20 settembre 2005

E ti vengo a cercare

È che mentre sto in silenzio, penso che io nella vita non ho mai capito un sacco di cose.
Prima tra tutte, che tu vali quella cosa là, quella che ti cambia la vita.
E che qualsiasi silenzio tu riesca a ottenere da me, a levarti dalla testa proprio non ci riesco.
E che però forse sarebbe anche il caso che ti lasciassi vivere la tua vita, mentre io mi vivo la mia.
Figlio di puttana che sono.
Almeno finché non troverò il coraggio di venire da te.
Per sempre, intendo.
Consapevole che la porta la troverò decisamente, giustamente, definitivamente chiusa.
Sono sempre stato un'accozzaglia di parole inutili e niente fatti a seguire.
Tu, la cosa più bella che mi sia capitata negli ultimi anni.
Che frase banale, eh?

Arriverà un giorno nel quale smetterò di vivere la vita degli altri.
Ci sarà un giorno nel quale la stanchezza arriverà al punto che aspetto da tanto e mi farà fare la pazzia di cominciare a vivere la mia.
Niente promesse da film.
Niente “E ti vengo a cercare”.
Basta parole inutili e niente fatti a seguire.
Se ti trovo, bene.
Altrimenti sarai il mio più grande rimpianto e ciccia.
La tua.
Nelle grandi tette, nella gonna lunga.
In quel tuo dire “Bruno” mentre fai l’amore.
Spero solo quando lo fai con me.
Spero per te, intendo.
Anche un po’ per lui.
Vabbè, cazzi suoi.
Vedi?
Continuo a vivere la vita degli altri.
E intanto, così facendo, qualcun altro si vive la mia.
Tu.
Mi abiti dentro.
Termoautonomo, no perditempo.



A Mario,
Al giorno che partecipò al provino per "Ufficiale e Gentil Uomo"
foto di scena
esterno giorno
Mario capisce che ciò che deve fare è fregarsene di tutti e entrare nella lavanderia per prenderla in braccio e portarsela via per sempre.

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