11 maggio 2005

marcos+inter

Il Sub Comandante Marcos ha inviato una lettera all’Inter per proporre loro una partita di calcio.
Luogo e data da definirsi.
Nella lettera vengono indicate solo due condizioni:
“Dimenticatevi di vendere i diritti televisivi e portate il pallone, i nostri sono tutti bucati”

“…portate il pallone, i nostri sono tutti bucati”
C’è della poesia, in quella frase.

Qualcuno ha invocato la rivoluzione nel mondo del calcio.
È arrivata via posta.
Pagherei per esserci.

2 maggio 2005

Laura

Mi rendo conto di non essere più un ragazzino, quando durante le cene con gli amici, la padrona di casa si allontana per mettere a letto i bambini.
Ci ho pensato.
Quella situazione l’ho sempre attribuita agli amici dei miei genitori, ai grandi.
E noi a tavola tutti intenti a pianificare idee, strutturare progetti, raccontare versioni, esternare dubbi, sviscerare perplessità, liberare nodi, dividere lasagne, sorseggiare barolo, disegnare piani, leggere appunti, discutere varianti.

Un bambino, intanto, seduto a tavola ci guardava ridendo sotto i baffi.
Chissà cosa stava pensando di noi.
Una bambina, intanto, con la sedia spostata indietro, in silenzio leggeva un libro di fiabe come se fosse da sola nella stanza.
Chissà che principessa si stava raccontando.
Non parlavano, non facevano capricci, non pretendevano attenzione, non chiedevano di giocare, non volevano li si guardasse.
Era una casa nuova, con gli scatoloni ancora da svuotare.
Non c’era la televisione e il dentifricio era ancora nascosto negli scatoloni.
La bambina, allontanatasi per prepararsi per andare a dormire, è tornata per chiedere dov’era il dentifricio.
In qualsiasi altra casa, qualsiasi altra bambina, tra le due cose avrebbe chiesto la televisione.
Eravamo tutti così belli, da piccoli?
E se si, quand’è che abbiamo cominciato ad aver bisogno che ci si guardasse, per sentirci bene come si sentivano quei due bambini?

Non se ne abbiano a male gli altri commensali, né la padrona di casa, ma io di questa sera ho negli occhi quei bambini.