22 novembre 2007

Mi dicono che in questa terra io ho le radici

Hai dietro un fondale teatrale a rullo mosso da nani pagati per farlo scorrere senza sosta, la scena cambia più velocemente della tua percezione, una volta con la stessa velocità cambiavi case, città, forse è quello che fa sì che non te ne accorga, una casa in cui sei nato, semplicemente, non esiste, non può esistere, oggi, un posto in cui sei, ora.

Chiudi la valigia dove ci sono 3 gradi la apri dove ce ne sono 15, in mezzo, semplicemente, i nani girano il rullo, tu vedi la scena che cambia, quasi non te ne accorgi, lo sai che è un rullo, la scena cambia solo per chi ti guarda da seduto, per te è una unica, lunga, chilometri, anni, secoli, sai che non durerà, morirai giovane, te lo dice il cuore affaticato, ti va bene, ogni volta che fai piani a lunga scadenza ti ricordi che lunedì riparti.

Pensi a tuo padre, a dove sarà oggi, sai che non stai pensando al corpo ché quello lo sai dov’è anche se ogni volta devi contare per arrivare esatto, pensi chissà se ce l’ha fatta, a vivere facendo in modo che in questo momento qualcuno lo stia facendo vivere in qualche angolo del mondo, nei suoi pensieri, alzi la mano chi in questo momento ne ha in mente un pezzettino, vuol dire che ce l’hai fatta, puoi essere ovunque senza esserlo, oggi, semplicemente, qualcuno sta facendo rivivere quella mano che accende la macchina o, forse, che gira il sugo o, forse, che muove l’alfiere o, forse, che ne so, io non c’ero.

Hai dormito in tanti di quegli alberghi che in albergo hai finito col sentirti quando passi, per sbaglio, da casa e per questo non smetti un solo momento della tua esistenza di sentirti bene solo quando parti e vai. In ogni parte del mondo hai lasciato il desiderio di riempire la parte vuota del letto, accidenti a questa mania di fare solo camere doppie, loro non lo sapranno mai ma nei tuoi pensieri un pezzo di loro c’è sempre e ogni volta che spegni la luce e ti giri metti un nome accanto e lo lasci lì per il prossimo ospite che nemmeno immagina quanto è fortunato a dormire in un letto nel quale hai lasciato il pensiero di lei, nuda, che non poteva seguirti ovunque eppure lo faceva lo stesso, tu, semplicemente, non hai mai dormito da solo una sola volta in vita tua.

Fin da piccolo hai imparato che i legami sono bolle nei pensieri lasciati sparsi in giro per il mondo, così oggi ti muovi lasciando bolle nei pensieri sparsi in giro per il mondo sapendo che così un legame c’è anche se non ci sei tu, qualcuno in questo momento sta facendo vivere a mille chilometri da te la tua mano che accende la macchina o, forse, che gira il sugo o, forse, che accarezza, vuol dire che puoi essere ovunque i nani girano il rullo, la gente pensa che lo scenario cambi, tu sei sempre lì, le bolle che hai lasciato in giro vivono per te, tu sei altrove, hai da fare, devi ripartire, come fai, non puoi che vivere così, come quando a sei anni t’hanno detto che dovevi partire e a nove anni t’hanno detto che dovevi ripartire e a 12 anni t’hanno detto che dovevi ripartire e a 20 anni, semplicemente, hai assoldato una serie di nani nella tua testa e hai chiesto loro, se non altro, di girarti almeno lo sfondo, visto che alla fine facevano di tutto per fartelo sembrare uguale ma dai, su, non prendiamoci in giro, erano quinte, quelle.

Buonanotte a te che mi accompagni e non hai paura.

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