29 marzo 2013

Non è che se a Berlusconi ci dai una mano di gesso ci resta di stucco (esercizi per una migliore comprensione del linguaggio)

"[...]Ma è proprio il Cavaliere, ormai, a essersi convinto che con il segretario del Partito democratico è inutile stare a discutere. Il nodo resta sempre quello del Quirinale. L'ex premier ormai non si accontenta più di un nome 'non sgradito': «Se Bersani vuole fare il presidente del Consiglio, allora il presidente della Repubblica spetta a noi»[...]"

Fonte: L'Unità.

Ora io non è che voglia star qui a fare la quinta colonna e certo Bersani è persona che mai come oggi mi suscita sentimenti che rasentano la voglia di fargli due coccole mettergli la copertina sulle ginocchia e dirgli che andrà tutto bene.
Così come non sarò certo io a mettere sul tavolo motivi per mettere un attimo in discussione gli argomenti con i quali da giorni il centrosinistra sta reagendo a quell'ipotesi lì sopra, che spaziano da "Il Colle non è moneta di scambio" a "Se lo può scordare".
Però bisogna anche essere onesti e, proprio perché il giudizio sia il più possibile solido, è il caso di poggiarlo su un minimo di verità storica.

Per rimanere onesti nella lettura di quella storia, vale la pena di ascoltare le parole di un tizio che un paio di settimane prima delle elezioni (con un tempismo che alla luce della cronaca attuale appare quanto mai beffardo) se n'è uscito con un libro intervista sulla storia della sinistra italiana che, attraversando l'esperienza PD, atterra sul centrosinistra dei giorni prima delle ultime elezioni
Un libro che letto a elezioni concluse offre non pochi momenti di involontaria ironia dati dal suono che molte pagine hanno di vittoria imminente e che udito oggi risultati alla mano appare al confine col surreale, ma che offre anche e soprattutto elementi decisamente utili per resistere alla tentazione di leggere gli eventi sempre e solo come fossero tutti nati oggi.
Quel tizio è D'Alema e il libro è "Controcorrente - Intervista sulla sinistra ai tempi dell'antipolitica".
Un libro veloce e facile (se ce l'ho fatta io...) che merita lettura a prescindere dal giudizio che si ha del suo autore, anche solo perché occasione di ascolto dall'interno (e con voce di uno che certo ne è stato protagonista) di una storia che troppo spesso appare unita solo nella protezione dei propri cassetti.
Al netto della propaganda e dell'autoesaltazione, è uscito in pre-elettorale perché finalizzato a dragare gli ultimi indecisi fossero stati anche cinque e lo si capisce dalla prima all'ultima pagina in maniera in alcuni casi francamente eccessiva e supponente, restano diversi momenti di verità e passaggi storici esposti da un punto di vista che di sicuro non è famoso per entrare nei dettagli e questo ne fa treno che vale la pena non perdere perché chissà quando ripassa, vista anche la involontaria surrealtà di cui sopra che il simpatico orso immagino rischierà di nuovo solo se sotto ricatto.

Comunque, si diceva che Non siam mica qui a fare Campo o Palla:

"D - Ma la questione del dopo Ciampi e la tua candidatura al Quirinale come andarono?
R -Il passaggio del Quirinale venne dopo. L'idea della mia candidatura maturò nel centrosinistra, non fui io a proporla. In particolare, fu Fassino a pensare che fosse giunto il momento che un esponente del nostro partito potesse andare alla presidenza della Repubblica. Si manifestò, soprattutto attraverso Giuliano Ferrara, un interesse di Berlusconi, il quale aveva riconosciuto il taglio istituzionale che avevo dato alla Presidenza della Bicamerale. Più precisamente, Berlusconi manifestò una non ostilità a questa prospettiva , che invece incontrò la forte opposizione di Fini, Casini e Rutelli, per varie ragioni. Secondo me, c'era anche un fastidio generazionale. La politica è fatta anche di questo. La contrarietà di Rutelli metteva in difficoltà la coesione del centrosinistra, anche se sembrava logico che se un cattolico era stato designato alla guida del governo, uno di noi potesse andare al Quirinale.[..]"

Poi ognuno si faccia l'idea che vuole del disastro in cui oggi certamente si tradurrebbe, ma tant'è: ieri sembrava logico

24 marzo 2013

Al Copasir nascondono gli UFI che inseminano le nuvole durante i riti satanici dei militari e quindi c'è anche l'estero di cui ci viole qualcuno che parla cinese perche altrimenti non trovate una mazza

Non sono io che sono monotematico, sono loro che sono una miniera inarrestabile.

Quindi.
Il commento della settimana con cui Cittadino Gufo Rosso, nell'attesa che la sua richiesta di essere ascoltato in quanto Uno che vale Uno venga accolta da Peppe attraverso la piattaforma (adesso arriva eh, Gufo, stai lì ancora un attimo che la piattaforma è proprio lì lì per essere completata ché anche Peppe sente il bisogno di sentire cosa ne pensi perché la tua voce di Cittadino Gufo arrivi dentro i palazzi del potere ed è questione di giorni, al massimo di ore, tieni duro Cittadino Gufo tra poco finisce il periodo in cui a dare la linea -votata da tutti- sono dei post su un blog privato, roba di minuti proprio), riassume le sue linee per il Movimento:

- 2500 euro netti sono un buon stipendio, quindi niente da ridire, sarebbe anche un buon stipendio se il m5s lo facesse raggiungere a tutti gli operai

- serve la famosa piattaforma per le decisioni di voto, quindi anche dei programmatori ma ci serve ora.

- 5/6 a mio parere sono poche se conferontate con la macchina PD- PDL

- c'e' anche l'estero di cui ci viole qualcuno che parla cinese, coreano, giapponese, greco,russo oltre che alle lingue comunemente usate.

- la pubblicazione dei provvedimenti e dei risultati commissioni (come ad esempio quello che succedera sula tav, muos, ecc...)

POI

- ci sarebbe da sentire: carlo guliani (terremoti), stefano montanari (quello del micoroscopio a scansione (e se si creasse una commissioni salute rischio nanoparticelle dei cibi e nell'aria), rosario marciano (inseminazione artificiale delle nuvole vietato dall'onu), antonio chiumiento (oggetti volanti non identificati: vedete quando aprite il COPASIR), paolo ferraro (magistrato che indaga sulle sette sataniche militari)

- mancano anche competenze x i trattati internazionali(nato, maro, muos...) - trattativa stato mafia: apertuta di commissione di inchiesta PUBBLICA

- modifica dei regolamenti parlamentari (voglio la diretta dalla commissione e voglio leggere gli atti, vedere i progetti, vedere gli inciuci)

= per le nomine vorremmo essere anche coinvolti perce se siamo qui non e' tutta opera vostra ma di ognuno dei 8.7M che vi ha votato. quindi il mio un ottomilionesimo volglio dirlo e che abbia valore 1 vale 1 no, adesso vale un ottomilionesimo, ma VA CONSIDERATO!!!!

= fidatevi un po di piu degli iscritti al m5s ci sono quelli che la pensano come grillo e forse sono anche piu incazzati di lui. come ti sentiresti se ti trovassi di fianco in aula chi ha commesso dei reati che ti hanno danneggiato ???

leggiti il mio diario "gufo rosso" quello disegnato (FB) e avrai una sorpresa... mi seguite come un cane, dico le cose e dopo 2 o 3 gg le fate, le ribadite, le confermate.

Gufo Rosso (perche con il mio nome non trovate una mazza)

13 marzo 2013

Marò

Io so solo che quando ho avuto bisogno della diplomazia italiana all'estero, ho incrociato gente che nella migliore delle ipotesi aveva avuto il posto in cambio della promessa di levarsi dalle palle e di non chiedere posto in Italia nemmeno come portaborse.
Persone che alla mia richiesta di essere protetto in cambio del mio garantire di non scendere mai dal territorio italiano dell'auto dell'ambasciata, mi hanno risposto ridendo e informandomi circa il fatto che in certi paesi non è territorio italiano, da intendersi non sei protetto, nemmeno dentro l'ambasciata, figurati fuori.
E so solo che quando ho avuto bisogno di rivolgermi (quindi) direttamente alla Farnesina perché laggiù facevano orecchie da mercante, ho incrociato gente davvero con le palle che in mezz'ora mi ha risolto altrimenti il problema.
Il fatto è che per ogni italiano che ha incontrato gli uni e gli altri, puoi trovarne uno uguale e contrario, quindi la mia personale storia conta poco se non dentro i confini della mia personale vita durante la quale sono passato dal sostanziale menefreghismo ad un attuale profondo rispetto per le istituzioni, tanto profondo da accettare il prezzo di includere anche il rispetto per quella parte di uniformi indossate da veri e propri esaltati nazisti.
Da giovane vestivo pace fumavo buono suonavo jembe sul terrazzo e li chiamavo sbirri; oggi vesto alla cieca, fumo buono, sto attento al rumore per i vicini, se li sento chiamare sbirri mi girano pesantemente i coglioni, guardando ACAB non stavo dalla parte di Negro ma lo capivo e sono convinto che abbia ragione (su questo Diòn, metti giù lo spumante) Berlusconi: l'Europa non sarà mai tale non finché non avrà una politica fiscale unica, ma finché non avrà un unico esercito.
Ma per difesa, ed è qui che io e il tombeur de femmes torniamo subito a starci gradevolmente sui coglioni.

Di questa (tappa della) vicenda resta quindi un solo dato oggettivo che prescinde dal merito:
che se la scelta di presentarci da oggi in poi sul piano internazionale con i contorni di uno Stato che tradisce la parola d'onore di un proprio militare è quella che, come ormai quasi ogni voce riconosce, ha superato la selezione delle opzioni per "salvare la faccia", allora vuol dire che l'immagine che abbiamo all'estero aveva già da tempo superato quel livello basso sotto il quale ti resta davvero solo di fare a gara a chi ce l'ha più duro.
Il problema è che l'India ce l'ha decisamente più duro di noi, come del resto la quasi totalità di quei certi paesi e a breve, sicuro da quando a occuparsi di queste cose saranno (anche) un centinaio di vegani col trip di iutùb, la quasi totalità dei paesi senza il certi.

Di dato oggettivo in effetti parrebbe essercene anche un altro.
Perché a questi fanatici del tutto on line armati di cell con la cam, non so se è chiara la dimensione del problema, adesso spetta anche il diritto di mettere il naso nelle stanze dei Servizi, vero e proprio orgasmo per chi si è candidato con la promessa di aprire più cassetti possibile e quindi sicuro obiettivo prioritario per più di uno di loro.
Glielo diciamo che quando alcuni di loro avevano l'orario di rientro la sera, in tv c'era gente che decapitava in diretta quelli che facevano i gradassi e che oggi non lo fanno più e che non è decisamente il momento di andare a vedere il perché solo per il puro gusto di dimostrare che si poteva?

9 marzo 2013

Posso liberare la punta della lingua

"c'è una forma di pazzia che si esprime in ragionamenti logici validi, quello che manca è il collegamento ad un risultato utile. Nessuna contraddizione, solo isolamento progressivo dalla gente"

Niente, solo per appuntarmi una sintesi che io non ho mai saputo fare.

2 marzo 2013

Ok, hai vinto: tu sei Dio



Allora proviamo a vedere se comincio a capirne i contorni.
La posizione regalatagli dall'esito elettorale unita all'abitudine dei media italiani di ignorare chiunque domani perda e pendere dalle labbra di chiunque oggi vinca, più o meno la linea politica del PD da quando è stato fondato, ha generato in questi giorni un vortice mediatico che vede ogni starnuto di Grillo innescare una progressione sempre uguale che porta quello starnuto a diventare lancio d'agenzia entro le sette del mattino, sottopancia Breaking News entro mezzogiorno, talk show con non meno di sei analisti a ora di cena, titolo delle prime pagine del giorno dopo su cui si interrogano le rassegne stampa fino a che, alle sette, i lanci d'agenzia non riavviano la macchina da capo sul nuovo starnuto.
Essendo lui persona che certo tra i suoi difetti non ha l'incapacità di maneggiare a proprio favore queste dinamiche, si ritrova oggi in una finestra d'attenzione che se capitalizzata può essere potente come dieci piazze san giovanni al giorno.

Allora sei in salotto insieme ai tuoi colleghi e amici a ridere mentre guardi in diretta tv il tuo giardino riportato all'interno della casa attraverso uno schermo riempito via satellite dalla folla di giornalisti e operatori che fuori dal cancello zoommano alla disperata ricerca di un cactus, una lattina dimenticata sul tavolo sotto il gazebo, due api che passano, qualsiasi cosa sia "dalla casa di Grillo" pur di avere qualcosa da inviare in redazione su cui costruire un titolo che giustifichi la spesa del viaggio della troupe.
Mentre vai al frigo a prendere un'altra birra un lampo ti illumina i pensieri, senza esitazione prendi anche degli stuzzicadenti e ne spezzi uno, torni in salotto e tenendoli in mano chiedi ai tuoi amici di prenderne uno ciascuno, chi prende il più corto sarà l'uomo che oggi deciderà le sorti dell'Italia.
Loro non capiscono, non possono ancora, ma sanno che se dici una cosa è vera e quindi ti e-seguono, estratto il vincitore vai nel guardaroba e te ne esci con un piumino ricevuto in qualche piazza in cambio di una caciotta che ti sei sempre chiesto quando mai l'avresti potuto indossare e quel mai è oggi, mai come oggi.
Chi ha vinto lo indossa, esce in giardino, e per un giorno è su tutti i giornali come Grillo, senza essere Grillo, reso Grillo dai media così assetati di Grillo che chiunque non possa essere indicato come innegabilmente non-Grillo per loro sarà Grillo e quindi tu sarai Grillo, non dovrai nemmeno starnutire, ci pensa la tv a chiudere il cerchio e a dirti Grillo, tu non avrai nemmeno dovuto mentire negando di essere solo uno degli amici uscito un attimo a innaffiare i gerani, sarà sufficiente non parlare perché per i media se non smentisci di essere tu allora sei tu, non serve altro, non hai mentito tu, non hanno mentito loro, tanto basta perché si possa parlare di verità, la realtà è creata senza bisogno di averla.

Dentro casa tutti ridono guardando Grillo che saluta Grillo che lo saluta dallo schermo, mentre Grillo in giardino salutando Grillo dallo schermo saluta anche i giornalisti da parte di Grillo che saluta da dentro casa, è l'apoteosi della telerealtà, la videocrazia non vedrà mai più occasioni di sintesi così perfette, dopo il miracolo M5S la tv gli ha regalato anche quello dell'ubiquità, Casaleggio semi addormentato sul divano registra col telefono una videopillola in cui spiega il teorema del Grillo Non Parlante applicato ai media e ne espone l'applicabilità in termini di prossima difesa dall'invasione aliena, Scanzi butta giù gli appunti per l'articolo sul Fatto in cui spiegherà che Padre Pio non era nessuno in confronto a Grillo, l'AD dell'azienda del piumino col marchio in evidenza (gomblotto multinazionale!) telefona al volo alla moglie per dirle di correre in magazzino a verificare se sono pronti a reggere lo Tsunami di richieste, Grillo ride, Grillo ride, Grillo ride e con la matita copiativa indelebile che ha preso al seggio tatua sulla schiena del Grillino qualifica "Eunuco Staffetta" il post del giorno dopo, con le direttive che la folgorazione datagli da ciò che gli ha restituito lo schermo gli ha suggerito.

Poche settimane dopo è il grande giorno: centosessantatrè persone entrano in parlamento indossando quel piumino, sfilando davanti a quella che con ogni probabilità sarà la muraglia di giornalisti più grande che il paese abbia mai visto raccogliersi, al punto che per trovare un precedente paragonabile si dovrà andare indietro fino ai giorni in cui la tragedia di Alfredino (per i Grillini: il solito link) cambiò per sempre, rendendo da quel giorno in poi impossibile stabilire ogni volta quale sia l'uovo e quale la gallina, il rapporto tra televisione e psicodramma.
Manda loro esattamente quello che le telecamere ingenuamente pensavano di potergli imporre e cioè l'immagine di centosessantatrè cloni di Grillo.
Loro erano lì per (di)mostrare quello, lui avrà dato loro la verità prima che loro potessero iniziare a crearla, la procedura andrà in cortocircuito e imploderà, il web testuale diverrà unico canale di informazione considerato autorevole perché avendo tolto alla realtà visiva l'autoevidenza l'avrà resa inefficace, lui sarà Imperatore del Mondo.