23 novembre 2017

Here I am

Un lavoro a Barcellona è occasione da cogliere al volo, tre ore fuso compreso ed è buen retiro canario.
Così come tu ti allunghi per fermarti una notte a Napoli io dico al cliente "Non prendetemi il volo di ritorno" mentre la tastiera sta già digitando BCN-FUE, mi mancava quanto mi manca la donna che avrei potuto -e forse dovuto- avere e non ho,  ma a differenza di lei tra me e Fuerteventura c'è solo la volontà, l'unica cosa che nel mio curriculum vitae sta alla voce Esperienze.
Qualità e insieme maggiore difetto, nel momento in cui la sua assenza è l'unica spiegazione di ogni mancanza ma al contrario: è volontà di privazione, abilità di rescissione, sopportazione del dolore la cui necessaria revisione diventa possibile alimentandola a ulteriori privazioni, non sono specializzato in privazioni ma in allenamento della capacità di privarmi volontariamente attuata attraverso privazioni successive e a questo punto necessarie.
Se hai capito cosa intendo vuol dire che non sei nell'elenco delle mie privazioni, riconoscibili dal loro non aver mai capito in quale punto scatti la sfida a essermi più necessaria della tua assenza.
Sì è un pozzo nero, torno qui solo per riutilizzare l'unica funzione che queste pagine hanno sempre avuto e cioè la formalizzazione ai fini dell'innegabilità: aiuto.
Finché il carico è stato solo emotivo era facile, la mappa disegnata, gli strumenti tarati, il tempo controllato.
Poi un giorno la realizzazione di una pressione che come l'acqua contenuta ha trovato sfogo oltre l'emotivo e per esondare ha preso la via del biologico sottraendomi il controllo del tempo: meno di quello che serve per agire da solo, quindi aiuto, la caduta degli Dei è entrata nella fascia in cui la profondità di campo inizia a mostrare i contorni in maniera riconoscibile, dal collo in su non sono più in garanzia.
Dopo un anno la frequenza con cui qui a Corralejo si incontrano dialetti italiani è cresciuta vertiginosamente, sono qui da sei ore e ho conosciuto più italiani che.
Disperato mi rifugio in un pub inglese modello football sciarpe karaoke televisori su Sarcazzo vs Staminchia, quei posti che se fossero pista di atterraggio per alieni descriverebbero un pianeta nel quale ogni sei secondi si gioca una partita in qualche angolo del Galles e ogni 3 si beve un bilico di birra, un sessantenne si alza e microfono in mano dedica MyWay alla moglie evidentemente di una vita, fino a un paio d'anni fa pensavo Che vita triste, oggi li osservo e penso che dovrei andarci a lezione perché negli anni che io ho speso a sviluppare la filosofia secondo la quale quelli mi stanno sotto, quelli hanno semplicemente vissuto felici di quella felicità che non chiede altro che essere qui ed ora e guarda lui che bello che è, lei davanti al suo Bon Jovi personale, finiranno di bere e cantare e andranno a scopare, io a scrivere a nessuno.
Ci sono due posti nel mondo che mi riassestano il baricentro mostrandomi innegabilmente la realtà di ciò che avrei voluto -e forso potuto- essere e non sono, uno è Bologna e l'altro è questo e sarà per questo che il mio calendario lavorativo è fatto da infinite sequenze di giorni che segno categoria "Quanto manca a Bologna" e "Quando torno a Fuerte", in mezzo un'irrealtà che non saprei spiegare se non a me stesso che però a lungo andare si è rivelato interlocutore piuttosto monotematico nonché noioso e oggi nemmeno più autoassolutorio, ché ieri almeno quello.
Essere fuggito qui senza soluzione di continuità dal lavoro precedente mi ha fatto violare la regola delle regole: mai in vacanza col computer così anche volendo non cedo alle richieste del mondo che senza di me non fattura milioni.
Questa volta viaggio con tutta la dotazione dato che certo non mi programmo sei ore di volo solo per lasciare a casa il lavoro, va bene essere psicopatici ma insomma.
Dopo nemmeno una giornata a dire Solo questa telefonata Solo questo download Solo questa mail, quello che mi sembrava il tradimento dei tradimenti si rivela ennesima scialuppa: sto lavorando dalle Canarie e i miei clienti non se ne accorgono, si-può-fare.
Nella notte in cui ho digitato e subito acquistato BCN-FUE le dita hanno riempito un altro campo testo con la seguente lapidaria domanda: acquisto casa fuerteventura.
Mi conosco, so che le svolte io le ho fatte tutte così, guidato dal me senza remore che da 45 anni vive a cicli di 10 ogni volta nati da una semplice domanda buttata lì per vedere un po' come sarebbe se, ho scritto e ho riletto, c'era scritto È di nuovo tappa, stazione, altro ciclo esaurito, torna a bussare il bisogno dell'ennesima vita nuova categoria Chissà, devo farmene una ragione, io una sola non sarò mai capace di viverla e forse è per questo che le vivo tutte da solo, chiccazzo potrebbe mai reggerla una precarietà così esistenziale che ogni fatica la risolve rinascendo in un altrove ogni volta distante galassie dal precedente.
A casa i consulenti non fanno i consulenti e li devo correggere, gli avvocati non fanno gli avvocati e li devo correggere, i ragazzi che lavorano per me fanno i ragazzi cioè le cazzate e le devo correggere, io quello so fare bene, le vite degli altri, quella del tuo posticcio figurante fidanzato in cima alla lista.
Le persone alle quali ho fatto del male mi cercano per volermi bene, le persone alle quali ho volito bene mi evitano per sopravvivere a loro stesse, il mondo alla rovescia e allora sia alla rovescia davvero, le scelte si chiamino errori, i successi fallimenti, gli amori non si chiamino, non ti ho mai chiesto il numero perché io sono quello che rispetta.
E che come premio ha il disprezzo dei rispettati.
L'altra sera figa stratosferica preda di ogni maschio del locale di riferimento a milano mi passa il telefono per farsi digitare il mio numero, niente di losco o illecito, serviva per mettermi in contatto con la sorella qui alle Canarie.
Qualche anno fa l'avrei digitato con una mano mentre con l'altra le avrei spiegato che tra le due sorelle è lei che avrebbe dovuto usarlo.
Oggi non più, ho detto No e al suo perché ho spiegato che il suo ragazzo a pochi metri da noi, avrebbe potuto pensare male.
Lei mi dice Non è il mio ragazzo, non mi legge nel pensiero e per questo non può sentire che non importa, anche fosse libera prima di me in quel locale c'è una fila di un chilometro che va per anzianità e io sono l'ultimo, scalare primo significherebbe una sola cosa: perdere anche l'ultimo posto al mondo in cui quando entro le persone mi salutano con piacere, mi vogliono bene, mi accolgono.
Sono piuttosto stanco di essere incolpato di tutta la merda del mondo e per autosalvezza evitato da quel momento in poi.
L'unica donna che valeva tanto l'ho persa dieci anni fa e quando dico l'unica non mi riferisco all'averla persa ma al suo esserlo davvero.