Mentre guardo il TG5 chiedendomi se dopo il servizio sulla mostra di libri usati organizzata da Dell’Utri, quello sul nuovo disco di Celentano e quello sulla puntata di stasera di C’è posta per te, faranno vedere anche qualcosa che abbia in qualche modo a che fare con la parola ‘informazione’, leggo i giornali on line e scopro che l’ondata di pulizia morale partita il giorno dopo la vittoria delle elezioni avrà ora finalmente anche una commissione di surfisti d’elìte capitanati dal Ministro Bondi che, a capo del slito 'comitato di uomini di cultura sopra le parti', di mestiere farà quello che si chiude in una stanza a guardare i porno con la scusa di doverli eliminare dalla faccia del vaticano.
Per fortuna il dipinto del Tiepolo è stato coperto per tempo, altrimenti sarebbe stato lo stesso ministero a dover pagare la tassa sul porno allo stesso ministero e vai a capire chi avrebbe pagato chi.
Per preparare la strada ai mullah del nuovo secolo italico la sala stampa vaticana ha già dato fiato alle trombe con puntate di alto valore informativo il cui centro d’attenzione è focalizzato sul “Basta nudo in tv!”, mentre la più moderata sala stampa governativa una puntata su due ci mostra servizi nei quali si racconta che in Italia la gonna corta non piace più, oggi va per la maggiore, ‘spopola’ come direbbe Studio Aperto, la gonna sotto il ginocchio.
Tutto nella norma, tutto come da programma.
Bondi che deve decidere cosa è porno e cosa no è come tuffarsi in una piscina di squali con un taglio su una gamba o, meglio ancora, è come incaricare la Binetti di istituire una commissione per stabilire se l’omosessualità sia una devianza.
Nel frattempo, mentre la mannaia della pulizia e dell’ordine morale si abbatte sulle ginocchia scoperte in tv per far spazio alla duecentesima fiction sull’ennesimo papa (finiranno, prima o poi, i papi fictionabili?) , il governo senza troppa pubblicità se non quella in cui dice che non ci sono fondi, stanzia fondi per le lotterie, sovvenziona gli ippodromi in crisi e stabilisce per legge che l’unico gioco on line autorizzato in italia è il poker, gestito da portali che sono gli unici ad avere l’autorizzazione ministeriale a stare on line, con i quali, immediatamente dopo la realizzazione del monopolio, la sua Endemol firma contratti di esclusiva che porteranno il poker in tv a Febbraio 2009.
Parrebbe roba marginale, regalini all’ottimismo e al profumo della vita, non fosse che lotterie e giochi on line sono così tanto nel pensiero di ‘sta vagonata di nuovi statisti che in Lombardia la Lega sta ancora litigando con chi non gli concede l’emissione di una serie di nuovi intelligentissimi gratta e vinci con i quali sovvenzionare le opere per l’Expo2015.
Pare che i mille mila miliardi in arrivo dall’europa non siano sufficienti per costruire una ferrovia e due alberghi, servono gratta e vinci, servono ippodromi, serve poker, serve dare 40 euro a chi si occupa di un handicappato in casa e prenderne 800 dalle tasche di chi handicappato lo è di suo, unica condizione necessaria per non accorgersi di chi siano questi qua che come un qualsiasi gangster dell’america anni ’20 si organizzano il monopolio delle bische con la mano destra mentre con la sinistra manganellano le spalle scoperte in chiesa.
Ora il dubbio è: i volantini delle BR che ovviamente dopo che per settimane si è gridato al pericolo del loro ritorno sono spuntati puntuali come una puntata di porta a porta sulla chiesa, lo prenderanno il contributo sull’editoria?
Perché il carattere periodico ce l’hanno.
Avevano detto BR e BR sono arrivate.
Pare quasi un palinsesto.
Per fortuna il dipinto del Tiepolo è stato coperto per tempo, altrimenti sarebbe stato lo stesso ministero a dover pagare la tassa sul porno allo stesso ministero e vai a capire chi avrebbe pagato chi.
Per preparare la strada ai mullah del nuovo secolo italico la sala stampa vaticana ha già dato fiato alle trombe con puntate di alto valore informativo il cui centro d’attenzione è focalizzato sul “Basta nudo in tv!”, mentre la più moderata sala stampa governativa una puntata su due ci mostra servizi nei quali si racconta che in Italia la gonna corta non piace più, oggi va per la maggiore, ‘spopola’ come direbbe Studio Aperto, la gonna sotto il ginocchio.
Tutto nella norma, tutto come da programma.
Bondi che deve decidere cosa è porno e cosa no è come tuffarsi in una piscina di squali con un taglio su una gamba o, meglio ancora, è come incaricare la Binetti di istituire una commissione per stabilire se l’omosessualità sia una devianza.
Nel frattempo, mentre la mannaia della pulizia e dell’ordine morale si abbatte sulle ginocchia scoperte in tv per far spazio alla duecentesima fiction sull’ennesimo papa (finiranno, prima o poi, i papi fictionabili?) , il governo senza troppa pubblicità se non quella in cui dice che non ci sono fondi, stanzia fondi per le lotterie, sovvenziona gli ippodromi in crisi e stabilisce per legge che l’unico gioco on line autorizzato in italia è il poker, gestito da portali che sono gli unici ad avere l’autorizzazione ministeriale a stare on line, con i quali, immediatamente dopo la realizzazione del monopolio, la sua Endemol firma contratti di esclusiva che porteranno il poker in tv a Febbraio 2009.
Parrebbe roba marginale, regalini all’ottimismo e al profumo della vita, non fosse che lotterie e giochi on line sono così tanto nel pensiero di ‘sta vagonata di nuovi statisti che in Lombardia la Lega sta ancora litigando con chi non gli concede l’emissione di una serie di nuovi intelligentissimi gratta e vinci con i quali sovvenzionare le opere per l’Expo2015.
Pare che i mille mila miliardi in arrivo dall’europa non siano sufficienti per costruire una ferrovia e due alberghi, servono gratta e vinci, servono ippodromi, serve poker, serve dare 40 euro a chi si occupa di un handicappato in casa e prenderne 800 dalle tasche di chi handicappato lo è di suo, unica condizione necessaria per non accorgersi di chi siano questi qua che come un qualsiasi gangster dell’america anni ’20 si organizzano il monopolio delle bische con la mano destra mentre con la sinistra manganellano le spalle scoperte in chiesa.
Ora il dubbio è: i volantini delle BR che ovviamente dopo che per settimane si è gridato al pericolo del loro ritorno sono spuntati puntuali come una puntata di porta a porta sulla chiesa, lo prenderanno il contributo sull’editoria?
Perché il carattere periodico ce l’hanno.
Avevano detto BR e BR sono arrivate.
Pare quasi un palinsesto.
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