20 dicembre 2014

Ma se in fondo al cuore tuo c'è un ragazzo, sono io

Sono cresciuto in una famiglia nella quale si mettevano in difficoltà le persone in misura direttamente proporzionale al legame che si aveva con le stesse.
Ironia e sarcasmo l'hanno sempre fatta da padrona, sminuire, sminuire sempre, ridurre, ridicolizzare, se possibile umiliare, se ami umilia.
Sono cresciuto spettatore di umiliazioni che durante i ventiquattro frames al secondo mi dicevo non avrei mai replicato, assistevo a massacri di caratteri deboli, il mio in testa, che mi dicevo Io non farò mai, mai firmerò con il mio nome i momenti di difficoltà di persone che amo.
Mi ritrovo oggi uguale, distante chilometri da quello che in quei momenti subiti mi promettevo di essere, incapace di offrire altro che non sia il massacro di qualsiasi cosa io ami non nel senso di allontanamento o di distruzione ma nel senso di linguaggio, non lo fai per allontanare o per distruggere ma lo fai perché senti che quello è il modo, quella è la maniera di amare, lo fai per avvicinare, per stringere, per accudire, per accudire e proteggere distruggi e non puoi farne a meno, sei cresciuto così, ti sai muovere solo dentro quei confini, ami solo così.
Potessi mettere sul tavolo il cuore ogni volta che attacco qualcuno si vedrebbe quanto è grande, quanto batta, quanto sia a sua forma e si faccia casa per accoglierlo, eppure non lo posso fare e allora resta l'attacco, resta la distruzione, l'umiliazione e un sacco di gente che pensa io passi il mio tempo a fare a pezzi le persone migliori che ho accanto quando in realtà sto facendo loro un monumento, perché così sono cresciuto, così sono stato scolpito, così sono fuso nello stampo e diosanto quanto vorrei avere un'altra forma ma non è a mia discrezione, trent'anni non li cancelli solo perché li consideri sbagliati, anche il cancro è sbagliato ma non basta dirlo per vederlo lasciare le cellule.
Vorrei che la gente mi amasse per quello che sono e non nonostante quello che sono, vorrei disegnare questo bisogno in una maniera comprensibile, decifrabile anche da chi ha avuto la fortuna di avere una vita semplice, banale nel senso bello del termine, nella quale lo so che quelli come me sono a forma del nemico e invece no, non sempre forma è contenuto, a volte la forma è nostro malgrado.

Vorrei toccare le persone, ho bisogno di toccare le persone, come si può vivere senza toccare le persone, ogni volta che passo una serata in mezzo alla gente vorrei ci fosse sempre qualcuno al quale dare la mano e tenerla stretta tutta la serata per sentire di esserci.
Ché poi io mi dimentico sempre che quando io scrivo, poi c'è chi legge.


25 commenti:

  1. Nato con la camicia, tu.
    Quella di Nesso.

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    1. Ahah, bella :-)

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    2. Punto primo:
      Ho dovuto guglare 'sta cosa di Nesso per cogliere il riferimento.
      Punto secondo:
      Devo rileggerla domani almeno tre volte, perché con tutta quella gente lì non ho capito bene chi di loro è chi di noi.
      Punto terzo:
      Ma questo significa che hai fatto in tempo a leggere la metà cancellata del post o che, come già accaduto, ci hai solo preso al millimetro perché c'hai a questo punto reali e dimostrati poteri?

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    3. Nel riferimento, non ho fatto caso all’intrico della trama o al numero di protagonisti, mi sono concentrata su questo bambino venuto al mondo con la camicina della fortuna, (o almeno così pensa) che scopre invece poi quanto sia difficile e tormentoso liberarsi dall’eredità pesante che porta e che non ha scelto.

      Chè sangue, radici, lo stampo in cui ci hanno forgiato siano ora e sempre benedetti, e benedicendoli ora e sempre li si rinneghi, se ci rendono la vita - come dire - difficile.
      Chè se insieme al latte poppato ci siamo nutriti (ci hanno nutriti) a confini e forme che avvelenano l’esistenza, allora con tormento e dolore io mi strappo le radici di dosso, mi lavo il sangue e do fuoco alla carta d’identità.
      Che ho ereditato, che non ho scelto, che è quello che mi definisce e in cui mi riconosco, e che spesso, troppo spesso, mi fa male.

      E sempre benedetti siano i nostri amorosi e ignari carnefici e benedicendoli prendiamo congedo, e se qualche dio vuole, guariamo.

      Per quanto riguarda poteri reali o presunti, beh si può essere, sai noi donne la luna le maree la corrente astrale la grande madre oppure hai fratelli gemelli sparsi in giro e non lo sapevi fossi in te chiederei a tua madre, magari ti dice anche della sarta che ti ha cucito la camicina.

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    4. Cara Pdm-Lei,
      a 'sto punto direi che, se mi posso permettere una risposta suggerita, io direi la seconda.
      Sai, la luna, le maree, le matrici, le genitrici ecc.

      (ho ricevuto il tomo via colui che nacque con la camicia, mi riserbo di affrontare la lettura in alti momenti, migliori spero.
      Intanto, grazie e un piccolo suggerimento dalla mia regia, sempre rimanendo in tema:
      http://storiedellarte.com/2014/12/la-primavera-di-segantini.html)

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    5. Ah già, hai tagliato il pezzo sull'Amata Immortale. Contento di averlo letto in tempo, allora :-)

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    6. caro Dion,
      ma tu mi sei mica andatoa veder la mostra a milano del grande Giovanni, per caso?
      No?!
      ecco, scrivi 100 volte alla lavagna "devo andare a vedere G. Segantini a Milano prima che la mostra finisca". E se ti becco a copiare, son guai.
      :D

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    7. Eh, magari averne il tempo :-) Al palazzo reale di Milano avevo visto "Tiziano e la nascita del paesaggio moderno", ricordo, nella primavera 2012. Interessante.

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    8. "Interessante"

      Mh.

      Tiziano, interessante.

      E Leonardo, vediamo... mmmh, "carino"?

      :P

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    9. Gne gne. Spiritosa.
      Il punto è proprio quello: di Tiziano, che ricordi, c'era ben poco: era soprattutto "contesto", coevi (alcuni noti e meritevoli, altri piuttosto oscuri), persino barbari d'oltremanica... quindi, appunto, interessante, ma niente di entusiasmante.

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  2. Anonimo00:47

    ecco, io direi che potresti intanto cominciare col non dimenticartene, un po' in generale: di stringere la mano e di abbracciare le persone che intanto che ti sono accanto, o anche solo si siedono, accanto a te.

    dai il bene, e non dimenticartene, perché solo quello ti ricorderà che ancora ce n'è, di cose e di manine e di braccia da farci un po' quello che vorrai farci, sempre che e a meno che non.

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  3. Ohibò: mi son dunque persa qualcosa?
    Parole all'Amata Immortale? Mi sento grandemente deprivata.
    Presto, mi si riassuma, mi si esegetizzi, mi si colmi la lacuna.

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    1. Basta che guardi, e soprattutto ascolti, il video della canzone: come didascalia al testo originario era molto calzante (a quello attuale, in effetti, molto meno).

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    2. E' che io in fondo sono una bella persona e mi sacrifico, quest'è.
      Il mondo non mi apprezza abbastanza.

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    3. No e comunque aspetta, perché ora che ho riletto la definizione sento l'impellente esigenza di precisare:
      Se per Amata Immortale intendi "quella" amata immortale, cioè la "solita" amata immortale, no, non era lei quella del post cancellato.
      Cioè la definizione di Amata Immortale sì, va riferita eventualmente a lei, ma quel post rimosso mica parlava di lei.

      Cioè tra un pensiero all'Amata Immortale e l'altro, che mantengono ccciofani e cuore-dotati, qui non è che si passi il tempo a lascrimare sulla pioggia che scorre sui vetri delle finestre illuminate dal lampeggio delle romantiche lucine di natale, eh.

      Cioè làffuori c'è della sana popolazione femmina che al tocco mette i brividi anche se non si chiama Amata Immortale.
      E quella del post, mammamia guarda lascia perdere.
      Talmente tanto che mai ne avevo parlato pur girandole intorno da anni.
      Ma l'altra sera, accidenti l'altra sera quando mi ha preso la mano guardandomi...

      E poi è arrivato il fidanzato e il mondo è finito.
      Che vita difficile, essere l'uomo più bello del mondo.

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    4. Ah ecco. E io che credevo fosse solo una, quella per cui ti ammazzavi di pippe (mentali, diciamo).
      Quindi la solita Beatrice sta sempre lassù nell'empireo, 'sta Laura pure c'è ma (per te) non c'è... per chiudere in bellezza ti manca solo una Silvia (per gli amici Antonio) che te la faccia annusare tenendoti sempre a distanza di sicurezza, e poi dalla camicia di Nesso potrai passare direttamente alla camicia di forza - e senza neppure aver composto uno straccio di sonetto, peraltro :-p

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    5. E secondo te non c'è pure Silvia?
      Le pippe mentali sono un'attività che richiede competenza, dedizione ma soprattutto diversificazione, per non trovarsi mai sguarniti alla bisogna.

      Però adesso voi (due) mi dovete spiegare bene questa cosa di Nesso, perché io non sapevo (te pareva) e quindi sono andato a leggere, ma tornato qui e dato la mia risposta, voi poi siete partiti in tutta una spiegazione che riguarda un bambino e una camicia da bambino, mentre nei riferimenti che ho trovato io non c'è alcun bambino ma solo morti tradimenti omicidi e vendette posticipate.
      Quindi, 'sto bambino da dove salta fuori?

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    6. ... posso?
      Ecco, sicuramente avrai già controllato il controllabile, ma io farei così, un po' per gradi.
      Prima, i modi di dire:
      http://dizionari.corriere.it/dizionario-modi-di-dire/N/nesso.shtml
      Poi, la mitologia e letteratura con-nessa (ahahah, che ridère):
      http://it.wikipedia.org/wiki/Nesso_%28mitologia%29
      Immagino tu sappia fin troppo bene che chi più chi meno, siamo stati tutti baNbini.
      Eccetto Pipino, e il suo autore, il Gianellino, ché mi era infatti di Torino. Ché mi era infatti amico di Selva, che infatti lo ritrasse sul letto di morte, un po' giovane e un po' troppo vecchio, paraponziponzipo'.
      http://www.liberliber.it/mediateca/libri/g/gianelli/storia_di_pipino_nato_vecchio_e_morto_bambino/pdf/gianelli_storia_di_pipino_nato_vecchio_e_morto_bambino.pdf

      Come vedi, se i cerchi non si chiudono, la letteratura ci aiuta a chiuderli con una certa elegàns. :))
      Consideratelo come uno dei miei regali per questo Santo, Santo Natale.

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    7. Io di bambini non ho mai parlato, e non ricordo neppure che c'entrino col mito in questione. Deve averti confuso la divagazione dell'altra commentatrice, ispirata alla tua storia (in cui accenni anche alla tua infanzia), al modo di dire "nato con la camicia" e - per associazione d'idee con la camicia, non col bambino - al riferimento alla camicia di Nesso.

      Se ben ricordo, però, a un bambino accennavi pure tu nella parte tagliata (quella dedicata a Laura, diciamo)... un bambino che ancora non c'è ma che ti piacerebbe ci fosse, prima o poi :-)

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    8. ah guarda, Dion, lasciamo stare i bambini ché in genere non c'entarno mai niente (almeno fino ai 15 anni)!
      ah, li avessi ancora, i miei 3 anni. :))

      in realtà parlavo con l'uomo più bello del mondo ma sai, alle lusinghe lui non presta mai attenzione più di tanto.
      (tanto per esser più chiari dei chiari: si scherza)

      io sono Lisa dagli occhi blu (anche se blu non furono mai), al limite limite quella di Firenze (Canzone triste ttriste ttriiiste) di I. Graziani, fate voi.
      (tanto ne esco male comunque, mi sa :D )

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    9. E infatti non alludevo a te, grulla (ironico omaggio ai tuoi natali) :-p

      (In quanto ai bagarospi, Dio me ne scampi e liberi: giusto ieri, dopo aver accidentalmente incontrato l'ennesimo nipote figlio di cugini/e, primo maschio del ramo materno della famiglia ad aver osato nascere dopo di me - e, come se non bastasse, con tanto di capelli biondi e occhi azzurri, l'infame - dicevo a mia madre che devo cercare su Internet un poster di Erode da appendere in camera...)

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  4. diciamo che il "nesso" con la camicia lo vedo più nella locuzione "culo e camicia", per il solo fatto del culo che ci hai ad avere un parco donne spropositato che te la vorrebbe dare e tu che puoi permetterti di scegliere... ! :)
    detto ciò ... baci baci baci e buon natale a te e a tutti!

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    1. cara ZziaElena,
      su Frau Brunihlde siam già d'accordo, da tempo immemore. :P

      Auguri attutti, guaglio'!

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  5. flounder14:24

    questo post è il Vero

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    1. Tutti sono il Vero, questo è il problema dei problemi.

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