19 febbraio 2004

Metti una sera al lago

E tu che la aspetti nella hall perché lei, come ogni donna, deve rinfrescarsi prima di uscire.
E la vedi scendere truccata da donna che vuoi tu.
E le guardi le gambe anche se non puoi.
Fasciate da quelle calze bianche che risaltano sotto quegli stivali neri, che oggi, hai davanti come fosse ieri.
E le guardi le labbra anche se non puoi.
Rosse al punto da da sembrare finte, tanto sono belle.
E pensi alla sua pelle bianca anche se non puoi.
“Non puoi” ti dice la tua coscienza.
Eppure le guardi persino le mani, immaginandole addosso a te.
E lei ti guarda immaginando le tue addosso a lei.

Metti una sera al lago.
Di quelle che l’alcool ti fa salire sul tavolo del ristorante insieme ai tuoi amici a regalare alle donne presenti un ballo in loro onore.
E loro a e a tirar monete invece che mettere banconote nei pantaloni perché le donne, quando sono tue, devono dirti che non sei niente.
E tu a ridere perché vedi che lei ride, perché non è tua e può permettersi di apprezzare.

Metti una sera al lago.
Di quelle che al ritorno in macchina le mani sul cambio sono due.
E si stanno dicendo “Quanto manca all’albergo”?
Di quelle che per organizzazione galeotta tu dormi con lei.
Ed esci dalla doccia.
E ti metti buono buono nel letto accanto a dire a te stesso “Dammi solo un pezzo di quel corpo per dormirci, le labbra”.
E lei ti dice “Vieni qui”.
E tu vai li.
E la tua coscienza ti regala cinque minuti di pelle, di baci, di quel seno che tanto sognavi, per poi ricordarti chi è, chi non è, e soprattutto chi sei tu.

Metti una sera al lago.
Di quelle che tu hai pagato un prezzo troppo grande per ciò che hai dato a chi nemmeno c’era.
Perché non ti sei mai pentito di quella scelta.
Non ti sei mai pentito di aver tenuto fede ai tuoi principi.
Non ti sei mai pentito di non aver assaporato quel piacere.
Ti sei semplicemente pentito di aver lasciato andare ciò che forse, in un altro mondo, in un’altra vita, in un altro albergo, sarebbe stata la tua felicità.

Grazie per la canzone che mi hai regalato.
Pochi hanno saputo capire così tanto di me.

Grazie per quella sera al lago.
Da quella sera, ancora oggi, ogni volta che guardo le tue mani, tu non te ne accorgi, faccio l’amore con te.



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