Ieri sera ho impegnato una parte del mio 85% di possesso palla (efficace sintesi con la quale la mia gentile amica ha riassunto il tempo/parola che concedo a chi esce con me sapendo che avrei capito che la sua gentilezza l'aveva portata ad arrotondare comunque per difetto anche se non ha avuto il tempo di precisarlo) raccontando, tra l'analisi del voto M5S, la forma dell'amore eterno e una chiacchiera con il cameriere che come da tradizione è stato magneticamente attratto dalla voglia di mettersi a parlare con me e perché dovrei privarlo del piacere, la presenza continua del Grande Regista Superiore.
Aneddoti, episodi, casualità innegabilmente poco casuali.
Chiudo la nottata dedicando la parte rimanente di quel 85% a tutto ciò che su questo blog porta il nome, necessario per romanzare ciò che non può essere raccontato apertamente, di Mario e all'importanza di conservare la memoria di ciò che si scrive di sé, l'importanza di appartenere a un posto che parla della propria storia, dall'albero in quel momento accanto a noi dove Mario Senior parcheggiava la moto sulla quale mi attendeva, del balcone affacciato sulla macchina sulla quale eravamo seduti ieri sera e dal quale io, mille anni prima, ricevevo indicazioni di vita.
Un 85% speso a parlare dell'importanza della memoria e degli archivi, fondamentali nella politica come per la costruzione e il risconoscimento dell'identità personale.
Stamattina leggo in mail, tra le altre cose, di un progetto floreale che racconterà una storia d'amore lunga mille anni e per questo eterna.
Oggi scendo in cantina su richiesta di nonna per cercarle una bilancia nascosta chissà dove.
Apro scatole, sposto cassette, tolgo teli, trovo inaspettatamente quaderni, riconosco copertine, risento profumi, un tunnel spazio-temporale mi spara a velocità luce indietro di trentaquattro anni, sospendo la ricerca della bilancia, apro pagine, la macchina del tempo mi porta nel punto in cui stavo quando vivevo le cose delle quali parlavo la sera prima, apro a caso il quaderno, chiamiamolo archivio dei nonni, chiamiamolo identità, chiamiamola storia d'amore lunga mille anni,chiamatelo solo un colore, chiamatelo Mario, chiamatelo destino, chiamiatelo come volete, io lo chiamo Grande Regista Superiore e queste sono le cose che fa.
Update:
Il giorno dopo, oggi, la bilancia viene trovata da nonna che però mi chiama perché, dice, visualizza dei numeri strani.
Vado a vedere, ci salgo, le dico no.
Che non sono numeri strani, è la batteria che va cambiata.
A lei che fosse sempre il Grande Regista Superiore che chiudeva il cerchio non mi sembrava il caso di dirlo.
Aneddoti, episodi, casualità innegabilmente poco casuali.
Chiudo la nottata dedicando la parte rimanente di quel 85% a tutto ciò che su questo blog porta il nome, necessario per romanzare ciò che non può essere raccontato apertamente, di Mario e all'importanza di conservare la memoria di ciò che si scrive di sé, l'importanza di appartenere a un posto che parla della propria storia, dall'albero in quel momento accanto a noi dove Mario Senior parcheggiava la moto sulla quale mi attendeva, del balcone affacciato sulla macchina sulla quale eravamo seduti ieri sera e dal quale io, mille anni prima, ricevevo indicazioni di vita.
Un 85% speso a parlare dell'importanza della memoria e degli archivi, fondamentali nella politica come per la costruzione e il risconoscimento dell'identità personale.
Stamattina leggo in mail, tra le altre cose, di un progetto floreale che racconterà una storia d'amore lunga mille anni e per questo eterna.
Oggi scendo in cantina su richiesta di nonna per cercarle una bilancia nascosta chissà dove.
Apro scatole, sposto cassette, tolgo teli, trovo inaspettatamente quaderni, riconosco copertine, risento profumi, un tunnel spazio-temporale mi spara a velocità luce indietro di trentaquattro anni, sospendo la ricerca della bilancia, apro pagine, la macchina del tempo mi porta nel punto in cui stavo quando vivevo le cose delle quali parlavo la sera prima, apro a caso il quaderno, chiamiamolo archivio dei nonni, chiamiamolo identità, chiamiamola storia d'amore lunga mille anni,chiamatelo solo un colore, chiamatelo Mario, chiamatelo destino, chiamiatelo come volete, io lo chiamo Grande Regista Superiore e queste sono le cose che fa.
Update:
Il giorno dopo, oggi, la bilancia viene trovata da nonna che però mi chiama perché, dice, visualizza dei numeri strani.
Vado a vedere, ci salgo, le dico no.
Che non sono numeri strani, è la batteria che va cambiata.
A lei che fosse sempre il Grande Regista Superiore che chiudeva il cerchio non mi sembrava il caso di dirlo.
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