necessario perché avvenga il secondo, ma non serve, è complicato il concetto di fiducia se imparato in 5 minuti ieri sera, chiedere loro di impararne addirittura due è francamente eccessivo e quindi è lo stallo totale, non riescono a fare un centimetro in avanti nella discussione da stamattina.
Da ore stanno andando avanti così.
Sono passate 24 ore, non sono nemmeno ancora saliti sul treno per Roma e si stanno incastrando nemmeno tra i mille regolamenti, ma alla pagina 1, quella dove è scritto come parte il tutto.
Però se poi dici che è gente che nemmeno sapeva che le camere fossero due ti dicono che lo stronzo sei tu.
Sarà l'armageddon, come far guidare lo shuttle ai Teletubbies solo perché non esiste una legge che lo vieti.

26 febbraio 2013

Così parlò

Una decina di giorni fa, essendo quasi alla fine del libro in corso, decisi di comprarne due che trattano, diciamo così, l'attualità.
Uno è "Contro corrente. Intervista sulla sinistra ai tempi dell'antipolitica" il noto libro-intervista in cui D'Alema disegna il futuro della sinistra raccontandone il passato.

Mi sono predisposto alla lettura con un approccio curioso soprattutto rispetto all'effetto di dislocazione temporale, dal momento che il libro è stato scritto in previsione delle elezioni e io ho iniziato a leggerlo, per una coincidenza di tempistiche treno/elezioni, proprio stasera, quando rientrato a Milano per votare mi sono seduto nella mia solita trattoria e, con i risultati urlati da ogni radio, mi sono avviato a sentire un po' questo punto di vista su come andranno le elezioni che, al netto del personale giudizio, ritengo in ogni caso voce competente per comprendere l'evoluzione di questa cosa chiamata sinistra.

E infatti, il libro di questa voce competente, inizia così:

"Questo libro esce nel vivo di una crisi drammatica, alla vigilia di un voto che certamente segnerà la storia del paese, chiudendo tutta una fase della vita nazionale.
Una prospettiva, per l'Italia, c'è. L'idea di un'alleanza delle forze progressiste aperta ai moderati, con la leadeship di Pier Luigi Bersani, appare come l'unica proposta politica in grado di rispondere  all'esigenza di una ricostruzione democratica[...] Il paese era veramente giunto sull'orlo del collasso, anche se la memoria corta degli italiani rischia di rimuovere questa realtà. Mario Monti ha interpretato davvero quel ruolo di responsabilità e di salvezza nazionale cui è stato chiamato dal capo dello Stato.[...] Credo che il merito maggiore di Monti sia stato quello di aver restituito voce e credibilità all'Italia sulla scena europea e internazionale, dopo un periodo di marginalità o di profonda umiliazione. Basterebbe questo a motivare la gratitudine che tutti noi dobbiamo al presidente del Consiglio e anche, sia consentito, a chi lo ha voluto e sostenuto con lealtà, mettendo da parte la legittima richiesta di un voto immediato e la probabile conquista anticipata del governo. Come in altri passaggi cruciali della storia del Paese, ha prevalso a sinistra il senso del dovere verso l'Italia e credo che questa scelta legittimi ora, accanto alla forza del conseso popolare, la candidatura di Bersani alla guida del Governo."

Finito di cenare torno in albergo con queste parole nella mente e accendo la tv, che mi conferma il PD sconfitto al Senato, a meno dello 0,8 di distanza dal PdL alla Camera, Monti vaporizzato e M5S primo partito in tutti i luoghi e tutti i laghi con una squadra di 150 bravissime persone che (e io che lo dicevo per sfotterli) come da (non)statuto dopo averne discusso in consiglio comunale a Torino, porteranno le Scii Kimiki in discussione finalmente anche in Parlamento.

L'immagine da alcool test data dal mix tra le parole di D'alema e i risultati elettorali è devastante.
Se entro i prossimi due capitoli non mi dice che tutto quel preambolo serviva da apripista al successivo "Scherzavo" con seguente ammissione che il PD il governo a Monti l'ha lasciato solo perché, consapevole dello sfacelo di manovre che sarebbe toccato al governo successivo, se ne sono guardati bene dal metterci loro la faccia, butto il libro per manifesta presa per il culo e mi dedico all'altro comprato nello stesso giorno.
Un libro che, comprato dieci giorni fa per interesse, stasera mi sembra tanto assumere i contorni del Manuale delle Giovani Marmotte.

Tutto questo lo dico naturalmente per mettere le mani avanti quando nei prossimi giorni le guardie della rivoluzione mi verranno a suonare alla porta per farmi due domande circa la sincerità del mio interesse per il Partito.
Io ne ero affascinato anche prima che facesse carte ori settebello e primiera, guardi lo scontrino, O'Brian!
M5S è Libertà!

20 febbraio 2013

E se pensate che abbia romanzato è perché non li avete seguiti



Da due giorni sono entrato nella palude del Fatto Quotidiano, ogni tanto mi autuoinfliggo queste punizioni perché necessarie per conoscere ciò che mi circonda, fino a ieri era Il Giornale oggi è il Fatto.
Due giorni dentro qualcosa che ha la consistenza delle sabbie mobili, una volta dentro è quasi impossibile uscirne, un articolo tira l’altro per vedere se è davvero peggiore e peggiore lo è sempre, per ogni articolo centinaia, in alcuni casi migliaia di commenti più paludosi degli articoli che li accolgono.
Grillo lo sto studiando così, perché non mi interessa tanto lui quanto quelli che lui mi porterà in casa, che saranno dannatamente tanti.
A leggerli in giro per la rete viene da piangere non tanto per la loro dimensione, quanto per l’evidente assenza di contromisure che questo mondo non è stato in grado di predisporre.
Un fiume lanciato a folle velocità che tutto travolge, migliaia di persone che fino a ieri a domanda non avrebbero saputo spiegare la differenza tra le due camere, la % intelligente di un totale che proprio non sapeva nemmeno fossero due, e che un minimo di autoconsapevolezza teneva costrette dentro i piccoli mondi del caffé corretto al bar la mattina dove tutt'al più ricevevano l'applauso di chi ne sapeva meno di loro, sempre comunque tanti, si sono viste improvvisamente consegnare il titolo di "tu puoi".

Immergendoti nel loro mondo per osservarli come totale e non come singole unità ti rendi conto che Il trucco per risolvere il problema dell'ignoranza è stato semplice quanto fulminante: radere al suolo tutto come missione unica e definitiva.
Con questo semplice grimaldello, formalmente presentato come elemento per ripulire i difetti ma nella sostanza utilizzato per eliminare i termini di confronto, Grillo gli ha risolto il problema del dover conoscere ciò di cui si parla, perché se una cosa va rasa al suolo non sarà più da maneggiare e se non sarà più da maneggiare non è necessario conoscerla.
Semplicemente non ci sarà più, quindi chi la conosce e chi non la conosce si troveranno improvvisamente sullo stesso identico piano di accesso, lo stesso in cui si troverebbero l'uomo comune e berlusconi in un mondo dal quale qualcuno cancellasse il denaro.
La livella di Totò fatta prospettiva politica, un osso di brontosauro lanciato in un recinto di rotweiler avrebbe generato meno bava e latrati.

Ma non bastava eliminare le differenze di alfabetizzazione che fino a ieri costituivano invalicabile recinto, per attivare gente per la quale, a leggerli, il giorno delle votazioni sarà nella maggior parte dei casi il secondo in cui metteranno piede in un'aula scolastica, serviva qualcosa di più, serviva proprio lusingarli.
Per centrare anche quell'obiettivo ha avuto la seconda geniale pensata: il web.
Se io e un esperto di politica ora siamo sullo stesso piano perché radendo al suolo la politica si ripristina il punto di partenza e di confronto, inserendo il web come struttura (unica) organizzativa porto lui sotto di me perché io sono gggiovane e ne so un sacco di più di quelle cariatidi al governo che manco sanno twittare.
Nella nuova stanza dei bottoni quello qualificato sarò io e questo avverrà senza che io abbia dovuto spostare la mia condizione fino a ieri misera.

Il terzo trucco è stato l'isolamento e la protezione di ogni contaminazione esterna al movimento: se evitiamo come la peste ogni confronto, la percezione di essere superiori resterà intonsa perché mai sperimentata e percependo questo come la vera forza collante, la massa arriva intatta alle urne perché mai dissuasa da verifica effettiva, se possibile aumentata dalla quota che si sommerà lungo il cammino grazie al potere attraente di Mangiafuoco e della promessa del paese dei balocchi, le cui possibilità di accesso sono, com'è noto, direttamente proporzionali alla propria ignoranza e non viceversa, come in ogni mondo meno che fiabesco.
Basterà far percepire loro che il loro non rispondere alle domande non sarà il risultato di assenza di competenza, ma sarà parte stessa dell'azione, dovrà essere percepita come una scelta bellica così che ciascuno senta ciò che ieri era timore tramutato in forza di gruppo; l'unica necessità è che sia scelta di gruppo e senza cedimenti, nessuno deve derogare e nessuno deve cedere alla tentazione di approfondire o accettare una sfida sui temi , così che l'ignoranza di uno sia dissolta dentro il muro opposto dai tutti.
“Non sono io che non ti rispondo, è il movimento che mi ha autorizzato a non farlo. Ti potrei rispondere ma non lo faccio perché le risposte sono tutte sul web e se le vuoi proprio sapere te le vai a cercare" è il grido di battaglia.

Sono due giorni che scorro rapìto centinaia di commenti di quel delirante mondo e in due giorni non ho trovato una sola davvero una sola risposta che non fosse l'invito a cercarsi la risposta altrove e ogni volta sento l'irresistibile desiderio di stringere la mano al genio che s'è inventato quest'uovo di colombo capace di prendere migliaia di ignoranti e farli sentire tutti, di colpo, ciascuno di loro, fondamenta di un’unica enorme intelligenza complessiva, senza bisogno di attraversare quell’invalicabile cancello fino a oggi loro precluso che è stata la necessità di provarlo.
C'è chi ti consiglia Gùghel, chi ti dice semplicemente che ti conviene cominciare a tremare, chi ti consiglia Iutùbbe, chi ti dice semplicemente che ti conviene prepararti a rispondere alle domande che ti faranno perché STIAMO ARRIVANDO E SARA' UN PIACERE, chi ti dice di andare sul sito di Grillo se vuoi sapere cosa pensa Grillo, chi ti dice semplicemente che ti conviene prepararti alla vendetta del popolo, chi ti suggerisce di sintonizzarti sui canali finlandesi, chi di leggere i fondi di caffé.
Ce ne fosse uno in grado di mettere insieme una frase in un italiano mediamente decente o che almeno contenga qualcosa, eventualità che permetterebbe di soprassedere sulla disperante incapacità di scrivere in un italiano anche solo accettabile.

Berlusconi era riuscito nell'intento di convincere l'uomo mediocre che consegnando a lui il potere ne avrebbe condiviso la vittoria.
Grillo ha sintetizzato ulteriormente facendo il vero salto di qualità: l'ha convinto che la vittoria non dovrà nemmeno condividerla perché lui non ne vuole alcuna parte, sarà tutta e interamente sua e potrà, anzi dovrà, usarla per spazzare via tutto ciò che fino a ieri lo ha costretto alla nullità sociale.
Lo specchietto è l’auto che andrà a frullati di frutta salvando l’umanità, la spinta è la vendetta di classe e il riscatto sociale finalmente percepiti come scenario realistico.
Qualcuno è riuscito a fare l’alchimia trasformando la vendetta da quell’utopia che è stata fino a oggi, in immagine percepita come concretamente realizzabile e vicina e quel qualcuno è Grillo.

Una folla pronta a cedere al messia ogni guadagno economico, come una qualsiasi setta sudamericana, perché saziati dal maggiore e più importante guadagno che sta garantendo loro: l’emersione da quell’irrilevanza che la loro storia di volontario disinteresse verso tutto ciò che richieda almeno la terza media, ha fino a oggi imposto loro come unico futuro possibile.
Vite nella maggior parte dei casi trascinate dal ritmo dei tornelli, vite passive e fatte di un approfondimento il cui punto massimo quando si faceva bestemmia imponeva pisolino per riprendersi, improvvisamente trasformata in una folla alla quale qualcuno ha consegnato la prospettiva del governo del mondo senza la necessità di modificare quel nulla di cui la loro indagine personale è stata fino a oggi vestita e anzi conservandolo così perché trasformato in virtù, perché sinonimo di incontaminazione, di purezza, elemento che nel grande giorno del giudizio potranno mostrare per ricevere la divisa, tanto agognata, da esecutore della condanna e della vendetta verso i colpevoli di tutto ciò che è stato fino a oggi rubato loro.

Come poteva raccogliere numeri inferiori alle centinaia di migliaia, probabilmente milioni, in un paese come questo?

L'unica briciola di ottimismo con cui si esce da due giorni in quel mondo lì è il sospetto che di quel 20% che si stima porterà alle urne, una buona metà, quelli che trovi nei commenti del Fatto sicuramente, sbaglieranno a scrivere la scheda colti dall'ansia della prima volta, non sapranno che il vaffanculo scritto sopra la annulla, scopriranno al seggio che non basta la carta d'identità.
Grideranno al gomblotto perché sono lagggente il potere li temono, ma per martedì saranno di nuovo al bar a trattare di scii kimike e vaffanculo.

update: cristtiddìo

11 febbraio 2013

Non mi fanno più giuocare con loro



Il danno maggiore che Spinoza ha arrecato al panorama web è l'aver convinto qualche migliaio di persone che qualsiasi cosa arrivi a essere pubblicata, non importa dove bastano anche i commenti di un ricettario, sia automaticamente satira.
Basta scorrere i commenti di qualsiasi loro post per rendersi conto che l'unica urgenza di chiunque faccia parte di quella comunità è di vedere la propria battuta pubblicata e se non viene promossa nel post si utilizza il commento per bypassare il problema e vincere i propri 15 pixel di notorietà e il proprio pezzettino di merito ogni volta che altrove si richiami Spinoza, come se il solo essere comparsi dentro quel sito fosse di per sé certificazione di qualità.
La comunità mi boccia la battuta? Io la infilo nei commenti, così quando in giro si dirà "Quelli di Spinoza" io potrò dire che anche di me si sta parlando.
Siamo a livello di La squadra che tifo vince = io me ne intendo di calcio.
Già lo dissi, chiudessero i commenti, utilizzati come fossero il forum dove selezionano le battute ma che a differenza del forum non impongono selezione per vincere un posto nella home (l'area del sito che più di tutte viene letta dai non appartenenti e quindi l'unica ambita dai membri che vivono per essere notati da Vergassola) e che per questa sua fondamentale funzione da ripescaggio vengono utilizzati quasi solo ed esclusivamente dagli stessi appartenenti alla comunità, quando invece la loro funzione avrebbe senso se utilizzati dagli esterni per misurare il gradimento, il sito ne guadagnerebbe complessivamente molto più di quanto guadagni pubblicando l'estratto delle venti migliori battute e, insieme, le restanti duecento imposte nei commenti che mostrano l'effettiva qualità decisamente mediocre della comunità, che non può che rappresentare un campione fedele della società esterna a prescindere dal nome che quel campione si è dato.
Perché è questione di statistica: se in una qualsiasi piazza fermi mille persone e chiedi loro una battuta su un tema dato è matematico che ne usciranno venti di qualità da estrarre, senza che questo sia motivo per intitolare la piazza a Totò e senza che quelle venti spostino di un millimetro il livello qualitativo delle 980 che hai scartato per decenza.
Da quando poi si sono messi a pubblicare le loro sequenze di battute solo in corrispondenza di morti e sciagure, e basta vedere l'archivio per rendersi conto di quanto questa scelta sia tutt'altro che casuale, a quel malinteso lì si è sommata la convinzione che per parlare di satira basta che ci sia una componente di cinismo, non serve altro.
Se muore qualcuno e tu corri a farci sopra una battuta, stai facendo satira e questo sigillo è l'implicita autorizzazione al tuo poterla quindi fare.
Fine, stop, nessun altro esame è più richiesto alla propria pensata per ricevere la qualifica di satira, se compare su Spinoza è satira e dato che per comparire non bisogna superare un esame se non quello per l'abilitazione alla pressione del tasto "Invio", hai come risultato qualche migliaio di esaltati che infestano le altre piazze convinti di essere Crozza e di essere fuori dai successi editoriali solo perché il resto del mondo non coglie il loro valore, che invece su Spinoza riceve spazio e quindi, nella loro percezione, certificato.
Non serve arguzia, non serve sottigliezza, non serve intelligenza, se ridi di un morto o di una tragedia stai automaticamente facendo satira e il risultato è un sito dove si fanno solo più battute alle quali l'unica caratteristica richiesta è che l'argomento sia delicato, se c'è un morto è l'apice e lo sdoganamento della qualsiasi scemenza diventa il premio (autoassegnato), l'unica commissione d'esame è la stessa comunità che naturalmente promuove, meccanismo a cui ogni altro fenomeno web nel tempo ci ha abituati e cioè l'autoreferenzialità come unica verifica, l'unico confronto offerto a chi prova a contestare il livello infimo del 90% delle battute pubblicate (contro un  numero di lampi di genio decisamente inferiore a quello che giustificherebbe la notorietà di quella comunità) è la certificazione dell'incapacità di ridere, di apprezzare la satira, di avere una vita.
Che la battuta sia di qualità perché pubblicata su Spinoza è il punto fermo, intorno al quale gira l'unica variabile che resta e cioè la tua capacità di capirla o di non capirla.
Che si stia contestando una qualità decisamente mediocre e non il legame tra cinismo e satira non viene nemmeno contemplata come eventualità, se dici che le battute fanno schifo sei tu che non capisci la qualità. Fine del confronto, evviva Spinoza e il servizio reso all'ennesimo stravolgimento di senso utile alla solita necessità dell'uomo mediocre: elevare la propria ignoranza a elemento qualitativo di pregio grazie al sempre caro processo della normalizzazione.
Con questo meccanismo che poggia il suo successo sulla necessità di percepirsi migliori di quanto un minimo di autovalutazione (ma bisogna essere onesti, prima che cinici) imporrebbe, più o meno quello che i blog fecero con gli "scrittori" qualche anno fa, oggi vedi ondate di persone in tournee nei commenti dei siti di notizie a mostrare al mondo la loro qualità comica attraverso prove che nemmeno la loro stessa madre in un attimo di affettiva protezione sarebbe in grado di definire intelligenti, prima caratteristica che la satira dovrebbe mostrare per dirsi tale e ottenere il nulla osta per affrontare qualsiasi argomento, compresi i più duri.

Come avvenne per lo storpiamento dei nomi dei politici come testimonianza di sottile critica, ormai pratica trasversale che da Il Giornale ha preso piede anche tra gli appartenenti alla comunità di Travaglio prima e quella di Grillo poi, come avvenne per le citazioni latine, vera e propria specialità dei commentatori de Il Giornale, oggi diventata pratica usuale di chiunque voglia chiudere i propri commenti con qualcosa che li elevi a intellettuali qualsiasi cosa preceda la citazione latina, come avvenne per il "meditate gente meditate", vero e proprio sigillo sufficiente per certificare che l'accettazione dell'analisi sia convenienza di chi la legge, oggi abbiamo la nuova moda dei commentatori e cioè la battuta in due tempi separati da una virgola.
Chiunque faccia satira di mestiere dovrebbe seriamente valutare una class action verso 'sta gente qui, tutta in blocco, anche solo per fargli capire che le loro battute risulterebbero di bassa qualità persino nel bar dove va a far colazione Borghezio e il fatto che arrivino a esser pubblicate in rete e quindi lette da migliaia di persone è dovuto a un processo tecnico, non a un superato esame qualitativo, esattamente la differenza che passa tra quando ti intervistano per strada per sapere cosa voti e riempire il servizio del tiggì delle 19 che porterà la tua dichiarazione nelle case di migliaia di persone e il tuo NON essere chiamato nel talk show delle 21 per discutere di economia con Giannino (a meno che tu non sia Fabio Volo e allora i due piani si possono sovrapporre senza che la cosa faccia andare di traverso il vino).

E insomma, oggi abbiamo le dimissioni del Papa e abbiamo il Post, nota testata dell'intellighenzia milanese che per consulti potete trovare a orario aperitivo nei migliori bar di corso vercelli, la quale grazie al nuovo sistema di commenti che ha permesso di eliminare un bel po' di rompicoglioni tra cui il sottoscritto, ha finalmente portato la sua comunità a essere finalmente una comunità di veri e propri intellettuali.
Poi facciamo che sia come la volpe e l'uva, la contestazione è intelligente tanto quanto lo spinoziano ti dice che sei tu che non sei abbastanza intelligente per capire le battute e quindi la accolgo.
In fondo i miei dialoghi con il suo inventore nonché peraltro direttore sono lì nero su bianco e che io fossi in fila per l'eliminazione definitiva l'aveva capito pure un bambino.
Sono contento per lui, quindi; che la pubblicazione di una notizia come questa, la cui importanza intellettuale prima che storica prescinde dalle personali posizioni di ciascuno, abbia generato solo la sequenza di commenti che oggi ho trovato all'apertura della pagina, è il meglio che potessi augurare a chi ha fatto della propria idiosincrasia (palese fino a farne motivo di ostentato vanto in quanto generata non dai propri limiti ma da quelli altrui con i quali si cessa quindi di avere il dovere di interagire) per l'apertura ai commenti una linea editoriale.

Ho provato a partecipare, ma a me il suo democratico Post risponde ormai sempre (tranne in alcune pagine personali come quella di Facci) con questa simpatica comunicazione redazionale:



Ma del resto lo capisco.
A me bocciano commenti violenti volgari e fuori tema come questo:


"Personale pronostico:
la strategia su cui sta basando l'intera campagna è quella del richiamo alle urne per gli indecisi e al voto utile dato a uno dei poli, il suo, per chi alle urne ha già deciso di andarci ma senza ancora la certezza del voto.
Uscirsene con il sorpasso a due settimane dal voto non gli giocherebbe affatto a favore, perché lo scenario dell'avvenuto sorpasso avrebbe effetti dissuasivi su entrambe le categorie di cui sopra.
Quelli che al momento sono predisposti all'astensione, che potrebbero ridiscutere solo per aiutare lui, non percependo più il loro voto come necessario tornerebbero all'intenzione di partenza e cioè lo stare a casa, mentre quelli indecisi tra lui e Grillo ma pronti a spostarsi su di lui per ostacolare il PD, sapendosi non non più necessari per scongiurare lo sbarco dei comunisti, sarebbero tentati dal secondo istinto che li guida e cioè la volontà di fare solo tanto caos, fine che votando Grillo sentirebbero più vicino.
Non credo commetterà questa leggerezza, dice boiate ma di numeri e flussi se ne intende abbastanza.
L'unico scenario che ha convenienza a dipingere come reale fino al minuto prima della chiusura delle urne perché ogni elettore lo senta come un fotofinish è il sorpasso QUASI avvenuto, così che ogni singolo indeciso si senta investito di un ruolo di fondamentale importanza e decida di alzare il sedere dal divano perché la patria sta chiamando lui e proprio lui, che davvero potrebbe fare la differenza.
Se invece hai ragione tu e annuncerà il sorpasso, allora vorrà dire che è proprio bollito e che quindi il sorpasso sarà probabilmente reale, perché le carte più azzardate se le gioca da sempre quando le sa vere."

in risposta a post come questo.

Un troll provocatore, lo capisco, anch'io avrei cancellato quel commento dopo un paio di giorni di ibernazione in moderazione e successivamente mi sarei inibito l'accesso al resto delle pagine perché quando è troppo è troppo e in casa del PD e di Gori i provocatori è giusto non abbiano spazio perché loro sono per il confronto civile con quelli di appartenenza diversa.
Quando dico "loro" intendo loro che vogliono i voti della destra perché, dicono, è convincendo quelli che la pensano diversamente che si vince.
E quindi meglio avere come interlocutori gli spinoziani, il cui livello medio è in effetti coincidente con l'elettore medio berlusconiano, così la qualità complessiva è protetta e il livello intellettuale salvaguardato e la possibilitò di vincerne il voto rafforzata.
Sono io che non sono abbastanza intelligente da capire la qualità di tutto questo e soprattutto da ringraziarli per avermi messo fuori dai confini che loro ne hanno tracciato.

Update: due giorni e hai la conferma: c'è il morto? Puoi metterci su 100 euro: Arrivano le truppe