8 ottobre 2014

Eu sei que vou te amar

Venti minuti e trecentosessantacinque giorni fa.
E qui una lunga lettera che quando felice di averla riletta ho cancellato.
E' stato bello scriverla, prezioso soffiarla via alla fine.
Era un Grazie (per sempre) ma gli mancavano gli altri quattro sensi e allora torni nel cuore da dove è uscito.
Io lo so e basta questo perché sia il grazie che voleva, ma non avrebbe mai potuto, essere.




1 commento:

  1. Che delicato, che carezza leggera leggere i tuoi post che nessuno osa (perchè nessuno può) commentare, ma tu sappi che gli occhi che ti leggono diventano laghi e con un sospiro noi che ti leggiamo ti siamo vicini, ti stiamo vicino.

    Che musiche, che ci fai scoprire.

    Che pudore nello sfiorare lievi i cristalli preziosi che metti in mostra tirandoli fuori dalla vetrinetta del salotto di casa, i gioielli della corona in mostra one night only e la mano guantata che ce li porge.
    Furtiva, frettolosa, timida, prima di riporli.

    Non te li rompiamo, Bruno. Li guardiamo incantati e stupiti perché molto raccontano e di più ancora lasciano alla nostra immaginazione.
    Grazie, chè ce li mostri.

    Spero tu ti accorga, e se non sappi che così è, dei tocchi leggeri con cui sfioriamo quei tuoi post che nessuno osa (perché perchè nessuno può) commentare.

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