Qualche anno fa le persone che utilizzavano, nel parlare di politica, l'espressione "Magna magna" venivano considerate analisti da bar, buoni per lamentarsi signora mia e forse nemmeno quello, ché anche quello richiede una pur lieve dose di senso civico.
Nella divisione in gironi dello scenario pubblico l'ultimo anello, quelli del se sarei io a presidente, quelli che al voto valevano uno come te ma lo vendevano o lo sputavano o, peggio, lo includevano nella ola allo stadio.
Oggi le persone che utilizzano, per parlare di politica, l'espressione "Magna magna" vengono intervistate in tv, sono l'antigoverno, la prova che il paese vuole le dimissioni, ottimi per rispondere ai sondaggi dorati.
Sono mostrati come il popolo che vota, quello che merita ascolto, la dimostrazione che il paese non è più con lui e i media hanno così bisogno di mostrare che il popolo non è più con lui che fanno a gara per accaparrarsi la reazione piccata della signora mia che presa in strada chiede che vadano a casa, tutti a casa.
Sono quelli del magna magna, gli stessi di ieri che al bar guardavi con la commiserazione che si riserva a quelli che si lamentano della vita che si sono scelti e costruiti.
Nella divisione in gironi sempre quello di cui sopra, quello del se sarei io presidente, quelli del tutti ladri, tutti a casa, quelli ai quali non puoi chiedere "e dopo?" perché al punto interrogativo hanno già cambiato argomento.
Ma oggi quelli servono a sinistra, servono perché fanno numero, fanno muro, fanno sondaggio.
E allora via con la legittimazione, lo dice la signora mia che deve andare a casa, il popolo, quello stufo, diamogli parola, diamogli autorevolezza, regaliamogli costo zero la scalata di qualche girone, diamo loro la patente di influenti.
E dopo? Verrebbe da chiedere a questi di sinistra che stanno dicendo loro i continuare, di alzare ancora di più la voce, di farsi vedere in tv perché è il loro momento, l'Italia è finalmente adeguata al loro livello e oggi possono essere autorevoli, possono avere un'opinione, possono contare.
Verrebbe da chiederlo non fosse che al punto interrogativo pure questi di sinistra hanno già cambiato argomento.
Oggi il ministro più influente della quota più influente della maggioranza che permette la vita del governo che guida questo popolo, nel suo intervento annuale, quello nel quale gli statisti racchiudono le loro migliori direzioni, i valori che dovranno fare da guida, il loro senso delle cose, ha detto che è tutto un magna magna.
Poi ha citato Jago.
Poi a seguito di un momento di rara lucidità si è ricordato dov'era e ha spiegato chi è Jago.
Poi ha dato degli stronzi a un paio di persone.
Poi si è fermato e ha chiesto all'altro ministro se le grida erano contestazioni o approvazioni.
Poi ha spiegato la pausa dicendo che non aveva capito.
Poi ha detto di non correre per le scale in ciabatte.
Poi è sceso dal podio così, come si fosse dimenticato il gas acceso a casa.
Poi l'hanno fatto risalire perché non aveva finito.
Quelli che chiedono il tutti a casa perché è tutto un magna magna, sono gli stessi ai quali quello riconosciuto come il miglior pensatore politico al momento su piazza, nel suo discorso annuale sulla politica nazionale oggi consigliava di non correre in ciabatte per casa.
Sono lui stesso, che dal podio ha confermato, è tutto un magna magna.
Così che nessuno abbia più dubbi su chi siano quelli ai quali si rivolge.
Si rivolge agli stessi che i media di sinistra inseguono per strada per applaudirne e amplificarne e sostenerne le analisi.
Gli-ste-ssi.