3 luglio 2016

Fegatelli

Stanco, ma tanto, da questo continuo incontro con gli anti, anti tutto, anti itaglioti, anti governo, anti banche, anti quelli che lavorano, anti quelli che hanno letto due libri, anti anti, escono dalle fottute pareti e nemmeno augurarsi che come ogni setta che si rispetti decidano a un certo punto di riunirsi su un'isola per il solenne suicidio di massa, affronto gli europei con un per me nuovo spirito patriottico che mi porta a godere della visione collettiva delle partite, al pub come da programma di quelli con l'autoradio sempre nella mano destra, quando ce la portavamo appresso.
Della partita effettivamente me ne frega meno di zero, ma quell'aria di collettività mi attrae e mi spinge, l'amico Andrea partita e birra mi sembra una piacevole combinazione e occasione da sfruttare.
Esco a fumare, accanto a me la mia missione di Paperinik del giorno è somalo e per motivi che non sto a indagare indossa il tricolore come fosse la sua bandiera.
Da una tavolata di una ventina di imbecilli iper eccitati e naturalmente in trance da dio patria e famiglia lo deridono e, con palesi motivazioni razziste, spezzettano il pane che hanno sul tavolo e glielo tirano facendo finta di nulla dopo ogni lancio.
E uno, e due, e tre, mi sposto e mi metto accanto a lui, li guardo, mi guardano, gli dico "Basta", mi dice "Basta cosa?" gli dico "Ho detto basta così", con il mio fisico da terrore della notte di quelli che gli sarebbe bastato tirare dell'altro pane per abbattere sia me che il somalo ottengo in risposta un "Boh" la faccia di chi finge di non capire e la finiscono, mi chiedo come mai mi riesca sempre, credo dipenda dal fatto che quando le persone vedono i miei 12 chili complessivi assumere posa di chi intima e minaccia, penseranno che o sono completamente folle e non è il caso di mettersi con uno completamente folle oppure ho in tasca una beretta, perché altrimenti non si spiega come non mi abbiano ancora riempito di botte.
Il somalo non si accorge di nulla sia perché è completamente ubriaco sia perché è troppo preso dalla partita, si accorge però che gli sto accanto e attacca bottone, in somalo, un dialogo inesistente ma utile per me a simulare che fossimo effettivamente amici così se devono tirare di nuovo il pane adesso lo devono tirare a due, anzi tre perché nel frattempo entro dentro da Andrea e gli dico che io continuo a vedere la partita da fuori e che dato che c'è la possibilità che mi metta a litigare con venti imbecilli è il caso che dopo un po' esca anche lui a darmi una mano, che poi grosso com'è significa che lui li mena tutti e venti con una mano sola e io faccio il tifo.
Il mio amico somalo intanto ha deciso che io parlo somalo e sputazzandomi da un centimetro dalla faccia mi racconta una serie di cose che non capirei manco se non fosse ubriaco, ma capisco che ce l'ha un po' con tutti e mi dice "polizia" e mi dice "documenti" e che bella idea ho avuto a ripetergli io "polizia" e "documenti" pensando capisse che era come dire "In che senso?" e invece quello scatta dritto tira fuori il portafoglio e mi consegna in documenti "Cazzo fai? Metti via quella roba!" per levarmi un po' dei duecento occhi che a quel punto avevo addosso, l'unico sulla terra capace di scambiarmi per un agente e ci sta, io in Somalia sarei muscoloso e bianco, quindi un agente.
Per risolvere il momento anche a favore di una platea ormai interessata a capire se me lo stessi portando via, chiamo il padrone del locale e chiedo se posso pagargli da bere, permesso accordato gli si porti una birra, lui è contento, io soo contento, Andrea a chiedersi chi glie l'ha fatta fare a uscire con me, io e il somalo ci abbracciamo fraternamente per guardare il resto della partita da amicissimi, sento qualcosa sul fianco, la bandiera copre la mano, la mano è nella mia tasca e mi sta sfilando i soldi.
Togli quella cazzo di mano da lì e vattene affanculo, somalo, ti lascio agli altri tuoi amici.
La rabbia mi invade come nemmeno quando la poveretta mi ha tradito con chiunque non mi assomigliasse, approfitto dell'impegno di Andrea per accettare di andarcene imemdiatamente, gli chiedo di portarmi e lasciarmi al parco perché ho bisogno d'aria, di tempo, di alberi, c'è un concerto tutta la notte ed è la situazione migliore per riprendere lo sguardo al cielo.

Dance All le chiamano a Torino, after hours all'aperto giusto un metro prima dell'illegale, ci sono bancarelle di birra e di libri anti, anti fascisti, anti sistema, anti stato, anti tutto, mi fermo a una bancarella sulla quale un attivista di 70 anni vende libri sulle carceri, lettere dalle carceri, opuscoli autoprodotti con informazioni sulle loro attività nelle carceri, ci mettiamo a chiacchierare di quel poco che so io e quel molto che sa lui, dopo una mezz'ora di chiacchiere gli chiedo se ci sia stato, mi guarda e mi sorride in quel modo in cui sorride chi ti dice che solo chi c'è stato può avere a cuore quelli che ancora ci stanno, gli compro tutto quello che mi offre e non fa un prezzo, è tutto un Fai tu.
Lo saluto e passo alla bancarella accanto, la gestisce un ragazzetto che non avrà 25 anni e la faccia di chi ne ha passati 24 a kombattere il sistema, vedo un libro autoprodotto a tema ISIS, leggo il retro di copertina dove mi si spiega che l'ISIS in realtà altro non è che un popolo che cerca la legittima via per rispondere all'imperialismo capitalista, guardo il ragazzetto e gli chiedo se davvero vende una apologia del terrorismo islamico, mi guarda come gli avessi parlato in somalo e mi dice "Ma io che ne so" gli dico "Beh dovresti saperlo, visto che lo vendi, leggi qui e poi te lo compro" e glielo passo con intuibile simpatia, lo guarda il tempo di leggere quattro parole spazi compresi e mi dice che secondo lui no, prendo il vero libro che avevo intenzione di comprare appena visto sul banco e cioè "Kobane dentro", quelle donne soldato sono magnetiche, mi fa il totale dei due e gli spiego che l'altro può tenerselo perché prendo quest'altro, nessuna speranza che il coglione capisca che chi compra un libro che celebra il coraggio delle donne dell'Ypj non ci compra insieme un libro che nobilita quelli che le decapitano ma per stasera mi son fatto già troppi amici e quindi chiudo lì, non è serata da concerto, non è serata da nulla, vado al baracchino a ordinarmi una cena e me ne torno a casa.

La mia notte cinema inizia con "Now you see me", un film che avevo intuito essere l'imperiale stronzata che in effetti si è confermata essere, nella prima scena il mago scorre il mazzo e chiede di scegliere una carta, come l'avesse chiesto a me proprio a me scelgo il sette di quadri, il mago rimescola, suggerisce di non guardare mai le cose da vicino ma di allargare il campo, lancia il mazzo in aria, le finestre del palazzo si illuminano a formare il sette di quadri, avrò visto il trailer vai a sapere.
Guardo il resto del film sperando di ricevere altri segnali dal Grande Regista Superiore ma nulla, un film troppo idiota per contenere due lampi.

Apro la mail e per trovare un po' di aria vado a cercare la ricevuta del mio ultimo acquisto di ieri, quando con la solita ponderazione e lenta valutazione che impiego quando scatta il click della fuga e cioè non più di cinque minuti tra idea e pagamento, mi ritrovo con un biglietto aereo e una casa in riva al mare per dieci giorni.
Non sapevo nemmeno dove andare, la fuga non è meta e io d'estate non ci vado nemmeno mai in vacanza, quindi come sempre passo prima dai voli e guardo cosa parte da Torino, cosa è in offerta, seleziono un paio tra le destinazioni proposte, vado a vedere se ci sono alberghi o case, se le due cose coincidono in uno spazio di tempo più breve del tempo che ci metto a tornare consapevole della differenza tra dire e fare, clicco e pago come l'avessi organizzato da giorni e avessi finito la trafila di valutazioni, non una delle vacanze fatte negli ultimi due anni sono state comprate a più di cinque minuti dal momento in cui nemmeno ci pensavo.
Io e i miei libri a questo giro ce ne andiamo a Messonghi, una fazza una razza e, ma a questa cosa devo pensarci ben più di cinque minuti, se mi gira pure una ragazza.
Intanto la casa l'ho presa come sempre per due, ho tempo per pensarci.
Tu hai tempo fino al 22 luglio per chiedermi se intendessi te e sentirti rispondere "Ma certo, chi altre, fai la valigia per sempre ché si parte per ovunque".




4 commenti:

  1. Uff... epperò avresti dovuto invitarmi al pub con Andrea a vedere una partita... apparte l'essere un'espertona, almeno con me al tuo fianco sai che la trasformazione in Paperinik, ma quello vero che salva tutti e non quello che si becca le sole, è assicurata! :)

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    1. In effetti averti sostituita, tra l'altro in serata da nazionale al bar quando la tua sportivezza avrebbe avuto modo di distribuire onde positive in ogni direzione, con un energumeno con passato da lottatore e aspetto da killer dell'ex Unione sovietica, temo abbia avuto qualche ripercussione sul kharma di salvatore di poveri cittadini indifesi.
      Avermi sostituito la solita missione a esito positivo con un farlocco che poi ha cercato di derubarmi è la giusta punizione, urge cena di riparazione.

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  2. ma questa non risponde mai, agli appelli? secondo me dovresti invertire il meccanismo. magari viene meglio,

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    1. I miei appelli sono qui per un motivo preciso: finire nel vuoto.
      Serve un vuoto nel quale differenziare ciò che è giusto arrivi da ciò che non deve andare da nessuna parte.
      Questo posto è (è sempre stato) il mio Nessuna parte.

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