Milano è così.
Sempre sul pezzo.
C'è chi dice che è il suo bello, c'è chi dice che è il suo brutto.
Ce ne andiamo in svaccanza.
Ché in autunno abbiamo un bel po' di cose da fare.
(ehi...voi tre...ZITTE!!!!)
Ciao.
22 luglio 2009
18 luglio 2009
Non ho voglia di riscrivermi
[...]Ciò che quello stupro ha generato come "discorso" è una cosa molto pericolosa per motivi che non metto qui perché ne uscirebbero due pagine.
Provo a riassumertela in qualche modo, scusandomi per i tagli bruschi ai concetti che spero saprai leggere lo stesso:
Di fronte a uno stupro compiuto da un direttore di sezione di un partito, una società sana e intelligente avrebbe reagito segnalando che questo fatto evidenzia una realtà che viene sempre taciuta ma che ogni tanto "sfugge" e si presenta sotto gli occhi di tutti: lo stupratore non è fatto a forma di stupratore.
Non esiste la "forma" dello stupratore e chi cerca di dargliela, a volte a forma di povero, altre di rumeno, altre ancora di pazzo visivamente riconoscibile, non si sta occupando del problema ma della sua circoscrivibilità sociale, che è il problema degl stupratori e non degli stuprati.
La non esistenza di una forma e di un contorno preciso, fa sì che lo stupratore da sempre abbia e possa assumere qualsiasi forma, da panettiere al vicino di casa, dal prete al maresciallo, dal pazzo al rumeno.
Questo questa storia ha mostrato.
Questo avrebbe dovuto dire una società sana e dedicata a focalizzare ogni suo sforzo per combattere la violenza sulle donne e avrebbe dovuto farlo coralmente, da una come dall'altra parte, urlando a gran voce quanto questo fatto dimostri che lo stupratore può essere chiunque, così chiunque che può persino essere l'amico col quale ieri organizzavi il volantinaggio.
Una società sana.
Poi c'è la nostra.
Nella quale l'unica reazione avuta è che da una parte hanno subito detto "E' del PD!" e dall'altra hanno risposto "Sì ma ora lo cacciamo!" e di quello da giorni discutono.
In mezzo donne stuprate.
Sempre.
Tante.
Troppe.
Perchè?
Perché la difesa di quelle donne è in mano a quelle due parti e a quei due linguaggi che quando arrestano uno stupratore ne prendono i contorni e li intitolano "i contorni dello stupratore tipo" dicendo che proteggendosi da chiunque abbia quei contorni, ti sei difesa dallo stupro.
Nessuno ha ancora detto che i direttori di sezione del PD stuprano, ma il meccanismo che sta generando il dibattito di questi giorni è questo, da una come dall'altra parte.
Cioè non lo stupro, ma la fretta di dare una forma identificabile a chi lo compie, una forma che non esiste.
Che è come affrontare i furti d'auto arrestando chiunque abbia due mani.
Gli italiani sono un popolo di ignoranti, sì.
Molto ignoranti.
Perché accettano questi meccanismi.
E per accettare intendo sia chi li propone, che chi li discute.
Sia in chi dice che sono a forma di rumeni, sia in chi dice che non saranno più a forma di PD.
Sono ignoranti perché parlano di stupri pensando alla forma e per questo vietano manifesti contro la violenza se fatti a forma di crocefisso e per questo parlano di questione morale di partito se lo stupratore era del partito, come se avendo lo stupratore un cartello al collo con su scritto "stupratore" chi fino a ieri ci ha fatto merenda insieme fosse un complice o come se il problema di un partito fosse il non saper riconoscere la forma dello stupratore tipo, salvo poi dire quando si rivolgono agli altri che lo stupratore tipo non esiste.
Perché lo stupro per gli ignoranti E' una forma, prima che la sostanza e per questo ascoltano chi da loro una forma da guardare e maneggiare e tenere lontana e per questo se lo dice uno "di là" ti dice che non puoi dare la forma a croce, perché il SUO problema è la forma della SUA croce non del TUO stupro, se lo dice uno "di qua" ti risponde "Sì ma nemmeno la falce" perché il SUO problema è la forma della SUA falce non del TUO stupro, e nessuno, di qua come di là, va a dirgli che lo stupro, se una forma ce l'ha, è squallidamente a forma di uomo.
E di uomini le sezioni di partito sono piene, come sono piene le panetterie, i bar, gli uffici, le parrocchie.
E' un paese ignorante, sì, molto.
(commento originale)
Provo a riassumertela in qualche modo, scusandomi per i tagli bruschi ai concetti che spero saprai leggere lo stesso:
Di fronte a uno stupro compiuto da un direttore di sezione di un partito, una società sana e intelligente avrebbe reagito segnalando che questo fatto evidenzia una realtà che viene sempre taciuta ma che ogni tanto "sfugge" e si presenta sotto gli occhi di tutti: lo stupratore non è fatto a forma di stupratore.
Non esiste la "forma" dello stupratore e chi cerca di dargliela, a volte a forma di povero, altre di rumeno, altre ancora di pazzo visivamente riconoscibile, non si sta occupando del problema ma della sua circoscrivibilità sociale, che è il problema degl stupratori e non degli stuprati.
La non esistenza di una forma e di un contorno preciso, fa sì che lo stupratore da sempre abbia e possa assumere qualsiasi forma, da panettiere al vicino di casa, dal prete al maresciallo, dal pazzo al rumeno.
Questo questa storia ha mostrato.
Questo avrebbe dovuto dire una società sana e dedicata a focalizzare ogni suo sforzo per combattere la violenza sulle donne e avrebbe dovuto farlo coralmente, da una come dall'altra parte, urlando a gran voce quanto questo fatto dimostri che lo stupratore può essere chiunque, così chiunque che può persino essere l'amico col quale ieri organizzavi il volantinaggio.
Una società sana.
Poi c'è la nostra.
Nella quale l'unica reazione avuta è che da una parte hanno subito detto "E' del PD!" e dall'altra hanno risposto "Sì ma ora lo cacciamo!" e di quello da giorni discutono.
In mezzo donne stuprate.
Sempre.
Tante.
Troppe.
Perchè?
Perché la difesa di quelle donne è in mano a quelle due parti e a quei due linguaggi che quando arrestano uno stupratore ne prendono i contorni e li intitolano "i contorni dello stupratore tipo" dicendo che proteggendosi da chiunque abbia quei contorni, ti sei difesa dallo stupro.
Nessuno ha ancora detto che i direttori di sezione del PD stuprano, ma il meccanismo che sta generando il dibattito di questi giorni è questo, da una come dall'altra parte.
Cioè non lo stupro, ma la fretta di dare una forma identificabile a chi lo compie, una forma che non esiste.
Che è come affrontare i furti d'auto arrestando chiunque abbia due mani.
Gli italiani sono un popolo di ignoranti, sì.
Molto ignoranti.
Perché accettano questi meccanismi.
E per accettare intendo sia chi li propone, che chi li discute.
Sia in chi dice che sono a forma di rumeni, sia in chi dice che non saranno più a forma di PD.
Sono ignoranti perché parlano di stupri pensando alla forma e per questo vietano manifesti contro la violenza se fatti a forma di crocefisso e per questo parlano di questione morale di partito se lo stupratore era del partito, come se avendo lo stupratore un cartello al collo con su scritto "stupratore" chi fino a ieri ci ha fatto merenda insieme fosse un complice o come se il problema di un partito fosse il non saper riconoscere la forma dello stupratore tipo, salvo poi dire quando si rivolgono agli altri che lo stupratore tipo non esiste.
Perché lo stupro per gli ignoranti E' una forma, prima che la sostanza e per questo ascoltano chi da loro una forma da guardare e maneggiare e tenere lontana e per questo se lo dice uno "di là" ti dice che non puoi dare la forma a croce, perché il SUO problema è la forma della SUA croce non del TUO stupro, se lo dice uno "di qua" ti risponde "Sì ma nemmeno la falce" perché il SUO problema è la forma della SUA falce non del TUO stupro, e nessuno, di qua come di là, va a dirgli che lo stupro, se una forma ce l'ha, è squallidamente a forma di uomo.
E di uomini le sezioni di partito sono piene, come sono piene le panetterie, i bar, gli uffici, le parrocchie.
E' un paese ignorante, sì, molto.
(commento originale)
15 luglio 2009
Il bastone tedesco
E comunque non avete capito nulla come sempre.
Non l'hanno abbandonato legato al guard rail di una piazzola per aver sott'inteso che nessuno se lo caca più, non hanno voluto difendere il papa ma i tizi sotto la finestra.
Ché non si associano i cristiani ai gatti.
A meno di non essere un satanista, s'intende.
Dai su, sono i fondamentali.
Non poteva spuntarla.
Pecore.
Avesse detto "pecore" l'avrebbero fatto direttore della Rai.
Non l'hanno abbandonato legato al guard rail di una piazzola per aver sott'inteso che nessuno se lo caca più, non hanno voluto difendere il papa ma i tizi sotto la finestra.
Ché non si associano i cristiani ai gatti.
A meno di non essere un satanista, s'intende.
Dai su, sono i fondamentali.
Non poteva spuntarla.
Pecore.
Avesse detto "pecore" l'avrebbero fatto direttore della Rai.
Etichette:
Catodic'affà,
dio patria famiglia,
Pericolanti
10 luglio 2009
Poutade
Napolitano saluta Hu Jintao dicendogli "Attenzione ai diritti umani, eh, mi raccomando!" mentre quello disdice la prenotazione per la cena perché deve correre a far fuori qualche centinaio di uomini.
Il papa saluta Obama chiedendogli "Meno aborti in America, eh, mi raccomando!"
Alla fine noi abitanti del Regno di Vaticalia siamo così, ci piace ostentare la superiorità culturale attraverso il non bisogno di pensare e per questo salutiamo gli altri con la prima puttanata che ci viene in mente.
Detto questo, cosa distingue gli abitanti del Regno di Vaticalia dagli altri popoli?
Gli abitanti del Regno di Vaticalia quando ricevono in dono l'Enciclica la mettono nel cassetto degli appunti per la prossima finanziaria e ne parlano per mesi, gli altri quando la ricevono la ripongono nella tasca del sedile di fronte a voi accanto al sacchetto per il vomito e alle istruzioni in caso di ammaraggio.
"Che bello avrò qualcosa da leggere in aereo!" è la più bella chiusura di G8 che si potesse immaginare.
Il papa saluta Obama chiedendogli "Meno aborti in America, eh, mi raccomando!"
Alla fine noi abitanti del Regno di Vaticalia siamo così, ci piace ostentare la superiorità culturale attraverso il non bisogno di pensare e per questo salutiamo gli altri con la prima puttanata che ci viene in mente.
Detto questo, cosa distingue gli abitanti del Regno di Vaticalia dagli altri popoli?
Gli abitanti del Regno di Vaticalia quando ricevono in dono l'Enciclica la mettono nel cassetto degli appunti per la prossima finanziaria e ne parlano per mesi, gli altri quando la ricevono la ripongono nella tasca del sedile di fronte a voi accanto al sacchetto per il vomito e alle istruzioni in caso di ammaraggio.
"Che bello avrò qualcosa da leggere in aereo!" è la più bella chiusura di G8 che si potesse immaginare.
Etichette:
dio patria famiglia,
Pericolanti,
politiquanti
9 luglio 2009
Galloteo
Ripenso alla famosa foto di Topolanek e al commento che qualcuno fece sulla sua pubblicazione rilevando, con amara ironia, che fino a qualche anno fa per pubblicarla si sarebbe reso pixelato il pisello e non la faccia, commento che è perfetta sintesi della società attuale.
Ci ripenso leggendo oggi la curiosità del video che i giornali chiamano "Berlusconi si sgola per una sedia".
Ripenso a quel commento sulla foto e all'abitudine di osservare un fatto e notare sempre la pagliuzza di uno che non si sgola affatto e non la trave di quello che in realtà quel video racconta davvero e che forse ai tempi di mio nonno gli avrebbe fatto scuotere il capo in quel tipico gesto dato dalla rassegnazione allo sconfortante scenario dei "giovani d'oggi"
Perché io mentre attendevo, invano, di vedere la pagliuzza a forma di qualcuno che si sgolava per capire come un video così possa diventare meritevole di essere messo in prima pagina, ho visto un video di una trave a forma di un momento nel quale all'arrivo del giapponese l'unico ad alzarsi è stato il francese.
E mentre ero lì in attesa di vedere la "notizia" della richiesta di una sedia farsi immagini, ho pensato che indipendentemente dagli estremi formali ai quali può arrivare un giapponese, a me hanno insegnato che l'alzarsi all'arrivo di un ospite non è maniacalità formale da giapponesi ma banale ABC dell'educazione, una delle due tre regole minime, quanto l'attendere che tutti siano seduti per iniziare a mangiare o il rispetto a prescindere per gli anziani, quel livello minimo insomma che non richiede di spingersi agli estremi giapponesi per trovarne traccia.
E guardavo allora quei due su tre rimasti seduti senza nemmeno muovere una gamba per offrire al giapponese quantomeno lo sforzo di una nuova compostezza; l'uno, il solito abituato a muoversi in ogni contesto come fosse all'osteria del suo paesello che ieri girava tra i grandi mani in tasca a grattarsi le palle, seduto come Marlon Brando ne Il Padrino quando dice ai suoi guardaspalle che sì, il tizio è un amico e possono lasciarlo sedersi (ma soprattutto che ride come Ray Liotta in Quei Bravi Ragazzi) e l'altro elegante, sì, elegantissimo, ma altrettanto in alcun modo scomposto come se il nuovo arrivato fosse il cameriere giunto lì per portare la birra.
Guardavo quei due e pensavo a tutte le volte che a distanza di cinquant'anni ci si spacca il cazzo con il debito di riconoscenza che gli italiani hanno nei confronti di quegli americani di fronte ai quali secondo molti dovremmo scattare sull'attenti ogni volta che passa una comitiva di sandali obesi con macchina fotografica al collo, pensavo a quel debito che pare non debba estinguersi mai e guardavo quei due al limite del rutto libero di fronte all'uomo al quale quegli stessi cinquant'anni fa hanno sciolto in una nuvola di fuoco qualche centinaio di migliaia di pronipoti nel giro di dieci secondi e con un'unica sola bomba atomica.
E pensavo che non c'è G8 che tenga, non c'è allargamento che tenga.
C'è una supremazia occidentale ormai così radicata nel dna che nessun progresso culturale potrà mai cancellare per lasciare spazio ad un nuova storica immagine di un americano e un italiano che si alzano in piedi come mia nonna mi ha insegnato, cazzo, quando arriva un giapponese.
Mia nonna, quando a casa sua arriva uno in più e manca una sedia, la prima cosa che fa mentre se ne trova una è cedere la propria.
Ci ripenso leggendo oggi la curiosità del video che i giornali chiamano "Berlusconi si sgola per una sedia".
Ripenso a quel commento sulla foto e all'abitudine di osservare un fatto e notare sempre la pagliuzza di uno che non si sgola affatto e non la trave di quello che in realtà quel video racconta davvero e che forse ai tempi di mio nonno gli avrebbe fatto scuotere il capo in quel tipico gesto dato dalla rassegnazione allo sconfortante scenario dei "giovani d'oggi"
Perché io mentre attendevo, invano, di vedere la pagliuzza a forma di qualcuno che si sgolava per capire come un video così possa diventare meritevole di essere messo in prima pagina, ho visto un video di una trave a forma di un momento nel quale all'arrivo del giapponese l'unico ad alzarsi è stato il francese.
E mentre ero lì in attesa di vedere la "notizia" della richiesta di una sedia farsi immagini, ho pensato che indipendentemente dagli estremi formali ai quali può arrivare un giapponese, a me hanno insegnato che l'alzarsi all'arrivo di un ospite non è maniacalità formale da giapponesi ma banale ABC dell'educazione, una delle due tre regole minime, quanto l'attendere che tutti siano seduti per iniziare a mangiare o il rispetto a prescindere per gli anziani, quel livello minimo insomma che non richiede di spingersi agli estremi giapponesi per trovarne traccia.
E guardavo allora quei due su tre rimasti seduti senza nemmeno muovere una gamba per offrire al giapponese quantomeno lo sforzo di una nuova compostezza; l'uno, il solito abituato a muoversi in ogni contesto come fosse all'osteria del suo paesello che ieri girava tra i grandi mani in tasca a grattarsi le palle, seduto come Marlon Brando ne Il Padrino quando dice ai suoi guardaspalle che sì, il tizio è un amico e possono lasciarlo sedersi (ma soprattutto che ride come Ray Liotta in Quei Bravi Ragazzi) e l'altro elegante, sì, elegantissimo, ma altrettanto in alcun modo scomposto come se il nuovo arrivato fosse il cameriere giunto lì per portare la birra.
Guardavo quei due e pensavo a tutte le volte che a distanza di cinquant'anni ci si spacca il cazzo con il debito di riconoscenza che gli italiani hanno nei confronti di quegli americani di fronte ai quali secondo molti dovremmo scattare sull'attenti ogni volta che passa una comitiva di sandali obesi con macchina fotografica al collo, pensavo a quel debito che pare non debba estinguersi mai e guardavo quei due al limite del rutto libero di fronte all'uomo al quale quegli stessi cinquant'anni fa hanno sciolto in una nuvola di fuoco qualche centinaio di migliaia di pronipoti nel giro di dieci secondi e con un'unica sola bomba atomica.
E pensavo che non c'è G8 che tenga, non c'è allargamento che tenga.
C'è una supremazia occidentale ormai così radicata nel dna che nessun progresso culturale potrà mai cancellare per lasciare spazio ad un nuova storica immagine di un americano e un italiano che si alzano in piedi come mia nonna mi ha insegnato, cazzo, quando arriva un giapponese.
Mia nonna, quando a casa sua arriva uno in più e manca una sedia, la prima cosa che fa mentre se ne trova una è cedere la propria.
Ritmo
L'agenda vera è questa:
Il successore di Ford è prima andato a firmare accordi col tizio della Dacia, poi è passato a casa della Clio e infine a stringere la mano a quell'altro dell'Escort.
Punto.
Il successore di Ford è prima andato a firmare accordi col tizio della Dacia, poi è passato a casa della Clio e infine a stringere la mano a quell'altro dell'Escort.
Punto.
8 luglio 2009
5 luglio 2009
Ma non è fascismo. E' solo orgoglio, fierezza e balda giovinezza
Ovvero: Come in pochi anni ti preparo il paese ad applaudire quello che verrà.
Dai commenti all'articolo de Il Giornale sulla manifestazione di Vicenza, un estratto di quel "peggio" che arriverà dopo Berlusconi:
[…] Ministro Maroni, contro chi lo sfida lo Stato deve avere sia il pugno che il calcio di ferro e, soprattutto, nessuna pietà.
vorrei lanciare un allarme: siamo rischio di colpo di stato rosso[…]
Bisognerebbe scendere in piazza e dare una mano alle forze dell´ordine contro questi balordi.
Bisogna vietare questa fogna di no global anche ***stile Iran. Franco
Chi effettua azioni di guerriglia urbana dovrebbe essere punito con la detenzione non inferiore ai dieci anni.
Finchè tali figuri saranno tutt'al più portati in questura, identificati e poi rilasciati ce li ritroveremo sempre fra i piedi.
Bisogna stroncarli a forza di anni e anni di galera.
contro chi non manifesta democraticamente lo Stato deve utilizzare tutte le Forze dell'Ordine disponibili,Esercito compreso. Non è tollerabile in alcun modo che una masnada di cilatroni si rivolti contro la Polizia.Il Governo deve dimostrare che non accetta questo tipo di manifestazioni . Si proceda ad arresti immediati.
[…]Con il buonismo contro i violenti si fa solamente la figura dei cacasotto e basta.Diamo invece alla polizia un salvacondotto speciale per dargli una drizzatina.
Ho da poco commentato la previsione del sig. D'Alema circa il rischio nazismo. Quanto sta accadendo a Vicenza è l'ennesima prova che il nazifascismo ce lo riporteranno, ancora una volta, i comunisti. Come si possono fermare orde di barbari in guerra se non con la forza militare e/o le maniere forti tipo purghe o manganellate a spaccare crani? La polizia può andare bene in condizioni di delinquenza normale, ma di fronte a migliaia di criminali cosa si potrà fare, prima o poi, se non ricorrere a mezzi fascisti o nazisti? Grazie delle acute previsioni, sig. comunista d'alema ben accompagnato dai cattos.
lettore il 04.07.09 alle ore 17:36 scrive: “A quando la pena di morte per quelli che non la pensano come il Popolo della Libertà ?” Rispondo: voi non pensate, voi menate, a confermare la teoria che essendo voi entità senza cervello, vi tocca pensare con i muscoli. Voi rompete, bruciate, distruggete. Voi fate schifo, voi siete la feccia della società che si dovrebbe eliminare esattamente come faceva il buon Stalin […]
Poichè i "democratici" dimostrano palesemente il desiderio di guerra (perchè di guerra si tratta) che guerra abbiano, e una volta individuati i più facinorosi, che siano messi agli arresti e che vengano giudicati da un tribunale militare e non civile!
ci vorrebbe Ahmadinejad in Italia per riportare ordine : in Italia non abbiamo bisogno nè di americani , nè di filocastristi.
No global = Scansafatiche, fannulloni, delinquenti, teste vuote. Io li manderei a protestare a Teheran. Così almeno Ahmadinejad ce ne toglierebbe un bel po dai piedi per sempre guadagnandosi la stima e la simpatia del 99% degli italiani.
Spero che Maroni dia il perentorio ordine di arrestare qualsiasi ceffo abbia il volto coperto. Se dovesse essere opposto rifiuto all'arresto agire di conseguenza. Anche con le armi.
La minaccia: varcheremo la linea rossa. La risposta alla minaccia: mi auguro che le forze armate sparino, nel pieno rispetto della legge e con il totale sostegno del popolo italiano.
Dopo l'esperienza di Genova, spero che le Forze dell'Ordine sappiano come agire!!! Quella che propongono i noglobal non è contestazione, ma guerriglia urbana e come tale va sedata -con ogni mezzo- e senza nessun timore!!!!!!
Botte a questi terroristi; e poi botte a quei magistrati che condanneranno la Polizia. W l'Italia pulita.
Per me questa è roba da corte marziale! Non è semplicemente una questione di ordine pubblico, ma è una dichiarazione di guerra allo stato italiano e quando si è in guerra, non si deve rispondere alle loro compiacenti toghe rosse ma a dei veri giudici: quelli militari!
perche' non li carichiamo tutti su un bell'aereo e, sull'atlantico si aprono i portelloni e li si manda tutti a fare un bel bagno! ?
Dai commenti all'articolo de Il Giornale sulla manifestazione di Vicenza, un estratto di quel "peggio" che arriverà dopo Berlusconi:
[…] Ministro Maroni, contro chi lo sfida lo Stato deve avere sia il pugno che il calcio di ferro e, soprattutto, nessuna pietà.
vorrei lanciare un allarme: siamo rischio di colpo di stato rosso[…]
Bisognerebbe scendere in piazza e dare una mano alle forze dell´ordine contro questi balordi.
Bisogna vietare questa fogna di no global anche ***stile Iran. Franco
Chi effettua azioni di guerriglia urbana dovrebbe essere punito con la detenzione non inferiore ai dieci anni.
Finchè tali figuri saranno tutt'al più portati in questura, identificati e poi rilasciati ce li ritroveremo sempre fra i piedi.
Bisogna stroncarli a forza di anni e anni di galera.
contro chi non manifesta democraticamente lo Stato deve utilizzare tutte le Forze dell'Ordine disponibili,Esercito compreso. Non è tollerabile in alcun modo che una masnada di cilatroni si rivolti contro la Polizia.Il Governo deve dimostrare che non accetta questo tipo di manifestazioni . Si proceda ad arresti immediati.
[…]Con il buonismo contro i violenti si fa solamente la figura dei cacasotto e basta.Diamo invece alla polizia un salvacondotto speciale per dargli una drizzatina.
Ho da poco commentato la previsione del sig. D'Alema circa il rischio nazismo. Quanto sta accadendo a Vicenza è l'ennesima prova che il nazifascismo ce lo riporteranno, ancora una volta, i comunisti. Come si possono fermare orde di barbari in guerra se non con la forza militare e/o le maniere forti tipo purghe o manganellate a spaccare crani? La polizia può andare bene in condizioni di delinquenza normale, ma di fronte a migliaia di criminali cosa si potrà fare, prima o poi, se non ricorrere a mezzi fascisti o nazisti? Grazie delle acute previsioni, sig. comunista d'alema ben accompagnato dai cattos.
lettore il 04.07.09 alle ore 17:36 scrive: “A quando la pena di morte per quelli che non la pensano come il Popolo della Libertà ?” Rispondo: voi non pensate, voi menate, a confermare la teoria che essendo voi entità senza cervello, vi tocca pensare con i muscoli. Voi rompete, bruciate, distruggete. Voi fate schifo, voi siete la feccia della società che si dovrebbe eliminare esattamente come faceva il buon Stalin […]
Poichè i "democratici" dimostrano palesemente il desiderio di guerra (perchè di guerra si tratta) che guerra abbiano, e una volta individuati i più facinorosi, che siano messi agli arresti e che vengano giudicati da un tribunale militare e non civile!
ci vorrebbe Ahmadinejad in Italia per riportare ordine : in Italia non abbiamo bisogno nè di americani , nè di filocastristi.
No global = Scansafatiche, fannulloni, delinquenti, teste vuote. Io li manderei a protestare a Teheran. Così almeno Ahmadinejad ce ne toglierebbe un bel po dai piedi per sempre guadagnandosi la stima e la simpatia del 99% degli italiani.
Spero che Maroni dia il perentorio ordine di arrestare qualsiasi ceffo abbia il volto coperto. Se dovesse essere opposto rifiuto all'arresto agire di conseguenza. Anche con le armi.
La minaccia: varcheremo la linea rossa. La risposta alla minaccia: mi auguro che le forze armate sparino, nel pieno rispetto della legge e con il totale sostegno del popolo italiano.
Dopo l'esperienza di Genova, spero che le Forze dell'Ordine sappiano come agire!!! Quella che propongono i noglobal non è contestazione, ma guerriglia urbana e come tale va sedata -con ogni mezzo- e senza nessun timore!!!!!!
Botte a questi terroristi; e poi botte a quei magistrati che condanneranno la Polizia. W l'Italia pulita.
Per me questa è roba da corte marziale! Non è semplicemente una questione di ordine pubblico, ma è una dichiarazione di guerra allo stato italiano e quando si è in guerra, non si deve rispondere alle loro compiacenti toghe rosse ma a dei veri giudici: quelli militari!
perche' non li carichiamo tutti su un bell'aereo e, sull'atlantico si aprono i portelloni e li si manda tutti a fare un bel bagno! ?
4 luglio 2009
L'Uomo di Colombo
S'era candidato al grido di "Con me mai più stupri a Roma!"
A Roma continuavano gli stupri e s'è fatto forte al grido di "Sono i rumeni!"
I rumeni non sembravano essere e ha insistito al grido di "Lo dice il dna!"
Il dna non l'ha detto e li ha scarcerati al grido di "Li cacceremo comunque, sporcano il tevere!"
A Roma continuano gli stupri e qualcuno nel suo staff uffico stampa relazioni pubbliche evidentemente deve avergli ricordato che è nell'aria la questione del suo aver promesso di ridurli.
L'uovo di colombo?
Se non abbiamo ridotto gl stupri, diciamo che abbiamo ridotto gli stupratori.
Come far passare una minchiata del genere?
Inventandosi lo stupratore seriale.
Cioè gli stupri sono gli stessi, solo che adesso è uno solo a farli.
Ieri erano 10 stupri e 10 stupratori.
Oggi sono 10 stupri di uno solo seriale.
Risultato?
Sono stati fermati nove stupratori.
Lui ha fatto il suo dovere anche a parità di scenario.
C'è del genio in quell'uomo.
Non abbastanza però per sapere che lo stupratore è sempre seriale finché non viene fermato, che evidentemente è pensiero troppo sofisticato per Alemanno.
Ma via, si ricorra di nuovo al dna.
Funziona sempre, nella società del RIS in tv siamo tutti investigatori.
Che proprio il dna abbia sconfessato la precedente condanna affrettata non ha insegnato nulla.
L'importante è affrettarsi a dire che a Roma non ci sono un sacco di stupratori tanti quanti ce n'erano quando non c'era superman a occuparsi del problema, no, oggi ci sono lo stesso stupri quotidiani solo che oggi che lui ne ha arrestati un sacco è rimasto fuori giusto il seriale, quello così infoiato che da solo fa quelli di tutti gli altri.
Per vergognarsi non è ancora tempo, eh?
Vabbé, aspettiamo.
Prima o poi anche voi un limite l'avrete.
A Roma continuavano gli stupri e s'è fatto forte al grido di "Sono i rumeni!"
I rumeni non sembravano essere e ha insistito al grido di "Lo dice il dna!"
Il dna non l'ha detto e li ha scarcerati al grido di "Li cacceremo comunque, sporcano il tevere!"
A Roma continuano gli stupri e qualcuno nel suo staff uffico stampa relazioni pubbliche evidentemente deve avergli ricordato che è nell'aria la questione del suo aver promesso di ridurli.
L'uovo di colombo?
Se non abbiamo ridotto gl stupri, diciamo che abbiamo ridotto gli stupratori.
Come far passare una minchiata del genere?
Inventandosi lo stupratore seriale.
Cioè gli stupri sono gli stessi, solo che adesso è uno solo a farli.
Ieri erano 10 stupri e 10 stupratori.
Oggi sono 10 stupri di uno solo seriale.
Risultato?
Sono stati fermati nove stupratori.
Lui ha fatto il suo dovere anche a parità di scenario.
C'è del genio in quell'uomo.
Non abbastanza però per sapere che lo stupratore è sempre seriale finché non viene fermato, che evidentemente è pensiero troppo sofisticato per Alemanno.
Ma via, si ricorra di nuovo al dna.
Funziona sempre, nella società del RIS in tv siamo tutti investigatori.
Che proprio il dna abbia sconfessato la precedente condanna affrettata non ha insegnato nulla.
L'importante è affrettarsi a dire che a Roma non ci sono un sacco di stupratori tanti quanti ce n'erano quando non c'era superman a occuparsi del problema, no, oggi ci sono lo stesso stupri quotidiani solo che oggi che lui ne ha arrestati un sacco è rimasto fuori giusto il seriale, quello così infoiato che da solo fa quelli di tutti gli altri.
Per vergognarsi non è ancora tempo, eh?
Vabbé, aspettiamo.
Prima o poi anche voi un limite l'avrete.
3 porte
No bello lo speciale di ieri di Vespa intitolato "50 anni di Italia d'amare" che ha ripercorso la stor...
ahm no aspetta..rifaccio.
No bello lo spot di due ore alla 500 e alla fiat intervallato ogni trenta quaranta minuti da qualche contorno che in un modo o nell'altro si poteva far ritornare alla fiat.
Due ore secche di 500 in video, 500 in studio, 500 nelle interviste, c'era lo stilista perché si parlava del primato del made in italy dell'abbigliamento?
Domanda allo stilista: hai mai avuto una 500?
C'erano le eccelenze del cinema?
Domanda alle eccellenze del cinema: mai avuto una 500?
Tra una e l'altra nuvola di fumo negli occhi un bel collegamento con Elkan ogni tre minuti per due ore, un bel filmato sulla fiat di un tempo, collegamento con elkan che ci parla dell'america che comprerà un sacco di 500, un bel filmato sulla musica anni '60 con giovani in 500 tra un modugno e un celentano, collegamento con elkan che ci parla dell'america che comprerà un sacco di 500, megaschermo con bambini felici e titolone "l'italia che vuole farcela", ospiti che per l'occasione non entravano dalla porta ma scendevano dalla 500 così da poterla inqadrare anche in quegli unici isolatissimi sprazzi di trasmissione nei quali non era l'argomento palese e via così, due ore di pompino alla fiat vestito da programma sulla storia delle eccellenze italiane che stavano lì solo per fare da spalla all'unica cosa della quale si voleva (doveva) parlare.
Un carico di retorica e propaganda talmente grande che giusto Vespa poteva riuscire a infilarlo in un'unica trasmissione, spalleggiato dal solito Baudo che quando si parla di storia dell'italia non può mancare insieme all'altro, quel Bongiorno che non manca mai di ricordargli che lui è arrivato prima e che anzi è lui ad aver creato il secondo, siparietti di avanguardia e novità degni della migliore tradizione dell'innovazione della comunicazione italiana, un baudo che ogni tre minuti parlava della 500 e citava la 500 cambiando discorso giusto quando voleva sovrastare nella conduzione il padrone di casa che giusto se la causa è l'amica fiat e l'amico governo può prestare il suo pollaio ad un secondo gallo.
Mancavano le frecce tricolore in studio (volando, dico) e una parata di missili e il quadro sarebbe stato completo.
Ma in effetti la parata di missili c'è stata.
Non poteva mancare infatti il collegamento con programma parallelo da L'Aquila, con l'innovativissima Carlucci che presentava l'innovativissimo concerto per i terremotati che però in realtà non c'erano.
Ufficialmente la piazza è ancora troppo pericolosa per ospitare più di duecento persone, ma curiosamente può ospitare la macchina organizzativa necessaria per un palco e un concerto televisivo di quelle dimensioni che di duecento persone ha bisogno anche solo per montare palco e strutture televisive.
E vogliamo rischiare l'incolumità dei terremotati?
Giammai.
Se ne invitino solo duecento, lo si fa per loro.
Farlo davanti alle tendopoli così il concerto per i terremotati sarebbe stato ascoltato dai terremotati?
Non si può, la cornice ne avrebbe risentito, è eccellenza italiana il fine, serve la chiesa distrutta in sottofondo, mica la gente seduta su sedie di plastica appoggiate nel fango.
Via coi missili.
Su duecento persone centonovantanove avevano la divisa.
Dei vigili, dei sindaci, dei soccorritori, dei cuochi, degli anziani che applaudivano entusiasti, dei bambini che si rompevano i coglioni come mai in vita loro ascoltanto il Baglioni più stonato della storia della musica degli ultimi vent'anni che li invitava a ricordarsi che la vita è adesso ma dimenticandosi di specificare che è altrove, due chilometri più in là, dove forse duecento che applaudivano alle eccellenze italiane avrebbero fatto un po' fatica a sovrastare i cinquemila che le fischiano ormai finalmente ogni volta che vi si affacciano, via, si faccia il concerto dove ce ne stanno solo duecento e a chi si chiede come mai si risponda che è per la loro sicurezza e a chi si chiede allora perché non farlo dove sarebbe stato sicuro ma ascoltato da quelli ai quali era dedicato che stavan lì un chilometro più in là si risponda che la vita è adesso, che la vita è lì per loro,, che tutto quello è lì per loro, che l'italia è lì per loro, che il cuore è lì con loro, che la musica è lì per loro, gli unici che non c'erano erano loro.
Avranno avuto altro da fare.
Sono certo che il criterio di selezione per scegliere quei duecento sarà stato l'avere o meno tempo libero ieri sera per andare a essere inquadrati quando si parlava di loro.
O magari l'aver avuto nel passato una 500.
O un missile.
O il cazzo duro.
O l'italianità e l'orgoglio di patria.
Se non ce l'hanno si fottano.
Vespa li ha nel cuore, ma ha difficoltà a trovare un cavo camera lungo abbastanza per andare a inquadrarli mentre mandano affanculo lui, la Carlucci, lo stato e la Fiat che da domani sbarcherà in america e tutti noi italiani patriottici ci auguriamo che faccia una barca di miliardi.
E chi non se lo augura, terremoto lo inghiotta.
Io il canone non lo pago e mai lo pagherò nemmeno se a quello schifo di Istituto Luce del XXI Secolo ne arriva solo una parte.
Quella parte è comunque troppo.
Mi vengano a prendere, se lo vogliono.
L'indirizzo è sulla cedola che puntualmente mi mandano per ricordarmi che sono un evasore e che altrettanto puntualmente finisce nel cestino.
I programmi che guardo io sono quelli ai quali è stato imposto di automantenersi con gli spot salvo poi invitare a non metterli, quegli spot.
Preferisco comprare il triplo dei prodotti dei quali necessito delle aziende che fanno quegli spot, piuttosto che partecipare anche solo con un centesimo di euro alla cosa più propagandistica e retorica che sia stata prodotta dai filmati sulla Folgore a El Alamein a oggi.
E non lo pago nemmeno se la mia tv è perennemente sintonizzata su Rai Storia.
Il loro offrirmela gratis lo ritengo il minimo che possano fare per scusarsi per tutti il resto.
ahm no aspetta..rifaccio.
No bello lo spot di due ore alla 500 e alla fiat intervallato ogni trenta quaranta minuti da qualche contorno che in un modo o nell'altro si poteva far ritornare alla fiat.
Due ore secche di 500 in video, 500 in studio, 500 nelle interviste, c'era lo stilista perché si parlava del primato del made in italy dell'abbigliamento?
Domanda allo stilista: hai mai avuto una 500?
C'erano le eccelenze del cinema?
Domanda alle eccellenze del cinema: mai avuto una 500?
Tra una e l'altra nuvola di fumo negli occhi un bel collegamento con Elkan ogni tre minuti per due ore, un bel filmato sulla fiat di un tempo, collegamento con elkan che ci parla dell'america che comprerà un sacco di 500, un bel filmato sulla musica anni '60 con giovani in 500 tra un modugno e un celentano, collegamento con elkan che ci parla dell'america che comprerà un sacco di 500, megaschermo con bambini felici e titolone "l'italia che vuole farcela", ospiti che per l'occasione non entravano dalla porta ma scendevano dalla 500 così da poterla inqadrare anche in quegli unici isolatissimi sprazzi di trasmissione nei quali non era l'argomento palese e via così, due ore di pompino alla fiat vestito da programma sulla storia delle eccellenze italiane che stavano lì solo per fare da spalla all'unica cosa della quale si voleva (doveva) parlare.
Un carico di retorica e propaganda talmente grande che giusto Vespa poteva riuscire a infilarlo in un'unica trasmissione, spalleggiato dal solito Baudo che quando si parla di storia dell'italia non può mancare insieme all'altro, quel Bongiorno che non manca mai di ricordargli che lui è arrivato prima e che anzi è lui ad aver creato il secondo, siparietti di avanguardia e novità degni della migliore tradizione dell'innovazione della comunicazione italiana, un baudo che ogni tre minuti parlava della 500 e citava la 500 cambiando discorso giusto quando voleva sovrastare nella conduzione il padrone di casa che giusto se la causa è l'amica fiat e l'amico governo può prestare il suo pollaio ad un secondo gallo.
Mancavano le frecce tricolore in studio (volando, dico) e una parata di missili e il quadro sarebbe stato completo.
Ma in effetti la parata di missili c'è stata.
Non poteva mancare infatti il collegamento con programma parallelo da L'Aquila, con l'innovativissima Carlucci che presentava l'innovativissimo concerto per i terremotati che però in realtà non c'erano.
Ufficialmente la piazza è ancora troppo pericolosa per ospitare più di duecento persone, ma curiosamente può ospitare la macchina organizzativa necessaria per un palco e un concerto televisivo di quelle dimensioni che di duecento persone ha bisogno anche solo per montare palco e strutture televisive.
E vogliamo rischiare l'incolumità dei terremotati?
Giammai.
Se ne invitino solo duecento, lo si fa per loro.
Farlo davanti alle tendopoli così il concerto per i terremotati sarebbe stato ascoltato dai terremotati?
Non si può, la cornice ne avrebbe risentito, è eccellenza italiana il fine, serve la chiesa distrutta in sottofondo, mica la gente seduta su sedie di plastica appoggiate nel fango.
Via coi missili.
Su duecento persone centonovantanove avevano la divisa.
Dei vigili, dei sindaci, dei soccorritori, dei cuochi, degli anziani che applaudivano entusiasti, dei bambini che si rompevano i coglioni come mai in vita loro ascoltanto il Baglioni più stonato della storia della musica degli ultimi vent'anni che li invitava a ricordarsi che la vita è adesso ma dimenticandosi di specificare che è altrove, due chilometri più in là, dove forse duecento che applaudivano alle eccellenze italiane avrebbero fatto un po' fatica a sovrastare i cinquemila che le fischiano ormai finalmente ogni volta che vi si affacciano, via, si faccia il concerto dove ce ne stanno solo duecento e a chi si chiede come mai si risponda che è per la loro sicurezza e a chi si chiede allora perché non farlo dove sarebbe stato sicuro ma ascoltato da quelli ai quali era dedicato che stavan lì un chilometro più in là si risponda che la vita è adesso, che la vita è lì per loro,, che tutto quello è lì per loro, che l'italia è lì per loro, che il cuore è lì con loro, che la musica è lì per loro, gli unici che non c'erano erano loro.
Avranno avuto altro da fare.
Sono certo che il criterio di selezione per scegliere quei duecento sarà stato l'avere o meno tempo libero ieri sera per andare a essere inquadrati quando si parlava di loro.
O magari l'aver avuto nel passato una 500.
O un missile.
O il cazzo duro.
O l'italianità e l'orgoglio di patria.
Se non ce l'hanno si fottano.
Vespa li ha nel cuore, ma ha difficoltà a trovare un cavo camera lungo abbastanza per andare a inquadrarli mentre mandano affanculo lui, la Carlucci, lo stato e la Fiat che da domani sbarcherà in america e tutti noi italiani patriottici ci auguriamo che faccia una barca di miliardi.
E chi non se lo augura, terremoto lo inghiotta.
Io il canone non lo pago e mai lo pagherò nemmeno se a quello schifo di Istituto Luce del XXI Secolo ne arriva solo una parte.
Quella parte è comunque troppo.
Mi vengano a prendere, se lo vogliono.
L'indirizzo è sulla cedola che puntualmente mi mandano per ricordarmi che sono un evasore e che altrettanto puntualmente finisce nel cestino.
I programmi che guardo io sono quelli ai quali è stato imposto di automantenersi con gli spot salvo poi invitare a non metterli, quegli spot.
Preferisco comprare il triplo dei prodotti dei quali necessito delle aziende che fanno quegli spot, piuttosto che partecipare anche solo con un centesimo di euro alla cosa più propagandistica e retorica che sia stata prodotta dai filmati sulla Folgore a El Alamein a oggi.
E non lo pago nemmeno se la mia tv è perennemente sintonizzata su Rai Storia.
Il loro offrirmela gratis lo ritengo il minimo che possano fare per scusarsi per tutti il resto.
Etichette:
Catodic'affà,
dio patria famiglia,
etologia,
Pericolanti
2 luglio 2009
Plurale maiestatis
"Caro Presidente, caro Silvio, ti scrivo una lettera aperta perché sto cominciando seriamente a dubitare del fatto che le pratiche dell'Ovra siano definitivamente cessate con la caduta del fascismo.
Ho sempre intrattenuto con te rapporti di grande civiltà e di reciproca e rispettosa stima. Vederti in compagnia di persone a me altrettanto care e conversare tutti assieme in tranquilla amicizia non mi era sembrato un misfatto. A casa mia, come tu sai per vecchia consuetudine, la cena è sempre curata da una domestica fidata (e basta!). Non vi sono cioè possibili 'spioni', come li avrebbe definiti Totò.
Chi abbia potuto raccontare un fantasioso contenuto delle nostre conversazioni a tavola inventandosi tutto di sana pianta resta un mistero che i grandi inquisitori del nostro Paese dovrebbero approfondire prima di lanciare accuse e anatemi. La libertà di cronaca è una cosa, la licenza di raccontare frottole ad ignari lettori è ben altra! Soprattutto quando il fine non è proprio nobile
Caro Silvio, a parte il fatto che non era quella la prima volta che venivi a casa mia e che non sarà certo l'ultima fino al momento in cui un nuovo totalitarismo malauguratamente dovesse privarci delle nostre libertà personali, mi sembra doveroso dirti per correttezza che la prassi delle cene con persone di riguardo in casa di persone perbene non è stata certo inaugurata da me ma ha lunga data nella storia civile del nostro Paese. Molti miei attuali ed emeriti colleghi della Corte Costituzionale hanno sempre ricevuto nelle loro case, come è giusto che sia, alte personalità dello Stato e potrei fartene un elenco chilometrico.
Caro presidente, l'amore per la libertà e la fiducia nella intelligenza e nella grande civiltà degli italiani che entrambi nutriamo ci consente di guardare alla barbarie di cui siamo fatti oggetto in questi giorni con sereno distacco.
L'Italia continuerà ad essere, ne sono sicuro, il Paese civile in cui una persona perbene potrà invitare alla sua tavola un amico stimato.
Con questa fiducia, un caro saluto".
"Fare i giudici è da disturbati mentali"
Silvio Berlusconi, 4 Settembre 2003
Ho sempre intrattenuto con te rapporti di grande civiltà e di reciproca e rispettosa stima. Vederti in compagnia di persone a me altrettanto care e conversare tutti assieme in tranquilla amicizia non mi era sembrato un misfatto. A casa mia, come tu sai per vecchia consuetudine, la cena è sempre curata da una domestica fidata (e basta!). Non vi sono cioè possibili 'spioni', come li avrebbe definiti Totò.
Chi abbia potuto raccontare un fantasioso contenuto delle nostre conversazioni a tavola inventandosi tutto di sana pianta resta un mistero che i grandi inquisitori del nostro Paese dovrebbero approfondire prima di lanciare accuse e anatemi. La libertà di cronaca è una cosa, la licenza di raccontare frottole ad ignari lettori è ben altra! Soprattutto quando il fine non è proprio nobile
Caro Silvio, a parte il fatto che non era quella la prima volta che venivi a casa mia e che non sarà certo l'ultima fino al momento in cui un nuovo totalitarismo malauguratamente dovesse privarci delle nostre libertà personali, mi sembra doveroso dirti per correttezza che la prassi delle cene con persone di riguardo in casa di persone perbene non è stata certo inaugurata da me ma ha lunga data nella storia civile del nostro Paese. Molti miei attuali ed emeriti colleghi della Corte Costituzionale hanno sempre ricevuto nelle loro case, come è giusto che sia, alte personalità dello Stato e potrei fartene un elenco chilometrico.
Caro presidente, l'amore per la libertà e la fiducia nella intelligenza e nella grande civiltà degli italiani che entrambi nutriamo ci consente di guardare alla barbarie di cui siamo fatti oggetto in questi giorni con sereno distacco.
L'Italia continuerà ad essere, ne sono sicuro, il Paese civile in cui una persona perbene potrà invitare alla sua tavola un amico stimato.
Con questa fiducia, un caro saluto".
"Fare i giudici è da disturbati mentali"
Silvio Berlusconi, 4 Settembre 2003
Iscriviti a:
Post (Atom)