E Buon Natale.
Mi trovo in un punto della curva professionale in cui tutti i clienti che ho, nove volte su dieci, che tradotto significa ogni volta che possono, arrotondano per eccesso i consuntivi che mando.
Scrivere cifre che rendano incontestabile l'onestà e quindi la conseguente umiltà e per volontà altrui si autotrasformano in quello che il mondo pensa meriti sempre a forma di di più, è quella cosa che altri chiamano "Potere contrattuale" non sapendo che il concetto di Potere è tale quando hai bisogno di esercitarlo.
Il vero potere è invece fatto a forma di una cosa che costa fatica, sacrifici, perdite, un incredibile numero di perdite, e sottrazioni: diventare così bravo in ciò che fai che il problema di sentirsi dire No è di chi ha bisogno di te.
Tipo una storia d'amore ma senza l'amore, per darle un contorno comprensibile.
Dei quattro amici che ho collezionato in sei anni di vita a Torino che al netto dei viaggi di lavoro si riducono a un paio di settimane forse tre se includiamo un paio di ponti:
Una mi evita perché dice che parlare con me fa sentire sbagliati non su una cosa o su un'altra ma così, in assoluto; diventare l'inferno di qualcuno è così dannatamente veloce che un giorno semplicemente accade e tu non puoi farci che un gigantesco mastodontico nulla.
L'altra mi tiene lontano perché sono single e lei ci tiene alla sua coppia, mi riaprirà la porta della loro meravigliosa casa solo quando e se avrò qualcuna accanto; ho provato a chiederle se si rendesse conto dell'assurdo, mi ha guardato con quel meraviglioso sguardo un metro più avanti di me che aveva quando dieci anni fa ci amavamo e fine lì.
Uno sta aspettando che lo chiami per quella cena che due anni fa gli ho promesso per settimana prossima.
Uno non mi parla più perché non sa cosa sia peggio tra quello che gli direi io e quello che gli direbbe la sua fidanzata se lo facesse.
Una mi regala ogni anno la palla di natale più bella tra quelle che ogni anno fanno il loro ingresso in casa e ieri ci siamo visti per la tradizionale cena di consegna, è tornata a casa in lacrime perché ha provato a darmi meno che ragione.
Proposito per il nuovo anno: rivedere il mio approccio a quel coso là che mi dicono chiamarsi mondo esterno.
Mio fratello è l'uomo migliore del mondo e tutti dovrebbero conoscerlo.
Vivo la mia vita come se la vedessi da lontano, spersonalizzata, è di un altro, motivo per cui non mi sento in diritto di intervenire per spostarla in una direzione che mi, anzi gli, faccia anche solo ipotizzare di prendere un giorno quella mano mentre ci vestiamo da qualcosa che vola, camminiamo sull'acqua, mangiamo per strada e giochiamo a star bene.
Il mio vicino di casa con il quale ho l'intimità da ascensore, l'altro giorno mi ha detto che aspetta il terzo figlio e che io sono l'unico al quale ha avuto voglia di dirlo.
L'ho ammirato per sette piani e invidiato per due, arrivati al nono io ho infilato la chiave lui ha suonato il campanello e i nostri mondi si sono svolti in quei due gesti di due attori chiamati a mettere in scena Sliding Doors su un pianerottolo come palco e per pubblico il nostro passato.
Ho la fortissima tentazione di passare il capodanno guardando Carlo Conti su Rai1 insieme all'affollatissimo gruppo di persone che mi stanno nel cuore in maniera inversamente proporzionale alla distanza che li separa da me nel mondo reale.
Mi ha chiesto perché tu.
Perché il tuo non sapere di avere in mano la spiegazione di tutti i miei difetti è il peggiore dei tuoi, il che rende tutti i tuoi restanti un pregio.
Non chiederesti né spiegheresti, sei esatta senza bisogno di dimostrarlo.
Non è impossibile che esista qualcuna più bella di così, è impossibile che sia caduta sulla terra ancora più vicina di così, evidenza che rende la distanza che ci separa comunque la minima possibile e il fatto che le due volte l'anno che certamente ti vedevo siano passate a forse una se il caso lo vorrà, diventa un trascurabile dettaglio che nessun effetto ha sul mio essere qui a pensare che se quel giorno [non] è domani non chiederò perché.
Lo so il perché e so anche di saperlo.
Lo so il perché e so anche di saperlo.