23 aprile 2015

CVD

Aprirsi e consegnare la propria nudità.
Estrarre l'intimo delicato e offrirlo.
Sperare, è sempre una scommessa, che venga maneggiato con cura, cautela, disinteresse.
Soprattutto disinteresse perché la chiave del rispetto necessario è lì ed è un confine sottile come un rasoio.
Perdere la scommessa e vedere quell'intimo usato, tritato, masticato e sputato su una tavola apparecchiata con meno colori possibile.
Vederlo usato come arma senza nemmeno il coraggio di farlo apertamente, che riduzione di sé dev'essere, immagino, una scelta così facile, così autoprotettiva, così efficace nel colpo ma senza il prezzo dell'onda d'urto che la spersonalizzazione disinnesca.
Io di nuovo guardare, osservare con quanta facilità si riesca a passare dal contorno della cosa più bella al peso della violenza più colposa per il solo salvare sé stessi, unica urgenza, la solita unica urgenza di chiunque.
Non è la prima né sarà l'ultima volta che vedrò una persona decidere di scendere così in basso pur di non precipitare.
Non è la prima né sarà l'ultima volta che ci avrò visto lungo non quando sono entrato in una casa, ma quando ne sono uscito dicendo a me stesso Non so perché ma è no.
Ora so anche il perché e dico meno male.
Diosanto meno male.