C'è questa pubblicità che la donna è leonessa roar, la società a lei ci tiene e le prepara i prodotti necessari per essere leonessa roar nella vita e correre nel traffico per arrivare prima a essere leonessa con le sue necessità e le sue necessità sono fare la spesa e poi corre e il prodotto l'aiuta a correre verso il suo essere leonessa roar e i suoi bisogni e corre come leonessa roar per le vie della città verso i suoi impegni e i suoi impegni dopo aver fatto la spesa sono tenere i bambini a giocare sul divano.
C'è questa pubblicità che l'inquadratura sono due donne, vestito rosso e vestito nero, sono serie, sono modelle, ci sarà una macchina studiata per loro, un palazzo di uffici dedicato a loro, una linea d'abbigliamento pensata per loro e le loro necessità di donna leonessa con le sue necessità di correre nel traffico ma no, queste rossa e nera non corrono, il voiceover è maschio, parla con amico maschio, devono scegliere rosso o nero ma non parlano delle due donne eh eh eh copy furbissimi e enigmisticissimi che soluzioni sottilissime parlano del casinò on line, le due donne al casinò quando il gioco si fa duro dai come puoi pensare che, loro sono il premio del maschio che vince perché ha il coraggio del leone che tra rosso e nero non ha paura di rischiare perché è leone roar.
Il disturbo ossessivo-compulsivo o DOC (in inglese
obsessive-compulsive disorder o OCD) viene chiamato anche sindrome
ossessivo-compulsiva o SOC (in inglese obsessive-compulsive syndrome o OCS).
[...]
Tale disturbo consiste in un disordine psichiatrico che
si manifesta in una gran varietà di forme, ma è principalmente caratterizzato
dall'anancasmo, una sintomatologia costituita da pensieri ossessivi associati a
compulsioni (azioni particolari o rituali da eseguire) che tentano di
neutralizzare l'ossessione.
[...]
il fatto di avere genitori o figure importanti durante
l'infanzia e l'adolescenza affetti da DOC o da tratti di personalità ossessiva,
influisce in modo decisivo sullo sviluppo del disturbo
ossessivo-compulsivo;[...], pare che il DOC sia scatenato dall'aver avuto
genitori assenti, cioè ipoprotettivi, o, soprattutto, iperprotettivi e insicuri
nei confronti del mondo.
II Atto: Stalking: quando le attenzioni diventano persecuzione
L'attenzione che si trasforma in ossessione. Molestie
quotidiane, silenziose, difficili da individuare e arrestare. E il sospetto
diventa paura, erode la libertà fino a costringersi in una prigione soffocante.
Questo è lo stalking: comportamenti reiterati di sorveglianza, controllo,
contatto pressante e minaccia che invadono con insistenza la vita di una
persona per toglierle la quiete e l’autonomia. Gli atti persecutori sono ora un
reato ben definito, punito con condanne da sei mesi a quattro anni di
reclusione.
Dall'entrata in vigore della legge sullo stalking, il 25
febbraio scorso, è emerso un fenomeno dalle dimensioni allarmanti, portando
alla luce centinaia di richieste di aiuto da parte delle vittime.
III Atto: La sentenza n. 14402/2011 - Danno esistenziale, danno
morale, personalizzazione ed integrale risarcimento dei danni:
«Orbene, va anzitutto precisato che, diversamente da
quanto affermato nell'impugnata sentenza, il “cosiddetto danno esistenziale”
non consiste invero nella “privazione di attività non remunerative, fonti di
compiacimento o benessere” bensì, come da questa Corte anche di recente
ribadito, nel pregiudizio del fare aredittuale del soggetto determinante una
modifica peggiorativa della personalità da cui consegue uno sconvolgimento
dell'esistenza, e in particolare delle abitudini di vita, con alterazione del
modo di rapportarsi con gli altri nell'ambito della comune vita di relazione,
sia all'interno che all'esterno del nucleo familiare (v. Cass., Sez. Un.,
11/11/2008, n. 26972; Cass., 12/6/2006, n. 13546; Cass., Sez. Un., 24/3/2006,
n. 6572).
È lo sconvolgimento foriero di “scelte di vita diverse”,
in altre parole, lo sconvolgimento dell'esistenza obiettivamente accertabile
in, ragione dell'alterazione del modo di rapportarsi con gli altri nell'ambito
della vita comune di relazione, sia all'interno che all'esterno del nucleo
familiare, che, pur senza degenerare in patologie medicalmente accertabili
(danno biologico), si rifletta in un'alterazione della sua personalità tale da comportare
o indurlo a scelte di vita diverse ad assumere essenziale rilievo ai fini della
configurabilità e ristorabilità di siffatto profilo del danno non patrimoniale
(v. Cass., Sez. Un., 11 novembre 2008, n. 26972; Cass., 12/6/2006, n. 13546;
Cass., Sez. Un., 24/3/2006, n. 6572).
Deve quindi adeguatamente sottolinearsi che, come le
Sezioni Unite del 2008 hanno avuto modo di porre in adeguato rilievo, quando il
fatto illecito come nella specie si configura (anche solo astrattamente: v. già
Cass., Sez. Un., 6/12/1982, n. 6651) come reato, il danno non patrimoniale
sofferto dalla persona offesa e dagli ulteriori eventuali danneggiati (nel caso
di illecito plurioffensivo: v. Cass. n. 4186 del 1998; Cass., Sez. Un., n. 9556
del 2002) è risarcibile nella più ampia accezione di danno determinato dalla
lesione di interessi inerenti la persona non connotati da rilevanza economica,
giacché in tal caso, superato il tradizionale orientamento che limitava il
risarcimento al solo danno morale soggettivo, identificato con il patema
d'animo transeunte, ed affermata la risarcibilità del danno non patrimoniale
nella sua più ampia accezione, anche il pregiudizio non patrimoniale
consistente nel non poter fare (ma sarebbe meglio dire: nella sofferenza morale
determinata dal non poter fare) è risarcibile (così Cass., 11/11/2008, n.
26972).
I sottopancia di RaiNews24 aggiornavano la conta dei senegalesi morti, mentre la giornalista in collegamento col cronista alla ricerca di una intelligente spiegazione buttava lì random un "regolamento di conti".
Dietro la semplice ipotesi si cela l'intero campionario di pregiudizi a seguito del quale oggi, anno di quel signore 2011, in Italia a un senegalese non conviene essere troppo sicuro di finire la giornata in piedi.
Ma erano tre neGri, quindi con -1 alla partenza e il "regolamento di conti" è la più veloce spiegazione che distribuisce colpe da entrambe le parti.
A indagini zero un giornalista dovrebbe guardarsi dal fare ipotesi, ancora di più dal farne così circostanziate da dedurre che le colpe stiano da entrambe le parti, eventualità discretamente rara nei casi di omicidio.
Ma erano tre neGri, qualcosa dovevano averlo fatto se un bianco un giorno ha pensato di puntargli una 357 magnum e finirli sul posto.
Vuoi mica ipotizzare che li abbia eliminati solo in quanto neGri, in Italia, oggi, ma dai.
Questa è l'italia di oggi, ancora l'Italia di oggi, e non era un regolamento di conti ma l'ennesimo nazista che decide di passare alla storia sparandosi in testa.
Son passate quasi due ore e la giornalista ancora non ha chiesto scusa per l'ipotesi che vedeva i neGri essersela cercata.
Dubito lo farà, del resto erano solo tre neGri, puoi dirli delinquenti mentre una 357 magnum li fa esplodere e poi passare a parlare del bosone di Higgs in un battito di ciglia senza che nessuno ti dica "Perché regolamento di conti?"
La domanda quindi è:
secondo l'ormai collaudato schema portato avanti per qualche anno dall'elettore berlusconiano medio, si può dire che Zagaria l'ha arrestato Monti e che per farlo ci ha messo solo 10 giorni?
Poi è chiaro che nessuno vuole il male di nessuno e non si gioisce per il dolore altrui e ok.
Ma se la prima dichiarazione del direttore di Equitalia dopo l'esplosione è stata che la gente non si rende conto di quanto loro lavorino per il bene di tutti, beh, la coda di paglia di dimensioni bibliche che appare a fondo foto diventa difficile da non vedere.
Scrivo con la frequenza di un qualsiasi blogger migrato su facebook, pur essendo tutt'ora uno dei tre italiani che non ha un account facebook.
Sono combattuto dal dilemma riuardante il salvataggio di tutto quanto prodotto su splinder prima che premano il big red button.
Di molti dei blog che scompariranno non sentirò la mancanza.
Di alcuni rileverò l'assenza.
Alcuni mi mancheranno davvero molto.
Di un paio percepisco il dramma in corso.
In ogni caso si sopravviverà tutti, ma certo è che il potere di cancellare in un istante più di dieci anni di qualche migliaio di persone, è una cosa che andrebbe vista sotto più di un punto di vista.
Avevo scritto una roba lunghissima sborinissima di successi e di vittorie e di Venezia con trattamento vips e di fotografie casuali che dicono semplicemente 1 e sorrido guardandole perché vai a sapere, ma poi alla fine non voleva dire nemmeno un decimo di quello che avrei voluto dire e quindi facciamo così, solo la foto, una canzone, il resto fidatevi che qui si stanno portando a casa cose belle e non sarà la felicità e ancora nemmeno la serenità, però il sapore tutto intorno comincia a essere più dolce e tanto mi basta.
Come l'avevo raccontata avreste pensato a dio, invece è solo un buon sapore intorno e quei due o tre successi che alla fine me li sono costruiti davvero proprio pezzo per pezzo, quanto valgano cosa siano costati, che fatica faccia non conta, è tutto ripagato.
Sempre in viaggio, ma adesso torno anche volentieri a casa.
Quella qui sotto è la laguna stasera dalla mia camera vips con vista vips e basti questo, quello che scattava ero io, il resto è il resto e appunto tale resta.
che la gente in corteo avrebbe applaudito la polizia incitandola a caricare i violenti, io lo scrissi tre anni fa.
Solo che non lo scrissi qui e quindi tocca fidarvi.
Che non capisco questo continuo evidenziare la differenza di età polizia (40)/black block (20) come fosse il problema.
A Genova dicevamo che il problema fu che non vennero mandati in piazza agenti esperti di manifestazioni ma ventenni più impauriti dei manifestanti.
Ora che in piazza ci hanno mandato gente che di piazze ne ha gestite per due decenni, e che infatti non ha ucciso nessuno, ci si lamenta che non sono stati mandati dei ragazzini.
Che Maroni l'ha pensata perfetta.
Gli è stato detto che faceva manganellare anche gli anziani e che ogni manifestante aveva addosso 7 agenti.
Ha dato ordine di non manganellare nessuno e ne ha mandati un decimo dei manifestanti.
Quasi li ammazzavano.
La prossima volta potrà mandare l'esercito senza che nessuno possa dirgli nulla.
Che nelle ultime tre settimane ho lavorato molto con gente molto di Milano e che ho confermato il motivo per cui ce ne siamo andati da quella città.
Il motivo è che a Milano è sempre e comunque una questione di soldi.
Come tutte le strade portano a Roma, a Milano tutte le questioni portano ai soldi.
Tutte.
Che sia collante o solvente, è sempre e comunque questione di soldi.
Che a Milano ci sto tornando ormai con una tale facilità e frequenza, che mi pare di poter dire di abitare a Moncalieri, un piccolo quartiere a pochi minuti dal centro di Milano.
Che se la mia esperienza di call center facesse statistica, darei ragione a chi vuole delocalizzare in India mandando pezze al culo centinaia di precari italiani del cazzo.
Quello è un lavoro.
Che ti piaccia o meno, che sia quello che sognavi da piccolo o meno, che ti ci paghi le vacanze o meno, è un lavoro.
Vedi di farlo come si deve o non rompere i coglioni quando un indiano di 15 anni capace di parlare 4 lingue e di riprogrammarti a telefono lo stesso telefono dal quale chiami, si prenderà il tuo posto.
Non sarà questione di salario inferiore, ma proprio di inarrivabile competenza superiore.
E non parliamo dell'educazione.
Lì pure un cinese stronzo, al confronto pare un nobile del '700.
Che sono stato colpito da quello che, per ripetizione e schematismo, sono certo essere un preciso morbo che deve avere anche un suo nome.
Quando scrivo stacco l'ultima lettera di una parola e la faccio diventare la prima della successiva.
Tipo così: Tip ocosì.
Ogni 3 o 4 parole lo faccio, scrivere mail sta diventando un inferno.
Poi altre cose varie, magari tra altri due mesi le metto giù sintetiche.
Voi intanto sempre incollati qui, eh.
Dunque vediamo se ho capito bene:
Secondo Bersani le dimissioni del governo dovrebbero essere l'unica conseguenza di quel senso delle istituzioni e della dignità del paese, la cui totale e conclamata assenza nell'elenco delle sue caratteristiche è il motivo per cui il governo dovrebbe dimettersi.
Qualche anno fa le persone che utilizzavano, nel parlare di politica, l'espressione "Magna magna" venivano considerate analisti da bar, buoni per lamentarsi signora mia e forse nemmeno quello, ché anche quello richiede una pur lieve dose di senso civico.
Nella divisione in gironi dello scenario pubblico l'ultimo anello, quelli del se sarei io a presidente, quelli che al voto valevano uno come te ma lo vendevano o lo sputavano o, peggio, lo includevano nella ola allo stadio.
Oggi le persone che utilizzano, per parlare di politica, l'espressione "Magna magna" vengono intervistate in tv, sono l'antigoverno, la prova che il paese vuole le dimissioni, ottimi per rispondere ai sondaggi dorati.
Sono mostrati come il popolo che vota, quello che merita ascolto, la dimostrazione che il paese non è più con lui e i media hanno così bisogno di mostrare che il popolo non è più con lui che fanno a gara per accaparrarsi la reazione piccata della signora mia che presa in strada chiede che vadano a casa, tutti a casa.
Sono quelli del magna magna, gli stessi di ieri che al bar guardavi con la commiserazione che si riserva a quelli che si lamentano della vita che si sono scelti e costruiti.
Nella divisione in gironi sempre quello di cui sopra, quello del se sarei io presidente, quelli del tutti ladri, tutti a casa, quelli ai quali non puoi chiedere "e dopo?" perché al punto interrogativo hanno già cambiato argomento.
Ma oggi quelli servono a sinistra, servono perché fanno numero, fanno muro, fanno sondaggio.
E allora via con la legittimazione, lo dice la signora mia che deve andare a casa, il popolo, quello stufo, diamogli parola, diamogli autorevolezza, regaliamogli costo zero la scalata di qualche girone, diamo loro la patente di influenti.
E dopo? Verrebbe da chiedere a questi di sinistra che stanno dicendo loro i continuare, di alzare ancora di più la voce, di farsi vedere in tv perché è il loro momento, l'Italia è finalmente adeguata al loro livello e oggi possono essere autorevoli, possono avere un'opinione, possono contare.
Verrebbe da chiederlo non fosse che al punto interrogativo pure questi di sinistra hanno già cambiato argomento.
Oggi il ministro più influente della quota più influente della maggioranza che permette la vita del governo che guida questo popolo, nel suo intervento annuale, quello nel quale gli statisti racchiudono le loro migliori direzioni, i valori che dovranno fare da guida, il loro senso delle cose, ha detto che è tutto un magna magna.
Poi ha citato Jago.
Poi a seguito di un momento di rara lucidità si è ricordato dov'era e ha spiegato chi è Jago.
Poi ha dato degli stronzi a un paio di persone.
Poi si è fermato e ha chiesto all'altro ministro se le grida erano contestazioni o approvazioni.
Poi ha spiegato la pausa dicendo che non aveva capito.
Poi ha detto di non correre per le scale in ciabatte.
Poi è sceso dal podio così, come si fosse dimenticato il gas acceso a casa.
Poi l'hanno fatto risalire perché non aveva finito.
Quelli che chiedono il tutti a casa perché è tutto un magna magna, sono gli stessi ai quali quello riconosciuto come il miglior pensatore politico al momento su piazza, nel suo discorso annuale sulla politica nazionale oggi consigliava di non correre in ciabatte per casa.
Sono lui stesso, che dal podio ha confermato, è tutto un magna magna.
Così che nessuno abbia più dubbi su chi siano quelli ai quali si rivolge.
Si rivolge agli stessi che i media di sinistra inseguono per strada per applaudirne e amplificarne e sostenerne le analisi.
Gli-ste-ssi.
"vediamo se al giudice piace il mio modo di pensare. Altrimenti..? BEH. KILLA il testo..! I komunisti facevano kompagno con la ghigliottina. Cambia mica niente. Ebbene, tornando sull'argomento, alla signora avrei da dire poche parole. NON LA HO MAI SENTITA PARLARE o INVEIRE CONTRO LE AZIENDE CHE SCAPPAVANO ALL'ESTERO. Ora questi "SCAPPAMENTI" ci hanno impoverito e reso tutto piu' difficile il dover esser patrioti. Le aziende non erano associate con lei..? Ma guarda un po'. Direi che, usando una frase trita e ritrita, CHI E' CAUSA DEL SUO MALE PIANGA SE STESSO..! L'itaglia sta fallendo e non grazie agli operai, i lavoratori, ma grazie ai COMANDANTI..!! Salam... "
Hanno evidentemente inventato il generatore di commenti che suggerii.
Spinoza è sempre più un collegamento perenne con la villetta del massacro nella trasmissione del pomeriggio. I suoi commentatori sono sempre più quelli che dietro il cronista che elenca le coltellate, ridono e saltano cellulare alla mano facendo ciao con la mano a quelli a casa chiamati per collegarsi. Quelli che intervengono nei commenti per ringraziare per l'onore della pubblicazione sono sempre più Paolini di Paolini stesso.
Non importa nemmeno più la qualità delle battute, conta che l'oggetto delle stesse sia il più crudo possibile per poter nascondere, dentro l'accensione dell'indignazione e il suo uguale e contrario entusiasmo per la temerarietà, una qualità che può dirsi tale solo in quel web che vive di numerica e statistiche.
Con lo stesso metro la Lega è andata al governo e detta legge. Quella di Borghezio, la cui qualità è talmente bassa che a chiedere scusa per lui apparendo moderato ci pensa Calderoli, quello del maiale a spasso per la moschea, senza che nessuno noti nulla di anomalo, guidati da Bossi, quello che tra un rantolo e l'altro fa il dito medio a giornalisti che lo definiscono il miglior politico al momento su piazza. Ed effettivamente lo è, tanto quanto il popolo di Spinoza è la miglior satira al momento disponibile.
Tu sei seduto al tavolo e stai facendo il tuo discorso, atteggiandoti ad altissimo politico. Due metri accanto a te il resto degli ospiti ti da del cretino, motiva i tuoi contenuti "suicidi" con il fatto che "devi parlare", ride di te e, ridendo di te in quel contesto, del tuo spessore come ministro. La sostanza che ti si palesa è la misera considerazione che di te si ha, la forma è che il tutto viene riassunto in "è un cretino". Scoppia il caso e ti si chiede scusa per quel "cretino", per la forma. Tu ti dici contento, a posto così con le scuse. E così facendo confermi la sostanza: sei un cretino.
Dall'arrivo in città ci ho messo circa 7 mesi per andare al cimitero. Complicato intreccio tra personale concezione di bisogno delle radici, ciò che mi ha portato qui, e consapevolezza che una buona parte di quelle radici si trovano, come da enciclopedia, sotto terra. La maggior parte dei Bozza importanti stanno tra quegli alberi, più o meno i migliori se ne sono andati prima che io arrivassi.
Ecco. Passare in rassegna la metà delle persone che avrei avuto bisogno di trovare qui visualizzata su lapidi il cui addobbo riflette abbastanza fedelmente la vicinanza in vita, mi ha rivelato in poche riflessioni brevi, brevi quanto il cuore regge tre lapidi con lo stesso tuo cognome sopra, il film della nostra storia.
La prima riflessione è stata cinematografica, come tutte le mie prime riflessioni: vorrei essere sepolto lì anch'io. Un modo per tornare a stare insieme, vicini, ormai l'unico a mia disposizione. La seconda riflessione è che si muore. Complicazioni inenarrabili, fatiche mai ripagate, pianificazioni su scala decennale e poi comunque si muore senza nemmeno poter decidere quando, almeno per quanto riguarda gli altri. La terza riflessione è che abbiamo sbagliato tanto. Davvero tanto. Dietro ciascuna di quelle lapidi c'è un errore che, quando ci sarà anche la mia, chi verrà a trovarci potrà comodamente trovare dietro la mia senza bisogno di fare tutto il tour che mi sono fatto io oggi. La quarta riflessione è che 10 anni sono un purgatorio sufficiente per poter finalmente mettere una foto sulla lapide di mio padre. La quinta riflessione riguarda i gesti automatici e spontanei. Quando davanti alla lapide dello "zione" (era magrissimo, lo chiamavamo zione per rappresentare la sua grandezza familiare) ho spostato i fiori per leggere la data di morte e ricordarmi da quanto siamo un po' più soli. Quando davanti alla lapide di mio padre ci ho appoggiato la mano sopra e, pensando "ma davvero sei qui dentro?", la mano si è stretta a pugno e si è messa a bussare. Quando ho realizzato il gesto ha cominciato a mancarmi un po' di più, se possibile.
E' inutile pensare, cercare, sperare che la morte chiuda le storie. Le prosegue. Aggiunge un elemento col quale fare i conti e fa della storia qualcosa di nuovo. Poi arriva la tua e i conti passano agli altri. E via così, a riempimento di pagine completamente inutili perché mai contemporanee.
Le storie non si aggiustano da sole. O provi ad aggiustarle tu, o impari ad accettarle sbagliate. La sesta riflessione tra quei muri è che io diventerò lapide prima di aver imparato come si fa a vivere la seconda strada. E mica per morte prematura, ma perché mi ci vorrebbero altre due vite per imparare a smettere l'unica che mi ha portato fin qui. E altre due vite non le ho. E francamente nemmeno le vorrei, a meno che qualcuno mi garantisse che sarebbero due nuove anche per quegli altri Bozza là di oggi. Altre due di nuovo senza no, grazie. Io sto a posto così. Datene quattro a mio fratello, se proprio crescono, ché lui se ne fotterebbe minimo altre tre prima di imparare la sua seconda strada.
Credo sia il momento di ritirare fuori la lettera di Veronica.
In particolare il passaggio nel quale segnalava aspetti patologici per i quali diceva urgente l'aiuto delle persone care vicine.
Un passaggio che fu scambiato per ira e che oggi mostra tutti i contorni di quello che al contrario fu innegabilmente raro quanto sottovalutato affetto.
Se hai un amico autore/copy, non hai un amico, hai un autore. Il primo se sei in difficoltà ti aiuta (vabbé, almeno sulla carta), il secondo se è in difficoltà mette in difficoltà te per emergere come quello dei due che non lo è.
Se poi tu sei quello che deve mandare in onda quanto da lui scritto, allora non avrai né un amico né un autore, ma avrai un problema decine di volte più grande di quanto può esserlo il peggior cliente che in quel momento entrambi dovete soddisfare.
E quel problema sarà incredibilmente difficile da neutralizzare, perché un autore che non riesce a rendere visibile la distanza culturale tra lui e il resto del mondo, unica urgenza di vita di ogni autore anche quando ordina semplicemente una pizza, piuttosto che affondare da solo farà di tutto per far saltare l'intera nave, così che non vi sia modo di individuare un solo responsabile.
Tenete gli autori lontani dai bambini. Si presentano dolci come dei barbapapà, si rivelano mostri alla prima difficoltà. E insegnerebbero loro a sopravvivere scaricando merda sul compagno di banco, non mancando ovviamente di insegnare l'importanza del saper fare la spia alla maestra come sistema per rendere il tutto credibile.
Ce ne siamo venuti via da Milano per trovare le cose che ci mancavano e lasciare quelle dalle quali eravamo circondati. Per esempio i leghisti.
Ora a Torino si sceglie il sindaco e nelle cassette della posta c'è tanta carta da rimboschire l'amazzonia. Ma non si dica che per conocere la nuova città e il suo possibile amministratore, qui non la si legga con attenzione, almeno per esser certi di esserci lasciati alle spalle il disatro Lega.
Allora io apro la pagina e la metto qui senza dire chi è, così potete provare a indovinare la felicità provata alla lettura. Consiglio di cliccare per ingrandire e leggere tutto l'elenco prima di provare a indovinarne l'autore:
Lo so, così è facile, sono i leghisti che ci hanno inseguito fino qui.
No. (Per farsi un'idea del tono, mi sono permesso di agevolarvi la lettura con delle piccole sottolineature esplicative, per individuare al volo le parti nelle quali la stima per l'amministratore uscente si fa vera e propria fratellanza. Quando si dice essere amici)
Che sia vero o meno e posto che nel primo caso io certo non sarò tra quelli che ne invocano i diritti ma nemmeno festeggia un mondo che non cambierà di una virgola nonostante i proclami, una domanda in teoria dovrebbe sorgerebbe spontanea:
Il presidente della più grande democrazia mondiale nonché titolare di nobel per la pace non avrebbe dovuto dire qualcosa tipo "Nello scontro è rimasto ucciso, ci dispiace non averlo arrestato vivo perché fosse processato" come democrazia appunto vorrebbe, invece di "L'abbiamo ucciso giustizia è fatta" come ci è stato detto essere modello di quelli che siamo andati a democratizzare?
Si chiama mica "taglione" quell'esultanza lì? Legittima e comprensibile da parte dei cittadini. Se si potesse evitare di istituzionalizzarla, però, brutto non sarebbe.
In 2.000 ai funerali di Arrigoni 25 aprile tra vandalismi e polemiche Bagdad, bomba davanti alla chiesa Pechino, cristiani arrestati per Pasqua Ragazza copta sgozzata dalla famiglia I parenti: «Si era convertita all'Islam» È morto Sai Baba Nablus, spari sui fedeli ebrei Sudan, divampa la violenza: 55 morti Yemen, la Guardia repubblicana si scontra con le tribù: cinque morti San Paolo, vietata la veglia per i Rom Reggio Calabria, fuori dal coma la ragazza presa a sassate dall'amico Dà uno schiaffo al padre e lo uccide Melania, trovato un orecchino: ha lottato con il killer Nuovi raid aerei, bombardata Tripoli Gay e pubblicità Giovanardi contro lo spot dell'Ikea
Berlusconi è Gheddafi. Sporadiche uscite dal tettuccio dell'auto di un uomo che non ha potere perché il potere è del popolo, così che le tv lo mostrino circondato da figuranti in festa spostati per riempire le inquadrature e abbigliati con bandiere e manifesti la cui stampa costa più di quanto la metà di loro guadagna in un mese.
Il suo governo sono i figli di Gheddafi. Quotidianamente in tv a lamentare assenza di dialogo per ostruzione dell'opposizione, in un paese nel quale va tutto bene, c'è pace e armonia e qualche piccolo gruppo organizzato di destabilizzatori che non amano la propria nazione.
La Lega sono le tribù. Potere sul territorio dal quale attendono che cada il rais per riseparare il piatto in tre microstati recintati economicamente.
Solo un paese che per tradizione sintetizza in "Auguri e figli maschi" il concetto di realizzazione della felicità di coppia, può dirla affrontata quando la questione di genere in Italia viene portata in tv e ingabbiata da Striscia la notizia.
A tutti coloro i quali oggi si sperticano per capire come sia stato possibile arrivare a un così basso livello in parlamento e a una così volgare assenza di "rispetto per le istituzioni", vale la pena offrire un memorandum. Non siamo "arrivati" a questo, siamo "partiti" da questo.
Questa legislatura si è aperta con uno che spruzzava champagne come fosse alla gara Miss Maglietta bagnata della festa della salsiccia
mentre il suo collega perdeva dalla bocca i pezzi di mortadella che non riusciva a farci stare dentro per la gioia e l'ingordigia
E questi erano verso gli avversari.
Poco dopo, per non perdere il ritmo, arrivarono gli sputi ai compagni di partito.
Ieri sera a Exit, Minniti per rispondere a un furibondo Vauro circa la necessità dell'intervento armato in Libia, decide di calare l'asso a effetto della strage di Srebrenica.
Dimenticando però di ricordare che: a) l'ONU NON intervenne a seguito della strage ma PRIMA b) Il luogo dove si consumò il massacro, Srebrenica, era sotto protezione ONU da più di un anno c) l'ONU fu infatti presente alla strage con i Caschi Blu impegnati a non disturbare l'operazione e, secondo alcune ricostruzioni, addirittura a renderla più agevole partecipando alla separazione uomini-donne sotto la minaccia di essere sterminati pure loro. d) la NATO NON intervenne a seguito della strage, che fu compiuta nel silenzio dei media, ma più di un mese dopo a seguito delle bombe sul mercato di Sarajevo, sotto i riflettori dei media, che fece un centesimo delle vittime.
Dimenticandosi di dire, in sostanza, che il nome Srebrenica l'Europa dovrebbe per decenza evitare anche solo di sfiorarlo se non in un discorso nel quale si stanno elencando le responsabilità e non certo i meriti.
L'ultima volta che Gheddafi se l'è presa con l'Europa, è venuto giù un aereo con 260 persone a bordo. L'ultima volta che francesi americani e italiani insieme hanno voluto indicare a Gheddafi una no-fly zone, ne è venuto giù uno con 81 persone a bordo.
Se il Mago Pancione improvvisamente facesse scomparire il concetto di "personale orticello" dalla faccia della terra, il mio settore subirebbe un'accelerazione produttiva ed economica tale da far impallidire il PIL cinese, l'amicizia tornerebbe un valore difeso, la famiglia la sua versione biologica, le religioni finirebbero dove dovrebbero stare e quindi sullo scaffale di fianco a Moccia e Coelho, l'industria bellica verrebbe riconvertita a produzione di orologi a cucù, nel mondo ci sarebbe la pace e io, di conseguenza, vincerei Miss Italia.
Va bene, facciamo che l'hanno registrata due anni dopo.
Ne ha 20.
Lui sempre più di 70.
Il delta resta ampio a sufficienza per chiedere l'isolamento in caso di arresto per sottrarlo alle leggi non scritte delle carceri.
Ogni altra parola, ragionamento, spiegazione, è solo PdL e suoi elettori.
Negli ultimi due giorni ho aggiunto la cifra 2 al numero di quelli che conosco inghiottiti dal Texas Hold'em e 2 al numero di quelli che smettono quando vogliono e giocano solo un euro.
I due elenchi sono separati per necessità di cronaca, ma il numero è il medesimo e i nomi che li compongono pure.
Dalla piega che ha preso la piaga, mi sa che metterò un counter aggiornato in tempo reale.
Sarà un modo per tornare ad aggiornare quotidianamente il blog.
Io gioco al casinò, non gioco per divertimento ma per soldi, non gioco un euro e non smetto quando voglio ma smetto quando vinco.
Un paio di volte c'ho pagato l'iva e tanto mi basta per dirmi in attivo, ma io guadagno abbastanza da avere un margine disponibile da buttare nel cesso senza rischiare il mutuo, l'80% di quelli dell'elenco no.
La differenza tra "giocare" e "inghiottiti" sta tutta lì.
Se non gioco per divertimento io che me lo posso permettere, figurati loro.
Nella mia vita ho conosciuto un paio di giocatori professionisti e il loro avermi dimostrato come si faccia a portar via la casa a quelli da "gioco solo un euro" mi ha consentito di non avvicinarmi mai al poker fin da quando l'on line nemmeno esisteva.
Uno dei due mi voleva davvero bene e per questo, avendo da professionista preso le misure della mia tontaggine con le carte nonché della disponibilità economica, un giorno mi disse "Ti impedirò sempre di entrare in una sala da poker"
Poi un giorno provò a scoparsi la mia ragazza (che per inciso non ci stette solo perché arrivai in tempo)(ma in fondo io l'avevo a mia volta conosciuta fottendola a un amico al quale volevo bene e quindi non è che la cosa cadesse dal cielo)(infatti piansi molto, ma per l'amico) ma insegnandomi a giocare a poker e vincendomi cene pagate al ristorante ogni giorno facendosi così mantenere per mesi (ma lui ci metteva la benzina)(che probabilmente vinceva a qualcun altro), mi salvò.
Da quando ho imparato come si perde, ogni volta che sento un amico dirmi che gioca a poker mi dispiace, mi dispiace un sacco e vorrei dirgli "smetti subito".
Ma non ce n'è, hanno il jackpot che sventola davanti e la vita di rendita ogni volta che chiudono gli occhi.
Cioè no, scusa, giocano solo un euro e per divertimento.
Intorno a loro dietro gli altri monitor squadre di professionisti disposti come pescherecci che pescano a strascico in una roba che è come una vasca grande quanto un lavandino dentro la quale vengono liberati un migliaio di tonni al giorno.
Ma vaglielo a spiegare, ognuno di loro conosce l'amico di un amico del cugino che ha vinto mille euro giocandone uno e quindi è assolutamente possibile che gente che fino a ieri non aveva mai sentito parlare di buio e controbuio possa portare via soldi a gente che il buio l'ha inventato.
Che più o meno è come pensare di poter battere Maradona al meglio delle punizioni perché sulla play ti viene.
Ma ogni volta loro quello che ha battuto Maradona lo conoscono.
E non è mai quello che ti parla, è sempre uno che loro conoscono, e fatelo conoscere anche a me 'sto fenomeno visto che esiste, allora.
Scommettiamo un euro che la discussione finisce lì?
Nel lavoro di questi due giorni ho fatto errori da stagista alle prime armi.
A fine lavoro sono andato dal responsabile per anticipargli che sulla fattura vedrà la cifra portata a livello di stagista alle prime armi.
C'ho messo un'ora a spiegargli che non è autoflagellazione e a convincerlo a smetterla di cercare di convincermi a desistere.
Semplicemente in vent'anni mi sono guadagnato ogni singolo euro che ho preso e niente per me vale più della possibilità di continuare a vantare questa cosa.
Questi non li avrei guadagnati ma solo presi.
Immeritatamente.
Quindi non li voglio perché nessuno un giorno possa dire che anche io quando posso piglio quel che c'è da prendere.
Ha capito.
Ho capito che ha capito quando l'ha chiamata "onestà".
Mio fratello ha compiuto 40 anni, 30 dei quali con un'incudine legata al collo.
Io a giugno ne farò 39, 30 dei quali spesi a reggergliela un po'.
Siamo entrambi un po' stanchi ma vigliacco se uno dei due crolla.
Il che dimostra che senza quell'incudine per tutti questi anni, oggi saremmo stati io Freud e lui Marlon Brando.
O io Woody Allen e lui l'Orso Yoghi.
Insomma, eravamo quel che si dice giovani promesse.
Non mollare significa non smettere di considerarci premesse.
Non metto più "Broono è in viaggio per lavoro" perché dovrei metterlo ogni due giorni, visto che non sto a casa più di 3 giorni consecutivi.
Il silenzio attuale del blog è questo.
Non è vero, è che non so come dire le cose e allora me le dico da solo.
Una volta si diceva che ci si ammalava di blog quando si cominciava a pensare a forma di post.
Ora posso dire che si guarisce di blog quando si pensa a forma di post ma non si pubblica.
Dopo averne chiusi 3 al loro apice, la mia nuova frontiera è questa attuale: lo tengo fermo per poter pensare i post da scrivere, ma non lo aggiorno per non doverli cancellare un istante dopo.
A chiuderlo oggi sono capaci tutti.
Questo non significa che non consideri la chiusura di Barynia una specie di tragedia nazionale.
Il dolore per la perdita mi è in parte, ma solo in parte, alleviato da questa scoperta.
Col cazzo che i blog sono morti.
Dopo il picco da sovraffolamento di bimbiminkia che aveva sommerso la musica precedente, scremato grazie alla maggiore attrattività che facebook offre alle sopra citata categoria e che ne ha avviato la fulminea nonché assolutamente benefica diaspora, si sono evidentemente addirittura elevati e si è tornati alla musica di prima.
Sono tornato a Milano dopo un mesetto che mancavo.
Minchia quanti cinesi.
Nei sottoscala pieni di cinesi non sfornano jeans, sfornano cinesi.
Ogni cinese ne costruisce altri due al giorno, non c'è altra spiegazione.
L'altro giorno in tabaccheria entra la cinese della pizzeria accanto e chiede un (altro) gratta&vinci.
Il tabaccaio le fa "Ma l'ha già preso tuo cognato due minuti fa"
Lei replica "Lo so adesso plendo io, facciamo società, noi società anche glatta&vinci" e ride, come ogni cinese.
Capito?
Fanno società a ritmo di 10 al giorno, società che poi sfornano cinesi.
Secondo un sondaggio condotto in patria però pare che solo il 6% dei cinesi (in patria) si dica contento.
Per questo lo stato ha deciso che la nuova missione nazionale è che siano tutti felici.
Sono pronti per Berlusconi.
Basso è basso, di cera è di cera, ma soprattutto più invecchia più si plastifica e più si plastifica e più quando fa il serio e socchiude gli occhi assomiglia a Mao.
Se gli infiliamo una giacchettina blu manco se ne accorgono e magari è la volta buona che ce lo leviamo dai coglioni.
Vedo il paese adatto a lui.
La felicità imposta per legge in un paese dove se da governante dici di avere il 90% dei consensi nessuno ride perché il primo che ride lo caricano su un camion e lo portano dietro il primo muretto per sparargli, così il 90% per raffronto col totale si alza pure.
Per ridere infatti vengono qui.
Dagli torto.
Ah sì poi mentre diffondono felicità hanno speso qualche altro miliardo in armi.
Qualcuno si chiede come mai la nazione meno coinvolta in conflitti e meno minacciata stia spendendo così tanto in armi e lo stia facendo da anni ma soprattutto ora?
E perché gli USA siano corsi nel mediterraneo a pisciare intorno all'aiola?
Torino è.
Tornare da un viaggio di lavoro e mangiare con la nonna guardando nell'ordine:
Il TG1, del quale un giorno parlemo, Affari tuoi, del quale ormai so tutto, e Giggi D'Alessio dall'Iuessei, del quale ripetevo a memoria praticamente tutte le canzoni tranne quelle degli italoamericani emigrati, sulle quali è intervenuta lei con i racconti di quando partivano i suoi amici dal paese.
Mangiando il budino preparato per accogliere il nipotino al ritorno.
Nonna, lo guardiamo insieme ma non stare qui a tavola ché sei scomoda, vai sulla tua poltroncina così lo vedi meglio.
No no, sto qui a tavola, così siamo più vicini.
Ecco, la differenza con chi conosce più di me i sentimenti è questa.
Mentre io penso di aver fatto chissaché eliminando i centoventicinque chilometri che ci hanno diviso fino a ieri, lei mi supera in volata eliminando un semplice metro.
"Non sono l’avvocato difensore di Vladimir Putin ma in Cecenia c’è questo: una resistenza che ricorre alla violenza e che non vuole aprirsi al dialogo nemmeno dopo che è stata data ai cittadini ceceni la possibilità di avere libere elezioni; e c’è la presenza della Federazione russa per garantire l’ordine pubblico. I russi garantiscono ordine. Putin è una persona democratica e di buonsenso" Fonte
"Come noi i governanti cinesi sono fautori della politica del fare, dell'affrontare e risolvere i problemi concreti più che irrigidirsi su questioni di principi. Come noi preferiscono la politica dello sviluppo e dell'armonia e della sicurezza, che è il credo del governo cinese" Fonte
"L’amore del popolo bielorusso per il premier Lukashenko si vede dai risultati elettorali sotto gli occhi di tutti" Fonte
"Io sono legato da amicizia vera con il presidente egiziano Mubarak, con il presidente libico Gheddafi e con il presidente della Tunisia Ben Ali" Fonte
Per dargli una mano a gestire meglio l'ordine pubblico, l'amico potrebbe mandare a Gheddafi le Frecce Tricolore con a bordo qualche decina di hostess ancora in lista dall'ultima volta che l'abbiamo accolto col baciamano. Sarà sufficiente che la rotta non passi per Lockerbie, per esser certi che le giovini non vadano a sommarsi alle 100 persone fatte uccidere dall'amico in una sola giornata.
Nonna ci guarda prima che saliamo su a casa e ci dice "Vi voglio bene". Così, "Vi", come fossimo una persona sola. Anche noi Vi vogliamo bene, nonna. Così, Vi, come una volta quando agli anziani si dava del Voi perché li si rispettava per il solo fatto di essere anziani.
La volontaria cancellazione del passato fotografico è una delle cose che mi ha portato via da Milano. Preparare le foto da caricare nel portafoto digitale che le abbiamo regalato stasera per il compleanno, è stato un viaggio nel tempo che non avrei mai interrotto. Quando lo ha scartato e le ha viste scorrere ha chiesto "Ma quelle di quando eravate piccoli si possono mettere?" Ecco. Sono venuto a Torino per sentire queste frasi qui.
Ne abbiamo viste un po' tra quelle che potremo inserire. C'era una foto di quando a sei anni mio padre mi portò in montagna per imparare a sciare. Qui tengono nel computer e nel cassetto foto di quando ero piccolo, ma la cosa dirompente è che tengono anche quelle in cui ero piccolo con lui. Mio padre mi ha insegnato a giocare a scacchi, mi ha portato sulla neve per imparare a sciare, mi ha insegnato i primi ideogrammi cinesi, mi ha insegnato a usare la macchina da scrivere, mi ha insegnato a costruire le case. Mio padre ha passato poco tempo con me, ma quel poco tempo che ha passato con me lo ha passato davvero con me. E' tutta lì la differenza tra un sorriso e un pianto. La cosa più difficile non è trovare il modo di ricambiare. La cosa più difficile è trovare il modo di spiegare il perché sia giusto ricambiare anche ora che non c'è più. Credo che mia nonna incarni questi valori qui e per questo stando qui tutto questo appare tremendamente naturale.
Quando mia nonna vuole apparecchiare con i piatti belli, tira fuori quelli che ha nella credenza. Li ha da 40 anni. "Sono quelli che comprai quando tuo padre venne la prima volta a casa nostra, volevo fare bella figura". In questa terra qui mangio oggi nei piatti comprati quarant'anni fa perché mio padre si sentisse accolto degnamente. In questa terra qui si nomina mio padre e il cielo non tuona. Non cadono angeli, non muoiono fate. In questa terra il nome di mio padre è citato col sorriso. Sapevo che doveva esistere un angolo di mondo nel quale tutto questo accade senza che nessuno lo faccia per me. Semplicemente perché è storia. La nostra. Avevo ragione.
Primo: non rispondo perché non mi pubblica più i (miei) commenti. Quando capirò perché riuscirò anche a rispondere come tutti, fino a quel momento tocca accontentarsi del pensiero.
Secondo: A proposito di Egitto. Io che quando guardo la tv non guardo mai quello che la telecamera mi dice debba guardare ma sempre il contorno perché la roba interessante non sta mai dove ti dicono essere, stanotte guardando le immagini in arrivo da quelle strade mi sono improvvisamente accorto di un dettaglio del quale non ho sentito parlare nessuno pur essendo di un'evidenza e di un'importanza devastante: praticamente non ci sono donne in piazza. E non è normale. E significa che non stavano chiuse a causa del dittatore, ma di quelli che vogliono cacciare il dittatore. Teniamolo presente quando si capirà da chi sarà composto il nuovo governo.