5 gennaio 2015

Perché avevo voglia di sentirlo ma non di cercarlo

Molti molti anni fa andai a vivere per qualche mese all'estero, un'esperienza caratterizzata da mesi senza una lira in tasca in quel modo là che devi scegliere se pranzare o cenare, certo non puoi comprare musica.
Alla partenza, per fretta e inesperienza ai viaggi non portai via nessuna cassetta musicale se non quella che avevo nel walkman (cassetta...walkman...in volume un paio di decadi, in valore due secoli fa accipicchia) e che per motivi economici fu l'unica che ascoltai per l'intera durata dell'esperienza, mesi e mesi sempre la stessa cassetta, sul lato A era Pirata dei Litfiba, sul B era Pino Daniele, non nel senso del cantante ma proprio dell'album del '79, forse uno dei suoi più belli e non solo perché se lo ascolti per mesi è ovvio che lo diventi.
Senza stare a far l'elenco tanto chiunque può cercarselo, una delle migliori serie di brani del suo periodo migliore.
Ascoltandolo per mesi, mesi nei quali la lontananza da casa si portò appresso diversi momenti complicati a cavallo della difficoltà oggettiva della vita sul posto e quella soggettiva della distanza dagli amori a casa, ogni parola di quelle canzoni si è così sigillata a un momento speciale, a una telefonata, a una dedica, un pensiero.
Passassero altri cinquant'anni per me Pino Daniele rimarrà quello che mi ha fatto compagnia e mi ha tenuto emotivamente acceso, quello che mise in musica la poesia di Troisi, quello che il mio maestro di chitarra definì Uno dei migliori chitarristi non in Italia ma nel mondo e il mio maestro di chitarra era uno che suonò con De Lucia, non l'ultimo cretino dai facili entusiasmi, insomma.
Stanotte alle 4 mi infilavo a letto con RaiNews accesa, mentre il cronista dava i primi lanci augurandosi che non fossero veri e trattenendo a stento una commozione che devo riconoscere in poche altre occasioni di morti note ho fatto anch'io fatica a trattenere, usando come unica conferma il tweet di un Ramazzotti che alle 4 del mattino ha voluto sigillare con l'implacabile certezza quella che come poche altre volte tutti ci siamo augurati fosse una bufala.
Questo fatto che la gente muoia io non lo so se riuscirò ad accettarlo come definitivo una volta per tutte come età mi dovrebbe permettere, mi sembra ogni volta così assurdo, evitabile, intollerabile.
Mancherà molto, nonostante dopo il tour insieme a Jovanotti ed Eros non fu mai più quello capace di scrivere capolavori come questo, una delle sue più belle e nello stesso momento meno note (e no, non è "sceglila sconosciuta così fai la figura dell'esperto", è che è proprio una delle meno note e nello stesso momento una delle più belle), così bella che se devo sceglierne una per dirgli ciao allora è questa, prima che tra cinque secondi dica Anzi no questa e poi No aspetta quest'altra
Che perdita accidenti.


2 commenti:

  1. approposito di gente e pensieri, e musica che ci accompagna, ci lascia, e che rimane, comunque:

    https://beizauberei.wordpress.com/2015/01/05/se-ne-andato-anche-pino-daniele/comment-page-1/

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  2. Anonimo22:31

    i so pazzo

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