15 gennaio 2007

l'allegro

L’allegro chirurgo è un gioco semplice, una sola regola: osservare le forme, un solo obiettivo: star bene.

Banale, verrebbe da dire.
Cosa mai ci troverà un bambino, in un gioco così poco stimolante, verrebbe da dire.
Eppure è stato per anni un successo, quasi le leve che muove fossero semplici quanto universali.
Star bene, guarire, allontanare il malessere.

Una figura sdraiata, piccole porte distribuite lungo il corpo per entrarvi, un filo che unisce chi ha il male e chi deve trovare i punti per guarirlo, condizione necessaria per vincere: la mano di chi guarisce dev’essere ferma, decisa, certa, non sono permessi errori, la posta è alta.

Il gioco consiste nel guardare il corpo, riconoscere la forma delle porte e individuare ciò che con sicurezza vi si deve riporre all’interno per far si che la macchina riprenda a funzionare.

C’è la porta a forma di osso, dalla cui sagoma può passare solo un osso, c’è la porta a forma di farfalle nello stomaco, dalla cui sagoma può passare solo una farfalla nello stomaco, c’è la porta a forma di cuore, dalla cui sagoma può passare solo un altro cuore.
Se dalla porta a forma di cuore si prova a far entrare l’osso, si toccheranno i sensori e si perderà.
Se dalla porta a forma di farfalla nello stomaco si proverà a far entrare il cuore, si toccheranno i sensori e si perderà.
Si può vincere solo in un modo: lasciando entrare le farfalle nello stomaco, facendo entrare dalla porta a forma di cuore, il cuore.

Il filo che unisce i due giocatori non trasmetterà più sconfitta, non si sentiranno campanelli d’allarme, non si accenderà la luce.
Il gioco più vecchio del mondo, il gioco del dottore.



Il corpo, per gli indiani (ma quali indiani, quelli dell’india?), ha dei centri di energia, piccole porte distribuite lungo il corpo che danno accesso al suo interno.
Bisogna individuarli, bisogna conoscerli.
Una volta conosciuti, su di essi si agirà per guarire qualsiasi male.
C’è il centro dei mali allo stomaco, c’è il centro dei mali al cuore.
Ma non solo gli organi.

“Secondo il Vedānta, il corpo fisico e il corpo sottile (Suksma Śarira: le emozioni, pensieri, percezioni, stati di coscienza) formano un insieme. Questi due corpi sono collegati a livello dei chakra, quindi agendo sul corpo fisico si produrrà un effetto su quello sottile e viceversa.” (Fonte: Wikipedia)

Con la giusta forza, con la giusta volontà, il filo che unisce i punti restituirà equilibrio al corpo e alla mente, non si sentiranno più allarmi, si accenderà la candela delle grandi occasioni.

Secoli di storia.
Il pensiero più vecchio del mondo, le porte del benessere.


Ci sono posti dove i bambini giocano e parlano indiano.
Nell'aria di quei posti si sfiorano punti di energia, i fili uniscono, gli stomaci guariscono,  l'equilibrio si forma.

Bisogna solo pensare come i bambini efe ifil cuoforefe tofornafa afal sufuofo pofostofo.

Una sola regola: Ci sono cose giuste e ci sono cose sbagliate, quelle che fanno star bene sono quelle giuste, quelle che fanno star male sono quelle sbagliate.
Condizione necessaria per vincere: pensarlo al plurale.

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