28 ottobre 2008

Son cose che vanno considerate

Volevo restarne a margine ma gli eventi pressano.

Anche gli insospettabili non si esimono più dall'occuparsene e questo mi fa pensare che forse è il caso che ne parli anch'io, che metta anch'io il mio punto, ché la cosa sta assumendo la dimensione di qualcosa che magari un giorno verrà utilizzata come spartiacque tra i sovversivi che verrano deportati e quelli che hanno risposto all'appello e io non vorrei rischiare quindi faccio anch'io la mia parte con il mio post su Facebook così porto a casa il timbro sul cartellino.

Ma cosa dire di Facebook che non sia già stato detto?
Cosa dire per motivare il mio starne fuori, senza ribadire lati negativi già detti e ridetti in altri cento luoghi e da firme ben più competenti della mia?

Potrei segnalare per esempio quello che per me è il vero lato negativo di Facebook, che nulla ha a che vedere con la solitudine, con l'incapacità di avere relazioni reali, con il bisogno di trovare soddisfazione in aggregazioni virtuali prive di qualsiasi aspetto umano, ché quella è tutta roba già detta sui blog e che già non era vera per i blog, quindi perché abboccare all'amo per l'ennesima volta.

No, dicevo, il vero lato negativo di Facebook è molto più nascosto, è messo in modo che si riveli solo dentro il chiuso della propria stanzetta, che resti confinato nel personale e non nell'evento e invece evento è.

Ché è vero che ci trovi i compagni delle medie, le persone con le quali lavori (ma quanti? Quanti? Io non riesco ancora a capacitarmi di quante persone insospettabili e 'adultissime' nel mio settore mi chiedano se mi accodo ai loro amici di Facebook e io rimango di sale ogni volta), quelle che incontri dal macellaio, è vero ti restituisce persone che davvero avevi perso.

Ma il lato veramente negativo di Facebook, per me, è che questa restituzione non è selettiva, non risponde ad alcun criterio che non sia il tempo e la memoria.
Per questo, insieme a torpedoni di vecchi compagni di gita, ti riporta in salotto anche persone che tu ti auguravi essere sequestrate in un bordello di caracas per far cassa di qualche narcotrafficante bolso e sudato e che invece Facebook ti fa sapere esser lì, vive sorridenti e nude come lo erano quel giorno nel quale ti augurasti che la logica sarebbe stata più giusta di qualsiasi tecnologia attuale che mai avrebbe potuto far nulla per rimetterle sulle strade del mondo.

E invece sei ancora lì a ridere.
Facebook fa questo, ammazza le speranze e chiama 'amici' anche gli errori della natura.

Non è selettivo.

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