24 agosto 2004

Tutti al mare

Mario quell’anno era andato in vacanza con tutte le magliette per la spiaggia e le scarpe per camminare tanto perché doveva andare tante volte dalla nonna e ci andava sempre a piedi e poi doveva tornare sempre alla spiaggia e tornava sempre a piedi e non aveva portato niente per uscire alla sera perché tanto alla sera la nonna dormiva sempre e alla spiaggia non si andava quindi lui non doveva andare da nessuna parte alla sera.
C’erano i gelati che lui si ricordava, quelli che si chiamano i coni regina, ma quest’anno li facevano più piccolini che li mangiavi con un boccone solo o forse è solo che Mario adesso era più grande lui e allora i gelati erano uguali e sembravano più piccoli solo perché era lui che era cresciuto ma intanto quando era piccolo ne mangiava uno e invece quest’anno ne mangiava sei o sette e quindi Mario pensava che no, li facevano davvero più piccoli.
Mario usciva tutte le sere a comprare i gelati per tutti. Un vassoio intero ogni sera ne portava a casa, perché a tutti piacevano e a lui piaceva che tutti erano contenti e aveva anche portato le scarpe per camminare e allora non gli dispiaceva avere un posto dove andare ogni sera a prendere i gelati per tutti perché tanto non aveva altri posti dove andare quell’anno, di sera, perché tanto la nonna dormiva e la spiaggia era buia e quindi aveva tempo libero per andare in gelateria per tutti tutte le sere perché tanto quelle scarpe le aveva portate proprio per andare tutti i giorni in posti dove si tornava con qualcosa di bello tipo la gelateria, o la spiaggia, o la casa della nonna, quelle scarpe erano fatte per andare nei posti belli e Mario lo sapeva che erano contente anche loro perché servivano per quello.

Mario quell’anno aveva camminato proprio tanto perché tutti i giorni andava a pranzo dalla nonna e poi tornava in spiaggia con Mario Bros che anche lui aveva portato le scarpe per camminare tanto e camminavano tanto anche le sue infatti.
Mario e Mario Bros mentre camminavano non parlavano tanto perché Mario Bros era tutto impegnato a guardarsi le scarpe mentre camminava perché lui non ci credeva che anche le sue erano fatte per andare nei posti belli e allora mentre camminava lui le guardava stupito e non aveva tempo per parlare anche con Mario, che però era contento lo stesso perché vedeva che Mario Bros era contento di avere anche lui le scarpe quelle che ti portano nei posti belli e non gli interessava che Mario Bros parlasse perché sapeva che certe volte basta mettere quelle scarpe magiche e lasciarsi camminare in silenzio, così, in due, per sapere che accanto c’è qualcuno, e sapeva che sapere che c’è qualcuno certe volte basta e avanza per stare bene.
Mario quell’anno non era andato a Sciarmelscieich perché quando ci era andato aveva scoperto che non fanno le cose buone che sa cucinare la nonna e lui quell’anno voleva mangiare tante di quelle cose buone e voleva che anche Mario Bros le mangiasse perché quando si mangiano le cose che cucina la nonna dopo si sta sempre bene ma non con la pancia ma proprio bene tutto il corpo la pancia le mani gli occhi il cuore i capelli le orecchie tutto insomma e lui voleva stare bene tutto insomma e voleva che anche Mario Bros stesse un po’ bene tutto insomma e allora aveva detto che per quell’anno lui voleva andare in vacanza con la famiglia tutti insieme anche per stare bene tutto insomma tutti insieme che anche quello serve per stare bene anche nei capelli.
E allora quell’anno Mario passò tutta l’estate uguale camminando ogni giorno con le sue scarpe magiche insieme a Mario Bros con le sue scarpe magiche in silenzio per andare dalla nonna che era felice perché le loro scarpe li portavano tutti i giorni da lei a darle i baci e a mangiare tutte le cose buone che lei le cucinava tutte a forma di cuore e di sorrisi e ogni giorno era così sempre uguale ma ogni giorno con un po’ di silenzio in meno mentre camminavano verso i posti belli e ogni giorno si camminava e si andava nei posti belli e si mangiavano le cose a forma di cuore e sorrisi e si diceva una parola e poi il giorno dopo si camminava e si andava nei posti belli e si mangiavano le cose a forma di cuore e sorrisi e si dicevano due parole e poi il giorno dopo si camminava e si andava nei posti belli e si mangiavano le cose a forma di cuore e sorrisi e si dicevano tre parole e poi il giorno dopo si camminava e si andava nei posti belli e si mangiavano le cose a forma di cuore e sorrisi e si dicevano quattro parole e poi il giorno dopo si camminava e si andava nei posti belli e si mangiavano le cose a forma di cuore e sorrisi e si dicevano cinque parole fino all’ultimo giorno, quando Mario vide Mario Bros mentre guardava la nonna cucinare le cose a forma di cuore e di sorrisi e pensò che forse poteva rischiare, forse quella sera poteva provare a dirne sei di parole, bastava scegliere bene la sesta, perché doveva essere bella e per essere certo di non perdersela prese la sua macchina fotografica magica che aveva portato nel caso le scarpe magiche lo avessero davvero portato in un posto bello, la accarezzò come si fa con la lampada magica perché quella macchina fotografica era magica come la lampada ma aveva un solo desiderio a disposizione e quando la strofinò la macchina fotografica magica gli disse “Dai, hai un desiderio a disposizione”.
Mario non ci pensò due volte e disse le sei parole che aveva scelto.
“Valentino, me lo fai un sorriso?”

A mia nonna.
e a quando da piccoli ci ha insegnato come si fa ad amare.
e a quando ci ha insegnato la ricetta per vincere contro tutto.

10 commenti:

  1. utente anonimo09:35

    Bentornato bru!..Ma sai che il sorriso è contagioso!?! Mi

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  2. utente anonimo10:31

    Ehilà! Finalmente conosco la Nonna!
    Chi è quel [B]negrus[/B] che assomiglia a Valentino?

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  3. utente anonimo10:32

    ops! quello sotto è il Janloo..

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  4. J'aime qui rêve l'impossibile...Questa è una frase speciale. Un abbraccio :)

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  5. Lo so, Mi, lo so... ridevo anch'io infatti!

    Janloo devi usare questi qui <, non le quadre! Visto che nìuro? Io un po' meno...però mi difendo.

    Fata, non parlo francè!!! Vado ad interpretazione personale?

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  6. Quando una favola piace tanto ai bambini, loro ti dicono: "me la racconti ancora?".Io non lo dico.Ma solo perchè ho la libertà di rileggerla per conto mio :-)

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  7. utente anonimo15:12

    eccheppalle qui quelle a freccia, da altre parti le quadre!! vabbè, riproviamo: negrus!

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  8. utente anonimo15:13

    funza!

    janloo

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  9. utente anonimo15:13

    funza!

    janloo

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  10. da altre parti quelle quadre? Strano, dovrebbe essere comune a tutti i sistemi l'html. Boh... non è che io sia proprio un esperto, in effetti.

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