Sarei tornato.
Avrei da dire.
Farei l'amore.
Ma non sei qui.
"Il testo poetico aderisce allo stilema di poesia "essenziale" oscillante tra spregiudicato erotismo e inquietudine esistenziale.
La cifra stilistica comune agli Ermetici è il contrasto tra il mondo reale e quello che l'artista sente pulsare dentro di sé, e del quale l'artista può appagarsi.
Tale contrasto trova soluzione nell'assenza ( "non sei qui"), che non è inerzia ("sarei tornato"), ma attesa da parte del poeta( "farei l'amore"), è escavazione interiore ("avrei da dire").
Carattere costante è la ricerca di parole che abbiano una loro assolutezza nuda, carattere che rifugge da ogni abbandono alla retorica, alla discorsività, al sentimentalismo.
Il ritmo è scandito dall'emozione, è affidato alla scansione interiore, sicché, quando si verificano strutture metriche tradizionali, ciò non indica un ritorno alla norma retorica, ma incontro casuale fra momento interiore e forma precostituita. (la sottoscritta ringrazia V.Laforgia per l'analisi letteraria).
Adesso provo a parafrasare.
Il campo semantico principale è quello dove domina la dimensione temporale (primi tre versi), eccezion fatta per l'ultimo verso in cui predomina quello spaziale e dove il tempo assume connotazioni di contrasto rispetto ai versi precedenti.Si nota comunque una coerenza metodologica dell'insieme.
Il condizionale d'apertura potrebbe indicare una frase ipotetica lasciata volutamente in sospeso, una sorta di crasi del verso. Che l'artista voglia indirizzare un messaggio a qualcuna omettendone il destinatario? "Sarei tornato (da te)"? Qualora si considerasse il periodo come di senso compiuto, il tempo verbale potrebbe sottintendere una incertezza di fondo, una forma d'esitazione nell'affermare e comunicare la sua presenza. O altrettanto, potrebbe esprimere con delicatezza il concetto di ritorno legato a una forma di nostalgia del viaggio, una mancanza d'accettazione della rinuncia al viaggio. O più semplicemente essere espressione di puntualizzazione di un dato di fatto: "eccomi qui, se non ve ne foste accorti io sarei tornato, eh!" oppure "Miei cari, guardate che io sarei tornato, sì son qui ma avrei altro da fare in realtà, o vorrei far altro".
Il secondo verso pare comunicare un'intenzione che al momento però non può essere soddisfatta o appagata, al più rimandata (ma se ne sconoscono le motivazioni). Lascia però i lettori in bilico tra la promessa ( avrei da dire e lo farò, non temete) e lo sconforto (avrei da dire ma non lo farò, mi spiace).
"Farei l'amore" non lascia dubbi sull'esigenza del poeta. Si rileva però un bisogno non solo fisico ma velatamente interiore, ché l'autore quando vuole sa essere sfrontato, e quindi si ipotizza che l'assenza del termine sesso evidenzi che non è puro sfogo fisico ciò a cui anela.
Il verso conclusivo contrasta con i precedenti. Il soggetto non è più l'io, ma la seconda persona, un "tu" di cui il poeta ne esplicita il desiderio ma di cui contemporaneamente ne sottolinea in maniera elementare la mancanza fisica( notasi il tempo verbale al presente negativo e non al condizionale affermativo), e di cui vorrebbe vicinanza ("qui") e con cui non esiterebbe a trovare godimento."
Questo avete di bello, voi.
Non siete qui per apparire, ma per giocare davvero con me.
E per questo mi ritagliate spazi privati, nei quali giocare come fossi un pubblico di cento persone anche se sono solo io, senza pretesa di pubblicità.
E invece io ve ne faccio.
Lei è A.
Che mi regala un sacco di tempo e di sé.
Una Prestazione Orale Occasionale a domicilio, di qualità sopraffina.
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