30 dicembre 2007

Mimun tax

Ieri sera il TG5 ha aperto il servizio sulle vacanze di Prodi con:
"Giorni di vacanza per il Presidente del Consiglio. Per qualche giorno le uniche cadute di cui si dovrà preoccupare sono quelle dagli sci".
Ho toccato ferro io per lui.

Oggi per lavoro ho guardato i video presenti sul sito del TG5.
Quello dell'omicidio della Bhutto è stato preceduto da uno spot con una statua che si lancia dal timpano di una chiesa e la caduta fragorosa con i pezzi di marmo che volano si chiude con la scritta "Buttati".
Poi il video dell'omicidio.

Qualcuno dica a Mimun che l'abbiamo capito che i prezzi sono saliti e la gente non ce la fa ad arrivare a fine mese.
Un servizio al giorno da quattro mesi a questa parte è sufficiente, può passare oltre.
Chessò, può parlarci dell'accordo che il governo sta stipulando con i dentisti per garantire fondi che renderanno gratuite le prestazioni alle famiglie sotto un certo reddito, oppure, chessò, dell'articolo sulla rottamazione approvato con la finanziaria, che a differenza delle rottamazioni dei precedenti governi si rivolge pure a chi un'altra auto nuova non la vuole regalandogli tre anni di abbonamento ai mezzi pubblici gratuito se rottama comunque l'auto con più di 10 anni e addirittura finalmente promuove il car sharing regalando l'abbonamento, oppure chessò, dell'accordo governo-ABI grazie al quale i giovani 18-35 potranno chiedere un prestito alle banche senza fornire garanzie né firme dei genitori perché il garante sarà il governo con un apposito fondo.

Non tanto, un paio di minuti ogni tanto tra un servizio sui panda e uno sul cavaliere, giusto perché è appena stata approvata, ce la racconti un po' 'sta finanziaria, magari a spanne.
Il servizio sul caro prezzi l'abbiamo visto, tipo 684 volte, lo sappiamo a memoria, ormai.
Ora provi a fare qualcosa che sia un po' meno TV delle Libertà e un po' più informazione.
Se è nelle sue capacità, naturalmente.

Nel frattempo nella macelleria della mia zona dove stava a 27 euro al chilo, ora la stessa fesa è a 23.
Sono andato a controllare la settimana successiva a quella del blocco dei tir.
4 euro in meno su 27 nella settimana nella quale i prezzi si è detto sono raddoppiati, un vero eroe, quasi meriterebbe di finire in tv.
Passacarte smettila.
Smettila di appuntarti medaglie sporche del sangue di altri.
Smettila di riempirti il petto con cuori che non possono più dirti se vogliono battere dentro di te o no.
Tu non muori, passacarte, è inutile che parli come se lo fossi.
Muoiono quelli che agli incroci con il destino scelgono di proseguire a piedi e da soli, non quelli che tornano indietro scortati.
C’è differenza tra uomini e caporali e quella differenza è una linea sottile quanto un “io proseguo” e un “io torno indietro con la scorta armata”.
Passacarte non basta essere iscritti all’albo, per stare nell’elenco degli eroi.
Passacarte, scrivi il tuo pezzullo inutile per la storia con i carabinieri fuori dalla porta a proteggere il tuo culo nel bunker e non fare tuo il valore delle anime di chi sulle mine, al contrario di te, ci ha camminato.
Ti faremo clap clap lo stesso e le teche porteranno sempre anche il tuo contributo, l’Italia è così, raramente specifica chi ha le mani sporche di merda e chi d’inchiostro e croissant, non temere, nella storia c’è posto anche per te e i tuoi banditi plurisequestratori e i tuoi dittatori che impiccano i froci.
Anche io, passacarte, ho impugnato una pistola, ma non vado per questo in giro a dire di aver partecipato alla resistenza.
Passacarte, recapita giocattoli, va bene così, non ti chiederemo indietro lo stipendio, anche quello è un ruolo.
Ma smettila di mettere il tuo nome su ogni cazzo di lapide che in giro per il mondo ha appesa sopra una macchina fotografica perché se su quella lapide non c’è il tuo nome è perché chi ci sta sotto la scorta non l’ha avuta nemmeno il giorno del funerale, sempre se un funerale l’ha avuto.
Passacarte, per il rispetto della dignità umana, fai silenzio.
E quando guardi in faccia un soldato, una vedova, un bambino senza una gamba, per un istante, un solo istante, vergognati quanto noi.
Non un istante di più, non un istante di meno.
Passacarte, non sarai mai, come non lo saremo mai noi, un decimo di un pelo del culo di chi è morto con una bandiera bianca in mano.
Tu a quell’incrocio sei tornato indietro.
Legittima scelta, l’avrei fatto anch’io.
Ma ricordalo sempre come lo ricordiamo noi, perché questa è la differenza tra te e chi è morto al posto nostro.
Ricordalo sempre perché sempre lo ricordiamo noi, passacarte del cazzo.

28 dicembre 2007

e|mer|gèn|za

Il Viminale ieri ha avvertito: "Le leggi verranno fatte rispettare in maniera decisa e rigorosa, e chi si opporrà con gesti irresponsabili potrà andare incontro anche a severi provvedimenti". Ieri la provincia di Napoli ha vissuto un'altra giornata difficile. Blocchi stradali a Santa Maria La Carità, incendi di cassonetti ovunque, e a Nola il sindaco ha deciso di chiedere l'intervento della forza pubblica per requisire un sito di stoccaggio presidiato dai manifestanti.
Cassonetti sotterrati dall'immondizia accumulata per giorni si presentano ora deformi, con le bocche spalancate, tra i resti carbonizzati del festino notturno.
E il vicepremier Fini: "La questione rifiuti in Campania ha superato i limiti della decenza". In serata il consiglio dei ministri prorogherà di un altro anno l'emergenza e varerà una superordinanza destinata a rafforzare il ruolo di Bassolino, presidente della Regione e commissario ad acta.
Domenico Ciaramella, sindaco di Aversa, si dice sconsolato e "insoddisfatto dell'esito dell'incontro tenuto nella tarda serata di ieri alla prefettura di Caserta" con il neocommissario all'emergenza rifiuti, Corrado Catenacci. E da Napoli arriva la replica del Commissario di governo: "no alle polemiche che non servono a risolvere i problemi"; sos finanziario al Governo, per anticipare fondi che permettano di inviare i rifiuti fuori regione; accelerare i tempi per il rientro nei poteri ordinari.
Siamo partiti dai Campi Flegrei e siamo arrivati ai piedi del Vesuvio, quaranta chilometri di roghi e di rivolte, una bidonville che si allunga come un serpente, cinque o seimila tonnellate di immondizia che marciscono nei vicoli e sulle piazze, la paura di epidemie, i vigili del fuoco che corrono a spegnere gli incendi, blocchi stradali, discariche che non ce la fanno più a sopportare gli avanzi della grande Napoli.
È la fotografia che ha spinto Rosa Russo Iervolino a chiedere aiuto a Giorgio Napolitano. Un sos a pochi giorni dall'arrivo in città del Capo dello Stato che trascorrerà a Villa Rosebery l'inizio del 2008.
Alfonso Pecoraro Scanio, ministro dell'ambiente ed ex consigliere comunale a Napoli, alla vigilia avvisa: "Chiederò l'impegno di tutto il governo per superare il commissariamento.


26 dicembre 2007

A'moratoria

Ho chiesto (tra le altre cose) a Babbo Natale di trasformare, solo per un breve periodo, Giuliano Ferrara (quello del "Medievale nel senso più alto del termine") in una donna.
Però lasciandolo così com’è e cioè grasso (ché lo è “felicemente” e non vorrei sembrasse una punizione) e peloso.
Così nessuno se la scoperebbe e si ritroverebbe con qualche quintale di roba della quale non potrebbe decidere autonomamente che farsene oltre che per inesperienza data dalla novità, per impossibilità oggettiva, chiamala assenza di scelta.

In alternativa avevo proposto una trasformazione in un cardinale, ché almeno uno lo riconosce anche senza star lì a decodificare.
Il 25 mattina ho trovato una lettera a firma BN che mi controreplicava “Mi è scappata la mano e me ne sono usciti due; che faccio, lascio?”

23 dicembre 2007

Facciamo che io ero il bue e l’asinello.
Contiamo i re magi un due tre, stella.
Ma qui non si crede, non c’è fede, alziamo gli occhi solo per sbuffare, un paio di volte l’anno al massimo.

Ecco, l’augurio è di non dover alzare gli occhi al cielo per più di due volte l’anno, come quando tutto ciò che merita di essere guardato è qui, davanti, altezza viso, cuore.

Per il bambinello c’è poco da attendere, qui è arrivato.
Anzi, è arrivatA.
E allora prendiamola, Maddalena, come simbolo di quel bello da guardare ad altezza occhi di ciascuno, ognuno la sua Maddalena, Marco le sue due meraviglie sul trattore ché domani accidenti che mani nella farina avranno, Emanuela e i suoi tesori da guardar sorridere, i figli perfetti e fieri del Generale, li prendo tutti a simbolo di qualcuno da guardare mentre con gli occhi si chiede cosa ci sarà nel pacchetto, non li elenco tutti, me ne perderei sicuramente altri e poi non serve, ognuno sa che un pezzettino qui è per lui, quel rompicoglioni di Arc compreso, ché non saremo tutti indispensabili, ma siamo tutti utili e questo è certo.

Quindi auguri non a voi, miei quattro cazzutissimi e tenaci affezionati ché non mi mollate manco quando non vi filo per settimane, manco quando vi butto tutti nel cesso dopo anni di affetto, ma a voi passando per le persone che di questo posto non sanno nulla, siano figli, mogli, mariti, mamme e papà, amici, compagni, tutti quelli che ignorano che noi passiamo il tempo dentro un blog fatto a forma di mani e di braccia uguali alle loro, tutti quelli che di noi vivono la seconda vita, quella nella quale non siamo Paperinik né Cat Woman, non siamo ammiragli né scrittori, quella nella quale siamo semplici impiegati delle poste, un po’ sfigatelli anche, tutti impegnati a tener nascosta la nostra vera identità di supereroi, l’augurio di aver sempre meno tempo da passare dentro un monitor e che quel poco sia dedicato davvero solo e soltanto a sapere come state, come stiamo, poi siano abbracci veri, foss’anche un semaforo, l’albero di natale, la colonna di scarico dl water, voi fate finta che sia qualcuno che avreste tanto voluto abbracciare, guardate la colonna dello scarico del water e abbracciatela come fosse la persona più cara al mondo.
Allenatevi, dico.
Poi uscite dal bagno e abbracciatela, quella persona più cara al mondo, se l’avete davanti.
Anche da parte mia.

Un pensiero speciale, davvero speciale, incartato in un pezzettino di cuore a Sabrina.
E un mondo di cose per lei che rimangono segrete dentro questo cuore.

E una canzone meravigliosa dedicata alla nuova Maddalena, quindi, passando per il fratellino, come fossero tutti i figli e tutti i fratelli, soprattutto tutti i fratelli, del mondo, soprattutto il mio.
Ché sarà anche difettoso, ma è mio ed è la cosa più grande che ho.

Buon natale.

21 dicembre 2007

Avrei voluto la bicicletta, m'è toccato pedalare.

In giro per regali entro in cartoleria per comprare carta da pacco (proprio da pacco, quella marrone, ché mi piace così, è più pacco) mentre attendo incuriosito dal loro incartarmi la carta da pacco (tentato di comprare del nastro per vederglielo nastrare) mi cade l'occhio su un espositore con i libricini per i pensierini ogni libricino dedicato a una persona c'è il libricino per papà c'è il libricino per l'amico del cuore c'è il libricino per il fratello e apriamolo 'sto libricino per il fratello leggiamo come inizia

"grazie a te per esserci sempre stat.."

chiudo senza arrivare alla fine della frase ché tanto s'era capita l'antifona, rimetto via, prendo la carta incartata esco e rido.

A mio fratello quest'anno regalo la bicicletta (tutta incartata nella carta da pacco), ché avrebbe dovuto farlo papà (quello del libricino), poi avrebbe dovuto farlo mamma (quella del libricino), poi avrebbe dovuto farlo nonna (quella del libricino) oh insomma abbiamo atteso 35 anni 'sta minchia di bicicletta, non ce l'hanno mai comprata e ce la compriamo tra di noi e poi su insomma lui è pur sempre quello che mi rubò i soldi per comprarsi la volvo dicendomi "Cazzi tuoi" quando la banca mi chiamò per chiedermi di coprire l'assegno (mio) scoperto, se oggi gli regalo spontaneamente (son libertà preziose, oh) la bici magari tra altri trentacinque anni ci leggerà pure dietro una sottile metafora e in un colpo solo avrò fatto mamma papà nonna nonno e tutt'u pedi du cucuzzaru a quel punto ne avremo settanta a testa e chissà che non esca un libricino anche per noi.
Pensavo, magari scritto a quattro mani.
Sai che ridere.
Nelle pagine pari scrive lui di suo padre quell'idolo, nelle dispari scrivo io di mio padre quel coglione, alla fine, nell'ultima pagina, solo una bicicletta, un tandem magari.
Che mieloso cazzuto post pre-natalizio, eh?

18 dicembre 2007

Scappo (?)

Non so se ridere o se piangere.

Ma il vaticano non potrebbe funzionare come l'unione europea?
Un tot di anni a nazione, ce lo passiamo, a turno, così ogni nazione passato il proprio non ce l'ha tra i coglioni per un bel po' di anni finché non ricomincia il giro.

No, eh.
Proprio tutto tutto nostro?
Ci teniamo tanto?
E allora ce lo meritiamo.


12 dicembre 2007

Urban

Poi un giorno passeggiando distratto mi trovo mio malgrado in quel quartiere che un giorno ho lasciato e mi fermo un istante, solo un istante, rivedere un po’ i palazzi, i passanti, le vetrine, soprattutto le vetrine, era pieno di vetrine quel quartiere e lo è tutt’ora.

Sto lì un istante, mi fermo all’incrocio a guardare verso la vetrina più illuminata per vedere se alla solita ora passa sempre lui a dire sempre la stessa cosa “Che ce l’hai ‘l grattaevvinci teee?” e passa, incredibile, la battuta funziona ancora, intorno ancora ridono ogni giorno alla stessa ora ancora ridono, alla stessa battuta.

Attendo che si allontani per vedere se ancora, ogni giorno, appena si allontana gli altri parleranno male di lui e ancora, ogni giorno, appena si allontana gli altri parlano male di lui ma quando entra ogni giorno alla stessa ora a dire la stessa battuta “Che ce l’hai ‘l grattaevvinci teee?” gli stessi ridono, lui è felice, senza di lui il quartiere non sarebbe lo stesso, è lo stesso.

Appena fuori dalla vetrina sempre lei al telefono con l’amante di turno, sono anni che ha amanti di turno e sono anni che ogni giorno, alla stessa ora, li chiama per sapere se stasera finalmente saranno coppia ogni giorno fa la stessa domanda all’amante di turno, compra ogni giorno alla stessa ora una ricarica sempre dello stesso taglio, il minimo sufficiente per il tempo che dura quel non ancora dell’amante di turno, poi mette giù per l’ultima volta mentre dentro la vetrina la guardano dicendo che gli starà dicendo che è l’ultima volta e fa bene perché dev’essere l’ultima volta, ogni giorno la guardano pensando che fa bene a dirgli che è l’ultima volta mentre lei è fuori al telefono, poi entra e tutti fanno finta di parlare dell’ultima rassegna di Kieślowski, senza di lei il quartiere non sarebbe lo stesso, è lo stesso.

Mi fermo appena in tempo per veder passare sempre lui, il combattente, ogni giorno alla stessa ora appena finisce l’ora dei vigili entra in azione col suo plico di manifestini da attaccare contro il sistema, contro la guerra, contro il controllo, stasera riunione al circolo, dobbiamo stendere il piano d’azione, dobbiamo decidere il programma programmatico dobbiamo valutare le valutazioni o la spesa ne farà le spese, ogni giorno alla stessa ora attacca il suo manifesto con il numero di telefono stampato sotto in verticale replicato da staccare se vuoi unirti alla lotta, ogni giorno attende le reclute, ogni giorno alla stessa ora sa che qualcuno lo seguirà, stasera ci sono io che lo seguo, con gli occhi, senza di lui quel quartiere non sarebbe lo stesso, è lo stesso.

Mentre faccio un passo per lasciarmi indietro di nuovo quel quartiere che è lo stesso, dall’altro lato passa lei, un giorno mi disse che per me avrebbe spostato le montagne, non siamo mai arrivati alla verifica, scatta il verde, fa un passo perché è verde le hanno detto che verde si passa rosso si ferma, mette giù un piede e inciampa in un sassolino.

L’istinto mi sposta in avanti per andare a sollevarla ma il quartiere è sempre lo stesso, da ogni vetrina spuntano fuori tutti, quelli di Kieślowski, l’altra mette per la prima volta giù il telefono prima della risposta dell’amante di turno, il combattente corre gridando che lui ha fatto un corso di pronto soccorso, i vigili tornano in servizio e fermano il traffico per lei, lei mi vede di sfuggita in uno spiraglio lasciato libero da tutta quella gente accorsa, io non faccio in tempo a guardarla che è di nuovo in piedi, non puoi cadere finché vivi in quel quartiere le dico con gli occhi, non potresti stare in piedi se ne uscissi.

Giro l’angolo e torno a casa, nella mia via silenziosa dove mi hanno valutato la casa uno sputo e un tappo perché, dicono, è l’unica via della zona dove non c’è passaggio.
Mi chiudo la porta alle spalle, contento della mia via deserta dove se cadi almeno il rumore lo senti bene e non corri il rischio di scambiarlo per un inedito di Wagner.

Poi faccio una telefonata e dico un grazie.
Suona bene, nel silenzio, un grazie.
Suona davvero bene.

10 dicembre 2007

Aaaaaaaaaaaaaaaaaaè!

E ieri mi son visto il documentario sulla cocaina a Milano.
E un applauso ai realizzatori, in senso tecnico un lavoro davvero pregevole, con delle soluzioni nuove nel montaggio (che è un po' che non se ne vedevano) che davvero potevano persino risultare gratuite visto che già il tema era sufficiente e invece accidenti, che bel lavoro hanno confezionato.

Ma poi c’è il contenuto e lì accidenti.
C’era tutto.
Nella sua parte bassa, certo, non sono andati a raccontare la parte ricca di quel mondo ma vabbè, non si può chiedere troppo, va bene anche la parte bassa, per il momento.
E quella parte bassa c’era tutta.

Sì ok, gli agenti si sono vestiti tutti da assistenti sociali che avevano una parola buona per tutti i fermati, il consiglio del buon padre per i ragazzi, le risate con la sudamericana che aveva droga pure nelle asole dei bottoni, e sappiamo che senza telecamere non sono così buoni e comprensivi ma vabbè diamogli un po’ di luce anche a loro ogni tanto ché fanno un lavoro veramente di merda ma molti di loro hanno un valore dentro che via il cappello al loro passaggio e allora passi anche la figura del capo vestito da Er Monnezza che era un po’ caricaturale, d’accordo, però che uomini, accidenti, che uomini.

E intanto c’era il tuo sellino dello scooter, stupido convinto di aver avuto chissà quale idea originale, sul quale la fretta era cattiva consigliera, c’era la custodia del cd dei bresciani, accidenti persino la provenienza, c’era, c’erano i loro discorsi sul lavoro quindici ore al giorno e ridevano e tiravano e che puzza in quella macchina quanto cazzo puzza la cocaina la senti in una stanza anche dopo venti ore.
C’erano gli aspettami qui mentre dai tetti ci riprendevano e io te lo dicevo, c’erano, e io ti aspettavo sotto il portone a fare da complice a una merda che mai ho provato e mai proverò solo perché eravamo amici e per me valeva il rischio di fare da coprotagonista in quelle inquadrature ché, pensavo, uno sano in caso di fermo magari ti poteva aiutare ad apparire meno delinquente, che idiota eh?.
C’erano le nostre serate, i nostri locali, i tuoi torno subito e uscivi in camicia, c’erano i tuoi motivi diversi da quelli di chiunque, i tuoi stipendi, c’era il nulla dei tuoi valori ingigantiti da paroloni per riuscire a intravederli nella nebbia, c’era lo spaccio per non pagare la tua, c’era la tolleranza e l’auto assoluzione, c’eravamo noi due quando eravamo amici e tu quando ancora avevi un cervello semi funzionante.

Mentre lo guardavo rivedevo i nostri anni culo a culo ventiquattrooresuventiquattro e la merda che ho visto in quei giorni, rivedevo te oggi e mi chiedevo se ti sei fatto aiutare o se ti sei ammazzato o se sei ancora riuscito a tenere lontano il momento delle uniche due scelte possibili.

6 dicembre 2007

In zona mia c'è un minimarket che la fesa di vitello la vende a 19 euro al chilo o 22 se tagliata.
Poco avanti c'è un macellaio che la vende a 27 euro al chilo, epperò va detto che è molto più buona la carne.
Quello che non sopporto è che il prosciutto cotto possa costare 24 euro al chilo.
Dico io, si possono pagare quasi 5 euro per due etti di cotto?

Ma il vero dilemma m'ha assalito stanotte, quando accendendo la radio mi sono chiesto come mai, come sia possibile, come possa accadere che la scomparsa fisica sia coincisa con la totale assoluta e pare irreversibile cancellazione da qualsiasi programmazione, da qualsiasi rassegna, da qualsiasi palinsesto, della musica di Alex Baroni mentre tra un paio di mesi gente come Paolo Meneguzzi ricomincerà a riempire le radio con quella roba che poi all'estero chiamano musica italiana.


3 dicembre 2007

A Mario Bros

Qui c'era un post che parlava di paura e di ipermondo (non si finisce mai di imparare), di corpi piegati dalla fatica e di occhi lucidi.
Un occhio lucido per guardare con lucidità l'altro per guardare il corpo piegarsi.

Qui c'era un post che è diventato una mail.

29 novembre 2007

Se telecomando

Stasera il Tg2 delle 20:30 ha presentato "in anteprima" un video che il Tg5 delle 20:00 aveva presentato 15 minuti prima.

Nemmeno un giorno che l'hanno sospesa e già non sanno più cosa succede nella stanza accanto.

26 novembre 2007

Alimentati a DC

Ehi...Burma-bloggers...Che fine avete fatto?
C'è ancora bisogno di voi e del vostro impegno!

Somalia!
Iu nòu Somalia?
No?
Dis is Somalia.
Bat uèn iu rait "Italian", don forghet tu rimemba det Somalia for as is olso dis.


22 novembre 2007

Mi dicono che in questa terra io ho le radici

Hai dietro un fondale teatrale a rullo mosso da nani pagati per farlo scorrere senza sosta, la scena cambia più velocemente della tua percezione, una volta con la stessa velocità cambiavi case, città, forse è quello che fa sì che non te ne accorga, una casa in cui sei nato, semplicemente, non esiste, non può esistere, oggi, un posto in cui sei, ora.

Chiudi la valigia dove ci sono 3 gradi la apri dove ce ne sono 15, in mezzo, semplicemente, i nani girano il rullo, tu vedi la scena che cambia, quasi non te ne accorgi, lo sai che è un rullo, la scena cambia solo per chi ti guarda da seduto, per te è una unica, lunga, chilometri, anni, secoli, sai che non durerà, morirai giovane, te lo dice il cuore affaticato, ti va bene, ogni volta che fai piani a lunga scadenza ti ricordi che lunedì riparti.

Pensi a tuo padre, a dove sarà oggi, sai che non stai pensando al corpo ché quello lo sai dov’è anche se ogni volta devi contare per arrivare esatto, pensi chissà se ce l’ha fatta, a vivere facendo in modo che in questo momento qualcuno lo stia facendo vivere in qualche angolo del mondo, nei suoi pensieri, alzi la mano chi in questo momento ne ha in mente un pezzettino, vuol dire che ce l’hai fatta, puoi essere ovunque senza esserlo, oggi, semplicemente, qualcuno sta facendo rivivere quella mano che accende la macchina o, forse, che gira il sugo o, forse, che muove l’alfiere o, forse, che ne so, io non c’ero.

Hai dormito in tanti di quegli alberghi che in albergo hai finito col sentirti quando passi, per sbaglio, da casa e per questo non smetti un solo momento della tua esistenza di sentirti bene solo quando parti e vai. In ogni parte del mondo hai lasciato il desiderio di riempire la parte vuota del letto, accidenti a questa mania di fare solo camere doppie, loro non lo sapranno mai ma nei tuoi pensieri un pezzo di loro c’è sempre e ogni volta che spegni la luce e ti giri metti un nome accanto e lo lasci lì per il prossimo ospite che nemmeno immagina quanto è fortunato a dormire in un letto nel quale hai lasciato il pensiero di lei, nuda, che non poteva seguirti ovunque eppure lo faceva lo stesso, tu, semplicemente, non hai mai dormito da solo una sola volta in vita tua.

Fin da piccolo hai imparato che i legami sono bolle nei pensieri lasciati sparsi in giro per il mondo, così oggi ti muovi lasciando bolle nei pensieri sparsi in giro per il mondo sapendo che così un legame c’è anche se non ci sei tu, qualcuno in questo momento sta facendo vivere a mille chilometri da te la tua mano che accende la macchina o, forse, che gira il sugo o, forse, che accarezza, vuol dire che puoi essere ovunque i nani girano il rullo, la gente pensa che lo scenario cambi, tu sei sempre lì, le bolle che hai lasciato in giro vivono per te, tu sei altrove, hai da fare, devi ripartire, come fai, non puoi che vivere così, come quando a sei anni t’hanno detto che dovevi partire e a nove anni t’hanno detto che dovevi ripartire e a 12 anni t’hanno detto che dovevi ripartire e a 20 anni, semplicemente, hai assoldato una serie di nani nella tua testa e hai chiesto loro, se non altro, di girarti almeno lo sfondo, visto che alla fine facevano di tutto per fartelo sembrare uguale ma dai, su, non prendiamoci in giro, erano quinte, quelle.

Buonanotte a te che mi accompagni e non hai paura.

20 novembre 2007

Rallegratevi (e sfregatevi le mani)

Questa cosa delle modifiche al dizionario liturgico, dico.
Tutti a dibattere sul senso di quel “non ci indurre in tentazione” che diventa “non abbandonarci alla tentazione”, tutti intenti a tenere come centro del dibattito il ruolo del signore, nessuno che si pigli la briga di spendere due parole due per quel coglione d’uomo che parla.

No perché qui sembra che si stia ridiscutendo il ruolo del signore e in mezzo a questa disorientata discussione non ci si accorge che è quello dell’uomo a essere riscritto.

“Non ci indurre in tentazione” significa sostanzialmente “Se non intervieni tutto funziona perfettamente grazie alla nostra autodeterminazione, ciao, grazie, continua pure a gocare a dadi” mentre “non abbandonarci alla tentazione” ribalta completamente la questione e la trasforma con un semplice cambio di termine in “Se non intervieni qui va tutto in merda perché da soli non potevamo che finire, come infatti siamo finiti, col cazzo in culo a quello davanti in fila alle poste”

Voilà.
Una semplice parola e riscrivi la storia.
‘Sto papa è un fottutissimo genio.

Ma il vero terremoto nei forum cattolici lo sta provocando questo lancio d’agenzia non confermato che vedrebbe in via di riscrittura pure quel “piena di grazia” che pare rischi di diventare “ricolma”
La madonna da piena a ricolma è davvero troppo per milioni di vergini iscritte a CL.
Qui se non si corre ai ripari con smentita ufficiale sarà una diaspora di gnocche pronte a buttare al vento il non valorizzato sacrificio.

Mi si permetta di sfregarmi le mani.
Ogni volta che vedo un gruppo di CL il primo pensiero è sempre che vorrei trovarmene un po’, anche pescate a caso ché tanto la quota di gnocca al Meeting è 9:10, in fila alle poste.

Comunque mi sono informato.
DJ Francesco che diventa Francesco e Pupo che diventa Enzo Ghinazzi non hanno nulla a che fare con quest’ondata di bisogno di verità.
È solo che erano stufi di essere riconosciuti quando in fila alle poste.
(ora però chi glielo dice che la faccia è sempre la stessa?)

13 novembre 2007

Un sistema elettorale semplice

Da Repubblica del 11/11/2007

"[...]Ma Veltroni frena e nega improvvise e repentine svolte proporzionaliste.[...]
Un sistema elettorale semplice, per un nuovo bipolarismo. Un po' tedesco, un po' spagnolo, un po' italiano. [...]Ridurre la frammentazione, garantendo un pluripartitismo moderato. Preservare la dinamica bipolare senza rendere però ineluttabile la formazione di coalizioni preelettorali artificiose, prive di coesione programmatica"


...aehm...certo...sì...è quello che ci chiedono gli elettori.

12 novembre 2007

Assassi

Non capisco questo sperticarsi per raccontare quanto fosse un bravo ragazzo, quanto non c’entri col calcio, quanto fosse un bravo diggei, quanto non ci fosse nemmeno il sospetto di una rissa, quanto sia impossibile che un proiettile sparato in aria si infili in un’auto.

Il poliziotto ha detto che ha sparato in aria?
E allora vuol dire che ha sparato in aria.
Certo che il proiettile può infilarsi lo stesso in un’auto.
Basta che nei paraggi passi un sasso volante e ualà, il proiettile passa ad altezza uomo.

È stato un caso.
Può capitare.
Non è nemmeno la prima volta.


6 novembre 2007

Mi Biaaagi...Mh!.....Aaaaahhhh-ah!

Lodi sperticate o pomodori a cadavere ancora caldo, c'è ovviamente tutto.
Quello che non ho letto da nessuna parte è la particolarità puramente tecnica.

Voglio dire, è tornato in un colpo solo su tutte le tv.

5 novembre 2007

Putor

L’altro giorno percorrevo la Venezia-Milano che da quando è a 4 corsie è una bellezza e pensavo.
Pensavo a questo fantasmagorico sistema di rilevamento velocità media che porta l’affettuoso nome di Tutor, ché lo fanno per il tuo bene.

Allora, rifacciamo il percorso:

Tu praticamente entri in autostrada come sempre dal casello, no?

Ecco passi, prendi il tuo bigliettino, riparti, lo infili nel parasole o come si chiama e vai vai vai, poi mentre guidi c’è questo cartello che ti dice “Ehi ti stiamo vedendo passare e tra poco ti riguarderemo passare più avanti e poi conteremo quanto ci hai messo” e tu passi sotto i ponti e vedi tutte le telecamerine e fai ciao ciao e poi magari ti fermi in autogrill e ti mangi il tuo icaro e ti prendi la tua bottiglietta d’acqua e poi riparti e poi ripassi davanti ai cartelli “Ecco, ora stiamo per rivederti passare” e rivedi le telecamerine e rifai ciao ciao e poi tranquillo arrivi al tuo casello riprendi il tuo bigliettino dal parasole lo dai al tizio il tizio ti dice “Fanno 12 euris” e tu glie li dai e vai a casa pensando che accidenti costano queste autostrade, costano sempre di più e pensi che questa cosa del Tutor certo non se la sono pagata loro e chissà quanto è costato, sapendo come in Italia funzionino gli appalti per queste cazzate qui si parlerà di chissà quanti milioni di euro, eh, vuoi mettere due telecamere così sofisticate, vuoi che non costi un sistema che riconosce che alle 17 sei passato dal ponte 645 e alle 18 da quello cento chilometri dopo e ti dice che ci hai messo un’ora a fare cento chilometri e allora sei stato bravo bravissimo, sì sì penso che un sistema così sofisticato debba costare veramente un sacco ma è per la nostra sicurezza e quindi è giusto che ce lo paghiamo noi col pedaggio per ci salva la vita e pensavo a questo fatto qui del conto della velocità media come autovelox infallibile e ci pensavo già da anni, ogni volta che vado in autostrada ci pensavo e mi chiedevo:

Ma senza spendere un euro in più e risparmiandosi la trafila delle gare d’appalto, dei milioni di contributi sicuramente governativi, dell’amico del cugino che ha la fabbrica che fa le telecamere in società con quelli che fanno le strisce bianche a terra, a gratis dicevo, il tizio del casello di arrivo inserendo gia pagato per farlo il biglietto ritirato nella stazione d’ingresso, non lo sa da cento anni quanto ci hai messo a fare il tratto che sul biglietto è scritto sotto forma di ora d’ingresso e chilometri?

Cioè voglio dire quell’idea geniale della media matematica PuntoA-Ora X=Punto B-Ora y, se al posto di PuntoA=Ponte telecamera 345 e Punto B=Ponte telecamera 923 ci avessero messo PuntoA=Stazione d’ingresso e PuntoB=Stazione d’arrivo il risultato pareva così tanto diverso?


2 novembre 2007

Saluto rumano

"Se è vero infatti che il futuro dei Balcani è nell'Europa è altrettanto vero che negli stessi Balcani è anche il futuro di questa nostra Europa".

All'Europa viene richiesta la capacità di "articolare in maniera più concreta il richiamo del suo messaggio riformatore. A maggior ragione dopo il recente accesso della confinante Ungheria e nella prospettiva dell'adesione di Romania e Bulgaria a partire dal 2007. Anche per aspetti solo apparentemente secondari ma ad alta sensibilità presso la gente comune, come le perduranti restrizioni dei visti d'ingresso, che effettivamente accentuano il senso di frustrazione di popolazioni che vorrebbero sentirsi parte di un'unica famiglia Europea".

Gianfranco Fini, Corriere della Sera, 30 Aprile 2005

(fonte)

31 ottobre 2007

Scomparsa repe(n)tita

Beh?
Allora?
Oh!
Dove sono finiti i mille mila post sui bonzi???

Ma è giusto così, sono loro che sono ingrati.
Appena fatto il cambio stagionale dell'armadio dei pathos, 'sti stronzi che fanno...ti tornano in piazza.
Allora lo dicano, lo fanno apposta per mettere in difficoltà i blogger.

30 ottobre 2007

Anticorpo

Allora capita che uno agli oroscopi non creda, ma difficilmente troverai qualcuno che se se lo ritrova tra le mani non lo legge.
Poi ce ne sono alcuni che li leggi anche se non capita e anche se non ci credi, cioè li vai proprio a cercare perché sono talmente geniali che non possono che essere letti per farsi una risata, spesso su sé stessi, ché gli oroscopi si sa, sono un po’ pillole di psicologia, a volte spiccia altre sofisticata e lui non si sa come quasi sempre ti dice come ti sei svegliato, non come passerai la giornata, questo lo rende geniale.
Per questo agli oroscopi spesso non è necessario credere, perché ci si ritrovi a leggerli.

Capita sul quotidiano, su una rivista comprata per altri motivi, in tv la mattina con la rassegna stampa, sei lì e lo ascolti aspettando il tuo segno.
Poi finisci col viverti la giornata sempre convinto che gli oroscopi siano un bel giochino e nulla più, ma con quel sottile istinto che ti porta a convertire un resto in un gratta e vinci se quel giorno è “Fortuna al gioco” o a guardare la commessa del negozio con più intensità perché quel giorno “godrai di un fascino stellare”.
Giochi, sai che non è vero e questa consapevolezza ti permette di concederti il gioco.

Ripensavo ieri sera a quel fatto là del quale parlai due anni or sono e lo ripensavo associato all’oroscopo.
No, non al mio della settimana, all’oroscopo in quanto materia.
Ci pensavo perché per l’ennesima volta nell’ennesimo albergo abitato per lavoro (per chi è nuovo: sì, faccio la puttana ma in senso lato) ho appoggiato il telefono sull’ennesimo comodino.

Ecco, volevo dire a quelli a Roma che se la regola del “già che l’ho davanti” porta a convertire in un gratta e vinci il resto dei soldi delle sigarette se l’oroscopo non cercato dice che è il caso, lo stesso meccanismo NON funziona per il vangelo in ogni cazzo di albergo d’Italia.

Ché manco se me lo mettono multilingua, la mattina dopo al tabaccaio porgerò l’altra guancia se mi frega sul resto.
Non funziona così, mi spiace.
Licenziate quello che vi ha spiegato cos’è il viral marketing perché o s’è spiegato male o avete capito male voi.

Almeno i Testimoni di Geova il rischio di prendersi un vaffanculo in faccia la domenica mattina quando ti svegliano alle 8 lo corrono, ci credono e ci mettono la faccia per dimostrarlo, non ti fanno trovare la Torre d Guardia in albergo tra le pringles e il programma della pay-per-view porno, sant’iddio.

27 ottobre 2007

Colpevole mancanza

E' colpa mia, della mia ignoranza, del mio perdere tempo, del mio guardare sempre nella stessa direzione, sì sì, me ne assumo tutte le responsabilità, va bene.

Ma dopo aver appena visto una sua intervista mi dichiaro irrimediabilmente e follemente innamorato di Filippo Timi.



Ma come ho fatto fino a oggi senza di lui?
Voglio tutto di quest'uomo qui.
Voglio i libri voglio vederlo a teatro voglio i film voglio tutto ora mi metto rossetto e rimmel poi gli stampo un bacio su una mia foto e gliela mando per chiedergli se mi sposa.

21 ottobre 2007

Parigi valeva una messa

Nicolas e Cécilia Sarkozy hanno divorziato.

Il Vaticano fa sapere che questa decisione ha «seriamente minato le relazioni tra i due Paesi» e ha immediatamente convocato l'ambasciatore francese presso la Santa Sede per consegnargli una formale protesta nella quale si precisa che la Francia deve «smettere di sostenere le forze indipendentiste e di interferire negli affari interni del Vaticano»

19 ottobre 2007

Te la do io l'america

Nuova disciplina dell’editoria e delega al Governo per l’emanazione
di un testo unico sul riordino della legislazione nel settore editoriale
(disegno di legge 3 agosto 2007)

Art. 1
(Finalità generali)

1. La disciplina prevista dalla presente legge in tema di editoria quotidiana, periodica e libraria ha per scopo la tutela e la promozione del principio del pluralismo dell’informazione affermato dall’articolo 21 della Costituzione e inteso come libertà di informare e diritto ad essere informati.

2. Tale disciplina mira all’arricchimento della produzione e della circolazione dei prodotti editoriali,[…]

Art. 2
(Definizione del prodotto editoriale)

1. Per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento, che sia destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso.
[…]

Art. 5
(Esercizio dell’attività editoriale)

1. Per attività editoriale si intende ogni attività diretta alla realizzazione e distribuzione di prodotti editoriali, nonché alla relativa raccolta pubblicitaria. L’esercizio dell’attività editoriale può essere svolto anche in forma non imprenditoriale per finalità non lucrative.
[…]

Art. 7
(Attività editoriale su internet)

1. L’iscrizione al Registro degli operatori di comunicazione dei soggetti che svolgono attività editoriale su internet rileva anche ai fini dell’applicazione delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa.

2. Per le attività editoriali svolte su internet dai soggetti pubblici si considera responsabile colui che ha il compito di autorizzare la pubblicazione delle informazioni.

Art. 14
(Interventi sulla disciplina del prezzo dei libri)

1. Il prezzo al consumatore finale dei libri venduti sul territorio nazionale è liberamente fissato dall'editore o dall'importatore ed è da questi apposto, comprensivo di imposta sul valore aggiunto, su ciascun esemplare o su apposito allegato.

2. È consentita la vendita ai consumatori finali dei libri, da chiunque e con qualsiasi modalità effettuata, con uno sconto sul prezzo fissato purché non superiore al 15 per cento.

Capo III
Sostegno alle imprese, alle spedizioni dei prodotti editoriali, agli investimenti in innovazione, all’occupazione

[…]

Art. 17
(Contributi diretti all’editoria quotidiana e periodica. Categorie e requisiti)

[...]

b) imprese editrici di quotidiani e periodici, anche su internet, che siano riconosciuti come propria espressione, anche per esplicita menzione riportata in testata, da forze politiche che, nell’anno di riferimento dei contributi, abbiano il proprio gruppo parlamentare in una delle Camere o almeno due rappresentanti eletti nelle proprie liste al Parlamento europeo.

[…]

Art. 18
(Contributi diretti all’editoria quotidiana e periodica. Condizioni per l’accesso)

1. Le imprese editrici di cui all’articolo 17, ad eccezione delle imprese di cui alla lettera e) del comma 1 del medesimo articolo, accedono ai contributi, limitatamente a una sola testata e a condizione che:

[…]

d) la testata per la quale sono richiesti i contributi, non sia posta in vendita congiuntamente con altre testate nazionali o locali, nell’anno di riferimento dei contributi medesimi, o in periodi parziali di esso.

Art. 31
(Abrogazioni)

1. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono abrogate le seguenti norme:

a) Articolo 5 della legge 8 febbraio 1948, n. 47;

b) Articoli 1 e 11 della legge 7 marzo 2001, n. 62;

2. A decorrere dall'anno di riferimento successivo alla data di entrata in vigore della presente legge sono abrogate le seguenti norme:

a) Articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n.250

b) Articolo 2 della legge 14 agosto 1991, n. 278, limitatamente alle parole “dall’articolo 3, comma 11, e”;

c) Articolo 1, comma 1, del decreto legge 24 dicembre 2003, n. 353, convertito in legge dalla legge 27 febbraio 2004, n. 46.

17 ottobre 2007

Fido

“Ogni padrone crede di avere un cane molto intelligente. Ma questa sua qualità si manifesta al massimo quando l'animale viene lasciato solo. La presenza delle persone e soprattutto dei padroni, infatti, influenza profondamente le scelte dei cani e non sempre le azioni che essi compiono quando è presente una persona, sono finalizzate a un vantaggio.

I cani, infatti, sono così attirati dalle azioni degli uomini che spesso si comportano in modo del tutto illogico solo per farci contenti. Se invece lo si lascia agire indisturbato i suoi ragionamenti lo portano a scelte più logiche che vanno a favore dei suoi desideri.

"Non si deve pensare tuttavia, che addomesticando un cane lo si renda meno intelligente, ma è un dato di fatto che il suo comportamento si fa più complicato in particolari situazioni sociali ed è vero che focalizzando la propria attenzione sui padroni spesso lo porta a comportamenti errati" (segue)


Regole del gioco:
Il giocatore prenda i termini: “Papa” “Fedeli” e “Verità” e li sostituisca all’interno del testo.
Scopo del gioco è utilizzarli tutti e tre senza cambiare il senso del testo.
Tempo disponibile: 6 secondi.

Al fine di facilitare il percorso di gioco si ricorda al giocatore che anche l’uomo un tempo viaggiava su quattro zampe e che se un dì si alzò su due fu solo perché anche i banani nel frattempo s’erano fatti più alti.


16 ottobre 2007

Larga la foglia

"Corpi sospesi nel tenuo calore delle membra riposte in candidi giacigli piegati alla fervida luce dei penetranti e impavidi occhi. Strati di avido desiderio erosi dalle sottili pieghe del corpo della passione lungo il mare in fuga. Tenere e candide vesti schiacciate dal peso voluttuoso di nubi minacciose disperse lungo l’incauto sentiero. Struggenti visioni consumate da brandelli di vita al declinar del giorno tra richiami sommessi lungo le pareti della memoria sospesa al filo della rimembranza. Mentre le vestigia piatte del tempo ricoprono i tortuosi sentieri dell’anima contesa tra le tenebre lunghe della notte in fuga."


Commento splinder sotto la foto di una a gambe aperte.


C'ho questa passione per la lettura dei commenti che compaiono sotto le foto porno di splinder.
Sono proprio una tipologia a sé nata con splinder, si manifestano a forma di chilometriche poesie sotto la foto di una con una banana infilata tra le gambe, conta un numero impressionante di adepti, sono fantastici.


15 ottobre 2007

Avvistato lo spirito di Elvis

È nato il Partito Democratico, PD.

L’avanguardia fu ovviamente Forza Italia la quale, gestita dal massimo esperto di vendita di detersivi della storia italiana, fece entrare per la prima volta nella politica la strategia di marketing a livelli degni di tale nome.

Fu un colpo di genio la scelta, a pochi mesi dall’inizio del campionato del mondo di calcio, di far diventare marchio quelle che da lì a pochi mesi sarebbero state le due parole più pronunciate dal più vasto numero di uomini sandwich che si potesse inventare.
Milioni di persone trasformate, grazie a una semplice intuizione tipica degli uomini di Millionaire, in veicoli involontari dei primi spot politici su larga scala capaci di raggiungere livelli di penetrazione mai visti prima.
Per un mese, ogni schermo tv del mondo avrebbe mostrato almeno una volta al giorno decine di italiani in delirio da fanatismo gridare il nome del nuovo partito.
L’esperto di detersivi, con quella mossa, dimostrò che tenergli testa sul terreno dell’abilità nel trovare meccanismi per moltiplicare la visibilità da quel giorno sarebbe stata davvero dura.
Quell’anno ai mondiali, anche uno di rifondazione sarebbe stato suo malgrado un veicolo per diffondere il nuovo nome.
In un mese raggiunse obiettivi di visibilità che gli altri non hanno raggiunto manco in vent’anni e la memorizzazione del nome sarebbe stata facile almeno quanto quella del marchio, che opportunisticamente fu una semplice quanto altrettanto ripetuta su ogni schermo tv per un mese di seguito, bandiera tricolore.

Viene da dire che tutto questo fu in un certo senso un po’ un furto, perché da quel giorno in poi nessuno avrebbe più potuto esultare per la nazionale senza ricordarsi che nello stesso momento stava contribuendo alla notorietà del neo partito.
Rubò la libertà di tifare senza preoccuparsi di pensare anche alla politica, a meno di non accettare di essere sicuro complice della diffusione di quel nome.
Milioni di appartenenti alle sinistre costretti improvvisamente a trovare in fretta qualcosa di alternativo per sostenere la nazionale perché da lì a poco si sarebbe partiti per gli USA e il calcio è il calcio però anche il circolino andava difeso dall’invasione.
“Grandi Italia!”
“Mabbbella Azzurri!”
Un bordello, milioni di persone senza più punti di riferimento.
Riconoscersi per strada era diventato impossibile, abbracciarsi un rischio.

Oggi nasce il PD.
Quegli uomini che non seppero dare a Occhetto i consigli giusti per sostenere il confronto mediatico perché impreparati alla valanga di trucchi e assi nella manica che per la prima volta si videro gettare sul tavolo dall’esperto di detersivi e come sempre indietro di almeno vent’anni su qualsiasi cosa assomigli a una trovata geniale, hanno in questi vent’anni frequentato una valanga di corsi di recupero alla Om Scioppin’ Iùrop Iunivèrsiti i cui compiti a casa si sono via via nel tempo resi visibili nei maglioncini sulle spalle di Prodi uguali a quelli di Berlusconi, negli spot “Plisss vìsit auar càntri” così uguali al mitico momento di comicità del “Se fleg is nos onli e fleg baz is a simbol ov fridom en democrasi”.
Tentativi, prove d’orchestra, corsi di sostegno per arrivare preparati all’esame di maturità di oggi.
E praparati sono arrivati.
L’elenco di mosse copiate sempre dopo che ne hanno visti i successi a destra, si chiude oggi con la scelta di chiudere il conto aperto quando venne rubata agli italiani la possibilità di esultare per la nazionale.

Da oggi bestemmiare in chat, sms e blog non sarà più possibile.
Milioni di 15enni trasformati in involontari veicoli pubblicitari per il Grande (Immenso) Walter.
Gli uomini di marketing della sinist..del centro hanno restituito il favore ricevuto vent’anni fa.

Ora si attende la controreplica del prossimo partito unico delle destre, risultato del feeling tra il cavaliere e la Brambilla.
Ci sarà da ridere, perché tra le disponibili a 'sto punto è rimasta solo TVB.
Ché ci starebbe anche, visto che secondo lui Tutti Vogliono Berlusconi.

11 ottobre 2007

Roberta+Lanfranchi

Cara Roberta,

sn un tuo grande fan e volevo dirti ke sei sempre stata la migliore e io sn sempre stato felice xkè ti immagino sempre insieme a Pino ke ridete la mattina e ankora siete 2 ke si amano tanto come Sandra e Raimondo ke ce ne sono poki e e voi eravate quasi gli ultimi e nn siete cm qli della televisione che anno gli amanti e volevo dirti ke non devi giocare così cn Milo xkè allora vuol dire ke anke voi nn siete + 2 ke si amano cm sembrava e se perfino tu lasci Pino io nn crederò mai + ke l'amore vero può esserci.

Ciao ciao.
Sei belissima.
Gemellino72


9 ottobre 2007

Bertinotte

"È un esercizio di democrazia straordinario, possono esserci dei nei, ma trovo fuorviante discutere di brogli"

Nei?
In un referendum la possibilità di votare più volte è un ....neo?

Ma soprattutto, in risposta alle dichiarazioni di Mastella riguardo al pericolo terrorismo dietro gli attacchi a lui e alla "casta"...

"Non c'è mai una relazione diretta tra disagio sociale e terrorismo".

Ok ok, si è sbagliato, in realtà voleva dire "non c'è SEMPRE".
Sì sì, non può che essere una svista, non può aver davvero detto MAI.


7 ottobre 2007

Grillo

Non ho voglia di riscrivere tutto quindi metto un sunto (pensa) di uno scambio di commenti avvenuto altrove, ché tanto il succo è quello.


E' che nelle ultime settimane è tutto un via vai di gente che improvvisamente ha scoperto che qualcosa non funziona ma ce ne fosse uno che ammette di averlo scoperto oggi e quindi di non avere titoli per far le pulci a nessun altro, oppure che spieghi perché fino a ieri non era così incazzato quando le sentenze di cui oggi parla hanno anni, oppure dica la sua sul caso Parmalat invece che citarlo e basta, oppure, oppure qualsiasi cosa che sia diversa dal ripetere a macchinetta titoli sensazionalistici privi di qualsiasi approfondimento personale.

E questo via vai è scocciante, perché comunque sempre gente che non sa un cazzo hai davanti, e lo dimostra il fatto che si sono incazzati tutti insieme quando se sapessero di cosa parlano c'era da impugnare bastoni a 10 al giorno per tutti i 10 anni appena passati MA non se n'è visto uno, ma quando in questo momento te li trovi davanti ti dicono che TU dovresti parlare DI perché è uno schifo...

Continua a leggere il mio fondamentale parere...

5 ottobre 2007

Bir-manìa

"Se non ho scritto nulla sul caso Birmania, è perché fino a ieri non ero nemmeno certo di poter indicare sulla cartina dove fosse."

Questo, oltre che essere il motivo per cui non ho scritto IO niente, è un post tipo che mi sarebbe piaciuto un sacco leggere su un sacco di blog.
Ma si sa come funziona, un giorno sono gli sms solidali, uno sono le balene giapponesi, un altro è siamo tutti monaci zen.

Al contrario, anche senza informazioni precise, saprei anche a occhi chiusi indicare dove si trovi ogni volta l'italia.
Quello che ho approfondito (poco) è quanto, ci siamo.
E allora invece che dire "Siamo tutti monaci", ché tanto basta aprire blog a caso e lo si può leggere, io su questa vicenda dico "Siamo tutti italiani".

Da Panorama (non dite nulla vi prego non infierite è già abbastanza difficile):

"[...]Sul versante importazioni le oltre trecento imprese italiane che fanno affari con la Giunta militare hanno movimentato nel 2007 - sempre secondo la Cisl - una quantità di denaro impressionante: oltre 59 milioni di euro. Operano nel campo dei preziosi, del tessile, del legno, dell’abbigliamento, della manifattura meccanica. Tra le aziende coinvolte, ci sono nomi illustri come Oviesse (oltre 2,5 milioni di euro di importazioni) che però ha adottato il codice di condotta dell’OIL, l’ipermercato Auchan (462.000 euro), Bulgari Gioielli (385.000 euro), la Fincantieri (poco meno di 100.000 euro). Ma la palma d’oro dell’import la conquista la Bellotti Spa, che dalla Birmania importa 7 milioni di euro del pregiatissimo Teak locale. Al secondo posto la Van Cleef & Arpel Logistics Spa (prodotti di lusso) con 4,8 milioni di euro e al terzo l’Italia Srl (4,3 milioni di euro). Sul versante esportazioni (60 milioni di euro nel 2007), la Danieli Officine Meccaniche Spa non ha praticamente rivali (55 milioni di euro di prodotti industriali esportati nel settore delle acciaierie). Tra le altre aziende citate nel rapporto Cisl anche Luxottica."

Qui l'elenco completo di chi importa e di chi esporta.

Ecco.
A me gli sms solidali, lo sapete, sono sempre stati molto sul cazzo.
I post solidali peggio che mai.
Non per altro, è che hanno sempre lo sguardo volto altrove e mai una parola sulla merda sotto il proprio zerbino, quando secondo me è sempre da lì che bisognerebbe partire perché quasi sempre è da lì che hanno inizio le cose.

4 ottobre 2007

Croce-via

In Turchia alla fine mica ci sono stato.

Parlavano turco, girava moneta turca, si mangiava un sacco di pollo e improponibili simulazioni di salumi forzatamente colorati rosa confetto, probabilmente convinti che le fette di finto salame sul piatto possano diventare fette di vero salame sugli occhi e farti così dimenticare che quello non è salame, non può essere salame, sei in Turchia.
Epperò di vino quanto ne vuoi, al bar la birra a fiumi, whisky non ne parliamo, “on the rock?” massì, ché così fa meno schifo.

A tavola l’ho buttata lì, con quattro compagni di cena due dei quali sconosciuti, il solito silenzio di chi non ha scelto di star lì e non ha scelto di starci con quei quattro e per questo non ha sostanzialmente nulla da dirsi e per questo, infatti, non si dice nulla; situazione più frequente di quanto si pensi, di quanto si voglia pensare per non ammettere quanto a volte la stessa tavola si finisca persino per sceglierla pure a due metri da casa propria, io le detesto quelle situazioni, non è possibile che non ci sia nulla da dire, anche una cazzata, un pensiero, non si può mangiare in silenzio quando non si è soli e allora ho scelto io la prima cazzata che mi è venuta in mente, come sempre quando voglio spezzare il silenzio di chi non ha nulla da dirsi.

“Per me non dovrebbero servire alcolici”, dico mentre chiamo il cameriere per avere il mio solito bicchiere di red wine (e non chiedere altro, ché altro non c’è da sapere su quel vino lì).
Poco ci è mancato che non si alzassero per cambiare tavolo, reagiscono loro chiamando il cameriere per avere la loro solita coca cola.
“E perché mai? Perché devono imporre le loro credenze anche ai turisti?”
Io mi chiedevo perché per tre persone che per cinque giorni hanno bevuto coca cola fosse importante avere il vino a tavola e non è che ci abbia messo molto a capirlo, in effetti, il perché: la solita cazzona questione di principio.

Ma che stronzi, pensavo.
“Non ti imporrebbero nulla, sei tu che hai scelto di venir qui” è come ho tradotto quel “ma che stronzi”.
“Se non servissero alcolici, non ci verrebbe più nessuno e potrebbero chiudere baracca e burattini”.
A quel punto ho mollato il discorso, troppo lunga, troppa poca voglia, non c’era appiglio.
Come fai a spiegare a uno che vuole il vino pure se poi non lo beve, che l’assenza di una persona che va in un paese che per cultura non beve alcolici a chiedere alcolici, per quel paese non sarebbe una perdita?
Vallo a spiegare al solito orgoglioso italiano, che là fuori c'è un mondo che potrebbe tranquillamente fare a meno di lui.
Battaglia persa.

Più viaggio e più continuo a pensare che il problema della incomprensione tra culture sia il vino e siano gli spaghetti col sugo macaroni.
Senti un sacco di gente dire che lo sviluppo del medio oriente non può che avvenire quando si decideranno a spostarsi verso l’occidente e la sua voglia di bere vino e mangiare salame.
Ma no, ma-no.

Basterebbe levare di mezzo la religione dai governi, non il the dalle tavole, e sarebbero paesi in alcuni casi cento volte più belli dei nostri.
Non impiccare gli omosessuali, non infibulare (è declinabile?) le bambine, non punire le conversioni, il resto tutto come è arrivato dopo secoli di storia diversa dalla nostra, ché è bello così, non serve occidentalizzare il medio oriente, serve andarci lo stesso pure se non ti servono il vino.
Io vorrei bere cosa beve chi non beve vino, voglio mangiare topi se mangiano topi, voglio andare in un posto e trovarci, banalmente, il posto.
Allora facciamo che si va ad Asmara a mangiare lo zighinì chiedendo le posate e via così, ché siamo italiani, oh.

Ma quale ottusità ci può essere dietro l’idea che tra la cultura di un posto e quella di chi in quel posto ci va, quella predominante debba essere la seconda?
E io adesso non è che voglio star qui a farla troppo spicciola, ma non è che serva troppa filosofia per capire che se tu italiano vai in Turchia pretendendo che sia il tuo modo di vivere quello che ti dev’essere permesso, al turco che in Italia se ne sbatterà il cazzo della raccolta differenziata tu avrai ben poche possibilità di dire qualsiasi cosa perché non starà facendo nulla di diverso di quello che fai tu quando vai a casa sua a pretendere il vino perché per te tra la tua cultura e quella del posto in cui sei andato ospite, quella che pretendi di trovare è la tua.
Si sono già occidentalizzati, non è vero che non si sono occidentalizzati.
Semplicemente hanno scelto il peggio dell’occidentale e quel modo di fare là che li porta a chiedere di levare i crocefissi dalle scuole è lo stesso che porta quei tre là a cambiar tavolo al solo accenno di privazione del vino che nemmeno bevono.

È il sugo macaroni, il motivo delle guerre, non il petrolio.
(e i crocefissi nelle scuole, ché se non ci fossero nessuno chiederebbe di levarli)

27 settembre 2007

Vado e (s)vengo

Mentre io cercherò di non morire a causa della vista di autopsie e operazioni in diretta per 5 giorni cercando, se appunto sopravvivo, di trovare il tempo per vedere se può essere un buon posto dove espatriare, voi guardatevi la vera storia del PD al fine di capire perché la sua creazione è il motivo per il quale per martedì quando tornerò questo governo sarà già abbondantemente andato alle ortiche.


24 settembre 2007

Integral mente

“Cari fratelli e sorelle,

nella serie delle nostre catechesi su grandi personalità della Chiesa antica, arriviamo oggi a un eccellente Vescovo africano del III secolo, San Cipriano, che "fu il primo vescovo che in Africa conseguì la corona del martirio".
[…]
fu severo, ma non inflessibile con i lapsi, accordando loro la possibilità del perdono dopo una penitenza esemplare; davanti a Roma fu fermo nel difendere le sane tradizioni della Chiesa africana; fu umanissimo e pervaso dal più autentico spirito evangelico nell'esortare i cristiani all'aiuto fraterno dei pagani durante la pestilenza; seppe tenere la giusta misura nel ricordare ai fedeli - troppo timorosi di perdere la vita e i beni terreni - che per loro la vera vita e i veri beni non sono quelli di questo mondo; fu irremovibile nel combattere i costumi corrotti e i peccati che devastavano la vita morale, soprattutto l'avarizia.
[…]
Non si stanca di ripetere che "chi abbandona la cattedra di Pietro, su cui è fondata la Chiesa, si illude di restare nella Chiesa" (L'unità della Chiesa cattolica, 4). Cipriano sa bene, e lo ha formulato con parole forti, che "fuori della Chiesa non c'è salvezza" (Epistola 4,4 e 73,21), e che "non può avere Dio come padre chi non ha la Chiesa come madre" (L'unità della Chiesa cattolica,4).”

Joseph Ratzinger - Udienza generale del Mercoledì – 6 Giugno 2007
Fonte


“[…]Si verificò quanto lo Spirito Santo dice e proclama nei salmi: «Preziosa agli occhi del Signore é la morte dei suoi fedeli» (Sal 115, 15). Preziosa é la morte di colui che acquista l'immortalità col prezzo del proprio sangue, che riceve la corona di Dio con l'estremo sacrificio.”

San Cipriano, Epistola
Fonte


"[...]La logica del profitto, se prevalente, - ammonisce il Papa - incrementa la sproporzione tra poveri e ricchi, come pure un rovinoso sfruttamento del pianeta". "Quando invece - commenta - prevale la logica della condivisione e della solidarietà, è possibile correggere la rotta e orientarla verso uno sviluppo equo, per il bene comune di tutti.
[…]
Se amare Cristo e i fratelli non va considerato come qualcosa di accessorio e di superficiale, ma piuttosto lo scopo vero e ultimo di tutta la nostra esistenza, - ha aggiunto - occorre saper operare scelte di fondo, essere disposti a radicali rinunce, se necessario al martirio.[...]”

Joseph Ratzinger, 24 Settembre 2007


“il Papa ha invitato alla preghiera e ha ricordato che già san Paolo nella prima lettera a Timoteo "invita in primo luogo a pregare per quelli che rivestono compiti di responsabilità nella comunità civile, perchè, egli spiega, dalle loro decisioni, se tese al bene comune, derivano conseguenze positive, assicurando la pace e 'una vita calma e tranquilla con tutta pieta' e dignita" per tutti".

Fonte


Questa, a casa mia, è una minaccia.




“URA Al-Fâtiha (L'Aprente)

...Secondo un commento di Ibn 'Abbas (che Allah sia soddisfatto di lui) coloro che hai colmato dei Tuoi doni" sono i Sinceri (siddiqûn), quelli che hanno avuto il MARTIRIO TESTIMONIANDO LA FEDE (SHAHADÂ), i Devoti (salîhûn). “”

”Sura :An-Nisâ' (le donne)

"Combattano dunque sul sentiero di Allah, coloro che barattano la vita terrena con l'altra. A chi combatte per la causa di Allah, sia ucciso o vittorioso,daremo presto ricompensa immensa”

Fonte


Questo, a casa sua, è terrorismo.




21 settembre 2007

Bau!

Allarme a Milano, avvistato pericoloso bauletto da moto.

Si transenna la zona circostante, la tensione si tocca con mano, il traffico interrotto, nessuno prenda la metropolitana, la gente accorre, nelle redazioni si litiga su chi debba correre a tesitmoniare l’evento, l’addetto alla cronaca sottolinea che è in un cestino, il responsabile esteri reclama che il bauletto è made in china, l’esperto in terrorismo sbatte i pugni sul tavolo puntando alla vicinanza con l’ambasciata americana, il vaticanista prepara un pezzo sul fatto che un bauletto senza moto denuncia una pericolosa perdita di punti di riferimento, si sfiora la rissa, in strada accorrono i fotografi, l’ultimo ritrovato della robotica viene impiegato per far brillare il cestino, la città è immobile, il fiato trattenuto, l’unico rumore udibile i battititi del cuore dei milanesi, il bauletto salta, resiste all’esplosione, rimane chiuso, i fotografi si avvicinano, decine di flash illuminano il sospetto caduto sull’asfalto, i telefoni delle redazioni non smettono di squillare, il sindaco dice che la città ha saputo reagire, la città torna in pausa pranzo, la ditta produttrice sottolinea la resistenza a ogni impatto, il tiggì passa la linea a Salsomaggiore, non siamo morti neanche oggi.



18 settembre 2007

Shame on chi legge

In Italia dire a qualcuno "Sei scemo" è reato.
Pensarlo, no.


L'Italia è sul 2

Rai 2 ore 14: Dibattito su prostituzione e case chiuse.

Ospite: "Ci sono anche quelle che lo fanno per scelta".
Mamma rappresentante del Moige: "Io ho una figlia di 11 e non ce la vedo a venirmi a dire "Mamma da grande voglio fare la puttana""
Presentatore: "Scusi ma che lo dica una del Moige significa che alle 14 si può dire puttana su rai2?"
Lella Costa ride: "Evidentemente..."
Rappresentante Osservatorio sui minori: "Bisogna spiegare ai ragazzi la realtà, c'è anche chi lo fa per vocazione"
Presentatore: "Scusi seduto accanto a lei c'è Suor Paola, le pare il caso di usare termini come Vocazione?"
Prof Meluzzi: "Non voglio fare il paraculo"
Presentatore a Mamma del Moige: "Ecco, visto cosa succede?"


Sono meravigliosi.


15 settembre 2007

this is the end bom bom bom bommm

Il blog finisce qui.

Diciamola tutta.
Non è mica il computer il problema.
Il problema è come lo si usa.

No, non l’abbiamo ancora detta tutta.
La diciamo tutta se spieghiamo perché.
Ma se spieghiamo perché, l'intero perché, ricominciamo a usarlo male.

Allora diciamone una parte.
La vita privata in rete può fare dei gran bei danni.
Perché crea un interesse che nella forma si colora di affetto, nella sostanza è recirpoco egoismo.
Allora capita che se tu ami l’affetto, sei consapevole che questo non lo sia ma come tale fai finta di vederlo.
E questo fa dei gran bei danni, perché a lungo andare cominci a chiamarlo così tante volte “affetto” che finisci col non saper più distinguere quale sia e quale non lo sia e finisci col dare valore a cose che valore non ne hanno.
E il meccanismo si auto-alimenta, più tu vedi affetto più offrirai pezzi di te che lo generino, in un vortice che ti porta a declassare tutto a “pezzi disponibili” anche là dove alcuni di quei pezzi, invece, meriterebbero protezione e condivisione preziosa.
E questa persa capacità di vedere quella differenza, quel valore, è forse la cosa più dannosa che si possa fare, quando invece i pezzi per essere composti nella giusta maniera hanno bisogno di una cura dedicata diversa per ognuno, possibile solo se diversi tra loro li si considera.
Ed è dannosa perché quando la perdi la perdi, non la perdi solo qui, la perdi e quindi la perdi ovunque e ovunque, invece, devi ritornare a distinguere.
Distinguere cosa sia l'affetto e cosa no.
In quello che offri tu, prima di tutto, perché tutto parte da te.
Ecco, ne abbiamo detta una parte.

Non è il computer il problema, il problema è l’uso che se ne fa.
L’affetto non è sublimabile.
O c’è o non c’è.
E c’è se lo proteggi, non c’è se lo squalifichi, tu per primo.

La mia vita privata, i miei successi, le mie persone care, voi potete solo leggerli.
Io invece ho un vantaggio, io non li posso solo scrivere, li posso anche vivere.
Se voglio.
E per viverli devo proteggerli e per proteggerli devo valorizzarli e per valorizzarli devo circoscriverli e per circoscriverli devo riconscerli e per riconoscerli devo guardarli negli occhi.

Non è il computer il problema, il problema è l’uso che se ne fa.
Se lo si usa per sublimare, per colorare tutto di un unico colore, chi ci perde sono io perché divento daltonico e perdo la capacità di distinguere il rosso di un cuore dal grigio di un soprabito.

Allora cominciamo a separare.

I soprabito tutti a sinistra

http://ilmiomanifesto.blogspot.com/

Non ci sarà traccia di vita privata né verrà vissuta come fosse tale.
Mai.
Più.

I cuori rossi invece tutti qui.

No, certo che non c’è link.
Allora non avete capito niente.

10 settembre 2007

Chi t'è muòrt' ancora

Poi però pensavo anche, e con questo concludo il trittico dedicato ai recenti lutti nazionali, che nemmeno a lui è andata poi così di culo.
Voglio dire, sei definito il più grande tenore mondiale o quasi, tutti vorrebbero cantare con te e per questo ti inventi quella cosa dei friends che, diciamolo, è la versione stadio della doccia di ciascuno di noi solo che quando io canto Quanto t’ho amato, la Gré non è lì che mi insapona la schiena o altre pratiche di varia natura atte alla condivisione nonché ottimizzazione dei rispettivi piaceri, dicevo sei quello che ha fatto dei duetti con chi ti pare cosa alla quale chiunque diceva di sì pure se ti andava di farlo con Max Pezzali ché tanto la gente pagava lo stesso millemila euro per sentirti e diceva comunque “Minchia che bella Hanno ucciso l’uomo ragno fatta da Pavarotti” pure se una cacata (musicalmente parlando) modulata sempre cacata rimane, poi quando te ne vai tutti scrivono che finalmente duetterai con dio, ché il friend sarà il più friend che esista sulla faccia del cielo, che qui e che là e che su e che giù e tu hai la sfiga di arrivare un giorno dopo Sabani, che avendo avuto un giorno di vantaggio e la capacità di imparare al volo qualsiasi personaggio compreso quello della cui voce nessuno ha testimonianza e quindi tu che nel frattempo eri giù non conosci quanto lui, può vendicarsi della sorte facendoti credere che è con dio che stai duettando mentre invece lo stai facendo con lui ma-non-te-lo-dirà-mai.
Voglio dire, io se fossi Sabani un po’ mi divertirei, con ’sta cosa.
Anche per riappropriarmi un po’ di tutti quei titoli di giornale che mi hai rubato.
Dicono che ora duetti con dio?
E io faccio dio.
E magari stono pure, tié.
Sono Sabani, tu Pavarotti il re dei duetti, vuoi duettare con dio, io te lo faccio fare ma non ti farò mai sapere se sarete in due o saremo in tre.
Con un imitatore che da solo è cento personaggi e l’inventore dei duetti che chiede di cantare sullo stesso palco con Uno e Trino, sai che bordello riuscire a capirci qualcosa.

E comunque, anche solo dall’ultimo giornalista dell’ultimo buco di culo di paese dell’ultima valle degli appennini, uno straccio di duetto con Tenco o con la Martini sarebbe stato anche carino sentirglielo augurare.
Poi si chiedono perché sono morti entrambi di dolore e si rispondono tutti "Boh".

7 settembre 2007

Riflessione da vetrina

Ho voglia di andare davanti alle profumerie a chiedere alle donne che escono dopo aver speso quaranta euro per quella crema che "mantiene la promessa" di alzare di due millimetri il contorno viso che cosa penserebbero se il loro uomo tornasse a casa dopo aver speso quaranta euro per una crema che promette di allungare di due millimetri il pisello.

6 settembre 2007

Chi t'è muòrt'

Pensavo che bisogna avere veramente una sfiga cosmica per morire il giorno prima di Pavarotti.
Cioè già i tuoi ultimi anni di carriera li hai vissuti da quasi dimenticato costretto a esser contento dei pochi spazi che ormai ti venivano concessi dai due amici mossi più da pietà che da reale interesse di audience...ma non pago, il destino fa (ci va l'accento?) (e su "va"?) (vabbé) (e su "vabbé"?) (ok basta) in modo che l'unico giorno in cui comunque sia andata la tua carriera tutto il mondo dello spettacolo pure quelli che non t'hanno mai cagato per non parlare di quelli che t'hanno sbattuto le porte in faccia parlerebbe bene di te riempiendo gli spazi di ricordi strappacuore e cioè il giorno del tuo funerale...ti muore Pavarotti, uno  che con la sua morte s'è preso le prime pagine pure della cronaca locale dell'ultimo paese di pescatori delle barbados (si pesca alle barbados, vero?) e così oggi non c'è tiggì che non dedichi venti minuti a Pavarotti e qualche secondo ai tuoi funerali giusto perché ci sono stati.
Dai, che sfiga devi avere?
Cioè anche se della scomparsa in sé (qui lo so che ci va) potrebbe non fregartene nulla, finisci con l'essere dispiaciuto per lui per il quando.
Sembra quasi l'ultimo schiaffo a uno che di spazio in tivvù proprio non riusciva più ad averne, mai come in questo caso, manco morto.

2 settembre 2007

Com'è triste Venezia

Se a Venezia buttassero a mare il dieci percento del silicone che ospitano nei giorni del festival, avrebbero risolto e si chiuderebbero un sacco di polemiche sul mose.
Tacchi 20 diamantati e scollature da alto borgo pure alle 11 del mattino, quelli delle security li distingui dalle star del cinema perché sono quelli che si atteggiano a star del cinema, i figli di quelli che contano li riconosci dal fatto che tornati dalla spiaggia attraversano la hall dell’excelsior in costume scalzi gocciolanti e lasciando impronte di sabbia sui preziosi tappeti mentre gli uscieri non possono prenderli a ceffoni come vorrebbero perché Robert William Dan Bepi Jr Jr non si tocca manco con una doppietta, le critiche cinematografiche le riconosci perché sono tutte vestite come abadjour turche, certo che l’assenza di auto renda Venezia ai primi posti per assenza di polveri sottili nell’aria, suggerirei uno studio approfondito sulla concentrazione di fumo di sigaro e magari qualche domenica a nuoto perché il sigaro è diffuso e fa un sacco artista di cinema almeno quanto il panama ma rompe molto di più i coglioni in ogni angolo e a qualsiasi ora, i poliziotti impugnano tutti il T9 e la fotocamera del cell, potresti rubargli la pistola ché non se ne accorgerebbero, ore ore e ore seduti davanti alla passerella per vedere vedere vedere per un secondo il ciuffo biondo di quello che vorresti essere ma che non sarai mai a meno che tu non sia me che mi chiedo perché cosa farà mai stare per ore a morire sotto il sole centinaia di persone contente di dire “l’ho visto anche se da 100 metri e per un secondo”, litigare con un russo in inglese a mezzanotte e decidere che se non sei più che certo di essere in grado di risolvere un problema non TUO che non TI riguarda è meglio che nemmeno ti proponi di fare il favore almeno di provarci e la sua interprete senza reggiseno che spera tu la guardi negli occhi mentre ti chiede di capirlo ché è come se tu andassi in russia senza calzini e non sapessi dove comprarli e tu le dici che no che è come se io mi incazzassi perché arrivato all’aeroporto non ricevessi in omaggio una cassa di calze filo di scozia così, perché sono artista, ma lei insiste, devi capirlo è artista bravissimo pensa non ha nemmeno il cellulare e tu scopri che il problema della russia sono i parametri di valutazione del valore umano, il napoletano che con la mano sul tuo mouse al tuo “Togli le mani dal mio computer” ti guarda ridendo e ti dice che lui non l’ha toccato non sta facendo nulla e poi lui ama risolvere i problemi e tu pensi siano i peggiori, quelli che godono quando capitano problemi perché possono mettersi in evidenza per la medaglia e sono l’intralcio peggiore pure per attraversare una strada, se viaggi sui motoscafi ti fotografano a prescindere, per statistica torneranno a casa convinti di aver beccato chissachì e magari tra un anno in giappone qualcuno si vanterà di avermi visto tra le tendine di un finestrino che ero proprio io quello di quel film là, quello che non mi ricordo come si intitola, di come sia andato il mio lavoro non dico nulla, troppo bello, troppo mio, troppi complimenti, non capireste perché, perché di fronte alla possibilità di passare mezza giornata chiuso in una stanza con quel ragazzo che anni fa alla mia età scagliò il bidone dell’immondizia contro la vetrina di Sal e diede il via alla rivolta nera ho preferito dormire un’ora in più, svegliarmi con calma, fare una schifosissima colazione, prendere il traghettino incastrato tra mille fanatici armati di fotocamere e metterci un’ora e mezza ad attraversare la laguna dove mi si attendeva per decidere se scrivere il suo nome sullo schermo o meno.
Si è deciso per il no, ché tanto tutti lo sanno chi è, la sala piena, la gente fuori che premeva per entrare, lui una sequenza rara di sprechi che non capisci come si possano sposare con la denuncia sociale di cui si fa bandiera salvo poi buttare nel cesso migliaia di euro in capricci, e tu lì, in regia, col potere in mano di decidere di inquadrarlo quando fa le facce sceme e mandarlo in onda così com’è di fronte alle tv di mezzo mondo e decidi che no, il bidone contro quella vetrina tu invece non lo lancerai.
Perché per te quando qualcosa è giusta è giusta sempre e quando qualcosa è sbagliata è sbagliata sempre e la differenza di soldi è roba che può cambiare solo il tuo rapporto col traghetto che costa 6 euro ed è un furto almeno quanto i 4000 euro per un motoscafo a disposizione per un giorno solo per non aspettare venti minuti in più in una città che ieri al tramonto era una delle più belle immagini che abbia visto negli ultimi anni dopo quella mia mentale nella quale quel “in onda la 2 subito!” l’ho detto e tutta la sala giù a ridere e il suo staff a denunciarmi per lesione d’immagine e io a dire “Ops, scusate, è che sono le mie prime volte, dai su mica è il caso di fare ‘sto casino” e ridere soddisfatto per aver scoperto quanto poco ci voglia per essere più potenti del potente, basta un tasto e un mio cenno.
Ma io sono io tu sei tu e per questa volta ti è andata bene e il mio bidone contro la vetrina non l’ho scagliato, però ricordati chi eri quando non eri nessuno, quando eri solo un nero, solo un nome, solo una faccia qualunque, come la mia, che si emoziona se gli dicono “Bravo, non credevo fossi così bravo a fare regia video, mai pensato di fare solo questo nella vita?” e a dirlo è il presidente dell’agenzia per la quale stavi lavorando che deciderà le prossime mille regie, no, mai pensato, io ho sempre sognato di lanciare bidoni contro le vetrine dei cinesi, il resto è una fase transitoria che mi viene particolarmente, pare, bene, forse proprio perché ci sono arrivato senza pensarci.
Epperò intanto ci sono arrivato e oggi mi diverto a stare in piedi sul motoscafo a prendermi le foto dei giapponesi che si chiedono chi cazzo sia mentre comunque scattano foto e ridi, ridi perché è tutto un gioco pazzesco che non ti chiede chi sei ma chi ti credi di essere, per sapere cosa scriverti sul badge e io dico “regista” e I did my personal right thing dormendo un’ora in più.
Ora sogno Michelle Pfeiffer.
La cosa pazzesca di tutto questo è che ora posso dirlo senza far la figura del 15enne col poster in camera che non capisce che non ci arriverà mai.
Per gli autografi (miei) scrivete al mio staff, che poi sono sempre io.
Se vi interessano quelli degli altri, se siete capaci, arrivateci voi.
A me quelli per ore in attesa di un vip sembravano una carovana di scemi.