13 settembre 2014

Tweetolo

Mi sembra evidente che il motivo per il quale io non potrei mai sentirmi a mio agio nei confini di uno strumento diffuso come twitter, è che

44 commenti:

  1. Certo hai perfettamente ragione, e considerato tutto l'insieme delle cose anch'io tenderei a pensarla esattamente come te, in quanto

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    1. sono 132
      ho vinto io!

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    2. Uff...
      Tutto per la 'miseria' di non stare a contare...
      E pensare che nella prima versione avevo scritto "Certo hai perfettamente, Bruno, " e sarei arrivata a 139, 'ccidenti.
      Però temevo di sforare eppoi mettere vicini nella stessa frase 'Bruno' e 'ragione' mi pareva pericoloso per via di quel discorso di Lisa dell'altro giorno, e allora l'ho tolto.
      Uff ;o)

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    3. Aurgh, rileggendo vedo soltanto adesso che ho dimenticato proprio "ragione": non c'è che fare, ormai ho un blocco che m'impedisce di metter vicine le parole 'Bruno' e 'ragione', Lisa m'ha troppo messa in guardia ;o)

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    4. Anonimo16:23

      bene, bene.
      se un paio diindicazioni posono servire a salvare vite umane, non posso che esserne felice. :D

      lisa

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    5. se per caso poi si inserisce la parola "sempre" non riuscite nemmeno a digitare il commento ... ;)

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    6. Eccerto!
      E' un meccanismo protettivo nei confronti dell'umanità tutta!
      Siamo lodevolerrime, io e Lisa, altrocché ;o)

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  2. Bruno in 140 caratteri è come costringere un uccello migratore in gabbia ;)

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    1. io metto lo spazio dopo la virgola pure negli sms, figurati, manco i saluti riesco a scrivere in 140 caratteri!
      ah.
      la tecnologia tende a ridurci, quest'è.

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    2. Ma noialtri non è che non resistiamo, eh!
      Pure io metto lo spazio dopo la virgola anche negli sms, e mi ricordo quella volta che dal fiorista dovetti compilare in un modulo del comp il biglietto d'accompagnamento di un mazzo di fiori e fu una sofferenza estrema, ché mi toccò eliminare tutti gli spazi e ridurre all'osso il messaggio, e anche se avevo a disposizione ben più di 140 caratteri fu un'impresa improba.

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    3. Twitter può essere utile per una battuta, per un aforisma, per segnalare un link, ma non certo per comporvi un ragionamento articolato (messaggio che rientra nei 140 caratteri)

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    4. Anonimo16:24

      ... perché, la gente fa ragionamenti articolati? :D

      (vado a nascondermi)

      lisa

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    5. La presenza di spazio è condizione necessaria per i ragionamenti articolati, ma non è condizione sufficiente.
      (tweet numero uno)

      Coi propri aforismi, OscarWilde aveva già inventato la comunicazione in stile twitter. E anche Andreotti con le proprie battute.
      (tweet numero due)

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    6. Cheffai, stai cercando d'umiliarci colla tua abilità tuittatoria?
      Ehm, nel caso mio sappi che ci sei riuscito...
      D'altro canto son già da lunga pezza venuta a patti colla mia incapacità di sintesi (cosa piuttosto grave per un chimico, tra l'altro), mica per niente The marit mi chiama dottor Divago ;o)

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    7. Curioso: son chimico anch'io, ma ho sempre trovato i nomi IUPAC qualcosa di non twittabile. Le formule di struttura sono più immediate, vero?

      (e siccome un bel gioco dura poco, il messaggio contiene un carattere di troppo per twitter... ma UNO SOLO)

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    8. Tornando seri e abbandonando l'enigmistica spicciola (però è vero che sono chimico!), secondo me Twitter è uno strumento che all'occorrenza occorre saper usare, ma del quale occorre conoscere i limiti; cosa vera fra l'altro per tutti gli strumenti.
      Esistono alcune forme di comunicazione che si possono effettuare tramite Twitter, mentre per altre non è semplicemente possibile. Ritornando all'esempio di Oscar Wilde, egli avrebbe probabilmente twittato molti aforismi... ma di sicuro non i propri libri!

      Saluto, vado a dedicarmi a un riso con misto di funghi ;)

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    9. Anonimo08:46

      io dico invece che Oscar Wild nel "mondodogggi" non avrebbe potuto essere quello che è stato al suo tempo.
      nel senso che sarebbe stato così schiacciato dalla mediocrità che più più lo avremmo ritrovato in una comunità di recupero per tossicodipendenti/alcolisti/qualsiasi altra dipendenza.

      lisa

      p.s: ecco, lo sapevo che ero da sola, a difendere il mondo degli umanisti, sgrunt. :))

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    10. Anonimo08:55

      eppoi volevo lasciare qui un link volante (la moda di scrivere le parole. Seguite. Da. Un. Punto. la odio, però trovare un ragionamento sensato in tema non è cosa abituale):

      http://www.artribune.com/2014/09/inpratica-noterelle-sulla-cultura-iii/

      lisa

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    11. Secondo me twitter è una forma, un contenitore e come tale non va confuso col contenuto, col messaggio.
      Nel corso dei millenni, i messaggi più disparati sono stati inseriti in forme differenti (novelle, sonetti, trattati, poemi, dialoghi, favole, romanzi, blog...) e sovente la scelta della forma è stata influenzata vuoi dal contenuto (difficile raccontare la meccanica quantistica in uno haiku), vuoi dal contesto culturale.

      Farò un paio di esempi. Nel 1986 il fotografo francese Didier Lefèvre si recò in Afganistan per documentare l'attività di Medici Senza Frontiere; a causa di alcuni problemi contingenti, il suo reportage venne pubblicato solo nel 2003 e la forma scelta fu... il fumetto! Si tratta di un reportage completo con fotografie, interviste, testimonianze, ecc per il quale è stato ritenuto che la forma fumetto fosse più efficace del testo con foto ai margini.
      Il secondo esempio è Lucrezio, che scelse la forma poema per delle tematiche di carattere scientifico; tale scelta appare bizzarra a noi abitanti del XXI secolo perché sono circa 5 secoli che tali argomenti vengono sviluppati attraverso trattati, articoli, saggi... ma non certo poemi.

      Twitter è una forma; sta a noi scegliere se tale forma si adatti alle nostre esigenze oppure no, ma senza condannarlo aprioristicamente.

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    12. Lisa, mi perdoni se ti dico che quando ho letto "avendo distrutto un intero Paese abbastanza florido" m'è immediatamente venuta l'orticaria da reazione allergica a mentalità grillonza?
      Ché 'sta forma mentis è tipica di quelli secondo cui in Italia fa tutto schifo, anzi il Paese è 'un cumulo di macerie' (ma 'sti qua, dico io, l'hanno mai visto un Paese ridotto in macerie? Io no, però sono grande abbastanza da ricordarmi i racconti sulla guerra che mi facevano i genitori e i nonni, e quelli sì erano racconti di autentiche macerie, non gli sciocchi piagnucolii di questi marmocchi viziati e malcresciuti) e la colpa di questa 'catastrofe' è sempre di qualcun altro, mai di chi scrive.
      In questo caso lo scrivente non fa certo parte della massa becera ed ignorante del grillonzo medio e incarta il suo dar la colpa ad altri per i propri fallimenti nell'involucro delle citazioni dotte, ma andando oltre la forma (ch'è di livello superiore alla media grillonza) la sostanza è quella.
      Che poi questo tizio abbia o meno votato per grillo è al momento abbastanza ininfluente, è il suo atteggiamento mentale che trovo sia completamente sbagliato.
      Scusa se son stata brusca, ma come ti dicevo ormai ho una specie di reazione allergica a questo genere di discorsi...

      Quanto ad Oscar Wilde, mi piace pensare che se fosse vissuto ai giorni nostri avrebbe potuto farsi interprete, con ironia ed eleganza estreme, di una visione disincantata ma mai sprezzante della società, così come lo è stato ai suoi tempi.
      Più o meno come son convinta che Mozart, fosse vissuto adesso, si sarebbe divertito un sacco a sperimentare nuove 'strade' musicali :o)

      Claudio, e perché mai vorresti tuittare i nomi IUPAC? Cheppoi ce ne son certi che in un tuit solo non ci starebbero neppure...
      Eppoi, come faresti a mettere le formule di struttura in un tuit? (Che poi magari è pure possibile, ma tanto io non solo non ho tuitter, ma non ho neppure un cellulare, e allora che sto a parlare a fare? Tanto per non smentire il dottor Divago, insomma... ;o))

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    13. Vedo che abbiamo postato grosso modo insieme, io parlando di forme, tu rispondendo a punti specifici.
      Quella dei nomi IUPAC era un'esagerazione paradossale, ma rimanedo in ambito scientifico potrei citarti il caso della missione ESA Rosetta la cui comunicazione è affidata ad un blog e ad un account twitter che, nonostante la ristrettezza degli spazi, riesce ad essere efficace.
      Allego il link a titolo di esempio >> https://twitter.com/ESA_Rosetta
      Ah, dimenticavo: anche l'Accademia della Crusca è su twitter ;) >> https://twitter.com/AccademiaCrusca

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    14. "Si tratta di un reportage completo con fotografie, interviste, testimonianze, ecc per il quale è stato ritenuto che la forma fumetto fosse più efficace del testo con foto ai margini."

      Perché?

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    15. Eh, Claudio, son sicura che ci siano moltissimi ambiti che si giovano della 'forma' tuitter, e che mi son in ogni caso preclusi, vuoi per insofferenza alla sintesi (che suona assai meglio di 'incapacità di sintesi', non trovi? ;o)), vuoi perché intendo continuare a resistere senza telefonetto, ché troppo mi piace il fascino sottile dell'irreperibilità :o)

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    16. Si tratta di un'opera lunga (tre tomi) nella quale si racconta il viaggio dal Pakistan per portare i medicinali, le condizioni delle regioni attraversate, il funzionamento dell'ospedale e alcuni aspetti della società tribale; sono presenti poi alcune interviste ai medici e alcuni episodi "di contorno" come la corruzione dei poliziotti pakistani.

      Io penso che se Lefèvre avesse realizzato un reportage "classico" avrebbe ottenuto un mattone alquanto indigesto; inoltre la separazione fra immagini e parole avrebbe portato un annacquamento del messaggio vivido che egli intendeva trasmettere: lui voleva una forma dove testo e immagini si sviluppassero insieme, strettamente interconnesse. Tale forma è il fumetto, capace di coniugare questi due aspetti in un unicum che si sviluppa progressivamente.
      Occorre poi aggiungere che in Francia il fumetto è visto con molta più serietà che in Italia, mezzo espressivo come tanti altri e che non sminuisce in alcun modo i contenuti proposti.

      Il risultato finale è un fumetto nel quale le immagini originali scattate da Lefévre si alternano alle vignette a china.
      Perché scegliamo una data forma? Poiché riteniamo che essa, attraverso la propria struttura, valorizzi meglio di altre il messaggio che intendiamo comunicare.

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  3. Mi scappa una banalità e cioè che oggi si vive, si pensa, si sente, ci si accorge, ci si impegna in formato tweet.
    Di fretta e in breve, o come di dice dalle parti mie “sopra sopra”.
    Di sguincio rispetto a ogni cosa/persona richieda più del poco che possiamo/sappiamo condividere.
    Poveri, sciocchi Bianconigli che non siamo (siete) altro.
    Un plauso a lisa e a Bee, sposo le parole vostre.

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    1. Non so, maledire il malcostume del tempo presente sembra un'attività vecchia quanto la specie umana.
      Sono millenni che ci lamentiamo che i bei costumi di una volta sono andati perduti, abbiamo perso i veri valori, prima fra tutta l'educazione e il rispetto degli altri.
      Anche Catone il Censore lamentava il malcostume della propria epoca, ma credo arrivasse tardi: Telmo Pievani una volta (1) citò una tavoletta assira del 2800 a.C. nella quale il mondo viene dato per spacciato a causa della troppa corruzione e degenerazione dei costumi.

      (1) T. Pievani "La fine del mondo" (2012), ed. Il Mulino, cap 1 pag 15.

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    2. Disclaimer e meaculpa sono infatti contenuti nella parola quarta della riga prima.

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    3. "Non so, maledire il malcostume del tempo presente sembra un'attività vecchia quanto la specie umana."
      E questo è uno dei tanti motivi per cui di fronte ad articoli come quelli del tizio del link volante di Lisa tendo ad inca**armi come un puma.
      Gente come quello lì è sempre pronta a criticare, a maledire il malcostume e a parlare di macerie (ma de che?) perché ritiene di avere dei diritti pel solo fatto d'esser venuta al mondo e pensa che la vita si sia comportata male perché non ha avuto quello che pensava di meritare.

      Quanto al vivere in formato tuit, penso che dipenda dalla natura di ciascuno più che dalle condizioni al contorno, perlomeno dopo aver raggiunto un certo livello di maturità: ci son persone che vivono di corsa e senza sfiorare nulla più della superficie delle cose perché son fatte così, e ci son persone che si fermano a riflettere sulle cose ad ogni pie' sospinto (e se poi le persone del secondo tipo si ritrovano in dotazione un neurone bradipetto, si ottiene l'Apensierosa ;o))

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    4. Personalmente ho alcune difficoltà ad accettare l'equivalenza twitter = superficialità.
      Come ribadito altrove, twitter è uno strumento, un mezzo espressivo e sta a noi scegliere se e come usarlo.

      In un'intervista RAI dei primi anni '60, Ungaretti disse che la scelta dell'ermetismo era dettata sia da una precisa volontà stilistica, ma anche da cause contingenti dovute alla difficoltà di reperire materiale per scrivere in trincea. Ogni parola doveva essere quindi soppesata, limata, valutata, saggiata in un processo elucubrativo lunghissimo; il risultato finale è ridotto all'osso, eppure risulta pregno e traboccante di significato.
      Credo che nessuno possa accusare Ungaretti di essere superficiale, nonostante molte delle sue poesie più belle siano perfettamente twittabili.

      Nonostante il mezzo espressivo non sia mai neutrale, esso non è nemmeno meramente sovrapponibile al proprio contenuto.

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    5. Penso anch'io che non sia corretto affermare che ci sia una totale equivalenza tra tuitter e superficialità, anche se tuitter è sicuramente un mezzo espressivo che non favorisce l'approfondimento.
      Il problema secondo me è che i mezzi espressivi che attualmente vanno per la maggiore son quelli che non favoriscono l'approfondimento e che tendono a far sì che gli argomenti vengan trattati alla 'mordi e fuggi': ho avuto modo d'accorgermi che su feisbuc (che non frequento, ma con cui ho a che fare per l'interposta persona di The marit) se si vuole intervenire in una discussione o partecipare alla condivisione di qualche link occorre farlo subito, nel momento in cui l'argomento viene trattato, ché poi il tema viene molto rapidamente 'seppellito' sotto cumuli di altri commenti e di altri link.
      Quest'abitudine, sempre più diffusa, di far tutto di corsa ed in modo superficiale è quanto di più contrario alla mia natura bradipetta di Apensierosa, e mi piace poco che i mezzi che la favoriscono siano così diffusi, anche se son d'accordo che il lagnarsi dell'attuale malcostume sia un'abitudine che nasce coll'essere umano.
      Potremmo a questo punto dire che la maggior parte delle persone tende ad essere superficiale ed approssimativa, e forse non ci saremmo poi sbagliati di tanto, cheddite?

      Tra l'altro mi viene in mente in proposito il libro di Orwell, "1984", libro molto bello ed infinitamente deprimente, non solo e non tanto per la descrizione di un meccanismo di pensiero che sta trovando nei grillonzi una lampante raffigurazione, ma anche e soprattutto per il contrasto tra la fiducia che Orwell riponeva nelle potenzialità del proletariato e la triste realtà.
      Il punto del libro che quasi mi ha fatto venire i lacrimotti è quello in cui il protagonista legge il 'Libro' e ci trova scritto che se si distribuiscono benessere e sicurezza alle masse queste "si sarebbero alfabetizzate, apprendendo così a pensare autonomamente".
      Io ho pensato alle attuali masse, che non mancano di benessere e di sicurezza, e mi è venuto un magone che non vi dico...

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    6. Anonimo23:06

      a regà, ma stiamo parlando di Ungaretti, mica di Cip e Ciop! ;)
      vorrei davvero sapere quanti, di quelli che usano twitter, soppesino davvero le parole come faceva quel tizio là.
      li vorrei proprio vedere, sìssì.

      lisa

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  4. Anonimo17:41

    via, mi sembrano giunto delle buone premesse per ritrovarsi tutti a casa di Bruno e fare una bella cenetta. :D

    lisa

    p.s: il tizio che ho linkato non so chi sia né se sia grillofilo o meno... io cercavo di leggere al di là dei toni "arrabbiati" (questa parola mi dà i brividi, abbiate pazienza) - Bee, vai giù dura e senza tema di sorta. ;)
    Poi: io sono una persona piuttosto "rigida" su certe forme e certi contenuti - vedi l'esempio classico del film La vita è bella. A me, colte e ben valutate le note poetiche (su cui ok, siamo tutti più o meno d'accordo), è un film che mi ha fatto incazzare di brutto, e proprio per la relazione narrazione-contenuto.
    Nessuno qui ha mai letto "Lo Stato dell'arte" di Marc Fumaroli? Non per fare la spocchia - lungi da me -, ma è estremamente illuminante. Così come Jean Clair: reazionari, scomodi, ma anche tanto, tanto veri. Due uomini di un tempo, ma che hanno il coraggio di dire cose scomode, in un mondo in cui anche una cureggia (pardon) non è più solo vento che puzza, ma capolavoro.
    Tiè.

    http://www.adelphi.it/libro/9788845909467

    http://www.ilgiornale.it/news/cultura/lintervista-larte-innovativa-oggi-pi-facile-trovarla-cinema-1017421.html

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    1. Probabilmente mi manca un riferimento, visto che mi sfugge il nesso con "La Vita è Bella", film che io giudico stomachevole, zeppo di falsi storici e confezionato a tavolino per piacere agli statunitensi.
      Quasi in contemporanea uscì "Train de Vie - Un Treno per Vivere", film bello e godibile, che negli USA è passato quasi inosservato.

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    2. Anonimo08:58

      sono partita dal fumetto di cui parlavi in relazione al rapporto forma-contenuto, poi sono passata al film che viene in genere presentato come capolavoro, poi all'opera d'arte in generale e di come possa essere apprezzata o meno, poi alla politica dell'arte e dello stato, e po ialla responsabilità dell'arte contemporanea.
      ecco.
      :))

      lisa

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    3. E? un blog culturale questo, mica bazzecole! :D

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    4. ...e poi naturalmente a saltare dalla tastiera tedesca a quella italiana si invertono gli ' coi ? e le y con le z :(

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    5. Ehm, a questo punto mi vergogno un po' a dirlo, ma a me "La vita è bella" è piaciuto molto perché è riuscito a trasmettermi in modo molto efficace il concetto che uno Stato che delega ai cittadini il potere di vita e di morte su altri cittadini fa una cosa assurda, totalmente priva di logica, prima ancora che sbagliata e pericolosa.
      E quel film lì, molto più di altri, è riuscito a mostrarmela con chiarezza questa cosa lì, per esempio molto più di un film come "Schindler's list" che invece si proponeva di mostrarla ed è riuscito invece solo a mostrarmi che quando uno Stato offre il potere di vita e di morte su altre persone ci son molti che trovano irresistibile l'offerta e che per accettarla son disponibili a cedere il proprio diritto a far parte del genere umano.

      (Lisa, sì, certo che sì, mi pare che la tua idea della cenetta da Bruno sia magnifica! :o))

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    6. io invece sono assolutamente d'accordo con ClaudioVdA sia per quanto riguarda la vita è bella, odiosamente ruffiano, sia per quanto riguarda train de vie, onestamente commovente.

      p.s.: broooono ritorna 'sto cinema aspettaattèèè!

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    7. e lo vogliamo dire che Train de vie è film che tu mi regalasti?

      No, perché si parla di Finzioni e se in questi giorni sto leggendo Finzioni è perché me l'hai regalato tu, ma il gioco è tale perché a volte il regalo arriva dopo la citazione qui, altre arriva prima il regalo e poi, curioso, la citazione qui.
      Come Train de vie, appunto.

      Vabbè, niente, torno a lavorare, chefffatica.
      (tornerò a Torino non prima dell'1 ottobre...)

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    8. Anonimo08:14

      oddio Cherì, ho ufficialmente un troll (vedi commento sopra): sono stata riconosciuta a livello mediatico, che emozzzione!! :DD

      lisa

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  5. Sembra che non ci sia o sia latitante ma in realtà sono solo via per un lavoro che mi lascia solo il tempo di leggere e non di intervenire, quindi voi fate come se ci fossi poi magari un giorno tornerò anche ciao

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  6. Solo io trovo dell'ironia nel fatto che una discussione su Twitter abbia già prodotto commenti per diverse migliaia di caratteri?

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    1. Io lo trovo confortante, vuol dire che non siamo omologati!
      (Ollallà, com'è che m'è uscito un commento che in un tuit ci starebbe bello comodo? Me debbo preoccupa'? Non sarà mica l'inizio della fine pel mio povero, bistrattato neurone, eh?)
      ;o)

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  7. E comunque, giusto per approfittare di questa attesa aeroportuale per mettere anche il mio preziosissimo contributo qui sotto, mi sembra appena il caso di sottolineare che quel tweet là sopra non è perfetto bellissimo imbattibile perché contiene tutte le forme espressive possibili, affidando al sottotesto quanto escluso dal limite, in meno di 140 caratteri ma perché quelli sono ESATTAMENTE 140 caratteri.

    Ora immaginate quanti tentativi di combinazioni ho dovuto provare per riuscire a incastrare tutto perfettamente.
    Due.
    Al secondo era fatto.

    Ma che razza di genio mammamia.

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