21 maggio 2014

Se non altro questa volta ho i testimoni

Il Grande Regista Superiore, dopo avermi per anni fatto percepire il mio essere sotto valutazione, mi ha definitivamente scelto per salvare il mondo.
Tornato a Bologna una luce mi ha investito, una voce mi ha detto "Sei tu, vai e diffondi".
Per meglio chiarire che non di caso si è trattato, il giorno dopo mi è riapparsa la stessa luce che con ancora maggiore precisione mi ha mostrato la via facendomi apparire, in maniera impossibile da prevedere e cercare, la persona che ho il compito di salvare così che ogni dubbio circa la casualità venisse dissolto.
Il problema è che guardando e riguardando l'arma che mi è stata consegnata, mi sono accorto di un dettaglio al quale non avevo fatto caso e che mi mostra che, se la utilizzassi, metterei a rischio me stesso e la persona che era con me.
Non so come gestire questa cosa e ho un solo giorno per pensarci.
Qualsiasi cosa deciderò, resta che ogni volta che cammino per Bologna le persone scompaiono e vedo la luce.


Bologna - Via di Damasco

17 commenti:

  1. Anonimo17:42

    O.T.
    Bruno, premetto che apprezzo la tua onestà intellettuale.
    Secondo te l'unità fa informazione o propaganda?

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    1. Non lo so, non la leggo.

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    2. Anonimo22:15

      Non te la cavi male col politichese!

      Neanche io la leggo! Poniamo però per assurdo che faccia propaganda per una parte politica.
      Ti sembra giusto che tutti i cittadini debbano pagare per un servizio che non richiedono?

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    3. Tutti i cittadini (che per me non sono quelli autoproclamatisi tali per farsi belli e buoni e gli altri cattivi, ma quelli che pagano le tasse e lavorano onestamente) pagano regolarmente per servizi che spesso non utilizzano o richiedono: in questo modo a detti servizi può accedere anche chi non ne ha la possibilità economica (hai presente quanto costano realmente pro capite cure ospedaliere, scuole, università...?)

      Si chiama "stato sociale", qualcosa che almeno un paio di farabutti populisti stanno cercando di distruggere per il proprio tornaconto, e mandano avanti tanti imbecilli a fare il lavoro sporco, che equivale a tagliare il ramo su cui stanno seduti: ovvio, mica vogliono poi dover spartire con dei falliti.

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    4. Mi hai riconosciuto onestà e onestamente ti ho risposto.
      Se poi questo sia definibile "politichese" è una cosa che può anche farmi piacere perché significa che sei di quelli che considerano la politica una cosa nobile, ma non cozza un po' con l'idea che vuoi trasmettere secondo la quale i politici sono tutti ladri?

      Detto questo andiamo alla domanda alla quale potevi arrivare direttamente fin dalla prima, dato che è quello che volevi dire fin dall'inizio.
      Sì, mi sembra giusto che ci siano i contributi all'editoria.
      Quello che è sbagliato è il criterio di assegnazione.

      Mi sembra giusto perché una base economica garantita dallo stato, permette anche a forze non economicamente strutturate di pensare e produrre un'informazione non condizionata.

      Sono sbagliati i criteri di assegnazione perché anche testate che vendono due copie e sono organi espressione di una categoria professionale o di un partito politico, hanno il diritto di accedervi.

      Fare o meno propaganda per una parte politica non è questione che dipende dal finanziamento pubblico ma da come interpretano il proprio ruolo le redazioni che si prestano a farla.
      Il Fatto Quotidiano, punta di diamante di chi porta avanti la campagna per l'abolizione dei contributi all'editoria perché, come da sottotitolo, non ne prende, utilizza i contributi indiretti che sono diversi da quelli diretti solo in termini di quantità.
      Per carità, non che la differenza non sia rilevante, ma se la battaglia è di principio allora il principio può solo essere considerato in maniera assoluta, altrimenti non è un principio.
      E in linea di principio il quotidiano che vanta sulla copertina il suo non usufruire di contributi pubblici, fa propaganda (e anche piuttosto grezza) e la fa usufruendo di contributi pubblici.
      Mi fa piacere pagare io una quota di quei contributi che permettono a Scanzi di avere un giornale abbastanza da incarto del pesce da ospitarlo?
      Certo che no, ma non mi fa nemmeno piacere che le mie tasse servano a pagare le pensioni di invalidità false, ma non per questo mi metterei in testa a un corteo che ne chiedesse la cancellazione.
      Io non richiedo nemmeno il servizio di accompagnamento invalidi al voto, ma ugualmente lo pago con le mie tasse.
      E' quello che succede quando si dedice di vivere in una nazione nella quale i bisogni non sono solo quelli che servono a noi: ciascuno contribuisce a quei servizi perché chi non può contribuire li abbia ugualmente garantiti.

      Quindi sì, mi sembra giusto che tutti i cittadini contribuiscano al finanziamento di una categoria di servizi che è giusto siano garantiti a tutti e tra questi io ci metto la stampa.
      E' un principio, non smette di essere tale solo perché a te non piace quello che L'Unità (o equivalente) scrive di Appeppecrillo.
      Se ciascuno potesse decidere di pagare solo i servizi dei quali usufruisce, quelli che non possono permetterselo cosa fanno?
      Vanno da appeppecrillo a chiedergli di pagarli lui che può permetterselo?
      Tutti?

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    5. Ecco, mentre io scrivevo il mio solito pippone Jake ti ha scritto le medesime cose in un decimo dello spazio.
      Fai che prendere il suo come un riassunto del mio.
      E' molto più chiaro e diretto, dicendo sostanzialmente le stesse cose.

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    6. Anonimo23:31

      Condivido riga per riga.

      La cosa che infastidisce è chiamare informazione la propaganda. La presa in giro in sé.
      Sono sicuro che anche tu condividi queste mie due righe qui sopra.
      Cordialmente.

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    7. il giochino è in realtà permesso da un sofismo lessicale.
      "Informazione" è un sostantivo, "propaganda" pure ma in realtà dovrebbe essere considerato attributo.
      La propaganda non è altro che informazione-di parte.
      Mi fornisci un'informazione ma me la fornisci parziale, riscritta, fino all'estremo del mistificata.
      Ma sempre informazione è la materia che mi stai passando.

      Il contenzioso non è quindi tra informazione e propaganda, ma tra informazione-reale e Informazione-mediata.
      (qui poi si apre tutto il capitolo che vede l'informazione essere sempre e comunque mediata, fino al paradosso che nemmeno la fotografia trasferisce il reale, ma teniamoci bassi)

      Quindi anche chi fa propaganda sta facendo informazione.
      La differenza è tra chi te la fornisce trasmettendotela senza mediazione e chi prima di passartela se la manipola un po'.
      Allora la presa in giro non scatta nel momento in cui qualcuno ti si presenta come distributore di informazioni e poi ti fa propaganda, ma quando chi ti si presenta come quotidiano di informazione si vanta di fornirtela onesta e poi nella realtà la manipola al punto da mistificarla palesemente e direttamente.
      Ogni riferimento al Fatto Quotidiano, il cui livello di menzogna dei titolisti (perché la loro utenza web non si spinge a leggere gli articoli e va quindi condizionata nel titolo) ormai è diventato talmente caratterizzante da essere diventato organico, non è puramente casuale.

      Quindi, in sostanza e senza considerarti uno che stava difendendo il FQ ma facciamo che è piuttosto probabile tu sia uno di quelli che in questo tipo di discussioni lo portano a esempio della parte buona del discorso, abbiamo un quotidiano che mente nel momento in cui sotto la testata dichiara di non usufruire di contributi pubblici, mente nei titoli nei quali scrive cose talmente false da essere non di rado smentite nell'articolo stesso (memorabile fu il caso dell'assunzione da parte di Pizzarotti dell'assessore al bilancio che nel titolo "non prenderà stipendio" e nell'articolo veniva spiegato che l'avrebbe preso dall'università con la quale era sotto contratto, ma mille te ne potrei portare a esempio) fa propaganda spudorata per Grillo, che è quello che cavalca più di tutti la campagna per l'abolizione dei contributi all'editoria e per la messa in stato d'accusa degli organi di informazione che fanno propaganda.

      Capisci che è il caso di fermare il mondo, scendere un attimo, e riattivare i neuroni, prima di consegnarli a uno che ti ha convinto che il mondo non sia complesso come è ma sia riducibile al codice binario 1-0 con il quale semplifica ogni questione pur di renderla facilmente trasferibile nelle menti di chi complesso non lo è mai stato e quindi non è strutturato per decifrare di quale stratosferica "presa in giro in sé" si stia rendendo veicolo?

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  2. Comunque lo sai, vero?, che quello che scrivi farebbe piangere dalla commozione James Joyce?

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    1. ehi...non mi fare riferimenti letterari alti perché io sono gnurànt!
      Perché?

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    2. Diciamo che, a volte, leggere certi tuoi post è un po' come cercare di capire l'Ulisse o Finnegans Wake, ecco.

      O magari sono io che mi son perso le puntate precedenti...

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    3. Ah...pensavo ti riferissi ai commenti qui sopra!
      No il post non è comprensibile perché non è volutamente comprensibile.
      Parla di una cosa che rivelerò solo quando deciderò cosa fare di quella certa cosa della quale parlavo oggi "di là", della mia esperienza al ristorante.

      Ma è talmente delicata che finché non decido cosa fare non posso che essere vago perché ogni dettaglio sarebbe un dettaglio di troppo.

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    4. Aggiungo per chiarezza in generale:
      l'unico riferimento che puoi non cogliere se ti sei perso le puntate precedenti è quello al Grande Regista Superiore, personaggio che torna in diversi post.
      E' un'entità di fantasia alla quale io attribuisco tutte le cose inspiegabili delle quali sono protagonista, che sono frequenti e precise al punto che mi piace giocare a un regista superiore (il gioco è sul mio fare, tra le altre cose anche se ultimamente un po' meno, il regista di professione) che me le organizza, non avendo la fortuna di avere il passepartout della fede cristiana con il quale chi crede in dio spiega ogni cosa difficile da spiegare con gli strumenti del mondo reale.

      E' come se vivessi un doppio binario, in uno dei quali avvengono cose che non hanno spiegazione ma sono talmente precise da reclamarne una e io quella mi sono inventato, per giocare e chiudere un problema intimo dentro il quale non ho voglia di infilarmi ogni volta che il concetto di "casualità" non è sufficiente nemmeno spingendocelo a forza.

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    5. C'è qui il fantasma di Joyce che dopo aver letto ques'tultimo commento sta ballando la giga come Bruce Willis in "L'ultimo boy scout"...

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    6. Ecco vedi?
      Se anche tu avessi il tuo personale Grande Regista Superiore, avresti facilità a spiegare sia il tuo ospitare il fantasma di Joyce, sia soprattutto il tuo vederlo.

      E' facile!
      ;)

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  3. O anche leggerti è (a volte) come consultare l'Oracolo di Delfi, sè-ducente e arcano dispensatore di verità anche terribili.
    O come cercare di divinare un responso dell'I Ching o le foglie al vento della Sibilla Cumana: ognuno ci trova qualcosa, o almeno crede: i fili di una trama, squarci di luce o frammenti di specchio.

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    1. Poco fa altrove rileggendo un mio commento di oggi il cui tema era il "nemico", pensavo che Nemico è parola enorme.
      Che al contrario di quanto la rabbia di chi la usa ci porti a pensare, bisogna avere una vita di lusso per potersi permettere di usare una parola come quella per persone che nemmeno conosci, che non ti hanno fatto niente, non a te.
      Eppure dicono Nemico, rancore e violenza conseguente.
      Per me nemico non è una categoria politica, non serve analisi filosofica per distinguerlo ma uno sguardo: ti sta puntando un’arma contro? Allora è nemico.
      Sotto quell'asticella non ci sono nemici perché nemico è solo chi ti vuole portare via l'unica cosa davvero irripetibile che hai, la vita.
      E allora mentre pensavo questo pensavo che la vita è pazzesca.
      Ci pensi?
      Nessuno ha la tua.
      La mia è mia, posso farne quello che voglio, viverla ma anche buttarla, spenderla al meglio o fregarmene e abbandonarmi, non devi rendere conto a nessuno di cosa tu decida di fare con la tua vita.
      C'è qualcos'altro così nostro?
      Io la mia la vivo come fosse un set, un Truman show e io Truman, vivo proprio come avessi telecamere h24 intorno e gente che finito il turno di comparse mi guardano da casa per vedere se sono felice del regalo che mi hanno fatto, se soffro per il dolore che da copione mi hanno imposto.
      Quando qualcuno mi fa star bene lo manifesto principalmente quando sono da solo, perché penso sempre "Se io sono Truman allora in questo momento mi sta guardando" e allora disegno l'astronauta sullo specchio e faccio le smorfie.
      Se non è vero che mi vede io ho comunque speso quel pezzettino di vita ridendo, se è vero che mi vede capirà che sono felice e sarà felice con me e allora lo saremo in due.
      Pensare di essere sempre osservati è un gioco win-win.
      Ti impone di essere onesto, di essere educato, di essere quello che sei perché nessuno fingerebbe h24 a lungo solo perché sotto l'occhio delle telecamere e a un certo punto inizi a essere quello che sei.

      Sei mai stata su un set in orario di chiusura?
      In un museo?
      Una volta sono stato in un museo di notte, chiuso al pubblico, con tutte le luci spente, un mondo di stanze grandi come hangar che ospita navi, aerei, treni.
      Immaginatelo nel totale buio e silenzio di un museo nel quale sei l’unica forma di vita, esci da un salone oltrepassi la porta per entrare nel successivo e trovi un altro hangar nel quale ti appare la prua di una nave e sarete tu e una nave nel buio e poi passi nella sala successiva e oltre la porta nel buio ti appare una locomotiva.
      Da levare il fiato, una delle esperienze più intense della mia vita.
      Dicevo il set cinematografico, hai visto la foto lì sopra?
      Ci vedi persone?
      Eppure se ti chiedo quanta vita ci vedi, quanta vita ci vedi?

      Non lo so perché ho scritto 'sto pippone, in realtà un motivo non c'è se non che probabilmente se stasera invece che qui fossi rientrato lì da voi, questo sarebbe uscito.
      Fate come fossi lo zio anziano con l'alzheimer, che lo fai parlare e fai sì con la testa così che lui pensi di essere ascoltato nei suoi discorsi senza né capo né coda e poi a nanna.

      Poi torni in cucina dal marito e gli dici che però, in effetti, se qualcuno nella propria vita un capo e una coda ce li vede allora ci sono, per quel fatto là che nessuno deve rendere conto a nessuno se non a sé stesso di come viva la propria vita, paradossalmente nemmeno a chi decide di condividere la propria con noi e la nostra.
      È una scelta personale, fatta a monte, essa stessa parte della vita di chi quella scelta l’ha compiuta e per questo personale, come premi e come prezzi.
      Se per chi ha fatto quella scelta saremo premio o prezzo non dipende da quanta vita gli consegneremo, ma da quanto saremo capaci di dargli le uniche cose che dobbiamo alle persone che abbiamo accanto e cioè educazione, rispetto e onestà, non una delle tre, o tutte e tre o nessuna, questo dobbiamo loro, il resto è vita intima nostra e nessuno saprà mai davvero quanta forza ci richieda ma nemmeno quanta gioia ci dia.
      Tocca che si fidino.

      (buongiorno)

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