23 aprile 2004

Un sogno

Mi sono svegliato mezzo incriccato vestito di tutto punto come ero vestito ieri sul lavoro di traverso sul letto pieno di vestiti e con la valigia ancora chiusa sopra, con i capelli ancora legati e un rincoglionimento degno di chi torna da chissà quale missione di guerra.
Non ricordo come sia successo, però sono riuscito a cucinarmi una abbondantissima cena e questo lo ricordo, dopodiché mi sono letto la posta e questo lo ricordo e poi mi sono detto “Mi appoggio un attimo sul letto” e questo lo ricordo.
Poi il buio.
E ho sognato e questo lo ricordo.

Uno di quei sogni che sono stancanti, perché pieni di protagonisti stancanti che anche in sogno obbligano a ragionare, in situazioni stancanti perché piene di pericoli e di cose da valutare prima di agire, e questo lo ricordo.
Ho sognato che mio padre non era morto davvero nel senso che non era morto come sappiamo noi anzi come sanno loro perché io lo so che non è andata così come sanno loro, ma era ancora vivo almeno fino al momento del mio sogno perché in questo sogno ero in una sala d’aspetto di un consultorio o giù di li con una televisione attaccata al muro che trasmetteva il tiggì nel quale si annunciava l’omicidio di un occidentale e se ne mostrava la foto del corpo riverso sopra un altro corpo e quello sopra era mio padre quello sotto non lo so e si raccontava la storia di questo tizio che stava lavorando a dei documentari e conduceva una trasmissione dove i suoi documentari venivano trasmessi e poi qualcuno gli sparò e quel qualcuno era un tossico seduto davanti a me in questa sala d’aspetto e io lo sapevo che era lui mentre lui non sapeva chi ero io e quindi non poteva sospettare che l’avrei seguito per rubargli la sua borsa per sapere cosa conteneva e quando sono uscito con la sua borsa per sapere cosa conteneva ho guardato dentro e conteneva un sacco a pelo vuoto e visto che era solo un sacco a pelo ho pensato di riportarglielo perché magari mi ero sbagliato e quando sono tornato nella sala d’aspetto del consultorio ho visto che sulla porta c’era mio fratello che lo stava guardando e senza chiedergli nulla ho capito che quel tossico era in pericolo perché mentre io avevo capito che lui non c’entrava se non per il fatto che era un tossico e questo lo candidava ad essere un possibile omicida, mio fratello non gli avrebbe riservato lo stesso trattamento di favore e anzi glie lo leggevo in faccia che era pronto a vendicare nostro padre e questo lo ricordo come ricordo che appena entrato in quel consultorio il problema da risolvere era impedire a mio fratello di fare la cazzata che la sua mente in questo momento non gli impedirebbe di fare e non era tanto per proteggere il tossico quanto per non far fare a mio fratello una cosa per la quale avrebbe pagato un altro prezzo ma vaglielo a spiegare a lui che si trovava di fronte a quello che gli aveva portato via papà mica sarebbe stato facile, e mentre pensavo di impedire a mio fratello di seguire il suo e il mio istinto mi resi conto con soddisfazione che il tossico non c’era più e invece di incazzarmi perché volevo guardarlo in faccia mi aveva fatto tirare un sospiro di sollievo perché almeno non dovevo più stare attento a mio fratello, ed ero pure contento per aver scoperto che non essendo mio padre morto tre anni fa ma solo oggi, doveva aver scritto almeno altri due libri che a questo punto avrei potuto leggere e avrei anche potuto guardare quelle trasmissioni che conduceva per vedere che faccia aveva in questi ultimi tre anni di cui ignoravo l’esistenza e questo lo ricordo bene.

Poi mi sono svegliato e lo so che non glie ne frega un cazzo a nessuno di questo sogno, come a me non frega un cazzo del fatto che a nessuno frega un cazzo, e che non ha nessun alone poetico ne parole d’amore ne pensieri su cui riflettere tra le righe, mi sono svegliato vestito com’ero con una fretta pazzesca di scrivermi da qualche parte questo sogno prima che mi passasse di mente per motivi miei e l’ho fatto qui.
Ora faccio quello che avrei dovuto fare ieri e in una specie di gioco del tempo al contrario mi svesto, mi lavo e disfo la valigia pensando al perché di questi tre anni ricomparsi così mentre sono crollato dal sonno.
Perché non basta dirmi che ho dormito con la tivù accesa che parlava del grande fratello, dell’incidente ferroviario in Cina e dell’ostaggio italiano.

Dev’essere come i dejavù di Matrix.
Al regista del Brooman Show stanotte dev’essere sfuggito qualcosa.
O gli autori hanno litigato tra loro e qualcuno per sfottò mi ha fatto vedere qualcosa che non doveva farmi vedere o il programma ha subito l’attacco di qualche hacker che vuole salvarmi.
E non si parla di segnali onirici o paranormali.
Ma perché Splinder ha cancellato gli ultimi dieci giorni e solo quelli?
Eppure io li ricordo.
Ma non ci sono.
E mi son subito detto che può succedere, che possono sparire così solo determinati pezzi, sono computer e quindi sbagliano anche loro.
Quello che non capisco è il counter tornato indietro a dieci giorni fa.
Cos’è che non dovevo vedere?

2 commenti:

  1. utente anonimo15:23

    Buonasera! "ohhhhhh"
    Ciao! "ohhhhhhhohhhhh"....
    Cosa ti devo dire allora?!...
    Tortona?!
    Ah, la cartolina!...
    Stasera, se riesco...impegni, amici e tre euro sul cellulare....tre "grosse" difficoltà!
    "Vero, non l'avevo prese in considerazione!"
    Bla, bla...bla, ciao.....

    Poi la cena, poi il buio totale...
    Ci sono cose che ci immaginiamo e le rendiamo reali, altre reali che ci sembra di averle immaginate...Nel tuo caso è la seconda!
    Il mio caso invece è molto diverso.....il mio caso è quello dove a me piace confondere i primi due casi sopracitati.....
    E magari, ora che falsamente pensi sia solo tua immaginazione, puoi toglierti il dubbio immaginario dell'immaginazione!
    Benvenuto nel magico mondo di Lila!!
    LiLa...

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  2. in soldoni... tu sei reale? Perchè se lo sei ricordati che io sono principesco, si può combinare.

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