29 aprile 2008
24 aprile 2008
Sì l'icona c'era
E' chiaro che la scelta è caduta sul silicone perché le prossime imminenti lacrime sarebbero state facilmente scambiate per cera che cola.
Col silicone è tutt'altro discorso, lì col cazzo che lo scettico avrà vita facile.
Altro discorso ancora è l'utilizzo del testimonial per raccattare altri due o tre fanatici.
Ché mai come in questo periodo di frenetico arruolamento, 'sta mossa ha del marcio dentro, proprio nell'anima.
A partire da 'sta cosa che guarda caso si è decomposto tutto tranne mani piedi.
(tolto che non essendo visibile manco un centimetro della salma reale, dentro vestiti e maschera potrebbe esserci anche un enorme bratwurstel e nessuno se ne accorgerebbe)
Ma che belli che sono, quando riuniscono il reparto marketing.
Ora, se PadrePio è davvero lassù e quella cosa dei santi è vera, dovrebbe incenerire tutto entro la settimana.
Ché qui è come usare la salma della nonna di cappuccetto rosso per propagandare la Lista per la difesa del lupo grigio.
Ma vabbè, nessuno fa domande, nessuno che ricordi chi fu a rendergli la vita un inferno, nessuno che alzi un po' la voce per metterlo, un cazzo di freno a 'sto delirio senza ritegno chiamato "Chiesa" che non accenna a darci modo di dire definitivamente "Toccato il fondo".
Ma sì dai, non stiamo qui a questionare.
Diamoci tutti al business, ché ce n'è da mangiare per generazioni.
Modello PadrePio:
(Ma degno di nota è anche il modello "Stile impero", eh)
23 aprile 2008
So' maco ti Bovisa!
Ohibò...non l'avrei mai detto!
Ah no...l'avevo detto.
so' maco ti bovisa.
So leccere goccia olio in minestrina.
Ah no...l'avevo detto.
so' maco ti bovisa.
So leccere goccia olio in minestrina.
21 aprile 2008
18 aprile 2008
Templismo
Ma tu guarda a volte gli avversi orari di volo quanto cambiano le amicizie importanti.
Un decollo mezz'ora dopo e 'ste perle:
"Lotta al terrorismo: «rispetti diritto».
Multilateralismo: «No alla subordinazione alla decisione di pochi»
Scienza: «Rischio ricerca che minaccia la vita»"
gli sarebbero scappate in territorio americano.
E invece niente.
Si è trovato là col presidente il giorno che questo ha ammesso di aver sempre saputo delle torture che era poi lo stesso giorno nel quale la corte suprema ha confermato le iniezioni letali e l'unica cosa che gli è venuta da fare entro i confini statunitensi è stata incontrare dei bambini.
Non cambierà mai.
Dev'esser stata dura in un'occasione come quel mai così cronologicamente preciso incrocio di temi a lui tanto cari, non trovare di meglio da dire al presidente che ha torturato, a detta sua, benedetto da dio, che "Religione sia fonte d'ispirazione della vita politica" e cioè l'unico tema sul quale non servivano suggerimenti.
Mezz'ora.
Mezz'ora di ritardo al decollo e la sculacciata l'avrebbe data a Bush.
E invece gli è toccata la solita noiosissima europa.
Con Bush davanti 'ste cose gli sono tutte passate di mente.
Saranno stati i bambini sulle ginocchia, a distrarlo, vai a sapere.
Un decollo mezz'ora dopo e 'ste perle:
"Lotta al terrorismo: «rispetti diritto».
Multilateralismo: «No alla subordinazione alla decisione di pochi»
Scienza: «Rischio ricerca che minaccia la vita»"
gli sarebbero scappate in territorio americano.
E invece niente.
Si è trovato là col presidente il giorno che questo ha ammesso di aver sempre saputo delle torture che era poi lo stesso giorno nel quale la corte suprema ha confermato le iniezioni letali e l'unica cosa che gli è venuta da fare entro i confini statunitensi è stata incontrare dei bambini.
Non cambierà mai.
Dev'esser stata dura in un'occasione come quel mai così cronologicamente preciso incrocio di temi a lui tanto cari, non trovare di meglio da dire al presidente che ha torturato, a detta sua, benedetto da dio, che "Religione sia fonte d'ispirazione della vita politica" e cioè l'unico tema sul quale non servivano suggerimenti.
Mezz'ora.
Mezz'ora di ritardo al decollo e la sculacciata l'avrebbe data a Bush.
E invece gli è toccata la solita noiosissima europa.
Con Bush davanti 'ste cose gli sono tutte passate di mente.
Saranno stati i bambini sulle ginocchia, a distrarlo, vai a sapere.
17 aprile 2008
Per me contano
Con un preciso calcolo algebrico mi è stato spiegato il mondo degli affetti e delle relazioni.
Tre le versioni a mia disposizione a seconda del risultato finale del rapporto tra i miei pro e i miei contro.
Le fasce sono divise in aliquote: più del 30%, tra il 20% e il 2% e l’1%.
La quantità di spazio/rapporto dedicato a un silenzio concordato offertomi è inversamente proporzionale alle aliquote.
Più è bassa la percentuale di pro, più mi si concede lo spazio del silenzio in cambio della mia finzione che comunque, mi si spiega, resta un mio dovere, quindi in ogni caso la proposta va valutata non prescindendo dalla sua quota di generosità.
Una specie di premio di maggioranza o numero jolly.
Se non capisco la validità profonda di questa proposta, che è l’unica possibile, significa che sono un idealista con un’idea malata degli affetti che, un giorno lo capirò, non possono basarsi sulla sincerità.
Indipendentemente dalla soluzione che accetterò, resta che parallelamente devo andare da uno psichiatra.
Ricevuta e rifiutata la generosa offerta, me ne sono andato lasciando la barca alla sua deriva.
Affonderà come la zattera che trascinava negli abissi un Robert De Niro capitano che annegò recitando il suo contatto con dio o galleggerà tutta la vita solo a patto che l’aliquota di verità sia sempre mantenuta sotto l’1% con i denti, con le unghie, con il sangue se necessario.
Qualcuno mi trovi uno psichiatra bravo.
Per bravo si intende che mi insegni che chiedere che le relazioni non si basino sulla finzione, è una strada che mi porterà ad impiccarmi.
La base di partenza è che al momento io sono convinto del contrario.
Il lavoro è effettivamente duro e la competenza richiesta spazia dall’algebra alla fotografia.
I muri che l’istinto di conservazione è capace di erigere sono grandi quanto l’universo e pensare che sia possibile scavalcarli è, questo sì, puro idealismo distruttivo.
Farò i conti con la mia coscienza, mi si è detto.
Non si è riusciti ad uscire dall’algebra.
Tre le versioni a mia disposizione a seconda del risultato finale del rapporto tra i miei pro e i miei contro.
Le fasce sono divise in aliquote: più del 30%, tra il 20% e il 2% e l’1%.
La quantità di spazio/rapporto dedicato a un silenzio concordato offertomi è inversamente proporzionale alle aliquote.
Più è bassa la percentuale di pro, più mi si concede lo spazio del silenzio in cambio della mia finzione che comunque, mi si spiega, resta un mio dovere, quindi in ogni caso la proposta va valutata non prescindendo dalla sua quota di generosità.
Una specie di premio di maggioranza o numero jolly.
Se non capisco la validità profonda di questa proposta, che è l’unica possibile, significa che sono un idealista con un’idea malata degli affetti che, un giorno lo capirò, non possono basarsi sulla sincerità.
Indipendentemente dalla soluzione che accetterò, resta che parallelamente devo andare da uno psichiatra.
Ricevuta e rifiutata la generosa offerta, me ne sono andato lasciando la barca alla sua deriva.
Affonderà come la zattera che trascinava negli abissi un Robert De Niro capitano che annegò recitando il suo contatto con dio o galleggerà tutta la vita solo a patto che l’aliquota di verità sia sempre mantenuta sotto l’1% con i denti, con le unghie, con il sangue se necessario.
Qualcuno mi trovi uno psichiatra bravo.
Per bravo si intende che mi insegni che chiedere che le relazioni non si basino sulla finzione, è una strada che mi porterà ad impiccarmi.
La base di partenza è che al momento io sono convinto del contrario.
Il lavoro è effettivamente duro e la competenza richiesta spazia dall’algebra alla fotografia.
I muri che l’istinto di conservazione è capace di erigere sono grandi quanto l’universo e pensare che sia possibile scavalcarli è, questo sì, puro idealismo distruttivo.
Farò i conti con la mia coscienza, mi si è detto.
Non si è riusciti ad uscire dall’algebra.
16 aprile 2008
de dei after
Con cento seggi di vantaggio, resistere alla tentazione delle vendette sarà opera titanica.
Entro i primi due mesi:
Inserimento nell’accordo per salvare l’Alitalia della clausola che pretende l’esclusione dei sindacati dalla trattativa.
Entro i primi quattro mesi:
Referendum sull’abolizione del canone rai
Entro i primi sei mesi:
Abolizione della sola provincia di Reggio Emilia.
Entro i primi otto mesi:
Riforma della costituzione con assegnazione del potere di voto dei senatori a vita ai soli minori di anni 55.
Entro i primi dieci mesi:
Rai3 sul satellite.
Il Papa in america:
"Vergogna per i preti pedofili"
Galera, santità.
Si dice "galera".
Entro i primi due mesi:
Inserimento nell’accordo per salvare l’Alitalia della clausola che pretende l’esclusione dei sindacati dalla trattativa.
Entro i primi quattro mesi:
Referendum sull’abolizione del canone rai
Entro i primi sei mesi:
Abolizione della sola provincia di Reggio Emilia.
Entro i primi otto mesi:
Riforma della costituzione con assegnazione del potere di voto dei senatori a vita ai soli minori di anni 55.
Entro i primi dieci mesi:
Rai3 sul satellite.
Il Papa in america:
"Vergogna per i preti pedofili"
Galera, santità.
Si dice "galera".
13 aprile 2008
Air Action Day
"il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia"
12 aprile 2008
the god fellas
Finito un tour che non aveva nulla da invidiare ai chilometri del pullman del Valterone.
Una mattina in un noto albergo nel quale la sera prima si era tenuto un incontro con un notissimo candidato, facevo colazione con al tavolo accanto tre simpatici sostenitori del suddetto e il suddetto, tempo di un espresso e del primo panino con prosciutto della giornata capisco che se avessi il coraggio di tirar fuori il cellulare per registrare almeno quello che avrebbero continuato a dire per mettere tutto sul tubo appena tornato a casa forse avrei addirittura potuto influire sulle elezioni non dico di una percentuale a due cifre ma a una sicuramente, ma nello stesso istante osservo e ascolto bene i tre che non erano il candidato e in un lampo capisco che se in quel momento io avessi appoggiato il cellulare sul tavolo forse non sarei nemmeno uscito dalla sala certo non dall’albergo, quindi lascio perdere e come al solito mi accontento di aver aggiunto l’ennesimo mattoncino alle mie certezze e lascio che l’italia faccia il suo corso sapendo un pezzo in più che si aggiunge a quelli saputi da quella riunione in banca, da quelli scoperti lavorando per la farmaceutica e da tutti gli altri piccoli tasselli che il mio lavoro mi permette di raccogliere.
La certezza di questa volta è che l’accento siciliano che parla di dio e di preghiere per non far sentire nomi e accordi in caso di intercettazioni è e sarà sempre uno dei pilastri sui quali si reggerà sempre l’italia e nello stesso momento mi dico ridendo che potrei aver frainteso tutto, ché quelli davvero parlavano di vangeli e grandi ideali e rido perché realizzo che i due linguaggi sono davvero interscambiabili e vai a capire chi dei due si sta spartendo cosa; poi fumano, tutti e quattro, disgustosi pure per me che fumo e che vorrei solo svegliarmi col sapore del caffè che mi hanno portato e invece guardo i quattro, li ascolto, li guardo fumare con venti camerieri intorno che fanno a gara per chi deve avere l’onore di chiedere se desiderano altro e capisco che c’è chi ha l’aura, chi lo chiama spazio vitale nel quale un dito che entra senza permesso provoca fastidio, chi invece ha quella che io chiamo l’extraterritorialità corporea che sta a dire che in un raggio di circa cinque metri intorno a certe persone, la legge la fanno queste certe persone, che è tipo l’autodeterminazione ma estesa alla territorialità, dove ci sono io la legge la faccio io e intorno tutti fanno sì con la testa, anche quelli oltre i cinque metri e in fondo anch’io che sono a meno di due, non ho avuto il coraggio di registrare la mafia ma l’ho ascoltata e non mette nemmeno più i brividi, sembra roba già vista in quei film dove pensi siano caricature e invece no e l’unica cosa che ho trovato davvero degna di fastidio è come parlavano delle preghiere e di dio e io sono ateo e detesto la chiesa anche, proprio, perché permette a quei tavoli di esser serviti con reverenza quando a esser coraggiosi c’era da allacciarsi una cintura di tritolo e farsi saltare tutti in aria con coraggio, con democratica voglia di far davvero qualcosa per il proprio paese o per quello di un altro se di questo paese non si sente l’orgoglio ma del portare il nome di “uomo” sì però.
Sarebbe stato facile, non aveva nemmeno intorno la scorta, non serviva evidentemente perché la vera scorta era seduta al tavolo e se hai intorno quattro agenti di vent’anni salti tu e saltano loro ma se hai intorno quei tre lì sei in una botte di ferro, nessuno ti toccherà e non per non toccare te ma anche solo per non rischiare di sfiorare loro, è già tanto se ti rivolgono la parola e, pensa, sono camerieri e avrebbero motivo per farlo e per farti pure un favore se lo desideri eppure guardali, non sanno nemmeno con che faccia interrompervi per chiedere se volete anche un pompino e, nel caso, se possono avere loro l’onore di farvelo, non ce l’hanno nemmeno quella faccia, nel curriculum, all’alberghiero hanno insegnato loro che c’è da essere rispettosi ed educati ma lì è roba titanica al confronto, lì bisogna essere la sintesi dell’educazione altrimenti capace anche che ti fanno licenziare in tre secondi o ti sparano direttamente a un piede come Joe Pesci nel capolavoro “Quei bravi ragazzi” sempre se non t’ha licenziato o sparato spontaneamente il direttore per dimostrar loro che si può essere educati come desideravano loro e che dovrebbero insegnarlo all’alberghiero nelle ore di educazione civica che per certi pompini non si deve chiedere il permesso, si fanno e basta, al limite dopo si sputa tutto e via, ché per certe persone è offensivo già il solo sospetto che potrebbero non gradire un pompino, meglio farglielo sulla fiducia, capitolo uno pagina uno della costituzione italiana.
Questo paese non è salvabile da nessuno, non lo sarà mai, sbaglia chi pensa che forse sì questa, la precedente o la prossima volta.
O lo si accetta o si espatria.
Tra i due estremi, se si esclude la lotta armata, può esserci solo follia pura o cecità totale, certamente complicità e non conta pesare la differenza in mircrogrammi tra la nostra e quella altrui perché la complicità è tale in senso ideologico, non programmatico e chi nega, prima di tutto a sé stesso, questa verità o parla di un mondo inesistente o sta facendo delle, seppur legittime, semplici "ipotesi di scuola" e allora vale tutto, anche il mettere nello spazio che c'è tra un peggio e un meno peggio la convinzione di essere tenutari di qualcosa che anche solo assomigli a un'espressione di libertà, di importanza, di esserci stati, di averci, se non altro, provato.
Io questa volta non voterò con convinzione e precisa scelta personale, prima che politica.
E non c'entra col "tutti ladri".
Quello è il motivo per cui li ho votati tutte, mai saltata una, le precedenti.
Detto in tre righe per chi è arrivato fino qui o da qui parte:
Se il paese rischia, come sostengo da tempo, realmente ciò che sostengono coloro che spiegano l'urgenza di contrastare il pdl e la conseguente certa deriva fascista a diritti individuali zero del paese in caso di vittoria del cavaliere, allora significa che socialmente abbiamo superato da tempo la linea che separa l'emergenza democratica da ciò che è risolvibile con una croce su un simbolo.
E allora ciò che va fatto è solo accelerare il più possibile questa deriva ancora oltre, là dove i suoi contorni saranno talmente netti da non essere più spacciabili per progresso sociale grazie al digitale terrestre di OmSciòppin'Iùrop.
Oggi ancora metà paese applaude quando sente dire che l'uso delle intercettazioni telefoniche riguarda la libertà di tutti e io per questa metà paese auspico la dittatura più dittatura che esista.
A oggi non ho trovato un solo motivo per andare a far qualcosa per salvare loro il culo.
Che venga, finalmente, questa cazzo di dittatura.
Così non si perderà più tempo a spiegarla alla gente e finalmente, forse, si potrà cominciare a pensare di far qualcosa per uscirne.
Una mattina in un noto albergo nel quale la sera prima si era tenuto un incontro con un notissimo candidato, facevo colazione con al tavolo accanto tre simpatici sostenitori del suddetto e il suddetto, tempo di un espresso e del primo panino con prosciutto della giornata capisco che se avessi il coraggio di tirar fuori il cellulare per registrare almeno quello che avrebbero continuato a dire per mettere tutto sul tubo appena tornato a casa forse avrei addirittura potuto influire sulle elezioni non dico di una percentuale a due cifre ma a una sicuramente, ma nello stesso istante osservo e ascolto bene i tre che non erano il candidato e in un lampo capisco che se in quel momento io avessi appoggiato il cellulare sul tavolo forse non sarei nemmeno uscito dalla sala certo non dall’albergo, quindi lascio perdere e come al solito mi accontento di aver aggiunto l’ennesimo mattoncino alle mie certezze e lascio che l’italia faccia il suo corso sapendo un pezzo in più che si aggiunge a quelli saputi da quella riunione in banca, da quelli scoperti lavorando per la farmaceutica e da tutti gli altri piccoli tasselli che il mio lavoro mi permette di raccogliere.
La certezza di questa volta è che l’accento siciliano che parla di dio e di preghiere per non far sentire nomi e accordi in caso di intercettazioni è e sarà sempre uno dei pilastri sui quali si reggerà sempre l’italia e nello stesso momento mi dico ridendo che potrei aver frainteso tutto, ché quelli davvero parlavano di vangeli e grandi ideali e rido perché realizzo che i due linguaggi sono davvero interscambiabili e vai a capire chi dei due si sta spartendo cosa; poi fumano, tutti e quattro, disgustosi pure per me che fumo e che vorrei solo svegliarmi col sapore del caffè che mi hanno portato e invece guardo i quattro, li ascolto, li guardo fumare con venti camerieri intorno che fanno a gara per chi deve avere l’onore di chiedere se desiderano altro e capisco che c’è chi ha l’aura, chi lo chiama spazio vitale nel quale un dito che entra senza permesso provoca fastidio, chi invece ha quella che io chiamo l’extraterritorialità corporea che sta a dire che in un raggio di circa cinque metri intorno a certe persone, la legge la fanno queste certe persone, che è tipo l’autodeterminazione ma estesa alla territorialità, dove ci sono io la legge la faccio io e intorno tutti fanno sì con la testa, anche quelli oltre i cinque metri e in fondo anch’io che sono a meno di due, non ho avuto il coraggio di registrare la mafia ma l’ho ascoltata e non mette nemmeno più i brividi, sembra roba già vista in quei film dove pensi siano caricature e invece no e l’unica cosa che ho trovato davvero degna di fastidio è come parlavano delle preghiere e di dio e io sono ateo e detesto la chiesa anche, proprio, perché permette a quei tavoli di esser serviti con reverenza quando a esser coraggiosi c’era da allacciarsi una cintura di tritolo e farsi saltare tutti in aria con coraggio, con democratica voglia di far davvero qualcosa per il proprio paese o per quello di un altro se di questo paese non si sente l’orgoglio ma del portare il nome di “uomo” sì però.
Sarebbe stato facile, non aveva nemmeno intorno la scorta, non serviva evidentemente perché la vera scorta era seduta al tavolo e se hai intorno quattro agenti di vent’anni salti tu e saltano loro ma se hai intorno quei tre lì sei in una botte di ferro, nessuno ti toccherà e non per non toccare te ma anche solo per non rischiare di sfiorare loro, è già tanto se ti rivolgono la parola e, pensa, sono camerieri e avrebbero motivo per farlo e per farti pure un favore se lo desideri eppure guardali, non sanno nemmeno con che faccia interrompervi per chiedere se volete anche un pompino e, nel caso, se possono avere loro l’onore di farvelo, non ce l’hanno nemmeno quella faccia, nel curriculum, all’alberghiero hanno insegnato loro che c’è da essere rispettosi ed educati ma lì è roba titanica al confronto, lì bisogna essere la sintesi dell’educazione altrimenti capace anche che ti fanno licenziare in tre secondi o ti sparano direttamente a un piede come Joe Pesci nel capolavoro “Quei bravi ragazzi” sempre se non t’ha licenziato o sparato spontaneamente il direttore per dimostrar loro che si può essere educati come desideravano loro e che dovrebbero insegnarlo all’alberghiero nelle ore di educazione civica che per certi pompini non si deve chiedere il permesso, si fanno e basta, al limite dopo si sputa tutto e via, ché per certe persone è offensivo già il solo sospetto che potrebbero non gradire un pompino, meglio farglielo sulla fiducia, capitolo uno pagina uno della costituzione italiana.
Questo paese non è salvabile da nessuno, non lo sarà mai, sbaglia chi pensa che forse sì questa, la precedente o la prossima volta.
O lo si accetta o si espatria.
Tra i due estremi, se si esclude la lotta armata, può esserci solo follia pura o cecità totale, certamente complicità e non conta pesare la differenza in mircrogrammi tra la nostra e quella altrui perché la complicità è tale in senso ideologico, non programmatico e chi nega, prima di tutto a sé stesso, questa verità o parla di un mondo inesistente o sta facendo delle, seppur legittime, semplici "ipotesi di scuola" e allora vale tutto, anche il mettere nello spazio che c'è tra un peggio e un meno peggio la convinzione di essere tenutari di qualcosa che anche solo assomigli a un'espressione di libertà, di importanza, di esserci stati, di averci, se non altro, provato.
Io questa volta non voterò con convinzione e precisa scelta personale, prima che politica.
E non c'entra col "tutti ladri".
Quello è il motivo per cui li ho votati tutte, mai saltata una, le precedenti.
Detto in tre righe per chi è arrivato fino qui o da qui parte:
Se il paese rischia, come sostengo da tempo, realmente ciò che sostengono coloro che spiegano l'urgenza di contrastare il pdl e la conseguente certa deriva fascista a diritti individuali zero del paese in caso di vittoria del cavaliere, allora significa che socialmente abbiamo superato da tempo la linea che separa l'emergenza democratica da ciò che è risolvibile con una croce su un simbolo.
E allora ciò che va fatto è solo accelerare il più possibile questa deriva ancora oltre, là dove i suoi contorni saranno talmente netti da non essere più spacciabili per progresso sociale grazie al digitale terrestre di OmSciòppin'Iùrop.
Oggi ancora metà paese applaude quando sente dire che l'uso delle intercettazioni telefoniche riguarda la libertà di tutti e io per questa metà paese auspico la dittatura più dittatura che esista.
A oggi non ho trovato un solo motivo per andare a far qualcosa per salvare loro il culo.
Che venga, finalmente, questa cazzo di dittatura.
Così non si perderà più tempo a spiegarla alla gente e finalmente, forse, si potrà cominciare a pensare di far qualcosa per uscirne.
8 aprile 2008
Abito in un monaco
Poi vi racconto di come mi sia trovato in una riunione nella quale si aspettavano un giornalista copywriter e di come (per salvare il culo dell'agenzia che non avendo capito la richiesta si portò dietro me che faccio video) abbia simulato la parte così bene che ora mi ritrovo con sei giorni di tempo per presentare il discorso che il direttore generale dovrà fare davanti a 600 persone perché il direttore generale di cui sopra vuole che lo scriva io e solo io ché sono un bravissimo giornalista copywriter più ghost, a questo punto, che copy.
Ve lo racconterò una volta uscito da 'sto pantano nel quale ora mi trovo che ha inizio in quell'esatto punto in cui sta la differenza tra un copywriter e il sottoscritto che non è che non sappia mettere insieme due parole, sì, lo so, ma io sono quello che per dire "Oggi mangiato lasagna" riempie quattro cartelle di parole e come glielo spiego ora che io lavoro con immagini proprio perché se è di parole che si tratta io il dono della sintesi non so nemmeno dove stia di casa?
Se supero questa mi candido.
Ve lo racconterò una volta uscito da 'sto pantano nel quale ora mi trovo che ha inizio in quell'esatto punto in cui sta la differenza tra un copywriter e il sottoscritto che non è che non sappia mettere insieme due parole, sì, lo so, ma io sono quello che per dire "Oggi mangiato lasagna" riempie quattro cartelle di parole e come glielo spiego ora che io lavoro con immagini proprio perché se è di parole che si tratta io il dono della sintesi non so nemmeno dove stia di casa?
Se supero questa mi candido.
5 aprile 2008
Di stanze
Ho fatto tipo duemila chilometri in quattro giorni, tranne il traghetto ho preso di tutto, sono partito da Milano vestito come fossi in agosto e sono arrivato in puglia sotto la nebbia e un freddo becco, superato solo da quello campano del giorno dopo, le ore che non sono state di lavoro sono state di sonno, in entrambi i casi la proporzione era inversa al bisogno effettivo delle une e delle altre almeno quanto è inversa la climaticità delle zone d'italia.
Su uno dei tanti seggiolini con schienale in posizione eretta e il tavolino davanti a voi chiuso, ho letto che finalmente qualcuno ha tirato delle uova a Ferrara e mentre leggevo mi sono ricordato dei sei aborti che ho lasciato in frigo e che mi sono scordato di buttare prima di partire.
Ma più di tutte mi ha colpito una citazione, tre righe di quelle che vengono piazzate tra le foto e l’articolo vero e proprio per dare un po’ il sapore del contenuto della pagina.
Non le ritrovo in rete e mi dispiace, perché non le posso citare fedelmente, ma mi colpirono così tanto che sono abbastanza certo di poterle riportare pressoché identiche.
Dicevano:
“Veltroni (alla stampa estera) : Dei Dico se ne parlerà e si faranno, solo se non diventeranno terreno di scontro tra laici e cattolici”
Mi è bastata una frazione di secondo dalla fine della frase per veder apparire alla mente il bordello messo in piedi quando dall’altra parte si disse: “Non candideremo inquisiti e condannati a meno che non siano perseguitati politici” e mi son chiesto come mai invece quella di Veltroni sia passata così inosservata quando è decisamente peggiore, a livello di considerazione dell’intelligenza dell’interlocutore.
Poi oggi leggo che ancora si indica nella Binetti il caso anomalo del pd in quanto militante cattolica, unisco quest’ultima notizia a quella dichiarazione e capisco che dell’intelligenza dell’interlocutore quei due hanno un’idea fin rispettosa, rispetto al reale.
Il vero stupore però l'ho vissuto grazie all’unico momento in cui in questi quattro giorni ho regalato mezz’ora alla tv.
Mezz’ora dopo la quale ho capito che non bisogna davvero mai dar nulla per scontato, che forse davvero quell’esito che solo fino a pochi giorni fa mi appariva scontato, oggi è tutt’altro che certo, che forse la schiacciante distanza tra il gradimento dei due candidati che fino a pochi giorni fa faceva sorridere guardando il coraggio di chi ha accettato la sfida sostenendo che sarebbe stata difficile ma valeva la pena provarci, si fa davvero sempre più risicata ogni giorno che passa, che non è più così assurdo pensare ad una rimonta sulla quale nessuno avrebbe speso un euro fino a pochi giorni fa, che settimana prossima avrò la risposta a questa mia nuova sensazione e che certo oggi è presto per dirlo, ma da oggi ho come la sensazione che prima di dire che mai, mai GianFilippo potrebbe battere Silvia, converrà aspettare lunedì.
Su uno dei tanti seggiolini con schienale in posizione eretta e il tavolino davanti a voi chiuso, ho letto che finalmente qualcuno ha tirato delle uova a Ferrara e mentre leggevo mi sono ricordato dei sei aborti che ho lasciato in frigo e che mi sono scordato di buttare prima di partire.
Ma più di tutte mi ha colpito una citazione, tre righe di quelle che vengono piazzate tra le foto e l’articolo vero e proprio per dare un po’ il sapore del contenuto della pagina.
Non le ritrovo in rete e mi dispiace, perché non le posso citare fedelmente, ma mi colpirono così tanto che sono abbastanza certo di poterle riportare pressoché identiche.
Dicevano:
“Veltroni (alla stampa estera) : Dei Dico se ne parlerà e si faranno, solo se non diventeranno terreno di scontro tra laici e cattolici”
Mi è bastata una frazione di secondo dalla fine della frase per veder apparire alla mente il bordello messo in piedi quando dall’altra parte si disse: “Non candideremo inquisiti e condannati a meno che non siano perseguitati politici” e mi son chiesto come mai invece quella di Veltroni sia passata così inosservata quando è decisamente peggiore, a livello di considerazione dell’intelligenza dell’interlocutore.
Poi oggi leggo che ancora si indica nella Binetti il caso anomalo del pd in quanto militante cattolica, unisco quest’ultima notizia a quella dichiarazione e capisco che dell’intelligenza dell’interlocutore quei due hanno un’idea fin rispettosa, rispetto al reale.
Il vero stupore però l'ho vissuto grazie all’unico momento in cui in questi quattro giorni ho regalato mezz’ora alla tv.
Mezz’ora dopo la quale ho capito che non bisogna davvero mai dar nulla per scontato, che forse davvero quell’esito che solo fino a pochi giorni fa mi appariva scontato, oggi è tutt’altro che certo, che forse la schiacciante distanza tra il gradimento dei due candidati che fino a pochi giorni fa faceva sorridere guardando il coraggio di chi ha accettato la sfida sostenendo che sarebbe stata difficile ma valeva la pena provarci, si fa davvero sempre più risicata ogni giorno che passa, che non è più così assurdo pensare ad una rimonta sulla quale nessuno avrebbe speso un euro fino a pochi giorni fa, che settimana prossima avrò la risposta a questa mia nuova sensazione e che certo oggi è presto per dirlo, ma da oggi ho come la sensazione che prima di dire che mai, mai GianFilippo potrebbe battere Silvia, converrà aspettare lunedì.
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