26 dicembre 2014

Noella



Calore di una nonna che ride fino alle lacrime e fino alle due di notte per forse la terza volta in vita sua.
Calore di una famiglia che si allarga e si stringe come un abbraccio a seconda di quanti hanno bisogno di quell'abbraccio.
Calore di bambini che come tutti i bambini mi detestano perché li prendo in giro come fossero adulti e per lo stesso motivo mi cercano per darmi il biglietto disegnato a mano per me.
Calore di un contatore che salta e per un istante restano le candele che mi fanno pensare "Lasciamo tutto così" per quanto era bella l'immagine di un natale che essendo di non detti sarebbe stato perfetto se fosse stato anche di non visti.
Calore del primo Babbo Natale vero di questa mia vera casa.
Calore di un pensiero a chissà se mi pensi.
Calore di cibo di ognuno per ognuno.
Calore di un "Mi mancherà", di un "Anche a me".
Calore di una tavola finale notturna e solitaria con vino arachidi e il profumo delle persone ancora addosso.
Calore di segnaposto con dediche non scritte e nemmeno dette, solo sorrise e altro non serve per ascoltare le parole che non ti ho detto.
Calore di un citofono che alle tre di notte suona di nuovo per l'ultima ostrica e un whiskey della buonanotte.
Calore di ospiti felici di ospite felice.
Calore della voce contenta di un fratello lontano.
Calore di canzoni sciocche di natale.
Calore di bambini che ricevono telefonate di padri lontani e andate in qualsiasi stanza volete per parlargli meglio, mai come in quell'istante mi casa es tu casa perché sì, yo soy pagliaccios e di quella lacrima di makeup quando sarai grande anche tu andrai orgogliosos.
Calore di mani solo guardate o solo sfiorate.
Calore di prove d'orgoglio nelle confidenze di una sigaretta sul balcone.
Calore del silenzio dell'istante in cui non serve dirsi la bellezza di famiglia che sapremmo creare, calore di un ", se solo..." se solo quel ", se solo..." non l'avessi solo pensato.





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