Se la stremante fatica fatta per arrivare fin qui mi ha lasciato come unica possibilità l'ingoiare umiliazione per non rovinare un natale per gli altri di gioia, allora non è il qui che credevo valesse quella fatica.
Nel Qui che il depliant della Candle Game SpA. indicava come premio, le parole che la rabbia urla non vengono zittite per inefficacia, le mani non si devono prendere di nascosto per dire cose che quando nascoste muoiono un istante dopo invece di farsi vita da lì in poi, le risposte che il cuore invia alla bocca non vengono intercettate dalla dignità che per salvarsi le veste da inutile ironia.
Se nel Qui trovato all'arrivo le lacrime di natale non sono di gioia, allora vuol dire che nei bivi lungo il percorso gli errori sono stati più delle scelte giuste e che quindi è il percorso intero che è stato compromesso, che il Qui a destinazione non sia quello sognato non ne è che colpevole conseguenza.
Tre minuti all'anno di emozione ricacciata in gola per non far male a nessuno non fanno una vita e non li salvano davvero tutti quelli che si amano.
Uno lo sacrificano, senza nemmeno fargli intravedere un prossimo Qui a rendere anche questo un bivio in cui sperare di fare la scelta giusta mentre intorno il mondo ti dice che se c'è una cosa che non hai mai saputo fare è proprio riconoscere che forma abbia, una scelta giusta.
So fare dei bellissimi segnaposto, ma non è che l'elenco delle qualità vada poi molto oltre se non possono permettersi di essere a forma di cuore a meno di essere pronto a passare il prossimo natale da solo, dicono che l'importante sia imparare ad accontentarsi ma che cazzo di regola è se in cima c'è il nulla.
A nonna ho regalato un pacco di Gratta&Vinci non per portarla in un vizio mai avuto ma perché dice sempre che una delle emozioni che non si è mai potuta permettere è l'azzardare.
Io l'ho fatto un sacco di volte nonna e guarda dove sono oggi.
A te basta una telefonata per essere felice, a me basta non poterla fare per chiedermi che senso abbia tutto e non avere una risposta che non sia che alla fine io posso ancora vedermi portare un telefono dall'altra parte del quale c'è la voce di una madre e a te, amico che non puoi più, è andato per questo l'unico mio pensiero di cuore che ieri abbia chiesto di non restare chiuso dentro i confini della mia casa.
Quello a mio fratello a parte naturalmente, l'unica risposta che mi tiene dritto di fronte alla domanda sul senso di un tutto che, non avessi lui, farei davvero fatica a trovare.
Se Ebenezer Scrooge esistesse davvero, ieri notte avrebbe chiesto ai tre spiriti di aspettarlo un attimo perché doveva farmi una telefonata per dirmi che il prossimo natale sarà bello, l'aria oggi è un po' questa.
Mi mancano tutte cose che non ho e sì, lo so anch'io che è così che funziona l'assenza ma nel mio caso è diverso, io ho scelto di non averle e che fatica che si fa certe notti a guardarsi allo specchio e vedersi giusto, quando l'intero elenco dei tuoi anni di errori prende vita in un'unica sera e nemmeno si ferma per darti il tempo di contarli per almeno rassicurarti che siano quelli già noti, lasciandoti solo quello necessario per attutire l'impatto della visione di quanto sia spaventosamente grande la somma.