Avviso per chiunque sia pronto all'azzardo dell'avermi durante le partite del mondiale:
Io non tiferò, ma se tiferò tiferò qualsiasi altra squadra.
Non importa quale, vale tutto, Paraguay, Costa d'Avorio, Danimarca, qualsiasi.
E più andremo avanti più il cerchio del casuale si stringerà a mirato, fino all'estrema tensione di quel punto nel quale attendono il mio più profondo sostegno la Francia e, sono un temerario non conosco limiti, la Corea del Sud.
E non c'è traccia di anti-italianità, in questo.
Semplicemente mi fa ribrezzo anche solo l'ipotesi che si riverifichi la devastazione alla quale ho assistito quattro anni fa della quale quella dell'altra sera a Milano è stata solo l'ennesima anticipazione.
Un paese che devasta e uccide per il calcio non merita di avere niente per cui festeggiare o, tantomeno, andare orgoglioso.
Per chiarire meglio il punto, un po' di storia recente a confronto con altra storia meno recente:
Milano 22 gennaio 2009.
I musulmani si riuniscono in piazza Duomo per pregare e la Curia protesta.
"Islam, Maroni vieta le preghiere in piazza.
Stop alle provocazioni. I luoghi-simbolo della cristianità non potranno più essere invasi. Lo ha deciso il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Nelle nostre città non si vedranno più manifestazioni-preghiera come quelle del 3 gennaio scorso[...] Un trauma, per molti [...] Per molti un’offesa, o ancora una mossa consapevole inserita in una precisa strategia di islamizzazione dello spazio pubblico delle città. [...]
Ora il ministro Maroni dice «basta»: «Ho preparato una direttiva che verrà inviata a tutti i prefetti affinché fatti come quelli avvenuti davanti al Duomo di Milano non abbiano a ripetersi», ha annunciato al «question time» alla Camera, rispondendo a un’interrogazione parlamentare presentata dal deputato di An-Pdl, e vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato. L’obiettivo - ha detto il ministro leghista - è «meglio regolare le manifestazioni, garantendo il diritto di manifestare e allo stesso tempo il diritto dei cittadini a fruire pacificamente degli spazi della propria città»."
Milano 24 Maggio 2010.
Migliaia di tifosi si riuniscono in piazza Duomo per festeggiare la vittoria della coppa e la Curia protesta.
"[...]Più in generale, una situazione di estremo pericolo [...] Lo sforzo delle forze dell’ordine è stato massiccio, la gestione dell’ordine pubblico non è stata semplice. La situazione di pericolo palpabile. Danni anche all’Arena (cancellate divelte). I malumori, molto diffusi, si sono concentrati nella presa di posizione della Curia: «Gli appelli alla tutela della piazza del Duomo sono stati inascoltati. L’augurio è che quel che è successo sabato sera possa servire da amara lezione per gli appuntamenti futuri».
Il Comune, che ha cercato di alleggerire la pressione sul centro città mettendo anche un maxischermo davanti alla Centrale, rivendica invece la scelta di piazza del Duomo: «È il luogo naturale, se non avessimo dato ai tifosi dell’Inter la possibilità di seguire tutti insieme la partita avremmo avuto molte più critiche. E le persone comunque vogliono andare lì a festeggiare, in Duomo. La festa non ha prodotto nessun dato rilevante in negativo. Ed ha avuto anche un ritorno economico per Milano. Cosa vogliamo fare, chiudere le piazze della città?»."
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