21 ottobre 2010

Dice la tv che internet è pericolosa

All'inizio la tv trasforma una notizia in un caso, ancor prima che ci siano elementi per dirlo tale.
Dopo settimane di assenza di elementi, la tv trasforma l'assenza di elementi in un caso, il caso è internet che permette di nascondere gli elementi.
Un giorno la famiglia è in tv e la tv informa la famiglia che un elemento della famiglia ha ucciso l'elemento della famiglia del caso.
Si scopre così che il ritrovamento per caso dell'unico elemento del caso non fu un caso.
Per essersi in tutto questo mossa a caso, la tv diventa caso nel caso e si interroga su se fosse il caso di risolvere il caso in tv.
Per saperlo, la tv invita in tv elementi a caso della famiglia per chiudere il caso tv e stringersi intorno alla vittima del caso, non la madre, non la figlia, la cugina perché figlia dell'assassino, visto che la madre, che poi è la zia, decisamente non era più il caso se non per chiedersi se per caso l'assenza di reazione fosse davvero un caso.
Cugina che caso vuole nel frattempo si sospetti essere la colpevole del caso e il caso si riapre, in tv.
La tv ritorna di corsa alla casa dove andò per caso senza sapere che era proprio la casa del caso, per approfondire il caso con altri parenti a caso, che però rispondono che non è il caso.
Capito che il caso si muove sui binari assoluti del caso, la tv aumenta esponenzialmente le direzioni a caso per esser certa di esseci di nuovo quando per caso uscirà un altro elemento del caso.
Così facendo si arriva a una situazione nella quale basta accendere la tv in un orario a caso e scegliere un canale a caso, per vedere la tv che parla del caso.
Superato palesemente il limite, la tv non può che aprire il nuovo caso che riguarda i casi in tv, motivo per cui oggi se accendi la tv a caso su un canale a caso, ci trovi la tv che parla del caso del caso tv, in ore di parole a caso il cui fine è chiudere il caso tv spiegando come il caso si sia risolto proprio grazie alla tv.
Allora oggi la tv dice che non è il caso di parlare così tanto di questo caso e per dimostrare che ci crede davvero, la tv parla non del caso ma della tv che parla del caso.
E fa trasmissioni che parlano delle trasmissioni che parlano del caso tv che si occupa del caso, nelle quali si chiede se è giusto che la tv parli così tanto del caso.
E la tv, imputata e giuria, casualmente si risponde sì.
Dopodiché passa la parola all'inviato del caso che dalla casa del caso fa un servizio sul numero di inviati del caso mandati alla casa del caso a fare servizi a caso sul numero di inviati che fanno servizi sul caso dei servizi sul caso fatti dalla casa del caso.

E' chiaro che se la tv ha raggiunto la capacità persuasiva necessaria per avere pubblico intorno al caso della tv che crea casi e fare servizi il cui servizio è parlare dei servizi sul servizio, o qualcuno li abbatte tutti schiantando un 737 sul cancello, creando di fatto un nuovo caso, o possono anche andare avanti autoalimentati ad lib.

Nessun commento:

Posta un commento