29 giugno 2002

il matto sul letto che scotta





Ho tutto ma non il tatto. Che tanto il tatto alla fine non è tutto. Ma tolto il tatto mi resta il tutto che è comunque tanto. In tutto questo ho anche un tetto. Anzi due tetti. E sotto entrambi sono carente di tatto. E anche tanto. Ma tutti sanno che sotto quei tetti non c’è tatto, sotto questo soprattutto. Qualcuno dice che ci sono tante tette. Ma questo non aggiunge tatto sotto il mio tetto, perché può succedere solo se con le tette c’è contatto. E finchè non c’è contatto il tetto resta il mio tetto e per mantenerlo faccio di tutto a volte scarseggiando di tatto. Per questo notoriamente sotto il mio tetto non ho molto tatto soprattutto con le tette. Se poi provo a parlare come se fossero mie anche le tette è chiaro che sotto il mio tetto non avrò tatto per tutti. Ma visto che ho parlato di tette senza tatto è successo che ho incasinato il tutto. Ma solo per colpa del tatto. Che non c’è sotto questo tetto. E lo sanno tutti.

Perché lo ripeto da sempre che sotto il mio tetto non c’è tatto ma che questo dopotutto è un accettabile baratto. Sapendo bene di sembrare matto, rischio che accetto tutto quando tento di spiegare che se non voglio ancora te è perché non mi sento ancora così matto da desiderare anche il tuo gatto, che per me è un pensiero bello ma che so sembrare brutto, e che è una roba tutta mia che tu so bene non hai mai detto, mentre tu sei convinta che sia perché io ho paura che se io ti tocco le tette tu poi mi tocchi il tetto. Ma ammetto che il dotto possa non essere sempre adatto. A volte capita che il brutto abbia anche dell’altro sotto. Ma questo poco importa, perché se non ho tatto tutto diventa torto. Ma tolto il torto dovuto alla mancanza di tatto, il mio tetto ha tante cose sotto. Tra cui ancora anche un lutto che ha occupato tutto lo spazio del tatto, che per il momento se la può cavare anche da solo da un’altra parte. Ma comunque, alla fine, del fatto di non avere tatto sono anche abbastanza soddisfatto, perché se avessi anche tatto avrei tutto e in quel momento diventerei brutto. Ed è una cosa che escludo del tutto. Anche in virtù del fatto che se diventassi brutto solo per offrire tatto, rischierei di perdere tutto. E non lo voglio affatto. Quindi tento il tutto per tutto cercando di non essere brutto, sapendo però che c’è il rischio che non tutto sia uguale per tutti. Ma so riconoscere il torto sotto sotto. Non ho avuto tatto. E ho ferito. Tutto per non aver provato ad avere tatto anche se niente è mai stato detto. E il bello è che in tutto questo, il tatto è una delle cose che ho difeso più di tutte sotto il mio tetto quando ho spiegato che è vero che sotto il mio tetto c’è anche un letto, ma che non è tutto, al contrario di quando ero convinto che bastava un contatto sopra il mio letto per avere un tetto. Che poi se rivedo il tutto mi rendo conto che non hai tutti i torti, non ho avuto tatto e questo mi rende in torto. Ma dopotutto il tatto, quello che vale più di tutto, sono riuscito a non perderlo del tutto, se non altro quando si tratta di non approfittare di quel letto che sta sotto il mio tetto, il quale dopo aver visto di tutto mi ha detto che avere tatto è giusto, ma che non è tutto. Ora… tolto il discorso del tatto, e del fatto che non sono capace di dire bene tutto, senza ritornare a quello del letto che hai capito come quello del tetto, chiudo il tutto con le mie scuse per tutti.

Ma in particolare per quelle tette delle quali, anche se le tratto con poco tatto, ho un grandissimo rispetto.

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Chiedo scusa a chi ho involontariamente ferito con le mie parole sulla maternità.

Chiedo scusa a te soprattutto.

Non ho avuto tatto.

O comunque non del tutto.

Mi fai un sorriso?

Come non detto.

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