Quando l'altra sera mi è stato chiesto di motivare la mia avversione a Grillo, la prima risposta che mi è venuta tra quelle sbrigative faceva riferimento al fatto che quando avevamo Berlusconi veniva difficile immaginare qualcuno peggiore visualizzandolo (cioè anche senza essere politologi era facile comprendere il perché Berlusconi non in quanto persona ma in quanto realtà si delineasse sempre più come l'asfalto per la pista d'atterraggio di qualcuno peggiore, ma non se ne poteva scorgere ancora il volto e questo era un formidabile appiglio per chi non condivideva quella diffusa previsione), ma alla fine è arrivato e quel qualcuno è Grillo.
Ma la risposta non era completa perché il (mio) problema non è tanto Grillo quanto quelli che oggi lo seguono e sostengono, che più o meno ricalca in fondo anche i perché dell'avversione a Berlusconi.
Per entrambe le persone ci sono persino elementi di stima, solo degli accecati non sono disposti a riconoscere loro indubbie capacità, il problema è quello che sono obbligati a materializzare/devastare intorno per farsi possibili e duraturi.
Due realtà che si dimostrano appartenenti alla stessa specie anche osservando un altro elemento che si è fatto solido attraversandole entrambe: l'opera di Travaglio, i cui danni oggi sono purtroppo superiori ai vantaggi che sono certo essere nelle sue oneste intenzioni.
Ma i danni che fa in un contesto come quello di oggi sono superiori ai vantaggi e questo è un Fatto che va ammesso, soprattutto ora che quei danni hanno anche un volto, una barba e un sacco di groupie.
Comunque.
Stasera è passato il promo della prossima stagione di Piazza pulita con alcuni stralci di servizi proprio su Grillo e una delle frasi da lui pronunciate su uno dei tanti palchi mi è apparsa perfetta per la prossima volta che dovessi trovare un modo sbrigativo per spiegarmi.
Diceva, cito a memoria ma mi pare fedele:
"Se cresciamo ci tocca prendere delle percentuali che magari arriviamo al governo, non al parlamento!"
Ecco, la mia avversione alla realtà Grillo dipende molto dal fatto che se faccio una panoramica nel paniere delle mie relazioni sociali per mettere in fila tutti quelli ai quali posso ragionevolmente attribuire il sostegno a Grillo alle prossime elezioni pur senza chiederlo a ciascuno di loro e sapendo di poter contare su un margine di errore basso, nel novanta per cento dei casi trovo persone che non saprebbero spiegare quella dichiarazione lì sopra.
Una mia richiesta di interpretazione di "...arriviamo al governo non in parlamento" metterebbe in crisi più o meno tutti quelli che conosco sui quali sento di poter dare per certo il sostegno a Grillo.
E come sintesi mi sembra efficace.
Ma la risposta non era completa perché il (mio) problema non è tanto Grillo quanto quelli che oggi lo seguono e sostengono, che più o meno ricalca in fondo anche i perché dell'avversione a Berlusconi.
Per entrambe le persone ci sono persino elementi di stima, solo degli accecati non sono disposti a riconoscere loro indubbie capacità, il problema è quello che sono obbligati a materializzare/devastare intorno per farsi possibili e duraturi.
Due realtà che si dimostrano appartenenti alla stessa specie anche osservando un altro elemento che si è fatto solido attraversandole entrambe: l'opera di Travaglio, i cui danni oggi sono purtroppo superiori ai vantaggi che sono certo essere nelle sue oneste intenzioni.
Ma i danni che fa in un contesto come quello di oggi sono superiori ai vantaggi e questo è un Fatto che va ammesso, soprattutto ora che quei danni hanno anche un volto, una barba e un sacco di groupie.
Comunque.
Stasera è passato il promo della prossima stagione di Piazza pulita con alcuni stralci di servizi proprio su Grillo e una delle frasi da lui pronunciate su uno dei tanti palchi mi è apparsa perfetta per la prossima volta che dovessi trovare un modo sbrigativo per spiegarmi.
Diceva, cito a memoria ma mi pare fedele:
"Se cresciamo ci tocca prendere delle percentuali che magari arriviamo al governo, non al parlamento!"
Ecco, la mia avversione alla realtà Grillo dipende molto dal fatto che se faccio una panoramica nel paniere delle mie relazioni sociali per mettere in fila tutti quelli ai quali posso ragionevolmente attribuire il sostegno a Grillo alle prossime elezioni pur senza chiederlo a ciascuno di loro e sapendo di poter contare su un margine di errore basso, nel novanta per cento dei casi trovo persone che non saprebbero spiegare quella dichiarazione lì sopra.
Una mia richiesta di interpretazione di "...arriviamo al governo non in parlamento" metterebbe in crisi più o meno tutti quelli che conosco sui quali sento di poter dare per certo il sostegno a Grillo.
E come sintesi mi sembra efficace.
Avversi Grillo e non spieghi perchè, parli di fantomatici danni dell'opera di Travaglio e non spieghi quali. Quella frase significa semplicemente "arriviamo addirittura al governo": cosa avrebbe di tanto strano?
RispondiEliminaPeccato, i tuoi commenti son di solito più acuti.
A parte che non essendo editoriali per i quali vengo pagato, posso anche permettermi di esporre una mia tesi priva della relativa spiegazione, senza che per questo la cosa si caratterizzi come una mancanza e tantomeno come mancanza che meriti reprimenda.
EliminaVolendo potrebbe esserla, ma in ogni caso non soltanto e non prima di tutto.
Detto questo, i motivi per i quali avverso Grillo potrei anche esporli, ma sarei infinitamente lungo e non era questo il senso del post, idem per quanto riguarda l'opera di Travaglio.
Se devo pensare a una frase che mi risolva il problema nello spazio di un commento cercando di contenere più cose possibili, la prima che mi viene in mente riguarda il fatto che uno che mi mette un ventenne a candidato sindaco di Milano per me è uno pericoloso.
Ma è chiaro che se questa viene intesa come spiegazione, appaio stupido superficiale e sommario.
Non lo sono, è una frase che userei se intendessi percorrere il binario del sarcasmo non quello del ragionamento.
Stesso dicasi per l'opera di Travaglio: per spiegarmi nello spazio di un commento mi sentirei quasi costretto a sintetizzare il tutto con "Ma tu c'hai mai discusso con un lettore del Fatto?" per portare prova inconfutabile dei danni che arreca.
Il problema in quel caso non è nemmeno la posizione, che in quanto personale è legittima, ma la capacità di confrontarla.
Attila ha fatto meno danni.
Ma appunto non è di spiegazione che si tratta bensì di ironia mista a sconforto.
Fidati dell'acume che mi hai riconosciuto, le basi per il giudizio le ho.
Magari non le condivideresti, ma fidati che ci sono, non è che un giudizio non motivato sia necessariamente un giudizio senza base.
Andando alla frase, non mi sono spiegato.
Non ho detto che le persone che conosco e che sono certo voteranno Grillo non saprebbero scovare il motivo per cui quella frase è strana, ho detto che non la capirebbero.
Quella frase, hai ragione ma chi ha detto il contrario, non ha nulla di strano, non è quella la sfida.
Quello che io ho detto è che le persone che conosco e che certamente voteranno Grillo, non sanno cosa sia il parlamento, non sanno cosa sia il governo, non conoscono le due realtà né il confine che le separa, non saprebbero spiegare quindi il perché percentuali alte sposterebbero l'asticella da Parlamento a Governo.
Cioè proprio non sanno di cosa si parla.
Sanno solo che lui è a loro che si sta rivolgendo, così come lui sa che loro gli saranno accanto.
Io questa reciproca dipendenza fatta realtà politica alle porte del governo la trovo devastante per qualsiasi società, figurati in questa nostra attuale, nella quale il concetto di giustizia è talmente devastato che se vai in un mercato e incontri gente che cerca protezione da qualche sopruso foss'anche il caro-prezzi, 9 su 10 li senti invocare Striscia la notizia.
No dai ma che ti devo spiegare, veramente te lo devo mettere giù a stanghette il perché Grillo per l'Italia è quanto di peggio potesse capitare?
Se mi riconosci acume è perché sei acuto, non ci credo che ti servano le bricioline di pane.
Se non per condividermi almeno per comprendermi, non ci credo.
Non speravo che in un solo intervento esaurissi le ragioni di disprezzo per l'uno e l'altro, speravo solo in una qualche argomentazione più consistente (che in genere trovo nei tuoi interventi), altrimenti si tratta di uno sterile pour parlè.
EliminaQuanto all'opera di Travaglio: ecco qui un occasionale lettore del Fatto. Di più: ho pure votato M5S. E sono addirittura in grado di comprendere cosa significa andare al governo, e storcere il naso di fronte a Striscia quale strumento di giustizia.
Probabilmente non hai le idee chiare sugli argomenti che hai cercato di trattare poc'anzi.
Peccato.
La frase, effettivamente non chiarissima, mi sembra significare soltanto che, secondo lui, se "lasciasse" crescere il suo movimento, prenderebbe talmente tanti voti che non solo supererebbe ogni eventuale soglia di sbarramento per l'ingresso in Parlamento, ma che addirittura sarebbe "costretto" ad andare al governo, avendo - nei suoi sogni - conquistato la maggioranza dei voti.
RispondiEliminaForse però, se ti ha tanto colpito, tu l'hai intesa come un malcelato rigurgito golpista, nel senso: andiamo direttamente al governo senza neppure passare per il Parlamento, senza cioè curarci di quella necessaria investitura democratica il cui rispetto persino Silvio "Darth Vader" Berlusconi ha sempre osservato: e in questo, appunto, lo vedi ancora più pericoloso di lui.
No no, nessuna interpretazione golpista.
EliminaE' la prima che hai detto, una frase assolutamente semplice e vera.
Significa "soltanto" questo, appunto.
Il senso del post è che quello che per te è un "soltanto" che indica pensiero semplice e a suo modo anche banale, per molte persone che conosco è una lingua straniera.
Lo so, fate fatica a stabilire che il mio post voleva dire "soltanto" questo perché non considerate la possibilità che davvero ci sia chi non capirebbe quella semplice tecnica frase, ma questo solo perché non avete mai vissuto nel quartiere in cui ho vissuto io gli ultimi 15 anni.
E invece ci sono, intere fette di città nelle quali non arrivano nemmeno i quotidiani nei bar, se proprio non li vuoi comprare, nelle quali quell'altro si chiama BerlusconE, nelle quali il "sono tutti ladri" è saluto d'appartenenza e nelle quali sono certo Grillo farà carte ori primiera settebello e pure napola.
Ci va con quei voti lì al 20%, mica con i DTM che ne fanno discorso politico personale.
No, non lo vedo più pericoloso di Berlusconi per l'eventuale salto dei passaggi democratici, ma perché l'investitura ce l'ha PROPRIO perché salti quei passaggi.
Vogliono lui perché rada al suolo tutto e sono molti perché lui si mostra capace.
Un incontro che non può che essere terrificante.
Caro Broono, sottoscrivo quello che hai scritto e provo ad aggiungere, di mio, da dove viene la mia avversione al M5S. Viene dal fatto che quello dei grillini è un movimento il cui unico (ma formidabile) collante è la rabbia sorda e il desiderio di rivalsa contro tutti e tutto dei suoi aderenti. Grillo, ancora più di Berlusconi, è lo sdoganatore della mediocrità. E' il liberatore della mediocrità. Sei una mezzasega che di giorno è lo zimbello dei colleghi? Sei un tizio che con difficoltà è uscito dall'ITIS? Sei un ventenne capellone senza esperienza della vita? Mentre tutte le persone ragionevoli ti direbbero che devi mangiare ancora un po' di panini prima di ambire a qualcosa... Grillo no, Grillo ti dice che vai benissimo così: che puoi essere fin da subito (e a 100 Megabit al secondo) sindaco di Milano, anzi no, di Parma, vabbè di tutte e due le città. Presentando tutto ciò che non è Grillo come "i morti", "gli zombie", Grillo compie l'operazione di dire alle mezzecalzette che lo seguono: "non ti chiedo la laurea in ingegneria. Ti chiedo solo: sei vivo? Ok, va bene così. "Premia la tua esperienza di vita", come dicono quelle aziende che vendono diplomi fasulli online. E allora il mezzacalzetta che di giorno è preso per il culo dal mondo, torna a casa (o va su internet) e si trasforma nel giustiziere grillino che rimette a posto tutti, schivando abilmente le scie chimiche lanciate dal complotto plutogiudemassonico, lanciando la magica biowashball per ripulire il mondo dai contributi all'editoria. Grillo offre il Parlamento a gente che in un mondo più giusto farebbe al più il cameriere in pizzeria. Così, ancora più di Berlusconi, potrà legare a sé queste mezze cartucce per tutta la vita: infatti (ancora più che per una gelmini o un bondi) chi sarebbero mai i grillini senza il loro Savonarola barbuto? Grillo è il cavallo di Troia che finalmente sdogana la mediocrità, le teste vuote, l'assenza di ogni capacità critica individuale e l'aderenza ad una "capacità critica collettiva" che è solo una ribollita di rancore che ti si solidifica addosso e cementa i grillini in un sol corpo e una sola anima. Grillo fa con la politica quello che Maria De Filippi ha fatto con la televisione: Grillo ti porta persone di non eccelsa intelligenza né livello di studi, magari anche solo per la giovane età, non dico che ci sia per forza malizia, a discutere di tutto e di tutti e a dettare legge. L'impreparazione, oggi, in questo Paese che già non è messo benissimo, è diventata un valore. Perché dall'altra parte ci sono i "morti" (e quindi è chiaro che non c'è confronto: qualsiasi cosa è meglio dei morti, no? Anche un asino vivo è meglio di un dottore morto). Guido1972
RispondiEliminaIo la riassumerei così: Grillo è di quelli che ti dice che per ogni problema complicato c'è una soluzione semplicissima, alla portata di chiunque frequenti un bar. Hai voglia a spiegare poi che la soluzione semplice è quasi sempre sbagliata, ormai al bar tutti parlano di quella semplice!
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
Elimina1)
RispondiEliminaAllora ok, per un minimo di reciprocità io metto qui i perché dei miei no a Travaglio, dato che di Grillo se n'é occupato egregiamente il coetaneo Guido qui sopra che ha detto cose che mi permettono di dare per risposta la domanda su Grillo di Dtm.
Non ci sarei andato giù così duro con chi è uscito con difficoltà dall'ITIS né con i ventenni capelloni (:)) ma per il resto direi che la questione è detta come andava detta.
Quindi a me spetta Travaglio
Il mio problema con Travaglio, ed è qui che mostra i punti in comune con Grillo e Berlusconi, è il contesto di cui ha bisogno per essere quello che vuole essere.
Molto più di Berlusconi, che seppe capitalizzare come nessun altro una tipologia sociale (la casalinga di voghera) che però era preesistente e non fu quindi inventata da lui, Travaglio ha creato una nuova tipologia sociale fino a oggi inesistente: il qualunquista intellettuale.
Non che la cosa sia nuova, ma fino a oggi si trattava al massimo di esperimenti artistici teatrali, lui li ha materializzati e resi veri.
E' come se in un paese che fino a ieri ai sondaggi "Vorresti la luna?" rispondeva sempre sì sognando, qualcuno fosse riuscito a far sentire tutti astronauti senza che il totale di astronauti veri nazionali non sia cambiato di una sola unità.
No ok sto mi sto già entusiasmando per la prosa, ci riprovo.
Travaglio porta in sé un paradosso che da una parte è tecnicamente interessantissimo, dall'altra è politicamente pericoloso: si presenta cronista ma vuole e riesce a essere percepito come fonte.
Travaglio ti dice una cosa e tu la percepisci vera.
Perché?
Perché l'ha detta Travaglio.
Una roba atomica.
Persino Berlusconi, e stiamo parlando di Berlusconi, aveva bisogno di un Cicchitto che confermasse, un Baget Bozzo che benedicesse, un Vespa che digitalizzasse, un dio che ungesse.
La fondatezza delle cose dette da Travaglio è inclusa nel loro esser state dette da Travaglio e questo lo pensano TUTTI quelli che lo seguono.
E' marginale il fatto che le cose che dice siano vere o meno, è centrale il fatto che l'esame che viene fatto passare loro per dirle vere è che le abbia dette lui.
Una rivoluzione del pensiero critico che tocca il vero e proprio ribaltamento di senso.
Più berlusconiani dei berlusconiani, ma sarà mica un caso se i due si colpiscono da anni senza mai scalfirsi, sono Al Pacino e Robert De Niro, Bartali e Coppi, Don Camillo e Peppone.
E' più del solito e inflazionato -Uno ha bisogno dell'altro-, è -Sono uno il perfezionamento dell'altro-. Lo step che poteva concludersi in politica, ma che dato che DOVEVA concludersi in politica ma lui proprio non ne vuole sapere, ha lasciato lo spazio giusto per Grillo che si è prestato volentieri a essergli completamento politico.
Berlusconi fece il miracolo di prendere la casalinga di voghera e di dirle che anche lei poteva vedere i processi perché il mondo è pericoloso e lei doveva essere pronta e allora ha convinto la casalinga a mettersi in fila coi numeretti tanto era l'afflusso fuori dalla prima udienza della Franzoni perchè, intervistata dal tiggì, "Devo vederla negli occhi per sapere se è colpevole a me non la fa io se la vedo lo capisco al volo".
A decine, pronte a dividere il mondo in nobel e dead man walking nel tempo necessario al trito di cipolla.
Ma Berlusconi, nel dare loro il privilegio e perché fosse percepito come tale, le dovette lasciare casalinghe, convintamente e orgogliosamente.
Non offrì loro elevazione, offrì loro il privilegio di chi stava loro sopra e per farlo dovette lavorare in parallelo al loro non smettere mai di essere contente di essere casalinga di voghera.
E' perché sei casalinga, che il tuo giudizio è migliore di qualsiasi magistrato, se fossi magistrato saresti tra quelli che sbagliano ed è nel tuo essere casalinga che sei privilegiata.
Un genio.
2)
RispondiEliminaPreparata l’alzata, ti arriva Travaglio con la schiacciata quella che vale l’oro:
tu non hai diritto a partecipare alle udienze in quanto casalinga, smetti di sentirti così limitata è il sistema che vuole fartelo credere perché il sistema teme la realtà: tu hai diritto a prendere parte all'udienza perché tu non sei una semplice casalinga, tu sei il GIP, tu sei il GUP, tu sei il consulente, tu sei il giudice.
E se non lo sei tecnicamente è solo perché il sitema te lo impedisce, le competenze le avresti tutte e quindi già che sei incazzato con la Franzoni incazzati pure con il sistema che non ti fa tradurre il tuo validissimo istinto in sentenza.
Non si poteva rimanere semplicemente tutti allenatori?
Guarda mi spingo anche oltre, andava bene anche un tutti esperti di navigazione e di ingegneria navale come dopo la Costa sugli scogli, va bene, tollerabile.
Ma dio santo una nazione di costituzionalisti esperti di finanza globale applicata al diritto penale con specializzazione in balistica e, bum, esperti in gestione di servizi segreti, davvero non si può reggere.
Travaglio al miracolo di Berlusconi ha risposto con il sette di denari, ha reso nazionale un tema la cui competenza dipende strettamente dal tuo non fare altro nella vita: la giustizia.
E la giustizia è prima di tutto archivi, verbali, sentenze, intercettazioni, precedenti, indagini, tutta roba da leggere e trascrivere se vuoi dire l'ultimo anello della catena fatta di quei trecento anelli precedenti sepolti nelle cantine dei tribunali.
Chi, di quelli che lo seguono, anche ammesso che avesse voglia, avrebbe il tempo di verificare la fondatezza di ogni singolo passo di ogni singolo caso citato da Travaglio?
Tranne Travaglio, nessuno.
Ed è per questo che chi lo segue gli ha dato delega di fiducia in quanto fonte, prima che in quanto cronista.
Perché lui ci ha messo vent'anni a riempire block notes che oggi ti spara fuori uno al giorno, tu che lo ascolti, se sei così folle da cominciare a verificarne uno, non sarai nemmeno a metà quando lui te ne avrà già sparati fuori altri sei, che però ti perderesti perché distratto e quindi lasci perdere, ti fidi, e dato che ti fidi su una materia che riconosci esserti di un'altra galassia, ti fidi nell'unico modo possibile, ciecamente.
Ed ecco che Travaglio diventa riconosciuta fonte di sé stesso.
I lettori del Fatto sono convinti di non leggere una analisi critica come su qualsiasi altro quotidiano, sono convinti di leggere la versione oggettiva dei fatti sui quali il resto dei quotidiani svolgono analisi critica.
Travaglio ha reso oggettiva quella che è per sua natura soggettiva, la sua parola.
Ha dimostrato un tale valore investigativo, al netto delle personali opinioni sulle sue conclusioni, che persino chi lo contesta e lo sfida ha in fondo timore di esporsi alle sue attenzioni e gioca molto sul fatto che se sei costretto a sifdarlo è perché lui ancora non si è interessato a te, che a sua volta significa che non ti ritiene interessante, che in altre parole significa che puoi anche sfidarlo tanto non raccoglie perché ha altro da fare e tu ne esci spavaldo senza aver rischiato nulla.
Da antiberlusconiano non posso che dirmi contento di quanto gli abbia rotto le palle negli ultimi anni, ma da persona non schierata non posso che tenere anche l'attenzione alta di fronte a un altro metro percorso sulla strada dell'annullamento della capacità di giudizio della media nazionale.
Cazzo non sei un costituzionalista, sei un semplice impiegato delle poste che con tutta probabilità nemmeno l'ha in casa, la costituzione.
Non puoi sentirti adeguato a trattare di interpretazioni della costituzione, per onestà, per umiltà, per senso della realtà e insieme del ridicolo.
Allora quando hai le spiagge piene di costituzionalisti tu in realtà hai le spiagge piene di non umili, di non realisti.
e 3)
RispondiEliminaNiente di male, fossero solo il parterre di un giornale, se c'è Cronaca Vera ci sarà anche spazio per chi vuole sapere anche se poi l'hanno condannata e perché, quella con le poppe al vento in copertina.
Diventa un problema invece quando questi votano.
E non nel senso che non dovrebbero votare, ma nel senso che sarà un problema quando il voto seguirà direzioni stabilite da quell'interesse.
Io poi quella cosa chiamata Opinione pubblica la sotterrerei in uno di quei buchi per uranio esaurito che stanno (dovrebbero) a dieci chilometri di profondità, ma è democrazia e tocca tenersela.
Però nel tenersela è possibile non farsi cannibalizzare, si può tenersene fuori per poterla esaminare da distanza.
E da distanza 'sta roba qui, gente che vuole leggere le intercettazioni perché se non le vuoi fare ascoltare allora confermi la malafede che ti hanno attribuito sempre loro, cioè se non vuoi che io semplice cittadino senta la tua telefonata allora vuol dire che quella telefonata contiene qualcosa, cioè la prova della innocenza è a carico dell'accusato, in assenza di adeguata prova di innocenza si è colpevoli, 'sta roba qui dicevo è una merda di governo che proprio non mi piace sentire così vicino.
E questa roba qui l'ha prodotta un tale che si è dimostrato il più rigido difensore della perfezione del codice, che però dice esattamente il contrario, è l'accusa che deve dimostrare che tu hai commesso un reato.
Gente che vuole sapere le cose dei Servizi, che si ritiene depositaria del diritto di leggere le carte e che lo vuole esercitare in quanto diritto, non in quanto carte e che per questo se ne frega di cosa portano a galla poi alla fine quelle carte lui le deve solo poter leggere poi le lascia al loro destino e riprende a giocare a poker e un tale che fa l'unica cosa che loro da soli non potrebbero fare e che fino a oggi aveva fatto un po' da argine: gli porta a domicilio le carte e la pluriennale ricerca d'archivio, così chiudi il cerchio.
Una homepage o prima pagina interamente, INTERAMENTE composta da gente interrogata, da gente arrestata, da gente inseguita, da gente condannata e tutte, TUTTE le reazioni di chi la legge con convinzione appoggiate allo stesso sentimento di partenza, il compiacimento.
Dove va 'sta roba qui?
Lascia stare la qualità dell'acqua del fiume, lui è indiscutibilmente capace, parlo della corrente e della direzione, quanta roba sta travolgendo e quanta altra ne può travolgere se riceve qualche altro affluente?
Se una cosa era rimasta a differenziare un po' la sinistra quel qualcosa era la distanza dall'idea della forca e della gogna pubblica.
Oggi li vedi affamati di condanne, difensori del carcere preventivo, dell'interrogatorio, della delazione, del fine che giustifica i mezzi, del colpevole fino a prova contraria, della rispetto della legge reso obsoleto dalla necessità di sapere la verità.
Il tutto per puro spirito di vendetta, perché nessuno si è preoccupato di far fare loro un percorso di crescita culturale, prima di chiamarli Giudice o Avvocato o anche solo Agente, quindi l'unica leva è l'istinto e se quell'istinto è di matrice vendicativa, io quello che lo alimenterà e lo porterà alla luce del sole dandogli anche potere lo guarderò con notevole timore.
No, mi spiace, Travaglio per me è una persona tecnicamente ineccepibile e a suo modo anche divertente, ma il suo mondo è veramente pericoloso.
E sta sentendo odore di potere.
E non è proprio il caso.
Che a riuscire ad indebolire la figura del capo dello stato sarebbero stati i suoi nemici più acerrimi, nemmeno Berlusconi l'avrebbe mai immaginato.
Ci credo che sta in disparte, gli stanno completando il lavoro come nemmeno le sue truppe più scelte avrebbero mai saputo fare.
Galere piene e istituzioni cancellate, il tutto per amor della rettitudine.
Minchia se non è peggio del fascismo questo, cos'altro di peggio può esserci?
Mi sono dilungato, te l'avevo detto, ma spero di aver risposto.
jingo
Eliminatravaglio espone fatti è vero ma soprattutto opinioni. Anzi una delle critiche più frequenti rivolte al suo giornale è che non separa fatti e opinioni. Ma proprio perchè sono solo opinioni che il fatto di riconoscerle "vere" o "false" non si pone proprio. Tu dirai: sì però opinioni basate su fatti raccontati in maniera faziosa possono fuorviare. Ma oggi ci sono così tanti modi di verificare i fatti con così tante fonti disponibili più o meno in tempo reale che anche questo problema non si pone proprio, per me. E mi pare che su travaglio molto più che su altri venga operato un "controllo" quasi maniacale dei suoi scritti e dei suoi discorsi. Travaglio in effetti viene spulciato quasi quotidianamente; me ne sono accorto da poco e questa cosa mi ha un pò sorpreso. A me travaglio piace perchè spesso, non sempre, "azzecca" il mio pensiero in pieno e perchè lo fa con uno stile semiserio-canzonatorio. Racchiude in un paragrafo satira e commento, quasi come una vignetta in prosa. Non mi sento più esperto di diritto quando leggo travaglio, ma mi sento (in parte, non sempre) più rappresentato. Probabilmente faccio parte degli intellettuali qualunquisti. Apprezzo molto meno grillo nel complesso ma l'intenzione di avvicinare alla politica la gente comune, invece mi piace parecchio. E' l'evoluzione di una normale democrazia l'estensione progressiva dell'elettorato passivo così come lo fu nel secolo scorso il suffragio universale. Non servono titoli, specializzazioni e chissà quali competenze per rappresentare i propri connazionali. Quelle si possono apprendere con un breve noviziato. Sono più utili onestà e rettitudine (difficili da apprendere da adulti se non te le hanno inculcate da piccolo!)
Io non ho detto che espone fatti in maniera faziosa (anzi ho detto che è più che capace nella ricerca) ho detto che chi lo legge considera il bisogno di verifica soddisfatto sempre da altri e quindi non necessario.
EliminaDici che su di lui viene operato un controllo quasi maniacale.
Parli di te o ti riferisci ad altri?
Io sto ancora aspettando uno che mi dica IO, IO ho verificato punto per punto.
E, intendiamoci, questo non significa che secondo me a verifica ne uscirebbe smentito.
Dico solo che chi lo legge non sente la necessità di verificarlo e che quindi percepisce ciò che legge come vero perchè, se è così "assediato", sarà stato certamente verificato da altri.
Per avvicinare la gente comune alla politica basta un quotidiano.
Uno qualsiasi letto almeno due volte a settimana.
Mi va bene persino Il Giornale, guarda.
Basta leggere, cambiare sistema di governo sta dieci passi dopo.
Onestà e rettitudine li trovi anche in un contadino che dalle cinque del mattino sposta zolle di terra, dio lo protegga, anche senza saper contare fino a cinque.
Per discutere, modificare e approvare una legge, una scelta di politica internazionale, una linea didattica, serve qualcosa in più e chi ti racconta che non è così mente.
Semplicemente mente.
E chi sostiene chi mente mente due volte.
jingo
Eliminacerto se si parla di ignoranza al massimo stadio... Quello che intendevo è che riservare la politica a degli specialisti, ai cosiddetti tecnici non rappresenta un metodo democratico in senso letterale. E più c'è bisogno di azzeccagarbugli e super esperti più c'è il pericolo che il cittadino venga ingannato proprio perchè non ha gli strumenti culturali per controllare o magari non ha semplicemente tempo. Per questo ci si affida a degli interpreti "pret a porter" della realtà come può essere il travaglio di turno; è comodo ma comporta dei rischi certo ma del resto questo è il compito del giornalista che nel raccontare i fatti fatalmente li interpreta, li media non è mica un robot. E comunque chi non riesce a contare fino a 5 tecnicamente può votare perchè basta una croce; difficile invece che venga eletto ma solo perchè un partito si vergognerebbe a presentarlo anche se con l'attuale legge elettorale qualche possibilità ce l'avrebbe...
Dal punto di vista tecnico io sono proprio la rappresentazione di quanto scritto: Travaglio è riuscito nel miracolo di oggettivare le proprie affermazioni perché dette da lui. Ci si fida, e l'ho fatto anche io per molto tempo (e, aggiungo, non sono uno sprovveduto, ma uno con laurea, dottorato, che legge un quotidiano al giorno, che segue da sempre la politica italiana...). Lo diceva Travaglio, ti sparava i numeri e i riscontri, e tu li davi per buoni, cosa che di solito non facevi con altri giornalisti. Quando poi mi sono accorto di qualche testo malamente copiato e incollato (plagiato?), della vicenda Massimo Ciancimino, e ho cominciato a leggerlo con occhio molto, molto critico, non dando per assodato ciò che scrive "perché l'ha scritto Travaglio" allora sono uscito da questo schema. Allora ci si rende conto di un'ovvietà che Travaglio, come tutti, va letto con occhio attento, perché anche lui prende cantonate, come qualunque altro giornalista, e bisogna fare attenzione.
EliminaOra, il problema non è il mio caso personale, di cui a nessuno frega niente ma è il passo successivo. Ovvero l'osservazione che nelle discussioni con amici altrettanto preparati, altrettanto accorti, le opinioni di Travaglio erano dati per fatti assodati, ed è straordinariamente difficile far passare l'idea che in quel caso specifico Travaglio ha scritto una sciocchezza.
Tecnicamente ciò che fa Travaglio non è tanto scrivere sciocchezze, ma dare versioni parziali e a senso unico dei fatti, strumentali a far passare il messaggio che Travaglio vuole far passare. Ad esempio di un personaggio che in una circostanza ha fatto l'atto X (meritorio o lodevole), l'atto Y (esecrabile) e l'atto Z (poco chiaro), Travaglio dirà che il personaggio ha commesso l'atto Y e l'atto Z (il che è vero), e tralascerà di citare l'atto X, che invece potrebbe servire a gettare una luce diversa sul personaggio o anche solo a far sì che se ne abbia un'opinione più obiettiva. Se di una scacchiera dico che è una cosa piena di spazi neri, non dico tecnicamente una sciocchezza. Però dico una cosa parziale che può far pensare chi legge che una scacchiera è fatta TUTTA di spazi neri (cosa che non è).... Davide
EliminaUno dei tuoi pezzi più sensati e condivisibili di sempre: tra le righe si percepisce addirittura senso della politica e della ragion di Stato.
RispondiEliminaOra però, l'alzata, te la preparo io, e vediamo se riesci ad affondare la schiacciata, o se in fondo quella cagata pazzesca dell'Opinione Pubblica (quando lo dico, io, che la democrazia al massimo è il male minore, e manco sempre...) condiziona anche te: e Saviano? Leggendo soprattutto il primo segmento dell'intervento i due volti mi si sono sovrapposti davanti agli occhi. Le uniche due differenze che finora (in una manciata di minuti) mi son venute in mente, ed entrambe a detrimento di Saviano, sono: (1) che almeno Travaglio è giornalista, razza squallida e malnata ma almeno con uno straccio di codice e di parametri teorici in base ai quali giudicarli, mentre da quanto mi risulta Saviano è solo un romanziere "engagé" che gioca a fare il giornalista-giudice-Padreterno (novello Minosse dantesco, incontestabile giudice delle anime dannate che "giudica e manda secondo ch'avvinnghia"), quindi assolutamente sfuggente rispetto a qualsiasi parametro di giudizio, e pertanto ancor più di Travaglio circonfuso di un'aura di aprioristica autorevolezza e persino laica santità, riconosciutagli da un'O.P. assai più ampia di quella che apprezza Travaglio (temi Grillo, ma se si buttasse a tutti gli effetti in politica Saviano ogni sfida sarebbe percepita dall'O.P. come "Cristo vs Anticristo"), (2) che almeno Travaglio in fondo, secondo me, sa di essere una merda e anzi se ne compiace pure (vedi quel penoso impiego di nomignoli e storpiature da seconda elementare, come manco il Bagaglino), mentre Saviano pensa veramente di essere un eroe civile vocato al martirio nel nome della Verità, e pertanto ancor più di Travaglio non accetta e anzi non concepisce proprio contraddittorio (ricordi di averlo mai visto in una trasmissione affiancato da qualcuno che sottoponesse a giudizio critico quanto ieraticamente affermava e gesticolava?), ché - sempre per certa O.P. - se uno critica Travaglio è "solo" un laido berlusconiano che o mente sapendo di mentire o è semplicemente troppo stupido o ignorante per prostrarsi penitente dinanzi al suo verbo, mentre se qualcuno mai criticasse Saviano sarebbe direttamente un simpatizzante della mafia e della camorra quando non un loro accolito, che non solo mente sapendo di mentire, ma spergiura sul suo onore e sulla sua rispettabilità di uomo, bruciandoseli una volta per sempre.
Ma, appunto, viste le premesse interessanti, sarei curioso di sapere anche la tua al riguardo.
... tre giorni dopo:
EliminaO.P. - Broono 3-0, per assenza dell'avversario.
Non sono Broono, ma solo il ben più umile Guido1972, ma provo lo stesso a dire la mia: secondo me Saviano (come "figura", ovviamente non lo conosco di persona) ha questi vantaggi rispetto a Travaglio:
RispondiElimina1) è (o è percepito come, il che è lo stesso) un "creatore". Ossia qualcuno che ha prodotto (almeno) un'opera: Gomorra. Travaglio invece è un "distruttore": ha bisogno sempre di una precisa figura di riferimento da attaccare. Più questa figura è un "bersaglio grosso" (Berlusconi, Napolitano, Scalfari... e pare che Obama e il Dalai Lama si stiano già tocccando le palle) meglio è. Perché fa più casino.
2) Saviano ha un seguito che lo adora, ma Saviano non dà mostra di cavalcare il rancore, la rabbia, l'odio (come invece fanno Travaglio e Grillo). Si espone all'adorazione (ma quanti farebbero diversamente?) ma il suo "peccato", se vogliamo, mi sembra limitarsi a ricoprire il ruolo che si è trovato, per circostanze editoriali, ad occupare.
3) Saviano, a differenza di Travaglio, non sembra animato da un odio, una presunzione acida ed un livore capaci di offuscarne il giudizio. Se non faccio alcuna difficoltà a vedermi un Travaglio-Robespierre (dovesse arrivare al potere), al peggio per Saviano vedrei un ruolo alla Zapatero (ossia: persona stimata, illuminata, con un'aura di rettezza intorno, ma magari incapace a risolvere problemi).
4) Saviano non vampirizza illustri scomparsi per presentarsi (autoproclamandosi) come il loro più degno successore (così come fa Benigni con Dante o ancora più palesemente Travaglio con Montanelli. Se ci fate caso, è trasparente in ogni respiro di T. la sua brama di ricordarci a tutti che - per sua decisione, più che altro - lui è l'erede di Montanelli. E quindi è giusto che tutto il patrimonio di credibilità ed autorevolezza che Montanelli si è costruito in una vita, venga ereditato subito e senza troppe domande dal giovane Travaglio).
5) Saviano non mostra particolare ottusità nel replicare quando viene attaccato (mentre il buon T. si distinse per incapacità di entrare nel discorso e capire cosa veramente D'Avanzo volesse dire - ossia che il "metodo Travaglio" è pericoloso proprio perché si può applicare anche a chi, come Travaglio stesso, è integerrimo - nella famosa querelle Travaglio-D'Avanzo di qualche anno fa)
Ho letto così tante sciocchezze che mi è impossibile rispondere a tutte. Davvero: leggo Travaglio da tempo e non mi fido ciecamente di Travaglio, non bramo condanne, non penso di essere un dio della giurosprudenza. Di più: trovavo nei suoi articoli quel che pensavo, da Mastella che propone l'indulto (non sarebbe meglio fare PRIMA una riforma carceraria e/o della giustizia?), allo scudo fiscale (che senso ha un 5%?), all'intransigenza sulle malefatte di destra e sinistra, sul diritto di sapere ciò che è scritto in atti pubblici (anche nelle intercettazioni, quando sono rilevanti - e Travaglio non ha mai pubblicato pettegolezzi).
RispondiEliminaNon è nemmeno vero che non c'è gente che si mette a fare le pulci agli articoli di Travaglio: ha i suoi processi e le sue condanne (leggere le sentenze è molto utile per capire il livello dei suoi errori) e c'è gente come Francesco Costa che analizza per demolirlo (non ci riesce, in effetti). La querelle con D'Avanzo, ad esempio, è un argomento citato a sproposito: dato che lo conosco bene vi dimostro volentieri che aveva ragione Travaglio.
Nemmeno su Grillo siete molto obiettivi: quest'uso profuso del termine TUTTI è indice di scarsissima conoscenza dei fenomeni, se non altro perchè, secondo voi, dovrei essere un grillino insultatore, ignorante, arrogante, giustizialista e credulone.
@ guido1972: perdona la fretta, ma davvero ho pochissimo tempo, quindi almeno per ora mi limiterò a replicare rapidamente agli ultimi due punti (e comunque i primi tre mi sembrano piuttosto simili tra loro):
RispondiElimina4. E Falcone e Borsellino? Sono vent'anni che i mafiologi (inclusi i non pochi che quando erano vivi li insultavano e infangavano, uno dei quali è stato da poco rieletto sindaco stuprandone impudentemente la memoria) usano i loro nomi come clave per soffocare sul nascere ogni possibile discussione sulle proprie tesi (come una sorta di contemporaneo "Ipse dixit"): e ti pare forse che Saviano sia da meno?
5. E a te uno che, quando gli si fa notare che ha commesso un banale quanto evidente errore ortografico, interponendo un apostrofo tra "qual" ed "è", risponde tronfio che continuerà a farlo "come Pirandello e Landolfi" pare uno che "non mostra particolare ottusità quando viene attaccato", considerando che in questo caso neppure di attacco si trattava ma di semplice e ineccepibile rilievo grammaticale? Io, uno che reagisce così, lo chiamo semplicemente coglione.
@Dionysus: sul punto 5) hai ragione: mi ero dimenticato di quell'episodio. Sul punto 4) tutto sommato mi sembra che Saviano sia uno dei meno scalmanati nell'evocare in maniera furbetta Falcone e Borsellino, ma magari mi sbaglio io. Insomma mi sembra che sulla memoria dei giudici scomparsi, soprattutto Borsellino, ormai si sia creato un "indotto" nel quale Saviano mi sembra secondario rispetto ad altri personaggi. Ma anche qui, magari sbaglio io. Guido1972
EliminaCaro DTM, semplicemente "non puoi" dimostrare che nella querelle D'Avanzo/Travaglio Travaglio aveva ragione. Perché Travaglio aveva torto. La querelle era nata per un articolo in cui D'Avanzo criticava il "metodo Travaglio" quando Travaglio se la prese con Schifani perché Schifani aveva lavorato con un tizio che poi, anni dopo, era stato inquisito per mafia. D'Avanzo sosteneva che il fatto che Schifani PRIMA avesse lavorato con uno che DOPO era stato indicato come mafioso, non voleva dire ipso fatto che Schifani fosse mafioso. E per spiegare ancora più chiaramente ciò che intendeva dire, D'Avanzo fece l'esempio: "guarda Travaglio che seguendo questo metodo - che io trovo scorretto, bada bene - si farebbe presto a dire che anche tu, che hai fatto le vacanze con Ciuro che poi, successivamente, si è rivelato quello che è, potresti avere a che fare con la mafia. Ora, sicuramente non è così, ma questo mio esempio aberrante serve solo a farti capire quanto sia arbitrario il tuo metodo, perché si può applicare anche a persone integerrime come te". In buona sostanza questo era il discorso di D'Avanzo. La risposta di Travaglio non entrò nemmeno per un attimo nel "metodo" (che era l'unica cosa che stava a cuore a D'Avanzo): Travaglio cominciò a tirare fuori ricevute dicendo che aveva le prove che le vacanze se le era pagate da solo, e che lui non c'entrava niente con la mafia, eccetera. Grazie. Lo sappiamo che Travaglio non c'entra con la mafia, ma il discorso di D'Avanzo era proprio quello: "ANCHE TU, che di sicuro non c'entri niente con la mafia e sei onestissimo, potresti essere attaccato da uno che volesse usare il "metodo Travaglio": questo non ti suggerisce, caro Travaglio, che questo "metodo" ha qualcosa che non va?". Eppure niente, Travaglio sollevò un polverone e D'Avanzo non ebbe mai risposta alla sua critica "di metodo" (che, ribadisco ancora una volta, non era assolutamente un'accusa di collusione con Ciuro o con chiunque altro, ma una dimostrazione di un "metodo" aggressivo che si presta ad abusi). Guido1972
RispondiElimina"TUTTI è indice di scarsissima conoscenza dei fenomeni, se non altro perchè, secondo voi, dovrei essere un..."
RispondiEliminaE tu mi hai spinto a star qui un'ora a scrivere cento pagine su Travaglio perché altrimenti non mi avresti più riconosciuto il solito acume, per poi spararmi fuori una contestazione così cretina?
Cioè tu VERAMENTE hai deciso di dedicare il tuo tempo, non importa se poco o molto è la scelta il punto, a scrivere che si può dire TUTTI solo dopo averlo chiesto veramente a TUTTI?
Eri berlusconiano prima di passare al M5S, dì la verità.
Comunque, io la mia parte l'ho fatta e tu hai fatto la tua.
Che per la precisione è la solita che rispecchia in pieno i miei timori: ti sei fatto truppa.
Il post e i miei commenti è a te che parlano, non a Grillo tantomeno a Travaglio.
Invece tu tutto infervorato a spiegarmi chi è lui cosa fa lui quant'è bravo lui, come le sue qualità non fossero l'unico punto del quale mi sono detto convinto.
Io ho scritto che CHI LO SEGUE non lo critica, non che chi lo critica lo critica.
Tu mi hai ricordato che ha i suoi processi e le sue condanne, i suoi Costa e i suoi D'Avanzo.
Ma va?
Davvero c'è qualcuno che gli rompe le palle?
E come è potuto succedere, che anche lui abbia de critici?
Non l'avete aperta una pagina uèb voi delle discussioni corali, per analizzare questo curioso fenomeno e dare al mondo la vostra risposta, in attesa che diate quelle tutt'ora latitanti sui "come" a ogni singolo punto del programma M5S che hai votato?
Io ho scritto che TU CHE LO CONDIVIDI non lo svisceri e (quindi) ti fidi a prescindere.
Mi hai scritto che Costa lo fa, non che TU lo fai.
"La querelle con D'Avanzo, ad esempio, è un argomento citato a sproposito: dato che lo conosco bene vi dimostro volentieri che aveva ragione Travaglio"
E mi spiace ma o tu sei D'Avanzo o sei Travaglio o mi stai dando ragione praticamente su tutta la linea.
O stai dicendo che D'Avanzo, che sono ragionevolmente convinto anche senza bisogno che tu me la dica che non ti darebbe ragione, ha una versione della SUA vicenda meno oggettiva della TUA che l'hai letta?
Ma tu ti rendi conto di quanto sei la foto dei miei 3 commenti?
Comunque, mi fa piacere che tu non sia un credulone mammalucco ma l'immancabile caso che smentisce, ma io resto della mia idea esattamente come quando mi trovo davanti quelli che dicono che la pedofilia nella chiesa non esiste perché il parroco del loro quartiere è onestissimo e conoscono anche TUTTI un missionario.
Per me groupie di Grillo e Travaglio non sei tu come singolo ma il sapore del totale col quale si esce dai loro flussi di commenti e tu me ne potrai scrivere cento di commenti intelligenti, ma basta prenderne uno a caso (prendi questo http://www.beppegrillo.it/2012/08/wiki_violante.html) per esserti sempre qualche chilomentro avanti nella conta della feccia.
Visto che ne stai facendo scelta di vita allora fidati anche di me: sono di più loro.
Infervorato? Sempre più basito. Non so da dove derivi questa sicumera per sparare certe sentenze: critico Travaglio, Grillo e chi mi pare, senza esserne acritico adepto. Berlusconiano poi, non potevi insultarmi in modo peggiore. Certamente non si può chiedere a tutti, ma in quel termine decidi che la stragrande maggioranza ha un'intelligenza che neanche i parameci, mentre ti facevo notare che è una sciocchezza - infatti come campione di riferimento dei grillini prendi i commenti al blog. D'Avanzo spiegava poi, nell'articolo, che "Travaglio si era fatto piacere le persone sbagliate" dando per scontato che fosse vera la storia del pagamento. Seguire il cosiddetto metodo Travaglio significa invece concludere che la notizia non c'è perché quel pagamento non c'è. Rileggete meglio gli articoli, comprese le intromissioni di Facci. Comunque, visto il tono delle risposte, credo toglierò il disturbo. Saluti.
RispondiEliminaMi sono reso conto che la tua ultima risposta merita precisazioni punto per punti:
RispondiElimina1. "scrivere che si può dire TUTTI solo dopo averlo chiesto veramente a TUTTI?"
no, penso che usare TUTTI (sgarbatamente in maiuscolo) si possa fare su qualche base più solida e meno soggettiva del proprio parere male argomentato.
2. "Berlusconiano".
Insulto numero uno.
2b. "passato al M5S".
L'ho votato una volta, non ci sono "passato".
3. "ti sei fatto truppa."
Ah sì? e perchè? Insulto numero due.
4. "chi è lui cosa fa lui quant'è bravo lui, come le sue qualità non fossero l'unico punto del quale mi sono detto convinto."
Rispondevo a tue osservazioni, lungi da me l'esegesi di Travaglio.
5. "Io ho scritto che TU CHE LO CONDIVIDI non lo svisceri e (quindi) ti fidi a prescindere."
E io ti ho scritto che invece lo sviscero, quindi non mi fido a priori. Ennesimo insulto.
6. "ne stai facendo scelta di vita allora fidati anche di me: sono di più loro."
Scelta di vita?! Spero sia ironico. Comunque no, non mi fido di te come non mi fido di Travaglio nè di Grillo, quindi non sono di più "loro" solo perchè lo decidi tu.