9 dicembre 2012

Botte piene a mogli ubriache

Posto che per me quelli che uccidono per amore dovrebbero stare in celle delle quali viene buttata la chiave e posto che lungi da me l'intenzione di generalizzare o, peggio, di suddividere equamente le colpe, trovo che sia appena appena il caso di dare però anche due coordinate due, soprattutto riguardo a quelle uccise nell'auto o a casa di lui dove s'era accettato l'ultimo incontro chiarificatore.
Le statistiche dicono che nella maggior parte dei casi i segnali premonitori, a saperli leggere, ci sarebbero se non tutti almeno in quantità sufficiente da sollevare l'allerta con anticipo sufficiente.
Quello che le statistiche non dicono mai, o quasi, forse per non turbare la memoria della donna uccisa, è quanti di quei segnali non vengono decifrati e quanti invece vengono eccome visti ma sovente interpretati come elementi di una storia passionale, intensa, di carattere.
Sono quelle donne che si fanno scudo per il loro uomo quando amiche, famiglia, affetti, tentano di aprir loro gli occhi rispetto all'insostenibilità di situazioni che violente, psicologicamente e fisicamente, lo sono anche nella loro fase positiva.
Quelle donne che ai limiti imposti loro rispetto alle uscite solitarie rispondono dicendo che è perché lui ci tiene.
Quelle donne che alla violenza rispondono che è duro, sì, ma per eccesso di amore.
Quelle donne che più l'abbraccio si fa forte, più dicono forte il sentimento.
Quelle donne che no, non vi mettete in mezzo, solo io lo so controllare perché solo io lo conosco e so che non è.
Quelle donne che poi muoiono all'ultimo appuntamento, quello accettato contro ogni consiglio, quello accettato per disperazione sì, ma inquinata dall'idea, mai seriamente abbandonata, di essere le uniche in grado di circoscrivere e controllare ciò che chiamano pericolo solo nei dialoghi con gli affetti ma che in quello con loro stesse non hanno ancora iniziato a vedere realmente tale e per questo, spesso per questo, gli si consegnano.
E' se viene qualcuno con me che diventa davvero una belva, se sono solo io è l'uomo che io so tenere.
L'uomo che uccide non è diverso dall'uomo che minaccia di uccidere, è solo collocato in un punto diverso della storia.
Se non ti ha uccisa prima è perché alla richiesta di non avere amicizie rispondevi non avendo amicizie e per questo non c'era bisogno della ritorsione.
Se non ti ha uccisa prima è perché alla richiesta di controllare il cellulare gli porgevi il cellulare e per questo non c'era bisogno di strapparti il braccio per sapere chi ti manda sms.
Se non ha ucciso prima è perché alla richiesta di tagliare i ponti con chiunque lo ritenesse un pericolo rispondevi tagliando i ponti con chiunque lo ritenesse un pericolo e per questo non c'era bisogno di eliminare chiunque lo ritenesse un pericolo.
Se non ha ucciso prima è perché a ogni folle richiesta gli davi folle risposta, tutto si teneva, la belva non era inesistente, era semplicemente inutile e quindi riposta in un cassetto, otteneva le cose su richiesta e dato che l'unica richiesta era ottenere quanto richiesto, non serviva formulare la domanda in modalità diverse, più chiare, del semplice porla in maniera comprensibile.
Tu, semplicemente e spontaneamente, chiamavi amore il tuo dare come lui chiamava amore il suo chiedere.
Eravate un equilibrio che non richiedeva correzioni.
Poi un giorno così di colpo decidi che la misura è colma e scegli di cominciare a non dare più quanto richiedeva, la belva interviene e comincia a spiegarti a colpi di pugni sulla faccia che la domanda era a forma di domanda per amore, ma questo non significava una libertà di interpretazione né di risposta.
E tu oscilli tra il dolore alla faccia e l'idea che in effetti se fino a ieri davi quanto chiedeva oggi non può che arrabbiarsi se smetti e allora ricominci e gli ridai il cellulare, lui ti dice che ti ama e la belva la manda a prendere a pugni in faccia quello dell'sms che avrà l'unica colpa di essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, quella sera unica nella quale per ribellione sei uscita con le amiche e hai deciso di dimostrare loro che no, non avevi mai perso la la tua libertà e per dimostrarlo dai il tuo numero al barman carino carino, il più facile perché nessun barman fa domande, che poi ti manda la buonanotte a te come ad altre sedici solo che per quella mandata a te probabilmente verrà accoltellato con lo stesso coltello che un'ora prima ha accoltellato te, solo che tu sei morta e nemmeno potrai scusarti con quel barman e con la sua famiglia e i suoi amici e il mondo intero che con la follia della tua storia malata non aveva né voleva aver nulla a che fare.
Perché tu sei morta non perché un fulmine ha colpito un francescano e con un raptus l'ha trasformato in un killer, ma perché eri protagonista di una storia malata che malata lo era anche quando ti piaceva quella passione così carnale da farsi violenta, malata lo era quando ci hai fatto figli che lui chiamava "Non me lo porterai mai via" il maschietto e "Non me la porterai mai via" la femminuccia e poi spegnevate le candeline facevate le foto e le mandavate ai nonni per far vedere loro che famiglia d'amore eravate capaci di essere e il suo carettere era solo un po' forte ma almeno vivevi la passione, meglio che con un postino noiso e magari nemmeno geloso che per questo non ti faceva sentire desiderata quanto ti faceva sentire desiderata, davvero desiderata, chi ti diceva cosa sua, gli eccessi li avresti controllati come li avevi sempre controllati, tu credevi, semplicemente resi non necessari, la realtà diceva.
Non ti ha ucciso un uomo che non ti amava più, non ti ha uccisa un uomo che ti ha amata troppo, non ti ha uccisa un uomo che non ti amava come si ama una donna, ti ha uccisa un uomo che ti amava nell'unico modo in cui ti ha sempre amata, l'unico che conosce, quel modo che fino a ieri ti andava bene così e lui, perché ti ama ancora, ti ha ridato.

Una donna ogni due giorni non significa soltanto che ogni due giorni muore una donna che ha detto basta, significa anche che ogni due giorni che ne sono altre cinquemila che a questi uomini garantiscono una famiglia, degli amici, del buon sesso, un futuro, molto amore, uno scudo e un sacco di giustificazioni e che per svolgere questa funzione, finché svolgono questa funzione, vengono tenute in vita.
Se non si è mai detto ancòra, non ci si trova nelle condizioni di dover dire basta.
Non si muore per colpa di un raptus, ma di quel primo ancòra detto vent'anni prima quando tutti, tranne te, vedevano quanto fosse sbagliato.

Detto questo, chiudeteli in una cella e buttate la chiave.
Muoiano dicendo, inascoltati, "basta" e "per favore".




1 dicembre 2012

Fumo

Guarda il pianeta come fosse un organismo vivente e a quel punto dotato di anticorpi.
Guarda i terremoti come una distensione di vertebre necessaria a riprendere postura, dopo hai elasticità, le alluvioni come sudorazione necessaria a ricalibrare scompensi termici, dopo hai idratazione, gli incendi come una febbre utile a depurare tossine, dopo hai fertilità, vedrai le trombe d'aria essere starunti necessari a espellere impurità, dopo hai respirazione.
Guarda la forma della tromba d'aria, o la sua evoluzione uragano, guardali nelle foto dall'alto, sono imbuti dotati di enorme potere di aspirazione ed espulsione verso l'alto, verso la bocca che si trova sempre al di là delle nuvole.
Pensa fossero nient'altro che procedure d'intervento di cui l'organismo pianeta è dotato, che a soglia di tolleranza superata si attivano automaticamente per riportare al di sotto di quella soglia l'asticella. Pensa a una città che se la vedi dal vivo pare il set di Blade Runner ma di giorno, pensala satura, pensala parte malata di un organismo che ha sensori atti ad individuare locazione e tipologia del problema, pensa a una tromba d'aria che si attiva e come spalancare le finestre in una stanza satura di polvere, si attiva proprio lì e in pochi minuti risucchia e spedisce al di sopra delle nuvole tutta quella polvere.

Poi torna alla dimensione umana e ascolta l'intervista al popolo, la smadonnante quanto ormai onnipresente intervista al popolo che ormai parla alla pari pure con i re, quello che a Blade Runner lavora, ascolta le frustrazioni di mariti di donne sterili, i lutti di padri di bambini deceduti, le separazioni di amici scomparsi.
Ieri il ministro ha provato a spiegare loro che no, che trent'anni di diossina in aria in terra e in acqua non li confermi accendendo e non li interrompi spegnendo, voleva dire che comunque vada si morirà per altri trent'anni e che quella è la migliore, delle ipotesi, ma ha capito che non era il luogo e non era il momento perché loro niente, il popolo vuole risposte alla richiesta di tornare fertili, vuole che i loro bambini possano di nuovo bere e le domande le pongono al presente e se provi a dir loro la verità, a dir loro che i bambini li salvano solo se lasciano la città prima che il posto di lavoro e che comunque nemmeno in quel caso avrebbero la certezza di salvarsi perché molti il tumore se lo incubano per decenni, loro ti fanno volteggiare davanti il dito indice perché tu capisca che a loro non la fai, loro lo sanno che tu te ne freghi della loro salute perché sei un politico e Barbaradurso ogni giorno fornisce loro gli argomenti per trasformare questa opinione in fatto.
Mi ricordano la sera in cui andammo a sentire la riunione di quartiere che affrontava il problema dell'immenso campo rom che in zona era sorto sopra un'area avvelenata dal cianuro di vecchi stabilimenti tutt'ora presente nei serbatoi interrati mai bonificati, una sera nella quale i frati comboniani accorsi a prenderne come da copione le difese chiedevano immediata bonifica del terreno perché i bambini non respirassero più cianuro e per dimostrare fermezza nella lotta persuadevano il quartiere all'appoggio del picchetto organizzato per impedire alla polizia di allontanarli da quell'area fino al giorno in cui il comune avesse ceduto; tecnicamente si chiamano "scudi umani" qualsiasi convenzione li vieta e i preti dovrebbero saperlo, pensai quella sera.
Qualcuno abbia per quegli operai un atto di pietà e dica loro la verità come va detta senza timore del dito indice, dica loro che moriranno in quanto tarantini non in quanto operai e che per questo moriranno finché saranno tarantini che l'Ilva apra o chiuda, che se decidono di restare e sacrificarsi lavorando in una acciaieria che avvia le bonifiche al prezzo di restare aperta, il premio non sarà la fertilità delle loro mogli ma l'idea di aver fatto il necessario per dare una possibilità in più alle mogli dei loro pronipoti, quelli che ne avranno, che ogni passo fatto oggi richiederà tre generazioni per cominciare a mostrare i suoi perché, a questa e alla prossima si presenterà vestito di innegabile inutilità ma lo stesso non si dovrà cedere e perché questo avvenga bisogna dirglielo subito e dirglielo chiaro che moriranno circondati anche da una enorme e incontrollabile sensazione che non sia servito a nulla, perché ci arrivino preparati e non ne restino sopraffatti e quindi pronti ad atti di vendetta e riscatto,  magari persino su quelle mogli la cui fertilità oggi si dicono pronti a difendere con la vita ma vai a sapere in assenza di, una ogni due giorni mica le ammazza la noia, le ammazza la funzione non rispettata e l'assenza di progettualità.

Mentre voli così alto la camera che hai in testa e che segue i tuoi pensieri seguendo quella reale o viceversa, come sempre più spesso ti capita, stacca su Renzi e improvviso percepisci tutto molto più piccolo, capisci perché un ministro che ti dice la verità non lo vedi ringraziato ma aggredito, pensi alle procedure che vedi cicliche e senti avanzare in te una idea di rottura della quale fino a quel momento non avevi percepito la nascita, chiamala rottamazione dei tuoi paletti, vedi le primarie dalle quali onestamente ti sei astenuto e le prossime politiche alle quali coerentemente ti presenterai e pensi che se quel circo che ama chiamarsi PD riesce a respingere l'attacco più potente che (sua) storia recente ricordi, imponente al punto da far(gli) probabilmente rimpiangere i tempi in cui l'insidia più ostica ebbe le forme di D'Alema e del suo tombale quanto riassuntivo "Il PD è un'amalgama mail riuscita", se in sostanza il PD e il suo segretario riescono davvero a respingere l'attacco di Renzi nonostante la Pearl Arbour ormai avvenuta, allora significa che contro ogni mia convinzione quel partito è davvero strutturato e quel segretario è davvero ben più solido di quanto le metafore su zebre e uccelli facciano percepire e per questo alle politiche sarei addirittura tentato dal farglielo sapere votandolo nonostante abbia sempre dichiarato che nemmeno sotto torura avrei mai votato il PD.
Ma Renzi no, anche le torture hanno un limite sopra il quale si cede.

E se si immagina che ogni volta che pronuncio la parola PD la mia camera mentale stacca su Fioroni e la Turco e lo stesso non sono più in grado di garantire che riuscirò a resistere, è facile capire quale sia la mia idea di Renzi come passato, come presente, e soprattutto come funestissimo futuro di un paese basato sulla metamorfosi che prende l'aifòn, già discriminante quando obiettivo, e lo trasforma in presupposto per dirsi popolo.
Ci credo che la sua ricetta è dare più soldi alla classe media, il suo orizzonte parte da lì, sotto non c'è altro e vaglielo a spiegare nei pochi caratteri di un tweet, unica forma di comunicazione istituzionale che il futuro ci riserverà, che la definizione "media" presuppone una più alta ma anche una più bassa numericamente tra l'altro sempre più consistente soprattutto, paradossi solo italiani, nel suo elettorato.
Non avrei mai immaginato che un giorno avrei davvero pensato di qualcuno "meglio la Turco", ma Renzi sta portando i miei confini di avversione a frontiere inesplorate persino per me.

Renzi e Grillo avrebbero avuto bisogno di almeno due generazioni di distacco tra loro per essere non dico disinnescati ma quantomeno arginati in maniera agevole, figurati come è messo un paese capace di generarli entrambi nella stessa stagione e di offrire a entrambi contemporanee probabilità di egemonia culturale senza doverne togliere porzioni a uno o all'altro perché quella contemporaneità possa farsi possibile.
Starò diventando conservatore, vai a sapere, sarà la crisi dei quaranta, che cazzo ne so, ma in questo momento il Bersani della pompa di benzina mi sembra un'immagine così rassicurante che non riesco a respingerla nemmeno quando la mia camera mentale me lo inquadra con dietro Rutelli che fa le corna come Paolini.