28 agosto 2002

buonaseeeeeeera





per chi se lo fosse perso, verrà pubblicata una dispensa speciale all'interno della quale si potranno trovare i migliori momenti di questo posto.

per gli altri...

che ci volete fare...

ormai dovreste aver capito come sono fatto.

non mi va di circondarmi di nero.




“Qui, Silvia.

investimenti a lungo termine”




27 agosto 2002

davvero





C’è qualcuno che ha fatto del controllo uno stile di vita.

Rido.

Questo qualcuno parla parla e parla, e per questo motivo, solo per questo motivo, credeva di poter competere.

“Dai, vediamo se sei davvero”

C’è qualcuno che ha azzardato due ore, e l’ha fatto di notte perché “è mia”, blaterava.

Rido ancora.

Vieni cara, vieni, ho una sedia giusta giusta per artigli code dritte e frattaglie varie.

La riconosci facilmente, è sempre quella di fronte a me.

Sono in vetrina, abbastanza nudo, disponibile alle verifiche con una discreta dose di sicurezza.

Rido.

C’è qualcuno che ha voluto provare a tutti i costi quella sedia.

In piedi su me stesso spiegavo il concetto del bisogno, di vedermi il giorno dopo.

Rido ancora.

Come, vai già via? Proprio ora che, oh… scusa… inavvertitamente ti ho iniettato dipendenza.

Questo qualcuno ha voluto scommettere anche con il sole, sottovalutando il fatto che il mio palco si sarebbe visto anche meglio.

E adesso, rido, non ha più difese.

Le viene persino difficile distinguere.

Più che altro non sa più da che parte stava quando era forte.

Diciamo che l’unico motivo per cui adesso non è qui a offrirsi da perdente, è perché a questo punto, ha decisamente paura.

E oggi vaga in giro per il suo mondo, disorientata pure in quello, alla disperata ricerca di surrogati.

E io, nel frattempo, mi ribalto di risate.

AH!AH!AH!

Come AH!mmmmmmmore.

Anche tu, però… sottovalutare così i miei avvertimenti.

Ma secondo te, se non fossi davvero, riuscirei a scrivere tutte queste cazzate?

Ingenua giovincella presuntuosa e decisamente inesperta.

Ma con chi ti sei confrontata prima di me?

È stato così facile.

25 agosto 2002



Ho dovuto pensare a babbo natale, ai nanetti e a bambi per tutto il cazzo di film pur di riuscire a impedire all’unica parte incontrollabile del mio corpo di sollevare le tue gambe ricordandoti che non sono di legno. CAZZO!

E tu che c’eri non ridere!

E se sei un mio amico, la prossima volta invece di addormentarti lasciandomi solo in quella situazione di merda, vedi di proporre una partita a monopoli! GRAZIE!

24 agosto 2002

che idiota.

ah!ah!ah!




papaaaaaaaaaaaa

paaaapapààààààààààà

paaaapapààààààààààà

paaaaaaa

paaaaaaaaaaaa

papàààààà

pappàààààààà

.

..

...

....

PUM!

cataclick

.

..

...

....

PUM!

taclak

.

..

...

....

PUM!

cotlock

23 agosto 2002



"comunque ho anche una casella di posta"

.

poi uno ti scrive.

...

e subito rispondi!!!!

WOW!!!!!

Vediamo che dice di bello....



Out of office autoreply:

Hi, I'm currently out of office and I'll be back on 26th August.

For any urgent quiries please contact ...

ciao!




non riuscirò mai ad essere il più furbo dei due.



comunque...

ciao!

22 agosto 2002



"Dottore mi fa il certificato di guarigione?"

"Certo, eccolo, è un attimo, solo un foglio"

"Grazie"

"Ma le serve per l'assicurazione?"

"Si, perchè?"

"Ah beh, in questo caso sono 70 euro. Vuole fattura?"

cioè a quest'ora.

e tutto solo per una scoperta entusiasmante che riguarda solo me e quello che sogno di fare.

vinco io.

21 agosto 2002



mavvafanculo.

alla fine della notte sono contento di nuovo.

no.tizie.tempo.libero





Dal TG5 di stasera:

.

Serie A e B cominceranno il 15 settembre. Richiesto lo "stato di crisi" al governo

Dopo aver risolto i diversi urgenti problemi che gli disturbavano il sonno negli anni in cui non emetteva leggi, l’italico nano ha finalmente trovato il tempo di dedicarsi alla sua vera e unica passione, il calcio.

Dopo aver decuplicato grazie a comodi investimenti a breve termine la sua idea di calcio criptato per pochi intimi, per poter stravendere la baracca al riccone di turno arrivato da oltreoceano ignaro della italica truffa, proseguiva la sua scalata al comando della lega stile colonizzazione mettendo a sedere sul trono di lego il suo pelato nonché ben referenziato amico milanista.

La truffa poteva così passare alla fase due, il cui obiettivo sarebbe stato quello di dimezzare il valore della appena venduta baracca.

Succede così che con perfetta maestria lo scacchiere presenta uno scenario all’interno del quale al grido di “Non possiamo più permetterci 6 macchine” l’intero mondo di poveri senzatetto (dalla forma degli stadi) per bocca del presidente della lega per il solito puro caso secondo dell’italico nano nel regno di cui si tratta, si trova a chiedere all’amico e per il solito puro caso presidente di entrambe le parti coinvolte nel gioco, lo “stato di crisi” in culo al rispetto e al più basso concetto di dignità umana e buon gusto.

Tenendoci però a puntualizzare, in uno slancio di azzurra comicità, che non si stanno chiedendo soldi, quelli già li hanno, bensì agevolazioni fiscali per tutte quelle società, tra le quali per il solito puro caso c’è quella dell’italico nano, che oggi determinano il valore anche della suddetta baracca, che vivendo dei proventi di un mercato che sta per essere definito “in crisi” per legge, si ritroverà a valere meno di un quarto di quanto è stata pagata.

Il governo salverà il calcio facendo bella figura con gli italiani, il milanista salverà il calcio facendo fare bella figura ai milanisti veri amanti del calcio e tutti si faranno un sacco di risate aprendo un terzo polo paytv per rimandare il riccone oltreoceano con tanti saluti e un sacco di cambiali intestate per il solito puro caso all’italico nano.

Che per il solito puro caso si ritroverà suo solito malgrado ad aver approvato un decreto che gli farà pagare meno tasse.

Beh, certo, come direbbero i veri forzazzurristi, mica solo a lui.

Anche alla solita altra decina.

Inizio ad ammirarlo.

Quando non era nessuno e non aveva soldi per comprarsi i terreni con cui fare soldi, li comprava a 1 in quanto terreni non edificabili e poi chiedeva agli amici di decuplicarne il valore per rivenderli a 10 sbaragliando la concorrenza.

Ora che i soldi li ha vende le sue creazioni a dieci e poi chiede ai suoi amici di decimarne il valore per sbaragliare una concorrenza che si ritrova a valere 1.

Cazzo! Comprando e rivendendo sempre la stessa cosa alla stessa persona!

L’ABC della truffa!

C’è del genio in quell’uomo.

Per me andrebbe premiato.

Altro che nobel.

Merita un premio che porta il suo nome.

Il Nanel.

È per il bipolarismo esteso.

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Indagato l'equipaggio del peschereccio che ha portato in salvo i clandestini

Raccogliere i naufraghi non fa più parte degli obblighi di un comandante. Lo ha stabilito il pm di Modica Platania, indagando l’equipaggio che si è permesso di non far annegare 151 persone.

Per ribadire la fermezza e la rigidità del governo nei confronti dei traghettatori di scarti, un rappresentante ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“Era una barca? Si. Erano clandestini? Si. Sono stati traghettati in Italia? Si.

Quindi è stata violata la nostra bella legge. E visto che in genere i comandanti di queste barche non ci fanno la cortesia di fermarsi a firmare autografi e farsi fare foto e se speriamo di prenderli noi ciccia,, se permettete ne approfitteremmo per prenderne almeno uno, cosicché le statistiche che determineranno il successo della nuova legge emanata tre o quattro traghetti fa, potranno stabilire in maniera inattaccabile che la nuova legge ha permesso in pochi giorni l’arresto del 30% dei comandanti delle navi della speranza. E i fatti ci cosano!”.

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Elicottero Usa sulla spiaggia di Barletta. Una commissione farà luce sulla vicenda

In preda a deliri da televisiva dipendenza, i rappresentanti dell’intero comune di Barletta insieme ai periti del nostro esercito hanno deciso di approfittare della location per vedere il loro beniamino esperto americano di baywatch all’opera, dichiarando che per sapere se un saluto con manina alle fighe fatto alla guida di un elicottero militare a 20 metri dalla spiaggia poteva essere il risultato di un preciso ordine superiore e su una vera rotta o no, serviva il parere di un vero baywatch titolato.

Con televisiva celerità a stelle e strisce e perfetta divisa pluridecorata per meriti acquisisti su campi e evidentemente anche spiagge, fa così il suo ingresso pompante e scortato lo yoghi delle scogliere, il pat garret dei frisbee, il johnny walker degli olii solari, il generaaaale Waaaaaaaagner! Chiamato dall’infantilmente emozionato sindaco in persona appassionato di cinema in virtù della sua cinematografica specializzazione in elicotteri.

Il sopralluogo ha avuto breve durata anche grazie alla limpidezza del cielo, pochi minuti per un veloce scambio di opinioni e analisi e valutazioni, tra il sindaco di Barletta e l’americo generale.

“Oh G.n.rè! Cùmammafé cust’criatèeur?”

“Auanasgana…bbbush! Booccccèlli?”

“Neeee…Ciavèv’raggiònìie”

papàrapapappapàrapapàppaaaparapapàppaaaparapappààààààààà….

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L'Europa si commuove. E' morta la foca Gaston

Dopo 12 anni passati in 100 metri quadri recintati con non una ma ben tre mogli una delle quali si chiama pure Bara provate voi a dormire tranquilli con una bara che vi aspetta ogni giorno chiunque si toccherebbe ogni due minuti, la foca Gaston decide, dopo aver valutato le scarse possibilità di successo di frasi tipo “vado a comprare le sigarette”, di approfittare di un fiume in piena e della successiva evacuazione dei guardiani per darsela a gambe o a pinne che dir si voglia come quei mariti che se ne vanno approfittando della confusione degli ospiti a Natale. Deciso e convinto a non mollare si spara sei giorni controcorrente pur di non tornare in quello che evidentemente non riteneva essere un ambiente piacevole in cui vivere Sei giorni nei quali al suo seguito si era trascinato tre gommoni di gente che gli lanciava pesce fresco fresco tutto per lui e per le forze che gli servivano per non mollare, come le borracce che vengono date al volo ai ciclisti in corsa per spronarli a resistere e proseguire.

Convinto ormai dell’entusiasmo e del sostegno dimostrato dai suoi nuovi supporters decideva di darsi come obiettivo almeno il confine dello stato per poi fermarsi un attimino e ringraziarli accettando la loro ospitalità per un riposino.

Con sorpresa scopriva che il vantaggio guadagnato in sei giorni di disperata fatica era stato incenerito da una retromarcia nelle poche ore del suo pisolino, dei suoi svelati aguzzini, mentre lui convinto dopo l’espatrio di godere dello status di rifugiato politico, si considerava ormai salvo.

Quando mancavano due ore alla carrambata con le trepidanti foche fiche, il suo cuore purtroppo ha ceduto, lasciando in tutti un’amarezza da “Poverino, sei giorni di fatica e dopo tutta ‘sta fatica per salvarlo nemmeno riesce a sopravvivere per rivedere le sue compagne”.

Adieu Gaston, la foca in fuga dalle foche fighe.

Non lo capiranno mai che se uno arriva a nuotare controcorrente in un fiume in piena per sei giorni consecutivi DA SOLO, forse, dico forse, aveva già deciso che preferiva morire piuttosto che vivere con quelle tre là. Non li sfiora nemmeno l’idea che sia stata amarezza, dicono che è perché l’acqua che hai bevuto era inquinata.

Si, da loro però.

Gli animalisti a volte sono delle gran brutte bestie.

20 agosto 2002

messaggio promozionale





beh... un impegno che merita di essere pubblicizzato



ciao lix!



P.S. A quale dei tre facciamo corrispondere il link a sinistra?

bricolage – seconda puntata





Per scontati ritardi, oggi non ho iniziato a lavorare, ma tanto si sapeva, infatti ho chiamato direttamente dopo pranzo per dire “Non è arrivato niente ancora, vero?” per sentirmi rispondere “no, ancora no, vieni domani”.

E quindi un giorno in più per il mio elenco.

E via a comprare fiori e aromi e a scrivermi i prezzi del legno che mi serve per fare il mio mobile con in mano il precisissimo elenco dei pezzi che mi servono con relative misure come da progetto, giusto per capire quale dei due mi costa meno fare.

Perché ne ho progettati due, ovviamente.

Il primo, bello bello, con tutti i sostegni al loro posto, un numero di viti sufficiente per poter parcheggiare la macchina su ognuno degli scaffali, la sua bella copertura in stoffa cucita, con ante di stoffa verticali tenute chiuse dal peso dei legnetti appesi ad ogni “anta” a fare anche da maniglie e le sue belle quattro ruotine per poterlo levare dalle palle quelle due volte all’anno che si lavano i pavimenti.

Dopodiché a progetto finito ho fatto l’elenco dei pezzi necessari, la misura, lo spessore, il numero delle viti divise in tre misure diverse per i diversi punti di sostegno.

E così ho scoperto che solo comprando il legno per lo scheletro avrei già speso la metà del mobile che vendono già fatto.

Allora il secondo progetto.

Nella cartella sul computer il file, giusto per capire con che spirito mi accingevo a modificare l’idea originale, è ovviamente quello là al secondo posto,







e dalla minor quantità di nero all’interno del disegno si può capire quanto legno ho levato avevo levato.

Oggi quindi sono andato a fare un calcolo del costo dei pezzi per (chiaramente) la seconda rivista economica versione.

Solo di legna spendo quasi 60 euro.

Viti, sostegni, e copertura varia a parte.

Di ruote ovviamente nemmeno se ne parla.

Solo lo scheletro.

Ora, per logica avrei dovuto pensare “Ehi! ;a allora quello già fatto non costa poi così tanto se costa solo 10 euro in più”.

E invece mi sono reso conto che il legno da noi costa veramente uno sproposito anche se è della più bassa qualità.

Ma si può far pagare 4 euro un’asse di compensato, nemmeno legno, grande meno di un decimo di quanto ne serve per fare un bellissimo mobile portascope?

Cazzo!

Niente mobile!

Per superare la amarissima delusione mi son comprato una pianta di rosmarino e una di salvia.

E 20 litri di terra che la vendono a litri chissà poi perché.

E stasera mentre mangiavo, notavo che sotto le famose finestre pulite, quell’ammasso di scope mocio e palette varie in fondo poi così male non ci stà.

Ha assunto un chè di artistico, quasi.

Uno scorcio che intitolerei “Vetro pulito ma non esageriamo”

Un’opera d’arte che merita di essere lasciata così com’è, meno male che me ne sono accorto prima di fare il danno.

Anzi, ora che ci penso potrei progettare una bacheca formato quarto di cucina per contenere tutto ‘sto popò d’arte.

Sissì, ora progetto.

C’ho il piccì nuovo e ora posso progettare tutto quello che mi va.

18 agosto 2002

oggi scopo, e monto la donna





Domani si ricomincia a lavorare. Finite le …”vacanze”.

Un paio di settimane a casa dedicate alla sistemazione di un sacco di piccole cose che durante l’anno non si fanno mai, tantomeno durante il MIO anno.

In realtà non avevo troppe cose da fare, semplicemente volevo mettere la casa nelle condizioni ideali per ricominciare con la giusta veste.

Settembre sarà il primo compleanno della merda.

Un anno chiuso degnamente dall’incidente arrivato giusto giusto a fine Luglio, cosa che in realtà non è che mi tranquillizzi, perché mi rimane scoperto Agosto e i primi giorni di Settembre.

Ma io bravo bravo me ne sono stato a casa, così, per non fornire occasioni gratuite alla sfiga, che si è dimostrata già abbastanza brava a sfruttare quelle che fornivo involontariamente.

Una casa che per mesi è stata trascurata, lasciata libera di mostrare agli ospiti la assoluta mancanza di voglia di nascondere le tracce di un anno brutto senza altri termini.

Ci vuole piacere anche per curare le proprie cose, e io la parola “piacere” negli ultimi mesi l’ho pronunciata troppe poche volte per averne di scorta da dedicare ai pavimenti e alle finestre.

Ho sempre amato la mia casa e la veste che le ho dato negli anni, a testimonianza della mia serenità. Così come non ho avuto problemi ad abbandonarla nel momento in cui le energie si sono fatte scarse e di conseguenza la voglia di prendersi cura di quello che sta “fuori” ha lasciato spazio all’ottimizzazione delle energie per quello che andava messo in ordine dentro.

Mi conosco bene.

So che le cose le ho sempre fatte, ma solo se erano fatte volentieri, e per questo motivo le ho sempre fatte quando mi provocavano piacere.

Ho sempre amato gli ospiti e ho sempre amato far trovare loro una casa accogliente.

Quest’anno era inutile amare ospiti e camere, visto che era il padrone di casa a non essere più accogliente.

E quindi si fotta la casa e si ripulisca il padrone, prima. Quando il padrone sarà pulito la casa la metterà a posto lui come ha sempre fatto con piacere.

Non so quale sia il morde e quale sia la coda, ma so per certo che è stato così.

Mi conosco bene.

Conosco bene il piacere di stare da solo e di fare le cose per me e basta.

Avevo perso queste due cose qui.

Mi sono obbligato a stare da solo finché non fosse tornato il piacere di starci.

Ah… mesi.

Ma sono stato così tanto da solo che alla fine l’intelligenza mi ha convinto che tantovale pulirle le finestre tanto non hai un cazzo d’altro da fare.

Percorso già fatto ma mai completato.

Si sta bene a Milano quando se ne vanno tutti.

La città diventa vivibile solo durante questo periodo.

Niente traffico, ne rumore, nessuna coda al supermercato ne ore alla ricerca di un parcheggio.

In queste due settimane il mio quartiere sembrava un tranquillo paesino dove in strada incontri solo gente a passeggio, quando ne incontri ovviamente.

E io sembravo un tranquillo vecchietto di questo paese, che senza impegni ne scadenze si alzava la mattina, cosa che durante l’anno non mi sogno nemmeno di immaginare, caffè, una finestra lavata, una presa elettrica finalmente chiusa, per uscire soltanto per una birretta al bar e la carne per la sera dall’unico macellaio ladro aperto.

E così il giorno dopo, le zanzariere finalmente riparate, la solita birretta e la solita carne dal solito macellaio ladro aperto.

E poi ancora il giorno dopo, felice per l’effetto che le zanzariere finalmente riparate fanno, pronto a portare l’antenna centralizzata in cucina, poi birretta e ladro.

E giretto ogni due giorni con una lista della spesa fatta esclusivamente da viti, cavi, chiodi, birretta e bistecca così fotto il ladro e me la compro al super.

E mobili spostati e frigoriferi incassati e cappe pulite.

Bello. Bello. Bello.

Si sta bene anche da soli, non è il massimo per me, ma si deve imparare a star bene anche da soli.

Anche se si è certi che è un momento di passaggio e non certo il modo di vivere desiderato.

Ma non si può vivere una vita fatta di momenti belli con una donna intervallati da trascuratezza.

Qualcosa non va bene quando è così.

E io non so cos’era ma so che se ne esce da soli, se no è uguale.

Troppo incazzato quest’anno per avere voglia di lavare i vetri, figurati per occuparsi dei desideri di una donna.

Ora ho i vetri splendidi (si fa per dire ovviamente) e se una donna passerà di qua se ne accorgerà da sola e non avrà bisogno di chiedermi “Sei sereno?”

Tutto torna e ogni cosa se ha intorno il mondo giusto di cui ha bisogno arriva da sola.

Che sbattimento sarebbe stato convincere una donna che nonostante lo sguardo incazzato tu sei gentile, che nonostante lo sguardo triste tu sei forte, che nonostante i vetri sporchi tu sei pulito, che nonostante il frigo vuoto a te piace mangiare…

Che palle mi sarei dovuto fare?

Ci vuole il doppio delle energie in quei casi per ottenere comunque la metà dell’effetto.

Per fare finta poi e non poter essere magari più incazzato ogni volta che ne avevo bisogno.

Naaaa…

Mi conosco bene.

So quanto mi piace curarmi la casa tanto quanto so quanto mi piace curarmi la donna.

So quanto la cura della prima coincida sempre con l’arrivo della seconda.

E comunque sia, se dovesse tardare, io comunque adesso ho una casa in cui dopo mesi duri, sto bene anche da solo.

E mi sono fatto prendere la mano, e ho buttato roba inutile insieme a lettere d’amore, per la prima volta nella mia vita, io che conservo anche le cannucce di quella sera.

E non avendo soldi per comprarmi un portascope di merda che lo vendono a 80 euro (ma si può far pagare 80 euro un cazzo di portascope?) mi manca solo più quello per finire il giro di cose che mi sono promesso, ho deciso di costruirmelo che tanto è il mese del bricolage c’ho pure l’avvitatore elettrico adesso, e sto passando ore a disegnarmelo sul mio bel computer nuovo che ora ha la sua bella scrivania con i suoi bei cavi a posto e la sua bella presa a muro nuova di zecca tutta per lui e mi sto divertendo un sacco a progettarlo che dalle ore che gli sto dedicando sembra stia facendo una roba per la quale dovrò chiedere il condono mentre in realtà sono tre scaffali e quattro gambe.

E non sono solo perché a Milano sono rimasti quei due o tre amici giusti, e mi piace avere tempo da dedicarmi, e sono contento di aver dato ragione a quello che mi dicevo mesi fa.

E sono contento perché vuol dire che avevo ragione anche sul resto, sulla donna che mi manca, sugli amici che mi mancavano, sull’ordine e la pulizia che mi mancava, anche se da fuori ti guardano come una specie di casalinga isterica che all’opposto di com’era prima, adesso quando dice “scopo” intende proprio scopo per terra, che gli altri ci fanno le barzellette ma a volte serve anche essere così davvero in certi periodi della vita.

E adesso inizio in tutt’altro modo il nuovo anno.

Mi manca solo il mobile da costruire e poi ho fatto tutto quello che mi ero ripromesso.

La donna ora può anche suonare alla porta se vuole, ora sono di nuovo accogliente.

Se non suona nessuna non c’è problema.

Tanto il mobile me lo sto disegnando come mi piace, e già che ci sono, lo progetto a forma di donna, con un buco (limato per evitare eventuali schegge) in mezzo e mi scopo quello.

Tanto di fighe di legno ne ho amate diverse nella mia vita.

A questo punto tantovale montarle almeno come voglio io.

Con l’avvitatore elettrico.

.

La conclusione romantica era d'obbligo! AH!AH!AH!

.

P.S. Questo mese sono riuscito anche a far rifiorire le rose e la pianta che miki diceva essere morta, quindi c'ho ragione io!

E ieri un amico che non mi veniva a trovare da mesi si è fermato a guardare la casa e senza che io dicessi nulla mi ha fatto i complimenti per la differenza che ha trovato rispetto all'ultima volta che era stato qui, e se se n'è accorto un uomo vuol dire che è davvero a posto e che c'ho di nuovo ragione io!

.

P.P.S.S. Sono bellissimissimo.



cose ancora da fare



Montare braccio a muro per tv in cucina

Scaffale angolare in camera

Montare il mobile portadonna

Pulizia e rinnovo acquario dopo sterminio termico intera fauna. (il caldo mi ha bollito i pesci)

Rinvaso basilico in vasi esterni così magari cresce a sufficienza da potermi permettere un po' di tentativi per imparare a fare il pesto.

Acquisto nuovi fiori per bordo terrazzo.

Montaggio appendiabiti a muro (comprato tre anni fa e mai nemmeno tolto dalla confezione)

Lavori in bagno per riavere acqua fredda.

17 agosto 2002

U.S.A. - MI. ... Nel senso Stati Uniti - Milano





Come stai?

Cosa fai?

Ti manco?

Mi pensi?

Com'è il tempo?

Come si mangia?

Quanti vestiti ti sei già comprata?

Guardi mtv anche la?

Li passano i subsonica in radio?

Hai incontrato topolino?

il presidente è ancora arrabbiato?

Sei andata in barca con il pescatore?

La compagnia com'è?

Sei riuscita a bruciare la ghierella anche alla macchina di papà?

Ti sei fidanzata con Hulk Hogan?

Mamma è troppo contenta che ti fai 'sti 20 giorni con lei?

Ci sono gli striscioni "We want broono" sulla tutto troppo costoso boulevard?

Sei scappata a Cuba?

Si parla dell'italico nano?

Balli il merengue?

Hai conosciuto Robert de Niro?

Ti sei venduta il biglietto del ritorno?

Hai fatto di nuovo quella strada lunga lunga lunga col mare di qua e di la?

Mangi almeno una volta al giorno un mecroialdelacs?

Hai incontrato Luke Skywalker?

Ti sei stampata i miei post per leggerli in spiaggia mentre gli altri si gonfiano i bicipiti e tu immagini me?

Sei entrata in una banda di portoricani?

We are the champion?

ciao.

16 agosto 2002

un sogno





Spesso ricordo i sogni come fossero un telefilm, ogni immagine, colore e sensazione.

Stanotte ho sognato la puttanella. Non mi capita spesso per fortuna, e quelle poche volte che mi è capitato era sempre di spalle. In un anno due sole volte ne ho sognato il viso. Una di queste due stanotte.

Eravamo in quella che poteva essere un’affollata sala d’attesa di qualcosa. Io e lei di fronte a parlare, del suo nuovo ragazzo, sul quale io mi divertivo a scherzare. Lei di fronte a me, vergognosa, imbarazzata per il fatto che lui (che io non ho mai visto) era seduto accanto a lei. A bassa voce cercava di farmi capire che avrei dovuto abbassare la voce per non farmi sentire da lui, il quale al contrario si faceva abbondantemente i cazzi suoi certamente sentendo quello che stavo dicendo. Ad un certo punto lui si è alzato e si è allontanato, nello stesso momento in cui io mi sono avvicinato a lei per farle sentire bene ciò che avevo da dirle. Avvicinandomi a lei, mi sono reso conto che il suo viso era si quello che conosco, ma con tutti i tratti elegantemente deformati. Dico elegantemente perché non era un viso deturpato, o almeno non dava questa sensazione. Aveva semplicemente i tratti “spostati”, gli occhi non in asse, il naso all’insù ma solo da una parte, la bocca (…) esageratamente grande, e la cosa, ricordo assolutamente con gusto, mi dava una certa soddisfazione, tanto da soffermarmi a notare tutti questi particolari a lungo e in maniera “cosciente”. Dopo qualche istante rispunta lui, che con uno sguardo di sufficienza le fa cenno di seguirla tipo “è ora di andare, lascialo perdere”.

Di fronte alla sua titubante attesa e al mio sguardo ironico, lui si getta su di me tentando di spegnermi una sigaretta su una spalla (…?...) o qualcosa di simile, non so, ricordo solo il preciso profumo di bruciato, causando una reazione “manesca” di brevi attimi concitati, durante i quali ricordo perfettamente un veloce scambio di colpi parati da entrambi quasi fosse un’esibizione di arti marziali di quelle nelle quali non ci si tocca nemmeno ma si simula per mostrare la perfetta tecnica di combattimento. Io paravo i suoi e lui i miei, senza farci minimamente male. Finito questo inutile combattimento si sono allontanati di corsa salendo su una moto, mentre io girandomi alla mia sinistra noto un martello. Da qui in poi il sogno diventa assolutamente cosciente. Di quelli che spesso si fanno nei quali ragioni e decidi in maniera cosciente come vuoi che il sogno vada avanti, ed è per questo che poi li si ricorda così bene.

Prendo il martello, con l’intenzione di seguirli e colpire lei seduta dietro. Mentre avanzo verso di lei guardo il martello, è di quelli con un verso di un tipo e l’altro di un altro, e il manico rosso. Il verso che avevo pronto da dirigere verso di lei era tipo uno scalpello, tagliente, l’altro era di gomma. Mentre vado verso loro due che oltre la porta d’uscita si stanno preparando a fuggire sulla moto, guardo ancora il martello, e in maniera spaventosamente lucida, mi rendo conto che non è più un gioco, e che se continuo ad andare verso di loro probabilmente la rabbia che ho per lei mi impedirà di non farle davvero male, mentre (sempre in maniera lucida) mi rendo conto che se facessi davvero quello che mi sto preparando a fare il prezzo legale da pagare sarebbe decisamente superiore alla soddisfazione che l’eliminazione di quei due (lucidamente) poverini poteva darmi.

Lei mi guarda attraverso il vetro aspettando la mia reazione.

Io sorrido, lascio andare il martello, le volto le spalle, e mi sveglio.

.

Vai tesoro.

L’ennesimo racconto che mi è stato fatto sulla tua attuale vita, mi consente, a questo punto in maniera anche inconscia, di decidere che forse la vendetta migliore sarà il lasciarti vivere la tua vita.

Che tu ci creda o no, l’ultimo racconto, è stato talmente triste da aver provocato in me una punta di umano dispiacere.

Pensa.

Cose che non posso scrivere nemmeno qui, accettando che come prezzo per la mia riservatezza, dovrò continuare a passare per quello paranoico che ancora ci pensa e persino ti sogna.

Ma ci sta tutto.

Lo pago. Questo è un blog, nulla di più.

Ci sono cose che per rispetto di alcune persone non entrano qui.

E soddisfazioni che saziano indipendentemente dalla reazione che provocano in chi non può sapere.

Fermati, puttanella.

Fermati.

Non sei così forte da attutire il colpo di una caduta da così in alto.

14 agosto 2002

complimenti! Lei è il 10millesimo fortunato!









Come premio per la sua fedeltà le verrà recapitato a casa lo speciale kit del 10millesimo fortunato contenente nell'ordine:

.

La tessera personale di "10millesimo fortunato" stampata su oro che le darà accesso a servizi di nessuna utilità da noi forniti.

Un badge da apporre sulla giacca recante la scritta "Io conosco broono, vuoi conoscere anche tu broono? chiedimi come" con il quale si usufruisce di sconti in quasi tutti i negozi di telefonini.

Una copia del futuro best-seller mondiale "Ogni tanto mi chiedo che cazzo c'è da ridere" autografata da broono in persona.

Un blocchetto di cartoncini 4 centimetri per due utili solo per una cosa su ognuno dei quali si può godere della stampa di alcune delle migliori sintesi di broono.

Una mela, un tramezzino e un brick di succo di frutta alla pera.

Un carnet da 10 buoni pasto spendibili direttamente a casa di broono con i quali si avrà la possibilità di assaggiare la specialità della casa che nel caso tu sia uomo sarà il famoso risotto al mezzo bicchiere di vino bianco.

Un buono senza scadenza per 10 sedute free nel famoso solarium di broono.

La rara possibilità di parlargli.

La ancora più rara possibilità di ascoltarlo.

Che dire poi di quella di vederlo...

E un saluto scritto a mano recante la scritta:

"Se è vero che questo blog è un bel gioco senza importanza, è altretanto vero che tanto nelle tappe importanti quanto in quelle giocose, tu, da anni a due cifre ci sei sempre"

cartante





Che fine ha fatto la gente normale? Perché il fondo non è mai quello che si vede? Dove sono le persone valide? Dov’è il limite del peggio? Dove sono i giorni in cui una persona ti ascolta davvero? Perché l’aiuto non ha più valore? Dov’è finito il lato umano? E la bontà vera? Chi ha visto dove si nasconde la verità? Quando gli occhi della gente hanno smesso di guardare? Quanta terra serve per sotterrare un vivente? Quanto si deve bere per avere fame? Perché la gente quando trova una porta chiusa cerca sempre di sfondarla? Quando gli uomini hanno smesso di vivere la propria vita per dedicarsi alla distruzione di quella degli altri? Dove si nasconde l’onore? E il rispetto? Ti sembro un albero? TI sembro un albero io? E allora perché pensi di poter venire a farti ombra sotto i miei imponenti rami? Pensi sia un diritto? Ho cuori incisi a decine su di me, con lettere dentro tra le quali la mia a volte nemmeno c’è e infallibili frecce a ricordo. Ma non sono albero per questo. Ho cerchi evidenti, anelli traditori di verità, anelli scoperti a protezione di anelli precedenti. Ma non sono albero per questo. I tuoi soldi sono fatti con carta ricavata dalle mie fibre. Questa è l’unica cosa che ci accomuna. Io cedo fibre alla gente come te. E la gente come te ci fa carta. C’è chi ci disegna sopra come se fosse preziosa carta artistica, c’è chi ne fa post it da attaccare al monitor, chi ci scrive poesie per la donna amata, c’è chi ci incarta il salame, c’è chi ci dipinge paesaggi da sogno e chi ci scrive la lista della spesa. E c’è chi come te ci sa solo stampare soldi in un percorso che non capirà mai essere irreversibile. Questo rende i ricchi vulnerabili. L’amaca per essere comoda ha sempre bisogno di ben due alberi solidi. E l’amaca è bella. L’amaca è comoda. Puoi anche comprarla fatta a mano con fili dorati in un viaggio in tibet. Hai notato che in messico vendono milioni di amache? Hai mai visto un solo albero in vendita? Questo rende i ricchi vulnerabili. Comprano anche le risposte. A forma di amache hi-tec in paradisi artificiali dove vi hanno venduto l'illusione di boschi in carbonio e cinguettanti cd new age serviti da buddha in persona, vi hanno detto, come aperitivo, tra altri alberi come voi incapaci ormai definitivamente di dar dimora alle fate. Belli, i vostri sostegni in elastico carbonio, belli. Vi vendono risposte a forma di amache hi-tec ogni giorno a voi ricchi e vi mandano allo sbaraglio, spiegandovi che se non trovate alberi nel vostro giardino vi potrete sempre comprare il “sostituisci i due alberi secolari se non sei capace di coltivarli - beghelli”. E voi dondolerete tutta la vita, soddisfatti, sprezzanti, mostrando la sicurezza di chi riesce sempre a dondolare, incapaci di vedere che se non vi appendete a qualcosa cadete. È bello superarmi al semaforo. Suona si, suona che è verde. Scusa se la mia 500 non solo non va da zero a cento in quattro secondi, ma nemmeno li ha mai visti i cento. Suona la tua bella canzone papparappà. Passa avanti che se no ti tocca incazzarti col concessionario. Corri, corri a tagliare l’aria. Corri che oggi iniziano saldi abbigliamento. Svendita totale divise crocerossa. Corri ricco corri. Magari trovi la tua misura. La mia non l’hanno voluta nemmeno indietro. “Non vende” mi hanno detto. Troppo strappata pare.

I ricchi, dicono, vogliono perfette anche queste.

Per vestire la mia strappata non servono soldi ma una dignità senza prezzo.

La ricevuta per l’acquisto del tuo posto in paradiso non porta il mio nome.

Non sarai mai come me.

Con i miei vestiti dismessi, al massimo, quelli come te ci rifanno carta.

Quella che gli alberi li ha stampati sopra a costante memoria.

Esposta in altari di preziosa ceramica.

Attaccati al muro.

Alla sinistra del tuo dorato cesso.

.

Stai lontano da mio fratello.

Stai lontano da me.

Quelli come te me lo stavano uccidendo.

Non gli servono i tuoi soldi.

Gli serve imparare a non vergognarsi di non averli.

E ad avere, finalmente, il salutare disprezzo per quelli come te.

Ti monetizzo il problema?

Sopravvivenza.

Pane e acqua.

Al massimo 3 euro.

Non ci serve un camion di pane, grazie.

Quella che sulle mie mani hai scambiato per cocaina, credimi, è farina.

12 agosto 2002

Com’è umano leeeeii…..





E ancora, è nuova di oggi.

Autovelox anche in città, limite 56 km orari, a 57 la macchina ti fotografa.

Al tg5 dimostrano che la media è una foto quindi una multa quindi 60 euro ogni 40 secondi.

Le nuove regole della strada abbassano il tasso alcolico da 0.8 a 0.5, significa che una birra piccola, se bevuta qualche ora prima dell’eventuale controllo può significare il ritiro della patente.

A Milano i controlli dei vigili sono ormai diventati quasi dei check point di confine.

In alcuni punti ci sono anche due macchine ferme con 5 vigili che fermano macchine a sciami, e non c’è turno che non si trasformi in una multa. Per tutto. A me le luci, a te le cinture, a lui la linea bianca come se fosse quella dei box della formula uno che se la calpesti anche per un centimetro, per regolamento sei da punire e spietati lo fanno. E le luci di giorno, e dove vai e da dove arrivi e chi è quello in macchina con te, e gli ecoincentivi così compri macchine a norma con tutto, e l’italico nano che bello bello (si fa per dire) in tivù ti dice “Ci dobbiamo pensare noi” e cazzo se lo stanno facendo, e l’impressione solo mia che i vigili abbiano smesso di avere quella caratteristica umana che gli consentiva di capire in maniera un pochino elastica che a volte anche se il regolamento dice il contrario puoi anche essere perdonato.

E mi sono chiesto perché.

E mi sono chiesto cosa ci sia dietro questo accanimento.

E mi sono chiesto come sia possibile che ci sia una così grande disparità tra l’infrazione e la relativa cifra da pagare.

I famosi 60 euro a luce che io avrò certamente torto, perché è giusto che le luci funzionino, mica lo nego.

Quello che mi sembra disumano è che qualcuno abbia scritto una regola che se applicata in maniera fiscale ti porta a dover pagare multe a tre zeri (il vigile scherzava ma sapeva certamente fare i conti) superiori allo stesso valore della macchina.

Fino a due mesi di carcere per una birra piccola.

E se becchi il vigile che applica il regolamento te li può anche dare.

E mi sono chiesto il perché.

Cioè, in realtà lo so, c’è il disperato bisogno di incassare soldi da una miniera pressoché inesauribile quale è l’automobilista italiano, cresciuto ed educato all’insegna della trasgressione che quando è piccola può essere perdonata, al quale improvvisamente viene comunicato che la quasi totalità dei suoi comportamenti da oggi in poi sarà un bel bollettino da decine di euro dati con una rigidità tale da impedirti anche se sei uno disposto ad imparare a rispettare le regole, di avere il tempo fisiologico di farle diventare tutte automatiche.

Da un giorno all’altro svizzeri.

E non scappi, qualcosa ti dimenticherai o farai in maniera non corretta.

E non potrai dire nulla, perché la legge parla chiaro.

E mi sono detto che il motivo deve esserci, se tutti i vigili improvvisamente hanno deciso di non avere più un lato umano, se i posti di blocco ormai sono numerosi quanto i semafori, ci deve essere un motivo preciso, un ordine dall’alto.

Perché è esageratamente evidente e radicale il cambiamento.

E dato che ogni volta che mi faccio una domanda, non sto buono finché non ho una risposta, l’altro giorno ho fermato IO un vigile e dopo averlo messo di fronte al banale ragionamento gli ho chiesto di spiegarmi se (e in quel caso perché) sbaglio.

Il responso? Terrificante. Peggio di quanto avessi raffigurato anch’io che verso l’uso del potere statale sono già decisamente critico.

Non solo mi ha confermato che l’accanimento c’è e che è assolutamente vero che l’elasticità umana con la quale fino a ieri anche lui lavorava, oggi è disintegrata, ma me ne ha anche spiegato i motivi, confermandomi che, come io stesso gli spiegai alla fine del ragionamento, un cambiamento così totale e radicale in TUTTI i vigili non poteva che essere una disposizione arrivata dall’alto.

Ma il peggio doveva ancora venire, perché è se io ho pensato che dietro a tutto questo c’è la precisa volontà di riempire le casse, non immaginavo davvero quanto in basso fossero scesi nel trasformare in meccanismo questa volontà.

In pratica mi ha spiegato che oggi i vigili urbani di Milano non solo devono applicare delle regole che di umano hanno davvero ben poco e quindi è inutile essere umani, ma la cosa davvero terribile è il nuovo sistema che insieme a queste nuove regole gli è stato imposto per la gestione delle carriere.

Il sistema dei venditori, quello dei target, quello dei punteggi.

Più vendi e più guadagni, più vendi è più fai carriera, meno vendi e meno possibilità avrai di avanzare.

Così fino a ieri era per i venditori di auto, di frullatori, di preservativi, di libri.

Così è da oggi anche per i vigili.

Funziona così:

Ogni comando ha l’elenco dei vigili che appartengono al comando stesso, e questo elenco è in realtà una classifica.

Il sistema con il quale si sale o si scende di posizione è regolato dalle multe che riesci a fare. Alla fine della giornata (o del mese non ricordo) si contano le multe che ognuno ha fatto e in base a questo numero la tua posizione sale o scende. Dopodiché si controllano i nomi, e stabilendo un numero che è più o meno “i primi dieci” si stabilisce chi avrà accesso agli avanzamenti di carriera, che nei corpi militari più di ogni altro equivalgono a potere e denaro.

Questo fa si che (sue parole) se fino a ieri, anche se da regolamento rilevavi un’infrazione, potevi mediare facendo in modo che magari un’infrazione un po’ più grande venisse evitata, oggi ti ritrovi a considerare ogni “lasciamo correre” come una cosa che ti danneggia, perché ti fa scavalcare da 20enni spietati che essendo squali su quella tua elasticità giocheranno per avanzare di carriera a tuo discapito.

Ed ecco che ti ritrovi a non poterti più permettere quando vedi una macchina su un passo carraio di dire semplicemente al guidatore “La sposti e non lo faccia più” perché in quel modo ti sarai perso un’occasione per non essere spinto in fondo alla classifica.

Sembra tutto una cosa semplice, un irrigidimento un po’ fastidioso ma in fondo “commercialmente” accettato in tutti gli altri settori.

In realtà è una cosa gigante. È un cambiamento profondo del significato stesso di “controllo dell’ordine pubblico”.

Fino a ieri il vigile aveva un significato dissuasivo, con la sola presenza, ma capace di capire quando era il caso di procedere o meno, una funzione di controllo, di aiuto nel caso di traffico eccessivo, una persona il cui lavoro consisteva nella gestione del traffico e della parte motorizzata della città, e le infrazioni erano considerate l’episodio che intorno a tutto il resto potrebbero accadere, certo da sanzionare, ma non essendo l’infrazione il centro del loro lavoro, il comportamento adottato da ognuno di loro rispecchiava la capacità stessa che ognuno di loro aveva di fare il proprio lavoro. Come il salumiere, che ad alcuni clienti fa credito e ad altri no.

Oggi non più.

Oggi gli è stato detto che per ordini (parole sue) di chi sta in cima in cima in cima, non devono pensare più ad altro che a fare multe, perché se si distraggono e si perdono occasioni per farle, qualcuno li scavalcherà, e forse il prossimo natale, la pleistescion 2 a ginetto non glie la possono comprare, e magari quella promozione per ottenere la quale da anni si stanno comportando umanamente se la vedono soffiare da qualche bastardello appena arrivato ma più bravo a fare “punti”.

.

Ah, ecco… mi sembrava strano.

Poi mi dicono che sono polemico.

.

Grazie della risposta.

Invece che fermarsi a chiacchierare poteva chiedermi se avevo lo scontrino.

Occhio, che così a lungo andare ti fottono.

.

Un vigile di 50 anni, con uno sguardo dispiaciuto negli occhi, che a 50 anni (parole sue) si ritrova a dover imparare un nuovo modo di lavorare, secondo il quale se sei umano ci perdi.

Un futuro perdente insomma.

Nell'ennesimo nuovo di zecca mare di squali.

10 agosto 2002

lettera aperta





"Non ti ignoro, non mi hanno dato fastidio le mail che mi hai mandato in questi due giorni e la foto era davvero bella.

Ma non ho nemmeno intenzione di riprendere un contatto, di qualsiasi genere.

Non è rabbia, nè tantomeno credimi odio.

Hai ragione, odio è una parola un po' grossa, e non perchè io non la pensi, ma certo non riferita a te e ad una vicenda che è iniziata ed è finita in maniera abbastanza indolore.

Forse tu pensi che io sia incazzato, o che porti rancore, o che abbia deciso di non risponderti o leggerti per farti chissà quale genere di dispetto.

Non pretendo certo che tu conosca i miei pensieri, ma puoi provare ad ascoltarmi, cercando di capire che per me le amicizie che possono nascere in rete hanno una base di solidità talmente sottile, da non aver certo voglia di impegnarmi nel momento in cui una di queste per un motivo che personalmente non cerco nemmeno di capire si interrompe.

Non ho molte energie da dedicare al recupero delle persone, e quelle che ho, le dedico a persone con le quali ho un rapporto un po' più grande di quello che può essere nato tra noi in quel periodo.

E questa non è cattiveria, ne durezza gratuita.

Dico solo che la rete per me ha un significato ben preciso, e la mia presenza in questo mondo è regolata da poche regole ma per me fondamentali.

Una di quelle è che se si supera il limite del rispetto, non c'è una sola ragione per decidere di star li a capire che forse ma si però si potrebbe ma dai e su.

Ci siamo incrociati, il momento era certo sbagliato, ma ci siamo incrociati.

Ma io certo non ho voglia di stare in rete per capire la sofferenza di persone che nemmeno conosco e che pensano che in nome del dolore tutto sia lecito.

Per allontanarmi da persone che mi hanno trattato come te nella mia vita reale, ho lavorato duro su me stesso.

Puoi capire quanta voglia posso avere di "provare a vedere"?

E perchè dovremmo "Provare a vedere"?

Ci siamo incrociati? Si. E' andata bene? No.

Pace.

I motivi, il periodo, le vicende, hanno poco ha che fare con tutto questo.

Io sono così, e in quel periodo sono stato come sono abituato ad essere in quei momenti.

Tu sei così, e in quel periodo sei stata come sei abituata ad essere in quei momenti.

Io certo non ho motivo di dirti che sbagli, ma io da un certo tipo di atteggiamento d'ora in poi voglio stare lontano, e non solo quando si palesa, pensando poi nel resto del tempo che magari non ricapiterà.

E' una scelta, mia personale, e come tale vorrei che la rispettassi.

Per me il mio passaggio in internet è una cosa seria quando riferita a mio fratello, a mia madre, a mio padre, alla puttanella, agli amici con i quali la sera esco e che di giorno mi leggono.

Il resto della gente che mi orbita intorno è per me un bel mondo di persone sicuramente valide con le quali mi piace giocare a fare il divo o con i quali a volte si crea anche qualcosa di più personale, ma sempre di persone a me sconosciute si parla.

E come tali io le prendo.

Quando va bene si va avanti, quando si crea un malinteso, o quando nel tuo caso si va oltre il limite del rispetto, non ci si spende energie più di tanto.

Si chiude.

Le menate e le energie che servono per recuperare la stima delle persone che te l'hanno fatta perdere sono troppe per decidere di impegnarle in un rapporto creatosi su parole lette in un blog dove forse c'è il 5% di cosa siamo in realtà.

Mi dispiace, non so se sono riuscito a farti capire che non ce l'ho con te, ma era l'unico intento di questa mail, che certo non sarà la prima di una nuova lunga serie.

Sono comunque una persona educata, e tu al di la di tutto quello che pensi non mi hai mai ferito al punto da meritare l'indifferenza.

Posso mai essere ferito da chi nemmeno mi conosce?

Penso che alla fine a star peggio sia stata tu.

Semplicemente a me non va di dedicare tempo a rapporti virtuali nei quali non so perchè riesca a molti così difficile non infilarci dentro le nevrosi personali.

E quando mi capita di incrociarle ne rispetto le scelte, ma saluto e cambio aria.

I recuperi?

Se sapessi quanti ancora ne ho in elenco nella mia vita reale capiresti perchè certe cose davvero le lascio andare per la loro strada.

Non ce l'ho con te, credimi.

Vorrei solo che accettassi che per me è una storia chiusa anche nel senso del possibile futuro.

.

bruno."

.

.

non l'ho scritta pensando di metterla qui, ma poi l'ho riletta per capire se ero riuscito a spiegarmi, e ho notato che quello che c'è scritto è in realtà una risposta adatta a diverse persone.

sei libera di non esserne felice.

9 agosto 2002

a mio fratello









"In prossimità di un bosco, vivevano tre porcellini. Per mettersi al sicuro da un certo lupo che abitava nei paraggi, decisero di costruirsi tre casette.

Il più volenteroso si procurò calce e mattoni, gli altri decisero di affaticarsi di meno e preferirono l’uno la paglia, l’altro il legno.

In poco tempo e con poca fatica, la casetta di paglia fu pronta. Ma la debole costruzione non resistette al primo assalto del lupo. Bastò un semplice soffio e il porcellino si trovò senza riparo.

Impaurito, corse a perdifiato verso la casetta di legno. Pensando di essere al sicuro, i due porcellini risero alle spalle del fratello che, con tanto impegno e fatica, si era costruito la casa in mattoni. Intanto il lupo non volle darsi per vinto così facilmente e, dopo una bella corsa, si fermò davanti alla casetta.

- Aprite - intimò ai due porcellini. - Vattene, non ci fai paura... - Allora il lupo raccolse tutto il fiato che aveva e soffiò più forte che mai. In un attimo la porta cedette e ai due malcapitati non restò che correre dal saggio fratello.

I tre fratelli fecero appena in tempo a chiudere la porta in faccia al lupo. In quel momento i due porcellini, ansanti e ancora spaventati, capirono quanto è importante fare le cose con impegno.

Ora erano al sicuro, ma come liberarsi del lupo? Il lupo innervosito, capì che questa volta non sarebbe bastato soffiare sulla casa per aprirsi un varco. Si accanì allora sulla porta, ma questa, che aveva cardini robusti, non cedette. Il lupo, credendo di essere molto furbo, si arrampicò su un albero e pensò di sorprendere i tre porcellini entrando in casa dal camino.

Nella foga di attuare il piano, non si accorse che il porcellino saggio si era reso conto delle sue intenzioni. Il porcellino gli preparò, svelto svelto, una sorpresa. Accese un bel fuoco nel caminetto e aspettò che il lupo vi cadesse sopra. A questo punto il lupo, stanco e bruciacchiato, si allontanò di corsa e non si fece più vedere. Da quel giorno i tre porcellini vissero al sicuro nella bella casetta di mattoni."

.

"I tre porcellini"

F.lli Grimm


8 agosto 2002

Formiche



Tutti vestiti uguali, come unica occupazione per tutta la vita farsi centinaia di chilometri ogni giorno rischiando magari ad un metro dalla fine di incontrare un centilitro d’acqua che per la pendenza ti riporta dov’eri tre ore prima, tu che non avendo scelta ti rimetti bello bello in fila per rifarti da capo tutta la strada obbligato per di più a vedere come unico panorama per ore il culo di quello davanti a te, se per assoluta casualità riesci poi a raggiungere la meta l’unica cosa che ci trovi è uno che con una faccia di merda pazzesca ti comunica che il premio che ti spetta è una roba che pesa sette volte te che dovrai riportare nel posto da dove sei partito un paio di giorni prima, tu che non hai scelta ti pigli il tuo bel carico ti giri e riparti sperando in qualche benevolo decilitro d’acqua che ovviamente però non arriva, rifacendoti altre centinaia di chilometri lungo la stessa strada che sembra diversa ma solo perché essendoci alla tua sinistra il resto della popolazione che va in direzione opposta alla tua, a destra vedrai sempre quello che non avevi visto all’andata, un mondo dove fino a pochi anni fa una volta ogni tanto potevi regalarti un frutto marcio caduto, dove ora invece i frutti marci non ci diventano per genetica e quindi ciccia o hai il culo di incontrare anche solo una volta un barattolo di marmellata di castagne birmane o saranno foglie sette volte più grandi di te per tutta la vita, tu che per ore mentre ti macini chilometri pensi nostalgico all’ultima volta che hai incontrato una buccia di banana ti ritrovi finalmente a casa dove in cambio di quello sbattimento avrai solo un posto dove dormire ma solo se riesci a consegnare il macigno che è sette volte più grande di te solo perché ad aspettare a casa c’è una che lavora sette volte meno di te dicendo che lei è troppo la regina, tu che dopo tutto questo subisci e impari che così è la vita, lo accetti e una volta riuscito ad arrivare alla tanto desiderata fine della giornata chiedi solo di andare a riposare pronto per ripartire domani a rifarti tutto da capo e in quell’esatto momento uno stronzissimo gigante di 7 anni 7 anni e mezzo al massimo, annoiato da dragon ball, ti inonda il paese di alcol e ti da fuoco

And the winner iiiiiiissssss...









Potevo non essere primo?

IIIIIOOOOOOO?????!!!!!!

IN QUELLA CLASSIFICAAAAAAAAAAA?????!!!!!

.

Prima o poi farò anch’io il post che ogni blogger deve fare almeno una volta, quello con l’elenco delle chiavi di ricerca che conducono sul proprio blog.

E quel giorno ce ne sarà davvero da ridere, perché quell’elenco è davvero l’unico sistema attraverso il quale imparare come il peggio della rete sia sempre in agguato.

Per ora mi limito semplicemente a sottolineare l’ennesima prima posizione della mia pluricerimoniata presenza in rete, per celebrare la quale credo stamperò una speciale serie dei famosi autografi su cleenex setificati blu monouso a tiratura (1° AH!AH!AH!) limitata (2° AH!AH!AH!).

Spero solo non sia lo stesso di una decina di giorni fa che è arrivato qui per sapere come diventare goleador!

In quel caso, credo che la seconda davvero non me la perdonerà.

E del resto, io certo non potrei dargli torto.

Certo però... un parimerito con il secondo ci sarebbe stato mica male.

Poi ditemi che non sono l'imperatore...

se il secondo l'hanno fatto generale...

7 agosto 2002

continuano gli incroci vita vera - vita in rete





Oggi ricevo la spesaonline a casa.

La persona che me la consegna come sempre mette tutto sul tavolo, e poi in un attimo di attesa mi dice:

“Il nostro responsabile del sito ha detto di farti i complimenti per il tuo sito e per come scrivi”

Imbarazzo…. Spiazzamento Isabelliano… stupore…

Chi?

Scusa?

E come ha fatto…

Cioè come…

Ma poi…



..

.

MADAAAAAAIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!

.

Adesso mi devi dire come ci sei arrivato.

Troppo curioso!!!!

Cioè...capisco che come login ho "broono", ma per arrivare qui e incrociare i nomi lo devi digitare in un motore di ricerca.

O leggevi già prima e hai riconosciuto solo dopo il nome?

Daaaaaiiiiiiiiii! devo troppo saperlo!!!!

6 agosto 2002

desktop







E' bellissima.

giusto un po' di nero accanto, nulla più.

Bellissima.

Dopo averla vista ballare il tango argentino poi, ho capito cosa voglio dalla vita.

Mi sono già messo abbondantemente alla prova in questo senso, ma in realtà non so davvero a cosa sarei disposto a rinunciare per una donna così.

.

.

chi la vuole è qua

5 agosto 2002



Stasera ho visto un film.

Praticamente Uma Thurman essendo troppo bella per una donna sola si ritrova a fare due parti, in un film dove il mondo è minacciato da un comitato di orsacchiotti ognuno di un colore che capitanati da Sean Connery orso maestro se li fai incazzare ti innevano l'auto a comando o ti inceneriscono con un fulmine a seconda.

The delle 5 dal cruscotto e tono da maggiordomo anche quando litigano e l'inglese che è in te si crogiola.

Nemico scozzese ovviamente combatte contro i buoni britannici il cui capo come da regale abitudine si chiama mamma, alleandosi col cattivo che per slancio di fantasia si chiama papà che quindi tradisce ma tanto perdeva pure a cricket (o criquet) di inglese aveva già poco.

Duello rusticano finale con fulmine su big ben e tuffo da 100 metri nel nulla per uscirne e baciare il più noioso degli uomini.

e palle che girano e esplodono e portano cattivo tempo.

anche la.

.

io quando sono grande sposo uma thurman.

nikka costa ha avuto la sua occasione ma non si è presentata.

stupida lei.

trop model





Alla fine con i modelli ci si cresce. Più o meno tutte le tappe della vita sappiamo come dovrebbero andare per essere considerate raggiunte.

Se per esempio vuoi provare a pensare al tuo primo bacio, la memoria dorai farla correre finchè non incontra la ragazza con la quale hai ballato al pomeriggio con le tapparelle abbassate. Prima e dopo erano tentativi e successive modifiche per migliorare la tecnica. Ma è quello il bacio dopo il quale le cose cambiano. Ed era quello perché intorno aveva tutto quello che doveva avere per essere uguale al modello che tutti hanno di primo bacio. Del resto “Il tempo delle mele” la scena l’aveva anche indicata con una discreta precisione.

Se pensi alla tua vacanza più bella?

Qualcuno ha una risposta diversa da “Quella con gli amici che siamo andati a farci del male per dieci giorni la in quel posto dove le donne erano tutte belle e potevi bere whisky la mattina che poi certo anche con la fidanzata ho fatto delle gran belle vacanze ma la spensieratezza di quella la rende la prima vera vacanza”?

Perché anche chi non crede si sposa in chiesa? Perché il giorno del matrimonio anche se fino a quel giorno hai insultato i preti te lo immagini da decenni con un sacco di marmo intorno e vetri colorati che riempiono il tutto di quell’effetto fumè che poi infatti c’è in tutte le foto. E anche se poi sarai in grado di sposarti in mille altri modi con altrettanta passione, avrai sempre la sensazione che si ha quando ci si rende conto che una delle tappe tu non ce l’hai. Anche se non credi.

La casa dei sogni di quando hai dai 20 ai 25 anni e sei un ragazzo, non è per tutti il loft quello col flipper come Jerry Calà in “Vado a vivere da solo”?

Poi io per esempio credo di avere una delle “prima casa” più belle e personali che si potesse avere in una città come Milano e con le mie finanze, e quindi, strafelice! Ma rimane il fatto che la prossima casa sarà o più piccola di questa, o per due persone, e quindi anche se fosse il loft quello col flipper, non sarebbe solo mio, e quindi ciccia.

E anche se fosse solo mio non sarà mai più il primo.

Niente, da qualsiasi parte è una tappa saltata.

Perché quel modello non ha più possibilità di verificarsi.

Ogni bambino quando pensa allo sport, ha come modello il calcio fino ai 13 anni.

Ogni uomo che ha fatto sport, almeno una stagione, anche se fallimentare tipo le mie, deve averla fatta nel calcio o comunque deve averci pensato. Se no non sei un bambino normale. Secondo il modello di bambino normale.

Il “lavoretti all’asilo per pasqua”, nella memoria di tutti non sono l’orologio a cucù fatto con le mollette a metà? Non è un modello quello? Ne abbiamo fatti a decine, ma quello è quello che si ricorda. E non puoi dire di aver fatto i “lavoretti all’asilo per pasqua” se non hai fatto l’orologio a cucù fatto con le mollette a metà.

Il tatuaggio non vorremmo tutti farlo durante un viaggio magico con amici magici?

Poi ognuno ne ha fatti mille in mille modi diversi sempre felice, ma il tatuaggio perfetto era un altro.

Il peyote in messico?

Salvare un bambino che stava per attraversare la strada facendo una capriola da un lato all'altro per fermarlo?

Spostare gli oggetti con la mente?

Esiste qualcuno che non si sia mai in vita sua immaginato a gestire un chiosco sulla spiaggia al caldo?

Chi non ha desiderato cantare “Show must go on” con quella voce li?

Anche i dolori hanno il loro modello.

Chi non ha anche solo una volta pensato al proprio funerale ma non tanto in termini di stile, quanto di curiosità nei confronti degli amici?

Che credo sia una cosa classificata come patologia di qualche genere, ma chi non l’ha mai nemmeno una volta pensato?

La cosa buffa è che tanti modelli sembrano indicare una vita monotona o banale, mentre è proprio l’opposto.

È monotona se le salti le tappe, non se le rispetti.

Poi la differenza è ulteriore quando dividi quelli che le rispettano in “quelli che le rispettano così come sono perché tanto va fatto” e “quelli che le considerano raggiunte solo quando le hanno raggiunte nel modo più divertente e personale possibile”.

Se no, si continua a provarci.

Mi sento fortunato per la quantità e per i ricordi che ho delle mie tappe.

Chi non li può conoscere come li conosco io, chiama spesso il tutto “fortuna” o “arroganza”.

Ma io so che non è così.

Ed è per quello che sono orgoglioso di me.

Io mi ricordo.

Io c’ero.

Auguro a chiunque di conquistarsele le cose.

.

Pensando ai ricordi.

Rivivendo le tappe.

Ti ho pensata.

Quando decisi di partire per andare a lavorare lontano da casa sapendo che non ti avrei ritrovata.

Quando mi accompagnasti alla nave, perché il mio viaggio all’estero per il primo lavoro doveva per modello essere fatto in nave se no non era gavetta.

E tu al porto che piangevi.

E quell’abbraccio modello “saluto struggente di fidanzati innamorati al porto con nave che parte e suono di nave in sottofondo”, io ce l’ho tra i ricordi, il saluto modello, l'ho provato.

E io che viaggio in nave contento perché se parti per cercare lavoro lo devi fare in nave.

E la natura che mi aiuta a sognare scatenando una notte di tempesta modello “viaggio lungo e difficile con affascinante tempesta notturna”.

E io che passo la notte in coperta sotto spruzzi e onde modello “troppo romantico che pensa a te con quella cornice intorno vedendomi prode e fiero di quella mia scelta”.

E tutta la notte una sola canzone a ripetizione in cuffia.

E tutti quei mesi con la stessa cassetta nel walkman, aspettando che quella canzone mi spiegasse ogni 90 minuti modello terapia perché ti amavo.

E tu che nel frattempo, modello donna che dice “ho paura che la trovi altre donne” ti scopavi fabio.

AH!AH!AH!

Ora, se ci giriamo indietro insieme ognuno a guardare la propria, chi dei due sorride?

Ho ritrovato per caso quella canzone.

E mi ha ricordato in un lampo quella tappa.

E mi ha in un lampo spiegato perché ti ho amata così tanto.

.

.

E so' cuntento 'e stà' cu te pecchè

pecchè me faje guardà' senza vedè'

e mi sopporti pe chello che so'

forse un po' di più

i' cu te ce sto buono e tu…

Ma poi del resto t'aspetterei

nun me 'mporta e' chello ca me puo' dà'

lassa che vene dimane e tu

t'accuorge ca nun t'appienne cchiù

voglio guardà'…

voglio tuccà'…

E so' cuntento 'e stà' cu te pecchè

pecchè me faje 'mparà' a nun vedè'

e resto in piedi a parlare un po'

di quello che non va

i' cu te ce sto buono ccà

Ma poi del resto t'aspetterei….


.

nel frattempo notte, tempesta, nave e un sacco di speranze.

alcune già realizzate.

3 agosto 2002

che mi serva di lesione





La conclusione di oggi, anche di oggi, è che ad essere onesti non ci si guadagna un cazzo se per guadagno si intende soldi, e che uno ci prova anche a non fare il solito italiano che cerca di approfittarsene sempre, ma alla fine l’unica cosa che rimedi è che la stessa persona che hai cercato di non fregare ti “consiglia” la prossima volta di essere più furbo.

Ormai l’argomento incidente, come ogni cosa che mi capita, si è classificato primo nella gara dei paradossi del periodo.

Su quella di oggi ci si potrebbe ridere tanto quanto sulle altre, ma non ne ho voglia.

Perché oggi mi sono sentito veramente stupido e preso in giro.

Perché non ho voluto simulare una truffa per avere più soldi.

Perchè quello che mi avrebbe dato l'assicurazione contro gli infortuni privata che mi sto pagando da anni, semplicemente per i pochi giorni di riposo che mi sono fatto dare, era giusto quello che mi serve per mettere a posto la macchina, di più non mi serve.

Perchè la mia stessa assicurazione (privata, che mi pago cazzo) ha messo una clausulettina secondo la quale se vai al pronto soccorso e inventi quello che ti pare sei uno normale e quindi ti pagano una fraccata di soldi, se invece vai dal tuo medico curante senza ingigantire nulla ottenendo qualche semplice giorno di riposo, in realtà è perché potresti essere d’accordo con lui. E quindi ti becchi la metà del risarcimento che da anni ti stai pagando.

Cioè…

Al pronto soccorso mi avrebbero liquidato in 10 minuti diagnosticando qualsiasi cosa avessi chiesto e ci avrei guadagnato così un bel po’ di euri finti.

Dal mio medico ci sono andato già due volte per farmi seguire con attenzione e questo fa si che niente venga inventato infatti niente è per ora stato diagnosticato, prendendo per questo parecchi euri in meno, ma fiero di prendere onestamente quei pochi che per contratto mi sto pagando da anni.

Ma questo, per contratto, significa che potrei essere in combutta, che sono quindi probabilmente disonesto e che quindi merito la metà.

Per certe compagnie assicurative, la situazione ideale per essere considerato onesto e quindi meritevole di risarcimento è che tu sia disonesto.

Che cazzo ci lamentiamo poi…

Ora vado a nanna, perché stare qui seduto mi fa tornare un dolore pazzesco al collo.

Ho paura che si stia infiammando di nuovo.

Anzi sento che si sta infiammando di nuovo.

Oh…che male che mi fa non immaginavo una ricaduta così.

Oh che male che male che sento.

Ma domani è sabato e il mio medico non c’è.

Ah….mi fa male, che farò domani???

AAAAAHHHHHH…..

Mi toccherà andare di corsa al pronto soccorso.

AAAhhhhh… la gamba? Ma la gamba non mi sembrava di averla battuta!!! E allora perché mi fa male???

Ahhh.. allora è vero….lo choc del primo momento mi ha fatto sentire meno male di quello che in realtà avevo… devo aver battuto anche la gamba perché mi sta facendo un male pazzesco…

Meno male che sono assicurato per queste cose.

Meno male che siamo in Italia.

L’unica domanda che poi a questo punto è un po’ una certezza è…

Riuscirò a mettere in campo la mia proverbiale capacità di scelta di tempi e strade per andare nell’unico pronto soccorso dove prenderà in quell’esatto momento servizio l’unico medico appena laureato in quello stramaledettissimo comune di xxx, il quale per inesperienza e anche un po’ di geografico astio mi scambierà per quel suo paziente che ha recentemente scoperto essersi fatto sua moglie, paziente sul quale lui ha deciso di vendicarsi in silenzio con una serie di rettoscopie obbligatorie gridando “ERAMIAMOOOOOOOOGLIE!!!!”?

Per come mi vanno ultimamente le cose, ho paura di si.

‘Notte.

Ahia..

2 agosto 2002

ma è vero?





Dopo quella di ieri pensavo che ci avrebbero messo un po' più di tempo per trovarne una peggiore da fare.

Sinceramente questa volta pensavo che sarebbe stato difficile anche per loro superarsi come al loro solito in uscite sempre più basse.

Ci sono riusciti di nuovo.

In meno di 24 ore.

Qui c'è del prodigioso davvero.

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02-AGO 16:48 Proposta: Nobel 2002 a Berlusconi per suo sforzo di pace; Iniziativa di un senatore FI per la raccolta di firme

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(ANSA)- COSENZA,2 AGO- Una raccolta di firme per candidare il premier Berlusconi al Nobel per la pace del 2002: l'iniziativa e' del senatore di Forza Italia, Gentile. 'L'ingresso della Russia nella Nato,la politica di disarmo nucleare, l'intervento coraggioso nella vicenda degli ostaggi nel convento di San Francesco' secondo il senatore sono 'esempi di un comportamento degno del massimo riconoscimento di pace'.La candidatura all'Accademia reale svedese, potrebbe arrivare dalle firme di parlamentari,docenti, intellettuali.


[mio] dono della sintesi





Chissà se un giorno capirai.

A volte me lo chiedo,

anche se dire a volte è un pochino riduttivo.

Ma finché sarò io a chiedermelo,

saremo sempre punto e a capo.

Itaglia e cuci





Ogni sera su raitre, all’1 cioè adesso, fanno una trasmissione sulla storia del cinema italiano.

Anzi, non è corretto, è una trasmissione sul cinema prima del digitale.

Non è la solita rassegna di registi ermetici che capiscono in tre, ma semplicemente un corso di cinema fatto 15 anni dopo.

È bellissima.

Ogni sera un argomento.

L’altra sera hanno spiegato come si sincronizzava l’audio e il video quando li si registrava su nastri diversi con apparecchi di legno, che sembra una roba da iugiiiin secchione, mentre invece può essere davvero bello da vedere, un’altra sera ha fatto vedere come si montava la pellicola a mano, lametta e colla. Non è “letterata”, ma semplicemente “datata”.

Sembrerà una cazzata, ma la scelta di far vedere l’abc del cinema non l’ha mai fatta nessuno; grandi rassegne, maratone, premi, ma mai nessuno che ti dice come si faceva quello che oggi con l’apposito softueeer il cugino pierginetto si diletta a fare con le foto del suo ottavo compleanno con lo stupore ormai nemmeno troppo frequente di parenti e amici accorsi.

“E’ un tentativo di farvi vivere l’atmosfera che si respirava durante la lavorazione dei film negli anni 50/60”.

Così la definiscono.

Ed è esattamente quello che ottengono.

E poi ogni puntata finisce con una chiacchierata tra “vecchi addetti ai lavori”, che in realtà sono registi famosi (oggi) che si ritrovano nell’unica trasmissione che da loro vuol sapere cosa facevano quando NON erano bravi.

Stasera per esempio stanno raccontano un aneddoto che parla di come con piccole truffe si autofinanziavano i film.

E loro si divertono un mondo, e li vedi che non stanno rilasciando la semplice intervista, e lo vedi che di cose da raccontare ne avrebbero un sacco di più se solo la gente considerasse importante anche il lavoro di chi taglia e cuce e non solo quello di armani.

Che come tutti, un tempo, era un semplice vetrinista.

Cos’ha lui più di te?

1 agosto 2002

Comunicato stampa





Innanzi tutto grazie a tutti per l'interessamento.

Per quanto riguarda il mio stato fisico sono stato dal medico che mi ha piazzato qualche giorno di malattia in attesa di vedere se cambia qualcosa per poi fare un paio di lastre e (dice lui) un esame elettroqualcosa (non facciamo battute) che lui stesso ha definito "Poco simpatico" perchè c'è la possibilità che un nervo del braccio ...SINISTRO... abbia qualche difficoltà a parlare con una metà della mano, ma in realtà va già benissimo guarda! guarda!! guarda!!! Va benissimo!

La macchina sono andato a riprendermela in orario da pisolo in modo che ci fossero meno auto possibili in giro visto che posso usarla solo se non supero i 15 km all'ora per motivi legati alla carrozzeria troppo complessi da spiegare.

Diciamo che sono riuscito a fare un danno decisamente piccolo ma che rompe le palle decisamente tanto.

Tra l'altro oggi con un po' meno di adrenalina e spavento negli occhi ho guardato bene la botta e sinceramente mi chiedo come cazzo sia possibile che alla semplice rottura dello sportellino "chiudi gancio traino posteriore" del parafango dell'auto contrassegnata nell'apposito disegno dalla lettera A cioè quell'altro, corrisponda sulla mia povera 500 una roba che a guardarla sembra che abbia tirato giù un albero.

Mah... prodigi della carrozzeria moderna.

Vabbè...

Per ora chiudo qui.

La macchina è a casa, dal medico sono andato, l'assicurazione l'ho chiamata, le foto le faccio domani.

Ora mi rilasso un attimino, mi fermo, e mi dedico con calma alla solita ricerca di un motivo per dire che in fondo aver fatto questo incidente non è poi stata una cosa negativa.

Mi sa che 'sta volta mi ci devo impegnare un po'.

Però... in realtà... è da oggi che un'ideuzza... Pensavo che in fondo ...ero comunque costretto a riparare le luci... che si sono fracassate nella botta...

Sissì... appena la riesco a formulare con le mie solite tre pagine di indiscutibili ragionamenti la racconto.

Per ora la capisco solo io.

Ed essendo reduce da una botta in testa me ne guardo bene dal buttarmi azzardatamente in pasto all'ironia di amici e parenti!!!!

Saluti.

sinistri sinistri





ho fatto un incidente. non ho ben capito se mi sono fatto male, se ho fatto tanti danni, se ho scritto bene la constatazione, se (essendo io quello dietro, ovviamente) aver scritto che ci si è pure fatti un po' malino lieve lieve è stata un'idea furba o no, se mi sono tirato la zappa sui piedi, se mi si trasformerà nell'ennesima spesa imprevista, se il carrozziere farà lo stronzo, se il motore è a posto.

Il solito stronzo davanti a te che vede il giallo, decide di accelerare per passare, tu con lui calcoli il tutto e capisci che ce la farete a superare l'incrocio se nessuno dei due decellera e lui che 1 metro dopo il semaforo cambia improvvisamente idea inchiodando la sua stronzissima opel corsa e tu dietro che capisci in una frazione di secondo che ora saranno cazzi e provi anche ad inchiodare, ma come dice il miki la 500 non ha (com'era?...) un sistema idraulico di compressione a distribuzione differenziata con trasmissione della potenza di pinzaggio alle viti di staffa il cui compito è tendenzialmente quello di evitare (se NON hai la 500 ovviamente) che la tua macchina si metta a pattinare su quella sottile patina d'acqua che in quel momento il temporale aveva steso violentemente davanti a te facendo un simpaticissimo giro su se stessa per disporsi di fianco e trasportare a 5 frame al secondo il lato sinistro (ecco perchè li chiamano così) di tutto te e di tutta la tua macchina che oggi ho capito davvero essere poco più di una carena da scooter, sul culo di quello stronzo che ha deciso tutto questo in un lampo. Il tutto ovviamente in maniera più che lenta, in modo che tu la tua faccia sul suo cofano ce la vedi arrivare con un discreto rallentì.

E' sceso un uomo sui 60, calabrese, la cui parlata dichiara immediatamente che non solo non avrebbe mai saputo compilare ne leggere la constatazione, ma era alquanto probabile che se non fossi stato attento se ne sarebbe salito al volo in macchina per andarsene.

Io che dopo qualche secondo di congelamento sono sceso urlando come non ricordavo di saper fare senza prima assicurarmi (ci mencherebbe) che dopo di lui non ne sarebbero scesi altri tre uguali, e lui...

"Adesso mi fai passare guai? Io non so, io ho frenato era rosso, ci mettiamo d'accordo?"

"In che senso?"

"Nel senso bisogna per forza chiamare i vigili? Non possiamo metterci d'accordo?"

"No."

"Ma mi mandi in prigione?"

"Per un incidente?"

"Mi far passare dei guai?"

"Io a te?"

"Dirai che ti ho fatto male?"

"Se mi hai fatto male si"

"Scrivi tu?"

"Scrivo io"

"La macchina non è mia"

"Patente e certificato assicurativo per favore, devo trascrivere i dati del proprietario"

"E' mia moglie"

"Gli assicuratori sono pignoli, vgliono proprio il nome"

"Questa è l'assicurazione"

"No, quello è il tagliando, dammi retta che io lo so, mi serve il CERTIFICATO assicurativo"

"E che è?"

"Quello che ci sta intorno"

"Questo?"

"Si"

.

io lo so che nessuno ci crederà ma sono riuscito davvero a ripetere la scena.

.

"Ma ti sei fatto male?"

"Poi vediamo"

"Posso spostare la macchina di li?"

"Nemmeno per il cazzo, tu la lasci li dov'è"

"Ma ti sei fatto male?"

"Si"

"Anche il disegno hai fatto?"

"Certo, tu sei questo qui con la A che ho disegnato DOPO il semaforo, io sono questo qui dietro girato"

"Ma con quel disegno mi mandano in prigione?"

"Non credo. Firmi qui"

"Firmo xxx?"

"E io che cazzo ne so? E' il suo nome?"

"E' il cognome"

"Oh minchia..."

"Metto il cognome?"

"Firmi come cazzo è abituato a firmare di solito"

"Allora metto il cognome che è xxx?"

"Ma me lo sta chiedendo davvero?"

"E' per sapere se devo mettere anche il nome"

"Di solito lo mette?"

"Dipende"

"Oggi lo vuole mettere?"

"No"

"Firmi come cazzo le pare basta che firmi"

"Allora scrivo xxx"

"Bravo, questa è la sua cop..."

"Aspetti! Scrivo anche il nome!"

"CRISTO!...ehm... va bene...."

"Dove?"

"Provi accanto al cognome"

"Qui?"

"Li"

"Mi chiamo yyy"

"Mi sta prendendo per il culo?"

"No, mi chiamo così davvero"

"Intendevo per tutta la storia"

"Ah, no"

"E' giusto?"

"Si chiama yyy?"

"Si"

"Allora è giusto"

.

Non è di Milano.

Ma eravamo a Milano.

Ma lui non è di Milano.

E' di (poteva essere altrimenti?) xxx.

.

Il comune dei uigili dell'altra sera.

Il comune della puttanella.

Il comune dove a questo punto è chiaro che si divertono un mondo a giocare con gli indovinelli sui tagliandi e i certificati assicurativi, nonchè con la costante ormai pluriennale frantumazione dei miei coglioni.

Certamente il comune nel quale giuro non metterò mai più piede in vita mia!.

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Ma vi mandano periodici da li a Milano a cercarmi?

MA COME CAZZO E' CHE LE ROGNE PEGGIORI ( a parte lix) CHE MI CAPITANO ARRIVANO SEMPRE CLAMOROSAMENTE E INARRESTABILMENTE DA QUEL CAZZO DI COMUNE DI 20 ABITANTI MA CHE QUANDO VENGONO A MILANO RIESCONO SEMPRE A PIAZZARSI DAVANTI DIETRO O DI FIANCO A ME E IN QUALSIASI POSIZIONE IO ME LI TROVI SE ARRIVANO DA QUEL PAESE SARA' MATEMATICO CHE IO MI CI STAMPERO' CONTRO E IN UN MODO O NELL'ALTRO SARANNO COMUNQUE ROGNE???

QUANTI CAZZO SIETE ANCORA?



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mi fa male un braccio, vedo tutto appannato e mi fa male il collo.

ed è probabile che mi dovrò pure pagare i danni.

mavaffanculo.

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bruno romantico e per niente scurrile.

è il cognome.