7 settembre 2014

Art Attack

Il mondo delle arti visive fa i suoi percorsi, regala esperimenti, compie evoluzioni decennali, realizza parabole, azzarda avanguardie.
Anni di ricerca e sintesi, per poi fare il puntuale salto indietro di ottant'anni ogni volta che si ripresenta l'imperdibile occasione per mostrare al mondo i modernissimi risultati dell'evoluzione sociale e culturale di una non marginale quota di questo paese.

Lettura radical-chic a parte, andrebbe anche precisato che finché qualcuno non alzerà la mano per includere, tra tutti gli attori di questa vicenda fin qui raccontati in ogni angolo di news, nell'elenco dei responsabili anche quel folle che ha avuto la brillante idea di mettere in pattuglia di strada in un rione come il Traiano un agente di 22 anni, temo che non si farà molta strada per capire come evitare il prossimo.
O meglio, come fare la propria parte per evitare il prossimo.
Perché poi resta l'altra e considerando il fatto che il corteo funebre ha avuto le strade a disposizione perché bloccate da una prima linea di scooter sui quali sedevano naturalmente non meno di due frequentemente tre autoeletti vigili urbani che per non sciupare il pregiato taglio di capelli nonché per mettere in chiaro chi comanda dove non indossavano il casco, temo che la strada verso una possibile soluzione, se escludiamo il napalm sull'intera area, sia ancora piuttosto lunga.

19 commenti:

  1. Beccare chi ha mandato un "burba" di 22 anni in quel quartiere? Allora andrebbe denunciato tutto il corpo dei carabinieri (polizia, finanza, ecc.), perché non è solo uno a decidere, ma tutti, in quanto parte di un sistema in cui gli "anziani" hanno già il loro giro tranquillo, o sono chiusi in ufficio con mille malori che li esentano dall'andar di pattuglia, o sono impegnati con scartoffie irrimandabili... In strada restano solo i giovani, gli esaltati che si sentono Rambo, quelli "in punizione" e quelli che danno fastidio. E non solo a Napoli. Solo che magari a Milano o Padova o Bologna o Firenze hanno a che fare con una mentalità criminale che non è diventata cultura dominante e di riferimento, e allora le occasioni di sparare sono meno frequenti.

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    1. Non sono d'accordo.
      Io di gente in divisa nella mia vita ne ho vista molta e frequentata altrettanta e posso garantirti che l'immagine degli anziani imbucati che si costruiscono morbidi scivoli per la pensione il più lontani possibile dai problemi per risolvere i quali hanno scelto di indossare quella divisa, è risultato più di un'immagine distorta dell'arma che di realtà.
      Ho passato anni ad avere come compagnia uomini della Dia e della Volante (di Milano) e ti assicuro che ogni singola azione e ogni singola scelta che nel tempo ho visto loro compiere, comprese scelte di vita personale che definire "sacrificio" non renderebbe abbastanza l'idea di quanto lo sia, ha avuto sempre dietro un valore personale e professionale che l'80% dei civili che conosco non sanno nemmeno dove stia di casa.
      Non una sola volta ho visto uno solo di loro sottrarsi, o anche solo lontanamente cercare di farlo, a quella che nel loro caso, essendo tutti di grado alto, sarebbe stata una scelta anche facile, gestendo ciascuno di loro "burbe" che a ordine ricevuto avrebbero dovuto eseguire al posto loro senza fiatare.
      Eppure ti garantisco che non una volta ho visto qualcuno di loro, e ne ho conosciuti proprio tanti, mettere davanti qualcun altro che non fossero loro stessi, là dove il problema richiedeva uomini di qualità.

      No mi spiace, non mi riferisco a quelli conosciuti da me, nonostante il numero mi permetterebbe anche di generalizzare, ma proprio all'arma in generale perché in quegli anni in maniera più o meno diretta l'ho attraversata abbastanza da farmene un'idea che posso dire oltre l'esperienza personale.

      Ci sono delle vere e proprie mine vaganti, un discreto numero di esaltati e certamente anche imbucati alla ricerca del facile stipendio, ma stiamo parlando della statistica che li evidenzia in qualsiasi professione, non di una caratteristica dell'arma in sé tale da farne paradigma e conseguente giudizio sull'intero.
      Non più di quanto sarebbe sbagliato farlo su qualsiasi altra professione.

      Io posso solo inchinarmi di fronte agli uomini che ho visto all'opera e non solo per esperienza indiretta ma anche per questioni mie personali.
      Per questo quando qualcuno, cavalcando l'immagine culturale distorta che ci vorranno secoli per risolvere, li chiama "sbirri" in mia presenza, non sto evidentemente parlando di te non avendolo tu fatto, mi girano vorticosamente i coglioni e non riesco a trattenermi dal rimettere i birilli al loro giusto posto.

      Quelli che ho avuto accanto io sono persone che ho visto liberare fermati "stupidi" solo per risparmiarsi proprio quelle ore di rapporti e scartoffie d'ufficio che li avrebbero tenuti lontani dalle strade nelle quali erano più utili.
      E li ho visti piangere di ritorno da un intervento per salvare un bambino dalla violenza domestica o muovere interi eserciti solo per aiutare un'amica in difficoltà.

      Ce ne sono di fanatici e di veri e propri criminali, certo che ce ne sono.
      Ma la qualità di quelli che non lo sono è tale da compensare e riempire ogni angolo libero di stima e rispetto che quei fanatici spesso ci spingono a togliere all'intero corpo.

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    2. Io non ne ho incrociati molti, ma quelli che passa il convento da queste parti e con cui ho avuto a che fare non collimano proprio con quelli descritti da te. Son più i galletti imberbi in divisa e i graduati dall'ampia circonferenza che quelli di cui ti fideresti una situazione appena critica.

      Si vede che gli stessi che mandano i 22enni in zona di guerra sono quelli che li mandano anche nella sonnacchiosa provincia veneta devo i reati principali sono l'evasione fiscale e l'ubriachezza molesta.

      In ogni caso, io percepisco anche ben poco addestramento e una forte tendenza a mandare la gente allo sbando.

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    3. Riconfermo la loro esistenza.
      Io stesso ho contribuito a farne condannare uno (di polizia locale) testimoniandogli contro e ottenendo sia la condanna che la perdita della divisa e solo perché si fece sfuggire parecchio di mano il concetto di "potere" pensandosi protetto da quella stessa divisa che oggi vede col binocolo, quindi figurati se non riconosco o, peggio, nego il problema.
      Il senso del mio discorso è che una parte del totale non può essere usata per disegnare i contorni del totale.

      Per esempio in quella vicenda lì, quella che si concluse con una condanna del poliziotto, a gestire la situazione che dopo diverse ore era decisamente andata oltre, arrivò un furgone di Antisommossa dal quale scesero tre, dicasi solo tre, cristoni di due metri senza armi addosso se non la pistola d'ordinanza, che non fecero altro che indossare i guanti di pelle (e a tutti bastò), guardare le persone, vedere l'agente in questione, dirci "Ah è lui? Lasciate fare a noi" per poi gestire tutta la faccenda chiedendo, loro tre, come unico aiuto per tenere calme le persone intorno l'intervento dell'unico tra noi che s'era fatto 7 anni di galera, da loro subito riconosciuto come l'unico a cui rivolgersi per gestire le persone mentre loro risolvevano il problema agente.

      Il mondo in cui operano quelle persone è molto complesso, fatto di persone d'oro come di persone di merda, che considerando la dotazione dell'arma e del potere della divisa si traducono di conseguenza in persone molto di merda.
      Io, nel riconoscere il problema dell'ampia presenza di questi ultimi, continuo a dare al totale i contorni disegnati dalla qualità dei primi.

      Però so anche che l'esperienza personale in questi casi fa tanto e quindi non sto contestando la tua lettura, ma ne sto solo offrendo una uguale e contraria.

      Per esempio io la tua idea pessima la applico alla magistratura, perché a oggi ho solo avuto esperienze pessime, fino al punto che col magistrato del caso lì sopra ci ho persino litigato alla fine della mia testimonianza perché ebbe la brillante idea di "sgridarmi" per una cosa della quale non ero per nulla responsabile non sapendo che aveva davanti uno che tutto ha tranne che il timore reverenziale.
      La sistemai così duramente che chiuse l'incidente scusandosi, mentre il nostro avvocato si nascondeva sotto il banco temendo un mio aver compromesso una vittoria ormai certa.
      E altri episodi così ti potrei raccontare, parlando di una magistratura che altro che riforma, ci vorrebbe un vero e proprio tosaerba.
      Ma so anche che i magistrati non sono (solo) quelli che ho incontrato io e per questo, pur avendone un'idea pessima in termini di esperienza diretta, non smetto di attribuirne le storture al sistema magistratura come regole e procedure e non al totale umano che è fatto anche, soprattutto, da persone altissime.

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  2. Anonimo08:39

    senti Cherì, però cercare su gùgol "font fascista" non è storicamente né filologicamente corretto: si attribuisce valenza politica ad un'elaborazione grafica che col fascismo ha condiviso soltanto (ma non sempre, va detto) il periodo cronologico della sua "invenzione".
    ecco.

    :)

    lisa

    p.s: e comunque, le architetture e il design degli anni '30 oggi ce li sognamo e basta.
    (e sono pronta a difenderli a spada tratta, si sappia)

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    1. "Le architetture e il design degli anni '30 oggi ce li sogniamo e basta (e sono pronta a difenderli a spada tratta, si sappia)": parole sante: l'ultima, autentica forma d'arte che l'Italia abbia conosciuto. E l'Eur (la parte originale) è un capolavoro, al di là del bene e del male.
      Seconda spada: presente! ;-)

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    2. Ma ti dirò, mentre tu eri in pausa dal blog la stessa discussione (nel senso di scambio) la si è avuta intorno al detto "in alto i cuori", ieri chiosa delle marcette della RSI, poi dei simpatici affezionati dell'estrema destra, oggi dei mantra cantilenanti dei grillini.
      Come giustamente in quei giorni fece notare Dion, quella chiosa ha origine nella liturgia cristiana medievale ed è quindi sbagliato, o diciamo non del tutto corretto, utilizzarla per identificare in uno di destra chi oggi la usa.
      Magari è un appassionato di liturgia cristiana medievale.

      Così la croce celtica, a sua volta simbolo religioso risalente tipo all'anno mille.
      Perché pensare che chi se la tatua sulla fronte voglia comunicare al mondo la sua posizione sull'annosa questione dei ragazzi di Salò solo perché quei ragazzi condivisero quel simbolo per un tratto della sua vita artistica che, parametrato ai secoli dai quali esiste, è uno starnuto, magari è solo un appassionato di cristianità secolare.

      Idem il font linkato.
      Si chiama Tradizione perché probabilmente vuole marcare il suo richiamarsi alla tradizione artistica italiana e se è l'unico font usato in tutte le produzioni grafiche dell'estrema destra, ufficiali o di strada, è perché lo skinhead è notoriamente un frequentatore di gallerie d'arte che dedica il proprio tempo alla nobile missione della diffusione dell'amore per la storia dell'arre italiana.
      Infatti le curve degli stadi, nelle quali gli striscioni sono tutti scritti con quel font, sono mica curve di nazi/fascisti: sono performance situazioniste settimanali.
      Tipo dei flashmob ma con finalità molto piú culturali.
      Sì sì.
      :)

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    3. Considerato che dentro una struttura fascista ci lavoro (ma per fortuna il mio ufficio è nella vicina "struttura conventuale cinquecentesca"), direi che sarebbe solo un bene se potessimo "solo" sognarcele, vista la normale qualità costruttiva ("Sabbia, guarda bene: quello si chiama Cemento, impara a fare come lui senza chiedergli aiuto"). Quanto allo stile razionale, spesso lo è solo esternamente, perché in molti casi lo scopo dell'edificio non era il suo utilizzo, ma il far colpo (a volte letteralmente, quando cadevano i pezzi).

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    4. Anonimo22:57

      vabè, allora mettiamoci anche la bandiera del Che e bonanotte, scusate.

      Jack,
      a parte la sabbia e la cosiddetta architettura razionalista "che fa colpo", mi sa che tu conossca davvero poco, dell'architettura anni '30.
      Io dico solo che ce le sognamo non perché vagheggio con nostalgia le premesse culturali che sfociarono (ma solo in parte, volendo essere storicamente corretti) nell'ideologia fascista - ad esempio, a me l'Eur pare un gran troiaio.
      Però complessi come la Stazione SMN di Firenze, e, sempre a firenze, l'odierna scuola di Areonautica alle Cascine sono state concepite come un tutto rganico, arredi interni compresi - è a quel design lì che mi riferisco.
      Mi spiace, ma su qs argomento sono un osso duro, non ce n'è. :))

      per le foibe, caro anonimo, passiamo oltre per favore - non iniziamo a tirare in ballo i morti per stupide contropartite.

      lisa

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    5. Quella delle foibe è una battuta che si usa per sottolinare il benaltrismo, o il desiderio di cacciare tutto dentro un unico calderone. Anche se a rigore andrebbe scritto "...e allora le foibbe?" proprio come la diceva Caterina Guzzanti.

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    6. Anonimo23:24

      ...con la scusa del calderone non se ne parla comunque mai...neppure l'undici febbraio.....prova a pensare perché maggicopinti si butta sempre in burletta...

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  3. Anonimo23:38

    caro Anonimo,
    delle foibe son d'accordo con te - se ne parla sempre troppo poco. Ma invocarle a ogni piè sospinto quando si parla di fascismo (e solo per mostrare quanto erano brutti e cattivi i comunisti versus fascisti), personalmente lo trovo molto svilente.
    poi anche a me piacerebbe parlare una volta perbenino delle foibe - ma conosco solo testimonianze e tesi in maniera mooolto superficiale, e per questo non oso iniziare un discorso sull'argomento.

    lisa

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    1. https://www.youtube.com/watch?v=vOt7dJZo8UU

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  4. Anonimo23:39

    volevo dire "testi" e ho scritto "tesi".
    quando si dice il lapsus. :))

    lisa

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  5. Anonimo23:42

    Alle primarie chi votiamo: richetti o bonaccini?

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    1. Balzani, direi.

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    2. Anonimo18:18

      io Michael Cunningham. :D

      lisa

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    3. Bart23:41

      perché del bono no? ;)

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    4. Anonimo11:42

      bono è bono, su questo non c'è dubbio. peccato mi sia un po' (tanto) ghèi, sob.
      (non parlo di politica, mi sono innamorata... ah!)

      lisa

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