6 giugno 2014

La storia siamo noi


Una delle fortune che la mia generazione ha è quella di essere a cavallo di due periodi storici che in termini di quantità (e intensità) di evoluzioni sociali e politiche prodotte sono distanti anni luce.
Noi quarantenni abbiamo un’età che ci rende capaci di analisi approfondite sul nostro periodo contemporaneo, poggiate sul risultato che solo anni di letture e di confronti documentati possono dare come fondamenta, e contemporaneamente abbiamo ancora a disposizione chi ha vissuto in prima persona il periodo precedente dal quale ascoltare le testimonianze dirette di ciò che la prossima generazione di quarantenni potrà solo leggere sui libri.
È inebriante, perché questa doppia disponibilità di fonti permette di prendere le proprie analisi sulla storia contemporanea e incrociarle con le testimonianze dirette del periodo precedente che questa storia contemporanea l’hanno generata.
Io non so se tutti i miei coetanei si rendono conto di quale fortuna sia, ma soprattutto mi spiace che la prossima generazione potrà contare solo su di noi quarantenni di oggi, per farsi raccontare un periodo attuale che di interessante non ha poi così tanto se messo a confronto con i decenni ‘50/’80.
Quando un dodicenne di oggi tra una ventina d’anni chiederà a me sessantenne di raccontargli come si è arrivati alla realtà del 2035, io avrò da raccontargli al massimo di un tizio con i capelli d’asfalto che aveva candidato una con due tette da paura, di un comico che si era inventato un esperimento sociale che un giorno gli sfuggì di mano, di riunioni segrete che faccio con i miei clienti nelle quali vengo messo al corrente di cose che pur detonanti non sposterebbero un capello se rese pubbliche.
Io al contrario oggi ho a disposizione in presa diretta una famiglia che ha attraversato una storia incredibile che ha davvero rivoluzionato, anzi costruito, il paese di oggi e alla quale posso chiedere di raccontarmi, di dirmi di più, di togliermi dubbi, di riempirmi caselle altrimenti impossibili da riempire.

Stasera per il compleanno ho ricevuto diverse belle cose, tutti pensieri semplici ma per la prima volta dopo tanto tempo davvero ma davvero pensati guardandomi dentro.
Ciascuno ha pensato a me prima di scegliere il regalo e per questo ciascuno mi ha davvero regalato qualcosa che parla non tanto di me quanto di quello che vorrebbero io avessi.
Una bottiglia di vino con due bicchieri è un regalo bellissimo perché è un augurio bellissimo, tre foto con la scritta sotto “Famiglia” sono la cosa più vicina all’idea di famiglia che i tre ritratti in quelle foto oggi possono trasmettermi, la biancheria intima più semplice è il pensiero pulito più semplice e su questo poi ci scriveremo una filippica dedicata perché dietro una maglietta bianca c’è un mondo che pochi possono racchiuderci dentro.
In mezzo a quei regali me n’è arrivato uno che nessuno aveva incartato perché nessuno pensa che per me sia tale.
Quel regalo è un racconto.

Una delle fortune che la mia generazione ha, dicevo, è quella di avere accanto persone che la storia l’hanno fatta davvero e una di queste persone stasera era a tavola con noi.
Mia nonna e i suoi fratelli sono tutti passati da quelle che in quegli anni erano le principali aziende, come quasi tutti i calabresi di quella generazione diventati torinesi negli anni della grande migrazione.
La fortuna che io posso vantare è che quasi tutti loro hanno fatto percorsi storici importanti.
Allora stasera il regalo involontario è stato Zio Peppe e il suo racconto.
Zio Peppe è uno di quelli che nella Marcia dei Quarantamila stava in testa.
Uno di quelli che quella marcia l’hanno organizzata, non di quelli che ci si sono solo accodati.
Ora io a un quindicenne di oggi non saprei come spiegare che fortuna sia avere a tavola uno di quelli che negli anni di piombo era un quadro Fiat, uno di quelli che in quei mesi a casa la sera ci tornava scortato dai carabinieri, uno di quelli che in una stanza e poi in un teatro e poi in una città decise che era giunto il momento di cambiare il corso della storia.
Se glielo spiegassi probabilmente alzerebbe le spalle pensando che anche lui sul blog ha fatto la citazione del partigiano che combatteva il fascio, penserebbe che anche lui ha il nonno che si è salvato dalla prigionia.
Non capirebbe la differenza tra l’aver davanti un partigiano o uno degli enne milioni di italiani e italiane che in diversa maniera realizzarono la Resistenza, un sessantottino, uno degli enne mila che hanno occupato le università, e l’aver davanti uno di quelli che hanno deciso la marcia dei quarantamila.
La differenza sta nel fatto che un partigiano è un elemento di una lotta collettiva così spersonalizzata che la condivisione degli obiettivi non era un presupposto necessario e quindi comune a chi si trovò a combatterla, tra i partigiani ci furono anche quelli che semplicemente compresero con sufficiente anticipo che quella sarebbe stata la parte che avrebbe vinto; uno degli organizzatori della marcia dei quarantamila è una persona che ha cambiato davvero personalmente il corso della storia, in una maniera così individuale che, raccontava, persino loro furono increduli di fronte alla dimensione del sostegno che la città offrì loro lungo quella strada che nei loro programmi erano pronti a percorrere in un numero venti volte inferiore a quello di coloro che si apprestavano ad affrontare.
"Non eravamo quarantamila" ha detto "eravamo quattromila, il resto fu la città che ci rese dieci mila, poi venti mila, poi quaranta mila".
Ma cos'è un racconto così, se non un regalo.

E allora per mezz’ora è stato tutto un suo raccontare e un mio chiedere, dettagli, conferme, stupore, incredulità.
Perché fu fatta quella marcia, chi erano i veri destinatari del messaggio (io lo sapevo, ma era solo deduzione frutto di letture e riflessioni successive, sentirselo confermare in prima persona è una cosa enorme), il ruolo del sindacato in quegli anni, Berlinguer in quei giorni, il vero Berlinguer, cosa succedeva nei locali delle catene di montaggio, come si agiva su persone e macchinari, chi gestiva davvero i picchetti ai cancelli, ma soprattutto il vero cuore di quella questione, il nome che io aspettavo venisse fuori perché unica conferma che aspettavo in mezzo a notizie al contrario per me nuove e sul quale non a caso appena uscito ho fermato la divagazione per concentrarsi su quello: le Brigate Rosse.
Un fiume.
Chi erano, quanti (esattamente) erano, dove stavano, chi li copriva, come si muovevano dall’interno del sistema per ottenere i loro risultati sull’esterno, perché erano coperti, la questione RSU, chi erano quelli che le gestivano, come funzionavano gli scioperi e chi in realtà li gestiva e controllava, perché si decise di togliere quella copertura, il giorno esatto in cui si decise che quella copertura dovesse cessare, come avvennero esattamente gli arresti e non in senso politico ma tecnico, in termini di procedure di polizia studiate perché fossero efficaci e definitive al millimetro di ogni singolo nome, stavo in un film in presa diretta, un fiume, un fiume enorme e incredibile, la storia toccabile con mano a un metro da me, non la verità perché la verità in assoluto non esiste, ma qualcosa che certamente le si avvicinava così tanto da rendere quasi superfluo il bisogno di battezzarla come tale.
Chi se ne frega di come la si vuole chiamare, quella mezz’ora ha avuto la forma che più ha il senso della verità, della storia recente e intensa di questo caotico paese.

Io stasera ero a tavola con una delle persone che hanno realizzato la fine, concreta e non teorica, delle Brigate Rosse.
Non lo so, sono elettrizzato e non so come spiegare a un quindicenne che roba enorme sia potergli parlare, fare domande, toccarlo, averlo contemporaneo e a disposizione della fame di sapere il retro della storia.
Soprattutto non saprei come spiegargli, a prescindere dalle proprie personali posizioni politiche, che impoverimento sia questa ormai diffusa abitudine di ridurre la storia passata e presente di questo paese fino a farla entrare dentro un tweet, semplificando tutto, i buoni di qua i cattivi di là, gli onesti tutti capelli biondi i ladri tutti capelli mori, flussi sociali e storici che hanno cambiato la storia di intere nazioni ridotti a frasi che stanno dentro due righe di citazione da diario, modificazioni tali da cambiare il pensiero umano semplificati fino all’estremo solo perché diventino comprensibili da chiunque non abbia mai aperto un giornale, un libro ma ugualmente vuole spiegare il mondo, anche quel mondo.
Non saprei come spiegargli la bellezza della complessità, forse l’unico aspetto della storia politica di questo paese la cui bellezza dovrebbe essere condivisa da entrambi, da chiunque se ne dica appassionato, affascinato, e quanto al contrario questo ridurre tutto a codice binario 0-1, anche e persino periodi storici talmente complessi che resterebbero tali persino se si riuscisse davvero a ridurli a sintesi 0-1.
Come faccio a spiegare a un quindicenne che non importa se pensa che sia giusto o meno il suo pensiero ma che è fondamentale non abbandoni mai il fascino di esplorarne la complessità, quanto abbia da guadagnarci lui stesso se non cede alla tentazione di ridurlo fino a banalizzarlo?
Che non esistono complotti, esistono storie conosciute e storie con caselle ancora da riempire, che quando non conosci una storia non devi risolverla attribuendola ai servizi segreti ma devi inseguirla senza mai  accontentarti di meno che la risposta più semplice tu abbia la fortuna di poter ottenere, ma devi fare la domanda e farai la domanda solo vivendo ogni giorno con la certezza che la risposta definitiva non ce l'hai perché semplicemente non può esistere.

Stasera Zio Peppe mi ha detto chi diede l’ordine, fu tale, fu gerarchico infatti.
Gli ho chiesto di ripetermelo perché temevo di aver capito male.
Ma come si può non essere appassionati di un mondo tanto complesso da eliminare il confine tra buoni e cattivi non perché siano tutti uno o l’altro ma semplicemente perché quel parametro non è complesso abbastanza da essere sufficiente per raccontare una storia così articolata da essere disegnabile, e questo solo se proprio la si vuole rappresentare in maniera visiva, solo a forma di frattale, ogni risposta genera altre dieci domande e ognuna delle dieci risposte ne genera altre dieci in un flusso inarrestabile e infinito?
Come si può pensare di aver capito, di aver capito tutto?
Non è fisicamente possibile capire tutto, si può solo continuare a correre dietro alla nuova domanda ed è affascinante farlo molto più di quanto possa dare piacere la ricezione di una risposta.

Ma che bel compleanno.
Passato a parlare di morti, di alberi, di terrorismo, di come si produce l'olio, di vita reale, di cose vere e i regali consegnatimi da due bambini che un giorno magari scriveranno che la sera del loro quarantesimo compleanno io settantenne avrò raccontato loro una vita pazzesca fatta di lotte e di azzardi, di scommesse e di vittorie. 
Glielo auguro, perché se avverrà vorrà dire che tra trent'anni saremo sempre noi, che a sua volta vorrà dire che stasera a quel tavolo io ero certamente felice ma non ero il più felice, che a sua volta vorrà dire che è stato proprio un bel compleanno.

Adesso però è ora di andare, ché anche le storie semplici, quelle che non vogliono cambiare il mondo ma solo il modo, contengono bellezza.



70 commenti:

  1. Risposte
    1. Anonimo14:00

      :)

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    2. Anonimo16:39

      Bruno, di Livorno cosa mi dici?
      hai già festeggiato con lo spumantino ?

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    3. Anonimo19:44

      Fortunatamente per l'anonimo delle 16.39, gli elettori italiani hanno fatto in modo che potesse fare la sua battutina idiota citando una sola città, appunto Livorno, invece che decine e decine di città. Che l'anonimo, dunque, ringrazi gli italiani se per scrivere il suo messaggino-scoreggetta gli bastano i 2 secondi necessari a scrivere "Livorno" invece che i 5 minuti necessari a compilare un lungo elenco di città con cui sfruculiare Broono....

      Mark Sentieri

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    4. Anonimo21:56

      Ehi Mark, sei poco informato, Livorno non è una semplice città come le altre, è una roccaforte...o meglio era una roccaforte...eh ..eh..eheheheeh (risata idiota)
      Espugnata!

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    5. Stamattina mi sono svegliato a Bologna, ora sto andando a letto a Milano perché alle 5 di domattina ho un aereo per Budapest, comprenderai che nella lista delle tante cose che io e te non condividiamo, in questo momento puoi tranquillamente metterci anche l'entusiasmante rivoluzione livornese.
      Abbi pazienza e appena avrò piú di 5 minuti consecutivi liberi ti rispondo.

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  2. Anonimo23:50

    i commenti scomodi li cancelliamo come un apeppecrillo qualsiasi?

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    1. Spiace, qui il giochino di far credere che io cancelli i commenti giocando sul fatto che l'assenza di un commento "ipotetico" sarebbe la prova del mio averlo cancellato non funziona.

      Che commento avrei cancellato, di preciso?
      Al di là del mio non averlo mai fatto in 13 anni e non inizio certo ora che i commenti degli M5S sono la miglior prova del livello medio e che quindi abbia più da guadagnarci dal lasciarli che dal toglierli, intendo, cosa diceva il prezioso commento che secondo te avrei sottratto all'interesse generale?

      Perché poi la conosco la tecnica, non che non la conosca.
      Entri in un posto e denunci di esser stato zittito, così non potendo dimostrare l'argomento perché appunto sarebbe stato cancellato, quell'argomento secondo questa tecnica vincerebbe la qualità di "dirompente" senza bisogno di scriverlo dato che se non lo fosse (stato) non sarebbe stato cancellato.
      Uh...la rete è piena di questa roba elementare qui.

      Ma io sono generoso e ti lascio di nuovo la possibilità (mentre vado a controllare nei commenti spam dove probabilmente lo troverò) di esporre al mondo le tue dirompenti argomentazioni.
      Quindi vai, scatenati, cosa avevo cancellato?

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    2. Nel frattempo ho controllato: non ci sei nemmeno tra i commenti congelati come spam e messi in attesa di mia approvazione.

      Resta quindi solo la spiegazione giochino d'asilo.
      Qualcuno che abbia compiuto i 17 anni tra voi c'è?

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  3. Pietro18:07

    Ah Broo, che non te sei più ripreso dopo lo sganassone de livorno?

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    1. Per te la risposta è sotto, insieme a quella all'amico tuo.
      Facciamo che prendo due piccioni con una fava e ci vediamo al prossimo giro.

      Idem se al prossimo giro doveste chiamarne altri: rispondo personalmente dove c'è motivo di farlo, perché dove al contrario c'è solo il gruppello che si organizza per andare a rompere le palle in giro, me la cavo con risposte cumulative ed è già tanto.

      Se la cosa dovesse minare la vostra personale autostima risolvetevela altrove.

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  4. Anonimo22:08

    Da Budapest se ci vuoi commentare anche l'espulsione di Corradino Mineo...
    Grazie

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    1. Da Budapest no, se permetti avevo altro da fare, ma da casa certamente sì:

      "adesso, dopo averlo votato, dobbiamo solo capire come liberarci anche di Renzi"
      (auto-cit)

      Se vuoi sapere altro chiedi pure.

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  5. Suggerimento spassionato:

    http://www.simpsonitastreaming.altervista.org/stagioni/stagione-10/10x21-monty-non-puo-comprare-amore.html

    (min. 11.05-11.13)

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    1. ahahaha
      ma perché solo da 11:05...anche prima: c'è anche l'assegnone.
      In tutta la campagna elettorale è stato tutto un distribuire assegni di cartone, vogliamo perderci un momento di così alta qualità politica?

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  6. Anonimo22:33

    @Broono, il gatto ti ha mangiato la lingua?

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  7. 'nchia...ma può essere che uno non si possa allontanare un attimo, che subito le truppe grilline si sentono perse?
    E voi dovreste governare una nazione?
    Dion, tienimeli buoni un attimo che domani torno e facciamo un po' di ordine.

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  8. Io invece ho una domanda: ma quando dici sapere esattamente "chi diede l'ordine" a quale ordine ti riferisci? Ordine di arresto dei brigatisti in FIAT? O a cosa?

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    1. L'ordine di coprirli.
      Anzi, "custodirli" è più preciso.

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  9. Anonimo19:39

    Dai Bruno fa lo stesso..non sforzarti di argomentare...importante è che ti sia chiaro che anche tu sei in un partito padronale

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    1. Non mi sforzerò di argomentare, infatti, dal momento che la cosa si è rivelata piuttosto inutile le volte precedenti che ti ho offerto.
      Se proprio vuoi che ti risponda al limite lo posso fare con i numeri.

      Nei giorni successivi al 41% preso dal PD alle Europee contro il 21% del M5S, dalle "tue parti" è stato tutto un correre a sottolineare l'atomico peso dell'astensione come prova del fatto che quel 40% era null'altro che un 40% dell'affluenza al netto dell'astensione, quindi un risultato del quale c'era ben poco di cui gioire.

      Ora Livorno ha un sindaco M5S che ha prevalso al secondo turno dopo che al primo non aveva raggiunto nemmeno il 20%, riuscendo a ottenere al secondo turno una maggioranza non solo generata dall'appoggio di una lista a sinistra del PD, ma soprattutto in una giornata con la metà dei votanti in astensione.

      Praticamente su 137 mila elettori hanno votato in 68 mila, 36 mila dei quali hanno scelto Nogarin, numero nel quale sono confluiti voti che al primo turno non essendo suoi lo avevano lasciato a casa con un 19% di preferenze personali.

      Hai quindi un primo turno 40%. PD vs 19%: M5S e un secondo turno con un 47%: PD vs 50% M5S

      Facciamo finta che il margine tra il 19% al primo turno e il 50% al secondo non siano tutti voti esterni, perché sono buono, puoi tranquillamente fare una via di mezzo ipotizzando che i voti effettivamente di Nogarin al netto degli appoggi esterni non vadano oltre il 30%, che fatta 36 mila l'affluenza sono 10 mila, 15 mila se vogliamo essere generosi e assegnare a lui personalmente il 40% di quel 50 che ha mandato a casa il candidato PD.

      Tutto questo per dire che su 137 mila elettori, ha scelto Nogarin il 10% del totale.

      Ora non so nemmeno se sei arrivato fin qui, immagino ti sarai perso già al primo conto, ma la questione qui è molto semplice:
      Cosa dovrei argomentare, parlando con uno che il voto delle europee l'ha liquidato come di successo solo per chi vuole falsare la realtà ignorando l'astensione, mentre quando un sindaco M5S va in carica con il 10% dei consensi parla di "Livorno espugnata" o parlando con quell'altro amico tuo che lo ha definito "Sganassone Livorno"?
      Che il PD da Livorno non è stato mandato a casa dal M5S, appunto, ma dalle liste d'appoggio che al secondo turno hanno ribaltato il risultato raddoppiando i voti che da solo il M5S non era stato capace di attrarre al primo turno.
      E considerato che gli unici voti effettivamente espressione diretta sono quelli che vanno a votare sia al primo che al secondo, è ovvio che la differenza l'hanno fatta i voti che espressione diretta non erano.

      Questo il mio profondissimo commento all'affair Livorno.
      Spero ti basti perché più di questo non ti offrirò.

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    2. Anonimo08:02

      Ho seguito fino all'ultima riga e la tua analisi numerica è ineccepibile. Il punto però è un altro. Il pd è diventato un partito padronale, è sotto gli occhi di tutti. Brindare con lo spumantino per la nascita di un partito padronale è non tanto di cattivo gusto ma un bel po' sinistro ed inquietante.

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    3. Mi hai chiesto di parlarti di Livorno e ti ho parlato di Livorno perché avendomi tu chiesto di parlarti di Livorno parlarti di Livorno era l'unico modo per restare sul punto e non sentirti dire che il punto era un altro.
      Farlo fornendoti un'argomentazione ineccepibile era l'unico modo di farlo e così ho fatto.

      Che io fornisca ogni volta risposte diverse che riescono a essere ineccepibili è l'unica cosa che conta.
      Che tu riesca a tornare qui ennemila volte a scrivere sempre la stessa non è questione che mi riguardi, non occupandomi io per lavoro di curare i difetti cognitivi e i meccanismi di dissociazione altrui.

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  10. Anonimo10:24

    Bruno, i diversi anonimi ti confondono, non te ne faccio una colpa.
    Provo a mettere ordine riportandoti i miei due caustici (non ne ho scritti altri) interventi:

    -Dai Bruno fa lo stesso..non sforzarti di argomentare...importante è che ti sia chiaro che anche tu sei in un partito padronale-

    -Ho seguito fino all'ultima riga e la tua analisi numerica è ineccepibile. Il punto però è un altro. Il pd è diventato un partito padronale, è sotto gli occhi di tutti. Brindare con lo spumantino per la nascita di un partito padronale è non tanto di cattivo gusto quanto un gesto sinistro ed inquietante.-


    Guarda, ti voglio aiutare.

    Sostanzialmente sono due le cose di cui ti chiedo conto:
    a) la consapevolezza che il pd è diventato un partito padronale
    b) dato a) il sinistro cattivo gusto nel brindare per la svolta autoritaria

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    1. "Sì, certamente"

      http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=Jp__NLPdzDo#t=26

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    2. Anonimo11:30

      https://www.youtube.com/watch?v=8zl-sghlMbo

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    3. https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=RuW7JgYs_NY#t=60

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    4. Anonimo12:24

      Sei fortunato, non mi piace infierire.
      Prendo questo tuo modo simpatico di (non) rispondere come appunto una richiesta di non infierire e non lo farò.

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    5. Ero già fortunato prima, quando ti ho vinto come lettore affezionato.
      Doppiamente fortunato mi sembra onestamente troppo, ma si vede che è il mio anno.

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    6. Anonimo13:28

      Guarda Bruno, a me piace parlar chiaro.
      Capisco bene che sia per te più tranquillo "dialogare" con pochi fidati amici che condividono le tue stesse idee.
      Se non trovi i miei interventi opportuni per questo blog, basta che tu me lo dica, e come sono arrivato me ne vado.

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    7. No guarda, a parlar chiaro sono più bravo io:
      che tu voglia restare o andartene per me non fa assolutamente alcuna differenza.

      Che io parli con pochi fidati amici e che questi soprattutto condividano le mie stesse idee, è una delle tante supposizioni tue che nascono dai viaggi che ti fai da solo, che poi sono gli unici che ti appassionano.
      Ho passato giorni a leggere interventi sulla bottiglia in quella foto e ora sei tornato a giorni di distanza a parlare...della bottiglia in quella foto.
      Posso scriverti qualsiasi cosa, ma tu parli da solo e ti rispondi da solo, una relazione tra te e la tua vocina nel cervello che mi riguarda solo in termini di bersaglio che hai scelto per destinare le tue attenzioni del momento finché non ti stancherai.
      Se vuoi essere trattato da persona intelligente, inizia a presentarti come tale o almeno a provarci.
      A oggi non l'hai ancora fatto e quindi io mi muovo adeguandomi al livello.

      Non sono io che devo decidere se esternarti o meno il piacere di averti qui, sei tu che devi decidere se e quanto ancora avrai voglia di sforzarti di mostrare una forma che dissimuli la palese assenza di capacità di contenuti (al netto del tema "bottiglia" naturalmente, sul quale tu e gli altri due andate evidentemente fortissimi)

      Vuoi rimanere in attesa del prossimo post nel quale potrai ricommentare qualsiasi argomento come gancio per parlare della bottiglia?
      Liberissimo di farlo, io di trattarti come penso meriti.
      Vuoi levarti di torno perché qui non hai interlocutori all'altezza?
      Liberissimo di farlo, io di non disperarmi né sentirmi toccato dall'idea che hai di me che, immagino comprenderai, mi scivola abbastanza addosso senza lasciare particolari tracce.

      Vai dove senti il tuo livello gratificato, insomma, la porta per uscire è la stessa che hai usato per entrare

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    8. Anonimo14:50

      Ho letto con attenzione il tuo lungo intervento.

      Pur non condividendone la maggior parte..ok ho deciso che rimarrò ancora un po', senza necessariamente scrivere...magari anche solo leggendo...

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    9. ... e con questa sei addirittura triplamente fortunato!
      Al tuo posto, se stessero capitando a me tante e tali botte di culo consecutive, controllerei di aver già redatto e convalidato il testamento.

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    10. Bruno, non capisci: l'ossessione per la bottiglia è dovuta al fatto che gli hai rubato sia il brindisi che il "selfie".

      Oppure che il nostro (no, vabbe': non te lo voglio rubare... si fa per dire) anonimo in realtà è Scanzi, che sperava in una vittoria del M5S per fare il salto di qualità.

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    11. Sì sì fate gli spiritosi voi due...
      Intanto mentre io mi ammazzavo di fatica in quel paradis...ehm...in quell'amena cittadina tristA e mal frequentata di nome Budapest e qui i nuovi amici davano un party pisciandomi suo divani, voi non è che me li avete intrattenuti, no, macché, devo tornare io e sistemare la rumenta, ché qui o ci penso io o nessuno!

      Ah...gli amici.

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    12. Vedila così: adesso non hai più bisogno di cercarti dei nemici...

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    13. Eh, se non te ne sei accorto è già praticamente estate, e col caldo porco dei giorni scorsi le scorte di insetticidi nei supermercati erano già andate a ruba. Non è che potessi imbracciare lo scacciamosche e spiccicarli uno per uno al primo frinire...

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  11. Anonimo16:19

    @jake
    @Dion

    Non sono nemico di Bruno, anzi, dal tono dei miei commenti non si può non evincere la stima nei suoi confronti

    In ogni modo Bruno non è stato in grado di rispondermi, volete provarci voi?

    Sostanzialmente sono due le cose di cui vi chiedo conto:
    a) la consapevolezza che il pd è diventato un partito padronale
    b) dato a) il sinistro cattivo gusto nel brindare per la svolta autoritaria

    Cosa mi dite?

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    1. a) "Partito padronale" è quello in cui c'è un padrone che l'ha fondato, ne possiede il marchio e lo dirige autocraticamente fin dall'inizio, senza mai cedere il potere se non costretto da una manovra di palazzo (la tradizione prevede l'uso di pugnali, lanci da finestra, bombe in una valigetta, ecc., ma in genere viene comunque lasciata libertà di espressione).

      Quando potrai dimostrare senza arrampicate sugli specchi che 1) Renzi ha fondato il PD, 2) Renzi possiede il marchio del PD e 3) Renzi si è autonominato segretario del PD, allora prenderò in considerazione la tua ipotesi.

      Dato a), b) perde di significato.

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    2. A parte il fatto che Bruno t'ha ampiamente risposto, e, se avessi voluto/ potuto intendere (intelligenti pauca...), l'aveva anzi già fatto col commento "Adesso, dopo averlo votato, dobbiamo solo capire come liberarci anche di Renzi", scritto in occasione delle Europee e significativamente ricopiato qui sopra in risposta a chi gli chiedeva di commentare "l'espulsione di Corradino Mineo", eccoti qui di seguito la mia risposta:

      a. Certo, E ALLA BUON'ORA. Ché io, a differenza di Bruno (per la serie "pochi fidati amici che condividono le tue stesse idee", eh!), sono un berlusconiano d'acciaio pure discretamente spregiatore della democrazia (al più, platonicamente, la posso ritenere il male minore, in assenza di personalità capaci di reggere da sole il timone del Paese): cento cervelli inetti o mediocri non ne fanno uno buono, quindi il potere è giusto che sia detenuto da quello col cervello ben funzionante, e che gli altri gli siano sottoposti. Finora a capo del Pd erano sempre stati perfetti imbecilli, anche benintenzionati eh (Bersani mi stava pure simpatico, ma sempre un simpatico inetto era), ma sempre alienati rispetto alla realtà contemporanea, con un piede incastrato nell'Ottocento (il secolo) e con l'altro in Novecento (il film). Renzi non conosce evidentemente un cazzo di politica, e non condivido praticamente niente di quello che propugna, ma è il primo ad aver capito qualcosa dell'intima umanità dei suoi connazionali, come prima di lui solo Berlusconi (Grillo è bravo a intercettare le simpatie degli incazzati, ma gli incazzati ci sono ovunque, e non sono certo assimilabili agli italiani tout court: l'italiano vuole essere rassicurato, non agitato), e grazie a questo sta raccogliendo caterve di voti "sulla fiducia" come prima di lui solo Berlusconi nel 1994 ("sulla fiducia", appunto: con la differenza che poi Berlusconi è riuscito a cavalcare la tigre con alterne fortune per una ventina d'anni, evidentemente riscuotendo anche consensi per quanto nel frattempo fatto "sul campo", mentre Renzi finora è ancora una "brillante promessa" lanciato a tutta velocità verso la qualifica di "solito stronzo").

      b. E te credo, che Bruno, simpatizzando Pd, ha brindato: dopo decenni di mezze seghe gli capita un leader che può portare per la prima volta nella storia d'Italia la sinistra al governo con una maggioranza parlamentare più che decorosa, e che altro dovrebbe fare, se non brindare (a parte il fatto che lui credo abbia brindato più per la relativa sconfitta di Grillo che per la vittoria di Renzi)? Renzi sta sul culo a me come a te perché è il primo, vero, grande ostacolo all'affermazione del nostro partito e del nostro leader di riferimento (a ciascuno il suo), ed è ovvio che entrambi gufiamo perché gli instancabili compagni del Pd si decidano quanto prima a segargli le gambe (Run, Mineo, run!), ma pretendere che un simpatizzante Pd si rammarichi del fatto che il suo partito abbia finalmente una guida solida, salda, scaltra e intelligente mi parrebbe un po' troppo, non credi?

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    3. Anonimo12:44

      Dion, la mia considerazione è molto semplice: ha senso brindare per la vittoria del tuo partito anche se già sai che tutto il merito è da attribuire al suo leader ..di cui ti vuoi subito liberare?

      Lo colgo solo io il controsenso?

      Anche perchè Bruno, da persona intelligente quale è, non può non sapere che il giorno in cui se ne libera si tornerà al mediocre 21% col solito mediocre segretario di partito che deve gestire le diverse mediocri correnti....

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    4. Allora: prima il problema - per te - era il fatto che avesse brindato nonostante la deriva "padronale" del partito, adesso è il fatto che abbia brindato nonostante se ne voglia già liberare?
      Il punto è che Bruno, certo a differenza mia, è pur sempre un veterocomunista vecchio stampo (a occhio, press'a poco alla Mineo), quindi non fa a tempo a godersi quei cinque minuti di vittoria, e di brindisi, che già gli subentra la sindrome della rivoluzione d'ottobre, e incomincia a pensare a come far secco lo zar. Non c'è contraddizione: è la natura (suicida e masochistica) del vero idealista di sinistra, nel proprio intimo sostanzialmente anarchico. In fondo, la differenza fondamentale, e storica, tra Destra e Sinistra sta proprio qui: tra l'idealizzazione di una forma alta e forte di potere al vertice dello Stato (nelle sue varie declinazioni storiche di Re, Duce o Presidente), per la Destra, e l'idealizzazione del sovvertimento di ogni vertice, per la Sinistra. Conseguentemente, al netto di valutazioni di merito, il destro è ben contento quando la sua parte conquista ed esercita il potere, mentre il sinistro, al di là di un iniziale moto di soddisfazione (con annesso brindisi) per la vittoria conquistata, e soprattutto per la sconfitta inflitta all'avversario (che sia la parte storicamente avversa, la Destra appunto, o una parte terza e contingente, come in questo caso Grillo e i suoi), comincia quasi subito a provare insofferenza per il (proprio) vincitore, e a desiderare di rovesciarlo.
      E' un po' come nell'arcinota storia della rana e dello scorpione: sembra un atteggiamento insensato e contraddittorio, ma è semplicemente la loro natura.

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    5. Anonimo13:38

      Ora mi è tutto chiaro!
      Grazie del tempo dedicatomi Dion!

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    6. Mo'...però...un attimo...
      Cioè io già ci metto i secoli a spiegare venti volte la stessa cosa a questo qui per cercare di farlgi capire cosa rappresentasse quella foto, se poi ti ci metti pure tu che mi riporti indietro alla casella di partenza senza passare da Imprevisti e Probabilità, con in più l'autorevolezza di chi mi conosce, capisci che diventa davvero senza uscita la cosa!

      Allora, facciamo ordine.

      Cosa rappresenti quella foto al nostro amico l'ho spiegato più e più volte sia qui da me:

      http://ilmiomanifesto.blogspot.it/2014/05/aeiouipsilon.html?showComment=1401102451158#c1678861367921949285

      che da Leonardo

      http://leonardo.blogspot.it/2014/05/palla-al-centro-cinquestelle.html?showComment=1401191439302#c2015466596991176031

      dove la questione ha avuto inizio e il nostro nuovo amico ha avuto appunto modo di leggere in altre venti volte diverse la questione che, ugualmente, continua a riproporre identica nonostante in quel commento da Leonardo fosse spiegata in maniera comprensibile da un bambino di terza elementare.
      Da lì appunto il mio considerarlo non tanto per quel che è, quanto per quello che ama offrire di sé e cioè una capacità di comprensione che o è veramente bassa o è mostrata tale solo per poter continuare a fare opera di stupido disturbo.

      Per quanto riguarda il mio giudizio su Renzi e sul PD, vale quanto ho scritto ben due anni prima di questa enorme vittoria alla quale avrei brindato in quanto "simpatizzante PD":

      http://ilmiomanifesto.blogspot.it/2012/12/leviamo-un-po-di-polvere.html


      Lui è arrivato ieri e ok, non è che possa essersi passato l'archivio di anni, anche tenendo presente che non considera manco quello che gli scrivi due giorni prima figurati ciò che non ha nemmeno letto.
      Ma tu al contrario mi leggi e quindi se ora mi presenti come quello che ha legittimamente brindato alla vittoria del "mio" leader nonostante quale sia la mia idea del PD e soprattutto di Renzi sia qui nero su bianco da sempre, capisci che io da 'sta cosa non ne esco più.

      E quindi facciamo che io adesso questa questione "brindisi" la considero chiusa.
      Le spiegazioni le ho date in ogni posto possibile e ogni modo possibile, i link a ogni post chiuda le possibili ipotesi che potrebbero far pensare io abbia brindato alla vittoria ora stanno pure qui.
      Più di questo onestamente non saprei cosa fare ma nemmeno ho voglia di mettermi a farlo, perché finché era solo lui potevo rtagionevolmente pensare appunto alla doppia ipotesi ritardato-o-troll, ma se ora ti ci metti pure tu a dargli le argomentazioni, 'sta cosa la porterà avanti ancora qualche decina d'anni.

      Io credo che cosa pensi del pd e di renzi sia chiaro, a cosa stessi brindando l'hanno capito pure i sassi, per me la questione è chiusa e non risponderò oltre, ogni volta che ritornerà.
      Perché è chiaro che ritornerà, il meccanismo del disturbo funziona esattamente su questo principio, ma onestamente se sono riuscito a tenermene fuori per anni non inizio certo adesso a fare quello che ci casca.

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    7. Pignolo. E' vero, ho semplificato brutalmente sulle tue simpatie politiche (ma poi ho parzialmente rettificato qui riconoscendoti "veterocomunista"), e ricordo bene quello che scrivesti varie volte del Pd e di Renzi, ma, anche alla luce delle tue precisazioni, non mi sembra che la mia spiegazione (pur molto schematica, appunto) sia andata troppo lontana dal vero.
      Ho scritto che hai brindato più per la sconfitta di Grillo e dei suoi che per la vittoria del Pd, o no? Se non era per Grillo era per Travaglio e la banda del Fatto (non avevo letto quei due pezzi), ma sempre un brindisi "antagonistico", contro i grillini, più che "agonistico", per il Pd, resta.
      Ho scritto che vuoi liberarti di Renzi perché, una volta usatolo con successo come testa d'ariete contro i grillini, ti risulta già troppo ingombrante, o no? Abbiamo capito, l'hai votato "turandoti il naso", appunto come voto "negativo" (o antagonistico), ma resta il fatto che l'hai votato, quindi fai poco il figo a far vedere che tu Renzi l'avevi sempre schifato, perché io ho sempre schifato Alfano e non lo voterei manco se fosse l'unica alternativa di una fantomatica elezione (da incubo) "O Alfano o Vendola", e manco se Berlusconi "abdicasse" ufficialmente in suo favore sfiorandogli la spalla con lo spadone all'interno del mausoleo funebre di Arcore. E tu invece, dopo aver scritto che "Renzi no, anche le torture hanno un limite sopra il quale si cede"...

      Quindi, ti piaccia o no, a 'ste elezioni il Pd è stato il tuo partito, e di conseguenza Renzi il tuo leader. Spiace rimarcarlo, ma pure tu hai perso la tua verginità: l'importante è che ne sia valsa la pena.

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    8. Ecco, allora mettiamola così:
      Il parallelo non va fatto con Alfano, perché per te risulterebbe comunque il leader della "tua" parte, ma con Berlusconi.
      Nel senso che il mio voto è andato al PD non in quanto partito "mio" ma in quanto unico voto in grado di tirare la legnata necessaria a un M5S che se questa volta avesse raggiunto quanto si era proposto, sarebbe stato inarrestabile nella devastazione che avrebbe sentito il diritto di portare in ogni angolo di paese raggiungibile.
      Il parallelo con Berlusconi sta nel fatto che se fosse stato forte come un tempo e il PD il solito PD, io questa volta avrei votato Berlusconi e poi avrei fatto una foto identica con un'identica bottiglia.
      Con la differenza che tutto il discorso che hai fatto non avrebbe più avuto una base logica.

      Fosse stato Salvini quello in grado di levare a Grillo i suoi propositi di marcia sul quirinale, avrei votato Salvini.
      Sarebbe stato per questo il mio leader e la Lega il mio partito?
      Si vota anche per esprimere una volontà, mica solo per sostenere il partito che si vota.
      Questa volta la mia volontà era di fermare Grillo e in quella direzione ho votato nell'unica maniera possibile, là dove fermare non si intende rispetto ai 17 scappati di casa che hanno vinto il grattaevinci di bruxelles che grazie a me prenderanno l'aereo insieme alla Moretti, ma ciò che sarebbe successo il giorno dopo all'interno dei confini nazionali.

      Quando si dovrà votare per le politiche, Renzi sarà candidato e me lo vedrai votare, allora il tuo discorso avrà validità.

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    9. Anonimo16:30

      ...sarò anche ritardato ..ma...a giudicare dal selfie con lo spumantino ne è valsa la pena:)

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    10. dimenticavo:

      "vuoi liberarti di Renzi perché, una volta usatolo con successo come testa d'ariete contro i grillini, ti risulta già troppo ingombrante, o no? "

      No, appunto.
      E' quel "già" il nodo sul quale perdi il punto.
      Dire che io lo consideri "già" troppo ingombrante presuppone un "pre" nel quale non lo considerassi tale o un "post" da me ipotizzato come sicuro ma non così vicino in termini temporali.

      Niente di tutto questo.
      Per me Renzi era pessimo prima, è pessimo oggi e sarà pessimo domani.
      In questo senso e per essere ancora più chiaro ti rubo quel "già" ma lo uso riferito al passato e non al presente: era "già" ingombrante prima di diventare segretario.
      Figurati oggi.
      Figurati domani.

      Il brindisi non era quindi antagonistico nemmeno contro i grillini perché non c'era proprio niente da festeggiare guardando l'esultanza di Renzi per quel 41%, ma contro Travaglio, appunto, come spiegato nel commento da Leonardo che non avevi letto.
      Persona che ritengo pericolosa quanto Renzi e quanto Grillo e che metto in terza posizione solo perché giornalista e non politico, perché se fosse politico lo vedresti slittare nella mia personale classifica in prima posizione, dal momento che ritengo sia Renzi che Grillo (e qui sta il tema sollevato nel post di due anni fa rispetto alla possibilità di averli entrambi nel medesimo periodo "culturale") entrambi prodotti resi possibili solo grazie al lavoro culturale che gente come Travaglio ha fatto negli anni precedenti, stendendo loro un tappeto di fertilizzante sul quale sarebbe cresciuta qualsiasi pianta carnivora avesse avuto sufficiente spregiudicatezza, fame di potere e capacità di utilizzo dei lati peggiori delle persone da capitalizzare il tutto con una facilità e una dimensione che senza l'opera "travaglio" non sarebbe stata possibile.

      Non è Grillo che ha creato Renzi, come amano latrare i grillini.
      E' Travaglio (il "mondo Travaglio") che ha creato sia Grillo che Renzi.

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    12. No, vabbè, Renzi l'ha creato Berlusconi, checcazzo. Su Travaglio/ Grillo, concordo.

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    13. Sì, ne è decisamente valsa la pena e il caos mentale nel quale è precipitato il M5S dal 26 in poi è la miglior prova della necessità di quella scelta.
      Se togli loro le immagini di conquista dell'impero, marcia su roma, assalto ai palazzi, processi di piazza, giustizia in mano al popolo e comando della galassia, non avendo alcun progetto politico definibile tale hai tolto loro ciò che li tiene in vita.
      Oggi infatti sono cappello in mano a chiedere di essere considerati un pochino, gli stessi che nemmeno venti giorni fa erano pronti ad assaltare il quirinale al grido di "L'italia siamo noi".
      Serviva creare le condizioni perché si rendesse evidente l'assoluta inesistenza del loro progetto politico o, in alternativa, il fatto che quello che loro definiscono tale è talmente lontano dalle caratteristiche che ha un progetto politico, che lo possono cambiare ogni giorno radicalmente a seconda di dove tiri il vento, senza che si sposti un capello nei suoi sostenitori.
      E e quello si è creato.
      E il giorno dopo è saltato tutto.
      Grillo è corso a destra, Di Maio è per la collaborazione con il PD, Renzi è diventato il "premier legittimato dal voto popolare" dopo un anno a rompere i coglioni con il suo essere PdC senza la legittimazione del voto popolare e oggi improvvisamente lo è senza che né ieri né oggi sia dovuto passare attraverso alcun voto popolare, i parlamentari hanno improvvisamente scoperto di avere una lingua, del voto su Farage si è parlato per 20 minuti e poi tutti a correre a parlare dell'incontro col PD così che alla scadenza quando il gruppo non si potrà più creare ci sarà già il nuovo argomento a far dimenticare il tutto, prima di andare a parlare con Renzi 'sta volta Grillo lo legano a una sedia molto lontana da roma, Pizzarotti lo sfida un giorno sì e l'altro pure a fare la voce grossa e ogni giorno è tutto un precisare che no no no è Casaleggio che ce l'ha con lui mica Grillo mica il M5S mica il mondo e via così, da tre settimane sono delle trottole impazzite che non sanno dove girarsi per poter continuare a far credere di essere dirompenti, determinanti, atomici e definitivi.
      Sono rimasti giusto i lettori del Fatto a rispondere a ogni notizia con il tono di chi sta vincendo tutto e costringendo tutti a piegarsi a loro, il resto del paese ha capito chi sono e quanto valgano in termini politici.
      Ah sì, è rimasto anche Scanzi, ma anche lui in questi giorni è corso a parlare di calcio, argomento del quale evidentemente si intende di più.


      A margine: quello non è un selfie.
      è vero che ormai il termine "selfie" lo usano tutti, dai giornali alla tv, come sinonimo di fotografia, ma è un errore dato semplicemente da questa mania che hanno i media di impadronirsi di ogni termine "gggggiovane" per poi usarlo come virgole in ogni occasione possibile senza star lì a fare troppo i sofistici sul suo essere il termine corretto o meno.

      "Selfie" è sinonimo di Autoscatto, non di fotografia.
      E quello non è evidentemente un autoscatto.

      Così, per amor di precisione.

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    14. Allora mettiamola così:
      Berlusconi ha creato Renzi, ma senza l'opera di Travaglio che ha creato Grillo Renzi non sarebbe arrivato dov'è, essendo arrivato dov'è arrivato solo grazie al fatto che il PD (e Berlusconi) ha capito che senza un contro-grillo altrettanto capace, l'M5S avrebbe davvero preso il 70% del parlamento.

      Quindi, magari indirettamente, sempre colpa di Travaglio è.
      Che così come ha consolidato l'antiberlusconismo, oggi ha consolidato l'antigrillismo.
      In un caso attaccando l'obiettivo, nell'altro sostenendolo.

      Del resto dopo i vari De Magistris, Di Pietro, Ingroia e compagnia cantante, è ormai storia che chiunque entri nelle grazie di Travaglio è meglio se inizia a cercarsi un lavoro perché da lì a breve scompare.

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    15. Genesi di Renzi a parte, il punto debole del discorso con cui hai illustrato il valore del tuo voto è questo: o queste erano elezioni importanti e politicamente significative, e quindi importante e significativa è stata la batosta presa da tutto il circo grillino, e importante e significativo è stato il tuo voto a favore del Pd e di Renzi, oppure queste erano solo "banali" Europee, quindi quello ricevuto dai grillini è stato un banale buffetto, e il tuo voto a Renzi un modo di aiutare uno che ti fa piuttosto schifo a fare un banale dispetto a uno che ti fa molto più schifo. Cioè: o questo era un voto significativo, con tutto quello che ne consegue (perdita della tua verginità inclusa), o era un mero sondaggio a tappeto, e allora si può anche barare e dichiarare il falso pur di vedere penalizzato dal sondaggio chi più ci è inviso.

      Io capisco che sia molto comoda per la tua coscienza politica questa dissociazione tra voto meramente "negativo", "leggero" alle Europee e voto "positivo", "pesante" alle Politiche, ma sempre elezioni sono, e sempre del tuo libero e cosciente voto si tratta, quindi dire che se non sono Politiche vale tutto è uno spensierato autoinganno. Il tuo ragionamento potrebbe ancora reggere se riferito ad elezioni Amministrative, locali, ché in quel caso si sa che molti votano "pragmaticamente" quello che conoscono più da vicino e che sanno potrebbe operare meglio all'interno della loro specifica realtà locale, anche se magari appartenente a un partito o a uno schieramento che altrimenti non voterebbero: ma quello delle Europee è invece un voto puramente politico e "ideologico", esattamente alla stregua di quello delle Politiche.

      Per tentare di redimere la tua anima, suggerisco di recarti per le vacanze estive a Mosca e chiedere perdono alla salma di Lenin: non sarà facile, ma se ti appelli alla sua magnanimità potresti anche riuscire a farcela.

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    16. 1:

      ah ma il processo di autoassoluzione che ho operato è ancora più sofisticato di così.

      Le europee sono state elezioni importanti e significative, estreme al punto da diventare politiche per scelta suicida di quel Grillo che, ubriaco dei voti presi alle ultime politiche, ha completamente perso la testa e deciso di fare bunjee jumping senza elastico.
      Per questa assurda scelta di alzare così tanto la posta, al punto da mettere in palio la tenuta stessa dell'impianto istituzionale in caso di sua vittoria (e già utilizzare il termine "vittoria" in un'elezione che avrebbe solo distribuito seggi in maniera proporzionale ha dato il segno esatto di cosa ci fosse in gioco) quelle che fino a ieri erano semplici Europee utilizzate sì come null'altro che un referendum interno, si sono trasformate in una disputa con un livello di tensione mai visto prima.
      Al punto che mi spingo oltre il tuo ipotizzare le due uniche possibili strade europee-politiche aggiungendone una terza: sono state elezioni "sociali".
      La batosta non è stata presa da Grillo e nemmeno dal M5S, ma da quella parte di paese che a Grillo si è consegnata mani e piedi vedendo in lui il condottiero unico possibile per far saltare tutto.

      In questo senso è stato più che un voto significativo, è stato un voto necessario.
      Dalle politiche in poi si era formata una valanga che, partita come semplice palla di neve, a forza di inerzia e autoesaltazione fanatica si era trasformata in una vera e propria slavina inarrestabile che rischiava di fare davvero dei danni tutt'altro che "solo" politici.
      Lo dimostra il fatto che dalle politiche a oggi e quindi in tutte le amministrative, l'M5S ha collezionato solo batoste ma ugualmente il livello di fanatismo e tensione non è mai sceso di un millimetro, sempre abilmente tenuto sopra la soglia di guardia da un Grillo che riesce non si sa come a farsi seguire anche quando ormai palesemente in preda a deliri senza controllo né logica né, tantomeno, la famosa sbandierata coerenza.
      E' riuscito a creare non un movimento ma un vero e proprio modello di pensiero che sembra essere impermeabile a qualsiasi evidenza e contatto con il reale.

      So che sembra un modo per sistemare la mia anima politica, ma davvero io questa volta non ho votato né politicamente né per partecipare a un referendum, ma solo perché era diventato urgente e necessario alzare un muro adeguato a quella valanga i cui danni non erano certo i Grillo con Farage o i Di Maio che raccoglievano adesioni per la marcia su Roma, ma erano la breve quanto allarmante comparsa dell'episodio "Forconi" con tutto quello che nei pochi giorni di attività sono riusciti a generare in termini di stallo di un'intera nazione.

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    17. 2:

      Se l'M5S avesse questa volta preso davvero più voti del PD, i Forconi sarebbero tornati a galla moltiplicati per cento e onestamente non lo so se sarebbero stati facilmente controllabili, visto appunto quanto poco lo furono quando presero il controllo di intere città (tu non sai qui a Torino cosa è successo in quei giorni...) pur essendo i famosi quattro gatti.

      E' sociale il problema M5S, non politico.
      L'aspetto politico sarebbe paradossalmente controllabile pure avendo dalla loro 8 milioni di voti.
      L'aspetto sociale no, perché ha fatto presa e si è infilato in anfratti talmente capillari di ogni strato sociale, che il giorno che dovessero attivarsi tutti non sarebbe certo la rivoluzione della quale amano vestirsi scolapasta in testa, ma certo statisticamente su qualche decina di migliaio di invasati anche un piccola % di convinti sarebbe una % problematica.

      Non ho votato PD, tantomeno ho votato per fare un dispetto a uno che mi fa più schifo di quello che ho votato.
      Ho votato perché nei giorni in cui i forconi hanno preso il controllo di questa città ho visto una roba potenzialmente davvero brutta e quella roba si alimenta di fanatismo "oltre-politico", non di numeri o di accordi a bruxelles, e il fanatismo lo abbatti con sconfitte umilianti non con margini di poche decine di migliaia di voti, umiliazione che riesci a rendergli palese solo se riesci a mostrargli nudo il condottiero.
      Io l'errore di sottovalutare i giorni dei forconi non lo faccio e tantomeno faccio l'errore, che sarebbe peggiore, di dimenticarli solo perché si sono silenziati.
      E' contro questo che ho votato, è per questo che ho espresso un voto sociale e non politico, motivo per cui sì, su questo piano Renzi non solo era da votare ma non mi ha nemmeno fatto schifo farlo, perché il peggior Renzi non sarà mai pericoloso come uno solo di quelli che scesero in piazza riuscendo a fermare per una settimana intere città.

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    18. 3:

      infine ti ringrazio per il suggerimento, ma l'ultimo veterocomunista (io non sono comunista! Sono di sinistra!) al quale è stato suggerito un viaggio a Mosca per redimere la sua anima, è sì tornato con grossi risultati in mano, ma di altro tipo:

      https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=Es9nxN_X8mA#t=162

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    19. Vabbè dài, facciamo che me ne sto: già per imbastire la storia delle "elezioni sociali" t'è toccato far tante acrobazie che manco una contorsionista thailandese, non vorrei che alla prossima piroetta mi finissi incriccato per tre mesi - ché ormai alla tua età comincia pure a essere pericoloso fare movimenti strani... :-p

      Piuttosto, sarei curioso di sapere che diavolo han combinato 'sti forconi dalle tue parti: in effetti sono poco informato al riguardo. Cioè, ovviamente, m'interesserebbero non tanto i fatti in sé, che potrei pure andarmi a leggere sulla Stampa, ma il modo in cui hai percepito e inquadrato "a caldo" il fenomeno: poi magari ne hai già diffusamente parlato su questi lidi e m'è sfuggito, come già altre cose (ché purtroppo in questo periodo ho fin troppo a cui pensare, e sul resto riesco a concentrarmi poco).

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    20. No, diffusamente non ne ho parlato ma ne feci solo un accenno "formale":
      http://ilmiomanifesto.blogspot.it/2013/12/testi-di-cazzo.html#comment-form

      In realtà quello che è successo non è molto diverso da quanto successe in altre città (milano esclusa, ché là non blocchi il flusso lavorativo nemmeno se butti un'atomica) se non in termini di dimensione.
      Torino fu infatti prima in ogni notiziario perché fu l'unica città che veramente si bloccò totalmente per giorni e giorni.
      Nei giorni precedenti sia al mercato che nei negozi sentivi ovviamente i commenti e gli annunci di chiusura, ma su 10 che ne sentivi solo un paio erano di adesione spontanea, gli altri erano tutti annunci di chiusura per intimidazione.
      Nella realtà questi fantomatici "squadroni" che nei racconti erano passati di porta in porta ad annunciare che nei giorni del blocco sarebbero passati a sfasciare qualsiasi negozio aperto, non li aveva visti nessuno, ma l'effetto annuncio fu potentissimo e il terrore dei negozianti era palpabile.
      Io ascoltavo le anticipazioni pensando che poi nella realtà la gente avrebbe reagito perché alla fine c'è chi con un negozio o una bancarella ci campa l'intera famiglia e una settimana di fermo sono la rata del mutuo, quindi arrivai alla cosa pensando che alla fine si sarebbe trattato di poco più che uno sciopero magari esteso ma non davvero così generale.

      Poi iniziò il primo giorno di blocco, la cui dimensione fu decisamente sottovalutata da tutti me per primo.
      Non c'era saracinesca aperta, non giravano autobus, i pochi che riuscivi a prendere dopo ore d'attesa raccontavano di essere passati attraverso quartieri nei quali al passaggio erano presi a sassate, manco le farmacie erano aperte, non un bar, una panetteria, il deserto.
      Qualche giorno dopo presi un taxi che mi raccontò come lui stesso fu vittima di intimidazione quando, recatosi in un parcheggio di un centro commerciale per prendere un cliente che non sapeva come tornare a casa, venne accerchiato da un gruppo di "forconi" (che nella realtà mi disse essere una decina di ventenni esaltati che stavano solo approfittando della questione per fare un po' di hooliganismo su larga scala) che gli dissero non troppo gentilmente di ingranare la marcia e non azzardarsi a prendere il cliente perché altrimenti la macchina glie l'avrebbero sfasciata lì sul posto.

      Non durò naturalmente tutta la settimana ma "solo" 4 giorni, il quinto iniziarono a riaprire le prime saracinesche e i primi banchi al mercato, ma l'effetto fu pazzesco e la sensazione lasciata fu davvero brutta, perché a ottenere tutto quello non furono migliaia di persone armate, ma qualche centinaio che furono solo molto bravi a utilizzare il meccanismo della diffusione spontanea della paura, per arrivare a essere presenti davvero in ogni angolo della città senza bisogno di esserci proprio fisicamente.

      Quel giorno pensai che se erano bastate così poche persone per bloccare una città che non aveva saputo predisporre una adeguata risposta di reazione, cosa succederebbe se le persone fossero molte di più, o magari lo stesso numero ma, a differenza di quell'occasione, la prossima volta davvero fermi sul proposito di non cedere come invece fecero quelli quando ottennero udienza al governo?

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    21. Letta così, suona veramente inquietante. Roba da mandare l'esercito.

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    22. E quello ci voleva, infatti.

      QUi hai una cronaca abbastanza fedele:
      http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-12-11/forconi-torino-guida-protesta-polizia-scioglie-presidi-ai-centri-commerciali-112427.shtml?uuid=ABBVFNj

      Rileggendolo mi sono ricordato per esempio che uno dei 4 giorni di blocco io dovevo andare a Milano e non solo arrivare alla stazione fu un delirio perché venne chiusa anche la metropolitana, ma arrivato a Porta Susa mi trovai davanti una roba da assedio, ogni uscita chiusa e l'unica aperta presidiata dalla polizia, sul piazzale della stazione decine di persone che cercavano di forzare i blocchi per chiudere anche quell'ingresso alla stazione, un delirio.

      Arrivato a Milano pareva di aver fatto un viaggio nel tempo, tutto regolare, la città normale, mezzi pubblici regolari, la gente che andava a spasso o a lavorare, qualche saracinesca chiusa in mezzo a decine aperte che lavoravano senza problemi...

      Torino è la città della FIAT, non vede l'ora di rispolverare un po' di sana lotta di piazza perché quello sanno fare.
      O gli riaprono la Fiat, o loro chiudono tutto il resto.

      A margine e giusto per darti un'idea, questa è una delle tante pagine FB che trovi sui forconi di Torino:
      https://it-it.facebook.com/pages/I-Forconi-di-Torino/211511388942644

      Come vedi non è mai più stata aggiornata, giusto per capire quanto fosse "politica" e strutturata la questione.
      Ma il punto visibile in quella pagina non è tanto la data, quanto la foto del pedofilo messo in rete e indicato come da individuare.
      Una roba che con il governo e il lavoro e le tasse e tutto il cucuzzare non c'entra naturalmente niente, ma sta lì proprio per quel discorso là che ha visto quei giorni essere null'altro che palestra per un certo tipo di "popolo".
      Quella gente lì aveva preso Torino.

      Che tu ci creda o no, io questa volta ho davvero votato contro quella gente lì, perché che siano o meno grillini, la matrice è la stessa e il filo che unisce Travaglio e le sue manette, Ingroia e i suoi sequestri per presunzione di colpevolezza, i forconi e quei giorni di torino, è un unico lunghissimo filo che va interrotto in qualche maniera perché altrimenti sono cazzi veri.

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  12. Anonimo12:46

    @Bruno

    Non è Grillo che ha creato Renzi, come amano latrare i grillini.
    E' Travaglio (il "mondo Travaglio") che ha creato sia Grillo che Renzi.

    Quando dici latrare non ti sembra di uscire dalla polemica politica e di passare all'insulto più becero?

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    1. Certo che sì.
      L'importante è farlo in chiusura di argomentazioni ben più consistenti, ragionate ed esposte e non come unica forma di analisi come appunto fanno normalmente i grillini.

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    2. Anonimo22:41

      Così facendo ti metti al loro stesso livello, dammi retta.
      Nel momento in cui argomenti da par tuo che bisogno hai di insultare?

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    3. No.
      Tra l'argomentare per trecento righe e chiudere con una in cui li insulto, che è quello che faccio io, e insultare per trecento righe chiudendo con una in cui si presentano le precedenti come profonda argomentazione, che è quello che fa il grillino medio, ci passa la stessa differenza che passa tra l'offrire ai cento ospiti che hai invitato al tuo matrimonio una torta nuziale da trentasei piani con una ciliegia sopra, o l'offrire loro una ciliegia dicendo che se la dovranno dividiere in cento e che ti devono anche ringraziare perché hai appena offerto loro una lezione di economia della decrescita.

      Per precipitare allo stesso livello di un grillino non basta scrivere "latrare", dai tu retta a me.

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    4. Anonimo11:44

      ...è comunque un insulto.. e per una persona della tua cultura e del tuo spessore umano è comunque una sconfitta ricorrere all'insulto greve e becero.

      Hai al tuo arco tante frecce: intelligenza, arguzia, sarcasmo, ironia..non usarle e insultare significa scendere sotto il loro livello.
      Per una volta dai retta anche agli altri e non solo a te stesso.

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    5. Anonimo21:27

      Bru, ti fa onore questo silenzio che io interpreto come un mea culpa.

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    6. Interpreti male.
      E sì che la spiegazione te l'ho anche anticipata.

      Ricordi quando ti dissi che se vuoi apparire intelligente la porta è aperta, se invece vuoi solo battere tasti ridondanti al solo scopo di essere molesto non sarei andato oltre la prima risposta?
      Ecco, intendevo questo.

      Abbiamo avuto la settimana de L'Unità, poi quella della bottiglia, ora quella dell'insulto.
      Perdonami, ma affrontare dibattiti su quanto il mio spessore umano sia indebolito dal mio aver scritto "latrare" è questione che non avrebbe meritato nemmeno la prima replica (che però ti avevo promesso), tantomeno la seconda che pure ti ho dato, figurati una terza

      Il silenzio che hai davanti è null'altro che quella replica che ti avevo promesso non avresti ricevuto in caso avessi voluto riproporre il solito format pur con argomenti diversi.

      E anche queste precisazioni si conlcudono qui.
      I contorni di questo posto te li ho dati, si vede che non sono stati sufficienti e allora adesso ti ho offerto anche l'interpretazione dei silenzi.
      Da qui in poi davvero avrai questo se questo continuerai a offrire e onestamente anche chi se ne frega di come lo interpreterai.

      Se vuoi continuare a farti domande e darti risposte fai pure, si vede che t'appaga.
      Ma non aspettarti che la cosa appassioni me o altri al punto che il silenzio che ottieni non può che essere una forma di ammissione di tua ragione.
      No no, è che proprio non riesci a essere interessante, nonostante io e gli altri ti abbiamo comunque e contro ogni evidenza offerto in risposta argomenti per almeno provare a esserlo.

      Sul commento di Dion avresti potuto parlarci due settimane, su quello di Jake pure, non parlo dei miei per non apaprire autoreferenziale ma il senso è uguale.
      E invece in quei casi il silenzio, per poi essere attivissimo nel dirmi tre volte alla settimana che l'unità, che la bottiglia, che il mio spessore umano.
      Davvero, lascia perdere, non è questo il posto e non siamo noi gli interlocutori.

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    7. Anonimo14:50

      Broono, forse non ti è chiaro chi sta facendo un favore a chi.
      Io ti sto semplicemente facendo vedere delle contraddizioni e delle incongruenze. Anche Dion mi pare che abbia cercato di fartele notare. Se non vuoi vederle non ti possiamo certo obbligare. Guarda, facciamo una bella cosa: il blog è il tuo e hai ragione tu a prescindere.

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  13. Ho letto solo ora il pezzo originario, "La storia siamo noi" (sempre rinviato in questi giorni a causa dei casini per cui "non c'ho testa" manco di guardare le partite dell'Italia ai Mondiali, figurarsi). E mi sono chiesto: possibile che non abbia generato neanche un commento nel merito, anche solo per dire "bel pezzo" o approfondirne qualche aspetto? Poi ho guardato il numero dei commenti: 68. Sessantotto cazzo di commenti, e di questi solo due pertinenti con l'argomento del tuo scritto: quello di maggicopinti delle 20.54 di non so che giorno, due righe e cinque caratteri, e la tua risposta, una quarantina di caratteri distribuita su due righe scarsissime. TUTTO IL RESTO, invece, generato, più o meno direttamente, da insulse scempiaggini del tutto estranee al pezzo originario, con relative repliche, contro-repliche, contro-controrepliche ecc., per un totale di SESSANTASEI commenti.
    Ora, un conto è commentare esponendo le proprie idee anche diametralmente opposte rispetto a quelle del titolare (quante volte io e te...), e, anche se le si considerano vaccate invereconde, replicarvi nel merito per cortesia o per gusto della discussione, ma ben altro conto è ripetere compulsivamente la stessa cosa anche dopo aver già ricevuto numerose repliche, e, soprattutto, farlo ovunque, senza curarsi minimamente dell'argomento del pezzo in calce al quale si sta commentando. Ecco, questo secondo atteggiamento descrive perfettamente quello che fanno i cosiddetti "troll", o, se si prefererisce, l'affine genia dei bimbiminkia (press'a poco, i cuccioli di troll): l'effetto sui siti che infestano è lo stesso del passaggio di una muta di cani affetti da dissenteria su un prato inglese.
    Pertanto, regolamentarne l'accesso eliminandone eventualmente le deiezioni sarebbe una semplice e doverosa misura d'igiene, non certo di censura: anche i cani con la dissenteria hanno tutto il diritto di fare i loro bisogni, ci mancherebbe, ma non su prati all'inglese, bensì nelle zone loro adibite, ed eliminarne le deiezioni è solo un atto di civiltà e di cortesia nei confronti di tutti gli altri.
    Quindi, non sta ovviamente a me decidere, ma, dato che sono un habitué di queste parti e mi dispiace ritrovarle così degradate, al posto tuo prenderei in seria considerazione l'idea di intervenire incisivamente, prima che la merda invada ogni aiuola e impesti tutta l'aria del suo fetore.

    Ah, comunque: bel pezzo :-)

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    1. In tanti anni non ho mai bloccato nessuno nonostante la scelta mi abbia irrimediabilmente fatto perdere lettori a mazzi, dal momento che la scelta lasciò liberi "pochi" di rendere la vita impossibile ai molti che preferirono abbandonare ogni tipo di intervento palese.
      Ma ugualmente ho sempre pensato che bloccare l'accesso agli utenti sarebbe in qualche maniera una sconfitta personale, dal momento che equivarrebbe a riconoscere di non disporre di qualità sufficienti per non aver bisogno di utilizzare i mezzi che tutti possono usare.

      Oltretutto il fine dei troll è esattamente essere bloccati, per poi ripresentarsi con altre identità carichi il doppio.
      Se ci aggiungi che il sistema di commenti di Blogger rende pressoché impossibile controllare tutti gli anonimi, ne deriva che la scelta di prendere di petto la situazione si tradurrebbe per me in un boomerang senza freni.

      Alla fine penso sempre che la cara vecchia "qualità personale" sia l'unica forma di controllo che presenta più vantaggi che svantaggi.
      Non la mia, intendo quella di chi viene qui a rompere le palle.
      Sono così convinto della qualità complessiva media di questo posto, includendo nella cosa naturalmente anche e prima di tutto voi, che rimango della convinzione che nessun troll riesca a stare a lungo in un posto nel quale la differenza è resa così palese a ogni confronto.

      Ah, comunque grazie! :)

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