Ieri sera a Exit, Minniti per rispondere a un furibondo Vauro circa la necessità dell'intervento armato in Libia, decide di calare l'asso a effetto della strage di Srebrenica.
Dimenticando però di ricordare che:
a) l'ONU NON intervenne a seguito della strage ma PRIMA
b) Il luogo dove si consumò il massacro, Srebrenica, era sotto protezione ONU da più di un anno
c) l'ONU fu infatti presente alla strage con i Caschi Blu impegnati a non disturbare l'operazione e, secondo alcune ricostruzioni, addirittura a renderla più agevole partecipando alla separazione uomini-donne sotto la minaccia di essere sterminati pure loro.
d) la NATO NON intervenne a seguito della strage, che fu compiuta nel silenzio dei media, ma più di un mese dopo a seguito delle bombe sul mercato di Sarajevo, sotto i riflettori dei media, che fece un centesimo delle vittime.
Dimenticandosi di dire, in sostanza, che il nome Srebrenica l'Europa dovrebbe per decenza evitare anche solo di sfiorarlo se non in un discorso nel quale si stanno elencando le responsabilità e non certo i meriti.
24 marzo 2011
19 marzo 2011
Il comandante vi da il benvenuto a bordo
18 marzo 2011
Ricordanze
Oggi mio padre è morto per la decima e ultima volta.
E io ho incontrato la mia fallibilità per l'ennesima.
E io ho incontrato la mia fallibilità per l'ennesima.
4 marzo 2011
AAAAAAAAAAAAAaaaaaalliiiiiiiiiiinnnnnn
Se il Mago Pancione improvvisamente facesse scomparire il concetto di "personale orticello" dalla faccia della terra, il mio settore subirebbe un'accelerazione produttiva ed economica tale da far impallidire il PIL cinese, l'amicizia tornerebbe un valore difeso, la famiglia la sua versione biologica, le religioni finirebbero dove dovrebbero stare e quindi sullo scaffale di fianco a Moccia e Coelho, l'industria bellica verrebbe riconvertita a produzione di orologi a cucù, nel mondo ci sarebbe la pace e io, di conseguenza, vincerei Miss Italia.
Va bene, facciamo che l'hanno registrata due anni dopo.
Ne ha 20.
Lui sempre più di 70.
Il delta resta ampio a sufficienza per chiedere l'isolamento in caso di arresto per sottrarlo alle leggi non scritte delle carceri.
Ogni altra parola, ragionamento, spiegazione, è solo PdL e suoi elettori.
Negli ultimi due giorni ho aggiunto la cifra 2 al numero di quelli che conosco inghiottiti dal Texas Hold'em e 2 al numero di quelli che smettono quando vogliono e giocano solo un euro.
I due elenchi sono separati per necessità di cronaca, ma il numero è il medesimo e i nomi che li compongono pure.
Dalla piega che ha preso la piaga, mi sa che metterò un counter aggiornato in tempo reale.
Sarà un modo per tornare ad aggiornare quotidianamente il blog.
Io gioco al casinò, non gioco per divertimento ma per soldi, non gioco un euro e non smetto quando voglio ma smetto quando vinco.
Un paio di volte c'ho pagato l'iva e tanto mi basta per dirmi in attivo, ma io guadagno abbastanza da avere un margine disponibile da buttare nel cesso senza rischiare il mutuo, l'80% di quelli dell'elenco no.
La differenza tra "giocare" e "inghiottiti" sta tutta lì.
Se non gioco per divertimento io che me lo posso permettere, figurati loro.
Nella mia vita ho conosciuto un paio di giocatori professionisti e il loro avermi dimostrato come si faccia a portar via la casa a quelli da "gioco solo un euro" mi ha consentito di non avvicinarmi mai al poker fin da quando l'on line nemmeno esisteva.
Uno dei due mi voleva davvero bene e per questo, avendo da professionista preso le misure della mia tontaggine con le carte nonché della disponibilità economica, un giorno mi disse "Ti impedirò sempre di entrare in una sala da poker"
Poi un giorno provò a scoparsi la mia ragazza (che per inciso non ci stette solo perché arrivai in tempo)(ma in fondo io l'avevo a mia volta conosciuta fottendola a un amico al quale volevo bene e quindi non è che la cosa cadesse dal cielo)(infatti piansi molto, ma per l'amico) ma insegnandomi a giocare a poker e vincendomi cene pagate al ristorante ogni giorno facendosi così mantenere per mesi (ma lui ci metteva la benzina)(che probabilmente vinceva a qualcun altro), mi salvò.
Da quando ho imparato come si perde, ogni volta che sento un amico dirmi che gioca a poker mi dispiace, mi dispiace un sacco e vorrei dirgli "smetti subito".
Ma non ce n'è, hanno il jackpot che sventola davanti e la vita di rendita ogni volta che chiudono gli occhi.
Cioè no, scusa, giocano solo un euro e per divertimento.
Intorno a loro dietro gli altri monitor squadre di professionisti disposti come pescherecci che pescano a strascico in una roba che è come una vasca grande quanto un lavandino dentro la quale vengono liberati un migliaio di tonni al giorno.
Ma vaglielo a spiegare, ognuno di loro conosce l'amico di un amico del cugino che ha vinto mille euro giocandone uno e quindi è assolutamente possibile che gente che fino a ieri non aveva mai sentito parlare di buio e controbuio possa portare via soldi a gente che il buio l'ha inventato.
Che più o meno è come pensare di poter battere Maradona al meglio delle punizioni perché sulla play ti viene.
Ma ogni volta loro quello che ha battuto Maradona lo conoscono.
E non è mai quello che ti parla, è sempre uno che loro conoscono, e fatelo conoscere anche a me 'sto fenomeno visto che esiste, allora.
Scommettiamo un euro che la discussione finisce lì?
Nel lavoro di questi due giorni ho fatto errori da stagista alle prime armi.
A fine lavoro sono andato dal responsabile per anticipargli che sulla fattura vedrà la cifra portata a livello di stagista alle prime armi.
C'ho messo un'ora a spiegargli che non è autoflagellazione e a convincerlo a smetterla di cercare di convincermi a desistere.
Semplicemente in vent'anni mi sono guadagnato ogni singolo euro che ho preso e niente per me vale più della possibilità di continuare a vantare questa cosa.
Questi non li avrei guadagnati ma solo presi.
Immeritatamente.
Quindi non li voglio perché nessuno un giorno possa dire che anche io quando posso piglio quel che c'è da prendere.
Ha capito.
Ho capito che ha capito quando l'ha chiamata "onestà".
Mio fratello ha compiuto 40 anni, 30 dei quali con un'incudine legata al collo.
Io a giugno ne farò 39, 30 dei quali spesi a reggergliela un po'.
Siamo entrambi un po' stanchi ma vigliacco se uno dei due crolla.
Il che dimostra che senza quell'incudine per tutti questi anni, oggi saremmo stati io Freud e lui Marlon Brando.
O io Woody Allen e lui l'Orso Yoghi.
Insomma, eravamo quel che si dice giovani promesse.
Non mollare significa non smettere di considerarci premesse.
Non metto più "Broono è in viaggio per lavoro" perché dovrei metterlo ogni due giorni, visto che non sto a casa più di 3 giorni consecutivi.
Il silenzio attuale del blog è questo.
Non è vero, è che non so come dire le cose e allora me le dico da solo.
Una volta si diceva che ci si ammalava di blog quando si cominciava a pensare a forma di post.
Ora posso dire che si guarisce di blog quando si pensa a forma di post ma non si pubblica.
Dopo averne chiusi 3 al loro apice, la mia nuova frontiera è questa attuale: lo tengo fermo per poter pensare i post da scrivere, ma non lo aggiorno per non doverli cancellare un istante dopo.
A chiuderlo oggi sono capaci tutti.
Questo non significa che non consideri la chiusura di Barynia una specie di tragedia nazionale.
Il dolore per la perdita mi è in parte, ma solo in parte, alleviato da questa scoperta.
Col cazzo che i blog sono morti.
Dopo il picco da sovraffolamento di bimbiminkia che aveva sommerso la musica precedente, scremato grazie alla maggiore attrattività che facebook offre alle sopra citata categoria e che ne ha avviato la fulminea nonché assolutamente benefica diaspora, si sono evidentemente addirittura elevati e si è tornati alla musica di prima.
Sono tornato a Milano dopo un mesetto che mancavo.
Minchia quanti cinesi.
Nei sottoscala pieni di cinesi non sfornano jeans, sfornano cinesi.
Ogni cinese ne costruisce altri due al giorno, non c'è altra spiegazione.
L'altro giorno in tabaccheria entra la cinese della pizzeria accanto e chiede un (altro) gratta&vinci.
Il tabaccaio le fa "Ma l'ha già preso tuo cognato due minuti fa"
Lei replica "Lo so adesso plendo io, facciamo società, noi società anche glatta&vinci" e ride, come ogni cinese.
Capito?
Fanno società a ritmo di 10 al giorno, società che poi sfornano cinesi.
Secondo un sondaggio condotto in patria però pare che solo il 6% dei cinesi (in patria) si dica contento.
Per questo lo stato ha deciso che la nuova missione nazionale è che siano tutti felici.
Sono pronti per Berlusconi.
Basso è basso, di cera è di cera, ma soprattutto più invecchia più si plastifica e più si plastifica e più quando fa il serio e socchiude gli occhi assomiglia a Mao.
Se gli infiliamo una giacchettina blu manco se ne accorgono e magari è la volta buona che ce lo leviamo dai coglioni.
Vedo il paese adatto a lui.
La felicità imposta per legge in un paese dove se da governante dici di avere il 90% dei consensi nessuno ride perché il primo che ride lo caricano su un camion e lo portano dietro il primo muretto per sparargli, così il 90% per raffronto col totale si alza pure.
Per ridere infatti vengono qui.
Dagli torto.
Ah sì poi mentre diffondono felicità hanno speso qualche altro miliardo in armi.
Qualcuno si chiede come mai la nazione meno coinvolta in conflitti e meno minacciata stia spendendo così tanto in armi e lo stia facendo da anni ma soprattutto ora?
E perché gli USA siano corsi nel mediterraneo a pisciare intorno all'aiola?
Torino è.
Tornare da un viaggio di lavoro e mangiare con la nonna guardando nell'ordine:
Il TG1, del quale un giorno parlemo, Affari tuoi, del quale ormai so tutto, e Giggi D'Alessio dall'Iuessei, del quale ripetevo a memoria praticamente tutte le canzoni tranne quelle degli italoamericani emigrati, sulle quali è intervenuta lei con i racconti di quando partivano i suoi amici dal paese.
Mangiando il budino preparato per accogliere il nipotino al ritorno.
Nonna, lo guardiamo insieme ma non stare qui a tavola ché sei scomoda, vai sulla tua poltroncina così lo vedi meglio.
No no, sto qui a tavola, così siamo più vicini.
Ecco, la differenza con chi conosce più di me i sentimenti è questa.
Mentre io penso di aver fatto chissaché eliminando i centoventicinque chilometri che ci hanno diviso fino a ieri, lei mi supera in volata eliminando un semplice metro.
Any Given Sunday por maquinadoesporte no Videolog.tv.
Va bene, facciamo che l'hanno registrata due anni dopo.
Ne ha 20.
Lui sempre più di 70.
Il delta resta ampio a sufficienza per chiedere l'isolamento in caso di arresto per sottrarlo alle leggi non scritte delle carceri.
Ogni altra parola, ragionamento, spiegazione, è solo PdL e suoi elettori.
Negli ultimi due giorni ho aggiunto la cifra 2 al numero di quelli che conosco inghiottiti dal Texas Hold'em e 2 al numero di quelli che smettono quando vogliono e giocano solo un euro.
I due elenchi sono separati per necessità di cronaca, ma il numero è il medesimo e i nomi che li compongono pure.
Dalla piega che ha preso la piaga, mi sa che metterò un counter aggiornato in tempo reale.
Sarà un modo per tornare ad aggiornare quotidianamente il blog.
Io gioco al casinò, non gioco per divertimento ma per soldi, non gioco un euro e non smetto quando voglio ma smetto quando vinco.
Un paio di volte c'ho pagato l'iva e tanto mi basta per dirmi in attivo, ma io guadagno abbastanza da avere un margine disponibile da buttare nel cesso senza rischiare il mutuo, l'80% di quelli dell'elenco no.
La differenza tra "giocare" e "inghiottiti" sta tutta lì.
Se non gioco per divertimento io che me lo posso permettere, figurati loro.
Nella mia vita ho conosciuto un paio di giocatori professionisti e il loro avermi dimostrato come si faccia a portar via la casa a quelli da "gioco solo un euro" mi ha consentito di non avvicinarmi mai al poker fin da quando l'on line nemmeno esisteva.
Uno dei due mi voleva davvero bene e per questo, avendo da professionista preso le misure della mia tontaggine con le carte nonché della disponibilità economica, un giorno mi disse "Ti impedirò sempre di entrare in una sala da poker"
Poi un giorno provò a scoparsi la mia ragazza (che per inciso non ci stette solo perché arrivai in tempo)(ma in fondo io l'avevo a mia volta conosciuta fottendola a un amico al quale volevo bene e quindi non è che la cosa cadesse dal cielo)(infatti piansi molto, ma per l'amico) ma insegnandomi a giocare a poker e vincendomi cene pagate al ristorante ogni giorno facendosi così mantenere per mesi (ma lui ci metteva la benzina)(che probabilmente vinceva a qualcun altro), mi salvò.
Da quando ho imparato come si perde, ogni volta che sento un amico dirmi che gioca a poker mi dispiace, mi dispiace un sacco e vorrei dirgli "smetti subito".
Ma non ce n'è, hanno il jackpot che sventola davanti e la vita di rendita ogni volta che chiudono gli occhi.
Cioè no, scusa, giocano solo un euro e per divertimento.
Intorno a loro dietro gli altri monitor squadre di professionisti disposti come pescherecci che pescano a strascico in una roba che è come una vasca grande quanto un lavandino dentro la quale vengono liberati un migliaio di tonni al giorno.
Ma vaglielo a spiegare, ognuno di loro conosce l'amico di un amico del cugino che ha vinto mille euro giocandone uno e quindi è assolutamente possibile che gente che fino a ieri non aveva mai sentito parlare di buio e controbuio possa portare via soldi a gente che il buio l'ha inventato.
Che più o meno è come pensare di poter battere Maradona al meglio delle punizioni perché sulla play ti viene.
Ma ogni volta loro quello che ha battuto Maradona lo conoscono.
E non è mai quello che ti parla, è sempre uno che loro conoscono, e fatelo conoscere anche a me 'sto fenomeno visto che esiste, allora.
Scommettiamo un euro che la discussione finisce lì?
Nel lavoro di questi due giorni ho fatto errori da stagista alle prime armi.
A fine lavoro sono andato dal responsabile per anticipargli che sulla fattura vedrà la cifra portata a livello di stagista alle prime armi.
C'ho messo un'ora a spiegargli che non è autoflagellazione e a convincerlo a smetterla di cercare di convincermi a desistere.
Semplicemente in vent'anni mi sono guadagnato ogni singolo euro che ho preso e niente per me vale più della possibilità di continuare a vantare questa cosa.
Questi non li avrei guadagnati ma solo presi.
Immeritatamente.
Quindi non li voglio perché nessuno un giorno possa dire che anche io quando posso piglio quel che c'è da prendere.
Ha capito.
Ho capito che ha capito quando l'ha chiamata "onestà".
Mio fratello ha compiuto 40 anni, 30 dei quali con un'incudine legata al collo.
Io a giugno ne farò 39, 30 dei quali spesi a reggergliela un po'.
Siamo entrambi un po' stanchi ma vigliacco se uno dei due crolla.
Il che dimostra che senza quell'incudine per tutti questi anni, oggi saremmo stati io Freud e lui Marlon Brando.
O io Woody Allen e lui l'Orso Yoghi.
Insomma, eravamo quel che si dice giovani promesse.
Non mollare significa non smettere di considerarci premesse.
Non metto più "Broono è in viaggio per lavoro" perché dovrei metterlo ogni due giorni, visto che non sto a casa più di 3 giorni consecutivi.
Il silenzio attuale del blog è questo.
Non è vero, è che non so come dire le cose e allora me le dico da solo.
Una volta si diceva che ci si ammalava di blog quando si cominciava a pensare a forma di post.
Ora posso dire che si guarisce di blog quando si pensa a forma di post ma non si pubblica.
Dopo averne chiusi 3 al loro apice, la mia nuova frontiera è questa attuale: lo tengo fermo per poter pensare i post da scrivere, ma non lo aggiorno per non doverli cancellare un istante dopo.
A chiuderlo oggi sono capaci tutti.
Questo non significa che non consideri la chiusura di Barynia una specie di tragedia nazionale.
Il dolore per la perdita mi è in parte, ma solo in parte, alleviato da questa scoperta.
Col cazzo che i blog sono morti.
Dopo il picco da sovraffolamento di bimbiminkia che aveva sommerso la musica precedente, scremato grazie alla maggiore attrattività che facebook offre alle sopra citata categoria e che ne ha avviato la fulminea nonché assolutamente benefica diaspora, si sono evidentemente addirittura elevati e si è tornati alla musica di prima.
Sono tornato a Milano dopo un mesetto che mancavo.
Minchia quanti cinesi.
Nei sottoscala pieni di cinesi non sfornano jeans, sfornano cinesi.
Ogni cinese ne costruisce altri due al giorno, non c'è altra spiegazione.
L'altro giorno in tabaccheria entra la cinese della pizzeria accanto e chiede un (altro) gratta&vinci.
Il tabaccaio le fa "Ma l'ha già preso tuo cognato due minuti fa"
Lei replica "Lo so adesso plendo io, facciamo società, noi società anche glatta&vinci" e ride, come ogni cinese.
Capito?
Fanno società a ritmo di 10 al giorno, società che poi sfornano cinesi.
Secondo un sondaggio condotto in patria però pare che solo il 6% dei cinesi (in patria) si dica contento.
Per questo lo stato ha deciso che la nuova missione nazionale è che siano tutti felici.
Sono pronti per Berlusconi.
Basso è basso, di cera è di cera, ma soprattutto più invecchia più si plastifica e più si plastifica e più quando fa il serio e socchiude gli occhi assomiglia a Mao.
Se gli infiliamo una giacchettina blu manco se ne accorgono e magari è la volta buona che ce lo leviamo dai coglioni.
Vedo il paese adatto a lui.
La felicità imposta per legge in un paese dove se da governante dici di avere il 90% dei consensi nessuno ride perché il primo che ride lo caricano su un camion e lo portano dietro il primo muretto per sparargli, così il 90% per raffronto col totale si alza pure.
Per ridere infatti vengono qui.
Dagli torto.
Ah sì poi mentre diffondono felicità hanno speso qualche altro miliardo in armi.
Qualcuno si chiede come mai la nazione meno coinvolta in conflitti e meno minacciata stia spendendo così tanto in armi e lo stia facendo da anni ma soprattutto ora?
E perché gli USA siano corsi nel mediterraneo a pisciare intorno all'aiola?
Torino è.
Tornare da un viaggio di lavoro e mangiare con la nonna guardando nell'ordine:
Il TG1, del quale un giorno parlemo, Affari tuoi, del quale ormai so tutto, e Giggi D'Alessio dall'Iuessei, del quale ripetevo a memoria praticamente tutte le canzoni tranne quelle degli italoamericani emigrati, sulle quali è intervenuta lei con i racconti di quando partivano i suoi amici dal paese.
Mangiando il budino preparato per accogliere il nipotino al ritorno.
Nonna, lo guardiamo insieme ma non stare qui a tavola ché sei scomoda, vai sulla tua poltroncina così lo vedi meglio.
No no, sto qui a tavola, così siamo più vicini.
Ecco, la differenza con chi conosce più di me i sentimenti è questa.
Mentre io penso di aver fatto chissaché eliminando i centoventicinque chilometri che ci hanno diviso fino a ieri, lei mi supera in volata eliminando un semplice metro.
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