25 ottobre 2009

Question time

Nel gennaio scorso ho ricevuto una mail contenente una domanda.
Gli ultimi sette mesi li ho impegnati interamente a formulare la risposta.

Ci ho messo un po’ perché la domanda non era semplice e per rispondere sono dovuto entrare lievemente nel dettaglio.
Lievemente come possono essere lievi duecentotre pagine di risposta.
Duecento-tre-pagine-di-risposta.
A una sola singola domanda.

Quando l’ho consegnata, il suono che il grande regista ha messo in sottofondo è stato l’audio di quei soldati che buttano la granata nel bunker al grido di “Bomba in bucaaaaaa!” per avvisare tutti di ripararsi in attesa della detonazione.
Ora attendo la detonazione.
Che ci sarà e farà macerie, molte macerie, più di tutte quelle viste fino a oggi sulle quali si è sviluppata la risposta.
Che è esattamente ciò che voglio, perché se si vuole ricostruire sopra un terreno bombardato, la prima cosa da fare è radere al suolo tutto e totalmente per poter ripartire realmente da zero.

Non si torna più indietro, ora.

Morale della favola:
Se vuoi una risposta, devi fare la domanda.

Morale della favola due:
Se vuoi una risposta breve, non fare domande a me.

Morale della favola tre:
Ora ho di nuovo tempo per scrivere, se qualcuno ha qualcosa da chied…ehi…dove andat.. oh…ferm…ehi…

Detto questo, continuo a pensare che Brezsny sia semplicemente im-pre-ssio-nan-te.

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