Ti vorrei ritrovare così, per caso, come non ci fossimo mai incontrati in una sera fatta di pareti che non conosco, fondale di persone che non conosco e vedere in contorni inusuali te per prima mai vista come non fossimo stati noi quella sera a provare a esser grandi e a riuscirci così bene da non aver più bisogno di nessuno, incontrarti una sera con un buon rosso in mano venirmi incontro dicendo “Mi han detto che tu sei” no, sbagliato, sbagliatissimo, parti da zero quando io non ero, darti del Lei ché non mi conosci nella mia gentilezza un brindisi al bimbo che rinasce e giù di racconti col mio piccolo petto gonfio e la vetrina tutta addobbata per natale approfittare dello sguardo che volge altrove per riprenderti le misure vicino vicino vicino tanto da toccarti con i desideri che non mi ero portato dietro, viaggio leggero, solo l’indispensabile, scoprire che l’indispensabile era lì, vai a saperlo uno non ci arriva mai preparato.
Ti vorrei ritrovare così impreparata e raccontarti tutto da capo provando un’altra versione, lato B dei dischi vecchi, un album di foto dalla soffitta e se va bene amici ad applaudire lo spettacolo e io ti canto un karaoke con tutte le canzoni “you” in playlist “you and me” “you for me” “you in me” “You you you” si you, see you, in september il mese dei progetti su un foglio di carta con una matita anche se non si ha nessuna intenzione di cancellarli ma è più morbida e poi fa le sfumature e se ci passi il dito puoi fare le zone d’ombra più belle, quelle che non sono buio ma volume, spazio, ingombro, pieno, prendi le misure e segni le misure sul progetto quant’è l’altezza, boh un metro e settantadue, settantatre al massimo tranne quando metti i tacchi in quel momento diventi alta quanto il cielo e non ci sta quel progetto lì sul foglio e devi tirare una riga luuuuuuuunga lunga lunga fino al cielo, cielo tuo marito, chi, io.
Ti vorrei ritrovare per caso una sera in un cassetto mentre cerco una cosa importante che avevo solo riposto per non rovinarla insieme al biglietto del primo concerto al biglietto del primo treno al biglietto del primo amore vorrei ritrovare tu ultimo concerto a chiudere il cerchio con un bis ringraziare il pubblico chiudere il sipario e andare a mangiarci quel granchio con le mani consapevoli che si sporcheranno ma per entrambi come quando una volta ogni tanto certe volte si faceva anche l’amore.
Ti vorrei ritrovare all’arrivo del treno io scendo tu lì che mi dici “E tu chi sei?” e io ti rispondo “Ecco, ti volevo ritrovare così”.
Forse mi ero innamorato di te.
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