29 giugno 2002

il matto sul letto che scotta





Ho tutto ma non il tatto. Che tanto il tatto alla fine non è tutto. Ma tolto il tatto mi resta il tutto che è comunque tanto. In tutto questo ho anche un tetto. Anzi due tetti. E sotto entrambi sono carente di tatto. E anche tanto. Ma tutti sanno che sotto quei tetti non c’è tatto, sotto questo soprattutto. Qualcuno dice che ci sono tante tette. Ma questo non aggiunge tatto sotto il mio tetto, perché può succedere solo se con le tette c’è contatto. E finchè non c’è contatto il tetto resta il mio tetto e per mantenerlo faccio di tutto a volte scarseggiando di tatto. Per questo notoriamente sotto il mio tetto non ho molto tatto soprattutto con le tette. Se poi provo a parlare come se fossero mie anche le tette è chiaro che sotto il mio tetto non avrò tatto per tutti. Ma visto che ho parlato di tette senza tatto è successo che ho incasinato il tutto. Ma solo per colpa del tatto. Che non c’è sotto questo tetto. E lo sanno tutti.

Perché lo ripeto da sempre che sotto il mio tetto non c’è tatto ma che questo dopotutto è un accettabile baratto. Sapendo bene di sembrare matto, rischio che accetto tutto quando tento di spiegare che se non voglio ancora te è perché non mi sento ancora così matto da desiderare anche il tuo gatto, che per me è un pensiero bello ma che so sembrare brutto, e che è una roba tutta mia che tu so bene non hai mai detto, mentre tu sei convinta che sia perché io ho paura che se io ti tocco le tette tu poi mi tocchi il tetto. Ma ammetto che il dotto possa non essere sempre adatto. A volte capita che il brutto abbia anche dell’altro sotto. Ma questo poco importa, perché se non ho tatto tutto diventa torto. Ma tolto il torto dovuto alla mancanza di tatto, il mio tetto ha tante cose sotto. Tra cui ancora anche un lutto che ha occupato tutto lo spazio del tatto, che per il momento se la può cavare anche da solo da un’altra parte. Ma comunque, alla fine, del fatto di non avere tatto sono anche abbastanza soddisfatto, perché se avessi anche tatto avrei tutto e in quel momento diventerei brutto. Ed è una cosa che escludo del tutto. Anche in virtù del fatto che se diventassi brutto solo per offrire tatto, rischierei di perdere tutto. E non lo voglio affatto. Quindi tento il tutto per tutto cercando di non essere brutto, sapendo però che c’è il rischio che non tutto sia uguale per tutti. Ma so riconoscere il torto sotto sotto. Non ho avuto tatto. E ho ferito. Tutto per non aver provato ad avere tatto anche se niente è mai stato detto. E il bello è che in tutto questo, il tatto è una delle cose che ho difeso più di tutte sotto il mio tetto quando ho spiegato che è vero che sotto il mio tetto c’è anche un letto, ma che non è tutto, al contrario di quando ero convinto che bastava un contatto sopra il mio letto per avere un tetto. Che poi se rivedo il tutto mi rendo conto che non hai tutti i torti, non ho avuto tatto e questo mi rende in torto. Ma dopotutto il tatto, quello che vale più di tutto, sono riuscito a non perderlo del tutto, se non altro quando si tratta di non approfittare di quel letto che sta sotto il mio tetto, il quale dopo aver visto di tutto mi ha detto che avere tatto è giusto, ma che non è tutto. Ora… tolto il discorso del tatto, e del fatto che non sono capace di dire bene tutto, senza ritornare a quello del letto che hai capito come quello del tetto, chiudo il tutto con le mie scuse per tutti.

Ma in particolare per quelle tette delle quali, anche se le tratto con poco tatto, ho un grandissimo rispetto.

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Chiedo scusa a chi ho involontariamente ferito con le mie parole sulla maternità.

Chiedo scusa a te soprattutto.

Non ho avuto tatto.

O comunque non del tutto.

Mi fai un sorriso?

Come non detto.

27 giugno 2002

madri, coraggio





E adesso Mentana dichiarerà per l’ennesima volta il silenzio stampa sulla storia del delitto di Cogne dicendo che lo fa perchè gli sembra di aver notato un certo aumento dei fenomeni di emulazione che se è vero che certo non sono suggeriti dai telegiornali è sicuramente vero che non sono nemmeno ostacolati.

E adesso Vespa farà uno speciale “Porta a porta” sulle mamme killer invitando il solito cardinale che dirà che la colpa è della mancanza di valori e di senso di responsabilità dei quali la mamma è solo la ulteriore vittima, e che per questo motivo la detenzione è inutile se non accompagnata dall'accettazione di ciò che ha fatto, accettazione possibile solo se aiutata dal sostegno anche di quei pochi che avrà lasciato in vita, perchè se è solo carcere ma inconsapevole per loro non vale, dev'essere incarcerata, eterna e quotidiana consapevolezza di aver ucciso il proprio figlio, se no paradiso-no-nno-nò.

E adesso Costanzo farà la sua bella puntata speciale sulle mamme impazzite nella quale spiegherà che queste cose dimostrano quanto gli uomini di oggi facciano bene ad aver paura delle donne di oggi, puntata nella quale Mughini spiegherà perchè "laddonna questo assssssoluto dono di abbondanza nonchè celestiààààle predatriiiice didesideeeeri del malcpttdtuuuurno si troooova su una straaaada interrotttta dal macigno formatttto da quel carico di pesierespnsbltà che il successo e la carriera con infallibileeimpietoooosa ehm...eh... sspietatezza hanno nostro e dico noooostro nel senso più incolpevoleemascolino del termine nostro malgrado scaricato ...suquellespallecheiocosìtantoamo. ehm eh... spalle alle quali le suddettttte espressioni di gioiiiia e desideriooooo solo per economia di tempo definite semplicemeeeente ddddonne hanno effettivamente chiesto troppo ma quimiallaccereialcalcioeallanazionaleemisembrerebbeirrispettoso. ehm.eh.beh...se insisti...la nazzzzionale...è vero è un desiderio....una passsssione come la donna di cui soprrrrra e come tale è mmmmmolto bella ma forse e dico forse come la ora troppo citattta donna chebellosenticheèdirlo ha spalle forse non pronte a quel caricodipensierierspnsbltà che con infallibileeimpietoooosa ehm...eh... sspietatezza ti verrà caricato sulle spalledallasocietàààodieeeerna sia che tu sia una donna in carriera sia che tu sia un calciatore è vero... che poi nellasuddetttttasociiiietà sono.un.po'.la.stessa.cosa.... carico icrrrrrredibimlte più difficile da sostenere quando afarti daguida noncè unuomo adeguato equi miferrrrrmo è vero... ai più furrrrbi la capacità di stabilire se sto parrrrlando di maritttti o alenatooooori... anche in virtù del fatto....che una certa confusione.... la da anche il discorso.... della gestione...di...quella che da anni.... è considerata attività rigenerante.....e non...come gli stolti pensano.... debilitante... è vero...ehm.eh."

E adesso Tony Capuozzo farà su ordine di Mentana una bella puntata di “Terra” dove andrà a riscoprire che nelle società occidentali le regole base delle relazioni siano impazzite fino a perdere ogni punto di riferimento, mentre nelle società povere come il medio oriente le donne difendano i propri figli anche di fronte al fatto che difendono a volte degli assassini.

E adesso L’Espresso nel prossimo numero non potendo rinunciare alla donna nuda in copertina la farà apparire incinta ma con un coltello in mano sotto la quale stamperà in un inequivocabile rosso il titolo "Ti aspetto, figlio" cogliendo l’occasione per sparare fuori la sua bella copertina-scandalo che sotto estate aiuta sempre, con un servizio speciale di una ventina di pagine intitolato “Edipo di complesso il” all’interno del quale si troverà un decalogo per interpretare i gesti della tua compagna secondo il quale a seconda di come condisce la pasta può dire se tra un paio d’anni ti sterminerà i figli.

E adesso Focus farà un numero che spiega il funzionamento chimico molecolare del cordone ombelicale e del suo possibile impiego nelle tecnologie aerospaziali.

E adesso Panorama uscirà con una bella copertina che ritrae un po’ fumè l’italico nano con la mamma dietro le spalle (in quanto notoriamente più alta di lui pure lei) che lo abbraccia teneramente e il titolo sotto “Non ci farei mai del male io al cavali.. ops a Bubbi che io ce lo amo come ogni mamma italiana che lui è figlio del 63,5% delle mamme italiane che poi sono quelle buone e premurose come noi mamme azzurre le altre sono di sinistra e notoriamente i bimbi se li mangiano da sempre se non lo so io che sono la mamma di cotanta intelliegenza chi lo può sapere?” fine del titolo.

E adesso Antinori se ne uscirà con un’intervista di quelle sue estive dal deserto del Sinai nella quale spiegherà che il motivo per cui lui aiuta le 70enni a fare figli è proprio perché sa che le mamme migliori sono quelle delle generazioni precedenti, guarda un po' quelle giovani che fanno, e che se lo sta facendo li è perché i cammelli hanno detto che per loro va bene o comunque non hanno fatto casino più di tanto.

E adesso i movimenti gay per portare avanti la battaglia delle adozioni per le coppie omosessuali cadranno nel triste tranello di utilizzare gli esempi recenti per dimostrare che le coppie normali non sono garanzia di normalità.

Ma soprattutto adesso ci convinceranno che le mamme non è poi così certo che siano buone.

E adesso le mamme sui tram non susciteranno più soltanto sorrisi e posti lasciati, perché magari stai guardando una che tra 10 minuti potrebbe aver fatto fuori il suo piccolino.

E lo faremo perchè noi italiani siamo così.

E adesso al semaforo la malcapitata mamma verrà fissata come una delinquente finchè non avrà finito di attraversare l’incrocio dimostrando a tutti che non aveva intenzione di lanciare il passeggino sotto un’auto.

Perchè la fisseremo così.

E adesso recupereranno un sacco di punti tutti quei padri che la domenica mattina e solo la domenica mattina portano a spasso i figli per andare a comprare il giornale e lasciare a mammà la casa libera per pulire, venendo promossi finalmente da “Scansafatiche che cazzo fai il padre premuroso tanto lo so che lo porti fuori la domenica e basta e mentre tu ti perdi il figlio tra le aiuole perché leggi il giornale, lei è a casa che si sta ammazzando di lavoro” a “Bravo tieniteli stretti e non li lasciare mai soli che se li lasci a casa con la mamma magari quando rientri li trovi nella roba stirata”.

E adesso sarà una caduta libera verso la distruzione del rispetto da parte di chi certo non si perderà l'occasione per rincarare se possibile la dose di criminalizzazione di quelle mamme che legittimamente chiedono l’aborto.

E adesso le mamme dovranno stare se era possibile dieci volte più vigili in casa, perchè se una volta il sorso di detersivo che tutti i bambini si fanno era una prevista eventualità data dall'inevitabile margine di rischio che la curiosità dei bambini costringe a considerare, oggi, con i tempi della legge italiana potrebbe significare un paio d'anni di carcere sempre se riesci a dimostrare che non glie l'hai messo tu nella pappa, se no sarai certamente la prima della lista eppure eri così normale l'hanno detto anche i vicini.

E adesso ogni mamma verrà sottoposta ad interrogatorio in ospedale ogni volta che si presenterà al pronto soccorso con il bimbo che come tutti i bimbi ha scoperto la durezza dei mobili nell’unico modo possibile.

E porteremo le mamme ad augurarsi che qualsiasi cosa succede al figlio succeda anche a lei, come se già non fosse così, tale sarà la certezza che se una madre esce illesa da un incidente in cui succede qualcosa al figlio è certamente perchè è lei che l'ha creato.

E adesso l’interfono per sentire se respira, il papà se lo sposterà silenziosamente sul suo comodino mentre la mamma dorme che non si sa mai lei domani deve già trattare la vendita della montedison se è un po' distratta è giusto che la aiuti un po’ anch’io che poi me la da cosparsa di olio di cocco se faccio il papà modello l’ho letto oggi su Men’s Health.

E adesso le mamme se non la smettiamo smetteranno di essere l’unica cosa che nessuno aveva ancora avuto il coraggio di toccare.

E il punto di non ritorno in una società come la nostra sarà rappresentato dall’utilizzo degli uomini per pubblicizzare prodotti per neonati.

E quel giorno andremo tutti al supermercato più fieri.

Noi uomini intendo.

...

E quel giorno avremo la certezza che tutto questo sarà accaduto.

...

E quel giorno avremo messo una gigantesca pietra sopra ad una delle immagini più immuni da critiche che la natura sia stata capace di mettere al mondo.

...

E quel giorno avremo deciso irrimediabilmente di perdere per sempre quell'unica regola che da secoli quell'immagine ci aveva chiestodi rispettare.

...

il silenzio.





.

tum.tum....tum.tum....tum.tum....tum.tum....tum.tum....tum.tum....tum.tum....


26 giugno 2002

dio quanto vorrei poter tornare indietro


stamattina qualcuno è venuto a casa a cercarmi.

motociclista, grosso, rasato, scuro, dice la portinaia.

lei mi ha avvisato.

"Sta salendo un uomo, mi ha chiesto a che piano abita, sapeva nome e cognome"

Non è mai salito.

L'ha visto andare via dopo 5 minuti.

Poche sere fa sono stato fermato da 4 tizi in macchina decisamente pericolosi.

"Scusa hai una sigaretta?"

In un punto di un parco dove non entri in macchina per caso o per chiedere una sigaretta.

Tutti e quattro a fissarmi dai finestrini sorridendo.

Finchè è spuntata una mai così desiderata pattuglia davanti a loro.

E se ne sono andati.

Salutandomi.

...

Fai che non sia di nuovo l'inizio.

Prega perchè siano solo episodi.

Non ho nessuna voglia di vivere di nuovo tutto da capo.

Non ci torno in mezzo alla vostra merda.

Non ne ho davvero voglia.

Non adesso che sto ritornando a sorridere.

Se è di nuovo un ritorno questa volta vi fermo subito.

Entrambi però.

Lasciatemi vivere in pace.

Non ho altro da dirti.

web burger menù





Ho una tempistica fondamentalmente diversa dai miei desideri, ma sostanzialmente anche se dipendesse da me certe cose hanno bisogno del loro tempo. E allora che si fa, si corre facendo finta di avere potere anche sul tempo? Tanto non funziona, mi siedo e aspetto. Ma sapendo però di avere appena perso tempo che magari se usato bene o anche meglio non sarebbe stato tempo perso. Situazione anomala diciamo. O comunque con dei risvolti fastidiosi ogni tanto. Ho delle immagini talmente chiare davanti che non ho paura di non vederle diventare realtà, sarà quello. Forse se avessi un po’ più di dubbi avrei anche un po’ più di paure, e allora forse il culo lo muoverei eccome. Ma se facendo poca fatica si ottengono lo stesso le cose non è una scelta altrettanto valida? Serve solo tenacia, e non per realizzare quelle immagini, ma semplicemente per non mollare quando viene meno la pazienza o la voglia. Perché sono abbastanza inevitabili anche i giorni in cui si ha voglia di cambiare strada perché sembra non essere più giusta quella che si sta percorrendo. Sempre se si può dire ”percorrendo” riferito allo stare fermo. Ma mica ci si ammazza in quei periodi, si smette soltanto di credere che le cose non accadono per bontà divina o per destino o cazzate così, ma non cambia la realtà, in realtà, e rimane valido il fatto che se le vedi bene da sempre vuol dire che accadranno senza necessariamente vivere ogni giorno pensando ai passi da fare perché accadano.

Le vedo, sono là da sempre. Le cose che ho in tasca, prima che le trovassi, le avevo comunque viste un sacco di volte. Ecco perché ho un sacco di cose in tasca. Non sono più bravo di altri, semplicemente ho un portfolio di immagini più che chiare, e quindi quando una di loro mi passa davanti come passano davanti a tutti ogni giorno, io la riconosco e la prendo. Non correndo per abitudine ho un sacco di tempo per guardarmi intorno e allora sono un sacco le cose che ho il tempo di riconoscere. Occasioni non perse le chiamerei. È così che mi sono riempito le tasche. Direi proprio arricchito. Perché sono ricco in fondo. Alle tasche. Che ti potrei anche far provare per vedere se è vero, ma se mi metti le mani in tasca poi magari mi dici una cosa come quella che mi sono sentito dire verso i 13 anni “ma cos’hai il burro cacao in tasca?” AH!AH!AH! Cazzo! Me lo ricordo ancora oggi! Certe cose segnano… Dicevo… e io diventerei tutto rosso e tu ti distrai e io mi distraggo e poi chi se ne frega delle foto a testimonianza di elenchi spuntati.

Ma quando la tempistica è molto diversa è come essere l’uomo ragno con i sensi di ragno e vedere benissimo un panino e una coca che stanno per cadere alla meravigliosa lentezza di un metro ogni 20 secondi e sapere che essendo tu uomo ragno con i sensi di ragno hai già preso il tuo bel vassoio, ti sei già alzato in piedi hai già fatto scorrere l’intera serie delle tue espressioni più john wayne, ne hai già scelto la migliore, hai già sfoderato un sorriso pronto al prevedibile stupore, hai già messo il vassoio in asse con il simpatico pasto a quel punto romantico, e ti piazzi li, in piedi, in quella situazione, pronto all’arrivo del tuo futuro sul vassoio che se non ci fossi stato tu si sarebbe spiaccicato sul pavimento e tanti saluti a tutti, immobile in attesa, perché tu che sei uomo ragno con i sensi di ragno hai già fatto tutto quello che sai fare e devi solo aspettare che la scena si concluda con i tempi normali che per te è un’attesa della madonna ma che palle non ti puoi muovere perché lo sai che quando l’hamburger finalmente raggiungerà il vassoio e la pellicola tornerà a girare a 25 frame al secondo tu potrai raccogliere il tuo bel risultato, incassare la tua bella vittoria, infilarla in tasca per andartene felice sapendo di non aver atteso invano.

Ecco, sono qui.

Ho fatto quello che dovevo fare e ora me ne sto qui in piedi bello bello con il mio bel vassoio in mano e un hamburger in volo davanti a me che molto lentamente sta arrivando sereno contento di aver incontrato me che sono uomo ragno con i sensi di ragno e tengo li pronto un bel vassoio in attesa del mio momento.

Che a circa 3 frame al secondo si sta avvicinando al vassoio che palle l’attesa a volte.

E non vedo l’ora che sia il mio momento.

Per poter usare uno dei sensi di ragno che io ho perché sono uomo ragno e cioè la velocità pazzesca con la quale mi posso muovere senza che i tuoi occhi ne registrino tracce, velocità che userò per spostare all’ultimo frame il vassoio e finalmente godermi a quel punto in tempo reale la caduta dell’hamburger in terra in maniera buffa con finale spiaccicato.

Per poi (sempre con la faccia del migliore john wayne sorridente) dire

“Ops…scusa beibi… ma non posso occuparmi di tutto io…non sono mica superman”.

25 giugno 2002

Mal comune mezzo cretino





Eureka!!! Da Costanzo stasera c'è uno che si è fatto inculare più di me!

AAAAAAHHHHH!!!!! Pure il tumore al cervellooooo!!!!

Ogni tanto non so bene se in giro ci sono più uomini stupidi o donne stronze.

certo è però a questo punto che di fianco all'uno c'è sempre inevitabilmente l'altro.

e viceversa ovviamente.

mah...

23 giugno 2002

sun day





A fatica lascio il letto, punto d'incontro calcolato delle migliori correnti fresche della casa con l'aiuto della tecnologia eolica made in taiwan.

se avessi una donna davvero non saprei come spiegarle che oltre i 40 gradi non ci posso fare niente.

un lievissimo malditesta mi ricorda che la serata di ieri è stata proprio bella, se solo non avessimo riempito l'anguria con l'intera bottiglia di rum, oggi non avrei nemmeno questo lievissimo malditesta, ma c'è e ora lo facciamo passare a colpi di "VAI VIA MALDITESTA VAI VIA!".

A ricordo comunque avrei anche avuto il tappeto di bottiglie e lattine che in cucina mi sta per accogliere.

Lo so, tìtubo.

Ho sbirciato prima per farmi un caffè, ma oltre ad aver scoperto che essendo domenica ho chiaramente finito il caffè, ho anche fatto un veloce preventivo per la donna delle pulizie che poi sarei sempre io solo che indosso anche il grembiule quando pulisco per non inzupparmi i boxer visto che arrivo giusto giusto ad altezza lavandino e quando io lavo faccio davvero poca attenzione, tipo quella volta che non avendo voglia di passarci dentro due ore ho preso la canna dell'acqua dal terrazzo, l'ho portata in casa e ci ho lavato il bagno lanciando detersivo come se stessi lavando la macchina...geniale! 10 minuti e in una botta unica lavi sanitari pavimenti e pareti! devi solo ricordarti di togliere i rotoli di carta igienica dallo scaffale e poi è facile.

Ma ieri è stata una specie di festa di compleanno senza dire che era una festa di compleanno, e la gente è stata tutta più buona, e sono certo che dietro alla spesa, all'impegno, all'autolimitazione dell'istinto vandalico che se non ci fosse stata oggi forse avrei semi di anguria sputati pure sul letto, alla puntuale "raccolta finale di obolo per il padrone di casa" ci sia stato Gianlu e per questo motivo io (a parte preparare il barbeque) non ho dovuto fare altro che godermi la mia serata, conclusa con gli ultimi amici che un bicchiere a testa mi hanno rimesso a posto il terrazzo in una frazione di secondo regalando a me l'equivalente di un intero pomeriggio oggi.

Non mi dispiacerebbe se quella di ieri fosse stata la serata inaugurale della stagione estiva di casa mia.

Si può replicare sabato prossimo, magari mangiando pesce.

sono belle le serate così, basta davvero poco, un po' di rispetto verso il fatto che comunque si è in casa di qualcuno, gli amici che si trovano bene tra di loro, un po' di carne da fare alla griglia, una colletta generale per dare da bere a tutti per tutta la sera che sembra sempre tanto ma alla fine mangi e bevi senza limite per così tante ore con una cifra con la quale fuori forse avresti tre birre e un panino, nessuno che si fa problemi se l'abbigliamento è "da spiaggia" e la serata è fatta.

si, mi ci voleva qualcuno che mi "pulisse le sedie".

è vero.

pigro come sono le vendevo per belle anche solo coprendole.

pigro come sono avevo deciso perfino di ridipingerle piuttosto che fare fatica.

pigro come sono le avrei tenute pure così.

qualcuno ha deciso di dimostrarmi che pulite sono più belle.

grazie a questo qualcuno.

sto bene... grazie a questo qualcuno.

...

e stasera tu a cena da me.

so già cosa prepararti.

guarda quante cose ti ho comprato apposta per la cenetta.

madame...la casa le offre...

un antipasto di patatine alla pizza di due diverse qualità pensa come ti vizio!

bruschette fredde tipica specialità estiva sentirai che delizia.

riso con salsiccia o salsiccia alla griglia probabile tutti e due scegli tu ma comunque sarà salsiccia (UEH! Che hai capito??!!!)

da bere mezzo bicchiere di rum chiaro oppure bevo io il rum e tu puoi prenderti il bicchiere di bonarda non ho problemi.

alla fine mezza anguria tutta per te che puoi mangiarne quanta ne vuoi il resto te lo porti poi a casa o te lo spalmi addosso fai tu.

...

vorrei che rimanessimo amici stasera.

ci provo.

tu però dammi una mano.

magari vieni col cappotto.

se no è sleale.

21 giugno 2002

Prenditi una lunga pausa e ascoltami. non lo ripeterò due volte





Direi che dopo i comment di questi giorni sull’anonimato un paio d’ore di precisazioni siano dovute.

Perché in realtà io continuo a trattare male la gente senza però spiegarne il motivo.

E dire “dovute” in un posto dove mi sono sempre augurato di non incorrere in malintesi, spiegazioni, precisazioni, mi rende il tutto ancora più difficile.

Perché è di un sito che si sta parlando, di un blog, di internet, del nulla, di parole al vento, di sfoghi personali che poco hanno da chiedere a chi li legge se non il semplice rispetto e la consapevolezza che il valore di una persona certo non può essere calcolato in funzione di una pur ricca “produzione” di parole.

Io non sono questo blog, ma certo sono in ognuna delle parole che al suo interno scrivo.

Ma la sincerità e la schiettezza che in quelle parole non dimentico mai di includere, non da a nessuno la possibilità di pensare di conoscermi.

E questo vale per tutti, non mi sto elevando a classe elitaria di superiorità intellettuale.

Chiunque abbia un posto dove esprimere se stesso, ne esprimerà sempre la parte che decide di mostrare, ma questo non significa che sia l’unica che ha da offrire.

In quel caso si che ti basterebbe per decifrare una persona, ma non è di me che si sta parlando, ma delle persone in generale.

Io in questo blog ho messo la parte di me che ho deciso di metterci, ma non è l’unica.

È certamente però sincera tanto quanto le altre che scambio solo con chi mi conosce anche “fisicamente”.

“Casa mia” la chiamo, e non a caso.

Ma certo casa mia è di più.

Ha più stanze, ha anche le foto sui muri, ha i miei vestiti sul letto, ha un frigo che parla di chi lo riempie e lo svuota, ha delle bottiglie di vino a cui tengo e delle bottiglie di champagne con le quali potrei tranquillamente riempire il serbatoio dell’acqua dei vetri della mia 500 che non ce l’ho mai messa per pigrizia e basta, ha l’acquario le cui alghe funzionano da barometro per mostrare il mio umore, ha delle rose che stranamente da due anni non fioriscono più e non lo dico stile “stregoneria” ma semplicemente come “fioriscono se le curi, come quando le curavi, insomma”, ha una libreria con pochi libri ma dei quali posso parlarti, ha un sacco di cose che se le vuoi te le puoi prendere perché se a te piacciono è giusto che le abbia tu, e solo Andrea può capire cosa intendo visto che con lui sono anni che abbiamo inventato il gioco nel quale ogni volta che esce da casa mia deve andarsene con un regalo e la sera che non sapevo come non “perdere” gli ho piazzato in mano l’amplificatore del mio stereo, e che non sia uno che se ne sta approfittando lo so con certezza ogni volta che lo guardo in viso dopo aver ricevuto l’ennesimo regalo che non avendo soldi per comprarti quello che meriti ti do quello che ho in casa io se può farti felice, ha un terrazzo trascurato ma sul quale chiunque può portare chiunque perché io mi fido di te se tu ti fidi di lui per me è ok, basta che non facciate i preziosi sulla pulizia delle sedie, che se non le lavo comunque le copro per farti stare tranquillo, ha nell’ingresso due scatoloni pieni zeppi di mio padre comprese quelle microcassette da appunti per i tuoi articoli e libri che ho una fottuta paura di ascoltare ma che so benissimo essere li ad aspettarmi al varco ma non ho davvero voglia di un colpo così duro proprio adesso che il fondo di queste parole è così bello bianco, ha un divano pieno di cianfrusaglie che potrei anche spostare ma non me ne frega un cazzo, ma soprattutto ha me dentro, perché a parte alcuni rarissimi casi, se tu sei a casa mia puoi farci quello che ti pare ma solo se ci sono anch’io, a meno che tu non sia per me qualcuno di assoluto valore, ecco perché voi due sarete sempre più piccoli di me, siete le uniche persone alle quali ho dato un posto per amarsi ogni volta che partivo per lavoro, e se era un viaggio di dieci giorni per voi erano dieci giorni di intimità e felicità durante i quali io avevo accettato l’idea che avreste potuto fare davvero qualsiasi cosa io avevo paura che voi faceste e per me questo vuol dire davvero tanto, ecco perchè io ne esco in piedi anche solo per il gesto, ecco perchè questo fa sì che la pochezza sia solo vostra.

Questa è la mia casa, con un luna park di piaceri per chi li desidera ad un prezzo decisamente irrisorio rispetto a quello che guadagni.

Il prezzo qual è?

Le regole.

Tutto qua.

Sembrano parole vuote da “casalingo isterico”, ma davvero non lo sono.

Sono poche le regole sulle quali in casa mia non transigo, davvero poche, ma sulle quali proprio per questo non transigo.

Se poi dico anche quali sono si capirà perché non accetto che non vengano rispettate.

Mi devi rispettare.

Mi devi stringere la mano.

Se io invito un amico lui sa bene che può venire con chi gli pare, da uno a cento, finchè ci si sta può entrare chiunque, ma sulla porta quando mi incrocia mi dovrà stringere la mano perché sappia che se starà bene è merito di chi l’ha portato, e io glie lo lascio tutto, ma se sbagli sarà da me che verrai accompagnato alla porta ed è giusto che tu lo sappia quando verrò a dirtelo.

Chi mi conosce sa che non me ne frega un tubo se mi hai rovesciato un litro di vino sulla moquette, perché se ho deciso di invitare 20 persone e di fornirgli tanto vino ho già accettato l’idea che le cose possono succedere, e poi della moquette me ne frega talmente poco che le macchie rimangono li come le foto rimangono sui muri, per ricordarmi che ho vissuto dei bellissimi momenti.

Ma se sono pronto a ridere su due litri di acqua sul letto, non sono minimamente disposto ad accettare che se ti dico una cosa tu non la faccia. Perché se dopo tanta libertà decido improvvisamente di fermarti in qualche modo, è perché non ho avuto scelta, e a quel punto non sempre ho tempo e modo di spiegartene anche il motivo, ma soprattutto non sempre sono tenuto a farlo.

Intransigenza? Durezza? Presunzione?

No, casa mia.

Tua solo se ne accetti le regole.

Ecco perché il blog lo definisco casa mia.

Chi lo guarda, lo legge, lo ascolta, lo apprezza, sta certamente apprezzando me.

Ma solo la parte che io ho deciso di mostrare.

Potrà farlo in silenzio, di nascosto, frequentemente o saltuariamente, non dirò mai nulla, sarebbe stupido, non avrei iniziato a rendermi “pubblico” se non fossi stato pronto ad accettarne i rischi.

Ma sarà sempre come i vicini di casa mia, quelli che dalle finestre possono vedere dentro.

Ma saranno finestre.

Attraverso le quali magari mi vedranno ballare nudo come un coglione, cosa che del resto non mi faccio problemi a fare anche in virtù del fatto che non ho cose particolarmente appariscenti che saltando verrebbero notate addirittura dall’esterno! (AH!AH!AH)...

Ma qualsiasi cosa vedranno, se saranno stati loro a venire a vederla, non dovranno dirmi nulla, perché non li ho obbligati io a venire a sbirciare.

Così considero chi mi può leggere in rete.

Ma se per caso decidi di parlare, di dire la tua, di dirmi cosa pensi, lo farai nel momento in cui deciderai di premere il pulsante comment, o mail, o guestbook, in ogni caso avrai preso la decisione di premere un pulsante che per me vale quanto il campanello di casa, e in quel momento sei tu che decidi di oltrepassare quella soglia, di conseguenza devi essere pronto ad accettarne le regole.

Qui le regole sono poche.

La prima è che a differenza di un certo tipo di buonismo fintamente democratico, qui NON c’è la libertà di parola.

Se parli male non ti farò parlare, se critichi in maniera gratuita non ti farò parlare, se offendi me o chiunque mi sia vicino non ti farò parlare, se sei un pedofilo spero che tu muoia, se mi ricorderai anche lontanamente la puttanella decisamente mi dovrai uccidere (...) prima di riuscire a parlare anche qui, se pretenderai spazio con arroganza non ti farò parlare, se lo vorrai usare come palco per discorsi che vanno contro la mia morale non ti farò parlare, se non ti firmi non ti farò parlare.

Chi vuole la libertà di parola ha un sacco di altri indirizzi a disposizione, questo è il bello della rete, ne approfitti.

Cosa cambia se ti firmi?

Ovviamente nulla, non sono ingenuo né stupido, lo so bene che chiunque può scrivere qualsiasi nome, come del resto so altrettanto bene che non è solo perché mi hai dato la mano a casa mia io sarò sicuramente al riparo da rischi.

Ma sono fondamentalmente buono come persona io, e nella gente ci credo.

Per questo do alla stretta di mano un valore forse antico, ma per me sempre valido.

Se per te non lo è non posso certo costringerti, certamente però farò di tutto perché tu sappia che se io ti do la mia vuol dire determinate cose per me.

A te la scelta se fregarmi lo stesso o no, certo non potrò fare nulla per impedirti di darmi la mano per poi fottermi.

Sono certo che alcune persone i limiti li hanno loro malgrado per un'educazione sbagliata di cui certo non possono essere ritenute responsabili, e di conseguenza non posso certo pensare di riuscire ad evitare che un percentuale fisiologica di cattiveria nella mia vita ancora vorrà scontrarsi con me, anche se in una botta sola credo di essermene smaltita una grossa percentuale di quella che mi è stata assegnata alla voce "prove da superare".

Ma posso mai vivere aspettandomela tutti i giorni?

Che palle!

Arriverà lo so, ma finchè non la rivedo non vivo sul chi va là ogni passo che faccio.

Si vive così bene fidandosi della gente… i rischi ci sono certamente, ma quanto meglio si vive sulla sponda pulita del fiume.

Le persone cattive da questa parte del fiume certamente sapranno arrivarci, ma non sapranno restarci a lungo, perché è molto più difficile, ci vuole vero valore e forza per pagarne il prezzo, ed entrambe le cose sono davvero difficili da simulare per lungo tempo.

I colpi li ho presi anch’io, certamente, e chi mi conosce sa di che parlo, ma non cederò mai sotto la pressione di quello che sembra ormai essere un trita-valori sociali sviluppato in ogni forma possibile.

Un giorno ricordo di essermi trovato a passeggiare lungo una strada nella quale si stava svolgendo un funerale.

Vidi una scena che ancora mi ricordo in maniera fotografica.

Un anziano passò per caso davanti al portone dal quale stava uscendo il corteo, si fermò assumendo la posizione dell’”anziano curioso con un sacco di tempo a disposizione che passa ore a guardare i cantieri stradali” e attese l’uscita della bara.

Nel momento in cui il primo centimetro di legno si affacciò alla luce esterna, lui in maniera riservata, silenziosa si fece da parte, si mise dietro a tutti e si tolse il cappello. Attese il passaggio, attese che tutto il corteo gli avesse voltato le spalle, si rimise il cappello e solo allora attraversò quel metro di asfalto che solo in quel momento era tornato ad essere pubblico.

Me lo ricordo così bene che se lo rincontrassi lo riconoscerei.

E ricordo altrettanto bene che anch’io quel giorno mi fermai, ma catturato da lui tutto il tempo, invidiandone il valore personale.

Non sapevo chi fosse, per quanto mi riguarda poteva essere Priebke o un serial killer, certo quel semplice gesto non mi avrebbe potuto dire altro di lui se non che era una persona con un suo valore espresso in un gesto assolutamente inequivocabile di rispetto.

Quel giorno ricordo di essermi trovato anche a pensare che se dal passato e dalla storia fossimo stati capaci di conservare le cose veramente di valore, oggi forse la scomparsa delle mezze stagioni sarebbe passata pressoché inosservata.

Ci sono uomini veri in giro, ma purtroppo sono sempre più anziani.

Ci sono persone delle quali non sei obbligato a sapere cosa hanno in casa o cosa hanno fatto nella vita per sapere che se si tolgono il cappello è per rispetto.

La firma?

Mamma quanti giri di parole…

La firma è questo per me.

Nulla di più.

Certamente so che Luca può benissimo essere Pamela, o magari la puttanella che giustamente si vergogna di usare il proprio nome chi non lo farebbe al suo posto…

Ma quanto meglio si vive senza questi sospetti?

Cosa chiedo in fondo?

Di rispettare una semplice regola che poi sono costretto a spiegare con tre pagine di parole ma solo perché non fa più parte delle cose che per natura dovrebbero far parte del bagaglio culturale delle persone.

Questo blog è una vetrina per chi non mi conosce, che io abbellisco o trascuro a seconda della voglia che ho di mostrarmi, e per questo motivo non è realistica se non per chi ha la possibilità di vedere anche il retro del negozio, dove troverà anche la macchina da cucire che ho usato per farmi il costume di scena che vesto così bene, quel retro sulla parete del quale troverà anche la cassetta del pronto soccorso con la scatola dei cerotti completamente vuota e la bottiglia del disinfettante altrettanto vuota con una cannuccia dentro.

Ecco perchè non do spazio.

Non sono ancora tornato in farmacia.

Qui non mi vendo io, vendo una bella vetrina perché sono assolutamente bravo come vetrinista di me stesso, ma il fatto che sia in rete è davvero l’unica cosa che mi accomuna alle regole e ai rischi che la rete obbliga ad accettare.

Lo so che posso parlare con una donna che in realtà è un uomo, ma se mi capita è perché dall’altra parte ho trovato uno che sta certamente peggio di tutte le parole tragicomiche con le quali mi racconto io.

Io comunque ci credo alla regola che se non fai male a nessuno nessuno ti farà mai del male, anche se ne ho pagato l’amaro prezzo in maniera abbastanza decisa, e per questo motivo mi fido o comunque preferisco vivere come uno che si fida.

Certo che se poi non ti firmi ma mi scrivi che ami farmi arrabbiare io il calcio in culo te lo do come te lo darei a casa mia, perché è come se mi lanciassi sassi di nascosto sulle finestre senza farti riconoscere per poi dirmi pure indispettito che giocavi dopo che io ti ho tirato a mia volta un sasso. Capisci che io posso anche fidarmi di tutti ma se sei tu a lanciarmi sassi io rispondo? Sono pulito ma non coglione.

Parole…parole…

Un nome.

Inventatelo, non mi frega nulla, lo so che puoi scivere quello che ti pare.

Ma se è l’unica cosa che chiedo, quando vedrò che non la fai, penserò che hai un motivo.

E non ti farò parlare.

E lo farò in maniera violenta forse, ma solo perché io davvero non sono qui per questo.

Non mi va di lottare, né di giocare di nascosto, ne di dare spazio a chi mi vuole far arrabbiare.

Le mie battaglie le ho combattute tutte e sono pronto a ricombatterle se serve, ma di persona, vere, fisiche, di sangue e sguardi, mai più quelle stupide, a quelle davvero non darò mai più spazio, e litigare con un numero ip davvero è tra le prime della lista di quelle che mi risparmierò con tutte le mie forze.

Ma ti rendi conto?

“Adoro farti arrabbiare”

L’ho visto! E infatti ci sei riuscito!

È il motivo che mi sfugge! Cazzo!

Ma vuoi vedere che se uno caccia di casa in maniera decisa uno che ci era entrato con la macchina sfasciando la porta per di più ridendo, rischia di passare pure per uno che sta facendo una brutta figura???!!!

Vuoi giocare?

Dimmi il nome.

Dammi la mano.

Se hai altri fini sei nel posto sbagliato, e questo è l’unico motivo per cui potresti non firmarti.

E io ti accompagno alla porta subito.

Perché è come se non mi avessi dato la mano.

E per me se lo fai è perché hai un motivo.

Lo so che si rischia, ma io i miei rischi li ho corsi in maniera consapevole sempre e comunque.

E ho pagato.

E ho sbagliato persone.

E ho avuto un nemico.

Molto più cattivo di me.

E non ho potuto fare altro che andare a guardarlo in faccia.

E lo so cosa vuol dire.

Quando la paura è così tanta che qualsiasi alternativa è preferibile.

E ho detto "Ho paura di combatterti ma sono pronto a farlo fino in fondo"

E lui mi ha stretto la mano.

E da quel giorno vivo pensando che lui abbia capito.

Se dovesse mai fare quello che mi ha giurato vuol dire che l’avrebbe fatto comunque.

Ma almeno io ho vissuto felice.

E mi è bastato stringergli la mano per ricominciare scioccamente a farlo.



Non ho paura.

Ho rispetto.

E lo pretendo in cambio.

Sapendo che sto rischiando.

Ma vivo meglio come vivo io.

Chi non è d’accordo se ne vada a’ffanculo.



Fiduciosamente,

Bruno Bozza.

Uomo honoris causa.

Recentemente promosso a cavaliere senza macchia e senza paura.

Non posso non suscitare antipatia.

...

...e ora tutti da me a cenaaaaaaaaa!!!!

...che è 'sto clima da funerale???!!!!

...Su! Su!

...Che i problemi sono altri.

Ora ve ne racconto un paio...

dunque... nel lontano millenovecento....

AH!AH!AH!AAAAHHH!!!AH!AH!HA!!!!!!!

.....

SCHERZAAAAAVOOOOOOO!!!!! ..:DAAAAAAAAAAIIIIIII!!!!!!!!...

...noooooooo...dove andateeeee......

...evabbè....che modi...chebruttocarattere....

iscrivetevi a buongiorno.it se pensate di trovarvi meglio.

19 giugno 2002

da oggi questo.

devo solo correggere i colori dell'archivio, chiaramente.

.

bianco.

18 giugno 2002

Per Sommi Capi





Per chi si fosse perso, per chi si fosse allontanato, per chi fosse appena arrivato, per chi non capisse perché si debba perdere così tanto tempo, per chi fa finta di niente.

Dopo le vicissitudini dei mesi precedenti, durante i quali la stabilità mentale del nostro protagonista venne messa più volte alla prova, il tempo sembra in qualche modo essere riuscito a mettere i giusti tappi su barattoli dai quali usciva in maniera inarrestabile un odore fetido di cadavere recidivo o redivivo che dir si voglia.

Ed è così che il tema della puntata zero di questa telenovela, ha lentamente percorso una trama tristemente scritta mesi prima per la quale servirebbe un’altra intera puntata, che sicuramente verrà trasmessa al momento giusto, credo tra breve, ma per la quale mi riservo il piacere di scrivere un soggetto e una sceneggiatura (anzi, più probabilmente sarà sufficiente solo la sceneggiatura) apposta, il cui unico significato e messaggio sarà una roba tipo “visto che sei abituata ad ingoiare, ti suggerisco la trielina” o qualcosa di dolce tipo quello.

Tornando al riassunto delle cose belle, quello che sembrava un percorso lento e tortuoso, la cui meta era rappresentata dalla ripresa di una vita sociale all’altezza dei ricordi e dei piaceri, si è alla fine rivelato esattamente tortuoso come il nostro protagonista immaginava all’inizio.

Del resto non era certo la prima volta che si trovava ad affrontarlo suo malgrado, e le tappe obbligate gli erano più che chiare.

A differenza però di quanto aveva immaginato, grazie alla tenacia e alla costanza impiegata nel raggiungere il più velocemente possibile la suddetta meta, la prevista lentezza in realtà non si è dimostrata inevitabile come previsto.

Succede così che il nostro protagonista, da un giorno all’altro, grazie a non si sa quale fulmine o bernoccolo, si rende conto di trovarsi in uno di quei periodi nei quali non c’è una sola sera senza una cosa da fare, o un amico da vedere, o una donna da corteggiare, o una mamma da sostenere qualsiasi cosa deciderà di fare.

E la cosa che più stupisce il nostro protagonista è che le cose da fare sono diventate così costanti e numerose da aver iniziato a dover dire no quando non vorrebbe, ma solo perché dire si a qualcuno al quale non si vuole dire no, quando le cose vanno benissimo significa spesso dire no a qualcun altro al quale a sua volta si voleva dire di si, ma anche e soprattutto ad aver iniziato a organizzare di farne più di una per sera pur di non perdersene nessuna, ed è bellissimo.

Perché è vero che il nostro protagonista non si sa organizzare, ma se guarda l’ultimo mese si rende conto che ogni lunedì aveva già in testa ogni sera della settimana che stava iniziando, questa compresa, ma soprattutto che non c’era una sera uguale alla precedente passata nello stesso posto della precedente con le stesse persone della precedente.

Il tutto grazie anche al fatto che i problemi orario e distanza per una ovvia ragione, sono stati banditi dalla lista dei motivi per cui non si fanno le cose.

Giorno dopo giorno, la vita del nostro protagonista ha lentamente ma nemmeno troppo assunto i tratti di quella vita che tanto gli mancava, fatta di un bellissimo lavoro i cui momenti bui durano da sempre lo spazio di un “grazie”.

Fatta di una serie di amici la cui presenza dimostra semplicemente in maniera inequivocabile che i valori puliti, quando si viene morsi, sono indispensabili quanto il siero antivipera, così, un paragone a caso.

Fatta da una donna, che ho un po’ paura a scrivere UNA donna, perché poi vai a spiegare che tu non intendevi, ma in realtà è così, in questo momento sei la donna, che ti fa sentire bello e desiderato che toglietemi tutto ma non il mio quello, e lo so che tu decisamente non sei d’accordo, ma credimi se mi dicessero che oggi potrei fermare tutto e mantenere quello che c’è tra noi esattamente così com’è oggi a tempo indeterminato davvero ci metterei la firma peccato che non si possa fare. Se solo penso a quanto poco tempo fa scrivevo “Vorrei essere assunto da MTV” e la mamma che generosamente si era offerta per mettermi in contatto magari involontariamente con “quel” collega.

Fatta di un fratello che pian piano ma in maniera agitatissima si sta rimettendo in piedi e lo sta facendo da solo, non perdendosi però mai l’occasione di correre dal nostro protagonista nonché suo fratello ogni volta che raggiunge un traguardo per poterglielo raccontare nella sua fastidiosa, opprimente, presuntuosa, irruenta, plateale ma ineguagliabile maniera, dimostrando a se stesso ma soprattutto al nostro un po’ demotivato protagonista, che quando mangi merda, che tu abbia i denti per masticarla o meno è abbastanza indifferente, ma che per lo stesso principio, quando decidi di tornare a mordere, che tu abbia i denti o meno è solo un problema di chi ti si mette davanti.

Fatta, perché no, anche di quelle donne che intorno ti fanno il complimento, che di nascosto magari ti mandano un messaggio, che ti dicono quelle cose che ti fanno aprire quella ruota di piume che per consapevolezza hai tenuto nascosta per mesi spacciandola per ali chiuse pur di non smettere mai di portarla con orgoglio.

Quella vita lì.

Quella che ti dici bravo.

Solo un’imperdonabile svista, ma per il resto bravo.



Mi manca solo quello che provavo cantando.

Solo quello, davvero.

Oggi mi manca solo quello.

Ognuno ha le sue passioni.

15 giugno 2002

Buongiorno!





L'aria stasera era profumata.

E la musica era bella.

Di te che altro dire.



Ridatemi subito qualcosa di cui lamentarmi.



Sotto il ponte di baracca

c'è Pierin che fa la cacca

La fa dura dura dura

il dottore la misura

la misura trentatrè

uno due tre!

.

...

13 giugno 2002

Di chi? ...del Piero. E chi è 'sto Piero?





...Daghelàl'purtièr!!!...




Il commento tecnico a chi ne sa.

Io scrivo solo quello che per tutto l'anno prossimo sarà il fondale di "quelli che il calcio..."



...Daghelàl'purtièr!!!...




AH!AH!AH!



E verso il 27' del secondo tempo mi sembra che gli sia scappato anche un "...orgasmo...", l'ho sentito solo io?





La casa decisamente in ordine e non ci sono cazzi quando è pulita e in ordine è un sacco più bella, quei collegamenti elettrici finalmente chiusi, gli amici da me a cena e quando loro vanno a casa a mezzanotte a fare l'amore, degli altri amici da raggiungere in un locale per proseguire la serata.

La bella serata.

L'ennesima bella serata.

E per l'ennesima volta diversa dalla precedente, che aveva già aggiunto livelli parecchio inaspettati.

Sarà il caso che la smetta di lamentarmi.

Mancavi solo tu.

Ma dato che continuo a dire che mancavi solo tu ma sto iniziando ad avere qualche difficoltà a capire chi sei tu, inizio a pensare che se mancavi tu è perchè è così che doveva andare.

Se no ci saresti stata.

...

Oggi al bar è entrata una ragazza, portava una maglietta con su scritto:



Le brave ragazze vanno in paradiso.

Le cattive ragazze vanno ovunque.

-

1% - ANGEL

99% -?




Solo la mia proverbiale calma, insieme alla mia assoluta educazione al rispetto sempre e comunque, unita ad un seno nel quale in questo momento affonderei volentieri i denti, le hanno consentito di uscire senza una forchetta piantata nel collo.

...'Sta troia.

...

Ops.. mi è scappata un po' di cattiveria... mi si sarà logorato qualcosa?

Spetta che controllo... no.

...

Sono bello, e non è colpa mia.

Quindi ciccia.

12 giugno 2002



stasera mi hai fatto quattro regali.

ma non lo sai.

grazie.

'notte.

11 giugno 2002

Loro in Linkotti





Ho aggiornato i link, cosa che faccio veramente di rado, ma solo per pigrizia.

Non sono in ordine alfabetico nè di importanza.

Non sono tutti quotidiani ne tutti particolarmente (da me) conosciuti.

Ma li leggo ogni tanto arrivandoci dal mio counter o da altri blog che linkano, e non ho più voglia di fare giri pazzeschi per trovarli ogni volta.

Tutto qui.

Sono praticamente certo di averne dimenticato qualcuno, e me ne scuso.

Appena me ne accorgo lo aggiungerò.



Esaudito il sogno, visto?

Basta chiedere.





da La Repubblica di oggi:



Berlusconi detta ai giudici le regole per l'interrogatorio

Il premier disposto a testimoniare al processo per l'Imi-Sir: "Solo a Palazzo Chigi e nel mese di luglio"




ma certo...ma ci mancherebbe...ma checcazzo...nemmeno da chiedere!... altro?... chiudiamo la città al traffico quel giorno? proclamiamo un coprifuoco in zona per tutti quelli più alti di 1 mt e 30? due brioches all'arrivo glie le porto io? una simpatica sostenitrice sotto il tavolo che le fa passare la tensione?... dica lei... l'importante è che non si stressi troppo... dica lei... dica pure... è lei il capo del mondo...



vergognatevi.

[mio] dono della sintesi





La sera leoni.

La mattina dormo.

10 giugno 2002

ehh...beh...dubbi?...





3+2*3-8/2=5





Mi sento dentro a una parentesi.

Per farla sembrare più bella sto usando quella graffa, un po’ più ornata delle altre, sicuramente quella quadra non l’avrei potuta sopportare.

Ma è una parentesi.

L’ho capito quando ho visto anche la seconda, quella che chiude. Che poi sembrano le mie solite farneticazioni e infatti lo sono, se no non sarei qui a scriverle.

Ma è così. Del resto come fai a capire se la tua vita è definitivamente cambiata, se hai incontrato un bivio, se sei solo ad una virgola, ad un punto o chissà cos’altro?

Quando ti succede qualcosa che ti sposta improvvisamente in un argomento che non era quello che stavi affrontando prima, il primo istinto è quello di pensare di essere uno che sragiona. Prova a scrivere due frasi, ma quando scrivi la prima e sei a metà, non la completare e scrivi l’altra. Com’è? Hai riletto? Non ti da l’impressione di non voler dire nulla? La prima versione è che chi ha scritto quella frase è un pazzo. Ma questo solo se non si sa cosa c’è dopo. Se ti dico che dopo c’è la parentesi che chiude non diventa tutto logico? Una frase in un’altra ci può stare se la metti tra parentesi. E il bello è che dentro quella parentesi ci puoi scrivere quello che ti pare, nessuno penserà che non c’è logica. Certo che non c’è, se no non avrei avuto bisogno di isolarla in una parentesi. La parentesi non è altro che un modo per dire che cambi un attimo discorso.

Mi sento dentro a una parentesi.

Finchè ne vedevo solo il punto in cui ho cambiato discorso, mi sembrava così illogico, non ero io, io non sono illogico.

Pazzo forse, ma illogico no. Allora ho guardato come proseguiva la frase e ci ho visto la parentesi che chiude. Non so bene come prosegue la frase, perché le parole sono sempre tante e scritte piccole, quindi non le vedo bene, ma in fondo, grande e aggraziata si staglia un’inconfondibile sagoma di chiusa parentesi graffa. Che oltre che essere più carina delle altre ha anche il gigantesco pregio di poter contenere altri due livelli di parentesi. Sissì, non può che essere una parentesi graffa. Lo dimostra il fatto che dentro ho aperto anche quella quadra, quella così diversa da me, ma da qualche parte dovevo pur racchiuderle tutte quelle parole così diverse da me che sto pronunciando, e poi con quelle cose così diverse da me mi ci sto scontrando mio malgrado, nonostante siano così diverse da me. E allora per riconoscerle le metto dentro le sue belle parentesi quadre, che anche visivamente mi richiamano subito la lontananza da me. Ma non è mica un cambiamento, ho solo cambiato un attimo discorso. È che qualcuno parla la lingua quadrata e io non posso far finta che non esista, quindi cerchiamo almeno di saperle classificare. Meno male che la parentesi quadra in quanto quadra prevede anche l’alternativa logica, e cioè il suo contrario. Perché anche se sembra una delle mie solite farneticazioni e infatti lo è, se ci pensi bene l’alternativa logica di qualsiasi cosa non è poi così difficile da individuare. È sempre il contrario della cosa stessa. Se no non sarebbe la sua alternativa. Logico. E la parentesi quadra si trova a poter contenere anche la sua alternativa tonda. Quanto è strana la logica a volte. E così ti ritrovi a poterci aprire dentro anche una ultima possibilità di cambio discorso, finalmente la tua lingua, quella tonda, bella, piena, sazia.

E così ti ritrovi a spiazzare tutti facendo una cosa inspiegabile apparentemente, e ti ritrovi a cercare di spiegarla usando anche parole diverse da te, per infilarci in mezzo altre parole ancora più diverse. Di continuo.

Mi sento dentro una parentesi.

Graffa, dentro la quale ne ho aperte un sacco di altre quadre, che a loro volta ne contengo un sacco tonde.

Non sono pazzo.

Sto semplicemente applicando delle banalissime regole grammaticali.

Non cambio idea ogni minuto, ne sto facendo cose fuori dalla logica o cose per me anomale.

Io l’ho aperta la parentesi, anche in maniera abbastanza evidente direi, ora non mi si può dire nulla.

Ho l’autorizzazione della cultura italiana in persona.

Ogni volta che sembro cambiare discorso o parlare altre lingue o dire cose senza un filo logico, cerca sempre il momento in cui ho cambiato discorso, aspetta che finisco questo e fai caso se non riprendo il precedente. Sempre.

Non salto di palo in frasca, apro e chiudo parentesi in continuazione.

A scuola ti promuovono se riesci a farlo, non vedo perché se lo fai nella vita devi spiegare che non sei pazzo.

E poi scusa, è pieno di gente che continua da secoli a dire che i numeri regolano la vita, i numeri impostano il mondo, i numeri sono alla base di tutto, i numeri qui, i numeri la.

E la grammatica dove la mettiamo?

Perché nessuno si prende la briga di fondare una corrente di pensiero che punta a dimostrare che le parentesi sono importanti tanto quanto quello stramaledettissimo numero tre?

Una parentesi aperta e chiusa in maniera logica, al cui interno tutto ha una sua logica e al cui esterno tutto ritrova il suo inizio il suo proseguimento e la sua conclusione non è perfetta almeno quanto il suddetto numerillo 3?

Se no tutte quelle pippe alle medie su assi paradigmatici, assi sintagmatici, che ogni tanto ancora mi chiedo quando li ho usati, perché se me li hanno insegnati vuol dire che prima o poi li avrei usati, ne sono certo, che ce le siamo fatte a fare?

Per poi uscire e sentirci dire che contano solo i numeri?

Io in matematica avevo 3, numero che tra l'altro sostenevo essere perfetto già da allora ma nessuno mi credeva.

Però ero un genio in italiano.

E infatti non ho orologi, non so gestirmi soldi e sono assolutamente incapace di quantificare qualsiasi cosa.

Però sono imbattibile con la logica.

È mia, del resto, come potrei non saperla spiegare?

E se una cosa la sai spiegare diventa logica. Diversa da un’altra magari, ma logica in se stessa.

Se nella mia vita uso più parentesi che numeri un motivo ci sarà.

Non sono pazzo.

È che mi sto permettendo l'illogicità ricordandomi per chiarezza semplicemente di non lasciare aperte le parentesi.

Se riesco a farlo bene tutto funziona.

E io sono dentro una parentesi.

Lo so, ne ho visto la fine. Ed era positiva.

Non so come ci arriverò, non so cosa succederà nel frattempo e nemmeno mi interessa, tanto è una parentesi, ma lo so quale sarà il momento in cui chiuderò questo discorso per riprendere finalmente quello bello che ho interrotto un po’ di tempo fa.

E sarà un momento tranquillo. Non battagliero. Non duro. Non vendicativo.

Anche perchè sarà il momento in cui dovrò solo guardare una cosa che si è cancellata da sola e quindi sarà tutto tornato a posto da solo.

E riprenderò il discorso lasciato a metà quando decisi di cambiarlo un attimo aprendo questa parentesi.

Era bello, stavo raccontando una cosa bella, fatta di belle persone, di belle cose, di bei momenti. Ora qualcuno mi ha obbligato a cambiare discorso, e io ci mancherebbe l’ho fatto. Ma non ho mica finito quello di prima, che tra l'altro era pure divertente.

Questo sta per finire, devo ancora dire un paio di cose, ma per fortuna è quasi finito, anche perché come prevedevo si sta spiegando da solo in maniera fin troppo chiara, e poi riprendo finalmente quello bello di prima.

Che era quasi una favola.

E come tale ha il suo bel lieto fine.

E quello di cui parlo oggi dentro questa gigantesca e consapevole parentesi, sarà finalmente solo una stupidissima barzelletta.

Come del resto merita.



Tipo quella che parla di quella donna che era stata costretta ad andare in giro con una lettera “A” sul vestito e un giorno viene fermata da due donne per strada che le chiedono “Ehi, scusa, ma cos’è quella “A” che porti davanti?” e lei pensando che le due ci credessero risponde “E’ l’iniziale del mio nome”. Mentre le due si allontanavano lei le sentì sussurrare “poverina..” e pensò “Ecco, loro si che mi hanno capita”.



AH!AHH!AH!AH!!AAAH!A!HA!!!AH!AH!AH!

...

piaciuta?

non l’hai capita?

La conoscevi già?

Riferimento troppo colto?

Troppo sottile?

Evabbè… se non l'hai capita fa niente... come si dice, vivrai lo stesso.

In fondo dai... un paio di qualità le hai pure tu…

Hai un bel corpo e sei brava a quantificarlo. (traparentesi AH!AH!AH!)

Entrambe numeriche (del resto la perseveranza è sempre stata il tuo forte) ma sempre qualità.

Devi solo prenderti la briga di circondarti di gente che non conosce la grammatica per andare avanti senza rischi.

Sempre più sottile.



Ho avuto tue notizie, si nota?

E da uno nuovo soprattutto, così per confermare gli altri, un'altro ancora di quelli che pian piano han deciso di dire cosa pensano.

Non so se essere più dispiaciuto per come stai sporcando il nome o il cognome.

In ogni caso è stupefacente vedere come stai riuscendo a distruggerli entrambi con un'unica arma.

Ma se non hai capito quella di prima, figurati questa.



P



Non scaldarti… sta per “Povera”



Pensi che stia parlando con te?

Perché?



Non basta avere i numeri per ottenere il risultato giusto.

Ricordatelo sempre.

Alla fine i conti devono sempre tornare.

Oppure sarà sufficiente evitare gli esami.

E si vivrà lo stesso benissimo.

Qualcuno addirittura felice.



Ah… tra parentesi…a proposito di esami... mi chiedevo…ti sei poi iscritta all’università?

Tanti esami là, sai?…

Là, se dici un numero, ti chiedono di dimostrarlo, e non solo a parole.

Ma soprattutto ci sono anche professoresse donne.

(madoooooooo! ma come mi vengono così a raffica? sottile sottile sottile sempre di piùùùù!!! devo scrivermele! Ah! già, lo sto facendo!)

Dicevo...Ti sei poi iscritta?

Ovviamente era una domanda ironica.

Quasi una barzelletta.

...

E l'inglese?... Dimmi dimmi dai...che sono curioso di sapere a che punto sono i traguardi che dicevi di poter raggiungere...

L'inglese come va?...Sei passata ad un corso più avanzato?

O hai trovato un alibi anche per questo fallimento?

A chi hai dato la colpa 'sta volta?

...

Vabbene vabbene... la smetto...se no finisce che ti chiedo anche del lavoro...

Del resto sarebbe una domanda inutile, da come attribuivi la promessa-promozione ai tuoi meriti professionali, è certo che sei stata promossa.

Perchè sei stata promossa vero?

...

Così... ho aperto la mia solita parentesi sulla mia parentesi triste.

Giusto perchè mi hanno raccontato le recenti dimostrazioni di valore.

...

Ahh..queste malelingue!!! Tutti che vedono la stessa cosa sbagliata...

...

Meno male che sei riuscita ad ottenere la protezione dell'ignoranza.

Un dono (del cielo) per alcune persone.

E se quelle di prima erano sottili, qui, davvero, mi sono superato.



3+[2*3-(8/2)]=5

7 giugno 2002

merda





avevo scritto tutto, ringraziamenti, riassunti, discorsi, risultati, effusioni, complimenti, saluti.

ho schiacciato il tasto sbagliato.

merda.

cancellato tutto.

sono tornato.

Ora vado a fare la spesa, poi vediamo.

Grazie a chi mi ha pensato in qualsiasi forma l'abbia fatto, è l'unica cosa che riscrivo.

La più corta, la più sincera.

Il resto...paranoie da bambino.

E io ora sono un ometto!

2 giugno 2002

Broono è in viaggio per lavoro





Fino a giovedì.

E anche se sarà via, mercoledì compirà i suoi bei trent'anni.

In uno dei posti più tristi del mondo!

Vabbè...

Auguri per mercoledì.