26 settembre 2014

Huston tutto ok, un buco ma niente di che, ci sentiamo più tardi

Poi ci sarebbe da fare tutto un discorso serio, serissimo, sul confine sottile, sottilissimo, che separa la percezione dall'autopercezione.
Sottile al punto da portare (chi non lo tiene sempre ben presente) a sovrappore le due importanti, importantissime, funzioni della mente umana fino a farle coincidere in una funzione unica che agisce nella stessa maniera sia che si tratti di analizzare il prossimo, sia che si tratti di analizzare se stessi.
Di più, spesso la sovrapposizione delle due funzioni, o diciamo dei parametri che si utilizzano per svolgerle, diventa la maniera con la quale la mente risolve le trappole di una delle due utilizzando i risultati dell'altra.
Il sistema che la mente utilizza è semplice quanto efficace: basta mettere i risultati delle due diverse osservazioni nella stessa colonna e poi invertirne le posizioni, l'una diventerà soluzione dell'altra secondo il semplice principio della priorità, quello che vede un problema non smettere di esser tale solo perché superato da uno più grande, ma lo rende non più urgente e quando un problema non è più urgente la mente smette di percepirlo come tale pur non intervenendo sul suo esserlo.
Cioè è sbagliato pensare che l'unica soluzione a un problema sia la soluzione a quel problema, ne esiste una seconda ed è il togliergli urgenza.
Hai lo stesso risultato finale che tutti cercano e quel risultato non è la soluzione di un problema ma la riduzione del numero dei problemi da risolvere di un'unità.
Puoi arrivarci risolvendolo o levandolo dalla lista di quelli da risolvere.
Nel secondo caso hai oltretutto il vantaggio di ridurre di un'unità il numero totale dei problemi, senza aver fatto nulla per risolverlo.
E' il motivo per cui quasi tutti scelgono questa seconda via appena si può.
Sicuramente tutti quelli che, più o meno inconsciamente, sono consapevoli del loro non disporre della soluzione, cosa che diventa di fatto un fondamentale sistema per riconoscerli.

Vabbè ho capito l'ho fatta troppo complicata, madonna mia ma perché cazzo non capite mai al primo colpo quello che dico?
Ecco questo è un esempio di quella sovrapposizione lì (ve l'ho detto che non l'avevate capito).
L'istinto all'autoconservazione, quello che ci porta a negare le nostre difficoltà e inadeguatezze, per risolvere la trappola di una troppo onesta opera di autopercezione si rivolge alla percezione del mondo esterno spostando su di esso il punto focale.
Così non sono io che non mi spiego, ma secondo i parametri che utilizzo per misurare il mondo esterno nel quale nella maggior parte dei casi io mi percepisco migliore di quasi tutti quelli che ho davanti, siete voi che non capite.
Del resto non siete intelligenti come me e quindi la cosa diventa autoavverante al confine col lapalissiamo.
Io non smetto di avere evidenti problemi di esposizione né voi smettete di averne altrettanto evidenti di comprensione, ma semplicemente invertendo le posizioni per portare il vostro in posizione prioritaria, il mio diventa marginale: a che mi serve provare a risolvere il mio problema di esposizione se poi comunque sempre voi ho davanti, voi che non capite un cazzo?

Dai madonna non fate quella faccia, non facciamo che oltre a essere stupidi siete pure permalosi perché altrimenti qui davvero non se ne esce più.
Ecco questo è un altro esempio di quella sovrapposizione lì e ci sarebbe da fare tutto un discorso serio, serissimo, sul confine che ne rende così facile l'interscambiabilità.
Fateci caso, quante volte se non ridete a una battuta cretina siete immediatamente bollati come permalosi?
Che la battuta fosse effettivamente cretina potrà mai considerarlo, chi l'ha fatta?
Ecco, quel potere salvifico lì dell'interscambiabilità tra percezione e autopercezione.

Ma qui il punto è che io sto parlando a parti invertite e lo stupido permaloso, secondo la tradizione che da queste parti in questi giorni va per la maggiore, diciamo andava per la maggiore fino a ieri sera nel momento in cui si è chiuso lo show chiudendo anche ogni questione e invertendo il mondo, in non pochi casi dovrei essere io.
E dico Dovrei, lo dico io al posto tuo, perché io non ti ho mandato affanculo dicendoti che se non avessi cambiato il tono con il quale ti rivolgi a me io sarei salito su un volo verso casa a spese mie nei cinque minuti successivi e il tono infatti l'hai cambiato, così come non ti ho detto di dirgli di venirmelo a dire di persona (sottotesto: se ha il coraggio) quando mi hai detto che l'AD ha detto, l'AD vuole, l'AD pretende, perché sono uno stupido permaloso ma per l'esatto opposto, perché sono un cazzo di professionista con una solidità che con la metà ci si invade Saturno e ci si trova pure giacimenti d'acqua sugli anelli, giusto per farti capire che se sono così capace di fare le cose è perché non solo so scegliere sempre esattamente la cosa giusta da fare, ma quando quella cosa giusta può essere fatta in dieci direzioni diverse tutte ipotizzabili, io ti dico anche esattamente qual è quella da scegliere per andare a colpo sicuro e non te lo dico dopo aver provato l'inutilià delle restanti nove ma subito al primo colpo secondo quello che si chiama l'istinto, chiamala esperienza, mettici professionalità, insomma quella cosa che tu mi stai pagando un sacchissimo per avere e se io non l'avessi significherebbe che o sono molto furbo io o sei molto stupido tu.
Ed è per questo che a te l'AD urla sulla faccia, mentre a me ha chiesto di scendere dalla regia perché doveva, quel tipo di Doveva che è sublimazione dell'insufficienza del concetto di Voleva, abbracciarmi pubblicamente per ringraziarmi sia ufficialmente, il lui che ti chiama, sia umanamente, il lui che ti abbraccia.
Tu gli dici sempre di sì, io glielo dico solo quando è Sì davvero nel senso che posso garantirlo altrimenti è No e puoi far scendere tutti i cazzo di santi del paradiso ma un mio No, quando è tale, non ha prezzo nel senso che non me ne può fregar di meno del fatto che tu paghi, anzi, è proprio per quello che ti dico No, perché sono pagato per scegliere la cosa giusta da fare nel momento esatto in cui non ci sono alternative e quella cosa giusta a volte è un Sì, a volte è un Forse, a volte è un No, praticamente come nella vita ma pagato e se mi paghi per vivere è il mio farlo che giustifica i soldi spesi, non il mio non farlo, e così come nella vita non sempre dietro a una non risata c'è un permaloso a volte c'è semplicemente una battuta cretina, nel lavoro non sempre dietro un mio No c'è il mio caratteredimmmerda, quando è quello lo so e dico Sì, se dico No è perché dietro quel No c'è una domanda cretina, una richiesta inutile, superflua, che crea solo problemi senza aumentare il valore di nessuna colonna se non quella del tuo ego, ma in quel caso nemmeno mi metto a confronto, che prevalga il mio lo so così bene che manco mi metto lì a dimostrarlo, è così.
Quando è un No non è trattabile, altrimenti non è un No ma un Forse, ma se fosse un Forse avrei detto Forse, non mi manca il dizionario dei tre termini e la mia versione del "Libro delle Risposte" ha solo tre pagine "Sì - Forse - No" e quindi è anche facile da consultare, motivo per cui se ho detto No, vai pure al bar, in piscina, appenditi a un albero assolda dei killer vai in analisi per farti spiegare perché uno così più in basso di te nella scala sociale con la quale la tua autopercezione legge il mondo esterno, sia in grado di metterti sul tavolo un No contro il quale tu non hai strumenti, fai quello che vuoi ma mettiti l'animo in pace perché se io dico No è No.

Ora dovrebbe intervenire la tua autopercezione per spiegarti perché tu mi paghi proprio per essere più potente di te, ma è chiaro che prima che tu arrivi all'unica risposta possibile e cioè che pagandomi per essere più potente di te è chiaro che tu sei la prima persona che dovrò mettere sotto perché tu abbia la netta percezione di aver speso benissimo i tuoi soldi (un terzo professionalità, un terzo politica, un terzo psicologia: showbiz) il tuo istinto di conservazione interverrà e tu in una frazione di secondo invertirai gli strumenti e leggerai il tutto secondo la percezione del mondo esterno nel quale se questo avviene è perché sono io a non aver capito chi tu sia e non viceversa e questo è il motivo per cui alla fine vengono sempre tutti a farmi i complimenti non perché sono bellissimo, anche ma dopo, non perché sono intelligentissimo, anche ma dopo, non perché sono simpaticissimo, anche ma dopo, non perché sono umilissimo, anche ma dopo, ma sempre e prima di tutto per la stessa cosa: sono calmissimo nelle situazioni in cui intorno c'è solo gente a un passo dal suicidio perché "Oddddio tra un'ora inziaaaaaaaa!!!" mentre io sono progressivamente sempre più sereno perché per me quell'istante lì è "Tra due è finita".
Ora immagina lo scenario:
Durante il panico e il caos generale dei passeggeri di un aereo che sta attraversando una tempesta io ti do la possibilità di entrare in cabina di pilotaggio.
Immaginato?
Bene, ora dimmi: aprendo la porta della cabina tu ti aspetti di trovarci il pilota che chiede al co-pilota di tenergli la mano mentre piange disperato?

E' andata come sempre benissimo.
Sto cominciando ad annoiarmi, devo iniziare a sbagliare qualcosa.
Come nella vita personale, ma pagato.



3 commenti:

  1. Direi che questo testo non era twittabile

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    1. Diciamo che la sua versione tweet sarebbe stata così:
      "No! Segue Fattura. <3"

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  2. Anonimo22:14

    passo velocissima, e leggo le ultime tre frasi.
    houston, concordo: anch'io sto iniziando ad annoiarmi, a forza di dare in brocca.
    ah, mi hanno soprannominata "l'Oracolo".
    fai tu.

    :))

    lisa

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