20 settembre 2014

Tu mi turchi



Tradizione vuole che settembre sia il mese in cui gli USA decidono di bombardare la Siria e noi, che alle tradizioni ci teniamo, non manchiamo di accompagnare questo storico appuntamento ormai annuale con il nostro viaggio là dove il rumore dei bombardieri sia sincronizzabile con la musica dei nostri palchi.
Siamo abitudinari, ci piace la certezza del conosciuto, perché andare alle Barbados come fanno tutti quando possiamo andare di nuovo là dove il cielo è solcato dagli scii kimici dei droni dello Zio Sam e ogni aeroporto è una scommessa col destino.
Cioè, destino è quando tu stai a casa e ugualmente salti in aria, quando vai a farti tutti i confini attualmente in guerra è oggettivamente difficile parlare di sfiga, nel caso.

Nel caso sono un po' stanco.
Non faccio vacanze da due anni e l'ultimo è stato decisamente tutt'altro che semplice.
Se solo penso a cosa accadeva esattamente un anno fa in questi giorni, come stavo in quei giorni, come stavo in quelli prima e come sono stato in quelli dopo, pare incredibile sia passato davvero un anno e invece.
Ma poi mi ricordo che questo è stato anche l'anno in cui ho ricominciato a credere che possa davvero accadere, l'anno in cui una buona metà è stata interamente occupata dal pensiero più bello che possa esserci, secondo credo solo all'attesa di un figlio, il pensiero che il destino abbia per te in programma quel da domani che hai sempre sognato, da domani in poi e per sempre e che quel domani si chiami così perché è davvero domani, poi domani ancora, poi domani ancora, poi.
Quanti tornado nel cuore accipicchia, non ne vorrei dimenticare nemmeno uno, come fosse possibile che accada tra l'altro.

Vi devo parlare di due libri e sto aspettando di avere il tempo di farlo, ma voi fidatevi che un giorno il tempo lo troverò.
Non domani ma lo troverò, ora vado un attimo in guerra e poi lo troverò.

Ho lavori talmente uno attaccato all'altro che non mi conviene nemmeno più tornare a casa tra uno e l'altro, ho fatto una valigia che contiene roba per otto giorni di piena estate e poi per tre di pieno inverno, sto partendo per la turchia con i maglioni in valigia per il lavoro successivo, se me la aprono non ho assolutamente idea di come cazzo gliela potrò mai spiegare, in turco, a un turco, posso dirgli che fumo molto, magari ride e mi fa passare, se non scrivo più sappiate che non fumava come un turco.

Un paio di settimane fa mi chiama mio fratello e mi dice che a casa a Milano c'è una raccomandata intestata al tribunale di Torino.
Rimango perplesso, ne ho bazzicati diversi ma a Torino non ho fatto del male a nessuno né nessuno ne ha fatto a me, cioè sì ma me ne guardo bene dal mettermici in guerra e tantomeno per vie legali, ché mi è già costata abbastanza quella storia, in tutti i sensi, la raccomandata è un atto di citazione, gli dico di aprirla e leggere chi mi cita.
Il mio avvocato.
No, fermi, seguitemi e non vi distraete: non ho chiesto al mio avvocato di leggermi la citazione, l'ho chiesto a mio fratello, il mio avvocato è quello che mi ha citato.
Cioè il mio avvocato, quello che da un paio d'anni pago per il recupero dei mille mila crediti di gente che pensa che lo spauracchio del "Fammi causa" con me funzioni e a oggi se ne sono pentiti tutti perché io causa te la faccio eccome e fin'ora ho sempre vinto perché non sono mica cretino, dicevo il mio avvocato che a oggi mi ha sempre suggerito di accettare le proposte di parziale compromesso e da me si è sempre sentito rispondere picche (leggi: Digli che voglio tutto) e che grazie al mio non dargli retta si è sempre preso percentuali maggiori di quelle che avessi ascoltato lui avrebbe preso, mi ha citato in causa per recupero crediti.
Mi ero perso 100 euro di fattura conclusiva.
Cioè il mio avvocato non mi telefona come sempre, non mi manda mail come sempre quando vede che non rispondo alla prima raccomandata di richiesta saldo, io che l'ultimo bonifico che gli ho fatto spontaneamente è stato di 1,20 euro e solo perché il precedente l'avevo sbagliato di 1,20 euro e vedi un po' se sono uno che non paga, dicevo mica mi telefona per dirmi Ehi mi sa che non hai visto la raccomandata, no, mi cita in giudizio per 100 euro e impegna un giudice, che naturalmente non gli ride mica in faccia ma subito calendarizza la cosa.
Poi uno dice perché io sono così rompicoglioni e puntiglioso con le persone.
Beh l'idea che il tuo avvocato per i recupero crediti ti citi in giudizio per recuperare cento euro di un suo credito con te è già un indizio per avere un'idea del mondo in cui vivo, non bastasse ilsecondo anno consecutivo a un passo dalla guerra, per quei cento euro.
Chiaro il quadro?
Ecco.

L'altra notte ti ho sognata.
Non era mai successo.
Proprio chiara, vista in viso, ascoltata la voce.
Suona il campanello, sono andato ad aprire ed eri tu, eri tu per fermarti.
Il problema dei sogni è che le emozioni che si vivono sono pure, sono un distillato, non sono disturbate dal rumore del reale intorno.
Ecco, io la gioia che ho provato quando ho aperto quella porta non la so descrivere.
Cioè sì la so descrivere ma lasciamo perdere.
Mi sono svegliato di colpo e sono corso alla porta.
Oh, lo diresti mai, era un sogno, nel vero senso della parola.
Niente, ero nell'ennesimo albergo, nemmeno questa volta è stato l'ultimo della mia vita.
Domani il prossimo e poi domani un altro, poi domani un altro, poi ancora un altro.
Ma quello che mi ha attraversato quando ho aperto quella porta, accidenti.
Era proprio quello che dicevo io.

Ah, Pà, nel caso, Istanbul, sempre Istanbul, arrivo ore 18:50 e riparto ore 20:50, sempre le solite due ore, vedi mai.
Ché poi quella col cuore me l'hai mandata davvero e allora dato che l'aeroporto è lo stesso, la data praticamente, le ore sempre due sono, a 'sto punto fai pure trentuno, no?

Sono proprio stanco, di un sacco di cose.
Vorrei dormire per mille anni su un morbido di mille anni facendo mille anni di silenzio.



3 commenti:

  1. Buon viaggio e felice spettacolo con vista guerra

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    1. Grazie.
      Al momento (come sempre) non sono nemmeno uscito dall'albergo, sono 3 giorni che sto chiuso in una stanza senza finestre, un sacco di moquette e il velluto alle pareti.
      Tipo una bolla spazio/temporale, potrei essere ovunque altrove e non cambierebbe nulla.

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    2. Ehm, Bruno, non so come dirtelo, ma non è mica tanto bella la descrizione che fai di quella stanza lì: senza finestre e tutta imbottita...
      Non è che ti hanno anche dato da indossare una 'vestaglia' che impiccia un tantinello i movimenti, vero?
      ;o)

      (A parte gli scherzi, abbiti cura e torna sano e salvo :o))

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