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18 agosto 2017

Tempi moderni

Scopro che due amici webstar hanno partorito un tweet, a me non resta che congratularmi con un post.
Auguri a papà e mamma


8 luglio 2014

Epistolare infinito presente


Prosegue da qui:

Faccio un passo indietro:
Ogni volta che si parla di berlusconismo in un discorso che ne vuole datare l'origine e che nel 99,9% dei casi sceglie l'anno del video come inizio di tutto, io ricordo che il berlusconismo non iniziò affatto con quel video e nemmeno con Mani pulite come affermi tu, ma quasi dieci anni prima.
Il berlusconismo (per come lo intendo io) iniziò una sera del 1986 quando nel cielo milanese con fondale arena di milano, comparvero degli elicotteri che, atterrando al centro del campo in mezzo a un trionfale impianto scenico con in sottofondo sparato a milioni di decibel la Cavalcata delle Valchirie, consegnarono alla città il nuovo Milan di uno che si chiamava Berlusconi.
Quell'anno fu anche l'anno in cui passarono le famose leggi con le quali Craxi permise a ai canali privati di berlusconi di trasmettere in diretta nazionale tutto il palinsesto di sogni finalmente a un metro da chiunque, sogni finalmente raggiungibili, giochi a premi economici a qualsiasi ora, tope seminude in prima serata, la milano da bere l'edonismo reaganiano e bla bla bla.
Il berlusconismo iniziò con quegli elicotteri accompagnati dalla musica di Apocalypse Now, una città che si sentì più grande di New York e una nazione che uscì (forse finalmente) dagli anni '70 e i fumogeni che li caratterizzarono.
E tutto quello, da qualsiasi parte ti girassi, aveva il volto di Berlusconi.

Cambò non solo l'entusiasmo, cambiò proprio la struttura di pensiero, si fece largo (nel senso di consenso) l'idea che il consegnarsi a qualcuno, se quel qualcuno era così palesemente capace di materializzare non il suo ma il tuo benessere, non fosse più una resa ma al contrario fosse da quel giorno una scelta illuminata, lungimirante.
Iniziò un'epoca nella quale il concetto di "delega" assunse tutt'altro senso (e peso) rispetto a quello che faceva da pilastro alla repubblica parlamentare.
Non era più un voto di fiducia, era diventato un voto di fede, quel tipo di fede che ci fa consegnare a un'entità a noi superiore l'intera nostra vita dal risveglio a quando andiamo a dormire.
Chi fu capace di una rivoluzione così totale da andare a toccare la profonda struttura del pensiero di un'intera società fino a invertirne, avviandola, addirittura la rinascita economica della nazione intera, "berlusconi" lo sarebbe diventato anche in assenza di Mani Pulite.
Capitò quello e lui su quel treno saltò, ma sarebbe bastata qualsiasi altra cosa, la strada era segnata, nessuno avrebbe potuto essere percepito più grande di lui in quegli anni.

Allora i trentenni di quegli anni capita che siano diventati genitori negli anni successivi e che in quanto tali abbiano cresciuto i propri figli in case nelle quali a ora di cena era Strisca la Notizia a fare da notiziario, a portare nelle case l'idea di giustizia, di controllo, di indagine.
Il modello era servito: se chiamio il 113 non succede niente, se chiami Staffelli il giorno dopo il comune ripara la scuola.
Micro-vittorie che incasellate una al giorno e portate in dote sulle tavole di famiglie sedute su un analfabetismo istituzionale reso virtù proprio dal senso di inutilità che quella nuova Istituzione dava alle "vecchie", hanno lavorato come gocce sulla pietra fino a cancellare quasi completamente il senso dello Stato dalla mente di una % di cittadini pari allo share di Mike Bongiorno.

E per fare un altro collegamento faccio un altro passo indietro.
Non solo il berlusconismo non è databile alla discesa in campo, ma anche il modello Grillo non è riconducibile all'Uomo Qualunque come si è portati a pensare.
C'è un passaggio intermedio che è durato così poco da non imprimersi nella memoria, ma c'è stato ed è stato un campanello d'allarme che avrebbe dovuto far intravedere cosa fosse avvenuto nell'elettorato.

Non sto a riscrivere tutto, ti incollo direttamente una ricostruzione(*):
"Nel 1997 sfidò Antonio Di Pietro, Sandro Curzi e Giuliano Ferrara nel collegio elettorale del Mugello a Livorno. Quel pupazzo c'è ancora e si chiama Gabibbo. Il simbolo del partito rappresentava il Gabibbo nascente, il Gabibbo dell’avvenire. Lo slogan elettorale era: “Più populista di Antonio Di Pietro, più pelato di Sandro Curzi e più rosso di Giuliano Ferrara. Se dovete votare un Gabibbo, votate l’originale!”. Dopo alcuni comizi tenuti in Toscana, la candidatura del pupazzo di Striscia venne ritirata in seguito al terremoto in Umbria e nelle Marche. In questa occasione la creatura di Antonio Ricci si fece seria e denunciò l'inutilizzo dei moduli abitativi costati miliardi alla Protezione Civile e rimasti seminascosti e abbandonati sui binari nel paesino di Pizzighettone, in provincia di Cremona (guarda il video). Ma quale fu la provocazione? Il “Comitato di solidarietà S.O.S Gabibbo-Terremoto" lanciò una raccolta fondi a favore dei terremotati e in pochi mesi  le somme raccolte (più di 500 milioni di lire) vennero consegnate dal Gabibbo direttamente ai Governatori delle Marche e dell’Umbria, tanto che quest’ultimo commentò così: “Il Gabibbo è più puntuale del Governo nel consegnare i soldi per i terremotati”."

A renderlo speculare al grillismo c’è persino il parallelo con la donazione a favore dei terremotati, pure la cifra è curiosamente la stessa, e la fotina con l’assegno a dimostrazione che “il Gabibbo” è più puntuale del Governo.
Gabibbo che, finché il terremoto non suggerì a Ricci l'inopportunità di proseguire, stava raccogliendo un consenso sempre maggiore che rendeva l'ipotesi di una vittoria sugli altri candidati tutt'altro che remota o fantasiosa. 

Grillo non è il proseguimento dell’Uomo Qualunque, ma di Striscia la Notizia, che è a sua volta lei sì il proseguimento dell’Uomo Qualunque.
È, in sostanza, molto più complicata e insieme molto più semplice di come la vedi tu.
Il passaggio non è Uomo Qualunque - Grillo, ma è Uomo Qualunque – Berlusconi – Gabibbo – Grillo.
Una sequenza temporale in discesa per quanto riguarda lo spirito critico, progressivamente abbassato in maniera inversamente proporzionale a quanto di sé ciascuno aveva deciso di consegnare a quel modello lì fino a farne faro della propria intera esistenza.
Una sequenza  temporale il cui filo conduttore, escludendo per ovvi motivi il primo anello, guarda caso nei rimanenti tre è sempre Ricci, autore che sta dietro il successi di Berlusconi, del Gabibbo e di quel Grillo del quale fino a ieri è stato autore.
Perché sempre lo stesso è il linguaggio, medesimi sono i destinatari, medisima è stata l'efficacia.

Come si incastra Travaglio in tutto questo?
Nel punto in cui anche la pur efficacissima opera di Striscia la Notizia diventava completamente incapace di risolvere il punto critico dei figli di quella generazione di genitori e cioè proprio Berlusconi stesso.
Male e cura si erano trovati, dopo una ventina d’anni di lenta opera di modellazione del pensiero, a coincidere.
Come ne esci?
Con un altro Capitan Ventosa ma dalla parte opposta e l’unico candidabile a quel ruolo non poteva che essere l’unico che a quel male sembrava aver dedicato l’intera vita e cioè proprio Travaglio, al quale un’intera generazione ha, con lo stesso modello di pensiero che portò i genitori a consegnarsi a Berlusconi, consegnato la delega totale del proprio spirito critico.

Non c’è alcuna analisi in tutto ciò, non è il risultato di un pensiero critico ma della sua assenza, perché assente era dalle tavole serali nelle quali sono cresciuti e dalle quali si gridava già “Dagli al politico!” guardando il Gabibbo.
Figli cresciuti in assenza di educazione all’analisi e che per questo nel momento in cui non hanno più condiviso con i genitori il nemico comune non ne hanno contestato l’impianto critico, ma semplicemente l’obiettivo.
L’impianto critico “Gabibbo” andava benissimo, solo che andava indirizzato su un nuovo e diverso obiettivo, Berlusconi appunto.
Travaglio non è documentato sui temi che tratta più di quanto lo siano “Fabio e Mingo” quando fanno i servizi sulla sanità barese, ha solo scelto di scrivere libri invece che consegnare caciotte ai sindaci, ma il pubblico che compra i libri è lo stesso che chiama loro due per consegnare una caciotta al Direttore Sanitario del proprio comune.
Entrambi si rivolgono e cercano il consenso dello stesso pubblico, Travaglio e Berlusconi parlano entrambi allo stesso modello di pensiero e questa cosa non serve un filosofo per capirla, basta osservare cosa successe nel famoso scontro da Santoro di un anno fa, un momento che le due fazioni attendevano da secoli come fosse lo scontro finale Mazinga vs Goldrake e che in barba a qualsiasi attesa di sangue e fango si risolse nei tre secondi che Berlusconi, ben più consapevole di quale fosse il campo di gioco, più veloce di Travaglio seppe sfruttare mettendo in piedi lo sketch della sedia pulita prima di sedersi.
Bam.
Anni di libri e libri su di lui e poi con un fazzoletto quello ti mette a posto e si riprende 10 punti % nonché qualche anno di soddisfazioni messe in attesa della prima vera occasione.
I lettori del FQ ancora sono lì che si chiedono come sia potuto succedere, incapaci di capire che uno sketch comico fu esattamente l’unico epilogo possibile di un duello tra quelle due figure.

Allora come si incastra in tutto questo l’ipotesi di un governo che vede Travaglio alla Cultura, Di Pietro agli Interni e Ingroia alla Giustizia?
Si incastra perfettamente se guardi le scelte di quel tipo di elettorato non come scelte filosofiche, ma come scelte basate sullo share e null’altro.
Ed è il motivo per cui le Quiriniarie diedero come esito una lista nella quale comparivano sia Rodotà che la Gabanelli, la quale solo per serietà rispose “Io faccio altro nella vita” lasciando qualche migliaio di persone smarrite nella domanda "Cioè cosa? Non fai mica quella che è contro la kasta?"
Una base elettorale che il giorno dopo le Europee gridava ai brogli usando come prova il fatto che i candidati M5S su Facebook abbiano molti più like dei “Piddini” e che quindi le % di voto non rispondessero alla realtà del paese e non sono due a fare questo ragionamento con tono serio e convinto, ma centinaia.
Una base elettorale che fa del disturbo alla Striscia la Notizia il suo unico programma politico, vedi il considerare un comico la figura più adatta per “mandarli tutti a casa”, vedi il voto negativo nella legge elettorale che altro non è che il dislike su FB o il voto negativo nei commenti di Disqus (quando la piattaforma tolse la possibilità di votare in negativo i commenti, sul FQ ci fu una rivolta che andrebbe studiata nelle università di Scienze politiche se non di Piscologia), vedi gli incontri studiati solo per dimostrare che “il Piddì vuole solo fare affari con il pregiudicato”, vedi l’irruzione nella redazione del Secolo con telecamerina d’ordinanza e video da condividere per ricevere tante condivisioni dai cittadini che acclamano cittadini, video che danno voce a "la voce dell'Innocenza" (tutta di qua, i ladri tutti di là) che sta sotto il logo di Striscia la Notizia.
Quelli di Striscia sono gli "Innocenti", quelli di Grillo sono gli "Onesti sconosciuti alle Procure", l'autore è lo stesso, l'effetto catartico anche.

Il punto non è che quando si votano le ipotesi di governo scelgono Di Pietro alla Giustizia, il punto è che in quell’ipotesi di Governo alla Difesa ci vedono Gino Strada (la noti da solo la maglietta che indossano i figli di quel genio o serve che te la evidenzi per chiudere il cerchio aperto lassù?).
Capisci che quello che tu dipingi a forma di un sofisticatissimo processo di elaborazione del pensiero che ha portato a un ventennio giustizialista, in realtà non è altro che l’estensione del circo di Striscia la Notizia nelle risate come nella rabbia.
È, purtroppo, molto più banale e tragico nello stesso momento.

Gente convinta che farsi giustizia da soli sia possibile, sia legittimo, lo fanno anche quelli di Striscia e funziona meglio della giustizia ufficiale.
Il giustizialismo, anche se in maniera sbagliata, riconosce nella magistratura il punto di riferimento.
Questi vanno direttamente nelle redazioni a punire chi si è reso colpevole di diffamazione e non ci vedono nulla di strano, nulla di psicotico, nulla di illegittimo perché c'è un partito e c'è un giornale che ogni giorno dice loro che hanno ragione a farlo se lo Stato non lo fa per loro.
E' proprio un'altra cosa rispetto al semplice antiberlusconismo o giustizialismo e non è per nulla una bella cosa.

*: Fonte

21 giugno 2013

Fate finta che siano e bla bla bla quel fatto là

Dopo decinaia di anni di storia (e ora che ho completato l'integrazione in questo dei restanti blog mi rendo conto di quanto sia lunga) di richieste di partecipazione e pubblicazione puntualmente rifiutate, cedo alle lusinghe degli amici Caproni scrivendo per la prima volta (e sto valutando se sia anche l'ultima, ché io in casa d'altri non mi sento mai comodissimo) in un posto che non sia mio.
Gente pensante, un obiettivo comune (raccontare la realtà grillina partendo dal quartier generale) e soprattutto non mi zittiscono se parlo per due ore consecutive.
La mia fidanzata (quando si dice licenza poetica) è uguale: pensa, ha il mio stesso obiettivo e quando parlo per due ore si lima le unghie attendendo che finisca, contando generalmente per esperienza sul fatto che a salvarla ci pensa in genere la batteria del cellulare.
Non è casa mia ma, insomma, le assomiglia abbastanza da tentare.

Mi son fatto i soliti due/tre giorni a Milano e mi sono improvvisamente ricordato cosa succede a quella città appena scatta l'estate.
E quindi ok, shorts da Daisy Duke (agevolo foto di Daisy Duke) pure chi guida l'autobus, concorso per veline su un palco che prende l'intera città e ormoni talmente esplosi e sparsi che li scambi per polline.
Ma mi sono anche ricordato che l'entusiasmo per la festa della fioritura dura un battito di ciglia, il tempo necessario per completare la TAC e arrivare al colpo che ogni anno implacabile arriva puntuale come una cometa e quindi la domanda: ma quelle cazzo di infradito proprio non se ne può fare a meno, eh?
Su un milione e mezzo di abitanti un buon milione e due saranno donne, di quel milione e due un buon milione appena scatta il 30mo grado tira immediatamente fuori infradito che nemmeno per la doccia, di quel milione ce ne saranno cinque dotate dell'armamentario necessario per neutralizzare l'effetto e restare delle incredibili fighe, il restante poco meno di un milione trasforma la città in un enorme campeggio in riviera frequentato da battone russe alcolizzate qualsiasi cosa ci sia dalla caviglia in sù.
E' la sproporzione numerica che fa sì che non ci sia un numero di uomini tale da garantire a ciascuna di voi almeno uno che vi voglia bene al punto da dirvelo?

Sono mesi che sto cercando di farmi pagare una fattura scaduta a dicembre, di un lavoro quindi di ottobre.
L'account/amica (incolpevole) l'altro giorno mi ha suggerito "Dai retta a me, la prossima volta fatti pagare in anticipo"
Le ho risposto "Quale prossima volta? Se mi devo far pagare in anticipo significa che non mi posso fidare e se non mi posso fidare non c'è lavoro fattibile insieme".
Oggi è arrivato il pagamento.
Ora non mi resta che trovare qualcosa di altrettanto efficace per le fatture in sospeso di quelle agenzie che non mi pagano PROPRIO perché non lavori più per loro.

Recensioni:
Avete letto questo libro? No?
Male!
E questo l'avete letto? No?
Malissimo!
Fine recensioni.

Sono solo da cinque giorni, lo sarò per altri cinque e approcciando il pomello ho appena realizzato che da quando ci siamo trasferiti, quindi tre anni, non faccio una lavatrice quindi non stiro quindi non lavo i pavimenti.
Voglio farlo bene, quindi ora ci rifletto su per tre o quattro giorni minimo.

La mia commercialista mi ha mandato la prima rata dell'IMU.
Le ho scritto "ma non era stata rimandata?"
Mi ha risposto "Ma la tua è prima o seconda casa?"
Capito?
E' la mia commercialista.
Poi uno dice perché non molli un po' il controllo di ogni dettaglio.
Eh così guarda, perché mi diverto un sacco così.



11 febbraio 2013

Non mi fanno più giuocare con loro



Il danno maggiore che Spinoza ha arrecato al panorama web è l'aver convinto qualche migliaio di persone che qualsiasi cosa arrivi a essere pubblicata, non importa dove bastano anche i commenti di un ricettario, sia automaticamente satira.
Basta scorrere i commenti di qualsiasi loro post per rendersi conto che l'unica urgenza di chiunque faccia parte di quella comunità è di vedere la propria battuta pubblicata e se non viene promossa nel post si utilizza il commento per bypassare il problema e vincere i propri 15 pixel di notorietà e il proprio pezzettino di merito ogni volta che altrove si richiami Spinoza, come se il solo essere comparsi dentro quel sito fosse di per sé certificazione di qualità.
La comunità mi boccia la battuta? Io la infilo nei commenti, così quando in giro si dirà "Quelli di Spinoza" io potrò dire che anche di me si sta parlando.
Siamo a livello di La squadra che tifo vince = io me ne intendo di calcio.
Già lo dissi, chiudessero i commenti, utilizzati come fossero il forum dove selezionano le battute ma che a differenza del forum non impongono selezione per vincere un posto nella home (l'area del sito che più di tutte viene letta dai non appartenenti e quindi l'unica ambita dai membri che vivono per essere notati da Vergassola) e che per questa sua fondamentale funzione da ripescaggio vengono utilizzati quasi solo ed esclusivamente dagli stessi appartenenti alla comunità, quando invece la loro funzione avrebbe senso se utilizzati dagli esterni per misurare il gradimento, il sito ne guadagnerebbe complessivamente molto più di quanto guadagni pubblicando l'estratto delle venti migliori battute e, insieme, le restanti duecento imposte nei commenti che mostrano l'effettiva qualità decisamente mediocre della comunità, che non può che rappresentare un campione fedele della società esterna a prescindere dal nome che quel campione si è dato.
Perché è questione di statistica: se in una qualsiasi piazza fermi mille persone e chiedi loro una battuta su un tema dato è matematico che ne usciranno venti di qualità da estrarre, senza che questo sia motivo per intitolare la piazza a Totò e senza che quelle venti spostino di un millimetro il livello qualitativo delle 980 che hai scartato per decenza.
Da quando poi si sono messi a pubblicare le loro sequenze di battute solo in corrispondenza di morti e sciagure, e basta vedere l'archivio per rendersi conto di quanto questa scelta sia tutt'altro che casuale, a quel malinteso lì si è sommata la convinzione che per parlare di satira basta che ci sia una componente di cinismo, non serve altro.
Se muore qualcuno e tu corri a farci sopra una battuta, stai facendo satira e questo sigillo è l'implicita autorizzazione al tuo poterla quindi fare.
Fine, stop, nessun altro esame è più richiesto alla propria pensata per ricevere la qualifica di satira, se compare su Spinoza è satira e dato che per comparire non bisogna superare un esame se non quello per l'abilitazione alla pressione del tasto "Invio", hai come risultato qualche migliaio di esaltati che infestano le altre piazze convinti di essere Crozza e di essere fuori dai successi editoriali solo perché il resto del mondo non coglie il loro valore, che invece su Spinoza riceve spazio e quindi, nella loro percezione, certificato.
Non serve arguzia, non serve sottigliezza, non serve intelligenza, se ridi di un morto o di una tragedia stai automaticamente facendo satira e il risultato è un sito dove si fanno solo più battute alle quali l'unica caratteristica richiesta è che l'argomento sia delicato, se c'è un morto è l'apice e lo sdoganamento della qualsiasi scemenza diventa il premio (autoassegnato), l'unica commissione d'esame è la stessa comunità che naturalmente promuove, meccanismo a cui ogni altro fenomeno web nel tempo ci ha abituati e cioè l'autoreferenzialità come unica verifica, l'unico confronto offerto a chi prova a contestare il livello infimo del 90% delle battute pubblicate (contro un  numero di lampi di genio decisamente inferiore a quello che giustificherebbe la notorietà di quella comunità) è la certificazione dell'incapacità di ridere, di apprezzare la satira, di avere una vita.
Che la battuta sia di qualità perché pubblicata su Spinoza è il punto fermo, intorno al quale gira l'unica variabile che resta e cioè la tua capacità di capirla o di non capirla.
Che si stia contestando una qualità decisamente mediocre e non il legame tra cinismo e satira non viene nemmeno contemplata come eventualità, se dici che le battute fanno schifo sei tu che non capisci la qualità. Fine del confronto, evviva Spinoza e il servizio reso all'ennesimo stravolgimento di senso utile alla solita necessità dell'uomo mediocre: elevare la propria ignoranza a elemento qualitativo di pregio grazie al sempre caro processo della normalizzazione.
Con questo meccanismo che poggia il suo successo sulla necessità di percepirsi migliori di quanto un minimo di autovalutazione (ma bisogna essere onesti, prima che cinici) imporrebbe, più o meno quello che i blog fecero con gli "scrittori" qualche anno fa, oggi vedi ondate di persone in tournee nei commenti dei siti di notizie a mostrare al mondo la loro qualità comica attraverso prove che nemmeno la loro stessa madre in un attimo di affettiva protezione sarebbe in grado di definire intelligenti, prima caratteristica che la satira dovrebbe mostrare per dirsi tale e ottenere il nulla osta per affrontare qualsiasi argomento, compresi i più duri.

Come avvenne per lo storpiamento dei nomi dei politici come testimonianza di sottile critica, ormai pratica trasversale che da Il Giornale ha preso piede anche tra gli appartenenti alla comunità di Travaglio prima e quella di Grillo poi, come avvenne per le citazioni latine, vera e propria specialità dei commentatori de Il Giornale, oggi diventata pratica usuale di chiunque voglia chiudere i propri commenti con qualcosa che li elevi a intellettuali qualsiasi cosa preceda la citazione latina, come avvenne per il "meditate gente meditate", vero e proprio sigillo sufficiente per certificare che l'accettazione dell'analisi sia convenienza di chi la legge, oggi abbiamo la nuova moda dei commentatori e cioè la battuta in due tempi separati da una virgola.
Chiunque faccia satira di mestiere dovrebbe seriamente valutare una class action verso 'sta gente qui, tutta in blocco, anche solo per fargli capire che le loro battute risulterebbero di bassa qualità persino nel bar dove va a far colazione Borghezio e il fatto che arrivino a esser pubblicate in rete e quindi lette da migliaia di persone è dovuto a un processo tecnico, non a un superato esame qualitativo, esattamente la differenza che passa tra quando ti intervistano per strada per sapere cosa voti e riempire il servizio del tiggì delle 19 che porterà la tua dichiarazione nelle case di migliaia di persone e il tuo NON essere chiamato nel talk show delle 21 per discutere di economia con Giannino (a meno che tu non sia Fabio Volo e allora i due piani si possono sovrapporre senza che la cosa faccia andare di traverso il vino).

E insomma, oggi abbiamo le dimissioni del Papa e abbiamo il Post, nota testata dell'intellighenzia milanese che per consulti potete trovare a orario aperitivo nei migliori bar di corso vercelli, la quale grazie al nuovo sistema di commenti che ha permesso di eliminare un bel po' di rompicoglioni tra cui il sottoscritto, ha finalmente portato la sua comunità a essere finalmente una comunità di veri e propri intellettuali.
Poi facciamo che sia come la volpe e l'uva, la contestazione è intelligente tanto quanto lo spinoziano ti dice che sei tu che non sei abbastanza intelligente per capire le battute e quindi la accolgo.
In fondo i miei dialoghi con il suo inventore nonché peraltro direttore sono lì nero su bianco e che io fossi in fila per l'eliminazione definitiva l'aveva capito pure un bambino.
Sono contento per lui, quindi; che la pubblicazione di una notizia come questa, la cui importanza intellettuale prima che storica prescinde dalle personali posizioni di ciascuno, abbia generato solo la sequenza di commenti che oggi ho trovato all'apertura della pagina, è il meglio che potessi augurare a chi ha fatto della propria idiosincrasia (palese fino a farne motivo di ostentato vanto in quanto generata non dai propri limiti ma da quelli altrui con i quali si cessa quindi di avere il dovere di interagire) per l'apertura ai commenti una linea editoriale.

Ho provato a partecipare, ma a me il suo democratico Post risponde ormai sempre (tranne in alcune pagine personali come quella di Facci) con questa simpatica comunicazione redazionale:



Ma del resto lo capisco.
A me bocciano commenti violenti volgari e fuori tema come questo:


"Personale pronostico:
la strategia su cui sta basando l'intera campagna è quella del richiamo alle urne per gli indecisi e al voto utile dato a uno dei poli, il suo, per chi alle urne ha già deciso di andarci ma senza ancora la certezza del voto.
Uscirsene con il sorpasso a due settimane dal voto non gli giocherebbe affatto a favore, perché lo scenario dell'avvenuto sorpasso avrebbe effetti dissuasivi su entrambe le categorie di cui sopra.
Quelli che al momento sono predisposti all'astensione, che potrebbero ridiscutere solo per aiutare lui, non percependo più il loro voto come necessario tornerebbero all'intenzione di partenza e cioè lo stare a casa, mentre quelli indecisi tra lui e Grillo ma pronti a spostarsi su di lui per ostacolare il PD, sapendosi non non più necessari per scongiurare lo sbarco dei comunisti, sarebbero tentati dal secondo istinto che li guida e cioè la volontà di fare solo tanto caos, fine che votando Grillo sentirebbero più vicino.
Non credo commetterà questa leggerezza, dice boiate ma di numeri e flussi se ne intende abbastanza.
L'unico scenario che ha convenienza a dipingere come reale fino al minuto prima della chiusura delle urne perché ogni elettore lo senta come un fotofinish è il sorpasso QUASI avvenuto, così che ogni singolo indeciso si senta investito di un ruolo di fondamentale importanza e decida di alzare il sedere dal divano perché la patria sta chiamando lui e proprio lui, che davvero potrebbe fare la differenza.
Se invece hai ragione tu e annuncerà il sorpasso, allora vorrà dire che è proprio bollito e che quindi il sorpasso sarà probabilmente reale, perché le carte più azzardate se le gioca da sempre quando le sa vere."

in risposta a post come questo.

Un troll provocatore, lo capisco, anch'io avrei cancellato quel commento dopo un paio di giorni di ibernazione in moderazione e successivamente mi sarei inibito l'accesso al resto delle pagine perché quando è troppo è troppo e in casa del PD e di Gori i provocatori è giusto non abbiano spazio perché loro sono per il confronto civile con quelli di appartenenza diversa.
Quando dico "loro" intendo loro che vogliono i voti della destra perché, dicono, è convincendo quelli che la pensano diversamente che si vince.
E quindi meglio avere come interlocutori gli spinoziani, il cui livello medio è in effetti coincidente con l'elettore medio berlusconiano, così la qualità complessiva è protetta e il livello intellettuale salvaguardato e la possibilitò di vincerne il voto rafforzata.
Sono io che non sono abbastanza intelligente da capire la qualità di tutto questo e soprattutto da ringraziarli per avermi messo fuori dai confini che loro ne hanno tracciato.

Update: due giorni e hai la conferma: c'è il morto? Puoi metterci su 100 euro: Arrivano le truppe