7 maggio 2004

Piccole principesse

È un po’ di tempo che da queste parti compare in diversi modi il piccolo principe.
C’è chi vorrebbe sapere che nome ho dato alla rosa, chi mi chiede se la pecora l’ha mangiata, chi crede nelle favole e chi ci vede attraverso.

L’avevo letto tanti anni fa “Il piccolo Principe”, mi fu prestato da una persona che un giorno mi disse “Devi leggerlo, TU devi leggerlo” ma poi quando la nostra storia finì se lo riprese perché era la sua copia personale.
Strana allegoria.

L’altro giorno ero in autogrill e non sapevo che rivista comprare per il viaggio.
C’erano anche dei libri, e io un po’ scherzando un po’ no mi sono detto “Ma si, se c’è mi ricompro la mia copia”.
C’era.
In autogrill.

Oggi sono tornato da Roma con il treno e per il viaggio ho appoggiato il libro sul tavolinetto e mi sono messo a leggere il giornale.
“Pensa” ho detto al mio collega “se adesso arriva una bambina e si fa tutto il viaggio qui con noi facendo casino perché sua mamma non le ha comprato niente da fare e lei ci farà impazzire per cinque ore”.

Eravamo io e il mio collega, io con il giornale in mano e il Piccolo Principe sul tavolinetto.
È arrivata una bambina con la sua mamma e si sono sedute accanto a noi.
La mamma era davvero bella, al massimo trent’anni, la bambina era davvero bella, al massimo cinque anni.
Si sono sedute e hanno iniziato a giocare tra loro perché non le aveva comprato nulla per il viaggio se no, assicurava lei, non l’avremmo neanche sentita.
Il mio collega mi dice che questa cosa l’ha sempre spaventato e quando io gli chiesi cosa, l’altro giorno quando me lo disse, mi rispose “Questa cosa che tu quando parli nemmeno te ne accorgi ma una volta su quattro senti quello che sta per succedere e senza accorgertene lo dici”

Ma intanto le nostre compagne di viaggio giocavano ridendo come due amiche e la bambina giocava e la mamma giocava e insieme mettevano un’allegria che nessuno era disposto a dire qualcosa perché quel baccano finisse perché nessuno riusciva a non ridere guardando quella mamma e quella bambina che erano così belle insieme.
E allora in un attimo di silenzio io glie l’ho detto alla mamma che aveva una figlia meravigliosa e che si vedeva che era felice.
“Beh… oggi era un po’ scontenta perché l’ho portata al mare ma pioveva”.
“Intendevo felice in generale, con i suoi malumori, certo, ma si vedeva che era felice”.

E lei che mi ha raccontato che è bravissima, che mangia le cose che gli altri bambini fanno i capricci e lei no, le verdure le ama, e poi fa casino ma se le dici di smetterla la smette sorridendo, che la notte dorme tutta la notte e non ha mai creato un problema tanto che lei ha un po’ paura che con una bambina così lei non è mai messa alla prova e le sembra di non essere nemmeno una buona madre e io le ho risposto che se quella bambina è così felice lei non può che essere una madre meravigliosa e la bambina è venuta a sedersi tra noi e mi ha detto “Io sono una principessa” e la mamma le ha detto “no, tu non sei una principessa, tu sei una bambina” e lei che insisteva e per fare tutta la principessa vamp ha tirato fuori dallo zaino la sua stola di pelliccia e l’ha indossata e mi ha guardato e mi ha detto indicando la stola “Guarda! Lo vedi che sono una principessa” e la mamma le ha detto “Ma dove l’hai visto che le principesse si vestono così?” e lei non sapeva cosa rispondere e stava per dire “è vero” e allora io in quel momento ho fatto un sorriso che si è visto dalla locomotiva e sono intervenuto in sua difesa e le ho detto “Qui! L’ha visto qui! Diglielo alla mamma che hai ragione tu che le principesse sono così! Guarda è qui, fai vedere il disegno alla mamma” porgendole il libro con il principe disegnato sulla copertina con la sciarpa e lei tutta felice che diceva alla mamma “Guarda! Guarda! Sono una principessa!” e la mamma che le ha detto “Ma quel principe ha una sciarpa, tu hai messo il tuo pupazzo” e lei che non sapeva cosa rispondere e stava per dire “è vero” e io in quel momento mi sono accorto di un particolare che non avevo visto fino a quel momento e l’ho guardata bene per vedere se era davvero una principessa e ho visto che il pupazzo che aveva al collo era un elefante e allora mi è venuto un sorriso che l’ha visto anche la locomotiva del pendolino che arrivava in senso contrario e le ho detto “NO!!! Guarda! Hai ragione tu sei una principessa!!!” aprendo il libro alla pagina dove ci sono i due disegni, quello del principe e quello dell’elefante e le ho chiesto “Cos’è questo?” “Un principe!” “E questo?” “Un elefante! Io ce l’ho vedi mamma?!” e allora la mamma si è convinta e l’ha presa in braccio e io le ho detto “Lo vuoi il libro?” ma la bambina mi diceva di no come a quattro anni si dice di no quando si vorrebbe dire di si ma la mamma ti guarda e allora io le ho detto “Tanto lo so che mi dici di no ma in fondo se ti regalo il libro sei contenta anche a quattro anni perché sei una principessa” e la mamma che mi dice che lei fa così anche con le caramelle se sono di altri non accetta mai niente e allora ha preso il libro e ha fatto vedere a tutti che a quattro anni lei sapeva riconoscere le lettere ed era vero ne avrà sbagliate tre su venti e a quattro anni vuol dire qualcosa ma ovviamente sapeva i nomi delle lettere, non ne conosceva il suono e quindi sapeva riconoscere le lettere ma non sapeva leggere “Questa è una Pì!” ma non sapeva che quello era il nome mentre per leggere bisogna sapere il suono.

O meglio, non lo sapeva la mamma, finchè la bambina ha preso il libro ha letto quattro lettere riconoscendole tutte e finito l’elenco delle lettere ha detto la parola intera ghiacciando la madre impallidita di fronte al fatto che aveva letto la sua prima parola, che detto così sembra poco, perché ci si emoziona sempre quando “ha Detto la prima parola” e ci si dimentica che i bambini imparano a parlare tanto quanto imparano a leggere, cioè per loro non è una cosa normale e la mamma stava a due metri da terra dalla gioia e mi diceva “Non le ho detto io la parola, giuro! L’ha letta lei! È la prima volta! Non ci credo!” e la bambina a quel punto ha iniziato a ripetere la parola fino a storpiarla come fanno i grandi e ha iniziato a parlarmi in quel modo la che i grandi non capiscono e io mi sono girato verso la mamma e le ho detto “Ma tu la capisci?” e lei mi ha detto “Non ti preoccupare, ogni tanto fa così, si mette a parlare la sua lingua strana” e non rimetto il link perché se no si pensa che io sia innamorato di quello la del post sotto, ma quando è successa la scenetta della lingua strana io ho proprio pensato a lui e a quel suo post dove diceva che i bambini non inventano nulla, è solo una lingua che usano per parlare con i loro amici immaginari, e io non sapevo più come dire a me stesso quello che stava accadendo ed ero due metri sopra a tutti pure io, perché avevo davanti una bambina meravigliosa con due occhi che avevano ipnotizzato tutto il treno che ha preso il suo elefante, l’ha indossato, mi ha detto “Sono una principessa” e ha letto la sua prima parola su quel libro che io non ho potuto far altro che regalarle anche se lei non lo voleva ma io era ormai un’ora che pensavo che quel libro doveva andare a lei, anche solo per guardare le figure come quella del serpente che ha mangiato l’elefante che non serve saper leggere per capire che lei era davvero la principessa che diceva e quel libro così come non mi era rimasto la prima volta che lo lessi, se n’è andato anche questa volta ed è bellissimo che se ne sia andato così, da quella principessa di quattro anni che aveva un elefante per sciarpa e ha accettato il libro perché la mamma dopo che io le spiegai che quel libro era già suo, le disse “Accettalo, lo leggiamo insieme” dicendo a me che senza saperlo sono stato il primo a farle il regalo di compleanno perché tra qualche giorno è la sua festa e io non lo so perché sono tornato a casa con questa cosa pazzesca negli occhi perché si chiamino coincidenze, fiabe, menate, invenzioni, sogni, li si chiami come si vuole ma lei era troppo lei, l’elefante era troppo l’elefante la parola letta era vera, come vera era la poesia che quelle due hanno regalato all’intero treno fino all’arrivo quando lei dimenticando tutto il resto come è giusto che sia è saltata giù dalla poltrona ed è corsa al finestrino, urlando “Papà! Papà!” guardando fuori in mezzo a mille persone che aspettavano il treno lungo lungo con mille finestrini possibili e quando il treno si è fermato c’era una principessa con un elefante al collo, un vetro, e dall’altra parte, esattamente in quel punto, suo papà a braccia aperte.

Martina, si chiama.
Lei dice MaTtina per giocare a storpiare la erre che non sa dire molto bene ma io le dicevo “MaRtina! Con la ERRE!” e lei insisteva, mi diceva “No! MaTTina!”.

E sia.
Anche per me è più bello Mattina.

8 commenti:

  1. E' vero, Mattina è più bello.

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  2. utente anonimo11:21

    Non è che puoi tornare e cosi senza preavviso, scrivere un post tutto sui bambini, sulle principesse e sul Piccolo Principe...
    Che poi io mi metto qui ed inizio a leggere il post come se fosse un post normale, e poi inciampo in frasi dove mi ci ritrovo dentro e già comincio ad emozionarmi,,,,,poi leggo la parola Piccolo Principe ed ecco che il mio cervello va in fibrillazione, poi il delirio mentale (guarda che per me il piccolo Principe mica è finto!!!!).....
    Poi leggo la storia, la bambina con l'elefante......
    Sono tornata indietro di ventanni per ricordare di quando era mio papà sul treno ed io in stazione che urlavo: "Papà Papà...." e lui è sceso e mi ha dato un bacio.......poi a casa ha aperto la valigia e mi ha regalato Toto.....Un elefante che tiene compagnia da vent'anni.......in vacanza ed ovunque.....me lo porto sempre con me, conn me, sotto le coperte, perchè senza di lui, a dormire proprio non ci riesco!...
    Ed allora magari penso che quella bambina, potrei anche essere stata io.....e rivivo tutta la scena in prima persona....e mi viene addosso una malinconia che devasta........Poi però arriva il Piccolo Principe, mi chiede di disegnargli una pecora.....e quando lui sorride perchè dentro la scatola c'è la pecora che lui desiderava, io dimentico di essere malinconica.......sorrido....
    Sono felice...
    GRAZIE.......Mi hai dato una botta, mi ci voleva....come una giornata di sole!
    Un abbraccio, LiLa....

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  3. utente anonimo12:37

    Che emozione Broo :) mi sembrava di essere lì sul treno con voi! Che bello! ... Un bacino e ben tornato!

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  4. utente anonimo12:38

    P.S.: Il commento di prima è mio,ma non so perchè mi ha messo "anonimo"! Boh??? ... Susi

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  5. è splinder che ultimamente ha deciso di essere meno stabile di quanto fosse prima, facendo casino con i commenti, le pagine, i nomi.. ecc...

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  6. io son blog snob. Io le cose più lunghe di un processo mentale di valeria marini non le leggo. Leggo molto poco, ultimamente. [ dessa.iT ]

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  7. AH!AH!AH! Ma come cazzo ti vengono???!!!

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  8. associazioni mentali. Le ho imparate da te. Tu sei un mostro di queste cose, non fare il finto complimentoso:) [ dessa ]

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