Giovanni e Michele, paralizzati in un letto, scrivono a Costanzo per esprimere il desiderio di ricevere un saluto di Del Piero, loro idolo.
Del Piero, collegato in video con la stanza da letto nella quale si trovano Giovanni, Michele e tutti i loro parenti, decide di contare i sostenitori.
"Alzino la mano gli juventini"
27 febbraio 2007
20 febbraio 2007
tu che m'hai rubato
Non azzarderò una linea di difesa, Vostro Onore, non sono qui per questo.
Non cercherò di convincere la Giuria della mia innocenza, non vi porterò prove a mia discolpa e non fornirò alibi; non ne ho.
Non sono innocente e non cercherò per questo di dipingermi come tale.
Non userò questo tempo per approfittare della vostra credulità, non utilizzerò l’arte della persuasione a mio favore e non chiederò sconti di pena.
Sono pronto a pagare per la mia colpa.
Sono, da sempre, disposto a pagare per la mia colpa.
Conoscendola.
Sono infatti qui Vostro Onore, Signori della Giuria, per chiedervi di mostrarmi gli esatti confini della mia colpa, per poi al loro interno riporre le scelte, le azioni, gli sbagli, la strada che la vostra rieducazione mi porterà a non percorrere più quando le vostre misure mi restituiranno la libertà.
Tornai presto, più presto, lei mi disse “Già qui?” e quella sera giacqui con lei, mi disse “hai sogni?” risposi “il d’oppio, bi sogni” mi rispose “Povero” baciandomi conpassione.
“Tu giochi con le parole” mi disse, giocai Vostro Onore, con le parole, non sono innocente, non cerco alibi.
Giocai con gli ancora, i si, giocorielai con i férmati, la potenza non è nulla senza controllo, Vostro Onore amai ridendo, Vostro Onore se mi dite che risi dell’amore non mi dichiarerò innocente, non lo sono.
Hai sogni, Vostro Onore?
Signori della Giuria, sognate?
Si?
Siete fortunati, non poveri.
Siete fortunati più di me che rido nell’amore perché voi potete impegnare la vostra mente nel sogno del domani mentre io rido nell’oggi.
Sciocco.
No, Vostro Onore, no Signori della Giuria, non sto invocando l’infermità mentale, io non conosco infermità, io conosco inmobilità.
Qual è il reato? Estorsione?
Estorsiones, Vostros Onores.
Gamba su gamba giù, esta es torsiones.
“Serio Imputato! Questo è oltraggio!”
Nos Vostro Onores, esto es: eja me jama e ios respondo con torsiones del collos para dir “Cosa c’è chiami me sono qui mi giro ti trovo” esto es bi sogno d’oppio cosa volere mas porché pensare al domani domani io finire sotto trenos cadere da palazzo cuore bum infarto io oggi rido porché oggi no sogno oggi real izzo oggi tu qui io qui stesso punto unire divagnos forma ring incontro pugilato grande spettacolo si accettano scommesse eja me pichia me randéla me mazùla ridiamo.
Sogno?
Che è?
Roba che si tocca?
Vostro Onore, Signori della Giuria, quali sono i confini?
Qual è il reato?
Sono povero, dice, non può essere furto.
Non ho refurtiva con me.
Ah si, una cosa si, il suo sapore.
Secondo me sono ricco.
O comunque il gioco vale assolutamente le candele.
Signori della Giuria, Vostro Onore, mettetemi pure dentro.
Sono pronto a pagare per la mia colpa.
L’ho detto che domani potrei finire sotto un treno, ogni alternativa sarà comunque un giorno in più.
Nel frattempo avrei quella risposta che cercavate alla domanda “Hai un sogno?” e quella vi offro in questi pochi minuti che mi concedete.
Si, stanotte ce l’ho.
Vostro Onore, Signori della Giuria, non vi ruberò altro tempo.
Lascerò quest’aula dicendo io a voi i confini del reato del quale si macchia il mondo ogni mattina: dimenticare i sogni.
Ciascuno di voi quando si sveglia ha già dimenticato il sogno appena concluso perché impegnato a far spazio a quello più grande del domani.
Lavorate, giocate, pianificate, tutto per un sogno gigante domani e per arrivare a quello vi impedite di sognare qualcosa oggi.
Questo è il reato più diffuso che esista al mondo, reso normalità solo dalla larga condivisione.
Ma come può un mondo che dimentica i sogni nel giro di pochi minuti al solo risvegliarsi, vivere pensando di inseguirne di mille volte più grandi?
Io come voi, Vostro Onore, vivo per un sogno.
La differenza tra me e voi è solo nella scelta di quello al quale dedicarsi.
Si sogna solo ciò che si è visto e io stanotte vi sognerò, Vostro Onore, perché vi ho visto.
Questo è il sogno.
Quelle di cui parlate voi si chiamano ipotesi e si raggiungono per correzioni di rotta.
Roba razionale, insomma, piani, disegni e linee geometriche.
Non lo so dove sarò tra un anno.
Spero estinto insieme al resto del genere umano.
O magari, magari, già domani.
E voi, Vostro Onore, sareste l’ultima memoria.
Indicatemi un sogno migliore di questo e mi sentirò più colpevole di voi.
Dite ai Signori della Giuria che non hanno sbagliato a pensare che avrei rubato l’asciugamano.
Hanno sbagliato a pensare che avrei rubato il mio.
Quello che mi sarei portato via, era il tuo.
E non ho un solo alibi per il non averlo fatto.
Non cercherò di convincere la Giuria della mia innocenza, non vi porterò prove a mia discolpa e non fornirò alibi; non ne ho.
Non sono innocente e non cercherò per questo di dipingermi come tale.
Non userò questo tempo per approfittare della vostra credulità, non utilizzerò l’arte della persuasione a mio favore e non chiederò sconti di pena.
Sono pronto a pagare per la mia colpa.
Sono, da sempre, disposto a pagare per la mia colpa.
Conoscendola.
Sono infatti qui Vostro Onore, Signori della Giuria, per chiedervi di mostrarmi gli esatti confini della mia colpa, per poi al loro interno riporre le scelte, le azioni, gli sbagli, la strada che la vostra rieducazione mi porterà a non percorrere più quando le vostre misure mi restituiranno la libertà.
Tornai presto, più presto, lei mi disse “Già qui?” e quella sera giacqui con lei, mi disse “hai sogni?” risposi “il d’oppio, bi sogni” mi rispose “Povero” baciandomi conpassione.
“Tu giochi con le parole” mi disse, giocai Vostro Onore, con le parole, non sono innocente, non cerco alibi.
Giocai con gli ancora, i si, giocorielai con i férmati, la potenza non è nulla senza controllo, Vostro Onore amai ridendo, Vostro Onore se mi dite che risi dell’amore non mi dichiarerò innocente, non lo sono.
Hai sogni, Vostro Onore?
Signori della Giuria, sognate?
Si?
Siete fortunati, non poveri.
Siete fortunati più di me che rido nell’amore perché voi potete impegnare la vostra mente nel sogno del domani mentre io rido nell’oggi.
Sciocco.
No, Vostro Onore, no Signori della Giuria, non sto invocando l’infermità mentale, io non conosco infermità, io conosco inmobilità.
Qual è il reato? Estorsione?
Estorsiones, Vostros Onores.
Gamba su gamba giù, esta es torsiones.
“Serio Imputato! Questo è oltraggio!”
Nos Vostro Onores, esto es: eja me jama e ios respondo con torsiones del collos para dir “Cosa c’è chiami me sono qui mi giro ti trovo” esto es bi sogno d’oppio cosa volere mas porché pensare al domani domani io finire sotto trenos cadere da palazzo cuore bum infarto io oggi rido porché oggi no sogno oggi real izzo oggi tu qui io qui stesso punto unire divagnos forma ring incontro pugilato grande spettacolo si accettano scommesse eja me pichia me randéla me mazùla ridiamo.
Sogno?
Che è?
Roba che si tocca?
Vostro Onore, Signori della Giuria, quali sono i confini?
Qual è il reato?
Sono povero, dice, non può essere furto.
Non ho refurtiva con me.
Ah si, una cosa si, il suo sapore.
Secondo me sono ricco.
O comunque il gioco vale assolutamente le candele.
Signori della Giuria, Vostro Onore, mettetemi pure dentro.
Sono pronto a pagare per la mia colpa.
L’ho detto che domani potrei finire sotto un treno, ogni alternativa sarà comunque un giorno in più.
Nel frattempo avrei quella risposta che cercavate alla domanda “Hai un sogno?” e quella vi offro in questi pochi minuti che mi concedete.
Si, stanotte ce l’ho.
Vostro Onore, Signori della Giuria, non vi ruberò altro tempo.
Lascerò quest’aula dicendo io a voi i confini del reato del quale si macchia il mondo ogni mattina: dimenticare i sogni.
Ciascuno di voi quando si sveglia ha già dimenticato il sogno appena concluso perché impegnato a far spazio a quello più grande del domani.
Lavorate, giocate, pianificate, tutto per un sogno gigante domani e per arrivare a quello vi impedite di sognare qualcosa oggi.
Questo è il reato più diffuso che esista al mondo, reso normalità solo dalla larga condivisione.
Ma come può un mondo che dimentica i sogni nel giro di pochi minuti al solo risvegliarsi, vivere pensando di inseguirne di mille volte più grandi?
Io come voi, Vostro Onore, vivo per un sogno.
La differenza tra me e voi è solo nella scelta di quello al quale dedicarsi.
Si sogna solo ciò che si è visto e io stanotte vi sognerò, Vostro Onore, perché vi ho visto.
Questo è il sogno.
Quelle di cui parlate voi si chiamano ipotesi e si raggiungono per correzioni di rotta.
Roba razionale, insomma, piani, disegni e linee geometriche.
Non lo so dove sarò tra un anno.
Spero estinto insieme al resto del genere umano.
O magari, magari, già domani.
E voi, Vostro Onore, sareste l’ultima memoria.
Indicatemi un sogno migliore di questo e mi sentirò più colpevole di voi.
Dite ai Signori della Giuria che non hanno sbagliato a pensare che avrei rubato l’asciugamano.
Hanno sbagliato a pensare che avrei rubato il mio.
Quello che mi sarei portato via, era il tuo.
E non ho un solo alibi per il non averlo fatto.
14 febbraio 2007
San Valentino
Oggi è San Valentino e tutti i bravi bloggers pubblicheranno la loro bella letterina alla donna amata o all'uomo amato, che spesso non è quella/o che hanno accanto e per questo il blog diventa un canale perfetto per fare quella telefonata che oggi proprio no non si può fare ché magari risponde il suo lui/lei e vaglielo a dire che “Ah non è il centro di ricerche controllo nascite fermenti lattici? Scusi ho sbagliato numero”.
E infatti io come tutti mi sono messo qui a preparare la mia bella letterina, ma a parte il fatto che il primo grosso problema che mi si è presentato davanti sotto forma di foglio bianco aveva la forma di 5/6 nomi diversi di un certo spessore e di un numero imprecisato di generiche tette, dettaglio trascurabile in ogni altro giorno ma non certo in questo, mi sono reso conto che anche a scriverla non avrei comunque reso l’idea del post speciale da giornata speciale, visto che questo blog è interamente o quasi composto da lettere di san valentino e un po' come quella sana abitudine di fare regali solo fuori date stabilite le migliori ssono comparse quando meno te le aspettavi e certo non casco sulla banalità di fartene trovare uno oggi.
Perché qui si sottovaluta il fatto che di lettere di san valentino l’archivio è pieno e ogni giorno per 364 giorni l’anno ognuna di voi viene qui si legge il mio bel post alla donna dei desideri sostituisce ai vari “tu” che metto il proprio nome e sogna che sia per lei, le più spregiudicate si lasciano andare anche a momenti di autoerotismo (a proposito è un po’ che non mi mandate testimonianze di tali simpatiche pratiche, vediamo di risolvere ché qui non è che mi si può trascurare così da un giorno all’altro senza motivazioni plausibili) e via così sempre a prendere prendere prendere ogni giorno dell’anno e mai a dare dare dare (vabbé non proprio mai lo so dai sto parlando da sooltano non t’incazzare, tu)
Quindi oggi per differenziare il post di san valentino dai post di san valentino non solo di tutti gli altri bloggers ma soprattutto dai MIEI post di san valentino degli altri 364 giorni, il post lo scrivete voi a me così per una volta sarò io a sostituire il mio nome ai vostri tu anche sapendo che non è vero (come voi sapete che non parlo con voi quando vorreste che invece si) e per una volta a pensare “ooohhhh…aaaahhhh…uuuhhhh” sarò io.
Su.
Forza.
Al migliore offro, per una volta io a lei, la dedica del momento di autoerotismo di questo giorno di festa.
Il secondo, perché il primo c’ha già il suo nome.
Che poi è il tuo, nome.
E infatti io come tutti mi sono messo qui a preparare la mia bella letterina, ma a parte il fatto che il primo grosso problema che mi si è presentato davanti sotto forma di foglio bianco aveva la forma di 5/6 nomi diversi di un certo spessore e di un numero imprecisato di generiche tette, dettaglio trascurabile in ogni altro giorno ma non certo in questo, mi sono reso conto che anche a scriverla non avrei comunque reso l’idea del post speciale da giornata speciale, visto che questo blog è interamente o quasi composto da lettere di san valentino e un po' come quella sana abitudine di fare regali solo fuori date stabilite le migliori ssono comparse quando meno te le aspettavi e certo non casco sulla banalità di fartene trovare uno oggi.
Perché qui si sottovaluta il fatto che di lettere di san valentino l’archivio è pieno e ogni giorno per 364 giorni l’anno ognuna di voi viene qui si legge il mio bel post alla donna dei desideri sostituisce ai vari “tu” che metto il proprio nome e sogna che sia per lei, le più spregiudicate si lasciano andare anche a momenti di autoerotismo (a proposito è un po’ che non mi mandate testimonianze di tali simpatiche pratiche, vediamo di risolvere ché qui non è che mi si può trascurare così da un giorno all’altro senza motivazioni plausibili) e via così sempre a prendere prendere prendere ogni giorno dell’anno e mai a dare dare dare (vabbé non proprio mai lo so dai sto parlando da sooltano non t’incazzare, tu)
Quindi oggi per differenziare il post di san valentino dai post di san valentino non solo di tutti gli altri bloggers ma soprattutto dai MIEI post di san valentino degli altri 364 giorni, il post lo scrivete voi a me così per una volta sarò io a sostituire il mio nome ai vostri tu anche sapendo che non è vero (come voi sapete che non parlo con voi quando vorreste che invece si) e per una volta a pensare “ooohhhh…aaaahhhh…uuuhhhh” sarò io.
Su.
Forza.
Al migliore offro, per una volta io a lei, la dedica del momento di autoerotismo di questo giorno di festa.
Il secondo, perché il primo c’ha già il suo nome.
Che poi è il tuo, nome.
13 febbraio 2007
Lungo lo stivale
Le prime quattro date sono fatte, prima tornata completata.
Media pubblico in sala per data: 400
Composizione pubblico, essendo per l'80% dipendenti di call center: donne 25/35
Media numero donne 25/35 per data: 320
Media totale donne 25/35 per quattro date: 1.280
Di queste:
Stivale nero risvolto e tacco basso: 800
Stivale tacco texano: 400
Varie: 80
Io credo che se ognuno avesse accesso periodicamente alla visione per grandi numeri, il ridicolo apparirebbe molto più evidente di quanto appaia quando intorno a sé non si collezionano mai più di 5/6 analoghe, numero che troppo facilmente consente di frettolosamente liquidare il ridicolo, appunto, con la parola moda.
Non discuto lo stivale.
Discuto 800 modelli identici in quattro giorni.
E' sconfortante.
800 tutte insieme è sconfortante.
E' la fantasia sotto i piedi.
Media pubblico in sala per data: 400
Composizione pubblico, essendo per l'80% dipendenti di call center: donne 25/35
Media numero donne 25/35 per data: 320
Media totale donne 25/35 per quattro date: 1.280
Di queste:
Stivale nero risvolto e tacco basso: 800
Stivale tacco texano: 400
Varie: 80
Io credo che se ognuno avesse accesso periodicamente alla visione per grandi numeri, il ridicolo apparirebbe molto più evidente di quanto appaia quando intorno a sé non si collezionano mai più di 5/6 analoghe, numero che troppo facilmente consente di frettolosamente liquidare il ridicolo, appunto, con la parola moda.
Non discuto lo stivale.
Discuto 800 modelli identici in quattro giorni.
E' sconfortante.
800 tutte insieme è sconfortante.
E' la fantasia sotto i piedi.
8 febbraio 2007
Vivi
Seconda tappa tour - Ristorante - Interno sera
Broono a cena con le clienti si trova seduto di fronte a bella clientessa che decide di rivolgergli la parola per rompere il ghiaccio.
Clientessa: Tu di dove sei?
Broono: Milano. Cioè nato a Torino però trasferito a Milano.
Clientessa: Ma vah...Torino? Anch'io! Che zona?
Broono: Mirafiori.
Clientessa: Ma davvero? Anch'io! Che via?
Broono: Va Vigliani.
Clientessa: Via Vigliani??? Anch'io!!!! Che numero???
Broono: xxx
Clientessa: Ma come xxx??? Dove c'é il negozio di sport??? Anch'io!!! Ma quale palazzo?
Broono: Quello alto.
Clientessa: Ma dai! Io l'interno B!!! Dove c'é lo scivolo! Sai quale?
Broono: Si, l'unico, ci passavamo i pomeriggi.
Clientessa: Ma dai! Anch'io!
Broono: Perdona la domanda che a 'sto punto è d'obbligo...quanti anni hai?
Clientessa: 34, tu?
Broono: ...34...scusa come ti chiami?
Clientessa: Vxxxxxx
Broono: VIVI????????????!!!!!!
Clientessa: Siiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!! Ti ricordi di me?????
Broono: Poco, ricordo solo che avevi i capelli lunghissimi biondi.
Clientessa: Sono io!!!!!!!
(venticinque anni fa avevo il suo nome scritto ovunque)
Broono a cena con le clienti si trova seduto di fronte a bella clientessa che decide di rivolgergli la parola per rompere il ghiaccio.
Clientessa: Tu di dove sei?
Broono: Milano. Cioè nato a Torino però trasferito a Milano.
Clientessa: Ma vah...Torino? Anch'io! Che zona?
Broono: Mirafiori.
Clientessa: Ma davvero? Anch'io! Che via?
Broono: Va Vigliani.
Clientessa: Via Vigliani??? Anch'io!!!! Che numero???
Broono: xxx
Clientessa: Ma come xxx??? Dove c'é il negozio di sport??? Anch'io!!! Ma quale palazzo?
Broono: Quello alto.
Clientessa: Ma dai! Io l'interno B!!! Dove c'é lo scivolo! Sai quale?
Broono: Si, l'unico, ci passavamo i pomeriggi.
Clientessa: Ma dai! Anch'io!
Broono: Perdona la domanda che a 'sto punto è d'obbligo...quanti anni hai?
Clientessa: 34, tu?
Broono: ...34...scusa come ti chiami?
Clientessa: Vxxxxxx
Broono: VIVI????????????!!!!!!
Clientessa: Siiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!! Ti ricordi di me?????
Broono: Poco, ricordo solo che avevi i capelli lunghissimi biondi.
Clientessa: Sono io!!!!!!!
(venticinque anni fa avevo il suo nome scritto ovunque)
3 febbraio 2007
Stadio finale
Allora io la ricetta per risolvere il problema della violenza negli stadi ce l’ho e mi accingo a illustrarla.
Praticamente la regola che fa da traccia a questa innovativa tecnica di contrasto potrebbe essere riassunta in: licenza di uccidere.
Ma solo come rischio collaterale, non è che devono proprio mirare alla testa.
Tatticamente si dispongono le squadre antisommossa della polizia a testuggine come in Asterix e li si dota di fucili con le ruote.
I fucili con le ruote sono fucili tipo un triciclo, tipo i robottini degli artificieri che si smazzano il lavoro sporco andando a far saltare le macchine e le scatole sospette e le bottigliette d’acqua accatastate al controllo sicurezza metal detector degli aeroporti, quelli là alti una cinquantina di centimetri, per intenderci.
Ecco, la squadra antisommossa in formazione testuggine viene preceduta da una decina di questi fucili con le ruote dotati di una telecamera di riconoscimento tarata su qualsiasi cosa assomigli a un passamontagna, quando viene inquadrato un uovo nero con due occhi il fucile fa fuoco.
Essendo alto non più di cinquanta centimetri colpirà le gambe quindi la chiesa non se ne avrà a male se i figli di tutti noi verranno gambizzati perché la vita sacra di ‘st’immondizia umana sarà salva.
Il fucile sarà inoltre tarato per sparare cinquanta colpi ogni tre secondi con movimento rotatorio; l’effetto ottenuto potrebbe essere definito “La grande falciatrice”.
Ogni tre secondi perché altrimenti rischierebbe di ammazzare quelli caduti delle prime file colpiti dai primi colpi che essendo a terra si troverebbero sulla linea di fuoco dei cinquanta centimetri da terra.
Una raffica, poi una pausa per consentire ai bulldozer in attesa ai due lati esterni di entrare nel campo d’azione per passare con la grande pala e togliere dall’asfalto i primi cinquanta sessanta gambizzati da accatastare a bordo strada pronti per essere presi in consegna dalla digos che si occuperà di spargere un po’ di sale grosso sulle ferite che avrà anche il vantaggio di impedire che si ghiacci l’asfalto sul quale sono buttati in modo che non possano sfruttare l’effetto scivolamento per darsela a gamb…braccia.
Nel frattempo il fucile con le ruote passa a occuparsi della seconda fila.
Quando la telecamera inquadra un passamontagna, lo falcia, via così, finché non finiscono.
Intanto dall’esterno con tecnica che definiremo “L’abbraccio” partono altre due squadre di corpi speciali fatti arrivare dalla polizia spagnola, quelli alti due metri e dieci che stanno agli angoli delle strade senza armi con un solo furgone sul quale fanno salire gentilmente le persone che non accettano l’idea di non poter sfasciare una macchina ogni birra che devono, per capirci, per poi salire con lui sul furgone in cinque o sei e scendere con il ragazzo per mano che chiede dove ci si possa iscrivere al volontariato per anziani anche se non si capisce tanto bene quello che chiede perché con le ossa rotte e senza denti mica è facile parlare, ma insomma è chiaro che chiede quello perché prima d quel momento di svolta non scendono dal furgone. Chi li ha visti in azione sa di chi parlo.
Con questa tecnica dell’abbraccio, una cinquantina di questi spagnoli si occupano di chiudere le vie di fuga ai passamontagna che stanno all’esterno del gruppo e che per questo hanno la possibilità di staccarsi nel momento in cui la falciatrice passa inplacabile.
Loro sono all’esterno, li fermano e si occupano di gambizzarli lateralmente uno per uno, così da creare contemporaneamente una catasta di inutili per la società che finalmente si renderebbero utili come argini per impedire a quelli verso il centro del gruppo di trovare libera la via di fuga mentre il fucile con le ruote fa il suo bravo dovere.
Finito il lavoro, che in una decina di minuti dovrebbe aver concluso, si lasciano tutti li a terra e si consente a quel punto l’accesso alle cataste di teste di cazzo che non cammineranno mai più, dei familiari i quali in questa innovativa tecnica svolgeranno il ruolo degli infermieri.
Avranno la possibilità di curare i propri figlioli con ciò che desiderano e che trovano nelle proprie case. Asciugamani, strofinacci, stracci per il pavimento, quello che gli pare, nessuno avrà nulla da dire.
Nel frattempo le 50 ambulanze che ogni domenica sono costrette a medicare gente che se morisse per infezione non se ne avrebbe a male nessuno, potranno finalmente occuparsi di anziani che non possono scendere le scale, di gente che si fa male sul lavoro, di parti e di incidenti stradali.
Nello studio di questa innovativa tecnica di contrasto ho calcolato il margine di errore in non più di una decina di morti ogni domenica, ma dal momento che si tratta di persone il cui apporto alla società è pari a quello di un pulmann di serial killer, direi che più che margine di errore si può tranquillamente parlare di auspicio.
Nella pianificazione temporale di questa innovativa tecnica di contrasto, viene indicato in non più di due mesi l’arco di tempo necessario per archiviare il problema dei tifosi italiani alla voce “Risolto”.
Uno dei vantaggi di questa innovativa tecnica di contrasto, inoltre, sarebbe la possibilità di restituire al loro giusto lavoro qualche migliaio di agenti che finalmente potrebbero essere impiegati per svolgere il loro giusto lavoro e non, come avviene oggi, a stare in uno stadio e poi nella strada dallo stadio alla stazione e poi dalla stazione ai treni e poi dai treni alla stazione d’arrivo e poi dalla stazione d’arrivo ai pulmann.
Questo il mio programma.
Quando diventerò presidente del consiglio, prometto più gambizzazioni per tutti.
Praticamente la regola che fa da traccia a questa innovativa tecnica di contrasto potrebbe essere riassunta in: licenza di uccidere.
Ma solo come rischio collaterale, non è che devono proprio mirare alla testa.
Tatticamente si dispongono le squadre antisommossa della polizia a testuggine come in Asterix e li si dota di fucili con le ruote.
I fucili con le ruote sono fucili tipo un triciclo, tipo i robottini degli artificieri che si smazzano il lavoro sporco andando a far saltare le macchine e le scatole sospette e le bottigliette d’acqua accatastate al controllo sicurezza metal detector degli aeroporti, quelli là alti una cinquantina di centimetri, per intenderci.
Ecco, la squadra antisommossa in formazione testuggine viene preceduta da una decina di questi fucili con le ruote dotati di una telecamera di riconoscimento tarata su qualsiasi cosa assomigli a un passamontagna, quando viene inquadrato un uovo nero con due occhi il fucile fa fuoco.
Essendo alto non più di cinquanta centimetri colpirà le gambe quindi la chiesa non se ne avrà a male se i figli di tutti noi verranno gambizzati perché la vita sacra di ‘st’immondizia umana sarà salva.
Il fucile sarà inoltre tarato per sparare cinquanta colpi ogni tre secondi con movimento rotatorio; l’effetto ottenuto potrebbe essere definito “La grande falciatrice”.
Ogni tre secondi perché altrimenti rischierebbe di ammazzare quelli caduti delle prime file colpiti dai primi colpi che essendo a terra si troverebbero sulla linea di fuoco dei cinquanta centimetri da terra.
Una raffica, poi una pausa per consentire ai bulldozer in attesa ai due lati esterni di entrare nel campo d’azione per passare con la grande pala e togliere dall’asfalto i primi cinquanta sessanta gambizzati da accatastare a bordo strada pronti per essere presi in consegna dalla digos che si occuperà di spargere un po’ di sale grosso sulle ferite che avrà anche il vantaggio di impedire che si ghiacci l’asfalto sul quale sono buttati in modo che non possano sfruttare l’effetto scivolamento per darsela a gamb…braccia.
Nel frattempo il fucile con le ruote passa a occuparsi della seconda fila.
Quando la telecamera inquadra un passamontagna, lo falcia, via così, finché non finiscono.
Intanto dall’esterno con tecnica che definiremo “L’abbraccio” partono altre due squadre di corpi speciali fatti arrivare dalla polizia spagnola, quelli alti due metri e dieci che stanno agli angoli delle strade senza armi con un solo furgone sul quale fanno salire gentilmente le persone che non accettano l’idea di non poter sfasciare una macchina ogni birra che devono, per capirci, per poi salire con lui sul furgone in cinque o sei e scendere con il ragazzo per mano che chiede dove ci si possa iscrivere al volontariato per anziani anche se non si capisce tanto bene quello che chiede perché con le ossa rotte e senza denti mica è facile parlare, ma insomma è chiaro che chiede quello perché prima d quel momento di svolta non scendono dal furgone. Chi li ha visti in azione sa di chi parlo.
Con questa tecnica dell’abbraccio, una cinquantina di questi spagnoli si occupano di chiudere le vie di fuga ai passamontagna che stanno all’esterno del gruppo e che per questo hanno la possibilità di staccarsi nel momento in cui la falciatrice passa inplacabile.
Loro sono all’esterno, li fermano e si occupano di gambizzarli lateralmente uno per uno, così da creare contemporaneamente una catasta di inutili per la società che finalmente si renderebbero utili come argini per impedire a quelli verso il centro del gruppo di trovare libera la via di fuga mentre il fucile con le ruote fa il suo bravo dovere.
Finito il lavoro, che in una decina di minuti dovrebbe aver concluso, si lasciano tutti li a terra e si consente a quel punto l’accesso alle cataste di teste di cazzo che non cammineranno mai più, dei familiari i quali in questa innovativa tecnica svolgeranno il ruolo degli infermieri.
Avranno la possibilità di curare i propri figlioli con ciò che desiderano e che trovano nelle proprie case. Asciugamani, strofinacci, stracci per il pavimento, quello che gli pare, nessuno avrà nulla da dire.
Nel frattempo le 50 ambulanze che ogni domenica sono costrette a medicare gente che se morisse per infezione non se ne avrebbe a male nessuno, potranno finalmente occuparsi di anziani che non possono scendere le scale, di gente che si fa male sul lavoro, di parti e di incidenti stradali.
Nello studio di questa innovativa tecnica di contrasto ho calcolato il margine di errore in non più di una decina di morti ogni domenica, ma dal momento che si tratta di persone il cui apporto alla società è pari a quello di un pulmann di serial killer, direi che più che margine di errore si può tranquillamente parlare di auspicio.
Nella pianificazione temporale di questa innovativa tecnica di contrasto, viene indicato in non più di due mesi l’arco di tempo necessario per archiviare il problema dei tifosi italiani alla voce “Risolto”.
Uno dei vantaggi di questa innovativa tecnica di contrasto, inoltre, sarebbe la possibilità di restituire al loro giusto lavoro qualche migliaio di agenti che finalmente potrebbero essere impiegati per svolgere il loro giusto lavoro e non, come avviene oggi, a stare in uno stadio e poi nella strada dallo stadio alla stazione e poi dalla stazione ai treni e poi dai treni alla stazione d’arrivo e poi dalla stazione d’arrivo ai pulmann.
Questo il mio programma.
Quando diventerò presidente del consiglio, prometto più gambizzazioni per tutti.
1 febbraio 2007
Pagina 5
Vabbé qualche giorno via è sempre bello.
Si cambia aria, si mangia tanto tanto (tanto) pesce e si stacca per qualche giorno dalle notizie perché non c'é tempo manco per un giornale radio.
Così capita di riuscire ad accedere alle notizie solo dopo un paio di giorni quando sull'aereo ti danno il giornale e scoprire che:
D'Alema va in vacanza mille mila chilometri da casa e dice "Oh, quando torno fatevi trovare non fate gli stronzi come i parenti di Sid a ogni disgelo"
Bertinotti va in vacanza mille mila chilometri dalla parte opposta del mondo e gli risponde "Ma certo che ci trovi non vedi che siamo tutti qui ...ehm... lì ad aspettarti?"
Il capo di stato chiede all'altro capo di un altro stato "Oh, possiamo fare una legge nel nostro stato?" e quello gli risponde "NO!" e quell'altro dice "Ok, scusa".
Poi allora quello si rende conto di esser stato forse un po' troppo duro e allora gli ritelefona e gli dice "Ma no, scusa tu, non volevo essere così duro è che c'avevo una chiamata in attesa e non potevo darti retta. Non volevo essere così lapidario, togli il punto esclamativo se ti ha turbato"
Sparisce la pagina 5 di Repubblica niente nulla manco un corsivo un titoletto pagina cinque venduta tutta piena a Scianél.
Pagina 5...no dico...pagina 5 scomparsa!
Allora chiedo al mio capo ('sta volta) che di 'ste robe se ne occupa, il possibile valore della pagina 5 intera e lui stima non meno di cinquantamila euris.
Ora c'ho la seconda curiosità che magari voi c'avete gli amici archivisti o magari anche solo un po' di memoria e mi potete aiutare:
Un precedente, mi si citi un precedente nella storia nel quale la pagina 5 è stata venduta per intero per una pubblicità.
I servizi segreti vengono riformati e per spiegare come vengono riformati i servizi segreti ci mettono due pagine di dettagli sull'organizzazione e i nomi.
Poi scopri che sull'aereo dove ormai paghi pure i bicchieri d'acqua, il giornale che viene offerto è quello gratuito piccolo che hanno appena fondato a Milano così nemmeno loro lo pagano e su questa fondamentale nuova voce del panorama giornalistico italiano ci trovi un'intera pagina dedicata alla blogger meno creativa del mondo dei blogger nella quale viene descritta come una delle blogger più creative del mondo dei blogger.
Io la leggo da un po' con lo stesso interesse col quale leggo il Grande (Immenso) Giornalista e cioè per osservare la fauna di imbecilli che si crea intorno al nulla e da tempo osservo divertito il meccanismo del suo blog che è uguale, una fauna di imbecilli intorno al nulla.
Praticamente lei mette una foto delle tette e tutti i suoi lettori si lanciano in mille "Ma che idea geniale!" "Tu sei troppo creativa!".
Poi mette una foto del culo e tutti suoi lettori "ma che brillantissima che sei!" "Ma che fantasia che hai!" "Tu sei troppo avanti!"
Poi le mancano i soldi ma non gli imbecilli ai quali spillarli e allora li chiede direttamente e mette il conto peipòl dove versarle i contributi e tutti i suoi lettori "Ma certo che ti diamo i soldi questa idea del chiedere i soldi in cambio di foto del culo è troppo innovativa!" "Ma certo che ti diamo soldi un cervello come il tuo non può che essere premiato!" e lei mette il contatore delle donazioni che nel suo caso ha la stessa funzione del contatore di accessi, più sale e più imbecilli segnala.
Poi le mancano i soldi ma non gli imbecilli ai quali spillarli e mette in vendita le mutande e tutti i suoi lettori che fanno a gara per comprarle come si fa in giappone per le mutande usate di gente che non conosci che vanno a ruba.
Poi le mancano i soldi per la ricarica ma non gli imbecilli ai quali spillarli e lancia il concorso "Mandami un sms a spese tue non vinci un cazzo ma io ricevo qualche decina di sms" che da una parte le riempie le giornate di compagnia che evidente le manca (fatta eccezione per quella del suo compagno di merende che è l'altro blogger più imbecille del mondo dei blogger altrettanto convinto di essere qualcuno perché a pagina 7 del manuale "Come diventare blogger di successo" gli han detto come deve fare e lui oggi è convinto di essere qualcuno) dall'altra probabilmente le ricarica il cellulare e tutti i suoi lettori a fare a gara a chi ne manda di più.
Poi tira fuori il calendario con le tette e il culo e i suoi lettori si spellano le mani dagli applausi perché un'idea così geniale non l'avevano mai vista (avevate mai visto voi un calendario con tette e culo? No infatti, non è geniale e innovativa? Come pensare che il giornalismo non noti e ci segnali con un'intera pagina una tale carica di creatività e genialità?) e lei che risponde tutta convinta sostenendo che quando una ha una creatività sopra la media come la sua e partorisce idee innovative e geniali come il calendario con le tette e il culo non è possibile che non trovi lavoro e in effetti pure quello che ha scritto l'articolo nel quale per il 90% ha parlato delle tette e del culo usando termini come "turgida" (che vien da chiedersi come funzionino le selezioni per scrivere su quel giornale chiederò alla mia amica che ci lavora anzi no, non è decisamente il caso) sosteneva che una così farà di sicuro strada nella vita.
Nel frattempo nessuno che voglia un cervello al suo servizio se la caga di pezza ma lei ha intorno un sacco di allupati che le urlano "Sei geniale! Sei innovativa! Metti foto nuove!" e pure i giornali le dedicano una pagina intera per dire "Sei geniale! Sei innovativa! Metti ancora foto!".
E lei va in giro contenta di far parte di un mondo che le riconosce quanto è geniale e innovativa perché a pagina 7 del mauale passatole dal suo amico c'é scritto che se fai accessi sei geniale e innnovativa.
Lo dicono anche i giornali, sarà vero.
Sono sceso dall'aereo con una voglia di cambiare nazione che voi nemmeno ve lo immaginate.
Si cambia aria, si mangia tanto tanto (tanto) pesce e si stacca per qualche giorno dalle notizie perché non c'é tempo manco per un giornale radio.
Così capita di riuscire ad accedere alle notizie solo dopo un paio di giorni quando sull'aereo ti danno il giornale e scoprire che:
D'Alema va in vacanza mille mila chilometri da casa e dice "Oh, quando torno fatevi trovare non fate gli stronzi come i parenti di Sid a ogni disgelo"
Bertinotti va in vacanza mille mila chilometri dalla parte opposta del mondo e gli risponde "Ma certo che ci trovi non vedi che siamo tutti qui ...ehm... lì ad aspettarti?"
Il capo di stato chiede all'altro capo di un altro stato "Oh, possiamo fare una legge nel nostro stato?" e quello gli risponde "NO!" e quell'altro dice "Ok, scusa".
Poi allora quello si rende conto di esser stato forse un po' troppo duro e allora gli ritelefona e gli dice "Ma no, scusa tu, non volevo essere così duro è che c'avevo una chiamata in attesa e non potevo darti retta. Non volevo essere così lapidario, togli il punto esclamativo se ti ha turbato"
Sparisce la pagina 5 di Repubblica niente nulla manco un corsivo un titoletto pagina cinque venduta tutta piena a Scianél.
Pagina 5...no dico...pagina 5 scomparsa!
Allora chiedo al mio capo ('sta volta) che di 'ste robe se ne occupa, il possibile valore della pagina 5 intera e lui stima non meno di cinquantamila euris.
Ora c'ho la seconda curiosità che magari voi c'avete gli amici archivisti o magari anche solo un po' di memoria e mi potete aiutare:
Un precedente, mi si citi un precedente nella storia nel quale la pagina 5 è stata venduta per intero per una pubblicità.
I servizi segreti vengono riformati e per spiegare come vengono riformati i servizi segreti ci mettono due pagine di dettagli sull'organizzazione e i nomi.
Poi scopri che sull'aereo dove ormai paghi pure i bicchieri d'acqua, il giornale che viene offerto è quello gratuito piccolo che hanno appena fondato a Milano così nemmeno loro lo pagano e su questa fondamentale nuova voce del panorama giornalistico italiano ci trovi un'intera pagina dedicata alla blogger meno creativa del mondo dei blogger nella quale viene descritta come una delle blogger più creative del mondo dei blogger.
Io la leggo da un po' con lo stesso interesse col quale leggo il Grande (Immenso) Giornalista e cioè per osservare la fauna di imbecilli che si crea intorno al nulla e da tempo osservo divertito il meccanismo del suo blog che è uguale, una fauna di imbecilli intorno al nulla.
Praticamente lei mette una foto delle tette e tutti i suoi lettori si lanciano in mille "Ma che idea geniale!" "Tu sei troppo creativa!".
Poi mette una foto del culo e tutti suoi lettori "ma che brillantissima che sei!" "Ma che fantasia che hai!" "Tu sei troppo avanti!"
Poi le mancano i soldi ma non gli imbecilli ai quali spillarli e allora li chiede direttamente e mette il conto peipòl dove versarle i contributi e tutti i suoi lettori "Ma certo che ti diamo i soldi questa idea del chiedere i soldi in cambio di foto del culo è troppo innovativa!" "Ma certo che ti diamo soldi un cervello come il tuo non può che essere premiato!" e lei mette il contatore delle donazioni che nel suo caso ha la stessa funzione del contatore di accessi, più sale e più imbecilli segnala.
Poi le mancano i soldi ma non gli imbecilli ai quali spillarli e mette in vendita le mutande e tutti i suoi lettori che fanno a gara per comprarle come si fa in giappone per le mutande usate di gente che non conosci che vanno a ruba.
Poi le mancano i soldi per la ricarica ma non gli imbecilli ai quali spillarli e lancia il concorso "Mandami un sms a spese tue non vinci un cazzo ma io ricevo qualche decina di sms" che da una parte le riempie le giornate di compagnia che evidente le manca (fatta eccezione per quella del suo compagno di merende che è l'altro blogger più imbecille del mondo dei blogger altrettanto convinto di essere qualcuno perché a pagina 7 del manuale "Come diventare blogger di successo" gli han detto come deve fare e lui oggi è convinto di essere qualcuno) dall'altra probabilmente le ricarica il cellulare e tutti i suoi lettori a fare a gara a chi ne manda di più.
Poi tira fuori il calendario con le tette e il culo e i suoi lettori si spellano le mani dagli applausi perché un'idea così geniale non l'avevano mai vista (avevate mai visto voi un calendario con tette e culo? No infatti, non è geniale e innovativa? Come pensare che il giornalismo non noti e ci segnali con un'intera pagina una tale carica di creatività e genialità?) e lei che risponde tutta convinta sostenendo che quando una ha una creatività sopra la media come la sua e partorisce idee innovative e geniali come il calendario con le tette e il culo non è possibile che non trovi lavoro e in effetti pure quello che ha scritto l'articolo nel quale per il 90% ha parlato delle tette e del culo usando termini come "turgida" (che vien da chiedersi come funzionino le selezioni per scrivere su quel giornale chiederò alla mia amica che ci lavora anzi no, non è decisamente il caso) sosteneva che una così farà di sicuro strada nella vita.
Nel frattempo nessuno che voglia un cervello al suo servizio se la caga di pezza ma lei ha intorno un sacco di allupati che le urlano "Sei geniale! Sei innovativa! Metti foto nuove!" e pure i giornali le dedicano una pagina intera per dire "Sei geniale! Sei innovativa! Metti ancora foto!".
E lei va in giro contenta di far parte di un mondo che le riconosce quanto è geniale e innovativa perché a pagina 7 del mauale passatole dal suo amico c'é scritto che se fai accessi sei geniale e innnovativa.
Lo dicono anche i giornali, sarà vero.
Sono sceso dall'aereo con una voglia di cambiare nazione che voi nemmeno ve lo immaginate.
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