Quella da due giorni, quella da cinque, quella da dieci in poi, a separarle lo spazio fisico proporzionale al tempo che passa tra una e l'altra, artisti norvegesi la venderebbero come design battezzandole Armadjieff Orizzuntili, l'unica cautela è non variare latitudine o farlo per un tempo sufficiente a dimenticare quella di provenienza.
mi offrono un incarico di responsabilità portare questa nave verso una rotta che nessuno sa, è la mia età a mezz'aria in questa condizione di stabilità precaria
Daniele mi chiede cosa deve avere la mia prossima terra per essere la mia prossima terra e chiude in quell'incarto i perché i silenziosi siano i migliori interlocutori, lo stimai anni fa quando su un divano vidi il silenzio di cui io non sono mai stato capace e dissi lui capirà, lui sta già capendo, lui un giorno spiegherà persino a me e oggi eccoti, ti aspettavo.
Mi ferisce volutamente mostrandomi finto il sottile filo che in quel momento dopo non sa quanti anni mi ha portato vicina la famiglia e se sapesse quanto per me è resistente quel filo che al mondo appare sottile, scioccamente posticcio, saprebbe perché non sento il colpo, i silenziosi sanno essere cattivi ma mai gratuitamente, i nemici vanno scelti con più cura degli amici, a lui il lusso di colpirmi senza vedere i miei canini, lui può, sì è "invidia" la mia, quello che non sai è che nella volontà di schiacciarmi mi riveli che la mia ammissione è rimasta segreta e in quel momento ti vorrei abbracciare e dirti solo "Vorrei che la provassi anche solo per un istante" così che ne senta la bellezza e mai più la usi per colpire.
ipnotizzato dalle pale di un ventilatore sul soffitto mi giro e mi rigiro sul mio letto mi muovo col passo pesante in questa stanza umida di un porto che non ricordo il nome
il fondo del caffè confonde il dove e il come e per la prima volta so cos'è la nostalgia la commozione nel mio bagaglio panni sporchi di navigazione per ogni strappo un porto per ogni porto in testa una canzone
La scelta di non tornare se non necessario che sta caratterizzando ogni volta di più i miei viaggi rende la dimensione del bagaglio non più parametrata solo sui giorni ma anche sul pezzo di cuore che approfitto per portare, prendere, abbracciare.
Vado per fare l'amore e invece dormo, l'amore l'avevamo già fatto quello che non avevamo fatto era dormire e allora riempiamolo tutto con la novità questo tempo, dormiamo tanto, dormiamo tutto, svegliamoci per un secondo e non cerchiamo porte.
è dolce stare in mare quando son gli altri a far la direzione senza preoccupazione soltanto fare ciò che c'è da fare e cullati dall'onda notturna sognare la mamma, il mare
Mi offrono un incarico di responsabilità mi hanno detto che una nave c'ha bisogno di un comandante mi hanno detto che la paga è interessante e che il carico è segreto ed importante
Nell'ultimo mese mi sono innamorato quattro volte, media stagionale, tutte e quattro impossibili, media esistenziale, negli anni sviluppata la vera eccellenza, olimpionica capacità di metterti le mani sotto il vestito soltanto pensandolo, il pensiero è più potente del gesto, il pensiero opposto più invalicabile di qualsiasi schiaffo, siamo ormoni che viaggiano, se c'è ossigeno nella distanza è perché viene lasciato, se viene lasciato non c'è muro, se non c'è muro il pensiero va e non trova ostacolo, sì quella cosa che mi hai letto negli occhi erano mani.
il pensiero della responsabilità si è fatto grosso è come dover saltare al di là di un fosso che mi divide dai tempi spensierati di un passato che è passato
Saltare verso il tempo indefinito dell'essere adulto. Di fronte a me la nebbia mi nasconde la risposta alla mia paura cosa sarò dove mi condurrà la mia natura?
La fallibilità rivelata alleggerisce e solleva, chiedere coordinate e vedere il timore nelle risposte, il dubbio che il me vendicativo stia recitando la parte del me smarrito solo per accelerare i processi di selezione del prossimo agnello, diffidenza e sospetto il premio di tappa e prendiamoli, ci pensa la mente che controlla spazio e tempo e quando necessario li sospende entrambi, se troppo carica sgancia e libera, l'effetto deresponsabilizzante del distacco dalla percezione del reale è arma a doppio taglio per chi è arrivato fin qui autoassolvendosi da tutto e allora si alzino gli argini e me li si mostrino perché io sono al punto in cui voglio tanti cammelli quante sono le monete comunque pagate, per il solo diritto di provarci, almeno, a farli passare per ogni singola cruna di ogni singolo ago che ogni singolo abbandono mi ha infilato negli occhi, la candela per questo gioco o è votiva o non è, atto di fede e l'ego te absolve.
la faccia di mio padre prende forma sullo specchio lui giovane io vecchio le sue parole che rimbombano dentro al mio orecchio "la vita non è facile ci vuole sacrificio un giorno te ne accorgerai e mi dirai se ho ragione"Eccomi: avevi ragione.
Avrei solo speso qualche parola in più per contestualizzare il futuro e mostrarmi che il sacrificio sarei stato io, ma facciamo che tra le tante concessioni ti riconosco il diritto a una certa approssimazione.
Nei tuoi limiti rischia di essere stata persino una forma di delicatezza.
provare a immaginare cosa sarò quando avrò attraversato il mare portato questo carico importante a destinazione dove sarò al riparo dal prossimo monsone
Mi offrono un incarico di responsabilità domani andrò giù al porto e gli dirò che sono pronto a partire
Getterò i bagagli in mare studierò le carte e aspetterò di sapere per dove si parte quando si parte e quando passerà il monsone
Dirò levate l'ancora diritta avanti tutta questa è la rotta questa è la direzione questa è la decisione.
Bella, Bru'.
RispondiEliminaRicordi quando ti prospettavo, a forza di boldrinate dilaganti con la complicità dei moderni ed evoluti uomini femministi, un radioso futuro pieno di graziose borsette confezionate in pelle di scroto? Ebbene, a Barcellona è già realtà (e da qualche anno):
http://www.repubblica.it/esteri/2016/07/08/news/barcellona_ada_colau-143652923/
Notare soprattutto la quinta/quintultima domanda e risposta (intervistatrice e intervistata degne l'una dell'altra), sulla "femminilizzazione della politica" e sul plurale generico al femminile.
No, ma non è mica androfobia, eh. Ottima direzione, avanti tutta.
Magari, per sicurezza, con la conchiglia sui coglioni.