29 agosto 2009

A mal comune, mal comune e mezzo

Che il potere politico del Vaticano non sia mai stato grande come quello di questo momento storico non è dimostrato, come si potrebbe facilmente pensare, dall'artiglieria che gli si sta rivolgendo contro, ma dal fatto che il papa non sia mai stato così poco in tv come oggi.

Come quando la mafia cessa di far volare rumorosi proiettili e tritolo perché "A posto così, grazie".

Dagli spalti dai quali da mesi divertito assisto (con un secchio di popcorn sufficiente per sfamare un'intero cinema) ai due polli che si contendono il pollaio, vengo a sapere non solo che l'ideologia che ieri era "Non possiamo disattendere le istanze della Chiesa" oggi è "Nessuno può darci lezioni di laicità", ma soprattutto che la traduzione in trincea di questa nuova ideologia è quel "A brigante, brigante e mezzo" che il neocondottiero ci comunica essere il nuovo piano di battaglia.

Ecco io qui dagli spalti dai quali godo di una visuale che mi ha sempre permesso di riconoscere i vari protagonisti di ogni singola azione, sono oggi invece attanagliato da un dubbio:
Se il chi siano il primo e il secondo "brigante" mi è chiaro, qualche difficoltà al contrario la incontro nell'identificazione di chi sia il "Mezzo".


28 agosto 2009

Sotto la panza, la perdonanza

Rinunciare volontariamente a una strumentalizzazione per evitare una strumentalizzazione, mi pare di per sé pena adeguata al misfatto.

Sia perdonato senza se e senza ma.
L'uomo è definitivamente consapevole della colpa.

25 agosto 2009

reVisioni

E comunque ho cambiato idea:
Non sono più contrario alla costruzione in Italia di centrali nucleari di nuova generazione.

A patto che il Ministro del Risiko La Russa permetta agli ispettori ONU di visitare i cantieri.

19 agosto 2009

Ribellisti

Due parole su L'Altro, il giornale di Sansonetti.

Quando uscì ne comprai subito una copia, per vedere di nascosto l'effetto che avrebbe fatto.
Il primo impatto fu una profonda incazzatura per il fatto che con un euro ti paghi quattro fogli in croce, due dei quali oltretutto dedicati a sport e tv, una roba che me lo fece cestinare nel giro di una frazione di secondo insieme all'ultima speranza che avevo dato al suo direttore di apparirmi interessante.

Quest'estate, non so perché, mi è venuta voglia di dargli una seconda possibilità e ho cominciato a comprarlo tutti i giorni insieme a Repubblica.

Progressivamente giorno dopo giorno e in maniera assolutamente naturale, l'ordine di lettura è passato da "Prima le 50 pagine di Repubblica e poi se resta tempo le 10 de L'Altro" a "Prima le dieci de L'Altro e poi, se resta tempo, le 50 di Repubblica, ma anche no".

Avevo sbagliato a liquidarlo con così tanta velocità.
E' un gran bel giornale, "nonostante" il suo direttore.
Non tratta di notizie né tantomeno di Cronaca, se non per utilizzarle entrambe come spunti per entrarvi dentro con approfondimenti non del fatto in sé ma del contesto nel quale si sviluppano.
Approfondimenti che in molti casi è persino difficile collocare in una o nell'altra sfera politica, dal momento che non fornisce giudizi (tranne quando si parla di Vendola, per il quale il direttore si sta spedendo in una vera e propria campagna di protezione del Panda) ma analisi il più possibile oggettive.
Per dire, in uno dei numeri una pagina intera era dedicata all'analisi di Calderoli come uomo politico, con parole che se non erano di stima poco ci mancava.

A margine di questo, offre una cosa che a me nei giornali è sempre mancata: i dibattiti su un tema.
Su uno dei numeri usciti a fine luglio una scrittrice (se non sbaglio, ma non ricordo chi fosse perché ne ho tenuti da parte solo due numeri particolarmente interessanti) scrisse un'interessantissima analisi sui perché della progressiva scomparsa della sinistra estrema, generando nei numeri successivi delle controrepliche di tutto rispetto che nulla avevano di quel sapore "posta di rettifica" che i dibattiti sugli altri giornali hanno e che tutto aveva invece della vera e propria inchiesta a puntate e a più mani.
Per non parlare poi del numero dedicato a Marcuse, una vera e propria boccata d'aria nei quotidiani estivi sui quali ormai l'unico approfondimento che trovi è...boh non mi viene in mente nemmeno.

Unico appunto: il linguaggio.
Un po' troppo alto per un giornale che dovrebbe offrire a sinistra l'equivalente di quel Foglio che vuole essere a sua volta un giornale di "Idee" ma che per veicolarle non si dimentica mai di parlare al cattolico medio.
In questo L'Altro punta un po' troppo in alto.
Se la sua lettura in certe giornate mi portava a non riuscire ad avere il tempo per aprire anche l'altro quotidiano che compravo è perché a leggere quelle dieci pagine ci mettevo lo stesso tempo che ci si mette in genere per leggere le 50 di qualsiasi altro quotidiano.
Cioè tra una pagina e l'altra a volte avevi bisogno di buttarti un attimo nell'acqua gelida e dire a voce alta "Cacca pipì pappa!"

Davvero un gran bel giornale, insomma.
Se quell'euro serve a mantenere quei quattro eroi ancora convinti che a sinistra qualcuno abbia ancora un cervello funzionante al quale parlare, allora sono un euro ben speso, finché durano.

Detto questo, leggendo oggi si scopre che non è vero che a sinistra non c'è il dibattito sui perché e l'analisi della sconfitta di un anno fa e della rivoluzione che ha spazzato via la sinistra dallo scenario parlamentare, prima, e da quello reale subito dopo.

C'è in Italia qualcuno che quell'analisi la sta portando avanti.
Solo che quel qualcuno la sta portando avanti tutto da solo tipo quando parli agli alberi o quando, da solo sulla bicicletta, parli alla vocina nel tuo cervello come fosse una squadra intorno che ti segue ammirato, ascoltato giust'appunto da Sansonetti, quello che quando ha davanti Berlusconi gli fa domande sul Milan, quello che a sua volta è ascoltato da quei quattro che fanno finta di non ricordarsi che lui è appunto quello delle domande sul milan a Berlusconi.

Mentre i due solitari se la raccontano tra loro nel totale silenzio di quelli ai quali dovrebbero al contrario essere rivolti e che invece di entrare in quel dibattito non solo non ne hanno mai avuta nessuna voglia ma soprattutto se ne guardano bene dal farsi coinvolgere, il più a sinistra tra quelli che si propongono di guidare l'opposizione al governo più a destra dopo quello di mussolini, oggi ci fa sapere che la sua idea di partito democratico è un partito che sappia andare a "recuperare quelle che sono le nostre radici piu' profonde: quelle cattoliche popolari e quelle socialiste".
Un partito che voglia costruire una società "Non classista, non ribellista, ma in grado di essere solidale e aperta"

Ecco, pensavo che se il più a sinistra, ancora prima di essere guida, ha già cominciato a cercare le sue radici cattoliche ma anche socialiste, allora prepariamoci a morire fascisti.
L'importante è non essere ribellisti.
Liquidamente, tipo.
Ma anche.
Vaffanculo.

Bel giornale, insomma, L'Altro.
E bello anche il dibattito sui perché della scomparsa della sinistra.
Peccato se lo stiano facendo da soli perché uno dei due solo era prima e solo resta oggi.

18 agosto 2009

Forse non tutti sanno che

Ho notato una cosa bizzarrissima:

In qualsiasi angolo d'Italia qualsiasi strada più lunga di un chilometro e qualsiasi palazzo più alto di due piani, se è appalto statale è vinto dalla Impregilo.

Ah l'avevate notato anche voi?
Ah non sono io che c'ho l'occhio di lince?
Ah vabbè allora ok.

13 agosto 2009

Diamo i numeri

Visto che in questi giorni nessuno si preoccupa di darci i numeri così vitali per la nostra sveglia mattutina, ci penso io.

Il vostro presdelcons, l'uomo di merda per intenderci, l'ultima volta che ha parlato a noi popolino ci informava che il gradimento alla sua persona medesima sola e soltanta, secondo Euromedia Research (su chi gestisca ER sorvoliamo, eh) era del 68,2%.

Poi è andato in vacanza e io non dormo più perché non so più se oggi è del 70, del 90, del 350, del 32947629045037629040 percento e allora per combattere quest'ansia sono andato ad aprire il frigo per controllare la scadenza perché proprio mi sentivo perso senza il mio sondaggio quotidiano sul gradimento dell'imperatore delle galassie aka uomo di merda, anzi uomo dimmmerda con tre m che anche la dizione ha la sua importanza.

Allora sono lieto di informarvi che a due settimane dal saluto per le vacanze che il presdelcons-uomo dimmmerda ha offerto prima di partire per l'Aq..per l'Abr...per Villa Certosa non prima di averci elencato tutto quanto da lui e solo da lui fatto, il gradimento della sua persona medesima sola e soltanta, secondo Crespi sul cui passato sorvoliamo tanto quanto su quello della tizia di ER, è esattamente del...DA DAAAAAAANNNN: 55%
(quesito 3)

Sbadàm!
Via un 13% così, solo perché se n'è andato in vacanza.

Ora i casi sono due:
O i suo sudditi non gli perdonano le vacanze, oppure in vacanza ci dev'essere andata pure la tizia che gestisce Euromedia Research, che per un puro caso casissimo è anche no vabbé avevamo detto che avremmo sorvolato e sorvoliamo.

12 agosto 2009

Gioca anche tu alla meritocrazia

Individua tra i protagonisti la consigliera PdL, il partito del fare, del buongoverno, dei non professionisti della politica.

Un indizio: non è l'albero.
Non ancora, diciamo.

10 agosto 2009

Nervi d'acciaio

Ma quale "accordo"?

E' chiaro che a tenere i cinque ben saldi sulla gru non c'è la richiesta di prove dell'accordo, ma il loro esser certi che appena toccano terra verranno avvicinati da qualche dirigente del PD che li vorrà candidare.

Resta che la presa di posizione del sindacato di polizia che si dichiara dispiaciuto del lavoro che sono chiamati a fare, pur discutibile come comportamento di un corpo che non ha tra le sue libertà quella di discutere ciò che viene ordinato loro di fare, è un sottile raggio di luce nel buio attuale che meriterebbe ben più spazio di discussione di quanto, ovviamente, ne abbia ottenuto.

A margine delle analisi politiche, poi, mi resta un dubbio.
Cinque persone per cinque giorni e cibo scarso quindi non più di una cagata al giorno, fanno circa sei chili di totale merda presunta.
Fatta la stima, mi auguro che l'assenza di testimonianze filmate dell'effetto che fanno sei chili di merda che vengon giù da venti metri d'altezza sui giornalisti, significhi che la stanno conservando per quel dirigente PD lì sopra.

7 agosto 2009

Ci siamo quasi

La mia fiction quotidiana è stato il bambino dell’ombrellone accanto.
Ho passato ore a studiarlo per giorni e giorni, fino ad arrivare a prevederne le mosse con qualche decina di secondi di anticipo (che essendo un bambino il soggetto, sono l’equivalente di una palla di vetro).
I bambini hanno in sé il cattivo e il buono, entrambi nella loro versione più genuina perché naturale.
Nascono con la matrice standard contenente tutti gli elementi di eguale dimensione e col tempo, se seguiti e se seguiti nella maniera giusta, imparano a governarle entrambe per trovare il giusto mix che permetterà loro di calarsi nella società in maniera positiva, un mix nel quale il cattivo è ridotto ai minimi termini a favore del buono, o in maniera negativa, se il mix vede prevalere il cattivo.
Il bambino dell’ombrellone accanto era un bambino cattivo.

Cattivo non come sono genuinamente cattivi i bambini, cattivo come sono cattivi gli adulti dopo anni di lucidatura della pistola, ma a quattro anni.
Ho imparato a prevederlo nel momento in cui ho capito che quella parte cattiva che nei bambini è innata e progressivamente viene ridimensionata fino a renderla inoffensiva, in lui era stata sviluppata fino a farne unica forma di relazione utilizzata con un’abilità rara.
Uno sguardo cattivo, una socialità cattiva, una territorialità cattiva, tutto consapevolmente orchestrato a danno di chiunque gli entrasse nel raggio di un metro e non si dimostrasse pronto all’immediata subordinazione.
Una tecnica precisa e particolare per mordere, non istintiva e rabbiosa ma lucida e chirurgica, come chi ha dato morsi in numero sufficiente da arrivare a sintetizzarne la versione più efficace, fulmineo come la lingua di un camaleonte, lo potevi cogliere solo se lo stavi già osservando da un’ora fisso, la vittima non aveva scampo né protezione, troppo veloce per credere a chi sosteneva che in quella frazione di secondo era stato morso, un killer.
Una tecnica superata in perfezione solo da quella utilizzata per graffiare, a doppia mano incrociata avvitata, l’ho visto una sola volta ma mi ha fatto impressione per la preparazione del gesto, la scelta del punto da colpire, la tecnica geometrica, tutto in non più di un secondo e mezzo.
Tecniche diverse per vittime maschi o femmine, metodico e mai improvvisato, mai rabbia, lucido e fermo.
Gli ottanta chili di mamma sulla sdraio troppo impegnata nella lettura per occuparsi delle urla intorno, lettura fissa Viversani&Belli e impossibilità di distrarsi un solo istante dalle istruzioni per diventare in sei giorni come la strafiga in copertina, l’obiettivo era importante quanto urgente.
Quel bambino da grande ucciderà la madre o la madre ucciderà lui prima che grande lo diventi.

Quando ne ho l’occasione passo ore ad osservare i bambini, sono uno specchio formidabile della società, sono le sue regole base portate alla loro essenza, osservarli è come osservare gli adulti ma con l’irripetibile possibilità di non avere il filtro dei duecento strati di sovrastrutture che con gli anni mettono a copertura delle stesse originali dinamiche.
Prevedere le loro mosse e vederle accadere mi fa sentire in grado di affrontare chiunque, perché per affrontare chiunque basta imparare a prevederlo.

Ah no, non basta quello.
Serve anche molta, molta pazienza.